Due facce d'una stessa moneta

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    Bianco, vasto e desolato, eppure bello da togliere il fiato; ogni cosa in quel paesaggio sembava in armonia con la sua essenza.

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    Raggi di sole pallidi, giungevano timidamente sul suolo ghiacciato, illuminandolo con mille riflessi provocati dai cristalli che lo circondavano, e si riflettevano sui suoi linghi capelli chiari, d'un colore simile a quello dei lapislazzuli, che brillavano di una strana ed inquietante luce, come se fossero di vetro, così belli da far paura.
    Occhi del colore dell'oro fuso fissavano l'orizzonte, come in attesa di qualcosa, pazienti ed acuti.
    Labbra invitanti piegate in un sorriso affilato, splendido ed ambiguo. In quel sorriso si nascondevano l'amore e la crudeltà, mescolandosi in una miscela che poco aveva di rassicurante per coloro che avevano la fortuna di assistere a quello spettacolo.
    Lineamenti dolci, per un viso che in molti avrebbero giurato appartenesse alla più bella fanciulla di questo mondo e di tutti gli altri, che ben contrastava con un corpo maschile e ben proporzionato.
    Infine, tre candide ali angeliche, luminose e sublimi, incredibilmente delicate, ma in grado di incutere timore per la loro grandezza. Un giovane uomo sostava lì, solo, in mezzo a quella distesa di ghiaccio, mentre un vento leggero muoveva quei fili di luce che gli facevano da chioma fluente.

    Quanto gli piaceva il vento, adorava sentirsi accarezzato da lui...

    Quarion, era quello il suo nome, e Galanodel il nome di famiglia, quella famiglia che lo aveva amato, adorato, perchè lui più di ogni altro ricordava quelle magnifiche creature celesti che secoli prima, unendosi con esseri umani, avevano dato origine al loro casato. Ed è per quello che lo addestrarono ad essere il migliore di loro. Lui era destinato ad essere il nuovo capofamiglia, il nuovo re di quella nobile stirpe senza regno.

    Ma ora era inutile rivolgersi al passato o a presenti alternativi. Lui non era più nel suo mondo; ora era un esule in cerca di qualcosa, qualcosa di cui non conosceva il nome. Forse era gloria, forse vendetta, in ogni caso nessuno l'avrebbe mai compreso, perdendosi nell'oro dei suoi occhi, desiderando le sue labbra.

    Ed immergendosi nei propri pensieri, quella creatura angelica continuava a fissare l'orizzonte, ed i raggi del sole parevano tremare, gelosi di tanto splendore.
     
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    Ora al Bianco Guardiano non restava altro da fare se non tornare da dove era venuto, ossia l'Accademia; certo, doveva ricordarsi la strada...Strada che Yin, puntualmente, aveva fatto in modo che Yang non la ricordasse.
    Così, tra una notte di cammino, dopo aver salutato Dru, ed un giorno di volo, capitò in un panorama al quanto familiare: era certo di non averlo mai visto, ovvio, tuttavia era molto simile al luogo dove, secoli fa, Yang era solito dimorare.; tutto in lui parve riprendere forza: la brillantezza dei capelli adamantini, la profondità di quelli occhi color del cielo! Persino Yin ora sembrava meno insopportabile, e tutto per un panorama: una bianca distesa che si perdeva all'orizzonte, custodita da alberi avvizziti che attendono una primavera che non verrà mai ad adornare quei luoghi, un perenne inverno..Tutti si sentirebbero tristi tra quei ghiacci duri ed implacabili, tutti tranne Yang, il Guardiano del gelo..
    Fissando quel luogo, quasi con le lacrime agli occhi, il Primo scorse una figura candida poco distante: dei capelli azzurri e delle ali candide, illuminate dal pallido sole che forza non ha per scaldare quella landa; senza cercare troppi pretesti, la Tempesta si avvicinò alla figura, che le volgeva le spalle, e sospirò profondamente: un segno per iniziare a parlare? Un segno per mostrare le semplice presenza? oppure un passo falso? Chi assicurava a Yang che la creatura fosse pacifica? Solo uno sciocco dal cuore tenero come lui poteva credere nel buono di ognuno...

