Raphael' VS Robin Goodfellow

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    The Warrior Day IV
    Turno II - Girone I


    - Raphael' VS Robin Goodfellow -

    Campo di Battaglia: Arena Tenkaichi di dimensione 100x100 metri
    Condizioni Ambientali: Cielo sereno, temperatura mite
    Limite di Tempo: 1 Aprile
    Post Minimi: Presentazione + 2 Post Attivi
    Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
    Penalità: Dopo il 4° giorno di mancata risposta
    Primo Post: Raphael'


    Condizioni di Vittoria:
    ~ Morte Avversaria
    ~ Resa Avversaria
    ~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze
    ~Abbandono



    Criteri di Giudizio
    Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
    Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.



    NOTA: I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata sia per schede complessivamente power-player.

     
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  2. Catastrophe
     
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    Called from Above; second question
    W h e n ?

    The end of life's immortalized disease and agony
    And I see death through golden purple eyes
    Beyond the door
    There's something more
    It seems there's just one way.
    ~

    Nel corridoio regnava un silenzio di morte; la eco dei suoi passi, in quella assoluta atonia, era tanto potente da sollevare galassie di polvere dalle scaffalature e dagli interstizi della pavimentazione dando al complesso un'aria sgradevolmente stagnante. Passò un dito sul ripiano più prossimo, corrispondente -come suggeriva in maniera inequivoca la targa istoriata d'ottone sulla sua sommità- alla lettera “C”
    Il suo polpastrello, notò con disappunto, divenne grigio per la lordura.
    L'Accademia aveva degli standard elevatissimi per quanto concerneva la preparazione dei suoi coscritti, ma certo non poteva dirsi lo stesso per la pulizia; essendo cancelliere da oltre una decade, quella mancanza lo punse sul vivo. Proseguì, imperterrito: con un sorriso indecifrabile che fece tendere le rughe sotto gli occhi e la fronte, denunciando non meno di una cinquantina di primavere, ammise di non essersi spinto fin lì per il (dis)piacere di un'ispezione; voltò un angolo ed aggirò un ampio leggìo di vecchio rovere provvisto di palchetto e poltrone imbottite per i -pochi- astanti, congedandosi dalla sala lettura con uno sguardo approssimativo. Oltrepassate le teche di magicristallo che contenevano i manoscritti più fragili e delicati, si arrestò: il suo sorriso andò allargandosi a scapito della riverita neutralità che aveva procuratogli l'etichetta infamante di professor-cuore-di-ghiaccio, producendo altre fessure tremule presso gli spigoli delle labbra.
    “Ti sembra forse un dormitorio, questo?”
    Il suo tono era rigido, imperioso -o almeno, così avrebbe voluto che fosse: in realtà, apprese dopo aver formulato la ramanzina, questa appariva incredibilmente conciliante. Una bambinetta dai corti capelli castani, avvolta nella tonaca damascata imposta dal noviziato, si scosse da quello che doveva essere un sonno inquieto. Nello sbadigliare per l'avvenuto risveglio, capitombolò fragorosamente dallo sgabello, e nel tentativo di aggrapparsi al tavolinetto suo maldestro giaciglio per riguadagnare equilibrio trascinò con sé anche il disgraziato arredo in un fragore indecente.
    Schiuse gli occhi, ancora impastati dal sonno, e se li fregò con le mani esili chiuse a pugno.
    Non doveva avere più di otto anni.
    C-cancelliere Thomason?
    Domandò, ancora inebetita dalla quiescenza del dormiveglia.
    L'uomo la ignorò, chinandosi per raccogliere il tomo utilizzato dalla bambina come cuscino: sospirò, conteso fra il divertimento e l'esasperazione: 'Cronache dell'Universo: I sottintesi della creazione'.
    “Una lettura indigesta.” Convenne, dopo aver sfogliato pigramente un paio di pagine.
    “Affatto propedeutica per un buon sonno.”
    Lei lo fissò, senza spiccicare parola: nei suoi occhi -bellissimi occhi ametista, profondi e sofferenti- non leggeva né una scusa né il più remoto accenno di contrizione. Ne avrebbe avuto ben donde per arrabbiarsi, ma non lo fece: in fondo, lei era e rimaneva la sua pupilla.
    Questo, tuttavia, era meglio che lei non lo sapesse.
    AE-ne-mos.”
    Recitò con voce incolore dall'incipit del capitolo primo, accompagnando la solennità accademica della prosopopea con l'indice destro teso ad intimare preventivamente silenzio.
    “Questo è l'unico nome pervenutoci dei primi archetipi, generazione scaturita dalla trama dei primordi interpolata dai demiurghi creatori.”
    Per quanto cancellati dal primo, grande conflitto degli déi antichi, il loro seme è ancora vivo nel corredo di talune razze -umani compresi” Continuò la bambina “e da infinite ricombinazioni può ripresentarsi come risultante straordinaria. Ad oggi, nonostante i più raffinati tentativi di interpretazione, il significato del lemma rimane sconosciuto.
    Il cancelliere esitò, vagamente interdetto: l'intelletto di quella creatura non smetteva mai di sorprenderlo.
    Le si avvicinò, poggiandole con delicatezza una mano sul capo; la sua voce, adesso, non era priva di compassione.
    “E ti sembra questa l'ora migliore per raffinare la tua preparazione storico-mitologica?”
    Proseguì, non aspettando risposta.
    “Vai a dormire. Ci sarà certo tempo per gli AEnemos, e dubito loro scapperanno nel frattempo.”
    Quando, allora?” Chiocciò lei di rimando, il timbro acerbo e squillante. Nonostante l'innocenza disinteressata -e la inconsapevole insolenza- di quella domanda, l'uomo si limitò a rispondere con quieto garbo.
    A quegli occhi, d'altronde, non si poteva mentire -e lui lo sapeva.
    “Domattina, forse. O magari...”
    E le diede le spalle, incamminandosi in uno scuotersi di gorghi e volute di satin nero.
    “...più in là.”


