Deneb Eilean

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    Scathach131

    Deneb Eilean ~ N o m e «
    26 anni ~ E t à «
    Umana ~ R a z z a «
    Femminile ~ S e s s o «
    Fighter/Shapeshifter ~ C l a s s e «
    + ~ R e v i s i o n e «
    + ~ C o n t o «


    Fallen angel
    in the dark
    never thought
    you'd fall so far
    Fallen angel
    close your eyes
    I won't let you
    fall tonight

    C o r p o
    Sei bellissima. È la stessa cosa che ho pensato la
    prima volta che ci siamo incontrati. Quel giorno,
    davanti a quel tramonto sull’oceano dell’Ovest che
    ha suggellato il nostro amore. So che ogni secondo
    che trascorro ad ammirarti potrebbe essere l’ultimo,
    ma non riesco a distogliere lo sguardo. Sono innamorato
    di te, dei tuoi fini capelli color vinaccio e del tuo sguardo
    intenso. Mi mancherà poterti accarezzare e sentire il tuo
    corpo accoccolarsi vicino a me. Le braccia sicure che
    mi abbracciavano sono le stesse che adesso mi stanno
    dando la caccia. Era una scelta obbligata, da anni sei tu
    la guerriera più abile della vallata. Potevano mandare
    soltanto te ad abbattere la mostruosità che sono diventato.
    Ma io non riesco ad essere triste, perché mi è dato
    di vederti per un’ultima volta.

    M e n t e
    Tu invece sarai distrutta. So che dietro quella maschera
    da combattente infallibile c’è un intero universo che si sta
    frantumando. Probabilmente ti starai chiedendo perché
    proprio a noi due doveva succedere una cosa del genere.
    La nostra vita insieme era quasi perfetta. Starai pensando
    a tutto quello che potevamo essere insieme. Le piccole
    felicità di tutti i giorni, spazzate via da questa sottospecie
    di licantropia che mi ha trasformato in un abominio. Tu non
    vuoi vedermi ridotto così, ma non vuoi nemmeno essere tu
    a uccidermi. Vorresti cancellare tutto e sparire nel nulla. Ma
    io so che sei forte. So che ce la farai. Sai che sono io il primo
    che non può sopportare le stragi che il mio corpo sta
    provocando contro il mio volere. Tu mi libererai,
    ne sono certo.





    G á e · B o l g
    Impugna la tua lancia e non aver paura di colpirmi. Impugna quell’arma maledetta, di cui mi hai parlato molte volte senza nascondere un certo timore. È un cimelio della tua famiglia, ricavato dall’osso di una bestia marina che infestava i mari dell’Ovest. Ti sei allenata tutta la vita per maneggiarla, perché era il tuo dovere come erede della famiglia Eilean. Da quando sei stata designata come legittima proprietaria non sei stata più in grado di liberartene. Con uno sforzo considerevole riuscivi a trattenerla dal materializzarsi per qualche ora, ma raggiunto il limite compariva tra le tue mani accompagnata da un violento fascio di luce rossa. Non importa quanto lontano la scagliassi, quella tornava sempre indietro, al pari di un laser che disegna una spezzata nell’aria. Scherzavamo spesso su come fossimo al sicuro con quella lancia sdraiata sul letto insieme a noi. Ma la maledizione che impregna la Gáe Bolg non era qualcosa su cui riuscivi a ridere facilmente. Ti si legge in volto come ti stia consumando lentamente. C’è però una cosa che non mi hai mai raccontato: le ferite inflitte da quella lancia bruciano come l’inferno. Lo sto scoprendo solo ora, ogni volta che scalfisci questa pellaccia mutata. Ogni piccolo graffio è un tuffo fra le ortiche. Immagino che sia uno dei motivi per cui eviti il più possibile di usarla. Combattere così significa torturare lentamente il tuo avversario.

    L a n c e r · S u i t
    Continua a combattermi, amore mio, non farti intimorire. Dalla mia parte c’è la fitta oscurità di questo bosco, che l’istinto da licantropo sta sfruttando come farebbe un cacciatore notturno. Ti supero in stazza e velocità, ma tu sei più agile e precisa. La tuta protettiva che indossi è resistente e dinoccolata, ti lascia una libertà di movimento indispensabile per lo stile di combattimento di un lanciere. Ho sempre pensato che fosse dannatamente sensuale per essere un’armatura, e più di una volta mi sono lamentato di come alcuni uomini ti guardassero mentre ti allenavi. Mi zittivi sempre con un sorrisino malizioso, dicendo che in battaglia anche distrarre il nemico con le proprie forme può essere una strategia. Devo darti ragione: se adesso fosse ancora la mia parte umana a controllare i movimenti, sarei veramente distratto.

