Sulle tracce del Vento

- giocata introduttiva privata -

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  1. Ronin_
     
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    Il capitano muove la sua squadra giù dal pendio, verso le pianure coltivate.
    Al suo passaggio, i contadini e gli sparuti plotoni di guardia rispondono con rapidi cenni, per poi spostare subito l'attenzione al loro lavoro.
    Santago, tuttavia, sembra irrequieto.
    «Dobbiamo trovare il comandante della guarnigione. Lohutta, tu sei di queste parti, vero? Va' avanti e cercalo. Vai.»
    Il soldato chiamato Lohutta, un ragazzone sbarbato con una divisa senza maniche, annuisce con un profondo cenno del capo e scatta in avanti. Sulla schiena, le sue spade corte gemelle tintinnano a ogni sobbalzo.
    Il Sicario Rosso parla a She, dopo averne cercato il contatto con una mano delicata – tramite della telepatia.
    Scusa per la mia mano, ma non ho ancora appreso l'arte dello Sciamanesimo a un grado tale da poter comunicare senza tramite.
    Cosa faremo, chiedi? Avvertiremo il comandante di questa guarnigione del pericolo. Poi attenderemo ordini. Se non ce ne saranno di nuovi, partiremo verso Sequerus, la Capitale.

    I vari appezzamenti di terreno sono coltivati a diversi tipi di ortaggi, tutti piuttosto comuni. Chini sugli aratri sono soprattutto uomini, ma di tanto in tanto si possono vedere anche donne pulirsi con una manica il sudore della fronte.
    Tuttavia, accanto alle zappe e ai vestiti laceri, sotto i raggi parzialmente carezzati dalle nuvole, anche Undarm presenta quello che a Sequerus è la norma: la tecnologia.
    Mostri meccanici su ruote dentate si muovono fra i campi. Strani sbuffi di vapore fuoriescono da piccoli edifici in muratura, mentre mescitori di semenze eruttano sacchetti a misura di quello che viene chiesto.
    Questo, in fondo, è il territorio Ovest.
    Mentre il gruppo avanza, tuttavia, She e il Sicario vengono attirati da un gruppo di uomini intenti a studiare il terreno. Sono coperti di cuoio, vestono rami e sul capo hanno corna variopinte di diversa grandezza.
    Sono Druidi della Terra, femmina.
    Il che equivale a dire che si tratta di una proto-forma di magia.
    Dopo una quindicina di minuta di marcia veloce, Santago arresta il gruppo alzando il pugno. Poi lo abbassa e si toglie il cappello.
    Davanti a lui sono le porte della Città Portuale. Si tratta di un cancello dalle dimensioni ragguardevoli fatto di un metallo particolare, nero – lucente – con riflessi verdastri. Sembra una comune lega di ferro e acciaio ma, al tocco, è gelido e le sfumature non seguono una legge in particolare: sono assolutamente casuali e cangianti.
    Le mura, poi, sono solo palizzate fortificate di legno. Oltre queste, si estende la città che investe la squadra di esploratori con un puzzo fortissimo di acqua salate e di vita, splendida vita di mercato.
    Lohutta si trova sull'uscio dei cancelli a dialogare – con fare abbastanza sottomesso – con un uomo dall'aspetto innocuo, più basso di lui, ma anche di Santago stesso, con una folta barba scura a scapito dei lunghi capelli bianchi. Indossa un farsetto dal sapore piuttosto medioevale e ha, al fianco, due guardie del corpo che non mostrano armi.
    «...quindi» sta dicendo il soldato «Lord Comandante Quinbel, la squadra del Capitano Santago...»
    Il Lord alza un mano ossuta e con un sorriso invita Lohutta a tacere. Indica col mento la squadra.
    «Capitano, accomodati. Il tuo soldato mi stava dicendo di un pericolo urgente...» La voce del piccolo uomo è melliflua e ha la stessa cadenza paterna di quella di Santago.
    Questi si toglie il cappello, saluta militarmente l'anziano e inizia: «Un vasto gruppo di Sentinelle a otto o nove miglia a nord degli ultimi campi, Lord Comandante».
    «Mh. Vieni con me: approntiamo le difese.»
    Il capitano annuisce e si rivolge verso Jikka. «Hai il comando. Vai a vedere se ci sono ordini. Sicario, pensa tu alla bestia.»
    Il Rosso volge le sue bende a She.
    Hai fame?


     
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  2. S h e
     
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    Gli animali uomo sono davvero tanti, in quella tana. Molto più di quanti sarebbe giusto aspettarsi di trovarne. Eppure non sembrano preoccupati di quella loro convivenza così stretta.
    Devono essere le regole del branco. Ci sono quelli che procurano il cibo, che odorano di terra e sudore. Quelli che fanno la guardia, che sanno di metallo. Come i mostri ragno, ma diversamente.

    La mano dell'uomo Rosso si avvicina alle sue scaglie. Ma lo lascia fare. Non è pericoloso, e non si muove nella maniera sbagliata. I suoi gesti sono lenti, composti.
    Le scaglie fremono sotto il tocco dell'uomo. E la sua mente viene pervasa dal pensiero dell'essere a due gambe.

    Spiega quello che il branco misto farà. Quello che l'alfa gli ha ordinato di fare.
    Ma a lei interessa poco. Le faccende degli esseri uomo non riguardano lei.

    Altri animali a due gambe si fanno avanti, e portano sul capo il segno della preda. Corna. Ma l'uomo Rosso dice che sono Drudi della Terra.
    Non li mangerà comunque. E' una mandria troppo numerosa di bestie con le corna, in cui tutti i membri sembrano sani e forti. Non ci sono cuccioli.
    Non sarebbe una buona caccia.

    E' solo dopo qualche tempo che il branco misto si ferma.
    Sono davanti ad una tana. Grande. Quella a cui si sono fermati deve essere l'ingresso.
    Ma da dentro l'odore non è quello della tana. No. Sa di mareoceano. Anche dove è nata c'era il mareoceano. Uccelli e pesci abitano in quei luoghi. Gli esseri uomo hanno prodotto la loro tana come gli animali marini, dunque.
    Provvedendo a stare vicini alle loro prede. In questo sono stati furbi.

    Ed è allora che dalla tana sbuca uno del branco. Lo accompagnano altri due gambe, e cinguettano insieme.
    Li sente pensare. Stanno dicendo chi sono all'uomo della tana.
    E che ci sono mostri ragno nel loro territorio.
    Deve essere usanza per gli esseri uomo avvertirsi del pericolo. Come fanno le prede tra di loro.
    Che strano ruolo quello : un po predatori, un po prede. Strano. Quasi innaturale per animali che si atteggiano a padroni della terra che gli sta attorno, che la modificano e la cambiano per poterla rendere come vogliono loro.

    L'uomo della tana e l'alfa del branco misto si accordano sull'aiuto reciproco.
    Collaborazione. Quello è un atteggiamento che capisce. Ed è sensato. Si difende il branco, la tana e i cuccioli.

    Solo alla fine del suo pensiero l'uomo alfa pensa a lei.
    Le aveva promesso una ricompensa. E lo dice all'uomo Rosso.

