Grork vs Allornone

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  1. L a i z l a
     
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    « Toh! Ecco l'Arena in cui combatte Grork! »

    Erano ore che girava per le varie arene del torneo, ma in nessuno di questi ring vide un enorme e statuario Orco dalla pelle olivastra e l'espressione burbera in volto. Di certo non era un tipo che passava inosservato, e se l'avesse anche solo intravisto se ne sarebbe accorta.
    Ora non poteva sbagliarsi: da una parte un uomo all'apparenza come tanti, dall'altra il suo adorato Guardiano; il suo amico sincero.
    L'incontro stava per cominciare ... e lei non aveva ancora preso posto!
    Lo conosceva come le sue tasche, e se prima Grork non avesse visto Laizla - prova che stava bene nonostante non ci fosse lui a scortarla - non si sarebbe concentrato a dovere durante l'incontro. Ovvero: avrebbe perso a causa sua.
    Si dimenò tra la folla, ma la confusione era troppa e difficilmente avrebbe raggiunto la prima fila anzitempo l'inizio dello scontro, motivo per cui dovette ricorrere ad un vecchio trucco ...

    « Arte del Vento, Ascesa! »

    Una forte corrente d'aria lo spinse verso l'alto, elevandola dalla folla ad una decina di metri d'altezza. Da lassù, urlò con quanta voce avesse in corpo, cercando di infondere il suo entusiasmo sincero ed il tifo genuino nelle (poche) parole.

    « GROOOOORK! DAI IL MEGLIO DI TE!!! »

    Una scena che difficilmente sarebbe parsa inosservata.

     
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    « GROOOOORK! DAI IL MEGLIO DI TE!!! »

    Alicamantus alzò il capo e vide la bambina in aria. Non si scompose più di tanto.
    Aveva visto di peggio, decisamente.
    Piuttosto, guardò se sugli spalti c'era uno degli avatar di Enhis, dove con "guardò" si intende "divise gli spalti in quadrati, scorse ogni quadrato con lo sguardo e verificò se c'era una delle familiari sagome".
    Manovre da cacciatore.

    Ovviamente non voleva cacciare Enhis. Era prudente, tutto qui. La posta in gioco era alta, il prezzo da pagare in caso di fallimento inimmaginabile.
    Ed Enhis poteva fare la differenza... verso la catastrofe.

    Dunque, prudenza. Enhis non si era ancora svelato. Forse cercava di scoprire qualcos'altro su di lui, forse si stava prendendo del tempo per riflettere.
    Non importava.
    Lui sapeva cosa fare.
     
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  3. Allornone
     
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    "Salve, Al. Guardi anche tu il combattimento?"

    Disse una voce inespressiva, rivolta verso la gargolla.
    Dietro di lui, il solito tizio in impermeabile grigio stava seduto sulla gradinata, sorseggiando rumorosamente una bibita da un bicchiere con cannuccia.

    "Beh, non posso darti torto. Proprio un bello scontro, peccato solamente che i giudici daranno la vittoria al mio avversario. Ma pare che io sia abbastanza sfortunato con i tornei."

    "Comunque, volevi parlarmi?"

     
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    "Salve, Al. Guardi anche tu il combattimento?"

    Le labbra di Alicamantus si dipinsero di un sorriso compiaciuto. Enhis Krad, lo sapeva senza neanche girarsi.

    "Beh, non posso darti torto. Proprio un bello scontro, peccato solamente che i giudici daranno la vittoria al mio avversario. Ma pare che io sia abbastanza sfortunato con i tornei."

    Un attimo di silenzio malinconico, che Alicamantus rispettò e non infranse. Il silenzio è d'oro, si dice, e lui sapeva stimarlo a peso.

    "Comunque, volevi parlarmi?"

    Le sue labbra non mutarono né per distorcere il sorriso né per parlare. I grigi occhi liquidi della gargolla andarono oltre l'arena, oltre gli spalti opposti, oltre le poche nuvole nel cielo sereno, fino ad un luogo e un tempo scomparsi da alcuni mesi... o, a seconda del punto di vista, mai esistiti.

    « ...tu sai cos'é il Principio di Precauzione, Enhis? » mormorò alfine Alicamantus, debolmente.