    Edited by Erelamarth - 16/2/2009, 17:22
     
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    Avvertì qualcuno avvicinarsi, tuttavia rimase immobile a contemplare quella meraviglia.
    E fu così che quell'estraneo gli si avvicinò con passo lento. Poi un sospiro.

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    Un sopracciglio ben delineato del giovane Galanodel si curvò leggermente, mentre il capo si voltava verso lo straniero, lasciando che la chioma lucente si muovesse ad ogni suo movimento, in una danza crudele ed ipnotica.

    Ora gli occhi d'oro erano su di lui.
    Quarion Galanodel si mostrò a lui, con sguardo leggermente incuriosto.
    I lineamenti del volto erano chiaramente femminili, nonostante il fisico e gli abiti dicessero il contrario.

    Con piacere notò che il suo interlocutore possedesse un bel paio di ali bianche, segno che si trattava, forse, di un suo simile, o comunque di una persona degna della sua minima attenzione.

    Si domandò perchè mai avesse sospirato.
    Forse quello straniero che sostava in modo composto alla sua presenza era semplicemente stanco, oppure si era innamorato di lui, cosa che capitava spesso, anche a creature di sesso maschile.
    Ed essendo Quarion un giovane narcisista ed egocentrico, non gli risultò difficile pensare alla seconda ipotesi.

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    Tuttavia non gli importava. Non gli era mai importato degli altri. Nel migliore dei casi poteva vedere quel tipo come possibile "bambola" con cui giocare.
    Si, lo avrebbe incantato con la sua piacevole presenza, ingannato con parole ovattate, sedotto con bugie dolci ed atroci, come un miele prelibato, che fa soffocare e sciogliere la lingua, manovrato per i suoi scopi, o per semplice divertimento, per poi gettarlo via, come se niente fosse.

    E poi era da tanto che non si divertiva con un suo "simile".

    -Magnifico paesaggio, non trova?

    Le labbra dolci di piegarono in un sorriso rassicurante, e gli occhi entrarono nei suoi, azzurri come il cielo, come se volessero rapire la sua anima con un solo sguardo.

    -Così bello, eppure così pericoloso.

    Gli occhi tornarono per un solo istante su quella distesa, per poi rispecchiarsi nei suoi.

    -Mi chiamano Forochel in questi luoghi, per caso posso fare qualcosa per aiutarla?
     
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    E d'improvviso una folgorazione pervase la coscienza dei due Guardiani: era impossibile. Non poteva essere. Non doveva essere. Non credeva che sarebbe mai potuto accadere. Aveva di fronte Dru! Eppure era..uomo?? E i capelli erano azurri e gli occhi d'oro, a differenza dell'amica dai capelli castani e gli occhi smeraldini..Allora cosa poteva essere? Un clone? Un mutaforma?? Oppure...un parente??? Yang doveva saperlo, dru doveva essere avvertita: lei che aveva perso tutti, doveva sapere che ce n'era ancora uno uguale a lei, sia esso demone, consanguineo o solo un vago clone..
    Ma ora che il ragazzo si era voltato verso la Tempesta, esso gli aveva parlato, chiedendogli alcune cose, alle quali il Primo rispose in ordine inverso:

    -Forochel è il tuo nome? Il Ghiaccio del Nord tra queste terre fredde...Piacere, io sono Silad Ring Alagos..-

    *Perchè hai usato quel nome??*
    *Il suo nome proviene dallo stesso linguaggio, credo sappia cosa significhi in tempi correnti il mio nome..*
    *Di buono c'è che non lo usavi da secoli, quindi nessuno ti riconoscerà...Eppure questo tizio non me la racconta giusta...Non mi fido..E' troppo simile a Dru..di sicuro è un inganno...Attento.*
    *Parti troppo prevenuto, Yin...Tuttavia questa volta seguirò il tuo consiglio: chissà che una volta non si riveli positivo..*

