La Notte delle Danze

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    La Salle d'Or des Rêves

    Sotto lo sguardo vigile della guardia reale, le grandi porte della torre si schiudono al cospetto degli invitati, in un muto gesto di accoglienza, e basta raggiungere le doppie porte di legno massiccio in fondo al corridoio indicato dai valletti per accedere -invito alla mano- alla Sala Centrale del Mastio, l'aula più bella, grande e sfarzosa che la residenza dell'Autocrate possa mettere a disposizione dei suoi convenuti: un passo oltre la soglia, e la magia dispiega le sue ali di farfalla per mostrare loro i suoi prodigi più sfavillanti...

    Dalla pianta priva d'angoli, sviluppata in altezza su più piani, la Sala dei Ricevimenti del Presidio Errante è stata completamente riallestita in vista della soirée danzante, e -nel farlo- non si è assolutamente badato a spese, al punto da aver chiamato in causa anche i più raffinati artisti arcani, affinché i loro talenti rendessero già solo l'arrivo un'esperienza da mozzare il fiato... e il risultato è di un tale impatto da non lasciare davvero nulla a desiderare.

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    Le pareti, i colonnati e i parapetti del belvedere dei piani superiori -due anelli di tribune, che percorrono il perimetro della stanza- sono stati tutti rivestiti di un sottile strato di polvere d'oro, che aleggia in sospensione magica a stretto contatto con le bianche superfici di pietra, creando una nebbiolina che riflette ed espande in maniera suggestiva la luce proveniente dai giganteschi lampadari che penzolano dalla cupola aurea l del quarto ed ultimo piano: decine e decine di gioielli, dalle sinuose braccia scolpite nell'oro, e interamente coperti di vetri e cristalli iridescenti.

    Il liscio marmo dei pavimenti -tirato a lucido per splendere anche senza incentivi- è stato invece incantato per riflettere le profondità siderali di un universo in continuo mutamento, e lo stesso espediente si è applicato ai limpidi vetri delle porte-finestra, che costellano il perimetro della Sala e conducono alle balconate esterne, che offrono agli ospiti un po' di refrigerio alla brezza della sera... insieme con l'occasione perfetta per defilarsi dalla concitazione di musica e danze, e ritagliarsi un attimo di quiete dove discorrere a quattrocchi di impegni mondani, o di più private e più piacevoli liason.

    Tutt'intorno, nel resto dell'ambiente lasciato vuoto, si estende la pista da ballo: una vasta area circondata da una fila intermittente di tavole imbandite, sopra alle quali fanno bella mostra pietanze prelibate per qualsiasi palato, disposte in zuppiere, plateau d'argento e lucidi piatti in ceramica, e mentre alcuni elementi della servitù sorvegliano il rifornimento di vivande, molti altri vagano tra la folla con vassoi da porgere agli ospiti; poco più distante, ha la sua ubicazione la postazione dell'orchestra.

    I due piani intermedi -tra la volta e la pista- altro non sono che balconate, arredate di tavolini per quanti preferiscono assistere alle danze piuttosto che parteciparvi, ed è a questa stessa altezza che -in cima ad una scalinata monumentale collocata sul lato opposto rispetto all'ingresso- si colloca lo scranno riservato all'Alfiere, rivolto verso la Sala e affiancato da statue marmoree di bellissimi angeli in preghiera.

    Avvolta da una calda luce, la Sala d'Oro dei Sogni è ammantata di un'atmosfera fiabesca...
    E non potrebbe esserci cornice migliore per raccontare il primo passo dell'ascesa al trono
    del terzo Autocrate di Laputa.




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    Programma della Serata

    Benvenuti a questa giocata sperimentale, nata dall'ibridazione
    tra il format della quest classica ed un ballo a turnazione libera! :woot:

    La scena sarà scandita da Eventi programmati -postati con l'account Endlos- a cui i PG e PNG si troveranno ad assistere, e da cui potranno a loro discrezione essere più o meno condizionati mentre interagiscono con gli altri invitati secondo propri tempi, modalità ed esigenze... senza essere cioè limitati dalle turnazioni dei QM. :pft:

    Si specifica che per il personaggio di Lowarn -in virtù del suo ruolo politico- sono invece previsti peculiari percorsi narrativi, per forza di cose non aperti ad altri. :flwr:

    Grazie dell'attenzione, e buon divertimento!


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    Qualche tempo è passato dalla solenne e spartana Incoronazione del nuovo Autocrate dell'Isola Errante, ma nonostante l'eleganza delle celebrazioni per la sua investitura, non c'è stato molto spazio per i festeggiamenti più mondani... Tuttavia, una volta effettuato il passaggio di consegne, e dato modo al nuovo Re di insediarsi sul suo trono, cosa c'è di meglio di un sontuoso Ballo di Gala per affacciarsi al panorama politico del Semipiano?

    Quale occasione migliore per radunare la Nobiltà del proprio Presidio, presentarsi agli Alleati nelle vesti migliori, e conquistare nuovi Seguaci mostrando loro il profilo più affascinante?


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    « Allora... per prima cosa, scartiamo tutte le scale del blu... »
    rimuginò con voce pacata l'Artista, depennando le opzioni dalla lista
    « Un malpensante potrebbe crederla un'ingerenza estera, e sarebbe una scelta impopolare. »

    - Togli anche il rosso e il verde. -
    suggerì l'Ambasciatore, picchettando un indice sulla cartelletta per i bozzetti
    - Mia sorella li ha istituiti come i colori tipici del Natale. -

    « Natale...? »
    gli fece eco il Saggio, inarcando un sopracciglio

    - Una festa del nostro mondo d'origine: Drusilia l'ha importata a Laputa al suo arrivo, e da allora si festeggia tutti gli anni, in corrispondenza del primo di Hadar. -
    spiegò con precisione e sintesi il Cavaliere Celeste, limandosi le unghie
    - Visto che è già quasi Naos, è meglio evitare le due tinte più iconiche, o la gente finirà per confondere l'evento con la ricorrenza. -

    « Ha senso: sono d'accordo. »
    assentì il Saggio di Palanthas, depennando anche "rosso" e "verde" dall'elenco
    « Dunque, che ci rimane...? »

    « Ehm... Scusate...? »
    si intromise Cesare Borgia, ufficialmente il responsabile dell'organizzazione
    « Non sarebbe meglio chiedere all'Alfiere i suoi colori preferiti...? »

    Quasi registrando solo in quel momento l'esistenza del terzo uomo, i due visitatori dal Presidio Est -incidentalmente gli zii del Sovrano a cui le celebrazioni sarebbero state dedicate- sollevarono il capo dalla lista del preventivo, ed increspando le labbra ben disegnate in una smorfia vagamente dubbiosa, si scambiarono un'occhiata di intesa... e nel capirsi al volo, si impegnarono a trattenere una risatina divertita alla prospettiva paventata dall'Ufficiale Laputense - reale autorità in carica, a dirla tutta.

    « Oh, Lord Borgia intende il Nero Puro? »

    La domanda di Kerobal fu però rivolta a Quarion, come se l'interpellato non fosse lì... e quando l'attenzione di entrambi si focalizzò su di lui, Cesare cominciò quasi a trovare quell'eventualità decisamente allettante.

    Perché se normalmente sarebbe stato difficile pensare che Quarion -coi suoi capelli cerulei e le iridi d'oro- e Kerobal -dai capelli scuri e gli occhi magenta- potessero essere in qualche modo imparentati (figurarsi fratelli!), nessuno ne avrebbe mai dubitato se li avesse visti in quel momento, reclinare il capo da una parte (all'unisono), addolcire lo sguardo in modo compassionevole, ed increspare appena malignamente le labbra in un sorriso condiscendente.

    - Forse Lord Borgia parla del Nero Corvino. - « Ma nostro nipote apprezza anche il Nero Carbone. » - Forse il Viola: Lowarn lo adora sui carri funebri. - « Potremmo provare a stupirlo con un Nero Abisso. » - Per non dimenticare il Nero Ossidiana. « O le delicate opacità del Nero Giaietto. »
    - ... è già stato detto Nero? -

    Sarcasmo.

    « Domando scusa, Lord Borgia... »
    proseguì Kerobal, piegando le labbra in un sorrisetto sornione
    « Quello in programma è un Ballo di Gala o una Veglia Funeraria? »

    -Perché la combinazione nero-viola non è molto adatta ad un Gala.-
    convenne Quarion, arricciando il nasino grazioso con disapprovazione
    -Parlo per esperienza personale: sono stato ad un sacco di Feste e Balli.-

    « Inoltre, se ci si rivolge a degli esperti, sarebbe ragionevole lasciarli lavorare. »

    -Anche perché nessuno più di noi ha a cuore il debutto politico di Lowarn: siamo la sua famiglia! ♥ -

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    « . . . »

    Traendo un profondo respiro per mantenere la calma, ma trasformando gli occhi in due fessure piccate, il Maestro del Conio schiuse le labbra per dire qualcosa -che non era stato lui a rivolgersi a loro, tanto per cominciare, ma loro a presentarsi sul posto e ad aver iniziato a metter becco su tutto-, ma a farlo desistere e impallidire fu la piega che prese il discorso subito dopo... perché mentre l'Ambasciatore rabboniva il Condottiero Laputense con le sue doti diplomatiche e il suo sorriso affabile, il Principe-Demone ebbe un'epifania.

    « ...ma certo: oro! »
    esalò a mezza bocca Kerobal, folgorato dalla giusta intuizione

    -Oh, sì, mi piace l'oro! È anche uno dei colori araldici del Presidio. -
    commentò Quarion, giungendo le mani deliziato e voltandosi verso l'altro
    -Come pensavi di utilizzarlo per gli allestimenti?-

    Passando familiarmente una mano intorno alle spalle del fratellastro, il Nephilim l'invitò ad orientarsi verso le ampie pareti della Sala per condividere la sua ispirazione - rivolgendo così entrambi le spalle al Borgia e tagliandolo nuovamente fuori.

    « Polvere d'oro. In sospensione magica, vicino alle pareti e alle superfici.
    Contro lo sfondo bianco delle pareti: immagina con tutti i lampadari accesi, che gioco di luci! »

    annunciò il Saggio, stendendo il braccio libero per indicare la sua visione, come se potesse proiettarla
    « Mentre nel marmo del pavimento e nei vetri delle finestre, immagina le profondità siderali di un cielo stellato... »

    « No! Un momento!
    L'Alfiere ha espressamente richiesto "qualcosa di non troppo opulento"! »

    parandosi davanti ai due con uno scatto risoluto, Cesare insorse
    « Non potete decidere queste cose senza consultarmi! Le casse del Presidio... »

    Ai due Galanodel fu sufficiente scambiarsi un'altra occhiata paziente per trovare l'argomentazione
    che avrebbe bruciato sul nascere ogni ulteriore polemica.


