Royal Suite n°22

Drusilia Galanodel

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    "No. Nient' altro."


    Il giovane dai capelli corvini bevve la bevanda che la bella Galanodel gli aveva appena offerto, per poi gettare la sigaretta dalla finestra dietro le sue spalle.
    Intanto Drusilia lo osservava silente e con braccia incrociate.

    *Prego, è un piacere servirla...no, basta, non mi ringrazi ulteriormente...no, davvero, lei è un ospite...*

    CITAZIONE

    "Perchè siete qui? Rispondimi sinceramente. Mi state seguendo?"


    *Questa poi...*

    Prima di rispondergli a modo, Drusilia Galanodel non potè non notare il suo sguardo. Sebbene fosse rivolto a lei, sembrava che non la stesse osservando, ma che il soggetto delle sue attenzioni fosse la parete retrostante. E questo non fece altro che abbassare ulteriormente, come se fosse possibile, la considerazione che aveva di quel ragazzo.

    *E' maleducato pure il suo sguardo...*

    A quel pensiero, inarcò il sopracciglio ben disegnato, e socchiuse leggermente gli occhi smeraldini.

    -Secondo te?

    Iniziò con una domanda che, forse, non avrebbe mai avuto risposta.

    -In ogni caso, non temere, non ho alcun interesse nel seguire te. Inoltre deduco dalla tua domanda che neanche tu sei qui per seguire noi.

    In effetti Drusilia non aveva tutti i torti: infondo era stato lui a raggiungerla e ad entrare nella sua camera...
    Con le dita affusolate si portò una ciocca ribelle di capelli castani dietro l'orecchio.

    -Sono qui per un torneo...si chiama Warrior Day. E tu, perchè sei qui?

    Lo guardò con sguardo malizioso, poggiandosi con la schiena coperta dall'accappatoio sul muro retrostante.

    Avrebbe pagato oro per poter leggere nella mente di quello strano umano che le stava davanti.
     
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  2. • Ryder
     
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    Al sentire le frasi di Drusilia, Rain non potè esimersi dallo scoppiare in una fragorosa risata.
    Sì, proprio così. Stava ridendo, incredibile!
    Era la reazione più naturale, anche se non era dettata per nulla dalla gioia.

    "Io? Ah, io passavo per caso... ormai mi conosci, sai che non mi piacciono gli eventi mondani. Non mi piacciono più, diciamo."

     
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    La Dama rimase a dir poco sconcertata da quell'atteggiamento.
    Stava forse ridendo di lei?
    Come aveva osato?

    CITAZIONE
    "Io? Ah, io passavo per caso... ormai mi conosci, sai che non mi piacciono gli eventi mondani. Non mi piacciono più, diciamo."

    La Dama si avvicinò a lui, lui che più di chiunque altro riusciva a renderla ostile, sgarbata, così umana che difficilmente sarebbe stato possibile considerarla Galanodel.
    Lui, con quegli occhi grigi che tanto odiava, quello sguardo insolente e distaccato. Lui che aveva ferito i suoi amici, l'aveva sconfitta abbandonandola tra le praterie, lui che tempo prima aveva quasi ucciso il suo migliore amico, lui che aveva rinnegato l'aiuto della Dama, lui, manipolatore d'oscurità.

    Lo odiava.

    -Ah, si...?

    La Dama iniziò ad avvicinarsi ancora a lui con passo lento. I suoi occhi di giada fissi sui suoi, in una espressione ambigua.
    Le mani pallide reggevano i lembi dell'accappatoio che nascondeva le sue grazie, mentre i capelli d'ebano scendevano sulla spalla.

    Ormai gli era vicina, così tanto da poter sentire il suo respiro.
    Le labbra si curvarono in un ghigno.
    Cosa voleva dire?

    -E dimmi, Rain, che tipo di eventi ti piacciono con esattezza?

    Mai come allora, la Dama divenne pericolosa.
    Lui l'aveva sfidata, era il momento di ricambiare il favore.

    Edited by Drusilia Galanodel - 30/3/2009, 01:09
     
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  4. • Ryder
     
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    Incredibile. Molto semplicemente, la situazione era riassumibile tramite una parola che poteva significare tutto o niente: irreale.
    Difficile trovare altri termini da appioppare alla situazione quasi onirica che stava creandosi, molto difficile.

    Che qualcuno le avesse fatto il lavaggio del cervello? O se lo era fottuto lei stessa attraversando il Maelstrom?
    Non gli vennero in mente altre possibilità, mentre lei si avvicinava sinuosamente e pericolosamente alla sua persona.
    No, non poteva essere la stessa ragazza, sarebbe stato impossibile per la vera Drusilia agire in quel modo così... così disinibito.
    Una creatura del bene, ingenua, casta e pura che ci stava provando spudoratamente con lui, camminando lentamente, ancheggiando, avvicinandosi alle sue labbra fino a poter sentire il suo respiro. Si stava comportando esattamente come una delle puttane di basso borgo che sbucavano ovunque a Night city, quando calava la notte.