    - Si.
    Cosa posso cacciare ?
    -

     
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  3. Ronin_
     
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    Il Sicario rosso non ha possibilità di rispondere perché, d'un tratto, il rumore della battaglia diventa sole e cielo, mare e terra, amore e vita.
    L'uomo alza le bende rossastre sopra She per essere sommerso soltanto dalla visione di acciaio nero che sciama verso di lui.
    Lentamente, esortati dalle urla e dal calpestio frenetico dei contadini e delle guardie armate, tutti i cittadini di Undarm che si trovano nelle vicinanze delle palizzate, si voltano verso i campi e verso la foresta.
    Quello che avevano incontrato prima il gruppo di Santago era l'avanguardia.
    Capita, a volte, senza una ragione comprensibile, che alcune macchine di Klemvor fuggano da questi confini per raggiungere quelli che hanno registrato come gli unici altri insediamenti umani. Nella loro memoria, quindi, esistono soltanto Sequerus e Undarm, oltre la loro patria-madre: tutto il resto è troppo moderno per essere conosciuto ai loro circuiti, bloccati al momento dell'età d'oro della Città delle Macchine.
    «Corikku nojokoritta... Santago...» mormora lo sciamano.
    Santago e il Lord Comandante si sono appena voltati, quando le loro terga devono essere mosse di nuovo. Il capitano della squadra di esploratori – un uomo alto e robusto, dallo sguardo paterno e dai baffi biondi che seguono il contorno delle labbra sino al mento – si porta il cappello al petto modulando fra le labbra una bestemmia non detta. Il suo accompagnatore, un gentiluomo vetusto di origini probabilmente nobili, inarca un sopracciglio ed emette solo un «Oh!».

    Quello che la guarnigione della Città Portuale di Undarm, seconda solo alla Capitale Sequerus, ha di fronte è un attacco in massa di Sentinelle.
    Decine e decine di costrutti robotici simili a ragni caracollano con estrema tranquillità su per le colline limitrofe, ritrovandosi poi a scivolare senza molto controllo verso la pianura, tranciare e stuprare campi e coltivazioni. Nella loro massa, occupano solo un fronte – quello nord – colorandolo di lucido nero.
    Tutti gli addetti ai campi – coltivatori e guardie – stanno ritornando velocemente verso le porte metalliche del porto le quali iniziano, lentamente, a chiudersi.
    Dopo un minuto di silenzio, i capitani e i comandanti iniziano ad urlare ordini a squarciagola.

    Di solito, un attacco del genere è facilmente gestibile: le Sentinelle – chiamate anche “Artigli” per via delle loro uniche armi – non sono avversari difficili. Lo stupore è maggiore più nella squadra di Santago e dello Sciamano che nel resto dei militari, abituati a tali insidie.
    Certo, non che ogni giorno questa porzione di Endlos sia squarciata da piaghe simili... ma una o due volte a ciclo annuale accade.
    Di solito, quindi, non è niente di troppo preoccupante: costa giusto la vita di uno o due civili e di un paio di soldati in più.
    Questa volta, invece...

    «Cos'è?» domanda flebilmente l'Esecutore della Volontà della Regina, Shimazu Akiyuki-sama, a bordo della nave-carro che sta portando lui e i suoi convocati presso il porto di Undarm, diretti presso l'isola di Berjaska.
    Il capitano di quell'imbarcazione che veleggia su metalliche ruote falcate aguzza lo sguardo e urla una sola parola: «Artigli!»
    Tutti i membri dell'equipaggio sgranano gli occhi e iniziano a maledire quella fottuta giornata. Poi si dileguano alla vista per prepararsi.
    Preparasi a cosa?
    «Sono Sentinelle» spiega Akiyuki «costrutti metallici che attaccano a vista chi ritengono intrusi. Di solito non si spostano così lontano dalla loro città – Klemvor – ma è possibile che accada».
    Con estrema tranquillità – impossibile dire se stia fingendo – il samurai spiega quelle poche nozioni ai ragazzini e all'Orrore. Si muove a prua, mettendo mano a una delle spade senza, tuttavia, estrarla ancora.
    Ora sembra pieno di sé. Soprattutto adesso, quando il seme del comando – così dolce e succoso – scivola lentamente nelle sue carni, nelle sue vene, nelle sue ossa.
    Alza lo sguardo dalla barba curata oltre la spalla e parla sopra il vento.
    «Capitano, pilota verso le porte della città. Innalzate il Vessillo e tutti voi preparatevi ad aprirvi la strada sino alla Città! È un ordine!»
    Poi estrae la Munechika, una splendida Katana senza guarnizioni decorative che non siano i menuki posti ai lati dell'impugnatura. La estrae con gesti sapienti, come un rituale di devozione a un dio che non esiste più. Socchiude gli occhi, mette le dita attorno all'impugnatura che sporge dal proprio fianco destro e allunga il braccio permettendo al sole di baciare l'acciaio giapponese.
    Lo porta sopra la testa a urla: «Katsu!»

    La nave-carro vira pericolosamente a destra, direzione alla fine della quale si vedono le porte.
    Da sinistra, invece, iniziano a sciamare le Sentinelle, senza produrre alcun cazzo di rumore che non sia un tintinnio metallico riprodotto centinaia e centinaia di volte.

    «Sciamano, raduna gli uomini: apriremo un varco per l'Esecutore!»
    Santago s'è rimesso bandana e cappello dalla tesa verde e sta afferrando per la collottola tutti i suoi soldati. Avanza sino a salire sui camminamenti, mentre riprende possesso della sua lancia corta.
    «Basterà permettere che l'Esecutore entri, poi chiuderemo le porte e distruggeremo le Sentinelle con le armi a distanza. Sicario» si volta verso di lui «fa' combattere la bestia!»
    Il Rosso volge solo gli occhi verso She e nessuna parola, invitandola, silenziosamente, ad assecondare il proprio istinto.

    La nave-carro si ferma a poche decine di metri dalle porte.
    Il primo flusso di robot ha impattato contro il suo fianco sinistro, distruggendo le ruote e rompendo la carena. Il mezzo barcolla ma non si rivolta: affonda, invece, sotto il suo stesso peso, su un campo coltivato a carote.
    Le prime Sentinelle sono già sul ponte. Si muovono come ragni e scandagliano il terreno con i loro gruppi compatti di sensori rossi.
    «Tch» sputa lo Shimazu «solo... questo?
    Formazione aperta: non voglio nessuno ad intralciarmi mentre combatto!
    »
    Poi gli Artigli calano.

    «È troppo tardi, merda.» Santago stringe i denti.
    «Al diavolo... Tenete le porte aperte quanto basta per un uomo. Squadra, fuori!»
    Gridando urla di guerra, tutti gli esploratori sciamano fuori, impugnando le loro armi.
    Il Rosso carezza il capo di She, poi reclina la testa all'indietro e allarga le braccia in un grido terrifico.

    Due Sentinelle scattano verso il Montblac: una rimane indietro, mentre l'altra tenta di falciarlo con una zampa-lama all'altezza del petto.
    Etna, invece, incontra il muso dentato di un altro costrutto, che le sta balzando di sopra con poca grazia.
    L'Orrore – che fa a gare per disgusto con i suoi avversari – viene circondato da tre di loro, tutti pronto, immobili, in attesa.
    Una volta che anche gli uomini di Santago sono oltre la protezione di Undarm, vengono captati e attaccati. Altre due Sentinelle saettano verso She, cavalcando come lupi. D'improvviso, una si ferma e fa da ponte per la seconda la quale, saltando sulla sorella, fa per piombare addosso all'animale dall'alto.

    «Proteggete il Kampaku! Proteggete il Kampaku!» urlano insieme Santago e Quinbel.