    NmtDs9H-Lord Borgia, non ha nulla di cui preoccuparsi: la tesoreria Laputense non verrà toccata.-
    rassicurò l'Ambasciatore con un sorriso affettato
    -L'organizzazione, dagli allestimenti al catering, sono interamente a carico nostro: consideratelo un regalo per Lowarn da parte dei suoi beneamati zii.-

    Dopotutto, Quarion era un uomo generoso e comprensivo, e ben conoscendo la gestione spartana delle risorse che la sua amata sorella aveva imposto al proprio reame, non avrebbe mai e poi mai permesso che il suo caro Nipote salutasse il proprio esordio al potere con una figura da povero meno che splendida.

    « Per gli inviti e il loro recapito ci affidiamo a lei. »
    concluse con tono allegro l'Artista, fin troppo sorridente e condiscendente
    « Abbiamo piena fiducia nelle sue doti oratorie. ♥ »

    E disarmato dell'unica argomentazione che ancora gli permetteva di far leva su qualcosa per imporsi, a Cesare Vittorio Borgia non rimase altra possibilità che capitolare amaramente ed arrendersi.

    « ...fate come vi pare... »

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    Dalla postazione defilata in cui aveva stabilito il proprio punto di osservazione, vale a dire in piedi, accanto alla breve scalinata su cui era stato collocato lo scranno per l'ospite d'onore di quella festa-, Cesare Vittorio Borgia controllò per l'ennesima volta dacché le porte del Ricevimento erano state aperte l'orario segnato dal proprio orologio da taschino; tuttavia, non vi dedicò che un'occhiata fugace, salvo poi riportare gli occhi cerulei all'ambiente che lo circondava, inquisendone ogni elemento per sincerarsi che nulla si fosse guastato nell'intervallo dei pochi istanti durante cui vi aveva staccato lo sguardo severo.

    Per quanto potesse ammettere di aver profondamente odiato dover avere a che fare con due personalità ingombranti come quella dell'Ambasciatore Orientale e del sedicente ed auto-nominato Maestro di Cerimonie dell'Est, nel contemplare il risultato finale del loro operato, il Maestro del Conio non poté negare in alcun modo la loro competenza
    in materia di apparire, stupire ed intrattenere.

    Quando finalmente i preparativi erano stati completati, il Laputense aveva passato scrupolosamente in rassegna ogni dettaglio più e più volte, senza mai trovare nulla che potesse lasciare insoddisfatto il suo senso critico, e se ancora l'irritava l'atteggiamento che gli zii del suo Sovrano avevano tenuto con lui, contemplare l'espressione degli ospiti riempirsi di meraviglia o compito apprezzamento era una vista che gli fece sentire che ne era valsa la pena - e quei segnali positivi gli diedero grande sollievo.

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    In quella sala sfavillante, mentre una musica soffusa riempiva l'aria fiabesca e luccicante, gli illustri invitati della Nobiltà dell'Isola avevano cominciato a radunarsi... e non mancava ormai molto al momento in cui sua Altezza, il nuovo Autocrate in persona, sarebbe giunto (per ultimo, secondo tradizione) a dar loro il benvenuto e ad augurare a tutti una buona serata.

    Effettivamente, era quella la ragione del nervosismo del Borgia: in quanto Ufficiale da più tempo in carica, era compito suo dare al Re il segnale di ingresso, e... passando nuovamente al setaccio con lo sguardo la piccola folla raggruppatasi nel salone, il Condottiero ripercorse la lista mentale degli ospiti più illustri che aveva redatto ed imparato a memoria, e nel constatare che erano finalmente tutti presenti al muto appello che aveva condotto, egli seppe che
    l'ora era arrivata.

    Spezzando l'immobilità in cui si era attardato -composto e solenne come la statua di un angelo di pietra-, Cesare si defilò così verso la vicina porta secondaria, e si diresse alle camere dove Sua Grazia sarebbe dovuto essere pronto e in attesa del grande momento del suo ingresso trionfale: i paggi avrebbero salutato il suo passaggio attraverso le doppie porte con squilli di trombe, la musica dell'orchestra si sarebbe quietamente spenta, ed un attendente avrebbe annunciato il nome e i titoli del giovane Re...

    E mentre Lowarn avrebbe sfilato su un tappeto di stelle -tagliando nel mezzo la Sala e la folla-, il Borgia l'avrebbe seguito dalla distanza, prendendo poi posto alle spalle del trono su cui il ragazzo si sarebbe seduto, così da potergli suggerire all'occorrenza e per tempo ogni nome, casato e questione di tutti coloro che -nel corso di quella lunga serata- avrebbero voluto discorrere con lui.
    Perché era quello che ci si sarebbe aspettati da un buon Tutore Consigliere.

     
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    Rimirando il proprio riflesso nello specchio a figura intera della sua cameretta, la fanciulla dai lunghi capelli d'argento concentrò lo sguardo scarlatto sulle balze del vaporoso abito verde dalle maniche a sbuffo, e storse la boccuccia in una smorfia dubbiosa: il vestito -Come tutti quelli che gli zii le avevano portato in dono dal Presidio Est- era davvero tanto bello, ma... non era sicura dell'effetto.

    Come un cucciolo smarrito, volse gli occhi di rubino verso il proprio lettino, squadrò la montagna di stoffa ammonticchiatavi sopra, e -soprattutto- scrutò il volto dell'anziana donna traslucida che vi fluttuava sopra, a gambe incrociate.


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    « Baba... Questo ti piace? »

    Per l'ennesima volta in cui quell'iter si era ripetuto, il fantasma soppesò la figura esile della sua protetta, e scosse severamente la testa in segno di diniego... E come quando riceveva quel segnale, l'albina si sfilò l'abito con cura per riporlo nella pila degli "scarti". Ne mancavano ancora sette.

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    Un'oretta più tardi, con l'aiuto della sua amica, Asaliah aveva finalmente terminato la prima selezione degli abiti da cerimonia che le erano stati consegnati: per quanto le fosse risultato strano, dopo un'attività semplice come mettere e togliere vestiti si sentiva sfinita... ma, conclusa la sfilata, la decisione non era ancora presa.

    Dopo aver riposto nell'armadio tutti gli altri capi che non avevano ottenuto l'approvazione di Baba per il Gran Ballo, la fanciulla si voltò verso il paravento decorato a cui aveva appeso i candidati rimasti; in realtà, fosse dipeso da lei, la ragazza avrebbe indossato di nuovo il modello bianco e blu con le farfalle in metallo che aveva messo l'altra volta, per l'Incoronazione, e che le piaceva così tanto...

    Ma Cesare le aveva spiegato che per un Reale è maleducato indossare due volte la stessa
    mise in occasioni speciali come quelle cerimonie (a meno che non si trattasse di "alte uniformi"), e lei non aveva capito tanto bene il perché, ma si fidava dell'amico della Mamma, così -a malincuore- Asaliah aveva dovuto rinunciare... anche perché il Borgia le aveva detto che la sua ostinazione avrebbe fatto fare una brutta figura al Fratello Lowarn, e lei non voleva assolutamente!

    Dopotutto, Zio Quarion e Zio Kerobal gliene avevano portato tanti altri di bellissimi in regalo dall'Est, e così -per farli contenti e per non fare la capricciosa- Asaliah aveva cercato un nuovo
    outfit da indossare per la Serata Danzante, e ora che aveva ristretto la rosa di scelta ad un numero accettabile, prese i tre modelli in braccio, e mentre Babà le apriva la porta, uscì nel corridoio.

    La Mamma le aveva raccomandato di chiedere aiuto a Lowarn quando aveva bisogno di qualcosa, e visto che quel qualcosa era il vestito per la sua festa, la Principessa sarebbe semplicemente andata a chiedergli un parere.


    jpg« Fratello Lowarn! Fratello Lowarn! »
    chiamò, varcando la soglia della stanza
    « Mi aiuti a scegliere il vestito per domani? »

    Quando raggiunse l'Alfiere, lo trovó in compagnia di Cesare, dello Zio Quarion e dello Zio Kerobal, ma Asaliah se ne avvide solo una volta entrata, e con la stoffa ancora stretta al petto si affrettò a raddrizzare la schiena e ad eseguire un rapido e grazioso inchino.

    Poi, raggiunse il fianco del giovane Autocrate, e aiutata dalla presenza ai più invisibile di Baba -che gliene reggeva uno- mostrò i tre abiti in lizza agli occhi verdi del fratello, reggendoli per la gruccia su cui li aveva sistemati: uno bianco nella destra, uno nero nella mancina, e uno rosso fluttuante alla sua sinistra.


    « Quale ti piace di più? »

    Con l'aria un po' perplessa, probabilmente chiedendosi -a giusto titolo- perché la fanciulla avesse rivolto quella domanda proprio a lui, il giovane Sovrano cercò comunque di assolvere alla richiesta che gli era stata presentata, squadrò attentamente le tre opzioni, ci pensò sopra un attimo, e infine sollevò un ditino per puntare timidamente al modello prescelto.

    -Direi... quello nero.

    E dopo aver gettato uno sguardo sornione al Borgia, in mezzo a loro, ed essersi scambiati un'eloquente occhiata di intesa, i due Galanodel si concessero una breve e soffice risatina.

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    La Sala da Ballo si apriva davanti ai suoi occhi come l'immagine idilliaca di un sogno ad occhi aperti, e nel contemplare quello spettacolo di oro e luce soffusa, la Principessa Laputense si lasciò rapire dall'atmosfera irreale che sembrava provenire da una delle tante fiabe che leggeva insieme al Fratellino Ren.

    jpgSu consiglio del Fratello Lowarn, Asaliah aveva optato per indossare un abito nero dal taglio tutto sommato semplice, costituito di base da una gonna svasata e da un corpetto -bordato di merletto scuro e ricamato con stelle d'oro-, tenuto stretto in vita da una cintura di pelle intarsiata -chiusa da una fibbia d'oro a forma di astro- ed elegantemente impreziosito da veli di seta dello stesso colore, che scendevano a coprirle parzialmente le spalle e le braccia dalla pelle nivea in un morbido drappeggio, richiamando nella mente degli osservatori il chiaro concetto di un firmamento notturno.

    A completare la sua tenuta per quella serata, i lunghi capelli bianco argento erano stati lasciati liberi di ricaderle attorno al viso in fluenti volute, ma adoranti con una tiara di oro e zaffiri, da cui pendevano -ai lati della testolina- due acchiappa sogni decorati con perle e piume blu.


