Mio Aranwë.

Reggente di Sequerus, Alfiere del Presidio Ovest.

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  1. Ronin_
     
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    «Ogni frammento del Multi-universo è un fiore della conoscenza eterna – questo lo so!
    Ricercarlo e prenderlo fra le mani è quello che voglio fare.
    Però, mamma, ti dispiace se governo questo regno a modo mio, nel frattempo?»



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    Nome Mio Aranwë.
    Titolo Reggente di Sequerus, Signora delle Nove Famiglie Nobili.
    Età 16 anni.
    Razza Umana.
    Classe Letterata (Psiomante e Tecnocrate).

    Delega del Potere Esecutivo a Shimazu Akiyuki.
    Segni particolari Doti artistiche eccelse.
    Ama La lettura e la buona musica; non disdegna una calda tazza di tè.
    Odia I villani e gli ineducati; sopporta molto poco la vista delle armi.

    Revisione Qui
    Conto Qui


    Profilo.

    Mio-Hime.


    Primogenita del principale ramo degli Aranwë, Mio si è sempre distinta per l'acutissima intelligenza e l'amore per la conoscenza. Viaggia sempre quando è possibile, non disdegnando neppure le missioni pericolose (conosce tutta Sequerus, per l'appunto, con la sola eccezione di Klemvor: il padre, infatti, non le ha ancora dato il permesso di recarvisi). È sbarazzina e solare, capace di oscurarsi per ben poche cose. Non conosce molto del buon senso che occorre a un reggente, ma cerca di fare il meglio per tutti i suoi cittadini. Ama il suo ruolo – adora governare – anche se piuttosto spesso si prende della pausa dalla corona (a proposito: odia quello che lei definisce un brutto pezzo di metallo!).
    Dopo l'ascesa al trono, avvenuta all'età di undici anni, si è fatta fabbricare un'enorme biblioteca con un giardinetto annesso e gingilli tecnologici vari tali che le permettono di passare anche una giornata intera senza dover uscire dalla sala. Un lusso per pochissimi, ovviamente.
    Adora alla follia Akiyuki che ha riscattato – nessuno sa ancora come – dal Maelstrom, dove il guerriero vagava. Nonostante le proteste della madre, l'ha preso come Esecutore della Sua Volontà, titolo coniato da lei stessa e che adora tantissimo.
    Sopporta molto poco le armi e gli animali (ma soltanto per via del loro puzzo rivoltante) e disprezza totalmente gli ineducati, perché crede che una persona degna di questo nome debba conoscere l'educazione, il rispetto, la disciplina... solo per farsene beffe ogni tanto.
    Tuttavia, da quando lo Shimazu è al suo fianco, queste “vacanze” sono diventate piuttosto rare: si comporta, il più delle volte, come una perfetta dama di corte. Soprattutto (o quasi soltanto...?) nelle occasioni ufficiali, rare, a dire il vero, a Sequerus.

    Governare il Presidio.


    Tenere sotto controllo il Presidio dell'Ovest non è cosa semplice: eccezion fatta che per la città dei Sequerus e le poche colonie sparse nei dintorni, il regno occidentale – come tutti gli altri – è pericoloso e sempre in agitazione.
    I sahuajill costituiscono una delle più gravi minacce. Auto-esiliatisi da Sequerus un paio di generazioni prima, questi guerrieri selvaggi ha fatto del loro totem una religione: credono che l'inter Endlos potrà arrestare l'avanzata del Multi-universo soltanto eliminando le impurità e, così, hanno fatto di una lancia spezzata trovata decenni prima l'arma del loro fantomatico credo, basato sulla purezza della loro razza e sulla volontà di sterminio di tutti gli stranieri, come li definiscono loro. Si tratta, è vero, di una piccola frangia di guerriglieri che, in ogni caso, ha dato già diverse noie ai precedenti reggenti: da sempre Sequerus è un rifugio per tutti coloro che non si sentono appartenere agli altri luoghi, alle altre culture. È, quindi, un'enorme comunità mista che ospita all'interno moltissimi viaggiatori planari.
    Oltre i sahuajill, esistono numerose bestie che popolano la zona e che rendono la ricerca di risorse difficile. Tutti conoscono gli ouroboros, i serpenti alati, ma esistono altre varietà selvagge poco conosciute.
    Non si tralascino i predoni occasionali che colpiscono tanto sulla terra ferma che sul mare.
    E, infine, si citino i dissapori fra le famiglie (soprattutto, i Teeka dell'Isola di Berjaska), motivo di eterna tensione fra tutti i capi famiglia.
    Spunto di particolare preoccupazione offre il Maelstrom stesso che, nella sua volontà di onnipotenza, modifica secondo un gusto casuale gli scenari di Endlos, tempestandola di terremoti, divorando intere zone, cambiando la fisionomia genetica di piante e animali.
    Tutto questo rende Sequerus e l'intero Presidio Ovest un luogo piuttosto pericoloso. È pure vero che la Milizia – la forza di polizia interna, nonché esercito di volontari – si sforza di proteggere tutti gli insediamenti: ma Mio non ne saprebbe dire molto, visto che è Akiyuki che si preoccupa di quanto riguarda la guerra. E lei gliene sarà eternamente grata.