    Dialogarono mentalmente il due Guardiani, costretti in un unico corpo per una tecnica disperata del Primo..Ad ogni modo Yang, dopo essersi soavemente inchinato, riprese a rispondere:

    -Percioloso, forse..Ma non per me: il ghiaccio è la mia casa ed il freddo non mi spaventa..Un paesaggio davvero singolare, mi ricorda le terre fredde dalle quali provenivo e dove, credo, non tornerò tanto presto..-

    In silenzio, eretto come una statua di cristallo, Yang se ne stava ora accanto a Forochel, fissando ora i suoi mesmerici occhi dorati, ora le sue tre ali, ora il ghiaccio che ricopriva quella terra fin dove il sole scompariva oltre il mondo dei vivi..Chissà se aveva suscitato qualche reazione nel ragazzo la prouncia di quel linguaggio ormai perso nel tempo e nella memoria..Forse era stato un altro passo falso??
     
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    -Forochel è il tuo nome? Il Ghiaccio del Nord tra queste terre fredde...Piacere, io sono Silad Ring Alagos..-
    -Percioloso, forse..Ma non per me: il ghiaccio è la mia casa ed il freddo non mi spaventa..Un paesaggio davvero singolare, mi ricorda le terre fredde dalle quali provenivo e dove, credo, non tornerò tanto presto..-

    A quelle parole, il giovane Quarion lo fissò intensamente, mentre il sorriso si faceva più ampio.
    Chissà quali pensieri fluivano nella sua mente.

    -A quanto pare siamo molto simili, signor Silad Ring Alagos

    Si portò una mano affusolata tra le ciocche di capelli, sostandoli su di un lato con un movimento leggero.
    Ed intanto gli occhi d'oro continuavano a guardarlo.
    Quel giovanotto dagli occhi azzurri aveva dei lineamenti davvero dolci. Gli piacevano i ragazzi dai lineamenti dolci...forse perchè gli ricordavano qualcuno...ah, già! Gli ricordavano sè stesso.
    In ogni caso un gran bel ricordo.

    -Parli di vento, eh?

    Si avvicinò leggero, mentre i fili splendenti che gli adornavano il capo si muovevano fluttuanti nell'etere. Inutile controbattere: Quarion era di una bellezza straordinaria, era davvero notevole, sia come uomo che come donna.

    -Mi piace il vento, sai?

    Lo sguardo si fece più intenso.

    -Quando mi accarezza avverto una piacevole sensazione, come se in realtà ad accarezzarmi fossero le dita di una bella fanciulla.

    Sospirò, un sospiro dolce, forse legato a qualche bel ricordo.
    Poi gli occhi tornarono sul suo interlocutore, mentre il giovane Galanodel continuava ad avvicinarsi a lui.

    -Conosco la tua lingua, è la stessa del mio nome. Immagino che tu venga dalla mia terra natia. Ormai son via da diversi anni. Mi manca incredibilmente.

    Quando Quarion parlava, la sua voce era melodia, e le sue parole così dolci che davvero poteva sembrare una creatura celeste.

    -Fa male il ricordo della propria casa, tu puoi comprendermi. Nei tuoi occhi color del cielo riesco a leggere la commozione nel poter assistere a qualcosa in grado di ricordartela. Ed ogni volta che mi accade avverto il mio cuore sanguinare.

    E quando gli fu abbastanza vicino, posò una mano sulla sua spalla, in un atteggiamento molto affettuoso, ma che dietro celava ben altro.
    Se quel giovanotto dall'aria innocente era del suo mondo, lui che era giunto in quella dimensione per caso forse aveva la possibilità di ritrovare la strada.
    E se avesse ritrovato la strada, sapeva già dove sarebbe andato...doveva finire l'opera iniziata anni prima, la stessa opera che l'aveva portato alla condanna dell'esilio.

    -In ogni caso, sappi che non è prudente girare per lande straniere da soli, si potrebbero fare spiacevoli incontri.

    Niente di più vero.

    -Lascia che ti accompagni...in due è più facile difendersi da nemici esterni. E poi trovo davvero gradevole discorrere con te.
     
