Checkmate/Castling

Epilogo ~ La Voliera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Moderator
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous
    Trivia: Il titolo della scena fa riferimento ad una mossa strategica nel gioco degli scacchi [Link]/[Link]


    jpg

    Voci concitate rimbalzavano per le pareti delle aule chiuse al pubblico ormai già da qualche ora, e sebbene il loro numero fosse imbarazzantemente inferiore rispetto alla media di tutte le precedenti edizioni dell'evento -e il loro eco risultasse pertanto desolantemente ingigantito dal vuoto in sala-, le cifre con cui l'ultimo dei lotti di rimpiazzo stava venendo conteso potevano in un certo senso considerarsi rincuoranti...

    ...per quanto potesse rincuorarlo la prospettiva che al termine di quella trattativa (questione di meri minuti!) sarebbe finito alla mercé delle ire del Padrone, o -peggio-
    senza lavoro.

    Perché qualcuno avrebbe dovuto raccontare all'Impresario che i lotti originali dell'Asta (ben più prestigiosi e redditizi di quelli raggranellati all'ultimo momento) si erano volatilizzati dalle proprie sistemazioni nei magazzini, costringendoli a quella magra figura da barboni; qualcuno avrebbe dovuto spiegargli come mai tre degli Artisti sotto contratto mancassero all'appello, o in quali circostanze le Cucine, il Cinema e il Serraglio fossero finiti pesantemente danneggiati dagli incendi... tralasciando il resto dei disordini esplosi -letteralmente- nell'Outer Stage, tra le vie della città.

    E la sua professionalità, affiancata all'avvilente incapacità dei colleghi,
    non lasciavano scappatoie:
    quel qualcuno doveva essere lui.

    « Un fantastiliardo! »

    Quando quella voce si erse al di sopra dello sparuto coro, sull'onda d'inquietudine che attraversò la platea con un brivido, tra i pochi avventori ancora presenti si dipanò un attonito silenzio, subito dopo riempito dal vociare malmostoso di tutti quegli avvoltoi che speravano di portarsi a casa un buon affare, approfittando della caduta in disgrazia del banco; dopotutto -commentavano tra loro, con l'acredine tipica degli invidiosi- solo un tipo eccentrico, ricco e potente come il Re del Terrore poteva permettersi di sprecare una tale cifra per un banale carico di schiavi mortali... la maggior parte dei quali, umani senza nessun talento particolare.

    Stando ben dritto davanti al suo pulpito, la Maschera lasciò vagare lo sguardo sugli astanti: ripeté la cifra dell'ultima offerta, chiese se ci fosse qualcuno disposto a rilanciare, e -non vedendo reazioni da parte del pubblico- formulò il conto alla rovescia di rito, prima di picchettare il martelletto sul banchetto e sancire la battuta all'asta... ovviamente cercando di non tradire l'intima disperazione all'idea di non avere più scuse per rimandare il confronto col suo superiore.


    « Al prezzo di un fantastiliardo della valuta inter-abissale, il cliente #13 si aggiudica il lotto composto da 9 milioni e mezzo di anime incarnate, l'ultimo di questa serata! »
    annunciò Aren, mentre il sipario calava sul palco e su di lui, come un velo pietoso
    « Vi ringraziamo per la vostra partecipazione e vi diamo appuntamento alla prossima edizione! »

    jpg

    Ma mentre rimuoveva il cilindro dal capo e si passava stancamente la mancina tra i capelli, per incamminarsi incontro al suo destino, il Mimo non era affatto sicuro che ci sarebbe stata una “prossima edizione”.

    png

    Che per quella sera i suoi grattacapi fossero lungi dal finire,
    il Clown Bianco lo capì nell'esatto momento in cui varcò la soglia d'uscita del
    Gateway.

    L'umiliazione patita nel dover presenziare a quella parodia di Asta non aveva affatto migliorato il suo umore, ma le ore trascorse svolgendo un compito familiare lo avevano aiutato a staccare per un momento, dandogli modo di farsi passare la rabbia e permettendogli di riflettere più lucidamente sulla sua situazione, su quella del Circo e sul loro imminente futuro... di fare in un certo senso pace col proprio destino. Il problema era che, evaporati i fumi dell'ira, si sentiva ora semplicemente stanco. Più stanco che mai.

    Certo, aveva messo in conto l'eventualità di finire distrutto per mano del Padrone a causa della manifesta incapacità che il suo Staff aveva dimostrato, ma non si sarebbe di certo mai immaginato di sorprendersi quasi a
    desiderare quella sorte come una liberazione dall'infinita sequela di sventure che aveva deciso di abbattersi sulla sua rispettabile e stimata carriera.

    Perché Aren si ritrovò a considerare che incontrare la Fine stava diventando
    senz'altro più allettante del doversi sobbarcare altri problemi.

    Quando aveva raggiunto la zona più interna del Tendone, l'aria tormentata e irrequieta dei colleghi gli aveva suscitato una pruriginosa soddisfazione: magari, adesso cominciavano a rendersi conto del pasticcio in cui si trovavano, quegli stronzi; probabilmente, avevano iniziato a capire quanto le loro vite fossero a repentaglio dopo il fallimento della Prima. Forse, si stavano finalmente persino pentendo della loro colposa negligenza sul posto di lavoro!

    E per quanto fosse stato consapevole che sentirglielo ammettere sarebbe stata una vittoria di Pirro -e cioè di nessuna utilità-, lo consolava il pensiero di poter chiedere un'ultima gentilezza al Padrone: quella di venir giustiziato dopo tutti gli altri, così da poter riempire gli ultimi momenti di quei lavativi che prendevano il lavoro sottogamba con tutti i “
    ve l'avevo detto” che gli ribollivano dentro da secoli.

    Ma no... figurarsi! Neppure davanti all'imminente licenziamento, riuscivano a concentrarsi sulle cose importanti e a fare un esamino di coscienza: l'istituzione del Circus era ad un passo dal baratro e loro cosa avevano di tanto urgente da comunicargli?
    Lamentele, lamentele, lamentele.

    Troppo avvilito anche solo per arrabbiarsi, Aren sorvolò sull'ubriachezza molesta di Selina, schivò il nervosismo astioso di Azshara, subì le proteste di Ozma, sopportò i piagnistei di Harleen e Nicolaj in crisi depressiva, e... dal momento che la causa dei disagi di ciascuno aveva un'unica e radice comune, si risolse a svolgere il proprio lavoro, fintanto che ancora ne aveva uno: dopotutto, sebbene per poco, restava pur sempre il supervisore responsabile del Circus Diabolique... e mantenere la situazione sotto controllo almeno in quel frangente sarebbe stato il suo ultimo sprazzo di orgoglio.