    « Buonasera, Principessa. ♥ »

    La voce dello Zio Kerobal la richiamò alla realtà, e -di riflesso- gli occhi cremisi della fanciulla si levarono ad incontrare quelli magenta del Principe-Demone, prima di incontrare il suo sorriso gentile affascinante, e precipitare al suolo mentre la giovinetta ricambiava il saluto con un inchino.

    « Buonasera, Zio Kerobal. »

    « Sei davvero adorabile: quell'abito ti dona molto. »
    cinguettò con voce suadente il Saggio di Palanthas

    « Ah... Grazie, Zio! »

    « Sei qui da sola? Magari posso farti da Cavaliere. »

    Sbattendo le ciglia un paio di volte con aria perplessa, la fanciulla reclinò la testolina albina da una parte, senza capire tanto bene: dopotutto, per lei, la parola "cavaliere" non aveva altra connotazione se non quella dei soldati in armatura che proteggono Laputa... così, quella domanda le venne fuori istintiva, senza fare alcun mistero della sua confusione.

    « Perché...? Ai Balli si combatte...? »

    Quella volta, fu il turno del Nephilim di restare interdetto, ma dopo aver sollevato le sopracciglia in archi di incredula sorpresa -domandandosi se avesse sentito bene la domanda-, parve intuire il motivo di fondo dell'evidente incomprensione, e dopo una lieve risata, con un sorriso -stavolta più sincero e divertito- si affrettò a rassicurarla.

    « No, niente del genere, tranquilla. Per "cavaliere" intendevo un accompagnatore: una persona insieme a cui passare il tempo alle feste. »

    E, a quel punto, il viso dal candore lunare della ragazza si illuminò, perché aveva capito il concetto, ed imparato una nuova cosa.

    « Allora il mio cavaliere è Augustus! »
    esclamò, giungendo i palmi delle mani in un gesto di contentezza
    « Vado a cercarlo! »

    E senza dare al suo interlocutore il tempo o il modo di controbattere,
    l'albina si immerse nella folla.

     
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    “Come- fai- ad essere- già- pronta?!”

    Il Mutaforma si rivolse a sua sorella mentre si affannava ad infilarsi i calzini e le scarpe, mantenendo egregiamente l’equilibrio, saltando da un piede all’altro.

    “Lo saresti anche tu, se ti fossi alzato in tempo.”
    Lo informò placidamente sua sorella, assisa su una poltrona con le mani intrecciate a godersi la scena. La raggiunsero una serie di mugugni dalla cabina dove suo fratello stava sfogliando le camicie, in cerca di quella prescelta.

    “E’ colpa tua che non mi hai svegliato! Papà mi avrebbe portato la colazione!”

    Alma fece schioccare la lingua, in parte esasperata, in parte divertita: “Papà non è qui: lo sai che ha un impegno importante ad Est. Dovresti essere in grado di svegliarti da solo alla tua età: sei viziato Vani.” Le cadde l’occhio sul separé nella stanza “… e comunque il valletto ti aveva preparato il completo proprio lì.”

    Il moro fece capolino oltre lo stipite della cabina armadio, voltando la testa per cercare cosa stesse indicando la ragazza. “Oh, beh. Pazienza! Piuttosto dammi un parere...”
    Sollevò entrambe le mani all’altezza del collo, dalle lunghe dita pendevano tre cravatte: una dorata, una verde ed una rosso vermiglio.
    “Quella color oro si intona ai nostri occhi, ma rischio di abbacinare qualcuno; quella verde sta bene col mio incarnato, ma stona con tutto il resto… quella rossa è quella che mi piace di più, ma non ho nient’altro che la richiami addosso!”

    La fanciulla si portò un dito alle labbra mentre pensava: “Quella d’oro è pacchiana e quello non è ‘verde’ ma chartreuse mefistofelico" - “Bleah, bruciamola.” disse il fratello, facendo precipitare la stoffa e spostandola via con un piede - "...quanto a quella rossa...” sorrise candidamente, in maniera per niente sinistra “Se proprio ci tieni, potrei prestarti un rossetto.”

    Vanitas aprì la bocca per controbattere, poi la serrò e la dischiuse nuovamente. In quel breve attimo gli tornarono alla mente i traumi dell’infanzia, legati a quella streghetta, seduta lì in pompa magna. L’ultima volta che Alma gli aveva “prestato” qualcosa, il Visconte aveva ritrovato il suo erede rintanato sotto la scrivania del suo ufficio. Con una parrucca di boccoli biondi e merletti svolazzanti. “Papà… non mi piace questo gioco...” - aveva detto al suo interdetto genitore, che gli aveva risposto con un sospirato “Certo che non ti piace! … ma… se ti piacesse non ci sarebbe nulla di male! Ma – certo – non ti piace!”
    Suo padre l’aveva tenuto in braccio – lontano dalla portata di Alma – per due giorni.

    “No, grazie Alma. Sai cosa? Niente cravatta.”

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    Quando i due fratelli imboccarono nella sala da ballo, Vanitas si sentì in parte vendicato dallo sbrilluccicare di tutto l’ oro nella stanza. Lo sapeva che non avrebbe dovuto dare retta a sua sorella!

    “Ah-ha! Hai visto?! Se avessi messo la mia cravatta dorata avrei fatto un figurone!”

    Si rammaricò il giovane, tenendo il muso a sua sorella.

    Alma alzò gli occhi verso la volta della stanza e si portò una mano alla bocca per coprire discretamente uno sbadiglio. Finto.

    “E cosa vuoi da me? Non te l’ho mica sequestrata.”

    La ragazza trascinò il fratello in virtù dei loro gomiti intrecciati. Stava cercando il buffet dei dolci che, dopotutto, erano la panacea per tutti i malumori del mutaforma.

    “Sorridi fratellino:
    sei troppo carino per tenere il broncio.”

     
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    mjo9om

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    Da quando è divenuto Ufficiale di Presidio si è dovuto abituare a prendere parte ad eventi mondani; che si tratti di un semplice faccia a faccia con l'Alfiere, una qualche ispezione ai distaccamenti industriali o una cena diplomatica.
    Odia questi eventi.
    Il suo corteo spiritico mal apprezza la contemporanea presenza di tutte quelle persone sconosciute. Così tante cose da sentire, così tante anime da esaminare, così tanti legami da leggere. Ma oltre il lavoro da svolgere, la verità, è che non sopportano la presenza di sconosciuti, antipatici e magari anche brutte persone, come spesso lo sono gli appartenenti alla nobilità.
    Gli argomenti per convincere il corteo a permettergli di lavorare sono stati affrontati nel XVII Conclave deli Spiriti Augustei, terzo ciclo. Riunione indetta da Giulietta, il capo dell'opposizione, per vietare al Numerologo di prendere parte al prossimo Ballo.
    Miei cari! Capisco le vostre intenzioni, come me, volete una vita tranquilla, serena, senza tutti questi scocciatori.
    Perchè non passare una tranquilla serata ad eviscerare una lucertola e leggere i tarocchi?
    Lo capisco, come posso biasimarvi? Non posso.
    Però, ci sono due cose che vorrei farvi notare: la prima è che ci sarà Asaliah, e tante altre persone, come quel viscido essere incontrato alla nascita di Ren, lo ricordate tutti, nevvero?

    Sgomento.
    La dobbiamo proteggere, Baba non può fare tutto da sola. Inoltre ci saranno gli amici dell'Alfiere su cui dobbiamo investigare per portare avanti la crociato contro i demoni.
    Punto. Set. Game.
    Augustus è stato autorizzato a prendere parte alla serata, ma solo per il tempo strettamente necessario.
    C'è stata poi una seduta secondaria per decidere il vestiario. Seduta proseguita per tutta la notte. Estenunate. Le conclusioni sono state: potrà indossare gli occhiali, nessun taglio ai capelli (assolutamente!), una camicia bianca ed un vestito elegante in doppio petto di due sfumature differenti di grigio, stesso colore del pantalone. Per concludere una cravatta di un viola scuro associata ad un fazzoletto che spunta timido dal taschino.
    C'è voluto l'aiuto di tutto il corteo per riuscire ad entrare in quel vestito ed annodare tutti i bottoni del caso, ma alla fine il risultato è vagamente gradevole e strappa un sorriso al Numerologo ed un pigolio soddisfatto di Giulietta.
    Si aggira per il salone salutando le personalità presenti a cui non può esimere qualche chiacchiera. Per fortuna Cesare si è accollato il compito più noioso di tutti, quello di suggeritore dei nomi. Un giorno, il prossimo duello, dovrà sfoggiare le sue doti di Numerologo leggendo i legami dei loro interlocutori, così da spiazzare Cesare ed umiliarlo. Giulietta già si lecca i baffi soddisfatta.
    Zigzagando tra la folla lascia disperdere il corteo alla ricerca di Asaliah, ormai dovrebbe esser giunta. Jonah ritorna attraversando una vecchia signora che trasale appena. Asaliah è stata avvistata e sta dialogando con il Maledetto-Primo. Il Numerologo quindi si affanna avanzando, ma lo stesso Jonah gli riporta le parole di Asaliah e del "cavaliere".
    Si ferma commosso. Mostra un sorriso a settantotto denti ed a passo lento si avvicina alla sua prediletta.
    Asaliah! Sei stupenda!
    Lo sguardo occhialuto vaga verso Kerobal verso cui sfoggia il migliore dei sorrisi. Piega il braccio destro pronto ad accogliere la mano dell'albina.
    Sei una meraviglia per gli occhi!
    Si Baba...un saluto anche a te!

    Lascia intanto che gli spiriti del corteo si intreccino con Baba e si diano un po' al chiacchiericcio reciproco. Intanto con lo sguardo cerca il duo di amici di Lowarn, le indagini devono cominciare quanto prima.

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    Interlocutore: Augustus

    jpgMuovendosi in mezzo agli invitati che avevano cominciato ad affollare la sala, venendo tuttavia fermata ogni due passi da questo o quel nobile che la chiamava "Principessa" e le rivolgeva un inchino (a cui lei rispondeva con un altro inchino e un solenne "Mio Signore" o "Mia Signora", come Cesare le aveva insegnato a fare quando riceveva i saluti di persone di cui non conosceva il nome), Asaliah cercava Augustus.

    Fortunatamente, fu lui a trovare lei.


    Asaliah! Sei stupenda!
    la salutò il suo amico, con un sorrisone che lei ricambiò con allegria
    Sei una meraviglia per gli occhi! Si Baba...un saluto anche a te!

    Prima di riunirsi agli altri fantasmi al seguito del Pastore di Anime, Baba fluttuò fino la testolina argentea della sua protetta per sistemarle le ciocche attorno al viso e deporle un bacetto sulla fronte -con dei gesti molto da nonna-, e mentre il corteo si spandeva intorno ai due per accogliere nuovamente tra le sue fila lo spettro della sciamana, il Numerologo lanciò uno sguardo e un sorriso in direzione di Kerobal...