    Non c'era dubbio: il loro duello era iniziato e, ironia fra le ironie, Alicamantus sapeva già che avrebbe vinto.
    Peccato che lui avrebbe tanto voluto perdere.


    SPOILER (click to view)
    Post schifoso, ma schifosamente in ritardo. Il prossimo post sarà migliore, promesso.
     
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  5. Allornone
     
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    Enhis smise di bere, mentre Alicamantus parlava. Quando ebbe finito sorrise leggermente, puntando l'indice verso la gargolla, come se stesse indicando un bersaglio.

    "Esatto! Così si fa. Gioca con l'avversario, parodizza il modo in cui lui ha iniziato il discorso avvenuto in precedenza. Ottimo modo di iniziare. Comunque il principio di precauzione, dici? Mi spiace, non lo conosco. Certo, questo vuol dire poco, visto che potrei limitarmi a digitarlo su www.shadowgoogle.com e ottenere una risposta in un paio di tempuscoli di plank. Ma sarebbe noioso. E tanto adesso me lo dirai comunque. E io non voglio rovinare un discorso, giusto?"


    Riportò la cannuccia alla bocca, finendo la bibita. Dopodichè la lanciò verso il cestino un paio di metri dietro Alicamantus, sbagliando la traiettoria di una trentina di centimetri... se non fosse che lui stesso la prese al volo, per poi lasciarla cadere delicatamente nel cestino.
    Come aveva fatto a spostarsi era un mistero. Nessun incanto di teletrasporto, nessun salto dimensionale, e nessuno dei due era un'illusione. Semplicemente, adesso era in un posto diverso da qualche istante fa.

    "Ma, tanto per chiarire le cose, ti avviso che io non sono l'Enhis che Alicamantus è abituato a conoscere. Ma visto che neanche tu sei l'Alicamantus che enhis è abituato a conoscere non vedo problemi. E non ti preoccupare, l'altro me, quello che sta combattendo adesso e che ha chiacchierato con Miremel, è già stato avvisato di rimanere fuori dalla faccenda. Sai, se c'è una persona di cui mi fido è me stesso."

     
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    Non udì il risucchio della cannuccia mentre mormorava, come se l'avesse stupito.
    Ma sapeva benissimo che era una reazione controllata.

    "Esatto! Così si fa." esclamò Krad. "Gioca con l'avversario, parodizza il modo in cui lui ha iniziato il discorso avvenuto in precedenza. Ottimo modo di iniziare. Comunque il principio di precauzione, dici? Mi spiace, non lo conosco. Certo, questo vuol dire poco, visto che potrei limitarmi a digitarlo su www.shadowgoogle.com e ottenere una risposta in un paio di tempuscoli di plank. Ma sarebbe noioso. E tanto adesso me lo dirai comunque. E io non voglio rovinare un discorso, giusto?"

    Ancora risucchio, stavolta contro il fondo del bicchiere. Si voltò, stufo di non poter usare il suo auspex, giusto in tempo per vedere la fulminea e letteralmente impossibile presa di Enhis.
    Non se ne sorprese: era ciò che avrebbe fatto il Demone, svelare una parte insignificante delle sue capacità per riequilibrare il vantaggio dell'altro in superficie senza mostrargli realmente cosa sapeva fare.

    "Ma, tanto per chiarire le cose, ti avviso che io non sono l'Enhis che Alicamantus è abituato a conoscere. Ma visto che neanche tu sei l'Alicamantus che enhis è abituato a conoscere non vedo problemi. E non ti preoccupare, l'altro me, quello che sta combattendo adesso e che ha chiacchierato con Miremel, è già stato avvisato di rimanere fuori dalla faccenda. Sai, se c'è una persona di cui mi fido è me stesso."

    Sorrise.

    « Beato te, Enhis, beato te! » ridacchiò, complice. « Io, invece devo combattere continuamente con un "me stesso" che non sa niente, un "me stesso" che non vuole che mi esponga troppo, un "me stesso" che mi critica sempre e un "me stesso" che crede di poter rimediare tutto alla maniera di Gulnar. »

    Schioccò le dita, facendovi apparire un piccolo fuocherello, e ammiccò prima di spaparanzarsi per bene.

    « Vedi, Enhis, tu non hai sentito parlare del Principio di Precauzione perché questo è stato ideato prima della Terza Energia dalla razza umana. Detto in parole povere, dice: Non usare qualcosa di cui non conosci ogni conseguenza". »

    Ridacchiò piano.