    __________

    Le Sentinelle sono costrutti di metallo che possiedono caratteristiche nella norma, eccetto che per una resistenza poco maggiore a quella di un uomo e di una forza considerevole. Valutate i loro attacchi come semplici attacchi fisici, per adesso, e non siate autoconclusivi.
    Potete – e dovete – fare tutto quello che vi pare, seguendo l'interpretazione del personaggio. Non siete costretti a combattere se trovate vie di fuga. Ripeto: siete liberi.
    Per la turnazione, tocca prima ai convocati (il Montblanc, Etna e l'Orrore) che possono postare nell'ordine che ritengono e poi a Daeniem.
    Ah, un caloroso benvenuto a She: spero che vi tratti bene...

     
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  4. ~ Canario
     
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    Giocherellava con l'anello al collo quando questo prese a vibrare leggermente: si trovavano in pericolo.
    Un lago di metallo tintinnante minacciava la loro incolumintà.

    *Uh la situazione si fa movimentata!*

    La nave carro effettuò una brusca virata evasiva a destra ma gli esseri metallici corsero in carica in direzione opposta, non permettendo al mezzo di raggiungere le porte di Undarm.

    Sbaaam!

    L'urto fece barcollare la nave che si bloccò danneggiata su dei campi coltivati; subito gli Artigli, così li aveva chiamati il capitano, si arrampicarono sino a raggiungere il ponte spargendosi ovunque, molti sembranarono muoversi secondo schemi non del tutto casuali.

    "Solo... questo?
    Formazione aperta: non voglio nessuno ad intralciarmi mentre combatto!"


    La demonietta seguì alla lettera gli ordini di Akiyuki, anche perchè l'anello vibrò ancora e, attenta alla situazione, vide che uno di quei cosi le stava balzando addosso dall'alto.

    "È ora di prendere a calci qualche culo artigliato!"

    Velocemente distribuì la giusta quantità d'aura su tutto il corpo: rapidissima balzò all'indietro e con eguale rapidità eseguì un salto con capriola in avanti (dove doveva essere atterrato quell'essere) tenendo una gamba tesa per colpire il mostro con un potente calcio di tallone.

    "KIAI!"

    Dal rimbalzo sul corpo dell'artiglio si rimise in posizione e, dopo una rapida analisi mirata a verificare se quel coso fosse ancora vivo, avrebbe continuato con un potente pugno verso il basso quasi a volerlo spiaccicare.

    "Questa è la punizione per chi osa mettersi contro un Vassallo dell'Overlord"

    Fu una buona occasione per sfogare la sua frustrazione.
    Era quasi contenta che gli Artigli fossero saliti sul ponte seminando panico e dolore.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    > Condizioni fisiche: Ottimali.
    > Condizioni Psicologiche: Lucida e soddisfatta del suo attacco
    > Mana Totale: 90%
    > Mana consumato in questo turno: 5%
    > Consumi Totali: Basso x2 (5%) Medio x0 (10%) Alto x0 (20%) Critico x0 (40%)

    CITAZIONE
    > Equipaggiamento usato:

    Accessori del diavolo picchiatore
    I bracciali, gli stivali e gli orecchini di Etna sono dei potenti catalizzatori di mana.
    Ogniqualvolta la demonietta colpisce con le gambe, con le braccia o con la testa non subisce alcun danno.
    Inoltre i suoi pugni, calci e testate risulteranno più potenti di un normale colpo.
    Per esempio: Tirando un potente pugno ad una lastra d'acciaio la ammacca e non si fa alcun male.
    Power up passivo alla forza del 50%


    Collare del padrone demoniaco
    L'anello di questo collare è un potente percettore di pericoli.
    Ogniqualvolta l'incolumità Etna è minacciata da qualcosa l'anello attaccato al collare vibra e manda leggerissimi impulsi al cervello della demonietta.
    Etna non riesce comunque a capire nessuna caratteristica di quel pericolo, potrebbe essere un elefante in carica o un semplice sasso lanciato da un bimbo.

    CITAZIONE
    > Tecniche usate:

    Devil Etna Wind Walk
    Etna forza un emissione di aura su tutto il corpo per renderlo più elastico e flessibile del normale.
    In questo stato la sua velocità aumenta e con questa la sua capacità di salto.
    Può emettere diverse quantità di aura per fruire di un effetto maggiore o minore della tecnica che ha comunque un effetto limitato.
    Durata: 1 Turno o 2 Turni (nel secondo caso i consumi saranno raddoppiati)
    Consumo: Variabile
    Basso: +25% alla velocità
    Medio: +50% alla velocità
    Alto: +75% alla velocità

    Turno: I/I

    CITAZIONE
    > Riepilogo: Richiamato all'attenzione dal collare, noto l'attacco dell'artiglio, salto all'indietro con un power up alla velocità del 25% poi faccio una capriola in avanti con un calcio di tallone cadente sulla schiena dell'artiglio.
    Nel caso questo sopravvivesse all'attacco, infierisco con un ulteriore pugno.

    CITAZIONE
    > Note: Il consumo usato per il power up in velocità è basso.

    Benvenuta She ^W^ XDDDD
     
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  5. .Wolf
     
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    Oh, e come aveva fatto a finire in mezzo a quel casino?
    Non aveva certo una memoria così afferrata. Il giovane evocatore si limitò a sgranare gli occhi – tenuti chiusi per tutta la durata del viaggio. Vide dinanzi a sé una di quelle “sentinelle”, e poi ne vide un’altra subito dopo.
    Non ebbe paura, ma non capì nulla del “perché” si trovasse in una situazione del genere; lui voleva solo giocare e divertirsi.
    Aspetta ma … questo è divertimento!!
    Sorrise, abbracciando l’idea di un gioco che faceva sempre con i suoi amici … acchiapparella!! Come si gioca? E’ facile, bisogna prendere gli altri…senza farsi prendere.

    “Non mi prendi!!”

    All’istante una lastra trasparente si concretò davanti al piccolo Montblanc, eludendo l’attacco della sentinella, che mancò il suo bersaglio. Il giovane sorrideva, pensando che ora era il suo turno e il suo avversario era così vicino che sarebbe stato davvero facile prenderlo ed eliminarlo dal gioco!
    Levò la mancina in alto, accompagnando un salto all’indietro, per poi generare una minuscola sfera corvina a fianco del costrutto. La stessa, preceduta da un fastidioso fischio, esplose con tutta la sua forza, nel tentativo di inglobare la sentinella con tutto il suo potere.
    Sorrise, di nuovo, urlando la sua vittoria.

    “Preeeeso!!”


    SPOILER (click to view)
    ~ Status fisico [« Indenne.
    ~ Energia [« 65%

    ~ Out of danger [« La forza spirituale del giovane sognatore è immensa, tant'è che emerge anche nelle situazioni più pericolose senza alcun tempo d'attesa. Il caster non avrà bisogno di concentrarsi eccessivamente, nè di esibirsi in qualche posizione particolare ... per dare fondo a questa tecnica, infatti, è necessario solamente percepire il pericolo imminente. Appena Montblanc si renderà conto di essere il bersaglio di una qualunque offensiva - sia essa fisica o magica - attiverà instantaneamente questo potere.
    Per mezzo di un consumo Variabile di energia, sarà possibile condensare all'istante il proprio potere spirituale, creando in tal modo delle lastre quadrate aventi il lato di una lunghezza pari a due metri; tali costrutti potranno respingere qualunque offensiva di livello pari/inferiore ad esse e, al termine del loro lavoro, si disintegreranno - restando in gioco, quindi, per un'unica azione.
    La resistenza di queste lastre - spesse non più di qualche centimetro - sarà pari al consumo speso.
    Inoltre, sarà possibile manipolare questo potere per generare una cupola perfetta, al fine di proteggere il ragazzo interamente, a 360°. Questa tipologia di difesa è però molto più dispendiosa, per questo motivo l'efficienza della barriera sarà di un livello al di sotto del consumo speso, e la durata "istantanea" rimarrà tale. In ambedue i casi, non sarà possibile generare questa difesa troppo lontano dal caster, che dovrà trovarsi ad almeno tre metri dalla protezione. {Basso}