    Una graziosa principessa.


    Fisicamente, la Regina si presenta come una fanciulla che mostra l'età che possiede, fragile e delicata. Capelli non troppo lunghi e mossi, nocciola come gli occhi, una bocca sottile. Forme già mature, ma pur sempre da ragazzina. Non ha segni fisici particolari, eccetto che per l'aura regale che possiede e che non si limita a mostrare in ogni occasione. Veste con abiti diversi a seconda della situazione, preferendo l'eleganza alla comodità. Non ama gioielli o ostentazioni di potere del genere; tuttavia, può mostrare un attaccamento particolarmente deciso verso oggetti che le piacciono in particolar modo che, di solito, rimangono insieme a lei per diverso tempo.


    Capacità.

    Essere un Aranwë.


    La piccola principessa è la primogenita del signore degli Aranwë. Questo comporta il vantaggio di possedere un sangue puro e, quindi, un controllo ottimale delle capacità che ne derivano.
    La terza delle Nove Famiglie Nobili possiede una spiccata intelligenza. I piccoli vengono educati sin da infanti ad usarla, svilupparla, giocare con calcoli e operazioni mnemoniche. Vengono indotti a leggere tantissimo, così tanto che iniziano ad amare il semplice gesto di aprire un libro.
    Il quoziente intellettivo di Mio è enorme, uguale soltanto alla sua fiducia in sé stessa. Tutte le operazioni mentali che si trova a fare, quindi, verranno compiute in un lasso di tempo irrisorio (abilità passiva).

    I Letterati.


    All'interno degli Aranwë, inoltre, esiste un piccolo gruppo di lettori al di fuori del comune. Questi – i Letterati, per l'appunto – sono studiosi che possiedono facoltà extra-sensoriali. In alcuni, queste si manifestano immediatamente alla nascita; in altri, invece, queste prendono vita soltanto dopo qualche anno. Probabilmente – ma è solo un'ipotesi – in tali soggetti sarebbe il continuo studio a far aprire loro porte della loro psiche di cui non avevano, prima, coscienza. Mio fa parte di questo secondo entourage.
    Questa conquista è un privilegio: i Letterati sono in grado di usare la loro mente per muovere il mondo.
    La piccola Regina ha sviluppato capacità di telepatia (tecnica a consumo basso) che le permette di comunicare col pensiero con creature senzienti distanti, massimo, una trentina di metri: la tecnica dura il tempo necessario per un breve scambio di pensieri, ammesso che l'interlocutore scelto non interrompa prima il contatto, ovviamente. Inoltre, è in grado di spostare oggetti – e, talvolta, anche uomini – con la sola forza della mente (tecnica a costo variabile). Non usa spesso questa sua capacità, eccetto – è ovvio – quando deve sfogliare un libro.
    Infine, riesce a schermare a percepire la presenza di un qualsiasi attacco psionico che abbia come oggetto lei o suoi alleati che si trovino a meno di cinque metri di distanza (abilità passiva): per tali occasioni, è riuscita a creare una tecnica che le permette di forgiare difese più o meno resistenti a seconda dell'intensità dell'attacco (tecnica a consumo variabile).

    La scienza degli Asruan.


