B Ø S S™ VS ¬ Gaz

~PG: Abel Wilhelm Dunklesiegel

Le suole degli anfibi calpestavano placidamente la pietra degli spalti, percorrendo la lunghezza della sezione di anello -che l'avrebbe condotto dall'arco di ingresso alle gradinate ad un posto che fosse di suo gusto- man mano che il Cacciatore muoveva ogni passo, sul ritmo cadenzato e regolare di quel suo incedere marziale.

Un boato si levò dalla folla e, soffermandosi in piedi -ad un passo dalla ringhiera-, l'alto uomo dai capelli neri voltò il capo in quella direzione, prestando attenzione a ciò che succedeva parecchi metri più in basso e mettendo a fuoco con l'occhio dorato -il sinistro, libero dalla eye-patch che sigillava il gemello- l'immagine del ring e quello che vi stava accadendo.

Il primo dei due contendenti aveva fatto il suo ingresso nell'arena, e non una sola emozione trasparì dal suo viso eburneo ed insondabile nel riconoscervi la figura di uno dei suoi allievi dell'Accademia, uno dei più promettenti.

Ruotando anche il resto del corpo, il Nero Mastino avanzò di una falcata, si sistemò dirimpetto alla balaustra che fiancheggiava il gradone e incrociò le braccia al petto; il suo volto era freddo, distaccato e impassibile -come al sempre- e il suo sguardo impenetrabile non trasmetteva nulla.
Eppure la sua presenza lì lo diceva senza parole:
Fatti valere.

Un ragazzo poco più che ventenne varcò l'entrata degli spalti, pronto ad osservar con entusiasmo lo scontro del compagno di casta. Osserva però dapprima l'orizzonte chiedendosi quel toneo fin a dove li avrebbero spinti. In cuor suo la risposta si levò enigmatica con un tono secco del chissà. Quel girono aveva deciso di ndossare una comoda tuta sportiva, lasciandosi un pò a riposo dagli abit cerimoniali, tuniche o quant'altro. La gomma delle sue scarpe impattava con un lieve stridio ad ogni suo passo quando un effetto sonoro ancor maggiore colpì le sue orecchie. Un boato, ciò significava solo una cosa, che uno dei guerrieri fosse giunto nel arena. E liberando il suo sguardo azzurrino osservò oltre la folla, nel quadrato di lotta il nuovo arrivato. Sorrise quasi malinconico nel riscontrar com'esso nno si trattasse dello scorpione d'oro, visto quel suo caratteraccio chissà dove si era cacciato e chissà quant'altro ancora avrebbe fatto attendere quella folla. Ma in fondo quel giovane era pieno di buoni propositi e solo ciò gli era bastato a procurarsi la simpatia intrinseca dell'Angelo di Atena. Comunque sia non aveva mai visto così tante persone visibilio, il ludico piacere id una pugna sembrava attrarre grosse folli e fra tanti di loro notò una figura vestita di nero, un uomo che si soffermò alla ringhiera degli spalti osservando così intensamente il sopraggiunto. Sorrise e con l'andatura quasi a rimarcar piccoli saltelli si avvicinò scrutandolo più attentamente. Forse dal portamento o dal modo di fare gli somigliava un pò. Portandosi vicino a lui, quasi a sfiorar dapprima il ferro della ringhiera, sbofonghiando in un tenue colpo di tosse fece poggiare i suoi gomiti sui tubolari di ferro.

Messer, anche lei quì per osservar questo scontro, ma dal come osserva quel guerriero, credo che le stia davvero a cuore. Se ho errato allora le chiedo scusa in anticipo. Se poi è o non è così la invito ad guardare tale pugna in mia compagnia.

Non potè fare a men di constatare tra sè e sè di come quell'inizio di dialogo fosse penoso. A questo punto una risposta stizzita avrebbe peinamente giustificato l'astante. Nel frattempo si soffermò ad osservarlo con molta attenzione

~PG: Abel Wilhelm Dunklesiegel

CITAZIONE (Neo83 @ 15/1/2009, 10:00)

Messer, anche lei quì per osservar questo scontro, ma dal come osserva quel guerriero, credo che le stia davvero a cuore. Se ho errato allora le chiedo scusa in anticipo. Se poi è o non è così la invito ad guardare tale pugna in mia compagnia.

<center>Il Nero Mastino dell'Accademia degli Hunter rimase perfettamente immobile al suo posto; non contrasse neppure il minimo muscolo facciale, tanto che, sulle prime, sarebbe stato facile pensare che non l'avesse udito affatto.

Naturalmente, non era stato così.
Purtroppo.
Per i suoi sensi sovrasviluppati ben sopra la norma, lo stridio delle suole di gomma troppo nuova -le scarpe sportive del nuovo venuto- sulla pietra dello stadio era un suono decisamente sgradevole e fastidioso.
...che di certo non aiutava ad ingraziarsi le simpatie di Abel, rinomato in tutto il complesso dell'Accademia per il suo proverbiale caratteraccio:
taciturno, scontroso, ombroso e sgarbato.