    Un gesto che il Galanodel ricambiò insieme ad un
    impacciato cenno di saluto con la mano, dal momento che due giovani e procaci nobildonne -identiche nei lineamenti, e distinguibili solamente per il colore dell'abito del medesimo modello- gli si erano saldamente ancorate ciascuna ad un braccio, arrossendo, cinguettando e ridacchiando deliziate a chissà quale poetico complimento.

    « Anche tu sei stupendo, Augustus! »
    replicò intanto l'albina, tenendogli la mano e levando l'altra a sfiorargli la cravatta
    « Il viola è molto bello! Sei tanto elegante! »

    E stava sorridendo raggiante, decisamente di buon umore all'idea di partecipare ad una festa come quella, quando le venne un dubbio: non essendo mai stata prima ad un Ballo, Asaliah non sapeva bene come funzionavano le cose, e... lo Zio le aveva detto che bisogna avere un cavaliere, e lei aveva pensato ad Augustus... però non aveva pensato di chiedere ad Augustus se gli andava bene così... E quando non si sa qualcosa, basta chiedere.

    « Emh... senti, Augustus: tu ce l'hai un cavaliere il Ballo? »

    ...perché, no, la ragazza non aveva proprio idea di come funzionassero i Balli:
    dalle dinamiche
    al gergo tecnico. Beata innocenza.

     
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    Ufficio della Matrona, Altatorre.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Cominciava a capire cosa provasse Gaspode quando fino a poco tempo prima si divideva fra Laputa e Altatorre. Si era aspettata quell'invito fin dall'istante in cui ricevette quello precedente nel quale veniva annunciata l'abdicazione di Drusilia Galanodel a favore del figlio Lowarn; e quale evento poteva meglio coronare l'ascesa al trono del cugino di una festa danzante?

    La Matrona avrebbe apprezzato una risoluzione più veloce; invece aveva avuto tutto il tempo di forgiare perfino un'alleanza con il Presidio Errante – anche grazie alla preziosa mediazione di suo padre Quarion Galanodel. Ancora un po' e sarebbe arrivata a stipularne una ufficiale anche con lo stesso Presidio Orientale, sebbene de facto esistesse già una fitta collaborazione fra le due parti.

    Se non altro il cane non aveva mai dovuto scegliere un vestito in vita sua – tutto ciò che Evangeline gli avesse mai visto portare era il collare (o talvolta perfino un semplice filo di spago) dal quale pendeva il suo frammento di AI quando ancora era nei Liberi Aeris Milites, quando ancora esistevano come entità indipendente, e il papillon che gli aveva costretto addosso in occasione di quel ballo nel Presidio Settentrionale.
    Stavolta, però, il cane non l'avrebbe seguita.

    « Come se avessi voglia di stare in mezzo ai tacchini impomatati del Quarto Girone e dintorni. Come minimo finirei per confonderli con il resto del buffet, » si era giustificato. Evangeline non sorrise alla battuta: raramente Gaspode si preoccupava di tracciare una linea netta fra la serietà e la facezia quando parlava. Se il suo socio si tratteneva, era solo perché poteva reperire cibi ben più gustosi e molto meno problematici senza problemi – apparentemente, non c'era molta differenza per lui fra un bidone della spazzatura e un ristorante a tre stelle. « Questo e il- »
    « -basso profilo, » completò Evangeline. « Lo so. »
    « Chi posso permettermi che sappia, già sa. »
    « Eh? »
    « Che anche se non sono più un Aviatore, preferisco continuare a non avere riflettori sotto il culo. Warren deve rimanere ufficial- »
    « Sì, » lo interruppe di nuovo la Matrona, « me l'hai già detto. Se me lo ripeti ancora una volta giuro che ti sbatto in canile~ »

    Ci fu un breve grugnito, ovvero la cosa più vicina a una risata di cui Gaspode fosse capace. Evangeline si girò verso il terzo elemento nel suo ufficio: un uomo attempato, basso e mingherlino, intento a sfogliare una copia de The Endlos Times seduto su di una poltroncina rivestita di pelle nera.

    « Quindi io...? » chiese alzando gli occhi Warren Harding, l'homunculus creato da Gaspode qualche tempo fa, nonché suo prestanome anche retroattivo.
    « Oh, tu mi accompagnerai. Sarà un'occasione eccellente per la tua prima comparsa in pubblico! » gli rispose Evangeline.
    « Ah. » Chiuse il quotidiano e si sistemò gli occhiali. « Non rimango qui per sbrigare il lavoro che c'è da fare? Qualcuno dovrà pur portare avanti la baracca. Ah, certo, lui. »
    La Matrona indicò il cane con il pollice.
    « Bah, » continuò, « vorrei evitare. Meglio continuare a fare il socio misterioso eccetera, dico io. Insomma, non credo che questa sia una buona idea. »
    « Oh, andiamo, » protestò ancora Evangeline, « non vorrai davvero ignorare un Alfiere? »

    png

    Sala Centrale, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Warren9Evangeline10_0Warren Harding si lasciò scappare un fischio di ammirazione. Quando era stato creato, il suo ideatore aveva pensato di impiantare in lui qualche conoscenza di base in materia di design come parte di quella che egli aveva definito il processo di costruzione dell'identità o qualche parolaccia del genere. Solo che Warren si limitava a giardini e, da qualche settimana a quella parte, di acquari. Senza contare che tutto quello sfolgorio doveva aver necessitato di un bel po' di magia per essere reso possibile – lui invece doveva cavarsela con la sola manualità. Anche il cielo stellato nei finestroni fuori non era davvero così acceso. Insomma, non c'era proprio paragone.

    Contrariamente all'etichetta altatorrese che promuoveva un abbigliamento sfarzoso in pressoché ogni occasione, figurarsi quelle di festa, il "socio" della Matrona si era presentato al ballo vestito di un comparativamente sobrio completo tre pezzi nero con cravatta abbinata e camicia bianca. Ai polsi, una coppia di gemelli d'argento che, non fosse stato per un fortunato colpo d'occhio di Evangeline, sarebbero stati eterozigoti.

    Quest'ultima aveva preferito invece ancora una volta un abito che rispecchiasse nei colori il suo distretto – un lungo abito viola orchidea impreziosito da fili d'oro, senza spalline, che scendeva dolcemente in una gonna svasata, all'orlo della quale erano ricamati motivi floreali. Dei guanti da opera dello stesso colore le coprivano le braccia fino a oltre i gomiti, mentre una fusciacca nera le cingeva in vita. I capelli, invece, erano stati lasciati sciolti, con una frangia a celare la fronte.

    Gaspode aveva fatto loro un piccolo briefing preliminare sugli ospiti che avrebbero con ogni probabilità avvistato lungo il corso della serata – molti di essi familiari della stessa Evangeline, che riconobbe in mezzo alla folla lo zio Kerobal, al quale si erano appiccicate due giovani rampolle della nobiltà (presumibilmente) laputense. Continuando a scrutare fra i presenti trovò anche il Comandante (ex-Comandante?) Augustus Asensi, un giovane uomo dal volto gentile e rassicurante che il cane aveva descritto come uno degli uomini migliori che conoscesse. Si stava intrattenendo con la giovane principessa Asaliah, del quale era il tutore. Nota a sé stessa: ricordarsi di andare a porgerle un saluto. Quel vestito nero era semplicemente bellissimo.

    Evangeline scorse infine il famigerato signor Cesare Borgia accanto alla scalinata su cui era stato collocato il seggio su cui si sarebbe accomodato di lì a poco l'Alfiere Errante. Ne cercò lo sguardo, e gli rivolse un sorriso.

    Warren, invece, incedette con l'andatura inesorabile di un treno a vapore verso il tavolo del buffet, liquidando tutti gli ostacoli gli si parassero davanti nel suo cammino con qualche borbottato "'sera" senza nemmeno voltarsi per guardarli in faccia.

     
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    Accoglie Asaliah con un sorriso candido, veramente colpito dall'impressionante bellezza della giovane donne che ha avuto il piacere e l'onore di crescere in questi ultimi anni. Ogni volta che la osserva non può che ripensare al loro primo incontro, quella comunicazione quasi preistorica per mezzo dei tarocchi, ed invece oggi è diventata una vera donna, con un vocabolario ampio ed appropriato.
    Uno splendore per gli occhi e per la mente.
    La conduce zigzagando tra la varia nobilità presente. Ovviamente di tanto in tanto è costretto a fermarsi con qualche capofamiglia e presentare Asaliah o salutare con lei gli esponenti di spiccio a cui non può sottrarsi per il suo ruolo di Principessa.
    Dici? Pensi che sia adatto il viola?
    Domanda realmente preoccupato per la risposta. Di lì a breve spiega anche il motivo alla sua giovane dama.
    In realtà il viola è il colore preferito di Giulietta, che ormai conosci bene. Abbiamo fatto una riunione, con tutti gli spiriti, ma una controfazione, capitatana da Jonh, ha puntato tutto sul grigio. Per tutta la notte abbiamo letto gli auspici, i tarocchi, le acqua nere, il fondo di caffè, le ventiquattro stelle danzanti di Hormand, i glifi occulti del Sasquack, le rune secondo Kokomondo ed anche la complicatissima arte della lettura della tricologia cadante.
    E' serissimo mentre le espone il suo dramma. Gesticola ampiamente con la mano libera quasi a dar tridimensionalità al suo discorso.
    Alla fine dovevamo decidere tra un vestito viola, con dettagli in grigio o viceversa. E' stata una lotta estenuante ma è finita così.
    Si indica brevemente a sottolineare la sua insolta mise.
    Però ho il dubbio che magari potevo stare meglio invertendo i colori.
    In realtà ha utilizzato la sua alchimia per osservarsi in vesti invertite, ma risultava un tantino forte nel complesso cromatico, secondo Giulietta invece era perfetto. Chissà.
    Tutto preso dal racconto della sua vestizione, manco fosse una tenera damigella, quando gli giunge la domanda di Asaliah lo osserva con fare perplesso. La fissa alla ricerca di una risposta ad una domanda così spensierata.
    Bhè...cioè...pensavo fossi...tu...cioè, voglio dire, non che tu sia un cavaliere...ma...ehi! Aspetta.
    Fa cenno con la mano di cancellare tutto. Meglio cominciare da zero o qui le cose vengono fraintese.
    Devi sapere che al ballo, solitamente, vengono un cavaliere ed una dama. Proprio come noi due. Tu sei la dama ed io il cavaliere.
    Un cavaliere non porta un cavaliere al ballo, bensì una dama.