    Ultima qualità latente nella principessa o forse sviluppata è il controllo delle macchine. Di per sé, l'abilità permette a Mio di parlare a qualsiasi congegno meccanico impartendo ordini la cui natura dipende dal grado di concentrazione speso (tecnica a consumo variabile).
    In ogni caso, la Reggente, dopo un incontro diplomatico con gli Akrasan avvenuto nella stretta periferia di Klemvor, s'è circondata di due golem di acciaio – tali Æ e Mæth – prendendo a trattarli alla stregua di cuccioli. Nonostante i consigli e le esortazioni dei suoi precettori e del padre, la giovane Aranwë ha dimostrato dal primo istante un intenso attaccamento emotivo ai due costrutti, ritenendoli eccessivamente preziosi e delicati.

    Æ e Mæth.


    Si tratta, quindi, di due golem d'acciaio mossi sia dall'energia prodotta dalle turbine a vapore che ne fanno da core sia dalle capacità della loro padrona.
    Sono due macchine antropomorfe non dotate di linguaggio ma capaci di enorme forza fisica – al pari di una velocità esigua – e resistenza. Comprendono bene gli ordini più semplici, ma questi devono essere impartiti esclusivamente dalla loro signora: nel caso in cui qualcuno interrompesse il loro contatto, i golem si disattiverebbero, divenendo inutilizzabili.
    Sono provvisti di mani – capaci anche di compiti delicati – e di quello che può essere definita testa, la quale, tuttavia, non ne costituisce il centro principale: è il core, per l'appunto, il loro motore, posto su quelle che dovrebbero essere le spalle. Il capo, però, è il centro di elaborazione degli stimoli esterni – vista e udito – senza il quale i costrutti si dovranno affidare soltanto agli ordini della principessa, con tutto quello che ne consegue (diminuzione della precisione delle loro azioni, ad esempio).
    Essendo intrisi di acciaio e magia sono refrattari ai più ordinari tentativi di manipolare la trama magica attorno a loro (difesa magica passiva di livello basso).
    Non hanno per adesso altre caratteristiche, essendo in ogni caso piuttosto versatili vista la loro natura di macchine: non è escluso che, in futuro, Mio possa manifestare particolari desideri a riguardo.


    Il suo rapporto col Kampaku.

    Lei lo adora e lui adora lei. È ovvio che Akiyuki non lo dichiarerà mai; tuttavia, è grazie a lei che il samurai è stato in grado di mettere piede sul territorio di Endlos. Nessuno dei due, comunque, sa spiegare come questo sia potuto accadere. Lo Shimazu sospetta che la principessa nasconda qualcosa, ma lei nega fino alla morte!
    Il loro rapporto è intessuto di un affetto particolare, simile a quello che lega padre e figlia. Akiyuki la protegge e la consiglia, lasciando il suo fianco soltanto quando le circostante lo impongono. Osa alzare alcune volte la voce nei suoi confronti, ma solo quando ritiene che ne deriverà soltanto un bene. E, ovviamente, come ogni buon genitore, ha sempre da ridire sull'educazione che i suoi precettori le impartiscono.
    Mio, dal canto suo, se ne separa solo il tempo necessario che serve a un uomo maturo per vivere la sua vita. Lei sa che il bushi, una creatura completamente diversa da lei, ha bisogno dei suoi spazi e delle sue piccole cose, quindi cerca di non mettervi il naso. Nella stragrande maggioranza di volte ne è capace; molte altre, no.
    Sebbene lei odi le armi, sopporto la vista di quelle del suo Esecutore: le ritiene infatti splendide e piene di vita – strappando, così, un cenno grato al guerriero.
    Si trovano spesso in disaccordo, ma discutono con molta pacatezza di tutto. In ogni caso, il samurai non dimentica che lui è solo un vassallo, quindi tace quando lo ritiene opportuno.
    Come per contraccambiare la generosità della ragazza, l'uomo le insegna ogni tanto alcune piccole usanze della propria terra, come la cerimonia del tè – che lei ama tantissimo – e lo scoccare frecce cavalcando, per esempio, oltre che miti e leggende del suo Giappone.
    Lei, invece, lo istruisce sulla natura di Endlos e sui pettegolezzi di corte che lui, palesemente, adora molto meno.



    L'intera opera d'ingegno è di esclusivo © di Ronin_.
    È vietata la copia anche parziale.


    Edited by Ronin_ - 7/12/2009, 16:03
     
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