    Ma contemporaneamente era anche così diversa da loro. Così fine, così... bella.
    Ma come cazzo aveva fatto a non accorgersene prima? L' aveva anche picchiata, l' aveva ridotta in fin di vita, come aveva fatto anche con una delle persone a lei più care.
    Avrebbe dovuto odiarlo con tutta sè stessa, avrebbe dovuto gioire nel vederlo morto da qualche parte. Invece si stava comportando in modo opposto: stava tentando di sedurlo, e ci stava anche riuscendo.
    Era quello il motivo della sua preoccupazione. Non poteva e non doveva cedere all' animale selvaggio che gli stava davanti, a pochi centimetri dalle labbra.
    Già, le labbra...
    Quelle labbra così seducenti, come anche lo erano gli occhi o qualsiasi altra parte del suo corpo perfetto, coperto solo da quel minuscolo accappatoio. Così minuscolo che sembrava gridasse "Strappami, gettami via!"

    Dopo la fragorosa risata malefica di poco prima, era tornato serio. Ma questa il volto non era inespressivo, era diverso.
    Stava violentando il suo istinto per non cedere alla tentazione di farla sua.
    Non si riconobbe più, guidato solo dall' irrazionalità mentre le sue mani scivolavano lungo i fianchi perfetti e si fermavano attorno alla vita.
    Troppo, troppo tempo che non sfiorava una donna.
    Forse era ora di riscattarsi e recuperare il tempo perduto...

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    ". . ."

     
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    La Dama sembrò incuriosita nel momento in cui vide quella strana espressione sul volto di Rain. Lui, quell'essere senza cuore che aveva conosciuto in accademia, il "migliore tra gli aspiranti" nonchè il più "difficile", in tutti i sensi...
    No, non era la solita, non l'aveva mai vista quell'espressione.
    Fu così inaspettata che non riuscì nemmeno ad interpretarla.

    Rimase così ad osservare lui, mentre lui guardava lei.
    Agli umani occhi era difficile descrivere la bellezza che avvolgeva il volto della Dama del Vento. Era come un sogno, o forse un pensiero, leggero ed inafferrabile, impossibile da fare prigioniero, incatenandolo con linee e colori sulla tela d'un pittore.
    La bellezza di Drusilia non era nei capelli d'ebano, che mossi dalle delicate carezze del Vento, suo amante, signore e servo, danzavano intorno a lei, quasi ad ornare la sua intrigante figura, ma nell’alone di perfezione che la circondava. La sua bellezza non era negli occhi di smeraldo, ma nella luce che emanavano; non nelle labbra rosse come il fuoco, induttrici di peccato, ma nel calore dei suoi sospiri.

    Occhi profondi lo fissarono increduli, desiderosi di assaporare cosa si nascondesse dietro quei vetri grigi che racchiudevano l'anima dell'uomo che le stava innanzi, buia come le sue ombre.
    Perchè Drusilia sapeva perfettamente cosa il giovane dai capelli corvini celava dentro di sè, cosa aveva nascosto agli altri dell'accademia. Sapeva perfettamente chi era...lui era il Buio.

    Denti come perle bianche morsero quelle labbra, ed in esse affondarono senza ferirle.
    Una brezza mattutina furono le sue dita sottili, che leggere si arrampicarono lungo le scure vesti che ricoprivano quel petto maschile, per poi fermarsi sulle spalle.

    Un altro passo avanti, probabilmente l'ultimo.

    E la bocca invitante si mosse ancora, divertita, soddisfatta, mentre il seno accogliente sfiorava il suo petto. Non gliel'aveva insegnato nessuno, sembrava esserne in grado da sempre.

    Ciò che scivolò da quelle labbra morbide fu solo un sussurro.

    -Non hai ancora risposto alla mia domanda, Rain.
     
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  6. • Ryder
     
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    Probabilmente, era la centesima volta che -dopo essere arrivato in quel mondo- non si riconosceva più.
    Ma se aveva deciso di agire così, forse era perchè aveva pensato ad una cosa.
    Quel che succede ad Endlos, resta ad Endlos.

    Bè, in fin dei conti era vero. Lì non conosceva nessuno, quindi non c'era nessuno che potesse parlare, e le voci non avrebbero iniziato a correre.
    Della ragazza che gli stava di fronte si fidava abbastanza: era stata lei a volerlo, difficilmente l' avrebbe sbandierato ai quattro venti, o detto ad anima viva.
    Era strana la situazione, gli sembrava di essere tornato bambino, costretto com' era a pomiciare di nascosto da tutto il mondo. Non che da bambino lo avesse mai fatto, vista la sua bellissima infanzia, ma il paragone reggeva molto bene.

