Back in Black.

John e basta finisce su Endlos

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    Buongiorno servizio clienti Desideri sono John dall'inferno, in cosa posso esserle utile?
    Solito cliente, solito Oh la prego faccia tornare in vita mia moglie/marito/figlio/cane/nonna Isa la meretrice. Solita risposta, un classico Certamente signore può attendere un attimo in linea? Con Highway to Hell in sottofondo.
    Sarebbe stato tutto così fottutamente semplice, no? Se solo avessero mai deciso di piazzare un dannato centralino al diavolo di ufficio 4756 Bis addetto ai demoni degli incroci, ma no! Tutto doveva essere rigorosamente fatto dal vivo, con tanto di entrata in scena tutta magicabula e bidibibodibi caz.. Peni. Peni.
    Scusate, sono calmo.
    Ma torniamo a noi, io sono John, John e basta, un demone degli incroci molto anonimo nei mondi conosciuti e non, diciamo che mi toccano spesso i casi più strani e le richieste più particolari, ma quella che vi racconterò oggi, oh Diavolo questa le batte tutte.
    Ero intento ad escogitare un modo efficace per scalare rapidamente i piani alti dell'inferno, come tutte le sere, quando un "richiamo" diverso dal solito venne captato dal nostro ufficio degli incroci; Inutile dire che il primo stronzo che finì per essere infilato dentro il portale dimensionale non potevo essere che io, quale miglior esperto di John e basta per una missione di quel calibro d'altronde?
    Un cazzo di centralino.

    Apparvi attorniato da scenico fumo nero, gli occhi del tramite completamente neri a provare il mio status a cazzo duro di demone degli incroci, espressione seria e portamento fiero. Era tutto perfetto, un'entrata in scena clamorosa, perfino il tramite che avevo indossato per l'occasione era una sciccheria: Un maschio bianco sulla trentina, 183 cm di figura longilinea vestita di tutto punto, giacca, doppiopetto e cravatta - tutti rigorosamente neri - calzanti alla perfezione, i lunghi capelli corvini tirati all'indietro mostravano una fronte spaziosa e corrugata ed un pizzetto talmente ben curato da presagire la presenza di un ambizioso politico faceva da cornice ad un paio di labbra fini e serrate. Ah per non parlare del bastone da passeggio poi, in legno lucente e col classico manico ad ombrello.
    Tutto perfetto. Finché non prestai attenzione all'ambiente circostante.

    Porco il cazzo. Quella doveva essere la stanza di una reggia: Pareti e pavimento sembravano fatti del più pregiato parquet in legno e decori in quello che doveva essere oro puro tappezzavano completamente l'ambiente circostante, perfino il tetto della stanza sembrava essere completamente fatto o ricoperto del prezioso metallo, scintillando alla luce delle candele della sera; Tutto intorno antichi mobili di legno inscurito da tempo erano ricchi di libri d'antiquariato e pezzi pregiati da collezione, perlopiù probabilmente dotati di capacità magiche sconosciute ai più, me compreso.
    Poi la mia attenzione fu rapita dal "padrone di casa" che mi stava davanti, seduto sopra una poltrona di pelle rossa dai decori arzigogolati, vestito ancor meglio di me: Camicia bianca a colletto alto sopra una splendida giacca scura fieramente abbottonata sul busto massiccio, molteplici anelli e monili in oro con pietre preziose su ogni dita delle mani quasi fosse Re Mida in persona e capelli a caschetto lungo perfettamente pettinati su un viso abbastanza anonimo ma dai contorni ben poco supplichevoli di chi di solito evoca un demone degli incroci.

    « Parente morto? »

    Dissi stringendo appena gli occhi ed indicando la testa umana in barattolo tenuta sopra un mobile li vicino.

    « Possiamo farlo tornare in vita a metà prezzo questo mese. »

    Decisamente non avevo la minima idea di quello che stava per succedere nella mia esistenza di li a poco, ma oh, resurrezioni a metà prezzo con i tempi che correvano? Un affare.



    Edited by Serfagorn - 16/11/2017, 02:53
     
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    "Se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo,
    l’ha creato a sua immagine e somiglianza".