Passarono lunghi attimi di silenzio prima che -unica reazione in lui- il Cacciatore con l'occhio bendato ruotasse la pupilla, l'unica visibile, verso l'uomo al suo fianco, raggelandolo con un'occhiata glaciale dell'impenetrabile iride dorata.

"Non mi pare di conoscerla."

Laconico e lapidario.
Così era Abel Wilhelm Dunkelsiegel.

No che si aspettasse la solita pacca sulla spalla e il consecutivo invito di prendere insieme un caffè, ma certamente ma sarebbe stato esaustivo una piccola e breve replics monosillabica, il famoso Si. Ma forse non doveva andare così, denotando quanto il figuro che gli stava accanto fose un tipo solitario e privo di loquacità, semplicemente pazienza, ecco cosa serviva. E dalla reazione del giovane svedese non si fece altro che evincere tale virtù, cosa che sarebbe servita a lasciar a bocca aperta ogni suo singolare conoscente, normale, dopo tutto era ancora un ragazzo. Facendo ruotare il suo corpo in un semigiro dopo neanche un secondo si ritrovò ad osservar la folla entusiasmarsi nell'assister a quel combattimento, tra i presenti un nuovo giunto attrasse lo sguardo turchese del ragazzo. Se ne stava in disparte osservando ogni tanto nella loro direzione. Chissà riflettè il ragazzo dentro di sè per poi girarsi sul suo fianco sinistro pronto a fare quella sua presentazione, doverosa in un qualsiasi approccio ma mancante prima forse per distrazione dello stesso. Forse quello l'ingranaggio mancente per quella replica che lo lasciò momentaneamente insoddisfatto. Guardò l'uomo dai crni corvini e con un piccolo sorriso stampato su quel volto chiaro e rilassato

Alexander Van Vorsen, uno dei tanti partecipanti a questo evento

Finta soddisfazione sfoggiò sotto il peso di quelle parole, in fondo per quanto fosse destinato ad affrontare nemici definti dal ragazzo diversi tale evento comunque sia gli appariva come un semplice torneo orchestrato per far stringere rapporti diplomatici tra le varie dimensioni di origine di ogni aderente. Infatti lui era stato mandato là appositamente per quello, certamente le raccomandazioni prima di partire non gli erano mancate, anzi erano state usate con una pacchianità disumana. Pantomime a parte la replica dell'astante ancor doveva sopraggiunger. Forse gli stava antipatico, o forse no, ma la fortuna volle che una bella fanciulla sopraggiungesse attratta da quella figura che senza dubbi rilasciava un alone di mistero. Dovevano conoscersi bene, d'altro canto lo aveva appellato con il nomignolo di maestro accompagnato dal successivo nome di lui. Almeno con o senza risposta già conosceva il suo nome. Scrutò la sopraggiunta prima di saggiarsi nel suo solito inchino. Elemento sacrosanto per una presentazione verso il gentil sesso. Eppur da quel semplice gesto si poteva osservare quanta regalità cortigiana poteva mostrare quel ragazzo, segno di quella sua educazione nobiliare ricevuta nella sua adolescenza, sempre se un bambino all'età di dieci anni si poteva definire tale. Comunque sia la voce acuta del nobilotto echeggiò tra le grida del pubblico.

Alexander Van Vorsen, lieto di poterla servire madamoiselle

Momento destinato a durare poco per il semplice fatto che da dietro percepì un cosmo elevarsi, già quel'arcano potere che apparteneva anche a lui e che il suo commilitone impegnato nella pugna stava ora sfoggiando con piena convinzione. Sorrise tra sè, già lo scontro stava assumendo una cadenza divertente. Non gli serviva rigirarsi per osservarlo, gli bastava solo abbandonarsi al suo sesto senso, più che sufficiente a comprender cosa stesse accadendo.

Bene, si può affermare che l'incontro stia entrando nel vivo, non ci resta che osservarlo.

Già affermazione al quanto strana visto che egli stesso continuava a restare girato intento ad osservare la fanciulla

~PG: Abel Wilhelm Dunklesiegel

Il giovane appena arrivato, quello che aveva ritenuto una gran cosa prendere posto accanto a lui
- a lui, il Nero Mastino dell'Accademia, ombroso, taciturno e scorbutico, era da ricordarlo!-
si volse prima verso il ring, per osservare l'ingresso dello sfidante di Rain, e poi nuovamente verso di lui, per presentarsi; e le parole si amalgamarono alla confusione che i duellanti stavano facendo mentre iniziavano a darsele.

CITAZIONE (Neo83 @ 22/1/2009, 08:20)

Alexander Van Vorsen, uno dei tanti partecipanti a questo evento

"Ecco... Ora sono sicuro di non conoscerla."

D'accordo: non era stato il massimo della cortesia, ma non era neppure stato maleducato.
La sua voce era -al solito- piatta e priva di inflessione mentre enunciava quel semplice dato di fatto.

"Il mio nome è Abel Wilhelm Dunkelsiegel: semplice osservatore."