    Antares sorrise, ancora
    una volta.


    ~

    Endlos, Arena del Warrior Day

    Lo sguardo del prossimo le bruciava sul dorso, lacerando acciaio e stoffa e carne con facilità disarmante; vide ripresentarsi nei loro visi sbigotti il solito, sacro terrore ispirato dalla sua presenza, che la salutava beffardo come un vecchio nemico; corse via, sfondando una porticciola incastrata fra i margini del colonnato tanto piccola da sembrare la postierla di un camminamento in disuso. Boccheggiò, rovinando carponi sulle piastrelle macchiate di umore e muschio: la sua empatia si era come amplificata, abbracciando la paura impotente di spettatori, gestanti e perdigiorno sino ad un nuovo, più sconcertante livello di intimità. La sensazione era fortissima, ustionante.
    Avrebbe voluto piangere.
    Si riebbe traendo una inspirazione prolungata, costringendo il petto, violentato da spasmi incontrollabili, a frenare il suo sollevarsi inconsulto. La trama di AEnemos stava crescendo? Una domanda troppo spaventosa
    per potersi formulare a voce alta.
    Scrutando la penombra del circondario, realizzò non senza una certa sorpresa -e per lei la sorpresa era una sensazione tanto nuova, quanto indecente- di essersi spinta sino alla corsia che preludeva i due portali d'ingresso dell'arena riservati agli atleti.
    Prese a camminare verso i battenti, con l'andatura nervosa di un predatore frustrato dalla mancanza di prede; il suo avversario -o almeno, così pregava che fosse- avrebbe presto dovuto supplire alla carestia. Volontario o meno.
    Spalancò le ante con tanta e tale forza da far cedere un cardine, oltrepassando la soglia sulle note di un cigolare inerte: la folla le tributò il consueto boato dei gladiatori, un verso indecifrabile frammisto a migliaia e migliaia di componenti eterogenee ed aliene l'un l'altra, che andavano mescendosi in un crogiolo cacofonico di incoraggiamenti, insulti e fischi più o meno prolungati. Qualcuno dagli spalti -un temerario, probabilmente- urlò un apprezzamento volgare: avendo una considerazione meno che superficiale della propria femminilità, l'abominio riuscì a dissimulare una credibile indifferenza, prendendo nota mentale del volto e della voce. “Dopo” si ripeté,
    come un mantra omicida. “Dopo”
    Percorse i gradoni ad ampie falcate e guadagnò il rettangolo principe del confronto, sondando il terreno con un cauto deambulare; giunta a sei o sette metri dall'ingresso ideale dell'antagonista, sbottonò il pastrano fino all'ultima asola e ne frustò lo scorcio con la destra in un gesto irato, facendo sì che le code schioccassero una minaccia sottintesa. Alzò il sguardo, sovrappensiero: per un lungo istante, le era parso di udire
    una musica soffusa promanare dalla curva nord degli spalti.
    Un'impressione ingannevole, sicuramente; il contatto col pomolo della cacciatrice, cercata in un impeto di insicurezza,
    le diede la conferma che desiderava.

