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    Viaggiatore dei Mondi

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    Klemvor
    Possesso delle Macchine

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    Klemvor (storpiatura di Khem-Vorgh secondo il vernacolo usato dagli alchimisti, ovvero letteralmente, "dominio delle macchine") è il nome assegnato dai cartografi di Pentauron all'agglomerato urbano posto a nord ovest dalla zona palustre di Undarm, e che si estende per poco meno di 2.200 km² contando anche gli strati più esterni in cui si pongono agglomerati di asfalto, presumibilmente autostrade per i mezzi pesanti che si possono tutt'oggi trovare qua e là come una sorta di relitti per tutta la città, e che in origine servivano per il trasporto di cose e persone al pari di carri e carrozze.
    Ricostruire l'esatta e precisa cronologia della città è di fatto impossibile per gli abitanti di Endlos, richiederebbe conoscenze che appartengono esclusivamente agli abitanti originari della città, combinate con quelle di un singolo individuo fautore della rovina della città, ed anche così il tutto richiederebbe un notevole talento deduttivo per coprire i punti oscuri che in ogni caso andrebbero a crearsi. La cosa che rende celebre Klemvor è la sua particolarissima popolazione di droni, creature meccaniche semisenzienti che incessantemente, e da prima che la città comparisse su Endlos, pattugliano le sue strade spesso attaccando individui che ritengono pericolosi o che hanno manifestato atti ostili. Queste macchine sono estremamente pericolose ed uno dei motivi per cui la città mal si presta ad una colonizzazione, sebbene in tempi recenti ritrovati runici hanno ovviato al problema creando "zone franche" dove si attuano volentieri scambi commerciali. In molti si sono chiesti da dove emergono queste creature meccaniche ed il perché del loro strano comportamento, ma la risposta a tali quesiti è ormai perduta per sempre.

    In origine, Klemvor era una grande capitale altamente industrializzata di una nazione degli uomini. Era situata nel profondo oriente, ed il suo nome stesso proclamava il suo titolo di "capitale orientale". Era situata in una zona instabile dal punto di vista spirituale, dove si addensavano diversi meridiani spirituali, situazione oltremodo aggravata dalla presenza di così tante persone in uno spazio ristrettissimo, ed in cui più di ogni altro luogo al mondo avidità, cupidigia, odio ed altri sentimenti stagnavano frequentemente dando vita ad entità maligne. Non stupisce che per la sua sopravvivenza, la città attualmente conosciuta come Klemvor ospitasse una delle comunità spirituali fra le più numerose e influenti del loro mondo, in stridente contrasto con il picco di sviluppo tecnologico raggiunto dai suoi abitanti. Da molti secoli tali famiglie riuscivano a mantenere un ordine spirituale in questa città caotica, secondo tradizioni animiste radicate nella cultura ed il supporto indispensabile dei governi.
    A più riprese, nella sua storia, Klemvor è stata teatro di storie di sangue allorché periodicamente entità spirituali più o meno potenti facevano la loro comparsa e richiedevano di volta in volta grandi sacrifici. Il grande pericolo rappresentato da tali creature era nella loro stessa natura di agglomerati di energia negativa, talmente vasti e densi da risultare impossibili da esorcizzare, motivo per cui la loro distruzione causava inesorabilmente una frammentazione del loro karma con conseguente concatenarsi di catastrofi naturali. E' questo il motivo per cui grandi opere architettoniche che svettano qua e là su Klemvor sono in realtà sigilli di contenimento all'interno del quale giacciono sopiti molte bestie, e che tutt'ora riposano nelle viscere della città delle macchine. Il motivo della rovina di Klemvor, ed il vero perché circa la distruzione della sua popolazione e la conseguente traslazione sul piano dimensionale di Endlos, parte proprio da un'entità di tale livello, una creatura che nella cultura originaria di Klemvor veniva chiamata yōkai e che in lingua corrente può essere catalogata semplicemente come un demone.

    La scomparsa di molte decine di persone, sono tutte legate a tale creatura demoniaca il cui corpo materiale venne rinvenuto dormiente ed in stato letargico, con una spada posseduta conficcata nel ventre, apparentemente svuotata di tutte le sue energie. Sebbene la distruzione dell'essere fosse un'opzione ponderata e possibile, nonché una via apparentemente semplice da percorrere, un editto delle sette grandi famiglie che proteggevano la nazione non solo ne vietò l'annientamento, ma rese subito noto che per l'incolumità della città non era possibile permettere al demone di morire, poiché in caso contrario esso poteva, spirando, disgregarsi in karma negativo ed entrare in risonanza con le molte entità seppellite sotto i sigilli sparsi qua e là nell'ambiente cittadino, scatenando una reazione a catena di proporzioni mai viste, mettendo in pericolo non solo la città, ma tutta la nazione e forse perfino l'intero mondo.