    "...E non lo farò" - le rispose.

    E quindi, che altro fare a quel punto, se non stringere quel corpo leggiadro ancora più fortemente, e lasciarsi andare in quel bacio mistico e sempre desiderato. O forse la cosa era a senso unico, e a Rain non importava proprio nulla. Difficile dirlo.
    Ma oramai che aveva fatto 30, valeva la pena fare 31. Sarebbe stata una cosa da perfetto idiota -per non dire altro- non accettare le attenzioni di quell' angioletto in accappatoio, e in fondo, sapeva di aver fatto la cosa giusta.
    Non ne era del tutto sicuro: diciamo che ci sperava, vah.

     
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    "...E non lo farò"

    Incredibile, assurdo.

    E’ vero, la Dama si stava divertendo un mondo a stuzzicarlo con movenze invitanti e sguardi ambigui, tuttavia non si sarebbe mai aspettata quella reazione. Conoscendolo, avrebbe immaginato che si fosse irrigidito, o innervosito, in ogni caso non quello che era appena accaduto.

    Eppure…

    Eppure fu solo un attimo, rapido ed interminabile, ed i morbidi petali rossi si trovarono sfiorati da fredde labbra maschili, in un bacio che non le apparteneva.
    No, non lei che aveva fatto della sua purezza il suo vessillo, non lei che per un uomo aveva perso tutto.
    Cosa le stava accadendo?
    Perché si stava comportando in quel modo?
    Mille domande affollarono i suoi pensieri, stordendola, spaventandola.
    Quel viaggio ad Endlos la stava cambiando, ormai ne era certa.
    Si era sporcata, macchiata dalle passioni umane, allontanata da ciò che la elevava al di sopra dei mortali; non era un caso che la luce da lei naturalmente emanata era diventata difficilmente controllabile.
    Una sola era la risposta a quegli interminabili perché. Ormai per la Dama era giunta l’ora cruciale, il punto in cui si sarebbe trovata faccia a faccia con la sua controparte nascosta: quella umana, debole, incontrollabile e caotica come il Vento che era diventata.
    E allora ci sarebbe stato uno scontro violento, sofferto e logorante … forse eterno come la sua esistenza.
    Fu forse per questo motivo, o forse per la sorpresa, che Drusilia rimase per pochi attimi sconcertata, irrigidita, mentre il giovane la stringeva ancora.

    Tum-tum.

    Per la prima volta nella sua mente razionale mille pensieri si accalcarono, senza trovare ordine alcuno.

    Stava sbagliando? Molto probabilmente…
    …e allora perché continuava a rimanere lì, immobile?

    Si. Stava sbagliando, ne era certa.
    Intanto le mani candide scivolarono ancora lungo il soprabito nero, mentre le braccia circondarono il suo collo. E dita candide come fili d’argento si accostarono al nero corvino dei capelli del suo amante, intrecciandosi ad esso come un curioso ricamo dall’ardito accostamento cromatico.
    E mentre il corpo si stringeva ancora a lui, la Dama del Vento chiuse gli occhi.

    E la luce scomparve.

    Era la seconda volta che accadeva...
     
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  8. • Ryder
     
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    Basta
    Basta
    Basta
    BASTA!
    Era stata nientemeno che la voce della mente a parlargli...anzi, ad intimargli di smetterla.
    Smettila, Rain. Diceva.
    Smettila, che stai facendo una cazzata grossa come la tua spada.

    Raramente la vocina interiore aveva sbagliato.
    All'inizio non le dava mai ascolto, poi, la volta che lo fece ebbe salva la vita.
    Come quando aveva disertato, abbandonando la squadra Kermes che stava andando tra le braccia della morte, senza saperlo.
    Come... come quando...
    Per quanto si sforzasse gli era difficile riesumare altre memorie. Però quella era più che sufficiente per costringerlo ad obbedirle.

    Allontanò le mani dalla vita di lei, le strinse forte a pugno e le condusse ai polsi della donna, cingendoli.
    Poi allontanò le di lei braccia dalla sua testa, scansandola.
    "Basta così, donna."
    Lui non era un giocattolo, e la persona di fronte si mostrava restia nel comprenderlo.
    Non poteva dirglielo con le maniere forti, così si limitò ad allontanarsi da lei dirigendosi verso la porta e dandole le spalle.
    "Come sei arrivata qui?"


    Aveva cambiato argomento.