    SPOILER (click to view)
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    Status »

    Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Eccellente.
    Riserva ` 100%
    Consumi impiegati ` //%
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Horror Oath :: "Una spada di luce per l'eroe di canzoni, una spada di onice per il suo assassino." Sfortuna vuole che la sinistra etichetta regalata al manufatto dalla sua proprietaria non sia un immotivato vezzo estetico, ma la più semplice e disarmante presa di coscienza di quanto quell'acciaio straordinario conoscesse la giovane mano per cui fu progettato: lei non se ne capacita, lo teme, ne ha quasi disagio, ma negli anni non ha potuto ignorare la consapevolezza di quanto cambiassero gli sguardi a lei rivolti quando il suo dono affilato lasciava la guaina per minacciare il prossimo col suo lucore sanguigno. Se snudato per tutta la sua lunghezza, l'artefatto moltiplica il timore reverenziale ispirato dagli occhi dell'abominio, sublimandolo in genuino terrore. (abilità passiva)

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror

      La differenza inercorrente fra il pensiero di un Aenemos e quello di un essere umano è pari a quella che si
      presenta fra uomo ed insetto: vedendo il mondo come attraverso una caleidoscopica lente d'ingrandimento, questi
      riescono ad indovinare i moventi ed i movimenti di chi è sufficientemente sfortunato da trovarseli davanti, come se leggessero attraverso coloro con cui interagiscono.
      Contrariamente alla progenie di Adamo, loro sono ben consci delle conseguenze di ogni singola azione, ponendosi arrogantemente sempre una trentina di mosse al di là della stessa: C. non ha scrupoli sufficienti per fare mistero di questa capacità, di cui abusa in maniera truculenta e scenografica. Per quanto molti sciagurati abbiano biascicato di 'precognizione' prima di perdere i sensi,
      è triste dovergli confessare che la loro era un'intuizione sbagliata. Intuizione, per l'appunto, il tramite grazie
      al quale i caduti dal cielo riescono a conoscerci, codificarci e distruggerci.
      Affinando la sua strardinaria empatia lungo i pellegrinaggi che hanno visto protagoniste le capitali del continente ovest di Celentir, Catastrophe è giunta a lambire un livello tale e talmente pericoloso da poter compenetrare con naturalezza persino i sentimenti altrui, conoscendo i suoi disgraziati interlocutori per la loro stessa anima, nuda e violata da
      occhi come tormalina e ametista. Questa capacità perniciosa ha circonfuso l'AEnemos di una autentica aura di terrore palpabile, concreta per chiunque venisse costretto ad incrociarne lo sguardo; ogniqualvolta le pupille di C. andranno a incontrarsi
      con loro simili in un genuino contatto visivo, la vittima ne ricaverà una stoccata di affilato disagio, vedendo
      violentata la sua fibra più intima da quegli occhi così profondi, così terribili. (abilità passiva - 2 abilità)

    Note »
      Ci siamo, campione: let's start the violent play.
     