    ~ Kaboom! [« Oh si, il sognatore ha dei modi davvero bizzarri per divertirsi. Parla con le sue creazioni, ride quando esse esplodono in una marea di fumo e colori...beh, lui non poteva certo essere da meno.
    Anche se inconsciamente, Montblanc è in grado di dare fondo alle proprie energie derivanti dallo spirito, ed è grazie ad esse che si sviluppa questa particolare tecnica.
    Semplicemente condensando parte delle sue forze in un unico punto, il giovane sarà in grado di generare un'esplosione dal diametro di due metri, in un qualunque luogo intorno a lui. Potrà far comparire dal nulla queste deflagrazioni, purchè il punto scelto sia a meno di dieci metri dal caster.
    Le esplosioni verranno attivate instantaneamente, senza alcun gesto particolare, e saranno precedute da un insolito fischio proveniente dal luogo scelto per questo giochetto. La particolarità di questa tecnica, risiede nel fatto che le esplosioni non partiranno dal caster, ma si svilupperanno immediatamente nel luogo in questione: apparirà, infatti, una piccola sfera corvina che detonerà nel giro di pochi istanti. Una singola esplosione richiederà un consumo Medio e l'utilizzo di uno slot tecnica; inoltre, non sarà possibile scagliare questo potere a meno di un metro di distanza dal bersaglio scelto.

    ~ Note [« Scusate il ritardo. =_="
     
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  6. Memories of the Time
     
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    Scena seconda, capitolo primo:Gioco di squadra

    Non riuscì a sorridere.
    E, ve lo posso assicurare, ciò è un bene per la vostra digestione.
    Perchè quando la battaglia ha inizio, e il tremendo odore di paura e false convinzioni che ogni soldato emana inizia ad inebriare le sue esperte narici(narici?), l'Araldo ghigna.
    E i furbi scappano, a quel punto.

    Ma se i suoi avversari sono macchine prive di sentimento...
    Il suo genio viene mortificato, come un pittore che deve lavorare con un solo colore.
    Non che non sia capace di tirare fuori comunque un'opera notevole, se lo coglie l'ispirazione.
    Ma senza il rosso del sangue, e i mille colori delle emozioni...

    Tre Artigli lo circondano, in attesa.
    Costrutti simili a ragni, in pochi attimi hanno abbordato la nave-carro, che adesso è ferma proprio in mezzo a quella marea nera che non sembra saper fare altro che tintinnare e combattere.
    Peccato, provassero anche delle emozioni sarebbero perfetti come cuccioli da compagnia.
    Un vero peccato, già...

    E allora deve scattare, agire, respirare, creare, distruggere.
    Velocemente, per sbrigare questa relativamente noiosa pratica.
    Spicca un salto a mezz'aria, con un'agilità che solitamente non attribuireste ad una massa di carne di una tonnellata o giù di lì.
    Ma, come già detto, la Natura si è presa numerose licenze poetiche con il nostro Nero.

    Mentre salta, nella sua mano sinistra si forma la copia perfetta di Naardimosh, il suo adorato martello. Entrambi risplendono di luce propria, identici come goccie d'acqua.
    Uno viene lanciato immediatamente contro il costrutto a sinistra, dopo aver caricato adeguatamente il braccio mancino per far impattare l'arma con una potenza terrificante.
    Intanto, mentre la parabola del salto si conludeva, avrebbe portato un fendente contro l'Artiglio centrale con tutta la sua smisurata potenza, riducendolo probabilmente in poltiglia.
    O almeno, questo era ciò che sperava.


    SPOILER (click to view)
    Stato fisico:Perfetto
    Stato Mentale:Annoiato, non concentratissimo.
    Mana utilizzato: Medio x1

    Naardimosh:Martello in mitrhil e oro.

    Abilità innate

    Forza bruta
    L'abominevole forza bruta di cui dispone l'Orrore non è frutto di lunghi allenamenti, come quella di tanti piccoli guerrieri umani.
    La sua è un dono del Mare stesso, che gli ha affidato la forza e la resistenza delle onde che si infrangono sugli scogli.
    In termini di gioco, Mul ha un power up del 50% in tale attributo e un'incredibile resistenza al dolore, che gli permettono di continuare a combattere fino al collasso del suo corpo.

    Il rumore del Mare
    Altro dono del Mare, quest'abilità permette all'Orrore di captare qualsiasi movimento che avvenga nel raggio di tre metri grazie allo spostamento d'aria, che viene recepito ed elaborato da appositi recettori presente poco sotto la pelle dell'Araldo.

    Tecniche:
    Gemini
    Tecnica relativamente diffusa fra gli idromanti, permette di creare una, ed una sola, copia speculare di una persona o di un oggetto. Nel caso di Mul, il bersaglio sarà il suo stesso martello, che si formerà in pochi secondi in una delle mani dell'Avatar. Tale copia avrà gli stessi poteri dell'originale, la medesima forma e aspetto, tanto da risultare distinguibile dall'originale solo ad un occhio esperto. Il Gemini sarà solamente più leggero del suo gemello e si liquefarrà non appena incontrerà un corpo solido relativamente resistente, impattandovi con una forza spaventosa. In ogni caso la copia non può permanere per più di un turno.
    Consumo:Medio


    Salto, scaglio la copia del martello contro il costrutto a sinistra cercando di spiaccicarlo con violenza, calo su quello centrale facendo altrettanto.

    Scusate per il ritardo e tutto =/


     
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  7. S h e
     
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    Quello che stava vedendo, e sentendo, non le piaceva.

    I posti che prima aveva attraversato a seguito del branco di esseri uomo erano ora calcati da decine, centinaia di mostri ragno.
    Come potevano sperare gli uomini che guardavano la terra e la scavavano con rami di legno sperare di sopravvivere a quella carica?
    Forse avrebbero lasciato indietro i vecchi e i malati, come è giusto fare. Gli artigli di metallo potevano accontentarsi di cacciare quelli ?
    Non aveva visto i mostri di ferro mangiare... ma i predatori non cacciano in branchi tanto numerosi. Mai. Non ci sarebbe abbastanza cibo per tutti.
    L'obiettivo può essere la tana degli esseri uomo : lì dentro potevano trovare cibo.

    Ma i ragionamenti si perdono di nuovo : non è mentre si combatte per la propria vita che serve riflettere troppo.
    Non è però facile non accogliere con timore, per la bestia, all'arrivo di qualcosa-che-vola : lo vede solo per un istante, prima che sia inghiottito dallo sciame degli artigli. Ma dalla pancia di quello strano animale sconosciuto emergono altri esseri uomo.
    E altri esseri che non sono uomini.

    Anche loro combattono.
    Ma è quello che succede dopo che più conta, per Lei : quando oramai i mostri ragno, due, sono d'appresso, l'Uomo Rosse le carezza la testa.
    Lo lascia fare, anche se il pericolo incombe, anche se la morte trotta verso di loro. E nemmeno lei sa perchè.
    Ma mentre la mano dell'uomo le sfiora le scaglie, queste si trasformano, passando dal blu più profondo al rosso più acceso : la Bestia pare andare a fuoco.
    E il grido di battaglia del due gambe si unisce al suo.