     
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    L'aveva presa, l'aveva stretta a sè e l'aveva baciata, violando quella barriera di non sopportazione reciproca che li aveva sempre divisi.
    E con quel gesto, Rain aveva rotto l'equilibrio di forze contrapposte che fino ad allora era servito a mantenere una situazione di stasi. Per un attimo lui aveva lasciato che l'ombra sfiorasse la luce, tuttavia doveva sapere che non avrebbe mai potuto ottenerla. Erano troppo lontani l'uno dall'altra, ed entrambi ne erano coscienti.

    Eppure non fu il gesto di per sè a provocare timore nell'animo di Drusilia; sapeva infatti che da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato. Ormai l'equilibrio era rotto, e l'esito della serata avrebbe influito sulle loro azioni future. Se poi il fine sarebbe stato positivo o meno, questo non poteva saperlo, ma di sicuro qualcosa sarebbe cambiato.

    Drusilia era confusa, paralizzata da lasciarsi afferrare i polsi ed allontanare dalla persona di quello stesso Rain che l'aveva baciata poco prima, guardandolo con una espressione indecifrabile, senza controbattere.

    image

    CITAZIONE
    "Basta così, donna."

    E mentre lui si voltava, lei si domandò se per caso soffrisse di perdite di memoria a breve termine. Come gli era uscita quella frase?

    Sembrava quasi che lo avesse baciato lei...

    In effetti quell'uscita così estemporanea la lasciò così allibita che non seppe neanche cosa rispondergli esattamente. In effetti non ci stava capendo molto di quella situazione...

    CITAZIONE
    "Come sei arrivata qui?"

    -Evidentemente nello stesso modo in cui ci sei arrivato tu...

    Parlò come se il compagno d'accademia le avesse fatto la domanda più semplice di questo mondo.

    -E comunque ho un nome. Mi chiamo Drusilia Galanodel, tanto piacere...

    Era ironica, e leggermente seccata.
    Come si permetteva, lui, di parlarle in quel modo?
     
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  10. • Ryder
     
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    Sul momento, sembrò ascoltare le parole delle ragazza.
    Già, sembrò; perchè non lo fece.
    In fondo, non gli importava.
    Non volse nemmeno il capo in direzione di lei, parlandole. Parlandole seriamente, ed era la seconda volta che lo faceva da quando si conoscevano.
    "Il Maelstrom è un labirinto che conduce alle uscite più impensate. Tu, purtroppo, hai sbagliato corsia.
    E' un mondo duro qui, Drusilia, in questa dimensione la vita non è facile come nella nostra. Io vivevo per combattere, da quando sono qui combatto per sopravvivere."


    Sospirò aprendo la porta, e aggiungendo un'ultima lapidaria frase prima di sparire nel corridoio esterno.

    "Sei troppo buona per stare qui. Sei un agnellino in mezzo ai lupi... ritirati finchè puoi, poi corri a casa. Altrimenti questo torneo ti strapperà in mille pezzi e poi ti divorerà."

     
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    Ovviamente, non la ascoltò.
    Ormai era abituata...

    CITAZIONE
    "Il Maelstrom è un labirinto che conduce alle uscite più impensate. Tu, purtroppo, hai sbagliato corsia.
    E' un mondo duro qui, Drusilia, in questa dimensione la vita non è facile come nella nostra. Io vivevo per combattere, da quando sono qui combatto per sopravvivere."

    A quanto le parve, lui era lì da più tempo di lei. Cosa diavolo ci faceva Rain in quel luogo? Quali erano i suoi piani? Bah, che strano tipo... a volte proprio non lo capiva. Forse era pazzo o chissà. Per un periodo aveva perfino tentato di farlo aprire alla gente, ai suoi compagni d'Accademia, cercare di risolvere i suoi problemi -perchè di certo uno come lui doveva avere dei problemi- ma era stato tutto pressochè inutile. Questo non voleva dire che Drusilia si fosse arresa, tuttavia era ora in grado di affrontare la situazione con più filosofia.

    CITAZIONE
    "Sei troppo buona per stare qui. Sei un agnellino in mezzo ai lupi... ritirati finchè puoi, poi corri a casa. Altrimenti questo torneo ti strapperà in mille pezzi e poi ti divorerà."

    Aprì la porta, allontanandosi silenzioso come era venuto. Ed allora la Dama mosse le labbra dolci, e da esse scivolò una voce profonda ed innaturalmente ferma.

    -Non è fuggendo che si superano gli ostacoli. Non mi ritirerò mai, combatterò e...beh, se cadrò almeno potrò dire di aver tentato.

    Forse lui non l'avrebbe sentita, come sempre. Ma infondo era stato proprio lui a darle quell'insegnamento, quella notte in cui lei aveva tentato la fuga. Era stato lui a fermarla.

    Si voltò, scomparve dietro la porta della sua camera da letto.
     
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40 replies since 27/1/2009, 15:26   693 views
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