    Ora però, come le spiega la parità di genere? La libertà di scelta e l'emancipazione?
    Però, non è detto che un cavaliere sia sempre un uomo e che la dama sia una dama. Sono concetti, umh, storici, in cui semplicemente si vuole una certa galanteria degli uomini verso le donne.
    Sarà chiaro il concetto? Non è chiaro al Numerologo stesso, figuriamoci per la povera Asaliah.
    Però, se vuoi possiamo scambiarci i ruoli, sarai il mio cavaliere ed io la tua dama, se la cosa ti rende più felice!
    Le offre un sorriso senza pretese, divertito dal possibile cambio di ruolo. Forse stava veramente meglio in viola a questo punto.


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    Appartamenti dell'Alfiere, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Che il giovane Alfiere non fosse proprio a suo agio era chiaramente visibile a tutti.
    Un incarico così ricco di doveri e responsabilità, ricevuto in giovane età come la sua, era un impegno tanto importante da riempire la sua vita. Lo aveva accettato di buon grado, ovviamente: l'intero Presidio aveva visto in lui l'eredità della Madre, e come tale vi avevano riposto ogni loro speranza.
    Ma a lui non piacevano quelle situazioni: odiava dover ostentare il proprio titolo di fronte a così tanta gente. A parte quando si trattava di avere accesso gratuito a tutti i dolci delle pasticcerie. Oppure ai giri gratis che le giostre di ogni Presidio gli offrivano. Alla precedenza che aveva su ogni mezzo di trasporto, ai privilegi riconosciuti nei giardini pubblici, nelle vacanze in giro per il mondo.
    Ecco, a parte in quelle poche circostanze di poco conto, era un Alfiere umile, che non sentiva il bisogno di proclamarlo a chiunque incontrava.

    -Molto bene, sei perfetto.
    -Lowann...

    Se aveva scelto di partecipare a quella cerimonia era solo per far contento lui: il fratello Lowarn, per andare incontro alla profonda ammirazione che lo stesso ammetteva di nutrire quotidianamente nei suoi confronti. Era sempre stato un po' impacciato... ma questo non gli aveva impedito di essere nominato Primo Assistente dell'Alfiere. Anche se ogni tanto si perdeva ancora nei piccoli dettagli.

    -Anzi no, manca questa.
    Ecco la nuova corona, Vostra Altezza!

    -Bavo.

    Oh, perfetta! La nuova corona che aveva commissionato non gli tirava più le orecchie come quelle classiche, finalmente!
    Apprezzò il gesto ringraziando il suo umile assistente con una nobile pacca sulla testa, riconoscenza di grande valore offerta solo a pochi.

    -Ti sta davvero bene, sai?
    -Ovio, sono il Re.

    Esclamò con grande ovvietà, alzando le spallucce in un gesto che evidenziava quanto banale fosse quell'osservazione.
    Ah, quante cose che aveva ancora da imparare suo fratello...


    Sala dei Ricevimenti, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    -Andiamo, Ren... è ora.

    Per farlo stare più tranquillo sotto gli occhi di tutti, la piccola Volpe aveva deciso di accompagnare il musicista tenendogli la mano, passeggiando al suo fianco. Di tanto in tanto alzava il braccio libero verso la folla acclamante per salutarli, con espressione sempre composta e maestosa, degna del proprio ruolo.
    Un'occhiata abile e fugace gli permise anche di notare da subito dove si sarebbe tenuto il banchetto e quali fossero i dolci presenti sul tavolo, vera nota di rilievo della serata.
    Attese dunque che il fratello si sedesse sul suo trono, sempre per gentile concessione, per farlo poi sedere a sua volta sulle gambe.

    -...ma quado si mangia?

    FORTUNA SFACCIATA
    Ren è un demonietto incredibilmente fortunato: trova informazioni giuste, piace alle persone giuste, riesce a scamparla anche nelle situazioni che sembrano tra le più disperate. Tutto ciò non accade grazie ad immensi poteri o strabilianti astuzie... ma per semplice e sfacciata fortuna!
    Gli "scampati pericoli" o le situazioni favorevoli in quest saranno sempre decisi dal Quest Master, il quale valuterà volta per volta l'utilità della passiva nelle varie situazioni di gioco.
    [Fortuna Perenne]

    OCCHI DELL'INNOCENZA
    "CHECCARINO!!!" E' la prima cosa che si pensa quando lo si incontra; i suoi occhietti grandi, il visino paffutello e dolce... tutto in lui ispira tenerezza. Chi entrerà in contatto con Ren e non avrà difese appropriate, non riuscirà a fare del male al bambino, piuttosto si sentirà inspiegabilmente invogliato a coccolarlo e a viziarlo.
    [Malia di tenerezza]

    LEGAME CON LA FONTE
    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perché come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono tendenzialmente immuni agli agenti esterni.
    [Immunità agli agenti esterni passiva]

    VOCE DELL'INNOCENZA
    Forse è colpa delle orecchiette e della codina che attirano le attenzioni, forse è colpa del bellissimo verde smeraldo dei suoi occhi, o forse è semplicemente merito del dna da ladro e volpe del padre... qualunque sia la ragione, è praticamente impossibile distinguere bugia e verità nelle parole del demonietto. In questo modo sarà più semplice per Drusilia convincere il resto del mondo che il suo bimbo in realtà è un angioletto bravissimo ed innocente, no? Dopotutto... se Palanthas è improvvisamente preda delle fiamme non può certo essere colpa di un bambino.
    [Spara-balle]

    UN PICCOLO LADRO IN ERBA
    Seppur in modo maldestro, la piccola Volpe possiede a tutti gli effetti le stesse abilità naturali da Ladro del padre. Un patrimonio genetico che lo rende di fatto impercepibile: potrebbe osservarvi da dietro una sedia od una pianta senza che ve ne accorgiate!
    Certo, sempre che non decida di tradirsi lanciandovi qualcosa contro, o mettendosi a correre d'improvviso; a quel punto il tap-tap-tap rapido e ravvicinato dei suoi passettini potrebbe tradirlo sulla sua presenza.
    Sarà anche una Volpe, ma è pur sempre un bambino.
    [Passiva di anti-auspex di tipo radar]


    Edited by Ren Galanodel - 8/2/2020, 22:28
     
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    "A volte nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle.
    E anche se non le trovi, almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando.
    Qualcun altro li ha provati. Non ti senti solo.
    Tristezza, solitudine, rabbia".


    (Alessandro D’Avenia)

    Appartamenti dell'Alfiere, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Con un movimento lieve delle dita, Lowarn stese con accuratezza una piccola piega creatasi sull'abito del fratellino, allontanandosi poi di un passo e piegando lievemente il capo sulla destra, così da controllare che tutto fosse perfetto.
    Nonostante fosse la prima volta in cui Ren lo indossava, il primogenito di Drusilia conosceva perfettamente quel modello: era identico ad uno di loro padre, e lo aveva scelto personalmente per quella sera perché sul bambino faceva un effetto strano... ma rassicurante.

    -Molto bene, sei perfetto.
    -Lowann...

    Lowarn alzò il pollice in direzione del fratellino, così da tranquillizzarlo.
    Aveva a lungo riflettuto riguardo la presenza di un bambino ad un ballo, e se da un lato glielo aveva concesso, dall'altro temeva risultasse per il kitsunino troppo stressante. Per quello aveva deciso di accontentarlo più del solito quella sera, così che almeno uno di loro non si sentisse morire sotto tutti quegli sguardi.

    -Anzi no, manca questa.
    -Bavo.

    Si diresse verso una scatola in velluto blu, ricevuta dallo zio Quarion come regalo per Ren.
    Ne estrasse una piccola corona di zaffiri, topazi, rubini e smeraldi.
    Non si trattava di un giocattolo, e forse era pretenziosa, ma per Ren significava molto indossarla.

    -Ecco la nuova corona, Vostra Altezza!
    Con un gesto solenne la incastrò sulla testolina argentea.
    Sorrise, nascondendo dietro ad una smorfia buffa tutta la paura e l'ansia che covava nel proprio cuore.
    -Ti sta davvero bene, sai?
    -Ovio, sono il Re.

    j24wQdq

    Sala dei Ricevimenti, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando i due nobili fratelli furono condotti all'ingresso della sala, Lowarn sentì il proprio cuore accelerare di qualche battito, quasi avesse percorso tutto il tragitto correndo.

    Ansimando e -contemporaneamente- cercando di forzare il proprio diaframma in movimenti più lenti e profondi, il giovane Alfiere Errante decise di esorcizzare lo stress ripetendo fra sé ogni singola regola di galateo che Cesare gli aveva fatto presente in quei giorni.
    Non era stato un compito semplice memorizzare tutto, ma era riuscito comunque nell'impresa: se da un lato conosceva già alcune convenzioni -merito di una vita agiata e della presenza di Arthur a Palanthas durante i propri studi presso Symphonia- altre lo avevano sorpreso, talvolta infastidito, fissandosi comunque nella memoria, anche se per le ragioni sbagliate.

    jTNMuzp

    Diversamente alla sua tendenza di seguire rigorosamente i dettami, in quella particolare occasione aveva comunque deciso di non rispettarne alcuni, fra cui l'assenza di una vera e propria corona sul proprio capo -sostituita da un semplice fermaglio aureo, imitando di fatto una tendenza tipica della madre- e concedendo invece l'onore al proprio fratellino, che per la sua età certamente non sarebbe stato incolpato da nessuno.

    Per il resto... aveva lasciato tutto nelle mani dei suoi Ufficiali e degli zii, sicuro che lo avrebbero certamente aiutato, soprattutto perché -da studioso quale era sempre stato- non era certo abituato ad eventi mondani. Ad esser sincero, nemmeno gli piacevano... ma gli era stata più volte spiegata la loro importanza e si era convinto nel presenziare.

    -Gentili e nobilissimi ospiti... l'Alfiere Errante....
    Una voce giunse dagli interni della Sala dei Ricevimenti, ed una guardia fece loro segno di entrare.
    -Andiamo, Ren... è ora.

    Anche il suo abito era merito e dono degli zii: consapevoli della tendenza alla monocromia del giovane Galanodel, avevano rispettato quasi alla perfezione i suoi desideri, preparando per lui un mantello nero ricamato e dai bordi in oro -metallo dell'araldica laputense- da indossare sopra ad un abito elegante, dalle linee semplici e chiaro, che ricadeva su pantaloni e stivali neri. All'abito si accompagnavano nastri, fermagli e perfino un bastone... e tutti erano un evidente richiamo ai colori della sala e di tutto l'ambiente circostante.
    Fu per quello -o forse per il titolo annunciato- che sentì immediatamente ogni singolo sguardo puntato addosso. Cercando di salutare col capo senza tuttavia mai soffermarsi troppo su qualcuno, evitando sguardi troppo confidenziali, il ragazzo mimò della calma inesistente ed una energia che non gli era mai davvero appartenuta, passeggiando con grazia e dirigendosi verso il proprio trono, dove si sedette.
    A quel punto avrebbe fatto sedere il piccolo Ren sulle ginocchia, in un gentile gesto fraterno.
    In realtà... aveva bisogno di un antistress.