    - GWWrROARr !
    WRaaaRRR ! GRAAAaaa !
    !
    -

    Scatta avanti, zanne e artigli snudati, coda dritta dietro di se, macinando quel terreno che la separa dalle bestie ragno in un lampo.
    Uno dei due insetti di ferro sale sulla schiena dell'altro, spiccando un balzo, con l'intenzione, piuttosto ovvia, di calarle addosso da sopra. Proprio come lei aveva fatto con uno di loro, tempo prima.

    Lesta, accelera, mettendo più slancio del necessario nella carica al demone di metallo, quello che ha fatto da trampolino, schivando così l'alto.
    In salto,a fauci spalancate, il Segugio avvinghia il carapace dell'insetto, cercando di sbilanciarlo indietro, per poi arrivare alla pancia, dove la corazza del nemico, le sembrava, è più leggera.

    E' un attacco rapido. Per poi allontanarsi.
    Sbilanciare il nemico, correre via, e tornare di nuovo alla carica, mordendo fulminea, cercando la testa. Gli occhi. Il cervello.

    Quelle bestie di ferro sono deboli. Sole.
    Ma in quel momento stanno cacciando tutte assieme.
    Fare attenzione è necessario. Abbatterli prima di essere sommersi è vitale.


    CITAZIONE

    # Silenziosa Parola

    Ovviamente le Bestie non parlano. Nemmeno la nostra lo fa. Il suo linguaggio di base rimane quello degli animali. Tuttavia, la gatta pare possedere anche abilità ESP, come quella di rilevare presenze promananti pensiero attorno a lei (che le si rivelano come una sorta di alone luminescente all'interno di una camera buia, sovrapponibile a quello che vede con gli occhi, di colore variabile lungo la scala cromatica in rapporto alle loro intenzioni/sensazioni) fino ad una distanza di un centinaio di metri, e quella di proiettare il suo pensiero nella mente di quelli che sa essere attorno a lei.
    [Passivo.]

    # Dono della Forza

    Le armi della bestia sono i suoi denti e i suoi artigli. Con quelli attacca. Con quelli si difende. Non ha altro. Niente di diverso da quello che la natura le ha concesso in sorte. Per questo quando li usa, la bestia è letale tanto quanto lo sarebbe un guerriero armato.
    Analizzando la meccanica di gioco, ogni azione compiuta in combattimento dal Segugio è considerata tecnica di livello basso. Per poter usufruire di questo, il segugio rinuncia ai suoi slot tecnica.
    Inoltre alla bestia è possibile spendere un consumo basso di mana. Facendolo ogni suo attacco guadagna un bonus di esecuzione del 25%
    [Passivo./ Potenziamento a spesa variabile.]

    # Grazia della Bestia
    Come ogni predatore, anche questo nostro grosso animalone punta sulla sua agilità per sopravvivere. Meglio rapido e preciso che potente. La natura, facendo suo questo principio nel progettare la fiera, ha dotato la bestia di notevoli capacità aerobiche.
    Quindi il Segugio si considera dotato permanentemente di un bonus di agilità pari a +50%
    [Passivo.]

    CITAZIONE
    She schiva l'assalto aereo del primo Artiglio, caricando rapidamente il secondo - la rampa - in modo che l'altro ricada dove oramai lei non sta più. Cerca di sbilanciare l'Artiglio che non ha attaccato, per buttarlo a terra e poi allontanarsi di un poco, e tornare alla carica sempre correndo.

     
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  8. Ronin_
     
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    «Za-Za...
    Che-check...
    Assembramento... Umani...
    Condizioni di attacco...
    Favor...»


    Scrach!

    L'attacco di tallone di Etna distrugge il carapace di metallo della Sentinella, proprio mentre questa diffonde informazioni – ormai non più vere – riguardo l'attacco.
    Come un gatto curioso, l'apparato sensoriale dell'Artiglio si piega di lato, seguendo i resti del proprio corpo che sembra svilupparsi, adesso, attorno all'enorme buco che il piede dell'Overlord ha creato sull'acciaio.
    Tre delle numerose braccia che scintillano nero cercano d'alzarsi contro il corpicino della chioma rossa, ma il successivo pugno le stacca di netto dal resto del corpo, lasciando questo a gorgogliare di “imprevisti” e “errori di calcolo”.
    Il ponte della nave immediatamente attorno alla piccola è, adesso, deserto. Il composto di legno e ferro sulla quale poggia viene scosso dai ripetuti attacchi che vi si consumano. Adesso, il Vassallo può tranquillamente osservare una colonna di uomini uscire dai cancelli di Undarm. Mulinano armi e magia, oltre che una discreta dosa di tecnologia, al fine – ovvio – di aprire un corridoio per lo Shimazu e i suoi uomini. Le porte, infatti, non sono ancora completamente chiuse, sebbene gli ultimi contadini stiano già entrando.
    Gli altri, invece, non sembrano rendersene ancora conto.
    La falce che attenta alla vita dell'Evocatore impatta contro la sua lastra, mentre il corpo che muove quell'arma viene distrutto dall'attacco elementale. Il resto del ragno-granchio frana sulle sue stesse zampe senza più vita. Il fratello, tuttavia, si rizza su quattro delle sei gambe e lancia le altre due – quelle più anteriori – in falci volanti, avviluppate da una scarica elettrica di bassissima entità. Poi i pezzi che lo compongono franano, perché non più sorretti da forza alcuna, immessa – tutta – in quell'attacco.
    L'Orrore da ottima mostra di sé frantumando uno dopo l'altro i suoi assalitori. L'ultimo scatta in avanti, potenziando il movimenti spremendo i suoi log, ovvero i nuclei di scambio energia. Muove due delle zampe a stritolare il corpo del guerriero con forza e precisione.
    Il primo degli avversari di She crolla sul suo stesso peso nel punto esatto in cui il Mastino si trovava prima. Con due zampe fracassate, si volta lentamente all'indietro... giusto per vedere come il gatto giochi col topo: le fauci della bestia staccano di netto l'apparato sensoriale del secondo Artiglio, lasciando il resto senza vita, neppure virtuale. Allora il primo lancia una falce volante verso il manto rosso per poi, con una spinta dettata solo dall'energia immagazzinata dentro di sé, vi si scaglia in una carica suicida, col chiaro intento di impattare metallo contro carne: cos'è più duro?