    E
    q
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    p



    N o t e
    Movenze acrobatiche

    A c r o b a t i c s
    Non fai un solo movimento inutile, ogni mossa è così perfetta che pare tu l’abbia pianificata in anticipo. Schivi con una capriola all’indietro, usi un tronco come appoggio per due passi verticali e mi scavalchi. La lancia è parte integrante del tuo stile acrobatico: un momento prima è un appoggio, subito dopo le fai disegnare un arco per calare un fendente e nel salto successivo la usi per cambiare direzione in volo. Il controllo che hai sul guizzo dei tuoi muscoli non finirà mai di sorprendermi.

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    N o t e
    {Variabile}

    C u r s e d · A u r a
    Sento che la bestia si è stancata di giocare, adesso attaccherà per uccidere. Parte alla carica e ti è subito addosso. Assisto impotente alla zampata che si abbatte sul tuo viso. Ma gli artigli ti scivolano addosso, senza sfiorarti. L’aria che ti circonda è strana, come intrisa di qualche potere sovrannaturale. Il licantropo sputa un grumo di bava acida, ma prima di raggiungerti si dissolve nel nulla. Anche questo è opera di quella maledizione? Nessuno può nuocerti, tranne la tua stessa arma.

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    N o t e
    {Variabile}

    D e a t h · P i e r c e
    I colpi normali non sono sufficienti per abbattermi. Devi rilasciare il potere di quell’arma, anche se ti spaventa, anche se continui a chiederti se non esiste un altro modo per salvarmi. Devi farla finita, altrimenti resterai senza forze e io… non voglio pensare a cosa potrebbe succedere. Uccidimi ora, Deneb. Vedo un bagliore rosso che illumina il sottobosco. La belva scansa istintivamente di lato, cercando riparo dietro un tronco. Non basterà, so cosa sta per succedere. La Gáe Bolg si tramuta in un flusso d’energia e scatta per inseguire la preda. Nascondersi è inutile, la saetta impazzita compie cambi di direzione assurdi, risalendo una traiettoria che sembra impossibile. La punta della lancia mi raggiunge dopo aver aggirato l’albero. Mi trapassa da parte a parte, all’altezza dello sterno. La fitta di dolore è talmente violenta che per un attimo mi sembra di scomparire. Che ironia, amore: questa è già la seconda volta che mi trafiggi il cuore.

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    N o t e
    {Medio}

    R e d · B l o c k a d e
    Un buco nel petto non è abbastanza. Perfino con il miocardio spappolato questa belva si rifiuta di morire. Mi muovo accecato dal dolore, cercando di travolgerti. Non riuscirai a seguire i miei movimenti ancora per molto, devi trovare un modo per immobilizzarmi. Qualche secondo dopo cogli l’occasione giusta, la punta della lancia affonda nella mia coscia, ma una puntura non basterà…! Prima che me ne possa accorgere, la gamba è diventata inerte come un blocco di cemento. La guardo: è interamente martoriata da un groviglio di lamine rossastre. Sembra che nella carne sia cresciuto un rovo infestante. Con una cosa del genere impiantata fino all’osso, quest’arto sarebbe da amputare. È una tortura continuare a sopportare queste ferite senza poter morire. Mi hai rallentato, adesso sarò un bersaglio facile. Ti prego, finiscimi.

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    N o t e
    {Basso}

    S t e p · F o r w a r d
    Ci siamo trascinati in una radura illuminata debolmente dalla luna. Sento che fra poco sarà tutto finito. Sei di fronte a me, in cima all’altura. Corri, ti accovacci e salti. Lo stacco è meraviglioso, ti sollevi verso il cielo di qualche metro. Con la lancia stretta in pugno, mi guardi. In questi occhi riesci ancora ad intravedere qualcosa di me? Avevo uno sguardo amorevole, un tempo. Ora non saprei dire cosa sto provando. Paura? Sollievo? Forse mi sono innamorato una seconda volta di te. Solenne come un angelo della morte ti sei levata in volo nella notte per giudicarmi.

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    N o t e
    {Variabile}

    S o a r i n g · S p e a r
    Sospesa in aria, ti prepari a scagliare la lancia con tutta la tua forza. L’aura che la ricopre è come una fiamma sacrilega. Sappiamo entrambi che questo sarà il colpo di grazia. Distendo le membra, non ha più senso resistere. La mia battaglia è finita. Vedo di sfuggita le tue guancie rigate dalle lacrime. Quanto vorrei baciarle un’ultima volta, sussurrandoti che andrà tutto bene. Ritrai il braccio, tendi il bicipite, la scagli. La lancia inizia la sua picchiata verso di me. Quando si è staccata dalla tua mano è sublimata in una splendida folgore rossa. Sai, non sono poi così triste. L’ultima cosa che vedrò sei tu, al culmine della tua forza e bellezza. Mi porterò dall’altra parte quest’immagine di te. Basterà appena un secondo e scomparirò nella luce; di me non resterà che un cratere rovente. Ricordati di com’ero nei nostri giorni più felici. Con la voce rotta dal pianto mi hai detto “ti amo”. Non piangermi tutta la vita, ti prego. So che avrai la forza di continuare senza di me.

    Anch’io ti amo, Deneb.
    Addio.

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    Edited by Jira - 17/6/2016, 18:39
     
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