Guiding Light

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    { Chediya, al limitare di Fanedell; Notte }
    .pov - Aion

    Camminando insieme ad Amenunsis, hai scoperto due cose: che il cielo stellato sopra Chediya può essere anche più bello dei suoi tramonti, e che qualsiasi luogo, di notte, risulta più inquietante. Anche la valle più amena e pacifica di Endlos sembra nascondere orrori dietro ogni albero.
    Avete proseguito in linea retta per diversi chilometri - hai un'idea di cosa sia lo spazio? di come si misuri? - e per quasi tutto il tempo Ameunsis non ha parlato, se non per rispondere in modo laconico alle tue domande.
    In realtà, si è preso quel tempo per cercare di pensare al modo migliore di aiutarti. Non ha ancora le idee chiare a riguardo, è stanco e assetato e non vede l'ora di fare un bel sonno ristoratore. Immagina sia lo stesso anche per te, se non peggio: in fondo, stai pur sempre camminando su di un corpo a cui non sei abituati e - presto o tardi - per la prima volta potrai gustarti una sensazione che agli esseri umani è fin troppo familiare: la fatica.
    Sono passate circa quattro ore dal vostro incontro quando raggiungete una piccola capanna ai margini della foresta,
    costruita con rami secchi tenuti insieme da corde di canapa, legacci stretti e incrociati, un'enorme foglia strappata via a chissà quale pianta chiude l'ingresso e una massa di frasche è il tetto di quella che in pochi potrebbero chiamare casa senza dover dissimulare una risatina di scherno.
    Ameunsis ti fa cenno di seguirlo, quindi entra e lascia l'enorme foglia di lato, per permettere a te di fare altrettanto.
    L'interno è spoglio quasi quanto l'esterno: in un angolo, un pagliericcio di erbe fresche e profumate in cui dormire; sul lato opposto, una sorta di basso tavolino costruito artigianalmente, su cui campeggiano alcuni fogli di carta vergati a mano, un calamo e una penna d'oca, un lume a olio, delle posate e una ciotola di legno. Dalla trave portante scendono giù ondeggiando, appesi a una corda, due salami e una caciotta.
    Ameunsis ti riserva un sorriso accogliente:
    "Benvenuto nella mia... umile dimora."

     
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    La camminata durò parecchio, almeno così Aion credette, non aveva idea di come qui venisse misurato il tempo, oltretutto l'idea di un tempo lineare, dove si poteva solo procedere in avanti ma senza tornare indietro, lo disturbava. Per tutto il viaggio alternò momenti in cui faceva varie domande su qualsiasi cosa gli venisse in mente, e momenti, anche molto lunghi, di silenzio in cui rifletteva molto su qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione e sulla sua condizione. Prestava anche molta attenzione ai vari segnali che gli inviava il suo nuovo corpo, dolori ai muscoli, stanchezza, tutte sensazioni nuove e mai provate, bizzarre e curiose.

    La casa non era come se l'era immaginata, a dire il vero non aveva idea di come immaginarla. Una volta entrato rimase a lungo a bocca aperta a contemplare l'interno, ammirò il modo con cui i rami erano stati legati insieme e formavano tutta la struttura. "Ma è stupenda! L'hai creata tu?" Entusiasta ammirò alcuni degli oggetti cercando di capirne lo scopo.

    Energia: 105%

    Stato Mentale: Sempre smemorato ma tranquillo e incuriosito.

    Stato Fisico: Per ora bene.

    P.S. Scusa il ritardo, ieri ero esausto.

    P.P.S. Aion recupera l'energia spesa nella quest precedente? =/
     
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    Annuisce brevemente e fa di un cenno del capo l'inizio della sua risposta.
    Sì, l'aveva creata lui - e c'era voluto un certo impegno, nonostante fosse uso da lungo tempo a costruire e abitare ripari improvvisati. La sincera ammirazione di Aion, il tuo stupirti per le cose più semplici, lo lasciano contento, per certi versi quasi intenerito.
    "L'ho costruita io" conferma, qualora ce ne fosse bisogno.
    "Qui siamo al limitare di Fanedell. Si tratta di una foresta magica, abitata da una delle razze più antiche e illustri di Endlos. Ce ne staremo tranquilli fino a domani, poi vedremo di muoverci verso Palanthas. Sulla, strada, potremmo anche fermarci da una mia vecchia conoscenza. Potrebbe sapere qualcosa su di te."
    Così dicendo, allarga le braccia.
    "Mettiti pure comodo" conclude "e se hai altre domande, ti consiglio di farmele adesso. Domani avremo davvero molto da fare e altre risposte da trovare."

     
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    Le domande di Aion erano soprattutto incentrate sul funzionamento del corpo umano e su concetti che trovava strani, non riusciva a capire cosa fosse il dormire e a interpretare i segnali che il corpo mandava. Mentre il suo anfitrione rispondeva restava in totale silenzio e sembrava quasi che assorbisse le parole che ascoltava. Ad un certo punto venne colto dalla stanchezza, guidato dall’istinto si sdraiò sul pavimento e si addormentò profondamente. Se qualcuno lo avesse visto avrebbe anche potuto pensare che fosse morto, non emetteva nessun rumore e il respiro era appena percettibile.