    Santago urla ordini e i suoi uomini si dispongono in una schermaglia organizzata, con un largo fronte a nord e due piccole ali ai lati: il resto è libero.
    «Esecutore!
    Entrate ad Undarm: noi vi proteggiamo le spalle!
    » urla mentre fa roteare la sua lancia corta per parare, impattando, due lame nemiche. Gli Artigli sono già sulla sua squadra.
    «Giammai!» e un fendente di Katana accompagna la risoluzione dello Shimazu. Una Sentinella geme di dolore.
    Sul viso sono ricomparsi i segni che indicano la sua malattia: simili a scaglie rosse, stanno deturpando il suo cipiglio. Forse è la battaglia... O forse è la quantità d'energia magica che tutti i suoi uomini stanno usando.
    Il samurai indietreggia tenendo alta la guardia. Si volta a destra e a sinistra, osservandosi circondato da ben quattro robot.
    «Io, custode dello Stendardo degli Shimazu,
    chiamo voi, miei fedeli kami
    a cui la tradizione Shinto da il nome di “baku”.
    Non desiderate voi, forse, di volare?
    Accontentate chi nutre la vostra stessa brama!
    »
    Dalle sue ginocchia sino alle caviglie, prende a scivolare una massa energetica piccola e insignificante. Gli Artigli non sembrano farci caso... a torto.
    Il bushi scatta in avanti, falciando con un basso tondo tre zampe del primo nemico. All'attacco del fratello, salta in aria, poggiando il piede sul nulla e lasciando solo una chiazza luminosa simile – ma solo per un istante – a uno scoiattolo dalla coda voluttuosa.
    Il guerriero cala sul dorso della Sentinella e vi conficca la sua Munechika.
    Tossisce, sputa sangue.
    Non il costrutto, l'Esecutore.
    «Kampaku! Entrate dentro la città! Date l'ordine, dannazione!»
    Lo Shimazu si trova a fissare il volto distorto dalla furia del suo capitano, pochi metri più in basso. Annuisce, mentre cavalca ancora l'essere morente che sta velocemente disperdendo le energie mentre si accascia al suolo.
    «Ritiriamoci dentro la città! Questo è un ordine!
    Disimpegnatevi e ripiegate!
    Questo è il volere del Kampaku!
    »
    I segni sul viso hanno già superato il confine delle guance e hanno preso a corrodere gli occhi e le labbra.
    Stracciando via quello che resto del metallo, Akiyuki libera la sua Katana. La ripulisce d'olio e sangue sintetico, come fanno gli spadaccini nella sua terra, per poi saltare ancora una volta l'aria e atterrare ai piedi del carro-nave, con la spada rivolta verso il nemico.
    «Seguitemi!»

    I cancelli sempre aperti giusto per lo spazio di un uomo.
    ________________

    Gli ordini dello Shimazu sono chiari: ritiratevi ed entrate ad Undarm.
    Dopo, ovviamente, esservi difesi.
    Montblanc, considera l'attacco una tecnica fisica con, in aggiunta, una scarica elettrica di livello basso impiantata.
    Orrore, il movimento d'attacco del tuo avversario gode di un bonus del 50% in velocità.
    Ultimo, She, conteggia l'ultimo attacco come una tecnica fisica.
    Piene di risorse, queste sentinelle, mh?

    CITAZIONE
    SPOILER (click to view)
    Akiyuki Shimazu, Guerriero/Sciamano.
    Poteri Passivi in uso. Yoritomo no Kagizume, (ottima tecnica, power up in potenza o velocità a seconda dello stile), Presenza Imperiosa (carisma da comando), Kami no Kizu (debolezza agli attacchi magici, impossibilità di percepire l'aura, difesa magica costante di livello medio contro psiomante).
    Tecniche. Risubaku no Hikou, Volo dello Scoiattolo Baku (possibilità di camminare sull'aria, consumo medio).


     
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  9. S h e
     
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    Il clangore copre ogni altro rumore. Gli insetti di ferro non sanno muoversi in silenzio, e forse nemmeno lo possono fare. O ancora, non vogliono.

    Il primo dei suoi assalitori frana al suolo, senza vita, mentre la bestia sputa pezzi di metallo negli ultimi passi dalla sua corsa.
    Il sapore di quel sangue e di quella carne è il più disgustoso mai assaporato : no, non mangerà nulla di quella vittima. Quegli animali dalle zampe sottili di ferro sono marci, dentro. Velenosi.

    L'insetto che per primo l'aveva assalita, però, non concede all'animale il tempo per perdersi in decisioni inutili. La legge della Natura non concede tempi morti.
    Un artiglio di ferro vola rapido verso di lei, quando il ragno, reso zoppo dal suo stesso salto, lo scuote con violenza lontano.

    Insetti. Così alieni nel modo di pensare.

    Un ringhio sordo accompagna lo scarto laterale che Lei fa per schivare il primo attacco del suo nemico : ma è solo un diversivo.
    Mentre l'artiglio ancora volava il mostro ragno si è alzato di nuovo sulle sue sottili zampette, correndo avanti per travolgerla.

    Non le resta che saltargli in groppa mentre ancora le corre incontro, orientando la sua direzione alle porte della grandetana degli esseri uomo.

    La voce dell'Alfa del branco con cui è arrivata ha cinguettato qualcosa, e in risposta a quel canto lieve anche quella di un diverso essere uomo ha cantato.
    Ed anche se quelle parole sono comunque troppo dolci per l'orecchio della bestia, Lei non può fare a meno di riconoscerne il timbro, e il tono : anche quello che canta ora è un Alfa.

    Ritirarsi.
    Dentro alla grandetana.
    Resistere allo sciame di mostri ragno da lì sarà più facile.

    Il cranio del rangno granchio di ferro sarà la sua meta. Sventare la testa al suo ultimo assalitore con gli artigli, abbatterlo, e correre verso la porta della tana dei due gambe.
    Lì, ancora, la aspetta l'UomoRosso.

    - RRROooaR !! -



    CITAZIONE
    Abilità e Poteri:

    Già citati.

     
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  10. .Wolf
     
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    E quelli cosa diavolo sono?

    Strinse gli occhi in una posa forzata, mentre vide delle lame (?) volargli letteralmente contro. Non ne capì molto, ma pensò bene di adottare le stesse contromisure che aveva utilizzato poco fa.
    Strinse bene i pugni, per poi puntare gli arti verso l’attacco e generare una nuova barriera, identica alla precedente. Un soffio di vento mascherò la costruzione della difesa, che s’infranse liberando un paio di scintille.
    Qualche graffio si liberò sulle braccia del piccolo evocatore, che ignorò completamente il dolore, vista la sua entità. Nah, non gli faceva male. Nemmeno sanguinava.
    Era stanco di giocare a quello stupido gioco, così iniziò a correre… verso dove?
    Mah, non l’aveva capito.

    Si limitò a seguire gli altri, giacché la solitudine era una cosa che detestava.



    SPOILER (click to view)
    ~ Status fisico [« Qualche graffio sulle braccia.
    ~ Energia [« 60%

    ~ Out of danger [« La forza spirituale del giovane sognatore è immensa, tant'è che emerge anche nelle situazioni più pericolose senza alcun tempo d'attesa. Il caster non avrà bisogno di concentrarsi eccessivamente, nè di esibirsi in qualche posizione particolare ... per dare fondo a questa tecnica, infatti, è necessario solamente percepire il pericolo imminente. Appena Montblanc si renderà conto di essere il bersaglio di una qualunque offensiva - sia essa fisica o magica - attiverà instantaneamente questo potere.
    Per mezzo di un consumo Variabile di energia, sarà possibile condensare all'istante il proprio potere spirituale, creando in tal modo delle lastre quadrate aventi il lato di una lunghezza pari a due metri; tali costrutti potranno respingere qualunque offensiva di livello pari/inferiore ad esse e, al termine del loro lavoro, si disintegreranno - restando in gioco, quindi, per un'unica azione.
    La resistenza di queste lastre - spesse non più di qualche centimetro - sarà pari al consumo speso.
    Inoltre, sarà possibile manipolare questo potere per generare una cupola perfetta, al fine di proteggere il ragazzo interamente, a 360°. Questa tipologia di difesa è però molto più dispendiosa, per questo motivo l'efficienza della barriera sarà di un livello al di sotto del consumo speso, e la durata "istantanea" rimarrà tale. In ambedue i casi, non sarà possibile generare questa difesa troppo lontano dal caster, che dovrà trovarsi ad almeno tre metri dalla protezione. {Basso}

    ~ Note [« Post veloce, scusate ma ho poco tempo. ^^"
     
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  11. Memories of the Time
     
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    SPOILER (click to view)
    "Pensato Orrore"
    -Parlato Orrore-
    {Parlato Altrui}


    Scena seconda, capitolo secondo:Hit&Run

    Come previsto, gli attacchi del Vassallo non lasciano scampo alcuno ai due costrutti, che si sbriciolano sotto i possenti colpi di Naardimosh con poca più resistenza di un banale corpo umano.
    Decisamente troppo poco per sopportare lo spaventoso impatto che la Magia e l'Odio sanno creare attraverso il loro abominevole campione.

