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Gogonud, Squig, Segugi di LavaProfonda

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    Gogonud: Fra gli ambienti ostili visitabili nella Zona Sud, la terra di Geisine (detta altresì la Culla Rossa delle Fiamme) è quello che più annienta la biodiversità e la selezione naturale basata su istinto, mimetizzazione o semplice possanza fisica: qui regna l'adattabilità.
    Il Gogonud è un esemplare particolarissimo della fauna dell'intera regione: si presenta come un mammifero di dimensioni analoghe a quelle di un elefante, anche se la sua conformazione fisica lo classificherebbe più somigliante ad un grosso cetaceo. La stranezza è che questa creatura non vive in mare aperto, bensì nella lava.
    Il suo pelo, composto di piccoli tubi carbonici al cui interno risiede un liquido di composizione chimica sconosciuta, assorbe l'enorme calore prodotto del flusso magmatico in cui il Gogonud si immerge: un calore che viene immediatamente trasformato dal derma in energia "fredda", sfruttata per donare refrigerio ai principali organi e sistemi circolatori dell'intero organismo.
    Questa creatura usa sfondare la pietra lavica da poco sedimentata con delle poderose testate, in modo da formare cunicoli ai quali ricorre in seguito, per catturare le ignare prede che si addentrano nei sentieri del vulcano o nei pendii vicino alle bocche degli stessi.
    La dieta del Gogonud prevede l'assunzione di un'impressionante quantità giornaliera di minerali, nonché di una ricca dose di ferro, carbonio, fosforo e alcuni metalli rari. La dentatura, a differenza di quanto si potrebbe pensare, è fragile e composta da due arcate di denti di un materiale simile alla ceramica; la saliva del è intrisa di potenti agenti batterici capaci di ossidare, neutralizzare gli acidi oppure aumentarne l'efficacia, permettendo così all'animale una corretta digestione delle sostanze ingerite.
    Non v'è distinzione fra maschio e femmina di questa specie e risultano ancora ignote le modalità di riproduzione: sono eppure molti gli avvistamenti di Gogonud, poichè se sprovvisto di lava nelle vicinanze -in grado di fornire l'energia necessaria al loro metabolismo- il pelo dell'animale comincia ad illuminarsi di un rosso sempre più intenso, fino a dare vita ad una forte autocombustione spontanea.
    Il lungo collo sembra contenere al suo interno numerose sacche di cenere, utilizzate come materiale di rivestimento per le pareti "di rifiuto", ovvero ovuli di cartilagine contenenti le scorie provenienti dai complicati processi chimico-fisici interni.