    Con lo stoicismo che solo la più completa rassegnazione sa conferire, il Clown Bianco si preparò ad intervenire sul posto, ma non appena scostò stancamente il tendaggio che dava ingresso alla Stanza della Voliera, le parole in una lingua sconosciuta lo investirono in pieno, riempiendo l'area con la malinconia di una canzone ignota... eppure nostalgica, struggente, e dolorosa, come una pugnalata. E la mano guantata lasciò ricadere il drappo di stoffa.

    jpg
    « . . . »

    Sovrapponendo la destra alla Maschera che gli celava il viso, il Mimo trasse un profondo respiro, si preparò mentalmente a quel che lo aspettava, ed esalò un lungo mesto sospiro; infine, varcò la soglia.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    8,750

    Status
    Anonymous


    La tattica è sapere cosa fare quando c’è qualcosa da fare.
    La strategia è sapere cosa fare quando non c’è più niente da fare.


    - Savielly Tartakower -

    png

    L'oscurità di un vuoto incolmabile fluttuava placida ed impassibile attorno a lei, annullando ogni realtà oltre le sbarre della sua prigione, e lasciandola completamente sola con sé stessa... ma non del tutto: si sentiva oppressa da una bizzarra sensazione, frustrante come un senso di incompletezza... perché era come se alcune parti di lei le fossero state precluse; ancora lì, ma -in qualche modo- fuori dalla sua portata.

    Le forze non le erano state strappate, poteva sentirle in tensione nelle membra, ma i suoi poteri non rispondevano al richiamo; persino le voci nella sua testa -un costante cicaleccio confuso, che aveva col tempo imparato ad ignorare fino a renderlo niente più che un brusio di sottofondo- si erano spente all'improvviso, come se un muro fosse stato eretto tra lei e la Maledizione nel suo sangue per tagliarla fuori... ma ancora più di questo, le pesava l'assenza della sua connessione alla Corte.

    Perché qualcosa soffocava la scintilla che sempre risuonava con quella dei suoi Fratelli e delle sue Sorelle, e il loro ricordo -il ricordo della loro mancanza- echeggiava ancora più assordante nel nulla che le era rimasto. Un oceano freddo ed oscuro, profondo profondo... come la morte.

    jpg
    « . . . »

    Tuttavia, nel corso della sua davvero lunga esistenza, le era capitato altre volte di sentirsi a quel modo -triste, vuota, sola, limitata, e... sì,
    anche morta-, e tutte quelle esperienze, unite alla consapevolezza di essere lì per delle buone ragioni, le sarebbero state d'aiuto a mantenere la calma da quel momento in avanti; in particolare, c'era una cosa che le piaceva fare quando si ritrovava costretta nell'inerzia, ed era cantare...

    Cantare era il suo sfogo preferito, perché le permetteva di dar forma agli stati d'animo che le crescevano nella mente e nel cuore, con una pressione tale da schiacciarla: la voce trasformava quei sentimenti ingombranti e dolorosi in musica ed atmosfera, le lacrime lavavano via le negatività con una spossatezza purificatrice, e... talvolta, le parole e le melodie riuscivano a sfiorare l'anima di chi ascoltava per caso.

    Era così che si era accorta che la Gabbia, nonostante lo schermo che essa mettesse tra lei e la realtà, sembrava non funzionare per i suoni: il suo canto doveva aver infatti raggiunto qualcosa o qualcuno, perché -ad un certo punto- aveva cominciato ad udire una nutrita batteria di lievi fruscii provenienti dall'esterno; si trattava di versi animali, del tintinnare occasionale di catene e sbarre, passi irrequieti sul pagliericcio, ma c'erano anche sospiri, borbottio e scambi soffocati e lontani, ma decisamente più umani...

    Quella scoperta non era granché rilevante per le sue condizioni, ma la cosa le aveva fornito qualche spunto di riflessione: facendo qualche ipotesi, poteva supporre che la Voliera doveva essere stata strutturata come un dispositivo di deprivazione sensoriale, capace di agire a più livelli... e il suo carceriere, pur avendo messo a punto una prigione così sofisticata da bloccare i suoi sensi più trascendentali, aveva
    casualmente lasciato aperto solo quel canale? Trattenne i pensieri dall'indagare il perché, ma era chiaramente stato fatto di proposito.

    Passato un primo momento, al bisogno di dar sfogo alle proprie emozioni si sostituì la curiosità di interpretare le reazioni con cui lo sconosciuto ambiente recepiva i diversi stimoli a cui lei lo sottoponeva, e fu allora che qualcosa entrò nel raggio del suo udito: probabilmente un Circense, vista l'assenza di battito cardiaco; uno abbastanza alto -supponeva, dalla cadenza dalla falcata-, che stava lentamente avanzando nella sua direzione... con un umore piuttosto tetro, a giudicare dagli stanchi sospiri che ella percepiva col suo orecchio da Musicista.

    ...e difatti, mentre sfilava tra le attrezzature e gli abitanti del Serraglio -provvisoriamente ammassati lì, in attesa che la loro zona fosse ripristinata- Aren, il Clown Bianco del Circus Diabolique, stava ammettendo a sé stesso che, pur senza alcuna musica di accompagnamento, la melodia di quella voce colpiva subdolamente al cuore, avvelenandoli con una dolcezza amara e devastante come era stata la loro umanità perduta; certo era, però, che i suoi colleghi avrebbero dovuto gestire la cosa con un tantino più di autocontrollo e maturità.
    O anche solo dignità.

    Passeggiando distrattamente lungo il perimetro della cancellata, la preziosa preda del Padrone -la fonte del problema- continuava a cantare senza dare alcun segno di essersi accorta del suo arrivo, ma di certo l'udì quando le si fermò davanti, raddrizzando la postura della schiena scricchiolante e portandosi una mano guantata al viso mascherato, prima di schiarirsi la voce per rivolgerle la parola in modo educato.

    « Buonasera, Signora. »
    esordì il Mimo, toccando la falda del cilindro in un saluto che l'altra non poté vedere
    « Potrebbe cortesemente smettere di cantare?
    Innervosisce gli animali e il personale. »


    Per tutta risposta, pur interrompendo la performance canora, la Luna -una bellissima donna dai lunghi capelli d'oro- si volse verso l'origine del suono, reclinò un poco la testolina da una parte, e nell'appuntare gli occhi verde smeraldo nella sua direzione sbatté le palpebre, bordate di folte ciglia nerissime.

    « Come, scusi? L'acustica qui dentro non è delle migliori... »
    « Ho detto- »

    jpgIl “clap” deciso con cui le mani della Dama si congiunsero interruppe la Maschera; a giudicare dalla sua espressione, l'ospite della Voliera sembrava esser stata colta da qualche idea brillante.

