Il Nido

Campagna Written in Stars

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    Le cose stanno lentamente riprendendo il loro corso dopo la battaglia contro i Conigli.
    Si è ricreata una sorta di gerarchia di poteri, persone che decidono e persone che agiscno per il bene di tutti. Tutte le costruzioni per la guerra d'assedio vengono smantellate per ricreare ed ampliare il villaggio. Il lazzaretto è strapieno ed i medici sono in costante movimento per prestare le cure necessarie. Medium, shamani e monaci si muovono tra le varie case per aiutare le persone a superare il proprio lutto.
    In questo contesto generale, siete stati rapidamente assoldati per dare una mano.
    Il cavaliere, dotato di grande forza, è stato rapidamente reclutato dai mastri falegnami per smantellare le catapulte così da recuperare il legno ed utilizzarlo per costruire una nuova pagoda/tempio.
    Al contrario Sadrwn è stato adocchiato dalla classe medica e trascorre le sue giornate recuperando erbe utili a creare impiastri lenitivi e guaritivi.
    Al vostro fianco, constantemente, è presente il volatile dono della strana donna-uccello che avete conosciuto durante la vostra ultima missione. I tucani tendenzialmente restano appollaiati sulle vostre spalle, o teste, e di tanto in tanto si prodigano in qualche beccata fastidiosa sul capo. Quando, raramente, avete tentanto di allontarvi più del dovuto dal villaggio, ecco che i tucani son andati su tutte le furie; hanno intrapreso voli concentrici intorno a voi, uno starnazzare degno delle peggior oca, oltre che baccate fastidiose e dolorose. A conti fatti, pare, che le creature volatili non vogliono in alcun modo che vi allontaniate più del necessario dal villaggio di Umezan ed i suoi dintorni.
    I giorni trascorrono affaccendati e pieni di cose da fare, aiuti per il prossimo e per tutti i popolo dell'Ovest. Venite ricompensati con molte preghiere in vostro onore, pasti caldi e grande riconoscenza.
    Un giorno, poco prima del tramonto, i vostri tucani, Toto e Tutu, dopo aver preteso la vostra attenzione con un paio di picchiettii sul capo, intraprendono un rapido volo di albero in albero per guidarvi verso una direzione. La loro insistenza è tenace, quindi arriveranno a beccarvi a sangue se non li seguite. Vi incontrerete poco fuori il villaggio per continuare il vostro cammino all'interno dell'ampia foresta che ospita il villaggio.
    A diverse ore di cammimo vi ritrovate in una selva fitta, ma i vostri volatili ciceroni si muovono con maestria e sicurezza zigzagano tra tronchi e rami. Di colpo compiono un'ampia virata verso l'alto andando nel fitto delle fronte di un poderoso albero che intreccia i suoi rami con quelli vicini. Alzando lo sguardo noterete una stramba struttura in costruzione a circa 6 metri di altezza: si tratta di una sorta di nido creato da lunghi rami intrecciati tenuti insieme da una sostanza viscosa e marroncina di dubbia provenienza. Le pareti esterne del nido sono alte circa un paio di metri e scorgete all'interno delle pareti più sottili che fungono da divorosio tra i diversi "ambienti" del nido. Insomma un piccolo appartamento su misura di volatile. Le fronde degli alberi, di un verde piacevole, fungono da tetto alla costruzione oltre che accolgono uno stuolo di volatili variopinti e stranissimi.
    Uuuuuuurrrr
    Zufola una voce melodiosa quando vi scorge. Non riuscite a vederla perchè nascosta dai rami del nido. Eppure quella malia di dolce e miele già in qualche modo riesce ad avere presa sui vostri animi.
    Indovina indovinello, chi è giunto nel mio castello?
     
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    Dintorni di Umezan, Nishikaigan.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Oramai era passato già qualche giorno dalla battaglia finale con i Conigli, ma a Sadwrn continuava a sembrare passata non più di mezz'ora, l'immagine di Apus la donna-uccello ancora vivida nei suoi ricordi. Ogni volta che provava a scacciarne il pensiero scuotendo la testa e rinfrescandosi il volto con l'acqua gelida di un torrente vicino, esso riemergeva con la medesima forza prima dell'ora del pasto successivo. A volte la vedeva perfino nelle allucinazioni create da alcune delle sue miscele più forti.