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  3. Robin Goodfellow
     
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    Giuro che era qua fino ad un attimo fa! Davvero!

    Il misterioso figuro prese nuovamente a frugare all’interno del suo inesauribile “magazzino” senza successo alcuno.
    Aveva tirato fuori di tutto: improbabili opere risalenti ad epoche in cui
    l’umano ancora doveva mettersi a giocherellare con quello che trovava in giro senza riporlo al posto giusto,
    interi scaffali di libri antichi, aeroplani a grandezza naturale - ancora funzionanti ed in volo -, un’intera scorta di cappelliere, set di splendide porcellane da thè,
    stravaganti maschere colorate a profusione, caramelle tuttigusti,
    personaggi spaventosi e grotteschi che si aggiravano inquieti per la stanza, una copia di fallout 3…
    ma lui non c’era.


    image

    Dai, lo cerchi dopo: ora tocca a te muovere…

    Un secondo individuo - che per comodità chiameremo Mr. Money - tamburellava con la mancina su di una delle variopinte e bizzarre pile di “ciarpame”
    che si erano andate a formare dinnanzi a lui, letteralmente sommergendo tavolo e scacchiera.

    Si, ma non è giusto!
    Non è per nulla corretto che un pedone prenda e se ne vada così,
    a metà partita, senza neanche avvertire.


    L’altro - di cui ancora non sveleremo dettaglio alcuno - ribatté piccato, quasi subitaneamente,
    con lo stesso tono con cui un bambino renderebbe note le oltraggiose ingiustizie commesse nei suoi confronti.
    Poi, con fare rassegnato, si lasciò cadere nella sua morbida poltrona da gioco, soffiando via dal volto
    la ciocca carminia con uno sbuffo secco e infastidito.

    Cavallo in D7.

    Mr. Money rispose con un singolo, trasognante sospiro,
    mentre, completamente ebbro di passione,
    fissava languidamente il suo SPLENDIDO
    orologio da taschino.





    Uscì con flemma dalla zona dedita agli alloggi dei partecipanti:
    era stato poco più di cinque minuti nella Royal Suite del, del… non ricordava il nome del tizio.
    Vabbè, non aveva importanza.
    Fatto sta che il letto era veramente scomodo e la camera fin troppo sfarzosa
    e fin troppo piena d’inutili orpelli per i suoi gusti;
    un poco come la maggior parte dei partecipanti
    che aveva visto in giro.

    Si era così rincamminato verso la stanza “comune”
    di cui aveva usufruito al primo turno; ricordava che quelli presenti nella stanberga all’inizio del torneo
    erano un gruppo di debosciati che non vedevano l’ora di andarsene da lì, quindi,
    che avessero vinto o perso, aveva ragionevoli
    speranze di avere il rifugio tutto per se.

    CITAZIONE
    “Se rispetti la mia volontà, mostrati di buon umore, e lascia andare cotesto cipiglio, che non è al suo posto in una festa.”

    Il Rovinaraccolti eseguì un secco frontal-alt a pochi metri dalla porta della struttura,
    per nulla desideroso di condividere la tana con altri individui,
    in particolar modo se parlavano così.
    Stava seriamente meditando di far cadere loro addosso secchiate di sterco di mucca fresco,
    quando improvvisamente un'altra voce s’intromise.

    CITAZIONE
    “Sei in ritardo per il tuo scontro.”