    (Fëdor Dostoevskij)


    Ufficio di Asmodeous, Najaza.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    « Parente morto? »
    La voce maschile e volutamente sicura di quel demone chiamato John ruppe il silenzio atavico che si era inspiegabilmente creato al suo arrivo, generando una situazione non poco imbarazzante.
    « Possiamo farlo tornare in vita a metà prezzo questo mese. »

    Rvzyb2r

    L'uomo di mezza età in abiti eleganti -che già da un po' era lì a fissarlo con aria autoritaria, lo sguardo di chi si trova a dover incrociare la propria strada con un poveraccio- stringeva fra le dita ingioiellate una pergamena non particolarmente costosa ed evidentemente aliena al lusso sfrenato di cui la sua intera figura era circondata. Non sarebbe stato difficile -in effetti- sospettare che non fosse nemmeno sua.

    Scegliendo di non rispondergli subito ed abbassando lo sguardo, avrebbe invitato John a fare lo stesso e a convergere tutte le sue attenzioni esattamente su quel documento.
    Un curriculum.

    « Ci è giunta notizia che sareste interessato ad un trasferimento su questo piano d'esistenza » avrebbe introdotto quel tale, portandosi un sigaro alla bocca « Sono il Conte Asmodeus, Satana dell'Ingordigia e del Danaro. Ho acconsentito ad un colloquio perché ho bisogno di personale qualificato »

    Con un gesto cortese, ma estremamente freddo (anche per gli standard infernali), lo invitò ad accomodarsi su una delle poltrone di fronte a lui. Anche queste erano rosse e belle, con decori in oro.

    « Se vuole sedersi, possiamo iniziare. Sa: non ho molto tempo da perdere. »

     
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    E pensare che sarei stato anche disposto a puntare ben due terzi di anima sulla resurrezione di quel signor testa in cassetta - non giudicatemi, all'inferno sono poche le attività di svago quantomeno decenti - Ma aspettarmi addirittura di venir richiamato li da... Com'era, Satana dell'Ingordigia e del danaro? (da ora in poi anche Mister Scopa nel Culo) diavolo, quello era ben oltre le mie aspettative.
    Rimasi spiazzato - come biasimarmi d'altronde - seppur non un minimo cambiamento d'espressione segnò il volto del mio tramite.

    « Sono bla bla blero bla bla. Ho acconsentito ad un colloquio perché ho bisogno di personale qualificato »

    Ma era questo il punto di tutto, difatti al termine personale qualificato il mio ego ebbe un piccolo sussulto, perché diciamocelo, un po' amavo il mio lavoro, convincere poveracci e sprovveduti a scambiare la loro anima in cambio di cazzate mondane? Quello che di meglio si poteva chiedere dalla vita. Un lavoro perfetto, se non fosse stato per la retribuzione praticamente assente e la scalata ai piani alti più lenta che avessi mai visto in tutta la mia breve carriera. Solo in centinaia di anni i migliori demoni degli incroci con più gavetta riuscivano a ritagliarsi dei titoli nobiliari, strada che senza dubbio avevo iniziato ad intraprendere con le mie grandi gesta, ma che a ramificarsi nel modo giusto avrebbe impiegato un quantità di tempo indegna.

    « Sa: non ho molto tempo da perdere. »

    Tempo da perdere.
    Osservai per qualche secondo la vecchia pergamena che il conte Asmodeus teneva fra le mani, ricacciando nel vuoto della mia anima il desiderio di sapere se almeno li un cazzo di centralino lo tenevano, finché non accomodai ai suoi voleri, recandomi e sedendomi su una delle sfarzose poltrone li vicino.
    I miei occhi tornarono normali - secondo i canoni umani - mentre poggiavo il bastone da passeggio su uno dei braccioli della poltrona.
    Conoscevo il tipo di individuo: Gonfio di un ego oltre misura, sicuro delle proprie capacità - anche se diciamocelo, visto il suo status poteva anche permetterselo - borioso e sprezzante delle perdite di tempo. Non troppo diverso dal mio caporeparto all'ufficio desideri, ma il gioco iniziava a farsi interessante, l'offerta poteva anche essere più che decente e sicuramente dare fastidio ad un pezzo grosso di quella dimensione non sarebbe stata un'idea particolarmente sagace, quindi ...