    Sadwrn si trovava ancora nel villaggio di Umezan, nei pressi del quale aveva combattuto per conto di Xoy. Era stato convinto a rimanere per un po' più di tempo del previsto perché c'erano ancora diversi feriti di cui prendersi cura, e i guaritori del villaggio avevano bisogno di un erborista esperto che fosse in grado di selezionare con cura le piante che si trovavano nelle foreste circostanti e da esse ricavare unguenti medici. L'altra ragione era il fatto che, quando all'inizio aveva imboccato il sentiero che lo avrebbe portato a Hokugayama, Tutu fu molto persuasivo nel convincerlo a ritornare sui suoi passi, tagliandogli la strada, starnazzando, prendendolo a beccate perfino fino a ferirlo, e in generale a molestarlo più di quanto già non facesse di solito.

    Quando il Worren provò a ficcare il pennuto in una gabbia, quel maledetto si era rivelato a dir poco inafferrabile per lui e per tutti gli altri abitanti del villaggio. Avevano speso quasi un'intera mattinata a provarci.
    Ogni tanto il pensiero volava anche a Black, che era stato invece incaricato di smantellare le armi da assedio per ricavarne del legname da utilizzare altrove, e Sadwrn si domandava se anche lui avesse avuto simili problemi con il suo Toto, o semplicemente il cavaliere non avesse mai sentito la necessità di allontanarsi dal piccolo centro abitato. Sarebbe stato a dir poco spaventoso scoprire che un uccellino potesse avere la capacità di far desistere perfino un guerriero che girava con un'armatura di metallo che lo copriva dalla testa ai piedi. Chissà il becco di cosa era fatto.

    Dal canto suo, Sadwrn si era arreso al suo destino, sopportando stoicamente perfino i colpi che Tutu gli sferrava perfino nei confini del villaggio, come a ricordagli chi, esattamente, era il capo fra i due. Il Worren aveva afferrato ben presto il concetto. Quando, sul tardo pomeriggio del sesto giorno, Sadwrn sentì gli ennesimi colpetti sul capo, egli non si aspettò di vedere il tucano spiccare il volo verso il ramo di un albero vicino – e poi un altro, e un altro ancora, come ad invitare il giovane a seguirlo.

    Con loro, come scoprì fuori dalle porte di Umezan, c'erano anche Black e l'altro uccello. Proseguirono così in quattro fino al cuore di una foresta che si faceva sempre più impenetrabile mentre le ore di cammino si accumulavano lente. Sadwrn, i cui occhi riuscivano a vedere attraverso il velo della Notte, si ritrovò ad aprire la strada a Black a colpi di zappa dove necessario, e avvisandolo di ostacoli imprevisti su ciò che rimaneva del sentiero.

    Infine, Tutu e Toto presero quota e sfrecciarono verso le cime degli alberi. Sadwrn sollevò il naso e trovò, incastrata fra i rami, una sorta di casa-nido costruita con materiali di fortuna tenuti insieme da quella che sperò fosse una resina che non aveva mai visto prima d'ora. Il bordo era molto alto, ma era possibile comunque scorgere delle specie di pareti divisorie fra una parte e l'altra della costruzione.

    Uuuuuuurrrr, cinguettò una voce che Sadwrn riconobbe subito. Indovina indovinello, chi è giunto nel mio castello?
    Il volto del Worren si illuminò.
    « Apus! » chiamò, « Siamo noi, Sadwn e Black. Dobbiamo salire? Io non ho problemi! »
    Lui. Lui che aveva una coda con cui bilanciarsi e ben poco metallo addosso, e che si era già portato una mano alla bisaccia in cui teneva molte delle erbe e dei fiori essiccati ingredienti delle miscele che preparava solo nelle occasioni speciali.



    Edited by Kuma. - 29/2/2020, 01:35
     
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    Altresì ti ritrovasti
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    Silenzio -<>- Black -<>- Cavaliere del Silenzio -<>- Scheda -<>- IMG

    V’erano in quel mondo esseri divini, presenti in moltitudine, che dominavano con i più disparati metodi le mortali menti, deboli alle di loro lusinghe.
    V’erano in quel mondo, guerre fra universi e dimensioni, alle quali le moltitudini trovano difficile anche sol l’associare nomi e figure.
    Nella breve pausa che intercorreva fra la fine dell’epopea leporida e l’inizio dell’odissea astrale, il popolo dell’Est aveva iniziato la ricostruzione per far risorgere tutto quanto si riuscisse dalle ceneri della guerra, e qualunque mano era più che ben accolta; umana o equivalente.

