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--- Anthea Winterstar ---
Narrato
- Parlato -
* Pensato *
Era ovvio che lei fosse disposta a dirle anche una cosa del genere, in fondo lui era stata la sua prima guida e senza Harium sarebbe stata persa in quel mondo così strano, senza contare che ora erano anche colleghi, ma se glielo avesse chiesto prima ed esplicitamente lo avrebbe detto comunque, la ragazza si fidava molto delle persone, perfino di quelle sconosciute.
Chiunque da solo è debole. Ma unendo le forze e sincronizzando l’offensiva, anche il più piccolo degli eserciti può assediare una fortezza. Sta tutto nel gioco di squadra.
Mi serve del tempo per i miei attacchi elementali, ma di solito sono pochi gli attimi di respiro sul campo di battaglia. Se tu ti occupasti di immobilizzare il bersaglio con i tuoi poteri, io avrei il tempo sufficiente ad evocare la magia e colpire il nemico in pieno con tutta la mia potenza.
Entrambi da soli abbiamo dei punti deboli, ma le nostre forze congiunte saranno imbattibili.
- Sai cosa... Credo tu abbia ragione. - Diceva ora Anthea veramente più convinta per poi sentirsi comunque in dovere di aggiungere. - Anche se i miei poteri non sono ancora così forte da immobilizzare qualcuno... - Continuava a dire in tono quasi di scuse.
E poi con noi ci saranno anche Grifis e tutti i nostri compagni Aviatori, non saremo mai lasciati da soli e allo sbando. Vedrai che sarai all’altezza della battaglia.
- E allora farò del mio meglio per esserlo. - Diceva sorridendo, mettendosi a guardare le stelle, quei puntini luminosi che lei aveva sempre amato. - Sai... Devo ringraziarti, sia per il tuo sostegno sia per avermi mostrato la gilda degli Aviatori, senza contare che mi hai fatto anche da guida... Non avrei saputo cosa fare senza di te. -
Diceva sorridendo al suo indirizzo per poi volgere di nuovo lo sguardo al cielo.
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Harium.
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Finalmente Anthea sembrava essere più serena. Le parole del Drago avevano mitigato la sua insicurezza e le avevano donato più ottimismo.
Lo stava ringraziando per quello che aveva fatto, esprimendo la sua gratitudine all’Astro. Forse in quel frangente Harium arrossì, anche se non ci è dato di saperlo, visto che era buio e la sua pelle verdognola difficilmente si poteva interpretare come il viso degli umani.
Allora forse qualcosa di buono l’ho fatto nella mia lunga vita.
Poi fu solo il silenzio, mentre i due Aviatori ammiravano estasiati il cielo stellato sopra Sequerus. La serenità di quel paesaggio sembrò attecchire nell’animo del Drago, che si sentì meno teso rispetto a prima.
La fresca notte dell’Ovest era illuminata dalla luna quasi piena. Harium guardò verso Est, in direzione della lontana Kemvlor, e vide una piccola massa fluttuante sfocata dai raggi lunari. Quella era Laputa, la loro casa.
Il luogo dove avrebbero iniziato una furiosa caccia all’uomo li stava attendendo nel silenzio notturno.
Dopo aver parlato con te sento di essere più sereno. Meglio se torniamo a dormire, giusto per riposare quelle poche ore che si separano dall’alba.
Dopo aver salutato la ragazza, Harium scese le scale e tornò nella sua camera.
Si distese sul suo giaciglio e sentì una dolce stanchezza avvolgergli le membra.
Si addormentò senza problemi e il suo sonno non fu turbato da nessuna visione di morte.. -
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--- Anthea Winterstar ---
Narrato
- Parlato -
* Pensato *
Il dialogo sembrava finito visto che il drago sembrava voler andare al letto ora, per caso già sapeva che sarebbe venuta lì sopra e voleva solo confortarla? Conoscendo Harium poteva perfino essere possibile, chissà quanto erano vasti i suoi poteri e le sue conoscenze in fondo.
Allora forse qualcosa di buono l’ho fatto nella mia lunga vita.
- Non dire così. - Esordiva ridendo. - Tu hai sicuramente fatto un sacco di cose buone in tantissime altre occasioni. - Forse si stava sbagliando ma le sarebbe sembrato strano.
Nonostante il suo aspetto grande e minaccioso Harium era buono, Anthea lo aveva capito fin troppo bene ormai.
Dopo aver parlato con te sento di essere più sereno. Meglio se torniamo a dormire, giusto per riposare quelle poche ore che si separano dall’alba.
- Anch'io mi sento meglio, tu vai. - Diceva sorridendo per poi aggiungere quelle che erano le sue intenzioni. - Ancora non ho sonno, probabilmente rimango qui ancora un po' a guardare le stelle. - E infatti era proprio questo quello che fece alla fine dormì direttamente in terrazza dopo aver passato l'intera notte a guardare all'insù ad ogni modo le andava benissimo così.
Amava le stelle e non poteva chiedere di meglio.. -
Grifis:..
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La notte passò.
Per Harium e Anthea fu un'ottima occasione d'approfondire una conoscenza che, si sperava, potesse fruttare nel futuro prossimo venturo.
Per Grifis fu una notte travagliata: disteso sulla sua branda guardava un punto nero della stanza, dove nemmeno la luce della Luna o delle stelle potevano rischiararne la tenebra.
Qualcosa nell'angolo si muoveva, e gli parlava. Ma lui non capiva cosa gli diceva, pur avendone paura. Aprì gli occhi guardando la sua armatura, e per un attimo gli parve che il cristallo incastonatovi fosse non più di smeraldo ma cremisi.
Avea volto umano e piangeva lacrime di sangue, il cui significato oscuro suggerì qualche premonizione infausta. Grifis si sarebbe svegliato con un sussulto, accorgendosi, mestamente, d'aver solo avuto un brutto incubo. Ma non avrebbe più chiuso occhio.
Il domani incombeva, e con esso una dura battaglia..
[LAM] Laputa Psycho, Antefatto: il nome del mio assasino. |