    « La prego, ha tutta la mia attenzione. »

    ... Drizzai le orecchie.



    Edited by Serfagorn - 18/11/2017, 00:45
     
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    (Fëdor Dostoevskij)


    Ufficio di Asmodeous, Najaza.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    « La prego, ha tutta la mia attenzione. »

    Lanciando nuvolette di fumo grigio dalla bocca e mimando una calma non indifferente, quel tale Asmodeous posò il documento sulla scrivania. Puntellando i gomiti sul legno, avrebbe anche intrecciato le dita tozze e mascoline all'altezza del volto, posandoci il mento sopra, con fare annoiato.

    « In genere sono pratiche di cui preferisco occuparmi personalmente ma, visto il titolo che ricopro adesso, non mi è più possibile spostarmi come prima »

    Dal modo in cui parlava sarebbe parsa abbastanza evidente la sua origine, non troppo dissimile da quella del suo interlocutore John. Asmodeous aveva infatti appena sottinteso di essere anche lui un demone degli incroci, o comunque un burocrate esperto sostanzialmente di contratti. Non a caso, aveva bisogno di un sostituto ed aveva scelto lui.

    « Come immagino lei sappia già, questo è un semipiano dimensionale diviso in Presidi. » avrebbe introdotto « Affari politici mi tengono legato a Najaza, la capitale del Nord in cui ci troviamo. Tuttavia qui il lavoro scarseggia, poiché sto collaborando ad altro con un collega »

    Modificò la posa, abbandonandosi sullo schienale.
    Solo allora, forse, John si sarebbe ricordato del suo nome e di alcuni pettegolezzi legati ad esso. Asmodeous era l'ultimo fra i demoni di basso rango ad essersi comprato un titolo nobiliare grazie ad un'enorme truffa ai danni di un'umana e di un casato di Nephilim. Una roba grossa e molto pericolosa... che tuttavia gli era fruttata potere, ricchezza ed interesse di importanti collaboratori.

    « Mi serve che qualcuno mandi avanti i miei affari nel resto del Semipiano. Lei che esperienze ha, a tal proposito? »

     
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    Bingo! Eh si, in parte ci avrei preso sulle origini del buon satanasso, era troppo concentrato sulla parte del ricco e nobile borioso per non lasciar trapelare quella sottile aura di conquista, di quegli occhi - brutti come la fame - assetati di un potere ambito da troppo tempo.
    Un collega insomma, chissà se anche il suo passato...

    « Mi serve che qualcuno mandi avanti i miei affari nel resto del Semipiano. Lei che esperienze ha, a tal proposito? »

    Ma ci avrei pensato in un altro momento al suo passato, perché la domanda che sopraggiunse pochi istanti dopo la spiegazione del suo lavoro andava elaborata per bene.
    Vedete, in linea di massima quando ci si presenta per un'offerta di lavoro, alla classica domanda sulle esperienze personali si dovrebbe snocciolarne il più possibile per far vedere quanto ci si è dati da fare in passato, giusto? Sbagliato. A nessuno frega un cazzo delle vostre esperienze generali, voi dovete offrire esattamente - e non di più - solo quello che l'interlocutore vuole sentirsi dire.
    E fidatevi, avrei avuto così tanta potenziale merda da raccontare a ciccio da infarcirci un curriculum così grosso che arrotolato avrebbe potuto prendere il posto del bastone infilato nel suo regalissimo sedere. Ed è tutto dire, visto quando questo doveva essere grosso di base.
    Ma come dissi in precedenza, solo quello che l'interlocutore vuole sentirsi dire.

    « Sono un esperto nella vendita, quello che si dice un lupo degli affari. Nel mio piano di origine ho fatto firmare ad anima decine e decine di creature senzienti prima di essere messo a disposizione di chiamate più interessanti e, se vogliamo, pericolose. »

    Dovete mostrarvi l'uomo adatto ad ogni situazione, quello che in confronto agli altri risulta sempre necessario, ma senza mai e dico mai usare quella lingua - che dovrete invece usare come arma - per leccare il sedere, perché per quanto a breve termine possa dare qualche buon esito, sulla corsa campestre vi ritroverete con troppe palle di pelo di culo da sputare via e pochi risultati alla mano.
    Fidatevi dello zio John, provato anche quello. Perdita di tempo.