    Al cavaliere spettò il fornire forza lavoro aggiuntiva: non sentendo fatica, il cavaliere poteva darsi da fare più di altri, spingendosi fino ed oltre i limiti che normali persone avrebbero potuto sopportare, e così rendersi in certi casi quasi indispensabile. Nel tempo che trascorse in quelle terre non avvenne più niente degno di nota, nulla almeno sino al giorno in cui il tucano della donnauccello non decise che fosse giunta l’ora di richiamare all’ordine i sottoposti della dea; qualche colpetto sul capo, una rapida occhiata, ed alle ultime luci del diurno le di lui ali s’aprirono per condurre il nero figuro, inoltrandosi nella foresta circostante.
    Non certo difficile era la deduzione del perché di quel comportamento.

    Districandosi tra gli alberi, nella fidata corazza ed al fianco di singolari compagni, il Silenzio non si fece attendere neppure dopo una giornata di duro lavoro sulle spalle, ed infine l’acuto sguardo del pennuto condusse i loro passi ai piedi di quello che pareva una villa a forma di nido.
    Lasciò, come già in altre occasioni, all’altrui l’introduzione e le prime parole, limitandosi nel suo a gustare la melodia della voce di Apus, alzando lo sguardo per ricercare ulteriori segni della presenza della loro Signora.

     
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    Toto e Tutu si librano in volo rapidamente e si spostano verso lo strano nido che è stato creato dalla Guardiana degli Uccelli del Paradiso.
    E' proprio quest'ultima che quando sente la risposta di Sadwrn si muove all'interno del suo piccolo appartamento, notate la zazzera di capelli (peli? piume?) marroncini che sbuca poco oltre il bordo di rami. Dopo breve, con gesti gentili, quasi come s levitasse, compare tutto il viso della Guardiana. La potete scorgere nella sua solita bellezza, una maschera a coprire il viso, in cui spiccano due profondi occhi blu oltremare. L'incarnato di base è pallido, ma imbellettato da ciprie scure che donano una certa abbronzatura rendono la Guardiana particolarmente esotica. Il fascino animale, poi, è quasi palpabile e su chi condivide con le bestie un certo grado di parentame, sentirà l'attrazione ancora più forte. Le ali multicolore fanno capolino proiettando la sinuosa figura di donna-uccello a mezz'aria e quindi a terra davanti a voi.
    Oh, i miei salvatori! Sapevo che eravate voi! Ihihihih
    Ridacchia mentre le ali si intrecciano sulla schiena scoperta creando un manto piumato multicolore. Le forme strette della vita, ora, sono ancora più sottolineate ed avvincenti; il seno, poi, risulta appena coperto.
    Non vi accoglierei mai nel mio Nido, è ancora in costruzione e impiegherò mesi per riuscire a completarlo
    Trilla cinguettuola mentre emette una serie di fischi e stridori scatenando un piccolo caos a mezz'aria. Una serie di volatili, da semplici piccioni a più complesse viverne, falchi, aironi, gru ed anche piccoli e grandi insetti, cominciano a sciamare verso il nido in più e più voli. Lo stormo si muove come se fosse una vera e propria "mano" che ora raccoglie rami, sterpaglie e guano e continua nella costruzione del piccolo e confortevole nido di Apus.
    Vorrei potervi offrire una comoda seduta, ma certo apprezzerete quando il Nido sarà completato. Sarete miei ospiti, di riguardo.
    Una lingua sottile e rosea passa sulle labbra coperte dal rossetto scuro mentre le dita artigliate estraggono un piccolo ventaglio di pizzo che la Guardiana sventola rapidamente per spezzare la calura umida del luogo. Apus si avvicina a voi due così da poter parlare con maggior calma, senza contare che ancheggia e sfila come fosse una modella. Sorride, consapevole della malia che esercita su di voi.
    Vorrei esprimervi la mia graditudine per quando avete fatto per me e per i miei fratelli.
    Durante il nostro ultimo incontro non ho potuto ringraziarvi e nemmeno spiegarvi i motivi della mia comparsa.