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    -E' davvero un piacere ritrovare il mio linguaggio nelle tue labbra..E' vero, da quel che dici siamo entrambi lontani dalle nostre dimore..Eppure non credo tu possa comprendere la mia origine, nè la terra da cui fu originata la mia presenza..-

    Al contrario del suo abituale aspetto, Yang era divenuto freddo, sebbene cortese: il fatto è che il ritorno al gelo lo aveva in qualche modo riportato al suo originario carattere, quel carattere che possedeva quando era ancora il Primo del suo Ordine, prima che venisse dimezzato da una creatura infida, mentre i suoi pensieri si perdevano del ricordo mai sbiadito dal tempo e dallo spazio, Forochel gli posò una mano sulla spalla, sorridendogli; avvenne allora che una reazione si scatenò nel corpo della Tempesta: Yin, il Terzo Guardiano, indispettito per il gesto del nuovo arrivato, assunse per una frazione di secondo il controllo del corpo, il quale divenne scuro, e tinse la bianca veste di nero tenebra, così come i capelli e le ali, mentre gli occhi del cielo divennero di fiamma; la trasformazione durò solo per un istante, quasi da provocare una allucinazione nella mente di Forochel, troppo poco tempo per ricordarsene.

    -Ti assicuro che il pericolo non è nuovo al mio sguardo, e che non sono mai solo..E' comunque una sensazione piacevole parlarti, poichè emani una presenza familiare..Non riesco ad essere totalmente estraneo alla tua persona, non ho istinto di lasciarti...-
     
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    -E' davvero un piacere ritrovare il mio linguaggio nelle tue labbra..E' vero, da quel che dici siamo entrambi lontani dalle nostre dimore..Eppure non credo tu possa comprendere la mia origine, nè la terra da cui fu originata la mia presenza..-

    Quarion lo guardò, ed era incredibilmente dolce.

    -Beh, sicuramente non sei come me. E magari potremmo scoprire di più l'uno dell'altro conoscendoci meglio.

    Fu un attimo, ed i suoi occhi d'oro prezioso catturarono una nuova immagine, la quale si sovrappose a quella del giovane albino. Ma fu tutto così rapido che non riuscì a catturarne i dettagli. Vide solo una figura scura.
    Ma rimase impassibile a quella scena. Non era il tipo da spaventarsi, non lui che viveva sulla passione e la paura. Conosceva così bene le sue carte, che vederle in mano ad un altro ormai non gli faceva più effetto.

    Sorrise benevolo, come se non fosse accaduto niente.

    Certo, avrebbe preferito evocare i suoi adorati tentacoli inorganici, e torturarlo grazie al loro prezioso aiuto. Era curioso di sapere che cosa fosse accaduto in quell'istante, e procurare atroci sofferenze a quel ragazzino non gli avrebbe provocato il benchè minimo senso di colpa.
    Anzi... forse si sarebbe anche divertito.
    E nella sua mente immaginò di paralizzarlo con i suoi tentacoli, e poi strappargli via quelle splendide ali bianche, piuma per piuma.
    Era incredibile come una cosa del genere potesse eccitarlo. Se avesse davvero avuto l'occasione, sarebbe stato felice come un bambino.
    E se il suo giocattolo si comportava bene, strillando come ogni vittima è obbligata a fare, forse l'avrebbe anche baciato...prima di chiudere i suoi occhi color cielo per l'eternità.

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    -Ti assicuro che il pericolo non è nuovo al mio sguardo, e che non sono mai solo..E' comunque una sensazione piacevole parlarti, poichè emani una presenza familiare..Non riesco ad essere totalmente estraneo alla tua persona, non ho istinto di lasciarti...-

    Gli occhi d'oro si strinsero, curiosi di quelle parole.
    Nessuno era bello come lui, nè così simpatico ed affascinante, e neanche intelligente....di questo era sicuro, anzi, ne era fermamente convinto. E allora a chi mai poteva somigliare?

    Esisteva solo una persona a cui era concesso tale onore...
    ...Lei.