    « Ho affinato le mie doti retoriche per anni, e laddove non arriva un buon carisma, arti mentali particolarmente convincenti fanno il loro lavoro in maniera più che decente. »

    Alludete alle vostre abilità senza snocciolare troppi dettagli, in modo da creare una leggera aura di mistero e capacità da svelare
    (tolsi dalla tasca del vestito corvino una piccola penna stilografica del medesimo colore, non particolarmente pregiata)
    Quindi abbassate la zip dei vostri pantaloni di tessuto pregiato...
    (la mostrai al signor Asmodeous con una cerca decisione nel volto)

    « Vendetti una penna simile a questa per una proprietà terriera grandi quasi quando Najaza, per offrirla in cambio dell'anima di uno degli esponenti più facoltosi ed importanti del regno di Celentir. »

    E prendendo la vostra verga con entrambe le mani sbattetegliela in faccia proprio li in mezzo agli occhi!
    In senso figurato, ovviamente.

     
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    Ufficio di Asmodeous, Najaza.
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    « Sono un esperto nella vendita, quello che si dice un lupo degli affari. Nel mio piano di origine ho fatto firmare ad anima decine e decine di creature senzienti prima di essere messo a disposizione di chiamate più interessanti e, se vogliamo, pericolose. »

    Con una pacatezza al limite dell'effettivo interesse, Asmodeous rimase ad ascoltare, e non fu troppo chiaro cosa pensasse a riguardo. Non lo fissava male -e questo era un bene- ma non sembrava nemmeno troppo compiaciuto, almeno in apparenza. Questo rendeva certamente il clima molto teso e troppo formale. Perfino per un colloquio di lavoro.

    « Ho affinato le mie doti retoriche per anni, e laddove non arriva un buon carisma, arti mentali particolarmente convincenti fanno il loro lavoro in maniera più che decente. »
    Con le dita tozze ed ingioiellate, il Satana dell'Ingordigia andò a picchiettare il sigaro su un posacenere d'oro dall'aria particolarmente pesante e massiccia... oltre che dal dubbio gusto. Ritraeva una donna incinta e nuda in una posa non proprio adatta al suo stato interessante.
    « Vendetti una penna simile a questa per una proprietà terriera grandi quasi quando Najaza, per offrirla in cambio dell'anima di uno degli esponenti più facoltosi ed importanti del regno di Celentir. »

    Accortosi dell'oggetto, Asmodeous si sporse leggermente a fissarlo, senza preoccuparsi troppo di prendere la penna ed accertarsi del valore di mercato. Non importava in quel contesto... e sembrava quasi goderci a mostrare quella sua dannatissima faccia da poker, unita ai suoi silenzi, così da rendere al povero John tutto più complicato.

    « Capisco. »

    In effetti, l'ultima era un'idiozia fin troppo grossa per non essere capita all'istante, ancor più da uno che era riuscito a comprarsi un titolo di Arcidemone grazie ad una truffa e senza dover concedere orifizi vari ed eventuali al Re di turno. Dopotutto non era affatto di bell'aspetto e finirci a letto sarebbe stata più una questione di coraggio ed autolesionismo che vero piacere. A questo -forse- John sarebbe potuto arrivare... ma sarebbe stato comunque troppo tardi, perché il danno era fatto. Probabilmente se ne era accorto.

    « Molto bene: comincerai a lavorare per me oggi stesso se risponderai ad una mia ultima domanda. »

    ... miracolo.
    Forse.

    La realizzazione effettiva di quella speranza giunse su John con la rapidità di un fulmine e -nonostante fosse di per sé bella- il sospetto che ci fosse qualcosa sotto avrebbe solleticato la sua malizia. Asmodeous era forse abbastanza stupido da cascarci? Lo aveva accettato perché aveva bisogno di un bugiardo? Oppure gli avrebbe tirato una pugnalata quando meno se lo aspettava?
    Ma soprattutto: importava qualcosa, in quel momento?