    Vi sorride con calma. Fa una lunga pausa e poi civettuola aggiunge.
    Sperando che sia stata una comparsa...piacevole, ecco.
    Falsa, falsissima, ricerca e spera di essere adulata.
     
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    Sadwrn si accorse del viso di Apus fare capolino dai rami che componevano la parete del nido di lei. Quest'ultima sembrava galleggiare come se fosse sospesa in aria – invero nulla di così straordinario, considerato che si trattava di una donna con tratti da uccello.
    Era bella come se la ricordava, se non persino di più. Non c'era stato un giorno in cui fosse riuscito a non pensare a lei in quell'ultima settimana, eppure era come se stesse guardando in quei limpidi occhi blu per la prima volta, o la sua pelle abbellita con polveri misteriose. Il Worren sentì il proprio cuore mancare un battito quando Apus scese dinnanzi a lui.

    Oh, i miei salvatori! Sapevo che eravate voi! Ihihihih

    Sadwrn sorrise e annuì contento ma, avendo Tutu annunciato il suo arrivo poco fa come Toto quello di Black, non fu troppo sorpreso. I suoi occhi rimbalzarono indecisi dagli occhi di lei al seno, dal seno agli occhi di lei...

    Non vi accoglierei mai nel mio Nido, è ancora in costruzione e impiegherò mesi per riuscire a completarlo

    Subito dopo quella frase, Apus emise una serie di trilli e versi che attirarono innumerevoli uccelli al suo cospetto, uno spettacolo tanto straordinario quanto al tempo stesso così naturale, oltre che a insetti di ogni dimensione e perfino delle piccole viverne, di quelle che la sua tribù considerava selvaggina. Ciascuna di queste creature accorse al suo nido, recando con sé ora ramoscelli e sterpaglie, ora perfino escrementi per completare l'opera e compiacere la donna.
    Ma gli occhi di Sadwrn continuavano a rimbalzare dagli occhi di lei al seno, dal seno agli occhi di lei...

    Vorrei potervi offrire una comoda seduta, ma certo apprezzerete quando il Nido sarà completato. Sarete miei ospiti, di riguardo. disse, Vorrei esprimervi la mia graditudine per quando avete fatto per me e per i miei fratelli. Durante il nostro ultimo incontro non ho potuto ringraziarvi e nemmeno spiegarvi i motivi della mia comparsa.
    Ci fu una breve pausa.
    Sperando che sia stata una comparsa...piacevole, ecco.

    « Graditissima. » Sadwrn optò finalmente per gli occhi. « E anzi, spero in realtà che questo nostro incontro possa durare molto più a lungo dell'ultimo. »



    Edited by Kuma. - 25/3/2020, 00:20
     
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    Silenzio -<>- Black -<>- Cavaliere del Silenzio -<>- Scheda -<>- IMG

    La loro signora non si fece attendere, e ben presto si pose dinnanzi agli occhi dei dal canto di sirena richiamati; si librò in aria, in leggiadre movenze di piume e d’ali, e fu allora, che la splendida donna si mostrò interamente, cinguettando adulatrici parole, e vagando con lo sguardo verso i suoi sottoposti.
    Impossibile era l’impresa di smuovere da lei la concentrazione ed anzi, si dimostrava contraria ad ogni volontà di coloro che al cospetto suo si trovano: riuscendo ella a rapire ben più di qualche senso, era riuscita a far propri i servigi sia dello sciamano che del cavaliere.

    Spettacolo per i sensi, e almeno all’apparenza degna di fiducia, la splendida Apus aveva ancora molto da raccontare eppure, in virtù d’un’educazione che aveva ereditato il Silenzio non diede per molto tempo sfogo alla propria curiosità.
    Limitandosi quindi al mero osservare, decise d’attendere che il canto d’uccello lasciasse spazio ch’egli con le sue parole avrebbe potuto riempire.

    E lei ridacchia, rispondendo ed intavolando la conversazione, immediatamente portando l’argomento nella direzione da lei desiderata; sfoggia il controllo che possiede sugli altri volatili, offrendo una futura visita nel Nido, e si atteggia e si muove non poco divertita dal potere che è ben conscia di possedere.
    Apre nuovamente bocca, ancora una volta catturando l’udito degli astanti, e questi ultimi non fanno attendere risposta.