    -E dimmi, amico, ti son davvero così familiare? Credevo di essere un caso più unico che raro. Hahahaha!

    Esplose in una risata cordiale, e dopo questa parlò, mentre si ricomponeva.

    -E chi ti ricorda la mia presenza? Perchè sarei davvero curioso di conoscere questa persona...
     
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    La Tempesta non diede peso alla prima affermazione del ragazzo, poichè era ancora assopito, preso totalmente dal gesto di Yin, così improvviso ma così..Opportuno...Evidentemente stava cercando di proteggere entrambi.. ma era davvero possibile? Yin? Lo stesso Yin che non aveva altro obiettivo se non quello di schernire Yang? Qualunque fosse la risposta, entrambi i Guardiani tesero l'orecchio: Forochel aveva chiesto quale persona gli somigliasse e nessuno delle due Essenze poteva permettersi un simile sbaglio..Yin era certo che fosse una trappola e Yang se ne stava convincendo sempre più...troppo simile a dru per non capire che c'era qualcosa sotto...Si limitò perciò a rispondere seccamente, cercando di non mutare l'espressione cordiale od i gesti delicati:

    -Non so nemmeno io cosa io stia provando...Forse è solo una mia impressione..Come se ti avessi già incontrato...Probabilmente è solo la mia suggestione..Forse mi ricordi me stesso, con quelle ali e quel candore...-

    *Lo stai depistando!!*
    *Non era questo ciò che volevi, Yin?*
    *Non pensavo mi prendessi alla lettera!!Stai iniziando a ragionare...*
    *La cosa mi puzza un po'...Spero di riuscire a tenere a bada i sospetti..Se viene a sapere di dru per lei è la fine..*
     
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    -Non so nemmeno io cosa io stia provando...Forse è solo una mia impressione..Come se ti avessi già incontrato...Probabilmente è solo la mia suggestione..Forse mi ricordi me stesso, con quelle ali e quel candore...-

    Quarion sorrise.
    Le ali bianche scomparvero all'improvviso, come per magia, lasciando il suo solo corpo maschile, innanzi a lui.

    Ma anche se non aveva più le sue tre ali, era ugualmente angelico. E quella luce da lui naturalmente emanata sembrava schiarire ciò che lo circondava.

    -Ora non siamo più così simili...

    Sorrise e gli si avvicinò ancora.

    -Silad Ring Alagos, solo gli appartenenti della mia famiglia possono somigliarmi.
    Sfiorò una ciocca albina, come per analizzare i riflessi creati dai suoi capelli.

    -Siamo molto diversi, sebbene tu sia comunque molto grazioso. E infondo anche tu mi ricordi qualcuno...

    Le labbra si avvicinarono al suo orecchio, sussurrando suoni leggeri.

    -Sai, profumi di stelle. Esattamente come una persona che amavo.
     
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    Quella luce...Quelle parole...Non avevano dubbi: era un parente di Dru: nessuna creatura, per quanto abile, avrebbe potuto acquisirne le abilità congenite..Ma come interpretare questo fenomeno? Yang sapeva, da quello che gli aveva detto l'amica, che lei era l'unica rimasta dei Galanodel..Aveva mentito? Non era possibile...Che senso avrebbe avuto mentire a Yang? Il suo amico carissimo...Allora forse era scampato al macello di Aisiling? Era stato risparmiato? Una serie di domande infinite affollavano la mente dei Guardiani, così tante e così importanti da fare riflettere anche il pigro Yin!

    *E ora? Come mi districo?*
    *Non hai sentio che ha detto? Ha detto che tu profumi di stelle...E questa frase non è nuova...*
    *L'ho detta io a Dru un giorno, poco dopo esserci conosciuti...Il fatto ch elui l'abbia detta a me cosa significa? Escludo che si sia informato, che senso avrebbe?*
    *Che cavolo ne so!!! Sei tu quello intelligente, per quanto io in realtà ti batta ma non lo voglio dimostrate..*
    *Non è il momento per queste inezie.. Cerchiamo di fare qualcosa di convincente...Deviamo la sua attenzione..*

    -Non sai che le stelle sono le cose più calde nell'universo? Credi che questo corpo posso assomigliare ad una fiamma???-

    Sebbene il fisico fosse rimasto lo stesso, gli occhi e la bocca erano mutati d'improvviso: non più azzurri e candida, ma rossi e perfida, dai denti aguzzi..Pronti a mordere...Forse ora era il tempo di Yin..