    Una parlata secca, leggermente acidula - tipica delle umane mestruate, gli pareva di ricordare -
    risuonò all’interno della stamberga, e il Dolce Puck s’affacciò guardingo per individuarne l’origine
    che, almeno a primo acchito, doveva corrispondere quasi sicuramente ad una donna.
    Ora, stabilire se questa fosse più o meno attraente era tutto un altro paio di maniche.
    Di sicuro era bizzarra - e come poteva non esserlo?- : capelli ed occhi andavano su scale cromatiche insolite,
    dando così al soggetto, due pietre violacee per pupille
    ed una massa di fili bianco argentei a dir poco incollati sulla nuca
    - sarebbe stato divertente, provare a tirarglieli.

    D’improvviso vide la porta della stamberga aprirsi e l’altro individuo accomiatarsi dalla strana femmina;
    di riflesso Robin brav’uomo svanì, annullando ogni suo singolo lineamento fino al totale decadimento della propria immagine:
    non ci mise molto a decidere che sarebbe stato più divertente continuare a nascondersi ed osservare la situazione.

    Attese un tempo indefinito, fintanto che anche la creatura bizzarra non s’allontanò
    dalla catapecchia fatiscente, probabilmente accorgendosi che
    era ormai giunto il momento di presentarsi sul prossimo campo di battaglia a far le veci del suo padrone.

    Fu così che il Rovinaraccolti prese a sua volta ad incamminarsi verso la meta,
    avviandosi per la strada più breve nel modo più schietto e diretto che conoscesse,
    quello che permette di unire due punti sovrapponendoli, semplicemente deridendone la distanza,
    annullandola come se non esistesse... e chissà che non fosse proprio così per quello spiritello,
    per cui lo spazio-tempo non era che una parola - e per giunta,
    neppure particolarmente affascinante.

    Fu così che giunse si ritrovò nello stadio, pronto a fare il suo ingresso con passo celere e baldanzoso,
    avvolto nel suo liso mantello verde e con il cappellaccio calato sul volto, tanto da lasciare scoperto -appena sotto la larga falda-
    il ghigno malevolo che lasciava nuda
    la sua dentatura inquietante.

    Ma qualcosa catturò l’attenzione del folletto: poco più avanti rispetto alla sua esile figura,
    gli parve d’intravedere di nuovo la strana donna della stamberga, che s’accingeva a calcar con passo fermo
    il corridoio dedicato all’avversario che avrebbe dovuto affrontare - a quanto pare era comparso dal lato sbagliato.
    A volte può succedere che andando da A a B, si finisca per sbaglio in C… no?

    Colto da curiosità irrefrenabile e dallo smodato desiderio di giocarle qualche brutto tiro,
    il piccolo dolce Puck divenne totalmente invisibile,
    divorando le sue stesse emissioni energetiche, affinché risultasse impossibile individuarlo ed,
    infine, con passo felpato, si mise a seguir sempre più
    divertito la femmina dalla parlata acida,
    badando a non venir scoperto.

    Adorava quel genere di scherzi.

    Presero entrambi a camminare lungo il buio corridoio, apparentemente come se fossero sincronizzati l'uno sui passi dell'altro; poi,
    la signorina - a dir del folletto, ancor più nervosa di quando uscita dalla catapecchia – spalancò
    le porte che conducevano allo stadio con una violenza tale
    da far cedere un cardine delle pesanti ante sotto la pressione della sua bizzarra
    dimostrazione di astio e irritabilità.

    Proseguirono verso i gradoni, accompagnati dal lento cigolar dei battenti divelti
    che si lasciavano alle spalle, per poi proseguir ad ampie falcate lungo il niveo quadrato che
    avrebbe fatto da palco per l’atto che si sarebbe consumato da lì a poco.

    Nel lungo tragitto, al folletto parve d’udire dagli spalti un qual certo apprezzamento riguardo alla procacità della fanciulla sua avversa,
    senza provocar reazione alcuna nella diretta interessata... o almeno, questo si sarebbe detto,
    se non si fosse stati così vicini da udire un soffocato rantolato: “dopo”.