    « Ma perché non viene dentro a ripeterlo? »
    propose innocentemente la prigioniera, sorridendo come un angelo
    « Mi ci vorrebbe proprio un po' di compagnia... ♪ »

    « Signora... questo non è possibile. »

    « Allora... perché non mi apre la porta? »
    blandì con voce suadente, giocherellando distratta con una ciocca di capelli
    « Vengo fuori io... ♥ »

    « Signora... la prego... »
    sospirò esasperato il Mimo, spalmandosi la mano guantata sulla maschera
    « ...la smetta: il Padrone non sarà affatto contento di- »

    « Nient'affatto! A me non dà mica fastidio... ♥ »
    si intromise una terza voce, ben nota ad entrambi gli interlocutori
    « Continua pure, mio usignolo! Lo sai che starei ad ascoltarti per ore...!
    E potrei effettivamente farlo: finalmente, il tempo non ci manca. ♪ »


    Silenzioso come un'ombra, senza attirare neppure l'attenzione con un qualche movimento, l'Impresario aveva infine fatto la sua comparsa... e mentre la Dama in bianco incrociava le braccia sul petto morbido, ammutolendo e voltandosi da un'altra parte con fare visibilmente seccato, il Circense si piegò su un ginocchio, chinando rispettosamente la testa per salutare il suo superiore prima ancora di individuarlo con lo sguardo.

    « Chiedo perdono, Padrone: non ero stato informato foste già qui. »

    « Nessuno lo era: non volevo essere disturbato. »

    Con quella dichiarazione breve e laconica, l'Arcidemone balzò giù dal tetto della gabbia delle masticore -dove era stato placidamente appollaiato fino ad un istante fa-, toccando il suolo con leggerezza ed ergendosi davanti al proprio servitore, prima di concedersi qualche minuto per verificare le condizioni del vestiario, spazzolare un pochino di polvere dalla giacca, lisciarsi la cravatta, riavviarsi una ciocca di capelli ed ispezionare l'integrità dell'omaggio floreale che imbracciava.

    « Come sto? »
    abbassando la voce in un sussurro, Aren fu interpellato per un parere

    « Ehm... Be-bene... Però... »
    rispose quello, alzando il volto e guardandolo confuso, prima di prender coraggio
    « Capo, ci sono alcune cose di cui dovremmo parlare. »

    « Non adesso, D- »

    « Non dirmi che ti sei messo in ghingheri per me! »

    Portando teatralmente una mano sul cuore immobile, in un gesto che era la parodia di qualsiasi umano coinvolgimento, la Malkavian gettò in direzione del nuovo arrivato un'occhiata sorniona delle iridi virate dal verde al giallo oro, e se quella voce melliflua ed angelica era il più dolce dei veleni, il suo freddo sorriso era una lama affilata nel pugno di un assassino efferato.

    « ...che cosa pietosa. ♥ »

    « Fare la vipera non guasterà il mio buonumore, cara... ♥ »
    ribatté l'altro, gongolando, mentre avanzava per avvicinarsi alla donna
    « E poi... posso garantirti che resterai sorpresa. ♪ »

    L'Impresario si fermò ad un palmo dalla cancellata, ad un passo da lei, e mentre usava la mancina per stringere il bouquet contro il petto, l'indice dell'altra mano guantata scivolò lungo una delle aste di metallo mistico, disattivando una delle rune e sollevando il velo di ombra che precludeva alla sua ospite ogni visione dell'esterno... e un ampio sorriso rapace gli trasfigurò il viso mentre osservava l'oggetto di tutti i suoi desideri voltarsi appena verso di lui.

    E... forse c'era del sadismo nel modo in cui assaporò avidamente l'istante in cui la confusione e lo shock le montarono dentro, guadagnando a fatica uno spiraglio in superficie, ma... non si trattò che di un guizzo fugace negli occhi di miele della Bestia, e nulla poté per scalfire la perfezione del viso impassibile della sua splendida ninfa.


    jpg
    « Che succede, tesoro? Mi sembri turbata... »
    la pungolò, non riuscendo a trattenere l'acredine, pur sapendo di star forse esagerando
    « …eppure dovresti essere contenta: questa faccia ti piaceva. »

    In piedi davanti alla Luna, abbastanza alto da sovrastarla per l'intera testa, stava un giovane uomo in completo scuro ed elegante, dal viso pallido e dai lunghi capelli bianchi, ma la visiera del cilindro e la frangia troppo lunga non rendevano facile scorgere i suoi occhi; diversamente da come era successo a lei -quando aveva in precedenza provato ad allungare un dito oltre il confine della sua prigione-, le stava porgendo un nutrito mazzo di rose nere e scarlatte attraverso le sbarre senza subire alcun tipo di danno.

    « È passato molto tempo, ma sei sempre bellissima. »

    E sebbene il suo primo istinto dell'altra fu quello di sfiorare i soffici petali per lasciare che un'ombra venefica fluisse fino a loro per tramutarli in un disgustoso grumo marcescente, quando la bionda si accorse ricordò di non poterlo fare, si limitò ad una finta, lasciandoli cadere al suolo per calpestarli sdegnosamente sotto un piede, mentre gli occhi d'oro lo trafiggevano con uno sguardo di sufficienza: non era altrettanto scenico, ma avrebbe comunque recapitato il messaggio.

    « Un'insulsa frasetta e qualche erbaccia? I secoli ti hanno reso più banale. »
    « E una capitale assediata – scusa se è poco. »
    « Questa cosa ti esploderà sul grugno. »
    « Non vedo come: il Circo ha lasciato Endlos, io ho quello che volevo...
    E quando si saranno ripresi, noi saremo già molto lontani. »


    jpgA quelle parole, le labbra ben disegnate della Bestia si incurvarono in un sorriso enigmatico, in una certa misura crudele... e le richiese un grosso sforzo il trattenersi dallo scoppiare a ridergli in faccia; ma non lasciò tempo al suo interlocutore di notarlo o approfondire, volgendo lo sguardo altrove con un sospiro annoiato.

    « Certe Forze non hanno giurisdizione,
    ed è stata una mossa stupida far incazzare tutti. »

    « Anche sacrificare la Regina per riscattare dei pedoni
    non è stata affatto una buona idea. »

    « Negli scacchi, la Regina è il pezzo più forte, non il più importante.
    È per questo che perderai. »


    Quell'ultima asserzione parve sfiorare un qualche nervo scoperto, pungendo sul vivo l'orgoglio del suo interlocutore, e il modo in cui quello si incurvò in avanti, serrando le mani attorno alle sbarre per sostenere il suo peso mentre incombeva sulla donna fu il primo e più evidente segnale di quel suo dispetto; il tono piccato con cui vi replicò fu solo un'ulteriore conferma.