    Due su tre è una buona media certo, se l'ultimo di essi non fosse partito ad una velocità nettamente superiore al normale contro di lui, con il chiaro intento di stritolarlo.
    Impresa certamente ardua, vista la mole importante e la forza dell'Orrore, ma non mal pensata.


    "Interessante..."

    "Ognuno ha i proprio assi."diceva un vecchio detto di una vecchia terra in una vecchia storia che un giovane Orrore aveva vissuto.
    E il Mare aveva donato al proprio schiavo un'altro dono, come perle di una collana regalata alla propria amante.
    La capacità di percepire ogni movimento nell'attimo esatto in cui esso iniziava, con buona approssimazione e pace per i puntigliosi.
    Così la sua difesa è quasi un meccanismo automatico, che riesce a salvarlo per un soffio.
    Un Geyser naque dal nulla, frapponendosi fra l'Accapponapelle e il suo assalitore, il cui attacco vi impattò con tutta la propria potenza.
    Che, comunque, non fu abbastanza grande da spezzare la difesa dell'Abominio.
    Questa volta aveva rischiato...Di farsi colpire, già. Sarebbe stato imperdonabile.
    Così spiccò un balzo laterale, muovendo il mertello oltre la propria difesa che si sarebbe presto liquefatta, tentando prima di schiacciare l'avversario con il suo martello, utilizzando idealmente la propria difesa come incudine.

    Ma i suoi occhi(occhi?) avevano già captato un movimento, così come le sue orecchie(orecchie?).
    Qualsiasi fosse stato l'esito del suo rapido attacco, si sarebbe mosso il più velocemente possibile verso la città.
    Questo era l'ordine del capo, questo era ciò che doveva fare.
    Anche se ciò voleva dire lasciare molti di quei simpatici costrutti al proprio destino....



    SPOILER (click to view)
    Stato Fisico:Nulla da segnalare
    Stato mentale:Deluso
    Mana utilizzato: Medio x1, Basso x1

    Il rumore del Mare
    Altro dono del Mare, quest'abilità permette all'Orrore di captare qualsiasi movimento che avvenga nel raggio di tre metri grazie allo spostamento d'aria, che viene recepito ed elaborato da appositi recettori presente poco sotto la pelle dell'Araldo.

    Forza Bruta:Già citata

    Geyser
    Rapida e utile tecnica difensiva che stà alla base della difesa del demone. Davanti all'idromante esploderà una piccola cascata, che si fermerà poco sopra la testa dello stesso, coprendolo completamente da un lato con un rettangolo spesso una decina di centimetri e caratterizzato da un elevatissima pressione, tanto da risultare duro quanto il mithril. Anche questo scudo si liquefarrà appena verrà spezzato o al termine del turno.
    Consumo:Variabile, da Basso ad Alto

    Usato come basso
     
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  12. ~ Canario
     
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    "Ritiriamoci dentro la città! Questo è un ordine!
    Disimpegnatevi e ripiegate!
    Questo è il volere del Kampaku!"


    Il Kampaku, dopo qualche parola scambiata con un altro uomo apparentemente importante, ordinò la ritirata entro le mura della cittadella.
    Etna ancora una volta sentì quella strana sensazione, quello strano sentimento; ancora una volta (nonostante morisse dalla voglia di pestare un altro di quei cosi metallici) sentì il dovere di obbedire.
    Così fece: scese con un salto giù dal ponte della nave ritrovandosi al fianco di Akiyuki.

    "Seguitemi!"

    Dinuovo! Diamine non gli dava tregua! Decise di non farci troppo caso, oramai doveva farci un callo: le parole di quell'uomo erano mostruosamente convincenti.
    La demonietta si allinò subito dietro Shimazu e non resistè nel porgli una domanda:

    "Sire..."

    Si morse la lingua per il modo in cui l'aveva chiamato.

    "... perchè ci ritiriamo? Possiamo ancora fronteggiare queste stupide moschine! O forse sto sottovalutando la situazione?"



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    > Condizioni fisiche: Ottimali.
    > Condizioni Psicologiche: Delusa dalla ritirata
    > Mana Totale: 90%
    > Mana consumato in questo turno: 0%
    > Consumi Totali: Basso x2 (5%) Medio x0 (10%) Alto x0 (20%) Critico x0 (40%)

    CITAZIONE
    > Equipaggiamento usato: Nessuno

    CITAZIONE
    > Tecniche usate: Nessuna

    CITAZIONE
    > Riepilogo: Scendo dal ponte e seguo il kampaku

    CITAZIONE
    > Note: -
     
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  13. Ronin_
     
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    Akiyuki viene fermato dalla domanda di Etna.
    La guarda dall'alto in basso. Stringe la destra sull'impugnatura della spada.
    «Ci ritiriamo perché io comando così, ragazzina.»
    Alza lo sguardo come solleva la punta della sua Munechika verso l'orda di Sentinelle che sciama verso di loro. «Benché io reputi onorevole una morte in battaglia, la mia dignità di Shimazu mi impedisce di perire sotto i colpi di creature senza né nome né storia né clan.»
    Fa mezzo passo indietro per poi far scattare verso l'alto la sua spada per deviare il corso di una falce volante. Questa sfiora i capelli del Vassallo bambina per conficcarsi sulle palizzate di legno alla sinistra dei portoni.
    Il bushi ripete l'ordine di ritirata, poi spinge la sua interlocutrice indietro, verso la porta. «Va'!» le urla, poi riprende a scambiarsi ordini con Santago, capo della squadra di esploratori.

    Gli Artigli si disimpegnano dai combattimenti ritirandosi. Per il momento: probabilmente, un circuito più potente le sta tenendo a bada. O forse, meno probabilmente, è solo un calcolo delle probabilità errato.
    Così, senz'altri intoppi, tutti hanno via libera per le porte di Undarm.

    ...