    Divertito, il folletto più odiato d’Irlanda s’annotò questo piccolo “punto debole”,
    prendendo a deambulare a pochi passi dalla sua figura.
    Peccato che non potesse vederlo.
    Giunti a circa un sei o sette metri da uno dei bordi del ring, la donna si fermò, per poi sbottonarsi il pastrano in un gesto teatrale,
    fissando con lo sguardo il punto da dove - teoricamente - sarebbe dovuta spuntare la figura di Robin Brav’uomo.

    Cerchi qualcuno in particolare?

    Nell’attimo in cui si fosse girata, la lady armata avrebbe visto il Rovinaraccolti,
    appena fuori dalla portata della sua spada di quel tanto che bastava
    per allestir una rapida difesa in caso d’attacco, con entrambe le mani intrecciate dietro la verde nuca.
    Tra le dieci esili dita, si poteva chiaramente scorgere
    il manico d’una lancia dalla forma svasata, priva di qualunque orpello
    e di natura non definibile; questa, fungeva da comodo appoggio al folletto che,
    con aria beffarda fissava da sotto la falda del cappellaccio la sua avversaria.
    Si, sarebbe stato proprio un incontro divertente.




    SPOILER (click to view)
    Status »

    Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Divertito.
    Riserva ` 100%
    Consumi impiegati ` //%
    Gàe Bulg, ` Impugnata (Entrambe le mani)


    Note »
      CITAZIONE
      Ci siamo, campione: let's start the violent play.

      Larga è la foglia, stretta è la via, tu mi dai na mazzata ed io rispondo con la mia. :shifty:
      Ed ora, che la vittoria vada a farsi pure un giro e che lasci posto al sano divertimento.
     
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  4. Catastrophe
     
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    What I love, I destroy;

    Inalò la gioia ebbra e selvaggia del pubblico in un'unica boccata balsamica, suggendola come un enologo farebbe con una vendemmia rara; l'inquietudine ammutolì, gli spasmi cessarono, la musica terminò di esistere.
    Attorno a lei solo voci, e vuoto. Si sentiva a casa.
    Estrasse la spada dalla guaina con gesto esperto, lasciando che il filo stridesse contro l'estremità del fodero in un angoscioso e metallico suggerimento di morte; abbandonò il braccio armato inerte contro il fianco, e chiuse gli occhi. Quel momento, e lei lo sapeva, meritava ben più di una contemplazione superficiale. Come ogni uomo di accademia potrebbe confermare, la maggior parte delle reazioni e sensazioni umane sono dettate da fondamenti chimici, che spesso coincidono con gli imput più bassi e primitivi di ciò che viene chiamato istinto o subcosciente, normalmente edulcorato dal raziocinio in tanto complessi quanto tediosi arabeschi comportamentali; Catastrophe è come una spugna, una spugna avida di quella stessa chimica bestiale, che in lei si mesce e sublima in un coacervo monocromo di impulsi frustrati e frustranti che, inevitabilmente, trovano soddisfazione nel nudo e semplice massacro.
    Per questo, prima del confronto, l'abominio deve concedersi un siparietto privato, un momento di preghiera nel suo santuario inviolabile;
    quella volta, non sarebbe stata da meno.

    “Cerchi qualcu--”
    --no.
    Completò per lui in un'unica, caustica sillaba, accompagnandosi ad un invisibile sorriso di scherno; l'AEnemos era -o almeno, così credeva- biologicamente impossibilitato a provare sorpresa, e men che meno ad essere sorpreso da chicchessia.
    Questo, tuttavia, Robin Goodfellow non poteva saperlo.
    No.
    Ripeté in tono salso e languido, quasi a voler simulare compassione per la domanda incompiuta. Ruotò il capo con flemma studiata, precedendo la rotazione del torso e delle gambe nel preludio di uno sguardo affilato; mentre valutava il folletto -una creaturina storta, gibbosa, dalla pelle di cuoio e il naso a becco- una scintilla sconosciuta attraversò le iridi inespressive in un lampo di comprendonio. Lo scherno di lui era palese, quasi offensivo nella sua chiarezza. Attraverso i canali della sua empatia, bruciò come una stria di liquido combustibile che si accende, inesorabile, verso un barile di olio incendiario.
    Si stava prendendo gioco di lei. Il pensiero era estraneo, penoso e doloroso, quasi impossibile da assimilare; frattanto, il barile era esploso.
    Piantò la cacciatrice davanti a sé con un gesto secco, configgendo la lama sino ad un ottavo della sua estensione totale; nella luce diurna, il piatto brillava di lumi sanguigni come un arto divelto od un muscolo esposto alla carne viva.
    Parlò; la sua voce si era fatta asciutta, formale, quasi melancolica.