    Orecchio Assoluto
    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.
    [Auspex(radar)passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie]

    Librarsi in volo
    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.
    [Volo fino a 5 m dal suolo]

    Legame con la Fonte
    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perchè come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono tendenzialmente immuni agli agenti esterni.
    [Immunità agli agenti esterni passiva + attiva variabile]

    Corpo Celeste
    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo del Principe presenta tratti di entrambe le razze. Fra le caratteristiche angeliche ereditate vi è certamente la capacità di irradiare luce dalla propria pelle, ed è in grado di intensificarla o meno a proprio piacimento. Questa tuttavia non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare.
    [Emana Luce (spiegazione di alcuni poteri attivi)]

    Linfa degli Angeli
    E' cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son state sempre predilette le fanciulle vergini. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica fonte di potere. Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli, o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste, si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue del Principe, porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.
    [Proprietà di bg del sangue]

    Autorevolezza
    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla. Una malia, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.
    [Malia passiva]

    Sapienza
    Così come non vi è guerriero senza spada o mago senza arti arcane, allo stesso modo non vi può essere Saggio senza conoscenza. Caratterizzati dalla loro avida sete di sapere, un membro di Gilda sarà sempre alla ricerca di cultura da aggiungere alla propria. C’è chi è arrivato su Endlos possedendo già un sapere pari a quello di migliaia di libri, ma informazioni rare e segrete vengono tramandate tra i Saggi nei tomi che solo loro possiedono. Se a ciò si aggiungono anche quelli del Magisterium allora un membro di Gilda non potrà che divenire un pozzo di sapere che ben pochi potranno guardare come loro pari. In termini di gioco è considerata una passiva di conoscenze nella via che il membro di gilda ha scelto.
    [Passiva di conoscenze enciclopediche]
     
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    Il Saluto all'Alfiere

    La serata organizzata per l'ascesa del terzo Autocrate di Laputa è stata studiata in ogni minimo dettaglio: dal ciambellano, grassoccio e rossiccio, posto all'ingresso per annunciare i nuovi arrivati (quasi ritardatari) sino alle grandi tavolate ricche delle leccornie proveniente dai diversi Presidi; particolarmente apprezzato uno speciale cous-cous del Presidio Sud.

    Come da precedenti accordi e pianificazioni, conclusa la vestizione del piccolo Principe Ren, il futuro Alfiere fa il suo ingresso nella sala accompagnato da un repentino cambio di ritmo dell'orchestra magica, che resta defilata poco lontano dalla balconata. La folla assiepata sino a qualche secondo prima, si taglia come fosse di burro lasciando spazio al giovane ragazzo di fare il suo ingresso su un tappeto di stelle che sembrano diventare ancor più brillanti e luminose.

    Silenzioso, Cesare accompagna il suo discepolo in questo cammino mentre centinaia di sguardi si intrecciano ad osservare gli abiti, i gesti, finanche i respiri del futuro Alfiere. A mano a mano che avanza, la folla si chiude e si assiepa alle spalle di Lowarn per osservare anche il lato B, delle vesti ovviamente, ma non solo! Infatti, diverse giovani rampolle delle famiglie nobiliari hanno già adocchiato lo scapolo come un appetitoso bocconcino per dare lustro alle loro famiglie.

    jpg

    Il chiacchiericcio diffuso si mescola alla musica in un intreccio tutto particolare: ora un solfeggio allegro di flauto, ora un commento acido sull'acconciatura del musico, ora una rapida sortita di pianoforte, e poi lo sdegno per la coroncina del Principino Ren.
    Il silenzio cala solo quando Lowarn si accomoda sul trono e si prepara a ricevere l'omaggio delle principali famiglie nobiliari presenti alla serata. Augustus e Cesare, con l'aiuto di Quarion e Kerobal, hanno selezionato attentamente chi potrà avvicinarsi per rendere omaggio e saluto.

    La prima ad avvicinarsi è la Capo-famiglia dei Tarutaru, famiglia di maghi che popola il Magisterium. La piccola donna, avvolta in organze di un rosa confetto, si stacca dalla siepe umana disposta a raggiera oltre il trono e guadagna una posizione di privilegio. Giunta a qualche passo dal trono si inchina in una riverenza leggiadra come una foglia sospinta dal vento.

    La famiglia Lalariku è lieta di offrire i suoi omaggi al futuro Alfiere.
    Nella figura di vostra Madre, abbiamo scoperto la nostra Salvatrice.
    Ci ha offerto asilo e rispetto, in cambio noi vi offriamo la nostra Saggezza e Conoscenza.


    Poggia la piccola manina sul petto piatto e mostra un sorriso gentile ed un po' fanciullesco, complice i lineamenti morbidi del viso. La mano si distacca dal petto volgendo il palmo verso l'alto. Una goccia di luce liquida si plasma in quello che sembra un antico tomo serrato da un lucchetto di ferro scuro. Il libro galleggia mollemente verso l'Alfiere e si adagia sopra le sue ginocchia. Sicuramente il Musico riconoscerà il tomo di cui diverse leggende narrano il "De Musica Mortis". La copertina di pelle nera presenta un pentagramma in argento con diverse note, le cui sfere sono piccolo teschi. Si tratta di un manufatto raro, unico, in cui son presenti i "suoni della morte" e le sue sinfonie. Soddisfatta la Tarutaru fa una riverenza lasciando spazio al prossimo Capo Famiglia.

    Uno slanciato mezz'elfo in alta divisa militare avanza inginocchiandosi e chinando il capo. I lunghi capelli biondi cadono come una cascata dorata verso il basso. Lo sguardo secolare, di un verde brillante, anticipa poche parole, lente, inesorabili, sicure.

    La famiglia Derìnha e l'esercito Errante omaggiano la vostra ascesa.
    Dovere e Onore guidino il vostro Comando.


    Asciutto, conciso, militaresco il mezz'elfo si alza e cede il passo all'esponente dei Draghi. Appariscente giunge uno strano ibrido cornuto e semi-nudo. I tatuaggi dorati tradiscono la sua reale essenza. Il potere che emana la figura trascende i confini del corpo umano che indossa l'occasione ed offre a tutti la sensazione che stia lì lì per scoppiare per lasciare il suo vero Io venir fuori. Inutile dire che frotte di damigelle, che fino a pochi attimi fa puntavano Lowarn per la sua "dote" ora si sciolgono osservando il bicipite teso e fasciato d'oro del Drago.

    L'unione degli Ancalagon offrei i suoi omaggi al futuro Alfiere.
    Annoiato l'esponente dei Draghi se ne sta con le mani infilate in tasca, rude, indiscutibile, ma probabilmente perchè di norma estraneo a simili questioni.
    Lunga vita all'Alfiere
    Aggiunge privo di entusiasmo e consapevole che si tratta di una bugia. Generazioni di umani si sono spente prima che al Drago spuntasse la prima zanna. Con un cenno della mano (accompagnato dal disgusto di Cesare per la mancanza di etichetta) il capo-famiglia si allontana.

    Sfila a seguire Jonah Silverkin, un uomo anziano in una toga raffinata, ma banale. Si stacca dalla folla, in particolar modo da una sua versione più giovane, il figlio Matthew. Una nube di incensi lo segue e rende la sua presenza strana. Il bisbiglio ed il brusio è caratteristica comune delle sue uscite; strani voci lo accompagnano e tutti se ne ricordano quando lo vedono in prima persona.

    La famiglia Siverkin è lieta che sul trono segga una Guida Illuminata.
    Gli avi, attraverso i loro spiriti, vegliano su di noi e ci portano consiglio.
    Memento.


    Tramite le cinta asperge ancora fumi di canfora e si ritira vicino al figlio.

    Seguono poi una serie di altri esponenti minori che continuano ad omaggiare l'Alfiere con parole più o meno imbonitrici, ma a differenza delle grandi famiglie, che non abbisognano di particolari necessità, gli esponenti minori si lanciano in più o meno bizzarre richieste o figure caprine.
    Ad esempio Omar El Alan, ricco mercante, dopo gli omaggi di sorta chiede all'Alfiere se è interessato all'acquisto di alcuni capannoni industriali. L'anziana Signora Honda, erborista di spicco, offre all'Alfiere le sue abilità di chiropratica per curare i suoi dolori dli lombi. Il vegliardo Yitto Turkon, sulla soglia degli ottant'anni, vedendo la sua famiglia ormai prossima all'estinzione, offre all'Alfiere in sposa la figlia Ginette, procace cinquantenne dal seno prosperoso ed apprezzato in tutto il Presidio (viene per fortuna allontanato da Cesare prima che le situazione degeneri).

    Fioccano le richieste, le riverenze, in una sfilata caleidoscopica di vesti, merletti e gioielli.




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    Novità della Serata

    Eccoci al primo Event della serata danzante: l'ingresso dell'Alfiere, e il momento dei saluti :pft:

    Ovviamente, ad aprire la cerimonia sono i Capi-Famiglia delle Nobile Casate Laputensi, ma -a seguire- anche gli invitati possono, se lo desiderano, recarsi presso il trono e presentare i loro rispetti all'Autocrate con un intervento mono-post :flwr:

    Grazie dell'attenzione, e buon divertimento! :win:


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    jpgDici? Pensi che sia adatto il viola?

    Sorridendo davanti all'espressione preoccupata del Numerologo, la fanciulla dagli occhi rossi annuì con convinzione.

    In realtà il viola è il colore preferito di Giulietta, che ormai conosci bene. Abbiamo fatto una riunione, con tutti gli spiriti, ma una controfazione...

    Certo, si imbronciò un poco nel sentire nominare la cattivona che aveva detto cose brutte alla sua Mamma (e che non si era mai scusata per quello!), ma non voleva certo rimangiarsi quanto aveva detto. E poi, il viola era bello davvero... Ultimamente, compariva spesso nei suoi sogni.

    Si riscosse in fretta da quelle riflessioni quando il suo amico -serissimo e molto preso dal resoconto- cominciò a gesticolare animatamente, facendola sorridere di nuovo: le piaceva tanto il modo in cui Augustus parlava delle cose! Sembrava tutto una grande avventura!

    E forse era proprio così: in fondo, ogni momento -anche il più semplice e banale, come la scelta di un vestito- diventa più divertente se hai tanti amici con cui viverlo... Lei aveva solo Baba, ma era già stato più entusiasmante decidere insieme a lei, che scegliere da sola.