    «Bene, siamo tutti dentro, grazie a qualche dio...» mormora Santago che si accascia sfinito con le spalle ai portoni. Dietro di lui, sulle mura, il resto della gendarmeria della città portuale fa fuoco sugli Artigli che, intanto, hanno ripreso l'attacco.
    Il capitano prende il mano il berretto dalla tesa verde che ha in testa e si asciuga la fronte con il dorso della mano. La bandana rossastra che gli copre il capo è umida, a causa del caldo.
    Poi si liscia i baffi e si rivolge allo Shimazu.
    «Kampaku, ordini?»
    Questi smette di fissare le porte e fa un passo indietro. Con un gesto secco, mena un fendente a vuoto con la sua spada per ripulirla dal sangue e dalla sporcizia. Poi, tenendo il fodero con la sinistra, la ringuaina con un solo gesto. Il metallo canta e vibra – è splendido.
    «Devo recarmi all'isola di Berjaska per un incontro diplomatico. Quindi, adesso io e i miei convocati ci recheremo al porto. Voi siete in grado di gestire l'attacco?»
    Da un vociare non troppo sommerso, emerge quel vecchio gentiluomo del Lord comandante Quinbel che, con estrema eleganza, si ripulisce una macchia di terriccio dal farsetto scuro.
    «Lord Shimazu, Kampaku della Regina Aranwë, è un onore servirla.» S'inchina alla maniera occidentale, destando una smorfia nel cipiglio del giapponese.
    Alle parole del comandante, tutti i soldati prima troppo presi dall'attacco per riflettere, si scambiano sguardi stupiti e straniti: «Accidenti» si sente, «è l'Esecutore!».
    Così tutti s'inchinano come un solo uomo, ergendo il potere di quell'uomo malato a potere assoluto, a dio, sebbene solo per un attimo.
    E, giusto per quell'attimo, il samurai viene tentato di goderne, di assimilare la dolce sensazione che il potere può, il più delle volte, donare.
    Ma poi scuote il capo e risponde al saluto con un cenno.
    «Lord comandante Quinbel, la situazione.»
    «Abbiamo fronteggiato diverse volte un attacco del genere. Stranamente, questo caso ci ha colti impreparati: non lo siamo mai stati, dai tempi di...»
    «Sì, mi hanno riferito.»
    «Ecco.»
    «Quindi? Parlate.»
    «Possiamo ricacciare gli Artigli verso Klemvor senza problemi.»
    In effetti, dietro le mura di legno e acciaio, i rumori della mischia sono più deboli.
    «Voglio che, ad attacco concluso, mandiate una squadra verso Klemvor per capire cosa non ha funzionato nei vostri sistemi di difesa. Andrei io, ma – purtroppo – non sono ancora molto avvezzo a questa... tecnologia.»
    «Sì, signore, come ordina. Volete una scorta per raggiungere il porto?»
    «Affatto. Lord comandante, quando sarò di ritorno, vorrò incontrarvi per riparlare della situazione. Capitano Santago» lo sguardo cerca l'uomo «ottimo lavoro. Avvicinatevi, devo parlarvi.»
    ___

    Nei pochi minuti che seguono, tutti voi venite informati delle decisioni dell'Esecutore.
    Siete diretti al porto – facilmente raggiungibile – presso la nave “Onda grigia”. Da lì, vi imbarcherete per Berjaska.
    Al Montblanc e ad Etna viene ordinato di andare presso la capitaneria per farsi consegnare i documenti necessari a lasciare la città. Lo Shimazu in persona vi da una pergamena vergata di suo pugno.
    È sempre lo Shimazu che decide di muoversi per Undarm con, al fianco, l'Orrore e She. Non ha ancora esplicitato il perché di questa scelta, ma siete sempre liberi di chiederlo.
    Quindi, Montblanc e Etna vengono spediti a sud-est. Davanti a voi, un labirinto di strade – più o meno grandi – popolate di gente ora meno spaventata dall'attacco. La strada battuta lascia presto il posto alla sabbia, che lascia ancora prima il posto a palafitte costruite su alte piattaforme di acciaio nero, lucido, con riflessi verdi – la particolarità di Undarm. La gente, un ceppo secondario degli Asruan, non vi nota particolarmente. Che voi ne sappiate, la vostra meta si trova all'estremità orientale del porto: non dovrebbe essere troppo difficile trovarla.
    Descrivete come vi arrivate e come chiedete una volta raggiunta.
    L'Orrore e la Bestia, invece, camminano col Kampaku per vie secondarie. Neanche di questo, sapete il motivo. La popolazione comune non riconosce il samurai che, a causa della sua posizione, non è solito andare in giro per le strade di una città secondaria senza un ottimo motivo. Così, venite osservati più per le fattezze di voi due che per altri motivi.
    Turni liberi, piena libertà.

     
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  14. .Wolf
     
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    Per un pelo.
    Era finalmente al sicuro, e fiero delle sue azioni non potè non sorridere nel vedere le truppe assalitrici sconfitte. Vabbè, l’attacco non era ancora finito, ma per il piccolo evocatore era già tanto sconfiggere una o due macchine.
    A quel gioco non lo batteva mai nessuno, anche se cominciava a essere stanco.
    Altri ordini, di nuovo questo divertimento si sarebbe amplificato, giacchè questa volta il piccolo Montblanc doveva affiancare Etna per raggiungere l’estremità della città, e consegnare i relativi moduli per lasciare il porto.
    Appena gli fu consegnata la pergamena, decise di fare il cavaliere … su su, una volta si poteva pure fare!!

    “Ecco, tienili tu.”

    Sorrise, chinandosi in una posa cortese.

    “Mi raccomando però, non perderla!!

    Fece cenno di proseguire.
    Il giovane iniziò a camminare verso sud-est, e mano a mano che procedeva ogni strada si fondeva a un tratto più stretto, finchè la sabbia non prese il sopravvento.
    Fu più forte di lui.
    Si rivolse ad Etna, ipotizzando che l’avesse seguito,
    e senza voltarsi disse…

    Dai, vediamo se riesci a prendermi!!”

    Iniziò a correre, superando ogni singola palafitta, avvicinandosi sempre di più all’obiettivo. Dopo qualche minuto di corsa, il suo passo si fermò.
    Era di fronte alla capitaneria, ora doveva passare il turno.
    Sarebbe stata la giovane Etna a consegnare "il lasciapassare"…
    …sperando che non lo avesse perso.



    SPOILER (click to view)
    ~ Status fisico [« Qualche graffio sulle braccia.
    ~ Energia [« 60%

    ~ Note [« -
     
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  15. S h e
     
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    Le Bestie seguono gli istinti, questo lo sanno tutti. E le loro voglie. Non c'è altro.

    La lotta con i mostri ragno era finita : loro erano scappati dopo che gli esseri uomo si erano rinchiusi dentro alla loro grande tana.
    Eccitazione, felicità, velata tensione che andava via via scemando : l'aria era satura di odori e sensazioni così forti, condivise da così tante di quelle creature a due gambe, che era impossibile non venirne circondati.

    L'Alfa che guidava il branco del Rosso aveva speso del tempo parlando con l'alto Alfa, quello che era uscito dalla pancia dell'animale di ferro che era arrivato volando, ed era morto fuori dalla tana, sventarto.
    Quel cinguettio era inadeguato. Indegno di qualcuno che doveva stare al comando, eppure, pareva, quelle creature non erano in grado di astenersi dall'usarlo ogni volta che dovevano comunicarsi informazioni.
    Non sapevano usare altri modi.

    Loro, che erano in grado di cambiare il mondo attorno, non erano capaci di capirsi, se non in quel modo tanto strano e quasi ridicolo.

    L'uomo vecchio, che sapeva di potere e autorità, a cui nessuno osava rispondere con forza, si era poi staccato dal resto degli uomini, preferendo muoversi nella GrandeTana solo.
    Non aveva motivo per andare con lui : non lo conosceva, e avrebbe voluto sapere che stava facendo il Rosso. Lo trovava interessante.
    Ma non aveva motivo nemmeno per andare con lui : visitare la dimora degli esseri uomo poteva essere interessante.
    Senza contare che non aveva ancora trovato del cibo.
    Forse nella tana quegli animali a due gambe conservavano cibo, come fanno le formiche, o le api.

    Qualcosa poteva trovare, si.
    Sicuramente, stando vicina ad un Alfa, qualcosa avrebbe trovato.

    - Ci si domanda, Alfa del Branco che viene dal Cielo dentro alla pancia della bestia di ferro che vola, che posto sia questa grande tana dell'essere uomo... la conosci, tu, per muoverti così sicuro al suo interno?

    E ci si domanda, anche, quale sia il nome della tua specie : non assomigli certo ad uno scout. Ne ad uno degli uomini dei campi qui attorno.
    Il tuo odore è differente.
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