Drink With The Living Dead

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  1. Kuma
     
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    « Poco, » rispose Denver a Ghiaccio, « credo non molto più di te. Sono qui unicamente per vedere il tuo avversario attuale dal vivo. Se mi diverto, è perché anche se fossi stato scelto al tuo posto, non sarebbe stata una brutta sbronza a impensierirmi. Buona fortuna, a proposito. »
    Alzò il suo bicchiere. Il suo sorriso di incoraggiamento sembrava sincero.
    « Dico sul serio. Non pensare che ce l'abbia a male con te solo perché vuoi la mia testa. »

    Allo sbottare di Medea, il tempo parve fermarsi all'interno del Diavolo Assetato. Almeno tredici paia di occhi si concentrarono sull'elfa per due, lunghissimi secondi che parvero minuti. Ciascuno degli avventori aveva reagito con un'espressione diversa – faceva eccezione giusto il misterioso cavaliere solitario, che non si era mai tolto l'elmo da quando i quattro erano entrati, e pertanto non era possibile capire cosa avesse in mente.

    Il barista smise per un momento di lucidare i bicchieri. Al tavolo dove si era seduto Curtis, Hevmersi finì il suo gin con un ghigno divertito, mentre Firean era rimasto invece a fissare la scena con i muscoli visibilmente in tensione, così come i quattro membri dei T-ROLL ai piedi del piccolo palcoscenico.
    Denver Brockmann arricciò le labbra per trattere una risata. Dall'altro capo del locale, vicino alle porte ad ali di pipistrello, il vecchio Li Kao tentò di fare altrettanto, ma con meno successo: cercò così di dissimulare così l'ilarità con dei colpi di tosse.
    Il gigante biondo in mezzo al locale alzò sorpreso le sopracciglia, prima di tornare a occuparsi degli affari propri, ovvero osservare distrattamente i clienti del locale e ogni tanto il soffitto.
    Infine, Tomas guardò Medea impassibile, un misto di stoicismo e indifferenza, con le braccia serrate davanti al petto mentre si dondolava sulla sedia.

    L'attenzione generale si spostò su Stanton. Costui avvicinò il volto emaciato a quello dell'elfa quasi fino a toccarla, e...
    ...lo allontanò.
    Disse soltanto: « Capirai fra poco. »

    Firean, Denver e il barista tirarono separatamente degli impercettibili sospiri di sollievo.

    Superato quel momento di inquietudine, era giunta l'ora di cominciare la sfida. Il barista fu sordo alle richieste di Curtis, a cui reagì con un'alzata esasperata di occhi. “Whisky,” aveva detto Stanton, e whisky fu servito a tutti e cinque. Liscio.

    Stanton, che nel frattempo aveva già svuotato il suo bicchiere in un singolo, vorace sorso, reagì con un grugnito seccato alla richiesta di Xavier di chiamarlo per soprannome. Ma non protestò. Lasciò finire di parlare il detective, e ascoltò svogliatamente le parole di Medea e di Ghiaccio mentre rigirava in mano il recipiente di vetro.

    Quando aprì la bocca, il mondo attorno ai contendenti svanì, come inghiottito da una luce lattiginosa. Qualche istante più tardi ritornarono al Diavolo Assetato, ma Stanton non c'era più, e nemmeno Denver. Girandosi verso il bancone, avrebbero constatato che il barista aveva in qualche modo guadagnato qualche capello nero in più – e pure qualche chilo – come se fosse ringiovanito di qualche anno tutto d'un tratto.

    Stessa sorte pareva essere toccata al locale: meno tarli e meno fori da proiettile, e in particolare mancava quello appena causato dal cowboy poco fa, e perfino il legno aveva un colore più acceso. Sul palcoscenico, un pianista secco di mezza età con un bel paio di baffoni a manubrio suonava motivetti allegri per la clientela del locale, mentre assenti erano i T-ROLL.

    I tavoli erano tutti occupati da uomini dai buffi cappelli a falda larga, ciascuno armato di almeno una rivoltella, impegnati a bere, fumare, giocare a carte o a dadi, o chiacchierare – di solito insieme. Della clientela di prima non era rimasta traccia...
    ...ma i quattro poterono individuare Stanton nella folla, sebbene il colorito più roseo e salubre e il volto meno scavato resero più difficile riconoscerlo. Per qualche ragione, non sembrava curarsi di loro, e stava piuttosto discutendo animatamente con l'uomo che gli stava di fronte.