    -Fa' più attenzione quando parli...-

    Rapido come un sibilo di vento, quell'ibrido si scostò via da Forochel, per convergere nella forma definitiva: La bianca veste si tinse del peccato nero come le tenebre, le azzurre finiture dell'abitato erano ora rosse come sangue, la bianca chioma era divenuta scura e più lunga e disordinata, la pelle candida era ora più scura, gli occhi avvamparono ancora di più, rossi come il fuoco..Yang aveva ceduto il posto a ciò che abitava dentro di sè: Yin si era mostrato..

    -Quel corpo troppo perfettino iniziava a darmi fastidio..-
    Sibilò Yin, denso di malvagità e perversione, pieno di orgoglio e di superbia, tutto il contrario di Yang, questo era ovvio..Eppure, con lo stesso scopo: togliere di mezzo quello scocciatore, che stava diventando sempre più pericoloso..Non fisicamente, certo, ma la continua allusione a Dru lo stava innervosendo e, se avesse continuato così, prima o poi Yin sarebbe esploso...

    -Ah, e non chiamarmi Silad e tutto il resto...Non è il mio nome, quello...Sono Gwath Lachol Moth...E non accomunarmi con quell'ingenuo coccolino pieno di saccenza...-
     
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    -Non sai che le stelle sono le cose più calde nell'universo? Credi che questo corpo posso assomigliare ad una fiamma???-
    -Fa' più attenzione quando parli...-
    -Quel corpo troppo perfettino iniziava a darmi fastidio..-

    Quel giovanotto cambiò forma sotto i suoi occhi attenti.
    Personaggio strano a dirla tutta. Di certo non ne aveva mai visti di simili.

    -In effetti ora sembri decisamente più "caldo".

    Sorrise ambiguo e pungente. Quell'essere lo divertiva, gli piaceva. Inoltre doveva pagargliela per aver fatto sparire il suo "bocconcino".

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    -Ah, e non chiamarmi Silad e tutto il resto...Non è il mio nome, quello...Sono Gwath Lachol Moth...E non accomunarmi con quell'ingenuo coccolino pieno di saccenza...-

    -Bel nome, ma vedi, non mi è mai piaciuta quella lingua...

    Anche Quarion sembrava cambiato, forse il fatto di essere psicopatico era uno dei motivi di quel radicale comportamento. Oppure si stava solo divertendo?

    -Posso chiamarti Raul? Mi piace molto Raul...ti sta bene come nome, si si...

    Forse lo stava prendendo in giro, o forse aveva notato il suo carattere irascibile, segno che non si trattava di un personaggio dal grande autocontrollo come quello con cui stava parlando.

    -Sei un bel tipo, Raul, scommetto che hai molte più donne rispetto al tuo amico.
    E sul suo volto un sorriso divertito.
     
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    -Come ti permetti, piccolo pennuto?? Vuoi sapere la verità? Eccoti la verità!-

    Urlò Yin, visibilmente inbestialito per essere stato chiamato..Raul...Probabilmente stava per commettere uno sbaglio terribile, nel rivelare cosa sapeva, ma sapeva abbastanza bene come tenere a freno la lingua, sebbene fosse molto difficile in quelle circostanze; come il fuoco che divampa da un'esigua scintilla, allo stesso modo il Terzo Guardiano esplose d'improvviso, continuando il suo parlare pazzo e indemoniato, curvando la testa, digrignando i denti e sgranando gli occhi brucianti:

    -So che cosa sei...Sei un Galanodel...E ti dico una cosa, Forochel: sarai anche immortale, ma io, IO, sono eterno! C'ero prima che la tua stirpe fosse generate dalla luce e ci sarò anche dopo che le tenebre l'avranno inghiottita del tutto!!! E non ti credo sul nome, pivello...Se tanto odiu quel linguaggio, sicuramente avrai creato un nome che usi più comunemente, o un nome che ti è stato dato in alternativa!! Se hai coraggio, dimmelo!-

    Principalmente senza senso, questa uscita improvvisa dell'Ombra del crepuscolo mirava a soprendere Forochel? Oppure a farlo arrabbiare? Voleva davvero mettersi a combattere lì, Yin? O, forse, voleva solo iniziare uno stupido e folle gioco con quell'avversario dal candido ed effeminato aspetto? Se Yin non aveva cambiato strategia d'attacco, voleva testare quanto poteva arrabbiarsi l'avversario e in che modo dimostrare la rabbia...Magari si sarebbero scontrati e Yin avrebbe perso, a causa della sua evidente debolezza (dovuta al dimezzamento dell'Ordine), ma quanto folle doveva essere il Guardiano se stava sfidando Forochel per una "lotta" di cui non era neanche certo di vincere? Una sola cosa, forse: l'eternità...Certo, il corpo sarebbe perito..Ma cosa può cambiare per un'Essenza quando muore il corpo ospite? Assolutamente niente...Sacrificare il proprio corpo, nonchè il mezzo di emanazione del potere stesso, per la sola voglia si fare il bullo? Pe rYin o, meglio, per la Terza Essenza, questo non era niente..Solo un gioco...Come tutto l'universo, d'altronde...
     
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    -Come ti permetti, piccolo pennuto?? Vuoi sapere la verità? Eccoti la verità!-

    Sorrise soddisfatto di quella reazione.

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    -So che cosa sei...Sei un Galanodel...E ti dico una cosa, Forochel: sarai anche immortale, ma io, IO, sono eterno! C'ero prima che la tua stirpe fosse generate dalla luce e ci sarò anche dopo che le tenebre l'avranno inghiottita del tutto!!! E non ti credo sul nome, pivello...Se tanto odiu quel linguaggio, sicuramente avrai creato un nome che usi più comunemente, o un nome che ti è stato dato in alternativa!! Se hai coraggio, dimmelo!-

    A quelle parole, sbarrò gli occhi.
    Quell'essere sapeva della sua famiglia.
    Forse conosceva qualcuno di loro, dal mondo da cui era giunto.
    Forse conosceva lei...

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    Trattenne a tento un sorriso, per poi esplodere in una fragorosa risata, che lo tenne impegnato per qualche secondo.
    Quando rialzò lo sguardo, una mano scostò i capelli lucenti che coprivano il suo volto.
    Era bello, ma in sè aveva un qualcosa di incredibilmente diabolico.

    -Sai il mio nome, eh? Da cosa lo hai capito, esattamente? E da chi hai saputo della nostra esistenza?

    Gli occhi desiderosi lo scrutavano, desiderosi di informazioni, desiderosi di quella persona che non poteva avere, quella persona da cui era stato diviso con la forza.
    Erano anni che aspettava... ed ora si era presentata l'occasione.
    Era destino che incntrasse quel ragazzo, un destino che lo voleva di nuovo con lei.
    E lui sarebbe tornato acasa, se la sarebbe presa, dopo tanta sofferenza e tanta lontananza, sarebbe divenuto, grazie al suo enorme potere, il nuovo Capofamiglia, e lei sarebbe rimasta con lui, per sempre.
    Si, sarebbe stata sua per l'eternità...
    E se si fosse rifiutata?

    No, non era possibile.
    Lei era la sua anima gemella, non poteva rifiutarlo.
    Ma se fosse accaduto davvero? Sel lei non lo avesse accettato come suo amante?
    Beh, sarebbe divenuta sua con la forza, e dopo le avrebbe strappato le tre grandi ali una ad una, come fossero petali di un bellissimo fiore. Ma solo dopo averla uccisa. Non se ne parlava di procurare tanto dolore ad una bella fanciulla, non era da gentiluomini.