    « Cosa sei disposto a fare, in questo lavoro? »

     
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    Avete visto? Colto nel segno.
    Oh se me l'ero giocato quel vecchio diavolo, era bastato un po' del mio fascino combinato col mio straordinario carisma e patapam pum pam. Palla in buca, bitches.
    Ovviamente mi ero accorto di tutto, il suo giocare a carte coperte, la sua finta espressione da poker, era palese che il gran satanasso fosse già pazzo di me.
    Oh si, ma con che stile poi, la storiella sulla penna che mi era valsa la terra, che mi era valsa l'anima, che al mercato mio padre comprò? Tutta una balla signori, e lui? E lui ovvio che c'era cascato, una frode così ben congegnata l'avrebbe riportato ai tempi in cui nella vita per guadagnarsi da vivere, probabilmente lavorava ai campi di cotone dell'inferno, sicuramente l'avrebbe relazionata mentalmente alla sua scalata al potere, si sarebbe immedesimato ed una piccola lacrimuccia avrebbe solcato quella sua faccia di merda, ma ovviamente lui non poteva piangere davanti a me, doveva mantenere un certo decoro. Ovviamente, niente sfugge al mio controllo.

    « Molto bene: comincerai a lavorare per me oggi stesso se risponderai ad una mia ultima domanda. »

    Ed in ultimo la classica domanda di rito, quello che non potete non aspettarvi da un datore di lavoro di questa risma e sottintesa malvagità, finché si sarebbe potuta spingere la vostra lealtà nei suoi confronti?

    « Cosa sei disposto a fare, in questo lavoro? »

    Le mie labbra ovviamente si incurvarono verso l'alto, sprezzante del pericolo e sicuro delle mie capacità non persi nemmeno per un istante il contatto visivo con i suoi occhietti spenti, a dimostrazione della mio status di demone Alpha ed autoincoronato Re delle vendite.

    « Tutto ciò che risulterà necessario: omicidi, rapimenti, intrighi di corte, infiltrazioni, possessioni varie ed eventuali. Sono un Demone ambizioso - come avrà notato - e non ho timore di sporcarmi le mani. »

    Accavallai le gambe, arrivando alla fine del mio straordinario discorso dal quale mi sarei aspettato soltanto uno scroscio interminabile di applausi.

    « Non ho paura di morire... » Feci l'occhiolino. « ... ma preferisco di no. »

     
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    "Se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo,
    l’ha creato a sua immagine e somiglianza".


    (Fëdor Dostoevskij)


    Ufficio di Asmodeous, Najaza.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    Data la situazione, non era chiaro se fosse più surreale la pacatezza di Asmodeous o l'ingenuità di John, che di tutto quello scambio di sottintesi non ci aveva capito moltissimo. Buon per lui, comunque: essere ansiosi non aiutava le vie intestinali, e non stare a fare i pignoli allungava la vi... ah, no.
    Giusto.

    « Tutto ciò che risulterà necessario: omicidi, rapimenti, intrighi di corte, infiltrazioni, possessioni varie ed eventuali. Sono un Demone ambizioso - come avrà notato - e non ho timore di sporcarmi le mani. Non ho paura di morire... ma preferisco di no. »

    « Questo è un bene. » commentò il datore di lavoro con voce atona, lanciando una nuvoletta di fumo dalla bocca « E' giusto aver consapevolezza di ciò che si è. »
    Se per chiunque altro sarebbe potuta suonare lievemente come un'offesa, per un demone come John le parole di Asmodeous non potevano che trattarsi di un complimento.