    Dopo aver lasciato iniziare il compagno, il cavaliere poté quindi intervenire dicendo la propria, e finalmente poter condividere il piacere del discorrere con colei la quale le brame richiedono.

    “Piacevole. Mia Signora, ”


    Enfasi sul soggetto, accompagnata da un leggero inchino.

    ”questa parola non rende minimamente l’idea di quel che è possibile provare al vostro cospetto.”


    Non v’è tremore nella voce, la quale come sempre risulta limpida e chiara, semplice e cristallina, se non persino di più per rendersi il più possibile comodo per lei da ascoltare.

    “Incontro. Condividendo la speranza, confido che possiate fornirci suddette spiegazioni, cosicché si presenti per noi la possibilità di farvi dono dei nostri servigi.”



     
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    Cinguettuola Apus continua a mangiarvi con gli occhi. Il suo è un gioco fatto di sorrisi, risate, complimenti e poi repentini allontanamenti. Una danza di cui sembra conoscere il ritmo, le cadenze e la prsecuzione. Gioca con voi come il gatto con il topo, ma probabilmente non è mai stato così piacevole essere un topo.
    La Guardiana si porta tra voi due ed incrocia le gambe sino a sedersi al suolo. Le ali raccolte intorno al suo corpo le danno quasi l'impressione di esser un totem o qualcosa del genere.
    Abbiamo tutto il tempo di cui abbiamo bisogno.
    Zufola allegra prima di emettere un fischietto profondo. A tale richiamo giunge rapida una ghiandaia che le poggia al fianco una sorta di bicchiere di fango cotto pieni di lombrichi o vermi simili. Apus ne artiglia un paio e li divora con gusto. Sposta il bicchiere in avanti così da poterlo condividere con voi.
    Sentitevi liberi di dividere questo pasto con me.
    La gentilezza del tono, come al solito è sin troppo dolce e piacevole, anche se il movimento dei vermi va di contrasto con quello che l'ibrida vi invita a fare.
    Vi ho chiesto di tornare perchè vorrei che voi foste i miei cavalieri nelle guerre che verranno.
    Voi i cavalieri ed io la principessa, che dite? IHIHIHIH

    Ancora si copre il viso dietro il manto piumato sfoggiando una modestia che non le è propria.
    L'Ofiuco, uno dei miei fratelli Guardiani, ha rubato la Matrice, un potente artefatto che garantisce la sopravvivenza del nostro mondo. Lo ha portato qui nel vostro piano di esistenza per rubare le essenze di altre creature e rivederle. Credo voglia creare un piccolo esercito per garantirsi una piacevole permanenza qui.
    Vi spiega con tranquillità mentre continua a cibarsi di tanto in tanto di qualche lungo verme sporco di terriccio. Notate che quando parla dell'Ofiuco la vostra principessina si stizzisce e pare imbronciata, ma non si lascia mai perdere d'animo.
    Sta affamando il nostro mondo, così da poter tornare come vincitore.
    Io e gli altri Guardiani siamo arrivati qui per riprenderci la Matrice e....ho pensato che voi potreste essere i miei Cavalieri! IHIHIHI che ne dite?

     
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    Abbiamo tutto il tempo di cui abbiamo bisogno.

    Sadwrn sorrise, ma non fece in tempo a chiederle se avessero invece tutto il tempo che volessero che Apus richiamò con un fischio una ghiandaia. Questa giunse stringendo fra gli artigli un bicchiere di terracotta che traboccava di larve, lombrichi e insetti vivi. Apus ne trangugiò un paio con un certo entusiasmo, poi allungò il recipiente ai suoi due piccoli e obbedienti guerrieri.

    Sentitevi liberi di dividere questo pasto con me.

    « Uh... Itadakimasu? » Sentirsi “liberi” era una parola. Il Worren non sarebbe mai stato in grado di disobbedire a quella voce. Sadwrn prese così un grosso bruco e lo aspirò come avrebbe fatto con degli udon. Se lo rigirò in bocca con fare incerto, decidendo dopo alcuni secondi di risparmiarsi la masticazione. Abbozzò un sorriso. « Viscido, ma gustoso! »

    Almeno non era ripieno di cioccolato, pensò fra sé.