    Edited by Jira - 13/10/2019, 18:29
     
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    Squig: I Goblin di Caverna sono anche noti per allevare le creature da loro battezzate squig, che scientificamente vengono chiamate Marasmius Foetidus Gigas e che, come il nome stesso rivela, si compongono di organismi vegetali appartenenti alla tipologia dei funghi. Esse si sviluppano per gemmazione nelle profondità delle grotte in cui i goblin arrivano a coltivarli e crescerli come se fossero bestiame. Gli squig hanno forma e dimensioni estremamente variabili, pur condividendo tratti comuni molto marcati: esteticamente si presentano come palle dai colori sgargianti, con fauci grandi quanto un'intera metà del loro corpo, piccoli arti rattrappiti, occhietti malefici e lunghe zanne. Notoriamente denti e muscoli costituiscono circa l'80% della materia organica di uno squig, i quali sono del tutto privi di organi. Il processo di decomposizione del cibo avviene chimicamente, attraverso minuscoli organismi simbionti che secernono gli acidi più potenti che l'alchimica conosca; gli squig sono pertanto capaci di divorare e digerire praticamente qualsiasi cosa, dalle carni alle ossa, dall'acciaio al legno. Creature voraci ed estremamente pericolose, possono arrivare a nutrirsi di quintali di cibo ogni giorno crescendo a dismisura, sebbene il loro ciclo vitale sia di appena nove giorni. I Goblin della Notte cacciano gli squig armati di arpioni simili a forchette giganti, che più che avere una funzione realmente offensiva rappresentano armi impressionanti per tenere a bada gli squig, grazie all'innata paura suscitata in loro. Oltre agli arpioni vengono usati vari strumenti musicali, quali cornamuse e piatti, dal momento che uno squig possiede un apparato uditivo così sensibile da portarlo alla pazzia se percepisce suoni troppo forti od acuti.
    A meno che non si abbia una buona dose di coraggio (o di follia) è decisamente poco consigliabile dare la caccia agli squig di caverna. Queste creature divorano per istinto ogni oggetto si trovi alla loro portata, compreso l'eventuale incauto cacciatore.
    Le carni dello squig sono velenose, ma se trattate in modo particolari (per esempio essiccandole) possono fornire potenti sostanze allucinogene conosciute in ambito alchemico. La parte più ricercata degli squig rimane comunque quella contenente i loro succhi gastrici, che tuttavia sono difficilissimi da reperire, perché per ottenerli è prima necessario riuscire a catturare uno squig vivo, impresa ardua perfino per i più audaci.
    Nota di colore: gli squig hanno uno stomaco abnorme, che forma una circonferenza perfetta all'interno del loro corpo collegandosi direttamente alla bocca (non hanno infatti collo, trachea né esofago). A stomaco vuoto questo incavo è ovviamente pieno d'aria, e poiché le carni dello squig sono estremamente elastiche e la belva non dispone di un apparato osseo se non nella zona delle mascelle, lo squig risulta una creatura capace di rimbalzare come una palla. "Pallasquig" è un gioco praticato da alcuni clan di Goblin della Notte (i quali -è stato notato- non a caso si nutrono sovente di varie specie di funghi allucinogeni che crescono nelle profondità delle grotte), in cui si prende uno squig di piccole dimensioni come palla e lo si calcia fino a infilarlo in alcune zone delimitate definite "porte", facendo attenzione a non colpire lo squig sulla bocca, pena l'asportazione totale del piede.



    Edited by Jira - 13/10/2019, 18:30
     
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    Segugi di LavaProfonda: Non è ben chiaro se queste creature appartengano alla famiglia dei felini o dei canidi, avendo caratteristiche peculiari sia dell'una che dell'altra specie. Gli esperti ipotizzano una loro discendenza persino dai rettili, o dai draghi. In realtà sono delle pantere dotate di scaglie, che prendono il nome di "segugi" per alcuni tratti del muso e per le lolro abitudini più canine che feline. Vivono in branchi di quattro o cinque individui, basati su una gerarchia matriarcale in cui la femmina dominante sceglie di volta in volta il proprio partner -nella stagione degli amori- e genera un solo piccolo per cucciolata. Come facilmente presumibile, sono predatori carnivori che sfruttano una tattica di caccia del tutto simile a quella dei leoni, avvalendosi di un olfatto sopraffino e di una grande agilità. Tuttavia, il loro vantaggio principale risiede nelle scaglie, il colore delle quali varia soggettivamente dal blu cobalto al nero, passando per il grigio cenere in condizioni normali. Questo manto, oltre a garantire un'ottima protezione fisica, ha la facoltà di mutare a seconda dell'umore dei Segugi. Con un comportamento comparabile a quello dei gatti che rizzano il pelo di fronte al pericolo, i Segugi di LavaProfonda rivoltano letteralmente tutte le scaglie del proprio corpo, cambiando colore e tingendosi di rosso-arancio. Quando ciò avviene, è opportuno stare alla larga da questi animali, poiché diventano parecchio aggressivi. Altra loro caratteristica, sempre legata alle squame, è quella di sopportare temperature incredibilmente elevate, tanto da consentire ai branchi di soggiornare sulle pendici dei vulcani o in crateri ribollenti sulle rive di enormi fiumi di lava.
    Al garrese, l'altezza delle femmine raggiunge il metro e mezzo e quella dei maschi il metro e venti. Da muso a coda possono arrivare a misurare fino a quattro metri, con un metro circa di coda. Sono dotati di artigli e zanne affilati e resistenti come rasoi.



    Edited by Jira - 13/10/2019, 18:31
     
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