    « Non penso proprio, mia adorata: io non perdo mai. E poi...
    Il Re Bianco è sotto scacco da un pezzo. »

    argomentò l'albino, digrignando i denti in un sorriso tirato – e infastidito
    « Ha già perso tre delle colonne che sorreggono il suo trono;
    gliene resta soltanto una... »


    « Due. »

    « Una e mezzo: quel sasso volante non è davvero un Presidio. »

    « Ma le cose cambiano... Soprattutto su Endlos: basta averne la Volontà.
    Non è per questo che l'hai reso il centro delle tue operazioni? »

    ritorse la Strega Dorata, accostando il viso eburneo a quello dell'altro, con solo le sbarre a dividerli
    « Magari pensi che esserti impadronito di qualche suo segreto ti ponga al di sopra di tutto...
    Forse ti sei convinto di poter mantenere le cose come sono adesso, ma... non durerà. »

    mormorò con voce roca, suadente e velenosa, e sulle labbra un sorriso atroce
    « Perché non puoi vincere il tuo Destino. È la tua natura, dopotutto...
    Distruggi tutto ciò che tocchi. »


    Sebbene il basso volume e la distanza impedirono al Clown Bianco del Circus Diabolique di accorgersi dello scricchiolare sordo dei denti serrati del proprio Padrone, udì benissimo il tonfo sordo con cui i palmi delle sue mani guantate colpirono rabbiosamente la parete della Gabbia, in un accesso d'ira che fece tremare l'intera struttura, e che riempì la volta della Sala con la cupa eco di un rombo di tuono.

    E con la stessa chiarezza, il Mimo percepì la furia di quel
    cuore nero appestare l'aria con un opprimente miasma di aura assassina... una cappa soffocante e torrida, che il Circense constatò -con una certa invidia- non doveva probabilmente poter venir percepito all'interno della Voliera.

    Quando l'Arcidemone si ritrasse dalle sbarre, arretrando di un passo e voltando le spalle alla Malkavian, la risatina bassa e pungente della donna lo seguì, aleggiando dietro di lui come un fantasma persecutore; poi, la voce dell'Impresario sorse tetra dalle profondità abissali.


    jpg
    « Raduna gli altri, Aren: voglio che eseguiate subito il Rituale di Vincolo. »
    ordinò laconico, in un modo che non ammetteva alcun tipo di replica o ritardo
    « Tutto il resto può aspettare. »

     
    Top
    .
  3.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Moderator
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    jpg

    Ardendo di un rosso vivido -come il sangue affiorante da una ferita fresca-, i contorni del sigillo arcano si illuminarono di un cupo ed intenso splendore vermiglio, sprigionando fasci di luce che eruppero dal tracciato dipinto sul pavimento -con sangue, polveri, ossa e gemme-, che aveva la Voliera al proprio centro.

    Vorticando in circolo lungo il perimetro della Gabbia, tutte le energie che erano state incanalate nel rito sacrilego dai sette officianti si fusero in un unico palpitante flusso di energia ad alta densità, avvolgendosi progressivamente attorno alle sbarre in una sempre più stretta spirale e -raggiunta la sommità della struttura a cupola- si abbatté sulla prigioniera, avvolgendola nelle sue spire... per poi innalzarsi in una colonna scarlatta, schizzando verso l'alto e perdendosi nelle oscure profondità del soffitto.
    Per la terza volta.

    jpgSpossati e sudati, i Circensi sopravvissuti alla Notte crollarono in ginocchio lungo il perimetro del glifo, dove si erano dislocati in punti equidistanti per fungere da catalizzatori, e sebbene solo in pochi -a quel punto- si preoccupassero ancora di tenere un qualche apparente contegno, il Clown Bianco -di certo aiutato dal guscio che gli celava il viso- si impuntò per restare ben dritto in piedi... ma la stanchezza che consumava lui e i suoi colleghi lo fece vacillare sotto l'effetto di un capogiro, costringendolo in ginocchio.

    Tra gli affanni che lo facevano annaspare in cerca di aria, c'era però per il Mimo un suono che gli martellava il cranio con ancora più veemenza delle pulsazioni intermittenti del suo stesso nucleo quasi allo stremo, e si trattava dell'assordante silenzio ostile in cui il suo Padrone si era chiuso: di certo, stava ripercorrendo mentalmente le tappe della cerimonia, alla ricerca del punto in cui le cose erano andate storte, e... la Maschera non si sarebbe sorpreso se l'Impresario avesse da un momento all'altro comandato loro di ripetere il sortilegio una quarta volta.

    Tuttavia... nel lanciare uno sguardo alla sua compagna, Aren fu certo che Harleen non avrebbe retto allo sforzo di praticare di nuovo quella magia, perciò -forte della rassegnazione con cui aveva già messo in conto di incontrare la propria fine per mano di quell'uomo-, con l'orgoglio del Direttore del Circus Diabolique, si arrischiò a rivolgere la parola al Principale.


    « Ehm... Ca-Capo...? Credo... credo ci sia qualcosa che non va... »
    esordì il Circense, con voce spezzata più dalla fatica che dal timore

    « Oh. Ma davvero? Grazie per la perspicacia, Aren.
    Seguo l'intero iter da ore, ma non ci sarei arrivato senza il tuo intervento. »

    sbottò acidamente l'interlocutore, sferzandolo con un sarcasmo pungente
    « Magari hai da condividere col resto della classe qualche illuminante teoria sul perché? »

    « Ehm.. Bhe... Fo-forse... Forse c'è qualche errore nell'incantesim-... »

    « La formula è assolutamente giusta: l'ho scritta io stesso.
    Ci lavoro da secoli, e non c'è nessuna possibilità che sia sbagliata. »


    Seduto su una sfarzosa poltrona foderata di velluto rosso, con la schiena inclinata in avanti e i gomiti puntellati sulle ginocchia, Fistadantilus aveva assistito al rituale con le mani giunte a reggere il peso del mento... e il trionfante sorriso da squalo con cui aveva guardato svolgersi l'inizio del primo tentativo -già pregustando il momento in cui avrebbe potuto varcare i confini della Gabbia e ritirare il suo premio- si era dapprima spento in una genuina perplessità quando l'esito della procedura di vincolo era risultata in un fallimento, lasciando poi il suo pallidissimo viso tetro e rabbuiato da un senso cocente di frustrazione, non appena aveva visto lo stesso esito ripetersi altre due volte.