    Energia: 110%

    Stato Mentale: Sempre smemorato ma tranquillo e incuriosito.

    Stato Fisico: Per ora bene.
     
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    Ameunsis ti guarda addormentarti e sorride senza riuscire a nascondere un certo compiacimento.
    "Riposa" dice sottovoce. "Domani sarà una lunga giornata."
    Poi prende una candela, se la porta vicino al volto e inizia a sfogliare un libro comparso da chissà dove, mentre a fior di labbra pronuncia strane parole dal significato oscuro.
    La sua notte è ancora lunga.

    [...]

    Ti svegli, fuori albeggia già da un po' e alle narici ti arriva un odore dolciastro.
    Una volta aperti gli occhi, vedi un indaffarato Ameunsis rientrare con in mano due cose che somigliano a strane scodelle pelose all'esterno e lisce all'interno, contenenti una brodaglia verdastra in cui galleggiano pezzetti policromi di cose che con ogni probabilità non hai mai visto prima, ma che ti vengono proposti come "frutti freschi". Insomma, è la tua prima prima colazione.
    Ameunsis inizia a mangiare di gusto, ha due profondi solchi scuri sotto gli occhi, probabilmente non ha chiuso occhio tutta la notte.
    "Hai dormito bene?" ti domanda.

     
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    Aion...

    Aion...

    Aion...


    Tutto intorno c'era il buio, Aion si guardò intorno senza però riuscire a scorgere nulla. All'improvviso una forte luce lo abbagliò, appena i suoi occhi si furono abituati scorse una figura indefinita avvolta in una candida luce. "Fratello... Riesci a sentirmi? Fratello..."
    "Chi sei tu? Dove mi trovo?" Stranamente il ragazzo non trovava spaventosa quella presenza, anzi, ci trovava un che di rassicurante.
    "Fratello, dunque non ricordi?" Improvvisamente la luce perse la sua intensità diventando debole e tremula. "Aion, non riesco a mantenere il contatto, Aion..." Velocemente come era apparsa la luce scomparve, e il ragazzo si senti cadere, come risucchiato da un nero vortice.

    Aion si alzò di scatto respirando velocemente, del sogno gli rimaneva solo un flebile ricordo, lentamente si guardò intorno, e cominciò a ricordarsi gli eventi del giorno precedente, ormai il processo di assimilazione nel mondo fisico si era quasi del tutto ultimato, adesso riusciva a dire il nome di quasi tutti gli oggetti che vedeva, anche se non aveva idea da dove venissero.

    Un dolce profumo gli venne alle narici e vide Ameunsis che gli porgeva una ciotola con pezzetti di frutta, alcuni riuscì persino a riconoscerli e a dargli un nome. "Grazie, grazie mille." Seguendo l'esempio del suo compagno assaggiò quello strano cibo tenendolo a lungo in bocca gustandone i sapori che riconosceva ma che era la prima volta che sentiva.
    "No so, devo avere sognato qualcosa, ma non ricordo molto." poi con voce quasi inpercettibile sussurrò l'unica parola che ricordava del sogno. "fratello..."

    Guardandosi attorno notò qualcosa di strano sul volto di Amos che d'istinto nomino occhiaie, senza sapere perché gli rivolse una domanda. "Hai dormito poco o male?"


    Energia: 110%

    Stato Mentale: Sempre smemorato ma tranquillo e incuriosito.

    Stato Fisico: Per ora bene.

    P.S. Ho cambiato il colore per rendere i dialoghi più leggibili, è solo provvisorio, devo cercare una tinta più adatta.
     
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    Amos sorride quasi con condiscendenza.
    "Hai un certo intuito" dice.
    "Non ho chiuso occhio, in effetti."

    Mentre continua a mangiare, con un cenno del capo punta verso una pila di libri, piccoli volumi polverosi, che giacciono ammonticchiati in un angolo.
    "Ho cercato informazioni, ma non ho trovato niente che potesse esserci di aiuto. Anche se..." continua, con la voce arrochita, "sono sicuro di aver già sentito parlare di qualcosa del genere."

    Si siede a terra, le gambe incrociate, e poggia accanto a sé la ciotola.
    "Ti senti pronto per partire? Non sarà un viaggio breve, e nemmeno semplice.
    E potresti scoprire o ricordare cose che non ti piaceranno.
    "

    Perché nessuno di noi, in fondo,
    ha mai avuto una vita felice.

     
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    Intuito, ecco una delle parole di cui non sapeva il significato, il giorno precedente si sentiva fuori posto, totalmente inadatto a quella esistenza, ma ora era diverso, si sentiva più integrato, più presente, più integrato. "Ti ringrazio molto." Pensoso si mise a fissare il liquido nella ciotola, come se potesse leggervi le risposte che cercava. "Chronosapiens, un nome bizzarro, secondo te cosa può essere? Il nome di una razza o un luogo a cui posso appartenere?" Pensoso fissò i frammenti di frutta che pigramente galleggiavano.

    "Pronto, direi di sì, mi rendo conto di quello che dici, ma non sapere nulla di ciò che si è, è terrificante." In silenzio fini il resto della colazione.


    Energia: 110%

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7 replies since 2/4/2021, 21:38   135 views
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