    « Il bello è che sono stati loro, i primi a non applicarlo: e il risultato è stata il disastro della Terza Energia, così traumatico che ancora oggi i Von Seamond combattono per evitare che accada qualcosa del genere. Ma dimmi, Enhis...
    ...se tu non lo conosci, come fa a conoscerlo il Demone del Vento? »


     
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  7. Allornone
     
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    « Beato te, Enhis, beato te! »« Io, invece devo combattere continuamente con un "me stesso" che non sa niente, un "me stesso" che non vuole che mi esponga troppo, un "me stesso" che mi critica sempre e un "me stesso" che crede di poter rimediare tutto alla maniera di Gulnar. »

    Lo capiva perfettamente. Fino a poco tempo prima, aveva avuto lo stesso identico problema. E risolverlo non era stato per niente facile. O indolore. Per la cronaca, era stato come se la sua anima gli venisse strappata dal corpo con una violenza indicibile, e il processo fosse stato ripetuto decine e decine di volte.
    Ah, e poi aveva dovuto partorire.

    Più o meno letteralmente.


    « Vedi, Enhis, tu non hai sentito parlare del Principio di Precauzione perché questo è stato ideato prima della Terza Energia dalla razza umana. Detto in parole povere, dice: Non usare qualcosa di cui non conosci ogni conseguenza". »

    Lo fissò intensamente, con uno sguardo a metà tra il serio e lo stupito. I suoi occhi azzurri (azzurri? o piuttosto neri? o verdi? difficile dirlo.) erano come fari puntati sul volto di pietra della gargolla.

    « Il bello è che sono stati loro, i primi a non applicarlo: e il risultato è stata il disastro della Terza Energia, così traumatico che ancora oggi i Von Seamond combattono per evitare che accada qualcosa del genere. Ma dimmi, Enhis...
    ...se tu non lo conosci, come fa a conoscerlo il Demone del Vento? »


    Scoppiò a ridere.
    Così, senza preavviso. Un attimo prima stava fissando Alicamantus, e un attimo dopo si stava sganasciando dalle risate. Lacrime fasulle gli rigarono le guance, mentre la gente che lo circondava era troppo interessata al tornado che stava devastando l'arena per prestargli attenzione.

    "Oddio, Al.." disse, frenando a stento le risa. "...questo cosè, un principio alla «non bisogna sporcare per terra» o alla «non fornicate prima del matrimonio»?. Per l'amor del cielo, un tale principio è assurdo. "

    Fermò improvvisamente le risa, ritornando a fissarlo con serietà.

    "Non potrai MAI conoscere tutte le conseguenze di qualcosa. Non importa chi ti credi di essere, o quanto potenti saranno le tue divinazioni. Ci sarà sempre qualcosa che non hai previsto. Sempre."

    "Vedi Alicamantus... oddio, non è che mi diresti come ti chiami davvero? A meno che naturalmente tu non sia un altro Alicamantus proveniente da uno spaziotempo differente."

    "Vedi, tu mi hai fatto l'esempio della terza energia. Ma io te ne farò un altro. Lo sapevi che la prima volta che è stata fatta esplodere un'arma nucleare sperimentale, gli scienziati non avevano alcuna certezza che, una volta attivata, la reazione a catena si fosse anche fermata? Temevano che l'esplosione avrebbe dato fuoco all'atmosfera. Eppure sono andati avanti. La catastrofe non è accaduta. E l'America si è ritrovata in possesso di un'arma micidiale. "

    "Vedi, hai effettivamente ragione quando dici che Alicamantus probabilmente non conosce tale principio. O forse, lo conosce e, come me, lo ritiene un'idiozia. Ma questa non è la domanda importante. La domanda importante è: «Che cosa ti impedisce di andare da lui e dirgli che se se preme il tasto con la scritta non premere verrà calciato da un cinese in kimono?"

     
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    Stavolta toccò a lui, ridere.
    Una risata consapevole, amara, aspra.

    « Ma dire ad Alicamantus di non fare una cosa é il modo più rapido per convincerlo a farla! » ululò Alicamantus, il volto per un attimo distorto da un lampo di emozioni troppo rapido per poter essere distinto.

    Rabbia o - forse - compassione?