    La prima volta, evidentemente troppo preso dalla smania di aver ottenuto quel per cui aveva così alacremente lavorato, l'Arcidemone non aveva prestato sufficiente attenzione al comportamento dei propri sottoposti, e il pensiero che qualcuno di quei pigri goffi sociopatici avesse commesso qualche errore grossolano era stata la prima cosa che gli era balenata nella testa: all'istante, aveva imposto ai suoi saltimbanchi di ripetere la procedura dall'inizio, tralasciando i loro mormorii di protesta e i sommessi brontolii dei loro stomaci... ma le due esecuzioni successive le aveva osservate bene.

    E il risultato non era cambiato.

    « Uf uf uf... già finito? I tuoi tirapiedi sono in pausa? »
    la dolce voce della donna bionda risuonò nel silenzio, ricolma di scherno
    « Non facciamo un altro giro di giostra? È divertente vedervi fallire...! ♥ »

    jpg
    « . . . »

    Con uno scatto tanto rapido quanto furente, Blackheart si levò dal proprio scranno e si slanciò in avanti, percorrendo a grandi falcate il tappeto rosso che lo separava dalla fila di sbarre oltre cui la Luna Nera -bellissima e beffarda- lo irrideva con occhi d'oro, freddi come il metallo a cui avevano rubato il colore, e un sorriso affilato e crudele come una lama.

    « Non so come ci riesci, ma sono certo che stai barando...! »
    ringhiò l'albino, contraendo la mascella fino a far scricchiolare la dentatura

    Il protocollo del rituale era corretto e lui era più che sicuro della sua efficacia, aveva osservato due volte -con attenzione e da vicino- la sua squadra all'opera senza notare errori da parte dei suoi ragazzi, e a giudicare dai vari stadi che aveva visto avvicendarsi intorno e dentro il sigillo arcano, tutto dell'incantesimo funzionava esattamente come avrebbe dovuto, eppure...

    Ogni volta, all'ultimo istante, ad un passo dal suo completamento, i flussi energetici sembravano impazzire, smarrire la via, perdere di vista il loro bersaglio, deviando la traiettoria verso il vuoto cosmico e atemporale che racchiudeva la dimensione distorta del Tendone, dove si esaurivano in un nulla di fatto.
    Come se non fossero in grado di riconoscere il proprio obiettivo... ...come se non fosse lì.

    jpg« Sei stato tu a scegliere gli scacchi. »
    replicò la donna, arricciando le belle labbra in un'espressione sardonica
    « Io sto solo usando ogni mossa e ogni pezzo a mia disposizione. »

    Fu allora che un'epifania lo colpì con la stessa improvvisa violenza di un pugno nello stomaco, lasciando boccheggiare incredulo mentre un pensiero delirante si inerpicava con audacia nella sua mente, lungo sentieri contorti... tendendo improbabili associazioni di idee sul vuoto di conoscenze, come ponti di corda da percorrere in punta di piedi... trovando appigli insospettabilmente solidi in congetture indiziarie che avevano la sola certezza di essere folli quanto lei.

    Doveva essere il risultato di una sua mossa... Una mossa degli scacchi...
    Una mossa che si esegue da fermi...


    « ...l'Arrocco... »

    Quella parola gli venne fuori in un rantolo, e nell'udirla, la Strega Dorata pose fine alla propria recita, rinunciando ad ogni freno quando scoppiò a ridergli in faccia, rovesciando la testa all'indietro e liberando dal profondo della gola un sonoro scroscio di risa.

    Un pezzo mancante: lei era lì, ma non del tutto; era quello che impediva al rituale di compiersi... era quello il motivo per cui il sortilegio era fallito, perché ciò che ne era bersaglio era stato spostato dove la magia non era in grado di raggiungerlo.

    Ciò che tanto a lungo aveva bramato far suo, era ancora una volta fuori dalla sua portata... e in un istintivo ed ingovernabile moto di rabbia, la mano guantata dell'Impresario abbatté un pugno sulle sbarre metalliche, producendo un clangore che fece vibrare l'intera struttura della Voliera, che echeggiò per le vaste e vuote volte del soffitto, e che ebbe persino il potere di interrompere la risata di scherno della Creatura dagli Occhi d'Oro.


    « L'Arrocco vale per il Re, non per la Regina. »
    scandì con voce cupa e profonda, che vibrava di collera

    « Oh... ho sbagliato? »

    Reclinando la testolina da una parte, il volto eburneo della Dama finse sorpresa e costernazione mentre lo sguardo degli occhi color del miele lambiva dolcemente il suo interlocutore, solo per poi indurirsi, intrappolandolo al suo interno, come un insetto nell'ambra.

    « Come sono sbadata... È che... sono bionda, e...
    Tutte quelle regole mi scivolano proprio via dalla testa. »

    mormorò innocentemente, tormentando una ciocca di capelli con una mano
    « Comunque: se vuoi mandare a monte la partita, lo accetto... ♪ »

    Livido di rabbia, chiuso in un ostinato silenzio, Fistadantilus la trafisse con uno sguardo furente: era ad un passo da un traguardo inseguito per mille vite... e alla frustrazione data dal fatto di non poter colmare l'irrisoria distanza che ancora lo separava dall'agognata meta, si aggiunse l'insopportabile sensazione di essere stato raggirato...! Se solamente al posto della Bestia ci fosse stata la sua pallida e dolce gemella, si sarebbe certamente accorto a prima vista della truffa... Ma ora non c'era tempo per analizzare i "ma" e i "se": doveva immediatamente riorganizzare i suoi piani, e gli servivano informazioni.

    Informazioni che lei non gli avrebbe di certo fornito volontariamente, ma quando conosci
    troppo una persona, diventa quasi automatico entrargli sotto la pelle, ripercorrere i suoi schemi di ragionamento, e prevedere le sue mosse... e se, dopotutto, la Luna si era già avvantaggiata sfruttando l'espediente, non vedeva perché non avrebbe potuto rimontare a quello stesso modo.

    jpg« Il Cuore. Lo hai nascosto: dove? »
    inquisì l'Arcidemone, incurvandosi in avanti e serrando le mani attorno alle sbarre

    « Magari era rotto, e l'ho semplicemente gettato via. »
    replicò evasiva la donna, volgendo lo sguardo altrove con fare annoiato

    « Sarebbe stato troppo azzardato lasciarlo incustodito e fuori controllo... troppo irresponsabile, persino per te. »
    proseguì l'altro, incombendo sulla prigioniera e provando a mettersi al suo posto
    « Devi averlo messo in qualche posto che reputi sicuro... devi averlo affidato a qualcuno... »

    « L'ho barattato per l'ultima fetta di torta...! »
    chiocciò, abbassando la voce in un sussurro cospiratorio, cercando di distrarlo