    Alla fine dovevamo decidere tra un vestito viola, con dettagli in grigio o viceversa. E' stata una lotta estenuante ma è finita così.
    concluse intanto l'occhialuto, indicandosi
    Però ho il dubbio che magari potevo stare meglio invertendo i colori.

    « Va bene così: sei carino! »

    Con un sorriso ampio e rassicurante ad illuminarle il faccino eburneo, l'albina mosse un convinto cenno del capo e sollevò la manina fino al volto del suo Amico, per deporgli un paio di carezzine lievi sulla testa coronata di ricci scuri per rincuorarlo: la Mamma faceva così.

    Bhè...cioè...pensavo fossi...tu...cioè, voglio dire, non che tu sia un cavaliere...ma...ehi! Aspetta.

    Davanti alla confusione con cui Augustus reagì alla sua domanda, Asaliah reclinò un poco la testolina d'argento da una parte, sbatté le ciglia un paio di volte con piglio sorpreso e curioso, ma fece come le era stato chiesto -aspettò-, attendendo che il suo amico riordinasse le idee dopo aver agitato una mano in aria, facendole segno di cancellare tutto. Sarebbe ripartito da capo, quindi la fanciulla si concentrò su di lui e cercò di fare attenzione alla spiegazione.

    Devi sapere che al ballo, solitamente, vengono un cavaliere ed una dama. Proprio come noi due.
    Tu sei la dama ed io il cavaliere. Un cavaliere non porta un cavaliere al ballo, bensì una dama.

    intavolò il suo Mentore, e ad ascoltarlo sembrava tutto lineare, ma poi...
    Però, non è detto che un cavaliere sia sempre un uomo e che la dama sia una dama.
    Sono concetti, umh, storici, in cui semplicemente si vuole una certa galanteria degli uomini verso le donne.


    Uhm... Un momento: quello che Augustus aveva appena aggiunto come...?
    Non era proprio in contrasto, ma... Sembrava una cosa un po' complicata...
    forse...

    Però, se vuoi possiamo scambiarci i ruoli, sarai il mio cavaliere ed io la tua dama, se la cosa ti rende più felice!

    La Principessa reclinò la candida testolina da una parte, provando a riflettere su quelle nozioni e valutando attentamente una risposta: non era sicura di aver capito, ma... alla fine, per quanto ne sapeva (cioè poco), i Balli -stando anche alle parole del Pastore di Anime- erano fatti per divertirsi ed essere felici, perciò... Cos'è che la rendeva più felice?

    Le venne in mente stare con la Mamma. Parlare con Augustus. Mangiare la cioccolata. Leggere un bel libro. Ascoltare i racconti di Baba. Sentire la musica del Fratello Lowarn. Passare la mano sulla testolina del Fratello Ren... e le venivano in mente decine e decine di cose da mettere prima di un ruolo con due nomi di cui non coglieva la differenza. Quindi... giunta alla propria conclusione, schiuse le labbra in un sorriso sereno.

    « A me basta stare con te. »
    disse semplicemente, scuotendo il capo e facendo tintinnare la tiara
    « Se il nome del ruolo non cambia questo, per me è uguale! »

    Quando la musica si affievolì fino a spegnersi, la voce del ciambellano risuonò al di sopra del chiacchiericcio degli invitati per annunciare l'arrivo in Sala dell'Autocrate, e l'evento rapì subito l'attenzione della fanciulla, deconcentrandola qualche momento dal Numerologo per dedicarla alla situazione attorno a Lowarn: per non capire troppo di quei protocolli da cerimonia, lo sguardo cremisi notò inevitabilmente un fitto viavai di persone, tra cui Asaliah notò i Nobili che Cesare l'aveva istruita a riconoscere, e...

    Sebbene la fila che andava formandosi davanti al seggio dell'Autocrate non accennava a diminuire, un pensiero la sfiorò, e l'albina tornò a posare gli occhi di rubino sul proprio cavaliere dama amico, mostrandosi un poco dubbiosa.


    « A-ah... Ehm... Andiamo anche noi... a salutare Lowarn...? »

    Perché -in effetti- tutti gli altri lo stavano facendo, e...
    Lei non aveva molta idea di cosa si dovesse fare ad una gran festa danzante.

    A parte mettere un bel vestito e danzare.

     
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    Sala da Ballo


    Per fortuna Asaliah dimostra sempre una saggezza genuina e dei sentimenti così sinceri da lasciare il Numerologo completamente spiazzato. Inutile dire che il colore del viso vira ad un tremendo rosso paonazzo nel sentire le parole della ragazza. Come al solito vive una strana dualità verso la giovane albina, una strana specie di amore, puro e sincero, ma contemporaneamente macchiato da un senso di resposanbilità e di "formazione" che lo fa sentire più un padre che altro. A conti fatti, si potrebbe dire che Asaliah è la sua "bambina". Ormai la conosce da anni, forse dalla sua rinascita, la ha accompagnata nel suo percorso formativo ed ora vive la sua iniziale pubertà. Come un padre, la accompagna tenendole la mano, come meglio può e come meglio riesce ad immergersi in questo nuovo "ruolo".
    Tenendo ben stretto il braccio della principessa il Numerologo osserva l'ingresso dell'Alfiere Errante e del principino al suo seguito. Il duo gli da una certa tenerezza nelle loro interazioni. Segue con lo sguardo i loro gesti, l'ingresso è trionfale, proprio come un Quarion qualunque avrebbe sperato. Tutto va per il verso giusto, a quanto pare. Cesare sarà soddisfatto.
    Da cavaliere quale è, accompagna l'albina tra le fila che si assipeno intorno al trono. Il saluto delle famiglie nobiliari è un momento critico dell'organizzazione della serata. Al momento l'Alfiere non ha ancora il supporto delle principali casate e questo può aprire ad una crisi importante, lo stesso ballo di questa sera è stato organizzato con l'unico fine di creare un certo collante con le varie casate, in particolar modo con i negromanti Siverkin, potenti maghi il cui supporto nell'esercito potrebbe potenziare la portata offensiva di tutto il Presidio.
    Ascolta le parole dei vari rappresentati e riflette brevemente. Sembrano esserci diverse aperture, a giudicare dai loro discorsi. C'è ampio spazio per trattative, forse quasi quasi già sente gli ingranaggi del cervello del buon Cesare che ingranano e cominciano ad ordire una trama politica. Prima o poi, oltre a specificare che il Numerologo è assai più bravo in tutto, dovrà introdurlo ai piaceri della vita, tipo mangiare o fare una passeggiata per il latifondo.
    Asaliah lo distoglie dalle sue riflessioni, annuisce vivamente alle sue parole. Prima di aprire le danze si dovrà concludere questo lungo giro di saluti.
    Certo, avviciniamoci alla coda.
    Vorrebbe dire a Lowarn di tenere duro, dubita che Cesare lo faccia. Quel povero Alfiere deve sopportare anche le esplosioni prorompenti di cinquantenni vogliose. Poverino, non lo invidia poco.
    Attende quindi pazientemente il suo turno ed al momento giusto avanza tenendo gentilmente sul dorso della sua mano, quella di Asaliah. Si avvicina al trono e fa un inchino mostrando un sorriso sereno.
    Maestà, maestà, è un onore servire al vostro fianco.
    Ripete due volte il titolo per entrambi i fratelli. Quindi stabilendo una breve conversazione mentale con Lowarn, andrà ad aggiungere.
    Portate pazienza, sarà una lunga serata, ma state andando benissimo!
    Attende che la Principessa conclusa il suo saluto prima di tornare tra la folla che si assiepa. Ormai il ballo dovrebbe esser prossimo alla sua apertura ufficiale.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

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    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

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    jpgCerto, avviciniamoci alla coda.

    Del tutto intoccata dalle questioni politiche che tiravano invece le fila di quella serata sfavillante, ignara dei vari calcoli complessi che buona parte degli invitati stava compiendo -nel segreto della propria mente- al solo fine di entrare nelle grazie del sovrano, la Principessa seguì il Numerologo che le faceva da timoniere nella traversata della sala affollata.

    Quando finalmente la fila davanti a loro si fu accorciata abbastanza da permetterle di vedere chiaramente il trono e il suoi due occupanti (mentre, di contro, quella alle loro spalle si era allungata), il Signor Cesare -che stava di guardia alla base della breve scalinata- la accolse dapprima con un inchino di saluto, prima di voltarsi a controllare la situazione al cospetto dell'Autocrate, e farle cenno di proseguire non appena i precedenti visitatori si furono congedati ed allontanati.


    Maestà, maestà, è un onore servire al vostro fianco.
    esordì Augustus, accanto a lei, inchinandosi e sorridendo a Lowarn

    « Buonasera, Fratello Lowarn! Buonasera, Re Ren! »
    salutò, facendo la riverenza e ricordandosi del gioco del Volpino
    « Siete davvero tanto carini!
    Spero che passiate una bella e felice serata...! »


    Niente di troppo complesso o elaborato, ma... Se si chiamavano "Saluti all'Alfiere" andava bene così, no? Così, sentendosi soddisfatta di aver fatto quello che doveva, eseguì un altro inchino di congedo e regalò ai Fratellini un gran sorriso raggiante, prima di affiancarsi nuovamente al suo amico e discendere i gradini per tornare a mescolarsi con la calca.

     
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    Ci furono altri arrivi, annunciati dal solito ciambellano pasciuto e rubicondo, di gente che aveva realizzato appena in tempo che non era quella la serata in cui sarebbe stato ritenuto chic arrivare in ritardo. Evangeline ne riconobbe alcuni nomi, ma ben poche delle loro facce, queste ultime persone con cui aveva già avuto a che fare per ragioni d'affari – personali o familiari. Warren non si era neppure voltato dall'altra parte, indaffarato con alcune tartine al salmone che stavano facendosi sempre più rare.

    Solo l'apparizione dell'Alfiere Errante riuscì a distogliere l'attenzione dell'homunculus dal buffet. Evangeline stessa aveva visto il cugino soltanto una volta prima di quel momento, e solo alla sua incoronazione avvenuta nemmeno troppo tempo prima. Anche allora non aveva avuto alcun modo di parlargli, e chissà se quella non sarebbe stata la prima volta: in fin dei conti i due erano alleati, oltre che parenti.

    La folla si divise come, commentò Warren, il Mar Rosso, qualunque cosa ciò significasse, richiudendosi man mano che il sovrano, la cui scelta di portare un abito all'Occidentale e la mancanza di una corona sorprese non poco la Matrona, percorreva la passerella che conduceva al suo trono. Evangeline si dovette portare una mano alla bocca per nascondere una smorfia di disagio quando notò dove gli sguardi di molte fanciulle presenti si stavano posando. Lowarn era indubbiamente un bel ragazzo, ma no, no, e poi no. Era prima di tutto suo cugino.