    Ciononostante, era la sua voce quella che udirono rimbombare d'improvviso nelle loro menti, senza un'origine chiara, come se stesse venendo riprodotta da più altoparlanti in vari angoli di un teatro.
    « Mi chiamo Stanton Cree, » disse, « e sono morto tre anni fa. »

    La conversazione fra i due uomini si stava facendo nel mentre più accesa. Stanton si alzò con uno scatto dalla sedia, che si ribaltò e cadde sul pavimento con uno schiocco ligneo, e liberò la sua pistola dalla fondina. Con la mano tremolante di chi aveva bevuto troppo, la puntò verso la fronte del suo interlocutore, il quale non fece in tempo ad alzarsi e impugnare la propria arma che Stanton aveva già premuto il grilletto. Ubriaco o no, quest'ultimo era troppo vicino per mancare il colpo, e il malcapitato crollò sul tavolato, un fiotto di sangue che sgorgava copioso da un largo foro in mezzo agli occhi. Stavolta, non c'era stata alcuna fiammella.

    « Ho sparato a un uomo e ho finito quanto era rimasto nel suo boccale. Sono stato impiccato per questo due giorni più tardi. »

    Infatti, lo Stanton del passato afferrò la birra davanti a lui e la finì davanti agli attoniti presenti, che pure si erano attivati per averlo sotto tiro. Perfino il barista aveva materializzato un fucile da sotto il bancone.
    Cambio scena, e i quattro si ritrovarono all'esterno, nella piazza principale di un villaggio nel bel mezzo di una steppa calda e arida. In lontananza, a ponente, c'erano delle montagne. Di fronte a loro c'era invece un patibolo, e il corpo senza vita di Stanton che penzolava da un cappio fra gli applausi del pubblico.

    Subito dopo, la stessa luce di poco fa li riportarono dov'erano prima. Stanton era ancora in mezzo a loro, il barista aveva gli anni e i capelli bianchi di prima, e il resto della clientela giunta da Altatorre e dintorni era di nuovo al suo posto, come se nulla fosse successo. La fiammella ai piedi del bancone aveva smesso di bruciare, e dal buco si levava solamente un sottile filo di fumo.

    « Se vengo qui tutte le sere è perché Dio – o il Diavolo, o la Terra, oppure qualche spirito adorato dai pellerossa – mi ha maledetto a sfidare ogni notte qualcuno che sia disposto a tentare di tenermi testa bicchiere dopo bicchiere, o morire per mano mia. Quando troverò qualcuno in grado di sconfiggermi, potrò marcire in pace. » Posò il bicchiere vuoto sul bancone. « Secondo giro. »

    Stavolta era tequila. Nulla di più forte del whiskey, ma l'alcool del Diavolo Assetato sembrava essere più forte del normale; oltre al corpo, infatti, il bruciore del distillato pareva aver preso anche l'anima stessa. Curtis, Ghiaccio, Medea e Xavier avrebbero quindi realizzato che non sarebbe stata una gara particolarmente lunga. O che quantomeno non poteva prolungarsi.

    « Non ho idea di cosa siano, » disse freddamente il barista al gangster. « Mi dispiace, Guido, ma sarebbe contro le regole della gara. »

    A stento il barista senza nome aveva smesso di parlare che dietro di lui il troll ammantato di nero strisciò dietro al bancone senza far rumore, artigliando un sacchetto di mandorle e indugiando su un barattolo di uova in salamoia. Su quest'ultimo Kaos gli fece cenno di lasciar perdere.


    Drink With The Living Dead ~ Turno 7Hola, benvenuti a questo nuovo turno!

    Ciascuno di voi beve il proprio whiskey e... oltre a sentirne l'effetto sia nel corpo che nell'anima, assistete tutti alla medesima visione.

    Curtis, Ghiaccio, Xavier: Si tratta di un misto fra un'illusione e un'allucinazione causata dalle proprietà inusuali dell'alcool che vi viene servito, o forse della situazione stessa. Si può disperdere con una difesa mentale a consumo Basso come una normale tecnica psionica, se volete – di norma solo per voi stessi, a meno che non abbiate tecniche per dissiparle anche per conto terzi. Cionondimeno, sappiate che non è opera di Stanton.

    Tutti: Don, membro dei T-ROLL, potrebbe cercare di darvi una mano con degli stuzzichini. Questo va considerato separatamente dagli assist personali. Ammetto che è qualcosa a cui ho pensato sul momento dopo la richiesta in-character di Ghiaccio, quindi non ho ancora pensato ai dettagli del funzionamento di tutto ciò. Al limite posso suggerirvi di non farvi beccare da Stanton o dal barista mentre sgranocchiate una mandorla.

    Curtis: 25/100
    Ghiaccio: 25/100
    Medea: 25/100
    Xavier: 20/100
    Stanton: ???/???

    N.B.: Xavier ottiene una riduzione per merito della sua passiva di resistenza ai veleni.

    Scadenza: 04/06/2021, ore 23.59.
     
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