    « ...qualcuno a cui tieni, e con cui hai un legame. »
    ma, ben concentrato sulla sua pista, quello non mollò la presa
    « Farai meglio a dirmi spontaneamente di chi si tratta.
    E forse non gli farò male. »


    « Che ne so? Non ricordo: non tengo mica una lista di tutti i miei amanti. »
    replicò lei, con tono di sufficienza e un'alzata di spalle

    « Potrei iniziare col controllare uno ad uno i tuoi protetti, se ti rinfresca la memoria. »
    ritorse infastidito Blackheart, ruvido e velenoso, sapendo su cosa far leva
    « Credi non sia stato avvisato di tutti i piccoli bastardi che se ne vanno in giro, sgambettando col tuo Marchio addosso? Scommetto che uno di loro è la mia pignatta fortunata. »

    Per la prima volta dall'inizio della sua cattività, il freddo sorriso della Strega Dorata degradò in una torva contrarietà, e mentre l'aria tra loro diventava quasi elettrica -pesante come piombo, e vibrante di un palpabile senso di minaccia- la sua graziosa maschera di inattaccabile distacco si adombrò; ciò nonostante, le labbra rosse e ben disegnate si arricciarono in un'espressione indifferente mentre scrollava le spalle.

    « Perché dovrebbe fregarmene qualcosa...? »

    « Oh, mia cara... ♥ »
    mormorò suadente Fistadantilus, assaporando quel primo momento di rivalsa
    « Di solito, reciti meglio di così. »

    « Perché non sto affatto recitando, povero idiota. »
    lo fulminò lei, con un sorriso dolce come miele - e parole al vetriolo
    « Loro non c'entrano: sprecheresti solo tempo e risorse. »

    « Allora dimmi chi è in possesso del Cuore, prima che ci vadano di mezzo altri ignari innocenti. »
    contrappose lui, col fare categorico d imperioso di chi non ammette condizioni
    « Perché -vedi- io sono fermamente convinto che uno di loro ha quello che voglio,
    e sono pronto a cercarli, braccarli, e farli a brandelli per riprendermelo. »

    insistette l'albino, accostando il viso a quello della Dama, con solo le sbarre a dividerli
    « E se pure dovesse essere come dici, io posso reggere qualche inutile morte evitabile sulla coscienza, ma tu...? »

    Improvvisamente, un lampo di furia attraversò le iridi dorate della Bestia, e la destra si spinse oltre le sbarre, pronta a colpire: l'artigliata che Blazon gli sferrò aprì un graffio profondo nella guancia dell'uomo... ma, in cambio, il braccio le si avvizzì fino al gomito come uno stelo marcescente, e pur essendo naturalmente insensibile al dolore, la Malkavian percepì con atroce intensità il contraccolpo che le squassò l'anima; quando la Voliera punì la sua infrazione, ella strinse i denti ma non urlò, e non appena ritrasse l'arto offeso -quando la sua prigione la respinse all'interno-, quello aveva tuttavia iniziato a rigenerarsi.

    Intanto, sogghignando in modo stranamente compiaciuto, l'Arcidemone si attardò per un lungo istante faccia a faccia con la donna bionda, incatenando lo sguardo alle sue iridi dorate mentre portava una mano al viso per asciugare il rivolo rosso che gli scendeva pigro lungo uno zigomo;
    se solo non ci fossero state quelle stupide sbarre a dividerli...

    « D'accordo. »

    Con quell'assenso asciutto, Fistadantilus si ritrasse dalla Gabbia e dalla sua preda, voltandole poi le spalle per dirigersi a passo spedito verso le pesanti tende di velluto scarlatto che chiudevano il passaggio di ingresso alla sala; nel farlo, sollevò la destra e schioccò le dita, e -ubbidienti come cani ben addestrati- i Circensi si rialzarono e si affrettarono a seguire il loro Padrone, sciamando verso l'uscita; tuttavia, prima che se ne andasse, la dolce voce della sua Luna lo trattenne sulla soglia.

    jpg
    « Ti ho detto che non lo ha nessuno di loro. »

    E lui si arrestò un istante appena, per voltarsi quel tanto che bastava a rivolgerle il profilo e gettarle da sopra una spalla un'occhiata sardonica, un sorriso amaro, e un'ultima accusa densa di recriminazione.

    « ...perché tu non menti mai, non è vero? »

    Un istante dopo, lui e i suoi giullari se n'erano andati,
    e la Voliera risprofondò nel silenzio.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Moderator
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    jpg


    «Ero anche stato piuttosto chiaro! Con il prodotto difettoso, la Cerimonia è impraticabile:
    bisognerà tornare indietro e sistemare questa svista... e mi aspetto che sia fatto con solerzia. »

    in tono categorico, concluse l'invettiva squadrando lo schermo con ben evidente fastidio
    « Allora? Non hai niente da dire? »

    Al di là della liscia superficie di vetro che lo inquadrava, l'interlocutore reclinò da un lato la testolina sormontata dall'elegante copricapo, da cui i corti capelli rossi scendevano come rivoli di sangue; tuttavia, il suo volto androgino, coperto di cerone bianco e dipinto di fregi neri -su zigomi, labbra, e attorno agli occhi azzurri- rimase imperturbabile, atteggiato in una maschera perfettamente calma che Fistadantilus trovò a dir poco irritante.

    jpg
    « Chiedo scusa per il prolungato silenzio... »
    esordì quietamente il Pierrot, vezzeggiando il serpente sulle proprie spalle
    « Stavo solo aspettando di capire a che punto della storia la cosa potesse riguardarmi. »

    Schioccando la lingua in modo da prendere abbastanza tempo per formulare una risposta civile, domando con un certo sforzo l'impulso fortissimo di cominciare a berciare al suo indirizzo, ricoprendo la Farfalla degli Inferi di insulti -coloriti e pesanti-, l'Impresario del Circus Diabolique cercò di essere il più chiaro ed esplicito possibile.

    « Ti riguarda perché era compito tuo, Cappellaio: erano i nostri accordi. »
    replicò l'albino, serrando la mascella con un certo nervosismo prima di proseguire
    « Io ti offrivo la mia squadra per i Sigilli, ed il Tendone per il Rituale della Pandorica;
    in cambio, dovevi mettere la Luna nella mia Gabbia. »


    « Che è esattamente ciò che ho fatto. »

    « Ti sei dimenticato un pezzo. »

    « Non l'ho "dimenticato": non lo aveva con sé.
    Potrebbe anche essere stato distrutto o non esistere affatto, per quanto è dato sapere. »


    « Impossibile: non è distrutto. È solo disperso... certamente nascosto. »

    « E... con buona grazia, perché sarebbe un mio problema? »

    « Perché devi rimediare: i termini dell'accordo... »

    Uno stanco e profondo sospiro, abbastanza alto da sovrastarne la voce, interruppe l'Arcidemone.