    Altro elemento inaspettato fu la sfilata del fratellino – lui sì, con la testolina adornata da una corona – che, alla fine, venne fatto sedere noncurantemente sulle gambe del neo-Alfiere. Gesto che Evangeline ritenne a dir poco adorabile, e che le fece rimpiangere per un momento non aver portato con sé sua sorella Amélie a quella festa, prima di ricordarsi quanto sarebbe stato difficile spiegare a quest'ultima tutta la faccenda di essere nate da due papà diversi, e tutto ciò che ne conseguiva.

    Quando Lowarn si sedette sul trono, sulla sala calò il silenzio. Stava per arrivare il momento che il matronato/duumvirato di Altatorre temeva più di tutti, e per il quale Evangeline e Gaspode (e Warren) avevano deciso di non essere coloro che avrebbero rotto il ghiaccio. A pensarci fu infatti una minuscola donna avvolta in un abito rosa confetto.

    La famiglia Lalariku è lieta di offrire i suoi omaggi al futuro Alfiere.
    Nella figura di vostra Madre, abbiamo scoperto la nostra Salvatrice.
    Ci ha offerto asilo e rispetto, in cambio noi vi offriamo la nostra Saggezza e Conoscenza.


    « Una di loro tiene il Magisterium in mano. Pesce grosso. »
    « Sì, Shantotto, » disse Evangeline. « Mio fratello me ne ha parlato. »

    Lady Lalariku evocò – in mancanza di una parola migliore – un tomo dall'aria antica con una copertina in pelle nera e un lucchetto a sigillarne le pagine. Lo fece galleggiare nell'aria fino a quando non si accomodò sulle ginocchia dell'Alfiere accanto al bambino.

    A seguire fu un individuo alto e slanciato, dai lunghi capelli biondi ossigenati e le orecchie a punta, presentatosi davanti all'Alfiere in quella che Evangeline riconobbe essere l'alta divisa militare laputense.
    « Mezz'elfo, » suggerì Warren, leggendo lo sguardo della Matrona.
    « Carino. »

    La famiglia Derìnha e l'esercito Errante omaggiano la vostra ascesa.
    Dovere e Onore guidino il vostro Comando.


    « Derinha...? »
    « Sildavin Derinha. Supervisore in capo dell'esercito. Altro pezzo grosso. »

    Stavolta fu Evangeline a concedersi qualche occhiata più approfondita al militare, ma ogni interesse venne smorzato brutalmente quando egli si ritirò per lasciare spazio al prossimo in lista.
    « Ugh, il diadema. »
    Sospirò. Aveva sempre avuto un debole per gli uomini con le orecchie a punta, ma non era mai riuscita a prendere sul serio quelli che adornavano il proprio capo con diademi che, per quanto riguardava i suoi gusti personali, non avevano alcun posto sulla fronte di un uomo. Erano un pugno in un occhio.

    Venne subito dopo un uomo mezzo nudo dalla pelle scura come il caffè dal cui capo spuntavano un paio di poderose corna ricurve. Ancora una volta Evangeline udì i gridolini e i commenti sospirati di molte delle signore e signorine che non avevano mancato di notare i muscoli scolpiti di quel tale, messi in risalto da dei tatuaggi dorati dai motivi geometrici.

    L'unione degli Ancalagon offrei i suoi omaggi al futuro Alfiere.
    La Matrona inarcò allibita entrambe le sopracciglia quando notò che quel mezzo spogliarellista che avrebbe fatto una migliore figura al Deep Blue (ammesso sarebbe stato in grado di durare più di un mese) che in un contesto simile stava tenendo le mani in tasca.
    Lunga vita all'Alfiere

    « Ma che... »
    « ...cafone? »
    Evangeline annuì. Sentire dire qualcosa del genere a Warren caricava la situazione di gravità.
    « Chiaramente. »
    « Lord Keshir Ancalagon, se non vado errando. Drago, ma perfino Iakh Mayr è più rispettabile. »
    La Matrona aggrottò le sopracciglia. Iakh Mayr, il drago che presiedeva sui Giardini di Ruggine nella parte sotterranea di Altatorre, quella su cui non era ancora riuscita a stabilire il suo controllo. Aveva sentito dire che, anziché oro e gioielli, accatastava vecchi rottami.

    Una scia di incensi annunciò il passaggio di un anziano che né Evangeline né Warren stavolta riuscirono a riconoscere. Separatosi dalla folla ai bordi della pista da ballo, raggiunse l'Alfiere fra i bisbigli sospettosi dei nobili locali. Warren si portò una mano alla fronte.
    « Oooh! » disse, « Adesso ho capito chi è. »

    La famiglia Siverkin è lieta che sul trono segga una Guida Illuminata.
    Gli avi, attraverso i loro spiriti, vegliano su di noi e ci portano consiglio.
    Memento.


    « Jonah Silverkin, » spiegò Warren, « necromante. »
    « Ah. »
    « 'mbè? »
    « Uh? Oh, niente. A proposito, i preparativi? »
    « Quasi ultimati, mi dicono da fuori. »
    « “Quasi?” Ma è solo un... »

    Warren si strinse nelle spalle.
    Evangeline fu costretta ad assistere mentre venne preceduta da, nell'ordine: Omar El Alan, un mercante che conosceva di fama, che si lanciò in legittime ma del tutto fuori luogo proposte d'affari subito dopo i propri omaggi al nuovo Alfiere; madame Honda, chiropratica dalla spiccata mancanza di buonsenso; Yitto Turkon, uomo su cui la demenza senile non doveva essere stata clemente, e la figlia Ginette, procace zitella d'assalto. Evangeline dovette soffocare una risata quando questi ultimi vennero allontanati dal signor Borgia.

    « Siamo pronti, » le sussurrò finalmente l'homunculus dopo essersi dovuta sorbirsi una sequela di omaggi e richieste da personaggi sempre più improbabili.
    Evangeline prese un respiro profondo, e prese a camminare verso il trono con passo sicuro. La nobiltà di Laputa si aprì al suo passaggio, mentre nella Sala cominciarono a levarsi bisbigli ora rispetto alla sua identità e posizione, ora rispetto al suo abito, ora alle sue forme.

    Lowarn Galanodel somigliava alla madre in modo sbalorditivo. Evangeline stessa si ritrovò a soffermarsi per un secondo su quanto ella stessa avesse in comune con l'Alfiere sul solo piano della fisionomia, considerato come essi fossero a loro volta figli di due fratelli gemelli. La stessa Matrona aveva preso molti dei suoi lineamenti dal padre, del resto.

    « Come vostra nuova alleata, Altatorre tutta è lieta di poter offrire i propri migliori auguri e le più sentite congratulazioni al nuovo Alfiere. Che la nostra amicizia da poco iniziata possa resistere alla prova del tempo e alle difficoltà. »
    Si esibì in un breve e appena accennato inchino.
    « Anche noi abbiamo pensato di offrire un presente. Qualcosa che rappresentasse ciò che di meglio possano offrire il vostro Presidio e il nostro Distretto a forze combinate~ »
    Batté le mani, voltata verso l'uscita.
    « Fatelo entrare! »

    Nascosto in mezzo alla calca, Warren rispose con un cenno d'assenso, e mormorò qualcosa di inaudibile al ciambellano. Qualche istante dopo, fece la sua comparsa all'ingresso un giovane uomo alto almeno un paio di metri, dai folti ricci castani e con un paio di occhiali da sole tondi che ne celavano gli occhi, che stava conducendo per una spessa catena di ferro quello che, a un primo sguardo, sembrava essere un cucciolo di lupo. Molti ospiti indietreggiarono disgustati, e alcuni di essi borbottarono parole di sdegno in merito a come la Matrona avesse pensato fosse una buona idea portare dentro una simile bestiaccia sporca e puzzolente. Erano gente rispettabile, loro!

    Né Evangeline né la bestia li degnarono tuttavia di attenzione; quest'ultima continuò a sfilare imperterrita fino a fermarsi alla scalinata, davanti alla quale si sedette placidamente. A un osservatore più attento sarebbe stato presto evidente che non si trattava di un lupo, bensì di un cane-lupo dal manto blu sul dorso e bianco sul ventre. A nessuno fu chiara invece la ragione per cui gli altatorresi avessero preso tante precauzioni. La risposta era: un po' per fare scena, e un po' perché quel cane poteva essere a volte particolarmente recalcitrante.

    « Questa creatura è nata dall'unione di una rara lupa dei lampi con un cane di una razza ancora più rara venuta perfino da un'altra dimensione: l'American Great Lakes Hound! »
    Evangeline aveva perso almeno un paio d'ore a preparare quella pur piccola presentazione, una buona parte delle quali dovette dedicare al cercare di non scoppiare a ridere come una cretina nel momento in cui doveva declamare quella spaventosa panzana. American Great Lakes Hound? Anche se suonava in qualche modo verosimile, non riusciva a mantenere un'espressione seria quando associava un nome del genere a Gaspode, il vero padre di quella bestiola, nonché un cane che riteneva addirittura offensivo essere scambiato per qualsiasi cosa “di razza”.
    « La madre è nata e cresciuta ad Altatorre, mentre il padre è di Laputa! » Ammiccò in modo quasi impercettibile. Il suo socio le aveva assicurato che Lowarn avrebbe probabilmente capito il messaggio implicito. « Ha due mesi e mezzo~ »

    Julian liberò il cane dall'enorme catena attaccata alla sua pettorina e lasciò che quest'ultimo decidesse cosa fare in quella nuova situazione. Il cucciolo, a cui Gaspode prevedibilmente non aveva dato alcun nome, si guardò intorno con fare inquisitivo, la testolina reclinata di lato gli occhi azzurri che si posarono prima sulla Matrona e poi sull'Alfiere – lo sguardo, notò Evangeline, era l'unica cosa che avesse preso dal papà. Per fortuna.
    Alla fine, dopo un gesto che assomigliava sospettosamente ad un'alzata di spalle, decise di salire le scale per avvicinarsi al suo nuovo padroncino, scodinzolando a malapena. Anche il savoir faire era tutto di Gaspode.

    Evangeline si congedò dopo un altro inchino, seguita subito dopo da Julian, che si allontanò dalla Sala. La Matrona si fermò invece a rivolgere un altro sorriso a Cesare Borgia, sperando di incoraggiarlo, poiché gli ospiti sarebbero finiti prima o poi, e di fargli presente che avrebbe scambiato volentieri due parole con lui più tardi. Ci credeva molto, nella forza del linguaggio del corpo.

     
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