Rispose con calma e concisione spartana, reputando necessario a quel punto presentarsi a sua volta; non aggiunse fronzoli come il fatto che fosse felice di fare la sua conoscenza e altre manfrine del genere: le detestava, perché gli sembravano espressioni insincere di ipocrisia circostanziale.

CITAZIONE (Drusilia Galanodel @ 20/1/2009, 20:39)

-Maestro Abel?

I suoi sensi sovrasviluppati riconobbero Drusilia da tutto un insieme di dettagli: la melodia del suo passo -familiare nella folla- il profumo dolce che emanava, la luminosità ambientale che si faceva più accesa attorno a lei, il timbro melodioso della sua voce...
Non ebbe neppure bisogno di voltare lo sguardo nella sua direzione...

CITAZIONE (Neo83 @ 22/1/2009, 08:20)

<p align="center"Alexander Van Vorsen, lieto di poterla servire madamoiselle.
Bene, si può affermare che l'incontro stia entrando nel vivo, non ci resta che osservarlo.

...così come non gi serviva girarsi a controllare per riconoscere un tentativo di abbordaggio.
Sbuffò con l’aria secca e ammonitrice di un fratello maggiore, senza alcuna remora di celarlo.
Lui era un tipo solitario, asociale e -con buone probabilità- pure sociopatico: tutto ciò che intendeva fare era starsene lì tranquillo, per i fatti suoi, a registrare i progressi compiuti dall'esaminando.
...non aveva voglia di fare a botte per difendere l'allieva dai corteggiatori che volessero infastidirla.
Ma era pronto a farlo se si fosse reso necessario.

Ignorò i loro chiacchiericci di convenevoli e concentrò lo sguardo sul ring e il suo udito a quanto lo circondava

CITAZIONE (-Sir Drake- @ 22/1/2009, 17:46)

- Scusate se interrompo la vostra conversazione, signori.
Mi chiamo Nico...Nico Minoru. Scusate se ve lo domando, ma non avete l'aria di essere dei nativi di Endlos...Siete anche voi giunti qui attraversando le dimensioni? -

Sebbene non fosse stato tirato direttamente in causa, fu il primo a rispondere a quella nuova voce femminile: una ragazza e una sconosciuta; neppure stavolta staccò lo sguardo dal duello sul quadrato dell'arena, né sciolse le braccia dalla posa conserta sul petto dove riposavano fin dal suo arrivo.

"Sì, Signorina: credo di parlare anche per il Signor Alexander se dico che siamo tutti qui in trasferta per questo famoso evento interplanare...
Ci sono problemi?"

Sarebbe potuto sembrare brusco, ma Abel era così:
semplicemente diretto e spartanamente essenziale.

Notò la nuova arrivata dando poco attenzione alla risposta precedente del tipo con i capelli neri, fore aveva capito hce ogni altro tentativo di metter su un dialogo fosse risultato vano. Cattiveria altrui? Da come rispose a uella ragazza di nome Nico gli apparve chiaramente che quello doveva essere semplicemente il suo comportamento quindi gli rovlse un ennesimo sorriso breve e continuò la discussione con le due ragazze.

Si Nico, siamo quì per questo evento e anche se hai sentito già il mio nome, nulla mi impedisce di fare le dovute presentazioni

L'ennesimo inchino sfoggiato nella giornata, già questa era l'educazione che aveva ricevuto fin da piccolo, una sorta di codice comportamentale

Alexander Van Vorsen, lieto di fare la sua conoscenza

Si rimise dritto elargendo un ennesimo sorriso nel mentre percepiva da dietro lo scontro entrare maggiormente nelle sue fasi finali

La Grecia è la mia nuova patria e come uno dei partecipanti a questo scontro Cavaliere d'oro io sono

Beh non sapeva con sicurezza se la sua categoria di guerriero fosse riconosciuta in altre parti del mondo o dell'universo, come d'altronde lui non conosceva nulla sulla natura di ogni partecipante di quel torneo, valido motivo per farsene una cultura personale

Nonostante il silenzio in cui tergiversava comunque sia non discostava l'attenzione dalle parole delle due ragazze. Si affidava alla sola percezione del suo sesto senso per seguire la pugna giù in arena e da quel che percepiva nel trambusto della folla pareva giunger quasi alla fine, denotando come il compagno cavaliere fosse giunto ormai allo stremo delle forze. Ma in quel duello aveva mostrato doti di ottimo combattente e questo fu palese nel sorriso che il giovane Alexander mostrò sulle sue guance. Fu solo allora che riportò la completa attenzione sulle due ragazze, in verità dell'uomo vestito in nero se ne dimenticò presto a causa della sua poca loquacità.

Credo che i consigli dati da Lady Drusilia siano ottimi.

Ammiccò in un semplice occhiolino lanciato verso Nico

Se è possibile saperlo Lady Nico, lei proviene da quel mondo chiamato Terra?

Quella domanda era semplice frutto della silvana curiosità del ragazzo, non di più