    Poiché il demone si nutriva di anime raccolte da selve di creature sue sottoposte, era eticamente impossibile perfino nutrirlo, cosa che trasformava la situazione in un dilemma privo di soluzione. Da una parte il rischio di una catastrofe globale, dall'altra la necessità di sacrificare al vorace appetito di questa creatura un numero imprecisato di persone -forse perfino migliaia-, dando vita ad un dibattito che spaccò letteralmente in due la comunità spirituale della nazione. Nella necessità di agire in fretta, in seguito al tentativo di una frangia di sciamani che tentò di distruggere il demone affinché cessasse di divorare anime umane, venne varato un progetto nel cui ambito gli sciamani si prefiggevano non solo la rimozione del problema, ma anche la rimozione definitiva di tutte le entità sigillate nella città, prevenendo così l'insorgere di nuove situazioni simili in futuro. In cambio, tuttavia, essi scelsero il sacrificio non solo dell'erede di una delle sette grandi famiglie, ma anche di svariate milioni di individui e della stessa città che nel computo di un enorme rituale di magia sciamanica venne traslata nel maelstrom, dove sarebbe rimasta in eterno vagando nell'etere come un masso di roccia, cemento, acciaio e asfalto. Nessuno poteva immaginare che la corrente del warp avrebbe rigurgitato Klemvor su di un'anomalia, ovvero Endlos.

    E' così che è nata Klemvor, dominio delle macchine.
    Oggi, i vicoli silenziosi e le strade deserte di questo luogo un tempo capitale di un'intera civiltà sono attraversati unicamente dal suono metallico dei droni esploratori impegnati incessantemente nella ricerca dei responsabili di questa ecatombe.


    Le Guerre della Fondazione

    Ai più, il nome di tale conflitto non farà tornare alla mente nulla se non un'enorme esplosione che infiammò i cieli dell'Ovest per un intero giorno.
    Per chi vi partecipò, tuttavia, essa non fu che un conclamato massacro di anime e metallo, il turbinare convulso di vite e destini.
    In quei giorni che scandirono la truculenta battaglia fra degli Invasori esterni e il popolo di Klemvor, mescolatosi per l'occasione alle genti di Laputa, gran parte dei luoghi abitati dalle Tribù della Tempesta vennero sostanzialmente annichiliti.
    Tali Tribù, gruppi di sopravvissuti ai droni durante l'arrivo di Klemvor su Endlos oppure orfani giunti nella città delle macchine per loro crudele sfortuna, costituivano gli spettri del dominio: ragazzi, a volte uomini, dotati di misteriosi pattini e attrezzature adatte a governare le geometrie dei ruderi e dei palazzi.
    Impegnati nella difesa di un Santuario a loro importante, costretti a scacciare un nemico giusto da lontano (e tecnologicamente più potente di loro), le loro vite vennero spezzate nelle Guerre della Fondazione.
    Da allora, lo Stige -un enorme strada simile ad un fiume di cemento-, e le basi di riferimento delle Tribù sono soltanto un ricordo di polvere e detriti, carbonizzate dal fuoco che ha invaso alcuni punti della città.

    Poichè esterni al programma che governa il Dominio, i droni non hanno ricostruito ne riparato tali zone, sostituendole con misteriosi capannoni di acciaio e cemento, edificando le stesse costruzioni che forse secoli prima avevano contribuito a formare la skyline di Klemvor.


    Ancoraggio di Laputa

    E' l'attracco grazie alla quale è possibile accedere a Laputa, la città nei cieli, meta di coloni e visitatori da ogni luogo di Endlos. l'Approdo di Klemvor è celato alla loro vista delle macchine grazie a complesse spirali di rune incise alla base dell'approdo che sono in grado di agire sui sensori ottici delle macchine, nascondendo la zona alla vista. L'approdo è una struttura monolitica in calce e cemento posta in una zona molto accentrata della Città delle Macchine, e perno dell'area tutto sommato ridotta che è sotto la giurisdizione dell'Autocrate di Laputa.
    Al momento, è l'unica zona del Possesso delle Macchine che non è soggetta agli attacchi dei droni.



    Edited by Namas - 24/9/2013, 21:45
     
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