    « Senta... capisco la sua situazione, ma... Il criss-cross si è compiuto,
    il contratto è stato estinto, e questa collaborazione è inappellabilmente terminata. »

    con un'alzata di spalle e una mezza smorfia sulle labbra nere il Pierrot sorrise menefreghista conciliante
    « Come sa, sono oltremodo impegnato in altri affari, al momento: non è mia responsabilità se la sua Signora è senza cuore, e in ogni caso non posso aiutarla... perciò, non mi ricontatti. »

    Senza dare tempo o diritto di replica, lo schermo si oscurò, il volto del Satana della Superbia svanì, e -nel grigio riflesso del vetro- Blackheart si ritrovò a fissare di rimando l'espressione altera e stizzita di quel viso pallidissimo, circondato da lunghissimi capelli bianchi, e dalle labbra sottili strette nel disappunto... e dopo aver contratto la mascella fino a farla scricchiolare, mentre voltava le spalle al quadro dei comandi, si abbandonò ad un lungo sonoro sbuffo adirato, consolandosi con un astioso borbottio di rivalsa, che aveva tutto il sapore di una minaccia.

    « ...giuro che alla prima occasione utile vendo il suo culo ad Asmodeus. »

    Proferita quella sentenza, l'Impresario riportò lo sguardo sulla sua squadra di Circensi, schierata in fila ai piedi della sua postazione sopraelevata, con il loro leader -ben rigido sull'attenti- un paio di passi avanti agli altri: tanto per cambiare, non poteva contare su nessuna risorsa extra, e avrebbe dovuto lavorare con quello che aveva per riorganizzare i propri piani, e per la sua prossima mossa... Ma... Ma... Erano sempre stati così pochi? Ricordava male, o avrebbe dovuto esserci qualche testa in più...?

    jpg« Ehm... Aren... Siete tutti qui...? »

    Alla dubbiosa domanda dell'albino, formulata inarcando un sopracciglio, l'interpellato esalò un lungo lungo respiro, preparandosi -come aveva già fatto dalla fine dello Spettacolo- ad affrontare quella tempesta: dopotutto, sapeva che quel momento sarebbe arrivato, e... era stato rimandato anche troppo, e... anche se il morale del suo Padrone era tutto sommato buono, segno che la cattura della Luna pesasse in maniera positiva sul bilancio della serata nonostante tutto, non doveva farsi illusioni: era pronto a prendersi le responsabilità del suo fallimento come Direttore.

    « In momenti diversi della serata, Vivian il Ventriloquo, Mike il Cuoco e Steel il Lanciatore di Coltelli sono stati distrutti dagli invasori imbucatisi all'evento. »
    spiegò con tono monocorde il Mimo, piegando rigidamente la schiena
    « Inoltre, Mattew l'Escapista risulta disperso dal reboot del Serraglio, mentre Aloysium il Mago ha esaurito il suo contratto col Circo con lo Spettacolo di oggi - vi aspetta nel vostro ufficio. »

    Senza staccare lo sguardo dal sottoposto, l'Impresario portò la destra a frugarsi distrattamente il taschino della giacca elegante, alla ricerca delle sigarette: nonostante la sostanziale buona riuscita del suo piano, l'affastellarsi di brutte notizie ed imprevisti verso la fine -unito allo stress della lunga giornata- stava cominciando ad innervosirlo... e mentre le dita affusolate trovavano quel che stavano cercando, e armeggiavano per arrivare ad incastrare un'estremità senza filtro tra le labbra pallide, la sua mente passava in rassegna i risvolti che accompagnavano quelle notizie.

    Che Steel fosse esploso, lo aveva visto con i suoi occhi sul palco del Center Stage, ma quello non era stato poi una gran perdita: un desiderio mediocre come la sua vendetta aveva prodotto una gemma mediocre, e in più non aveva gradito il colpo di testa con cui l'uomo bendato si era permesso di barattare la sua preziosa esca per un momento di rivalsa sul di lui designato capro volpino espiatorio; lo seccava soltanto il fatto che il contrattacco dei pedoni bianchi -con la distruzione di Steel- gli avesse sottratto sia un paio di braccia da lavoro, che la soddisfazione di far amaramente pentire il suo servitore di aver abusato della sua generosità. ...però, a conti fatti, l'accanimento che una tortura richiede toglie tempo e distoglie la concentrazione -e lui aveva delle priorità-, mentre un paio di braccia non sono difficili da rimpiazzare, se puoi pagarle bene.

    Per quanto riguardava Mike, era già stato informato della sua dipartita all'accumularsi delle lamentele degli invitati che si erano visti sospendere il servizio ristorazione per tutta la serata, e aveva sentimenti contrastanti a proposito: se da una parte sapeva che non sarebbe stato facile trovare un altro professionista di tale livello -in grado di trattare
    qualunque materia prima-, dall'altro si trattava pur sempre di un vecchio pazzo sadico ed intrattabile che non sarebbe mancato proprio a nessuno; certo -pace alla sua animaccia estinta-, gli riconosceva il merito di aver terminato in tempo le preparazioni per la festa, compresa la torta nuziale, eppure... dal momento che il Rituale di Vincolo era naufragato, adesso aveva pronto il rinfresco, ma nessun matrimonio.

    Di Vivian, invece... un po' gli
    dispiacque; se lo ricordava come un ragazzone tanto grosso quanto tardo, e aveva una certa stima per lui: non solo per il suo grande talento nell'artigianato, ma perché aveva sacrificato tutto ciò che aveva per quello che amava...

    « Bah... non importa: assumeremo qualche tappabuchi quando saremo arrivati. »
    tagliò corto, strappando con la destra la cicca dalle labbra ed agitandola in aria in un gesto eloquente e sbrigativo
    « Inverti la rotta: il Tendone fa dietro-front. Torniamo subito su Endlos. »

    In risposta al gesto dell'Impresario, e al muto ordine a cui aveva imparato a rispondere, il Mangiafuoco Nicolaj uscì dalla fila in cui era allineato con gli altri colleghi, superò la figura del Clown Bianco ancora piegato in un inchino -probabilmente per non dover sostenere lo sguardo dell'interlocutore-, e salì i due gradini che sopraelevavano il quadro-comandi per affiancare il Padrone in silenzio, ed offrirgli una fiamma scaturita dall'indice per permettergli di accendere la sigaretta.

    Tuttavia, dopo un mezzo borbottio di ringraziamento e una prima boccata del suo tabacco preferito, l'Arcidemone non fece in tempo ad assaporare gli effetti rilassanti del fumo... perché la statica immobilità con cui ancora Aren indugiava al suo cospetto, invece di scattare in azione come suo solito, non gli fece presagire nulla di buono.