    « Il contratto come mio dipendente concede molte libertà rispetto gli standard lavorativi di altri piani dimensionali, almeno da ciò che ricordo » posò il sigaro sulle labbra, iniziando a trafficare con le pergamene sulla sua scrivania. Ne estrasse una e gliela porse « Si tratta di un lavoro ad incarichi: più ne hai, più benefici ottieni... fra cui anche dei sottoposti o la mia protezione, nei casi migliori. Se non lavori, non ottieni nulla. In compenso sei libero di fare quello che ti pare su Endlos e non penso che verrò a chiamarti spesso per questioni più cruente del riscuotere il tuo pagamento a qualche idiota inadempiente. Ho già chi si occupa di quelle. »

    Tralasciando i "metodi" della riscossione (che quasi tutti gli umani iniziavano a temere solo alla scadenza), il non dover occuparsi di altro era un bene, perché migliorava le probabilità di sopravvivenza di John in un mondo che ancora non conosceva. Ovviamente, c'era anche il rovescio della medaglia a quell'inaspettato colpo di fortuna.

    « In cambio mi prenderò il 70% dei tuoi introiti. »



    Edited by Drusilia Galanodel - 24/11/2017, 16:49
     
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    « E' giusto aver consapevolezza di ciò che si è. »

    Feci quasi per fargli cenno di smettere, dopotutto per quanto Asmi (oramai era come se ci conoscessimo da secoli) avesse la chiara intenzione di farmi un buon lavoretto di bocca, c'era sempre da dover badare al rapporto professionale. Lo dico sempre io, prima il dovere e poi il piacere. E poi diciamocelo, intrigante il fascino del demone tenebroso e pacato, ma porca Lilith non si poteva nemmeno guardarlo in faccia per più di trenta secondi di quanto fosse brutto.

    « Il contratto come mio dipendente concede molte libertà rispetto gli standard lavorativi di altri piani dimensionali, almeno da ciò che ricordo. Si tratta di un lavoro ad incarichi: più ne hai, più benefici ottieni... fra cui anche dei sottoposti o la mia protezione, nei casi migliori. Se non lavori, non ottieni nulla. In compenso sei libero di fare quello che ti pare su Endlos e non penso che verrò a chiamarti spesso per questioni più cruente del riscuotere il tuo pagamento a qualche idiota inadempiente. Ho già chi si occupa di quelle. »

    Ma qui la mia attenzione sulle sue fattezze fiabesche venne meno, poiché riconobbi immediatamente l'affare racchiuso dietro la parole di Satana. Dovete sapere che all'inferno i salari sono pressoché inesistenti, tutti i ricavati della vendita delle anime infatti finiscono direttamente ai piani più bassi ed ai demoni degli incroci resta solamente la possibilità di mettersi in mostra, la cosiddetta visibilità, che permetterà ai migliori di loro di farsi un nome ed in futuro avere la remota possibilità di avere un aumento di grado. Non è un lavoro così terribile tuttavia, nei piani più alti del piano infernale i demoni di basso rango vengono usati al pari dei lacchè, vi lascio quindi immaginare.
    Aprì la bocca per rispondere.

    « In cambio mi prenderò il 70% dei tuoi introiti. »

    « Figlio di puttana... »

    Ecco il perché di tutte quelle manfrine, il bastardo mi stava solo lavorando a puntino. Settanta percento dei ricavati significava una cifra bibblica di anime nei primi due o tre mesi - lo so, sono dannatamente modesto - che sarebbero tutte andate a farcire quel già suo ricco deretano. Ma era comunque un ottima sistemazione, senza contare che certamente sarei riuscito molto di più a raggiungere sia notorietà che potere rispetto al vecchio incarico all'ufficio. Mi stava bene, sarei stato al suo gioco finché ne avessi avuto la necessita, ma prima o poi - oh se ci potete giurare signori - prima o poi mi sarei fatto un bel ufficio identico al suo, con la testa del satanasso al posto dei fermacarte.

    « ...Sarebbe colui che rifiuta un tale incarico! »

    Finsi un perfetto sorriso soddisfatto, godendomi tuttavia il finale già scritto della futura luuunga collaborazione col buon Asmodeus.

    « Direi che siamo quindi giunti ad un accordo, no? »

     
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    l’ha creato a sua immagine e somiglianza".


    (Fëdor Dostoevskij)


    Ufficio di Asmodeous, Najaza.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    « Figlio di puttana... » iniziò quel tale « ...Sarebbe colui che rifiuta un tale incarico! »

    In realtà no.
    Probabilmente erano davvero tanti gli umani che -in condizioni di lavoro simili- avrebbero storto il naso, per poi andarsi a lamentare al bar con gli amici di quanto la vita fosse ingiusta con loro, di quanto il mondo intero li trattasse male o di quanto nemmeno il loro ricchissimo "papi" potesse aiutarli... poiché era stato lui stesso a buttarli fuori dalle loro stanze per responsabilizzarli.