    « Conosco anche io la storia prima della Terza Energia, Enhis: con lo sviluppo della bomba atomica, l'America regalò al mondo intero mezzo secolo di paura e distruzioni - la Guerra Fredda - e strascichi di conflitti che continuarono per un'altro mezzo secolo! » sibilò la gargolla. « Quella volta ci mancò tanto così... »

    Avvicinò pollice ed indice della destra fin quasi a farli toccare.

    « ...allo scoppio di una terza, definitiva Guerra Mondiale. » esclamò. « E io dovrei lasciare che Alicamantus decida per l'intera Celentir senza intervenire, Enhis? Ma Alicamantus è qualcosa di incontrollabile: per impedirgli di fare la scelta sbagliata, dovrei prendere possesso della sua psiche e tramutarlo in una marionetta nelle mie mani! » sibilò. « Tanto più che in realtà neppure io so quale scelta può sbagliare: conosco solo gli effetti di una sua scelta errata.... ed è qualcosa che neppure tu riusciresti ad affrontare senza morire, definitivamente, senza alcun periodo di quietescenza per poi re-iniziare una nuova vita! »

    Si lasciò ricadere sul sedile, frustrato.

    « Quanto al nome, non te l'ho detto per ragioni di segretezza - comunque non ti direbbe nulla - ma perché è praticamente impronunciabile in questa lingua. Dovrebbe suonare più o meno come... »
    Emise un suono che sembrò uno scatarrare.
    « ...o come Zkar Kergsson, volendo dare una bella addolcita ai suoi. »

     
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  9. Allornone
     
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    "Perdonami. Mi pare evidente che o sono io a star sopravvalutando Alicamantus o sei tu a sottovalutarlo. Vedi, per quanto ritenga la gargolla avventata e incosciente, non la considero al livello di un bambino capriccioso che accende una miccia anche se gli è stato detto chiaramente che tale miccia gli farà esplodere una bomba addosso."

    "Vedi, Scar, posso notare tre errori nella tua linea di pensiero. "

    "La prima è che non pensi semplice. Andiamo! Prenderlo e operare un complesso e costoso lavaggio del cervello per mutare la sua personalità! Questa è una soluzione incredibilmente complicata e piena di rischi. Al momento mi vengono in mente almeno otto diversi modi per impedire ad Al di compiere quella scelta. E non so nemmeno quale sia! Il primo è ucciderlo. Il secondo è tirargli una botta in testa e farlo rimanere svenuto abbastanza perchè le circostanze mutino e non possa più compiere quella scelta. Due metodi veloci, puliti, e indubbiamente più semplici."

    "Il tuo secondo problema, invece, è che credi che possano esistere scelte giuste. Non esistono scelte giuste! Esistono solo scelte peggiori. Il mezzo secolo di paura e distruzione che l'atomica ha regalato al mondo ha seguito cinquemila anni di paura e distruzione! L'unica differenza era che la gente stava meglio e che temeva di venire ammazzata da una lontana potenza straniera piuttosto che da un raffreddore o dai briganti che si nascondevano nel bosco!"

    "Il terzo, invece, è che non riesci a vedere le cose in una prospettiva abbastanza ampia. Credi davvero che non bombardare Hiroshima avrebbe portato dei benefici al mondo? Invece è molto più probabile che l'atomica venisse sviluppata comunque dalle varie potenze, ma che non venisse utilizzata! Ti rendi conto di che disastro sarebbe stato questo? Ti rendi conto di che cosa sarebbe successo se l'Unione Sovietica o l'America si fossero dichiarate guerra non immaginando gli effetti delle loro armi, e tali armi fossero state utilizzate direttamente e per la prima volta in un conflitto globale? Come pensi che avrebbe reagito il mondo alla scoperta di quanti morti una bomba poteva provocare, mentre altre migliaia erano già in volo? "

    "Come ho detto, non esistono scelte giuste. Esistono solo scelte che, viste con una prospettiva abbastanza ristretta, appaiono giuste. "

    Tuttavia, stiamo divagando. Ormai mi pare ovvio chi tu sia, da dove vieni e perchè sei qui. Ma mi sfuggono ancora due particolari. Il primo, è perchè hai sostituito Al in questo torneo. E il secondo è: posso fare qualcosa per te?



     
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8 replies since 19/1/2009, 22:12   176 views
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