    -In ogni caso, il mio nome è Quarion, Quarion Galanodel... A quanto pare conosci molto dei miei adorati parenti. Mi piace, e mi piaci, Raul.

    Con la lingua passò sulle morbide labbra, mentre i suoi lineamenti dolci assumevano sempre di più una espressione a dir poco diabolica.
    Incredibile che si trattasse dello stesso giovane di poco prima, ma soprattutto che si trattasse di un appartenente alla gloriosa stirpe dei Galanodel.
     
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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    -Cosa credi, che sia un ignorante? Solo perchè mi comporti da stupido è implicito che lo sia davvero e che non sappia le cose del mondo, mondo che io stesso ho contribuito ad equilibrare!!! Ho letto molto, sono informato su moltissime cose...E Yang, al quale dico tutto il male di sto stupido mondo, è molto più informato di me, per quanto mi dispiaccia ammetterlo...Sappiamo tutto di voi, abbiamo visitato quei luoghi..Abbiamo saputo di...Aisiling...E per l'ultima volta, non chiamarmi Raul...Raul non è nome per un Terzo, come me..-

    Quarion si stava leccando le labbra, come faceva Yin stesso...Quel tipo era inquietante: in qualche modo riusciva sempre ad essere, involontariamente, un passo avanti al Guardiano, e questo lo stava innervosendo, parecchio.
    Così decise di anticipare le sue mosse, e si diresse velocemente verso il Galanodel; lo fissò negli occhi dorati, tentando di bruciarli con i propri ed gli strinse le guance con la mano mentre, all'orecchio, iniziava a sussurrargli:

    -Non guardarmi con quella faccia, Galanodel...Non sarò il tuo Raul..Nè un giocattolo..Faresti meglio ad uccidere il mio corpo, prima che io tagli la tua lingua perversa..-
     
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    The guru in the darkness...

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    Il suo piccolo Raul iniziò a sproloquiare, ed il bellissimo Quarion rimase silente ad ossevarlo. Non si scompose, piuttosto esponeva un sorrisetto decisamente divertito e compiaciuto. Tuttavia ci fu qualcosa che lo lasciò allibito.

    CITAZIONE
    -..Abbiamo saputo di...Aisiling...-

    Chi diavolo era Aisiling? Non ricordava di avere qualche parente con quel nome.
    Ma se quel tipo ne parlava, doveva sicuramente conoscerla...
    Come un lampo balenò nella sua mente il ricordo di una stupida umana dai capelli rossi. Si era lei. L'amica di sua sorella.

    Il cuore iniziò a battere più forte.
    Gli occhi si spalancarono ancora.
    Le labbra si schiusero, lasciandolo a bocca aperta.
    Se non avesse avuto un ottimo self-control, avrebbe iniziato a tremare.
    Quell'idiota conosceva Drusilia?
    No, non poteva farsi sfuggire quell'occasione. Lui, lui doveva tornare. C'era sua sorella ad attenderlo.

    E mentre era immerso in quei pensieri, Quarion si ritrovò con il volto tra le mani del Terzo Guardiano, che lo fissava con occhi di fuoco.

    CITAZIONE
    -Non guardarmi con quella faccia, Galanodel...Non sarò il tuo Raul..Nè un giocattolo..Faresti meglio ad uccidere il mio corpo, prima che io tagli la tua lingua perversa..-

    Non lo prese in giro quella volta. Quel tipo gli serviva.

    Le labbra invitanti si curvarono in un sorriso, ma quella volta era dolce, bello.

    -Placa i tuoi bollenti spiriti, Guardiano...

    Gli occhi erano stranamente dolci, così belli, come se fossero risultati di un miracolo.

    -Non ho alcuna intenzione di giocare con te. Non ora.

    Era sincero, si vedeva, si percepiva. Ora lui voleva solo una cosa, ed il Guardiano non poteva saperlo.

    -In ogni caso, ho già sentito parlare di te, e degli altri quattro. La vostra storia è abbastanza popolare...per quelli molto informati. Suppongo che tu sia Yin.
     
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