    « ...beh? »
    incalzò, inarcando un sopracciglio

    « Temo non sia possibile, Padrone... »
    esordì il Mimo, dopo un pesante momento di sofferto silenzio
    « Pare che, mentre eravamo occupati con gli intrusi, qualcuno abbia disposto dei punti di potere entro i confini della nostra Barriera, e... il Tendone è... isolato. »

    jpgUna barriera dentro la barriera?...ecco: quello era fastidioso. Perciò non dubitò un istante del fatto che dovesse trattarsi di un altro dei sabotaggi della sua prigioniera; per lo meno, non gli venivano in mente molte altre persone a conoscenza di quel trucchetto e con le possibilità di eseguirlo, spostandosi indisturbati entro il perimetro del Circo... eppure c'era qualcosa che non gli tornava: se nel corso della serata la Luna aveva sfruttato il Demone Volpe come nascondiglio e mezzo di trasporto, non poteva essere stata lei ad imprimere i sigilli lungo il perimetro... anche perché, una volta reclusa, la Gabbia avrebbe dovuto tagliare ogni connessione con l'esterno - compresa quella in grado di alimentare un incantesimo.

    Quindi, se non era stata Lei, qualcun altro doveva averlo fatto
    per Lei.
    E a meno di non perdere un mucchio di tempo ad esaminare i registri del circuito di sicurezza, per capire quali sortilegi fossero stati intessuti e dove, lui non avrebbe saputo con chi prendersela... mentre l'alternativa era sprecare troppe risorse per rimettere in sesto i suoi servitori -prosciugati dalla reiterazione di un Rituale fallimentare- per metterli in condizione di forzare lo scudo.
    In ogni caso, ci avrebbe rimesso qualcosa. E se lo sarebbe volentieri risparmiato, visto che in quel momento non poteva permettersi sprechi.

    « ...quella donna mi porterà alla disperazione. »

    Bofonchiando con una certa stizza, Blackheart trasse un'altra lunga boccata di fumo dalla sigaretta che reggeva tra le dita affusolate, e si costrinse a rimanere concentrato sull'obiettivo: per prima cosa, doveva pensare ad una contromossa per tornare in partita; dopo, a giochi conclusi, avrebbe avuto tutto il tempo di farle scontare quel tiro mancino. Ora come ora, l'unica cosa certa era...

    « Inutile. »
    asserì lapidario, esalando un pennacchio di fumo e scrollando la cenere dal tizzone ardente
    « Il Tendone è inutile. Voi siete inutili. »

    L'osservazione del suo Padrone -l'essere a cui doveva la più assoluta riconoscenza per tutto ciò che aveva- colpì profondamente Aren in quel poco di umano che non aveva ripudiato, soffocato e distrutto, e la sprezzante freddezza di quelle parole lo sferzò così duramente da suscitargli una reazione fin troppo concreta: cavalcando il brivido che gli percorse la schiena, il Mimo raddrizzò di scatto la postura con un sussulto; perdendo in parte la propria integerrima compostezza, portò le mani tremanti in avanti, come se rivolgendogli i palmi potesse a quella distanza arginarne o trattenerne il disappunto dell'albino in qualche modo.

    « La prego, Padrone... non ci venda... »

    « E a cos'altro potreste servirmi, oltre a fare cassa? »

    Mentre l'Arcidemone racchiudeva l'intera combriccola in un singolo sguardo gelido, e traeva dalla cicca un'altra boccata di fumo, tra i Circensi dilagò per la prima volta una vera ondata di inquietudine: le preoccupazioni del Clown Bianco erano qualcosa di cui gli altri suoi colleghi si erano spesso fatti beffe alle sue spalle, perché la maggior parte di loro non si era mai posta il problema di concepirne le più radicate ragioni, eppure... quante volte, vedendo coi loro stessi occhi il modo in cui le altre personalità dell'abisso erano solite trattare i propri servitori, si erano sentiti fortunati al confronto?

    Dopotutto, quel Padrone li aveva raggiunti nel momento più basso e oscuro delle loro misere vite mortali, e in cambio dei loro servigi li aveva innalzati: aveva offerto loro giustizia vendetta, un potere enorme, un ruolo tutto loro, la fama e il successo, -talvolta- uno scopo a cui dedicarsi e un posto dove poter stare... un nuovo nome, una nuova esistenza, e un infinito numero di possibilità...
    Un altro Padrone avrebbe garantito loro altrettanto?

    « Visto l'andamento disastroso dell'Asta, non mi lasciate altra scelta. »

    Lo sapeva. Il Padrone sapeva già del fallimento dell'Asta... e se questo, da una parte lo alleggeriva del tormentoso onere di riportargli personalmente quella vergognosa notizia, dall'altra lo costrinse a fronteggiare il fatto che l'Impresario avrebbe forse persino soprasseduto alla grave perdita di capitali e credibilità, se solo avesse potuto ottenere quel che voleva; quello, fu per la Maschera l'ultimo chiodo nella bara della sua autocommiserazione, e qualunque cosa la sua attuale forma avesse sviluppato a rimpiazzo del cuore, si incrinò dolorosamente sotto il peso della consapevolezza di aver deluso il suo unico benefattore su tutta la linea.

    Aveva sempre svolto con efficienza ogni lavoro gli fosse stato affidato, eppure...
    quando era giunto il momento di fare del suo meglio per realizzare il desiderio del Padrone,
    il suo operato era stato inutile.
    Gli era venuto meno.

    « Vi venderò tutti, ciascuno al miglior offerente, e mi comprerò degli scagnozzi nuovi. »
    sentenziò caustico l'albino, con inesorabile distacco, come una condanna inappellabile
    « Scagnozzi che sappiano fare quello che gli dico, quando glielo dico. »

    Percependo con vivida intensità lo stato d'animo di Aren, Harleen mosse qualche passetto esitante verso il suo compagno e gli cinse delicatamente le braccia attorno alla vita senza una sola parola, abbracciandosi gentilmente alla sua schiena e cercando di trasmettergli una qualche forma di conforto... e al pensiero che senza quel sostegno sarebbe probabilmente finito per crollare, quello non ebbe neppure la forza di innervosirsi, spingendola via; fu allora che Fistadantilus prese per l'ultima volta la parola, congedandoli.

    « Tornate ai vostri alloggi: ne ho abbastanza di voi...
    E ho bisogno di pensare. »


    E ubbidienti come cani ben addestrati, lenti come la parata di un corteo funebre,
    i Circensi ruppero le righe per eseguire quell'ultimo ordine.

     
    Top
    .
3 replies since 20/8/2019, 22:13   169 views
  Share  
.