    Vi ho chiesto di tornare perchè vorrei che voi foste i miei cavalieri nelle guerre che verranno.
    Voi i cavalieri ed io la principessa, che dite? IHIHIHIH


    Questa volta riuscì a trattenersi dal darle corda, e rizzò le orecchie. Guerre. Altre guerre da combattere, come se non ne avesse già una importantissima in corso di cui occuparsi. Sadwrn aveva accettato di combattere contro i conigli solo per proteggere il Nishikaigan, e avrebbe dato più che volentieri una mano ad Apus nei limiti del possibile, ma...
    ...lasciò che continuasse.

    L'Ofiuco, uno dei miei fratelli Guardiani, ha rubato la Matrice, un potente artefatto che garantisce la sopravvivenza del nostro mondo. Lo ha portato qui nel vostro piano di esistenza per rubare le essenze di altre creature e rivederle. Credo voglia creare un piccolo esercito per garantirsi una piacevole permanenza qui. spiegò la donna. Sadwrn udì un'inusuale nota di stizza nella sua voce. Sta affamando il nostro mondo, così da poter tornare come vincitore. Io e gli altri Guardiani siamo arrivati qui per riprenderci la Matrice e....ho pensato che voi potreste essere i miei Cavalieri! IHIHIHI che ne dite?

    « Apus, io... io sono costernato, ma... » Prese un respiro profondo. Calma, Sadwrn, calma. « Io sto già combattendo una guerra – proprio in questo Presidio. Qui sono nato e cresciuto, e... Apus- » allungò le mani per prendere quelle di lei « -combattere per te significa che dovrei togliere tempo ed energie a ciò che faccio per migliorare la mia terra. Vorrei tanto accettare, davvero, ma se lo facessi dovrei chiederti per forza qualcosa in cambio. Se non per me, almeno per il mio Presidio. So che puoi capire come mi sento. »

     
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    La Guardiana resta seduta tra voi due. Lancia qualche sguardo lascivo ora all'armatura silenziosa ora al Worren affascinato. Artiglia qualche insetto che continua a divorare con una certa fame. A quanto pare costruire un nuovo nido d'amore le costa fatica, per quanto potete esser certi che non abbia mosso nemmeno un dito, fa fare tutto ai volatili locali e non.
    Quando Sadwrn riprende la parola ed argomenta la sua risposta in senso negativo sin da subito la reazione della donna uccello è di colpo teatrale. Porta una mano al petto come se fosse stata appena accoltellata. Abbassa lo sguardo color oltremare che si fa lucido, prossimo alle lacrime. Quell'aura di seduzione si fa ancora più tenera, come una bellissima donzella in pericolo che ha proprio bisogno del tuo aiuto. Il tuo aiuto che però non giunge, ed anzi, con grande difficoltà il Worren riesce ad argomentare la sua risposta.
    Risposta che, ovviamente, è più che sensata. Sacrosante. Giustissima. Ma Apus non sembra essere proprio d'accordo. Forse egoista, bada ai suoi interessi.
    Quindi non mi aiuterai, mio tesoro?
    Lo sguardo velato di lacrime si volge verso l'uomo. L'espressione si fa cupa, afflitta e sconsolata. Ed è tutta colpa tua.
    Eppure...hai visto, che le nostre guerre sono intrecciate. L'una sfocia nell'altra e si alimentano a vicenda.
    Sceglie con attenzione le parole mentre poggia una zampa artigliata al suolo così da sporgersi verso di te. Si sporge in avanti, procace e seducente, mentre continua la sua opera di ammaliamento.
    Nulla è per nulla mio cavaliere. Io chiederei il tuo supporto in futuro, così come tu avrai l'appoggio della tua Regina Apus.
    Zufola allungando la mano libera verso di te, a poggiarsi sul petto, proprio all'altezza del cuore.
    Il nostro sarebbe un sodalizio stupendo. Ognuno trarrà vantaggio dall'altro. Intrecceremo i nostri destini insieme.
    Che l'intreccio sia metaforico o fisico, non è dato saperlo. Intanto Apus disegna sul petto del suo paladino piccoli spirali con il dito artigliato.
    Dimmi come io ed i miei Fratelli possiamo essere d'aiuto alla tua gente, e cercheremo di favorirvi. In cambio ti chiedo di rispondere alla mia chiamata quando avrò bisogno di te.
    Sbatte le ciglia lunghe e sorride dolce verso il Worren in attesa di una sua risposta. E' un'alleanza quella che gli chiede, non priva di rischi, ma probabilmente anche con diversi vantaggi.
     