    Asmodeous lo sapeva, e ne conosceva anche parecchi: in genere quello era il profilo tipico del suo cliente medio. I figli di Adamo che si trovavano a dovergli l'anima erano infatti sempre poveri mentecatti incapaci di gestire la fatica, le emozioni e che certamente non conoscevano le parole "volontà" e "costanza" nel loro personalissimo (e spesso carente) vocabolario. Sempre pronti a essere migliori di tutti senza sforzo, cercavano costantemente scorciatoie, a costo di pugnalare alle spalle o raggirare gente a loro vicina. Lui, ovviamente, gliene offriva una, di scorciatoia. Poi, dieci anni dopo, sguinzagliava i suoi mastini e chiudeva i conti, con buona pace di tutti.

    A chi serviva un'anima nobile, bella o rara... quando ne poteva prendere tante?

    Trovare rarità era difficile e dispendioso. Un azzardo, economicamente parlando: molto meglio lanciarsi su mercati sicuri, pseudo-umani comunissimi e miseri, con madri sempre incinte.

    « Direi che siamo quindi giunti ad un accordo, no? »

    Fortunatamente, quel John pareva essere nella categoria degli scalatori sociali: era quasi certo che prima o poi gli avrebbe tirato una qualche pugnalata, ma finché si fosse dimostrato così poco acuto come in quel colloquio, Asmodeous si sarebbe sentito abbastanza al sicuro.

    « Certamente, benvenuto in squadra. »

    Si alzò lentamente, tendendogli la mano ingioiellata: nel momento in cui si sarebbero dati la reciproca stretta, il povero John sarebbe stato catapultato di sotto. Trovandosi così, disperso nel nulla e con il braccio teso al paesaggio di una landa gelida e piena di neve, avrebbe ancora sentito vagamente la presenza del suo capo provenire dall'alto.

    Sollevando lo sguardo, avrebbe trovato la bella Najaza sospesa su di lui a chissà quanti metri.
    Bel modo di congedare i sottoposti.



    Edited by Drusilia Galanodel - 24/11/2017, 17:41
     
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    « Certamente, benvenuto in squadra. »

    Allungai la mano per stringere la sua, almeno questo passaggio non sembrava esigere nessun contratto, nessuna firma. Ci saremmo congedali con un accordo non vincolante, come se fosse certo di potersi fidare di me, oppure a dimostrazione della sua sicurezza personale nell'avermi completamente sotto controllo.
    Era una situazione interessante tanto da incuriosirmi più del normale, forse aveva qualcosa in mente a breve termine, ma così su due piedi non mi sembra il caso di rovinarvi la sorpresa. Enigmatico quel figlio di puttana, che stesse forse iniziando a piacermi? Di certo avrei avuto risposta a questa domanda nelle vicende a seguire.
    La mia mano strinse la sua calorosamente, come si conviene ad ogni buon colloquio, ed improvvisamente mi ritrovai ritto in piedi con la mano tesa al nulla, nelle fredde lande sottostanti l'imponente Najaza.

    « Pensavo mi congedasse, più che congelasse. »

    Risi della cazzata, voltandomi a guardare l'immenso piano dimensionale chiamato Endlos, che di li a quel momento sarebbe diventato il mio mondo, la mia casa, il mio luogo di lavoro.
    Allargando le braccia respirai a pieni polmoni la gelida aria del posto, con un sorriso diabolico stampato sul volto. Ero libero. Libero e nuovamente pronto a farmi un nome, a ricominciare ancora una volta da capo, ma stavolta con molta più esperienza alle spalle.
    Endlos sarebbe diventato il mio regno e tutte anime di coloro che lo abitavano sarebbero giunte in mio possesso, non importava di quanto tempo ci sarebbe voluto, avrei avuto l'eternità a farmi da compagnia.
    Il re delle vendite era finalmente arrivato.

     
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