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    Sadwrn si ritrovò più di una volta a domandarsi se controllare tutti quei pennuti richiedesse molte energie, o se Apus era semplicemente molto appetente. Dopo aver decretato che, in qualsiasi modo uno volesse interpretare la parola “appetente”, questa calzava alla perfezione quella creatura meravigliosa che aveva davanti, il Worren sospettò che gli insetti non dovevano avere un grande valore nutritivo.

    Quanto alla reazione di lei, il giovane non avrebbe mai potuto dire di non essersela aspettata, ma ciò non ammorbidì la stretta al cuore che ne seguì. Alzò una mano con fare incerto, come a prepararsi ad asciugare le lacrime della fanciulla senza sentirsene tuttavia del tutto degno, e il suo volto era tirato quanto i suoi denti s'erano fatti stretti.

    Quindi non mi aiuterai, mio tesoro?
    Disse Apus, i cui occhi gonfi di lacrime trafissero Sadwrn come pugnali.
    Eppure...hai visto, che le nostre guerre sono intrecciate. L'una sfocia nell'altra e si alimentano a vicenda.
    Si sporse in avanti fino a quando il suo viso non arrivò quasi a sfiorare quello di Sadwrn, il quale trovò difficile trattenersi dall'afferrarla e stringerla a sé.
    Nulla è per nulla mio cavaliere. Io chiederei il tuo supporto in futuro, così come tu avrai l'appoggio della tua Regina Apus.

    « Regina? » disse Sadwrn, ripetendo divertito la parola che aveva per un attimo rotto l'incantesimo. Sebbene non poté nascondere a sé stesso che l'idea di servire Apus come sua sovrana non gli dispiacesse del tutto, nemmeno per una donna come lei egli sarebbe mai riuscito a considerare ciò più di un semplice, per quanto sensuale, gioco.

    Il nostro sarebbe un sodalizio stupendo. Ognuno trarrà vantaggio dall'altro. Intrecceremo i nostri destini insieme.
    Quando Apus cominciò a disegnare spirali sul petto del Worren con l'indice, la mano di Sadwrn si mosse per afferrare quella della donna.
    Dimmi come io ed i miei Fratelli possiamo essere d'aiuto alla tua gente, e cercheremo di favorirvi. In cambio ti chiedo di rispondere alla mia chiamata quando avrò bisogno di te.

    « Se attraverso noi i Worren e gli Uccelli del Paradiso potranno contare gli uni sull'assistenza degli altri, allora sarò felice. Anche se fossimo solo noi due, sarò felice lo stesso, » rispose. « Ora come ora la nostra terra è minacciata da quattro cataclismi annunciati da una profezia – due sono già accaduti, e hanno distrutto l'isola di Berjaska e le pianure dell'Undarm, dove altri clan Worren vivevano. Io e altri volontari stiamo cercando di portare unità e fratellanza al Presidio. Cerchiamo la pace fra i vari popoli dell'Ovest umani e non, e tramite la pace la forza di resistere alle difficoltà future. »

     
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    Preferisci Principessa?
    La risposta di Apus giunge immediata e seguita da una risatina stridula. Vuole essere adulata, osannata e forse, più di tutto, vuole essere amata. Come tutti gli appartenenti alla sua razza è profondamente monogama, si lega in maniera indissolubile ad un solo maschio nella propria vita. Vanitosa, Apus, cerca ancora il cavaliere che la trasformerà in una Regina, a cui potrà donare la sua virtù e coronare una vita calda e piena di figli (eventuali ibridi son ben accetti).
    Lascia che il Worren afferri la sua zampa, compiaciuta dal gesto non trattiene un sorriso ed un brivido che schiude le piume del suo mantello. In un rapido secondo un trillo di luci e colori si mescola seguendo il brivido che smuove le piume. Un mare arcobaleno che si muove intorno le sue spalle e gronda fino alla vita.
    Un giorno mi piacerebbe poterti far ammirare i miei Regni.
    Ne saresti deliziato. Animali ed Ibridi sono pacifici sudditi. Nessuna serpe disdegna aiuto alle manguste, perchè tutti hanno chiaro il ciclo della vita. Viviamo insieme, sotto lo stesso cielo, e per mezzo della Matrice che ci garantisce energie, quindi cibo, acqua e la ricchezza della terra.
    Tu ed i tuoi fratelli, sono certa, adoreste Apodis.

    E' sincera e dalle sue parole il Worren potrà tinteggiare questo piccolo mondo, sperduto in una galassia lontana, dove miriadi di simil-Worren vivo in pace, sostendosi reciprocamente sotto l'egida di Apus.
    La donna uccello, quindi, stringe con l'altro artiglio la mano del suo Cavaliere.
    Sarò felice sapendoti al mio fianco.
    Difenderemo queste terre da questa profezia. Perchè come vedi, ho deciso qui di stanziare la mia dimora. E come darei la vita per Apodis, così difenderò questa mia nuova casa...con te.

    E' forse un invito alla convivenza? Il Worren troverà forse le chiavi di casa in un bagarozzo bluastro?
    Il Worren lo scoprirà solo a ristrutturazione finita.
    Schiude quella stretta di mani e si allontana appena Apus, quasi pudica, continua a giocare "al gatto ed il topo" con il Worren. Si alza mentre una serie di volatili planano per portare via il piccolo spuntino.
    Ti piacerebbe vedere il nostro Castello?
    Le piume dietro la schiena, un mare iridescente si schiude a mostrare per un breve secondo la nudità delle gambe e di un fondoschiena sodo. Priva di imbarazzo, anzi, volutamente ammaliatrice, la Guardiana già si incammina verso la bizzarra costruzione, che invero ospiterà Apus, ma anche tutti i suoi fratelli e sorelle giunti con lei.
     
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    Preferisci Principessa? rilanciò Apus con una risatina acuta che ricordava il cinguettare di certi uccelli canori. “Principessa” era già meglio di “Regina”, ma rimaneva il fatto che non esistevano reali fra i Worren, e più in generale Sadwrn si era sempre immaginato la vita di coppia in un altro modo – altre dinamiche, altre interazioni, altro tutto.
    Tuttavia, solo con uno sforzo di volontà inaudito egli avrebbe mai potuto sottrarsi al fascino che quella donna esercitava su di lui e, a quanto aveva notato, su chiunque entrasse in contatto con lei. Almeno fra gli uomini.

    Il problema era che il Worren nemmeno voleva sottrarsi.
    Un giorno mi piacerebbe poterti far ammirare i miei Regni.
    Ne saresti deliziato. Animali ed Ibridi sono pacifici sudditi. Nessuna serpe disdegna aiuto alle manguste, perchè tutti hanno chiaro il ciclo della vita. Viviamo insieme, sotto lo stesso cielo, e per mezzo della Matrice che ci garantisce energie, quindi cibo, acqua e la ricchezza della terra.
    Tu ed i tuoi fratelli, sono certa, adoreste Apodis.


    « Ne sarei lieto, » rispose Sadwrn sorridendo. Quando pensò poi meglio a ciò che aveva appena sentito, sbarrò gli occhi con stupore. « Aspetta, però, i tuoi regni? Nel senso che ci abiti, o nel senso che ne sei la sovrana? »
    All'improvviso, il titolo di “Regina” ebbe molto più senso. Sempre ovviamente che egli avesse compreso bene.
    Apus gli strinse la mano.
    Sarò felice sapendoti al mio fianco.
    Difenderemo queste terre da questa profezia. Perchè come vedi, ho deciso qui di stanziare la mia dimora. E come darei la vita per Apodis, così difenderò questa mia nuova casa...con te.

    « Un momento... Cosa? » disse, ma aveva capito benissimo: Apus gli aveva appena proposto di andare a vivere insieme a lei. Nella casa sull'albero che aveva di fronte.
    Quella situazione, osservò la parte del Worren ancora capace di pensiero razionale, stava evolvendo e al tempo stesso degenerando a una velocità vertiginosa.
    La donna lasciò la presa e si allontanò di qualche passo.
    Ti piacerebbe vedere il nostro Castello?
    Un rapido frusciare di piume rivelò per un istante le curve di lei.
    « Assolutamente sì! » disse pressoché di conseguenza Sadwrn, lasciando che la Terra guidasse le sue azioni.
    Sarebbe entrato nei dettagli di come avrebbe potuto far funzionare una simile unione... più tardi.

     
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