    Nessuno in particolare.
    Scattò. Piegando le ginocchia nei preamboli di un balzo animalesco, si proiettò dianzi al folletto per poi atterrare, non senza grazia, alla sua destra immediata; puntellò il pugno destro sul piastrellato calcareo, e poggiò il suo peso sulla
    medesima gamba ormai contratta in una sofferta genuflessione.
    La sinistra, a beneficio di una migliore distribuzione dello sforzo, era tesa in una diagonale priva di incrinature.
    Nel compiersi di quel movimento, la trama delle ali andò concretandosi nel suo aspetto consueto, e la destra delle due si avviluppò con forza attorno al manico di Grindylov per poi, una volta estratta fino al cuneo, brandirla verso l'altro in un fendente trasversale che mirava a tranciarlo dalla scapola sinistra all'ascella destra -la gemella, tutt'altro che passiva alle sollecitazioni di lei, avrebbe tentato una mossa analoga col braccio armato del folletto. Una volta compiuto l'attacco -il cui culmine sarebbe dovuto coincidere con il culmine del balzo a lui contemporaneo- Cat avrebbe eseguito una spazzata con la gamba tesa per richiamarla a sé e slanciarsi (ancora) in posizione eretta, portando il viticcio di trama ad incunearsi verso il suo petto per restituirle il monile sottratto. Stringendo in pugno la cacciatrice,
    si sarebbe limitata a scudisciare le cosce dell'altro con la propaggine liberata,
    nel tentativo goffo e crudele di sbatterlo in terra.
    -
    Ansimò, e la sua bocca andò deformandosi in un ghigno osceno; come una droga subdola, un invisibile ma potentissimo nettare di papavero, la personalità, la perversione e la crudezza acida di Robin Goodfellow la stavano contaminando tramite la sua capacità di deduzione empatica. Nel pulirsi le labbra col dorso della mancina da una inesistente macchia di sangue e polvere,
    pensò quasi che la cosa potesse piacerle. Pericoloso.
    Per lui, naturalmente.

    SPOILER (click to view)
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    Status »

    Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Eccellente.
    Riserva ` 90%
    Consumi impiegati ` Basso (5%) + Basso (5%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Scattered//Lost;
      Tramite un semplice esercizio di volontà, di quella verso cui l'uomo mediocre ama mostrarsi acidamente disilluso, l'Aenemos può arbitrariamente negare le sue pretese di appartenenza alla 'normalità' che si sforza di simulare abbracciando con vigore la sua natura superumana. Durante il compimento di un movimento qualsiasi, C. sovraccarica i suoi muscoli di un fenomenale impasto di trama ed adrenalina, permettendo a questa alchimia inconsueta di far subìre
      all'arto interessato una improvvisa accellerazione, che aumenterà la forza cinetica dello stesso.
      (Consumo Variabile - Basso per il fendente portato con ausilio dell'abilità AEnemos Wings)
     
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    .
  5. Robin Goodfellow
     
    .

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    CITAZIONE

    --no.”
    “No.”



    E l’entusiasmo del dolce Puck si spense di colpo, come un fuoco da campo investito da uno Tsunami.
    Era uno di quelli.
    Sospirò sconsolato; se la sua intuizione fosse stata corretta, avrebbe avuto
    solo che da annoiarsi da quella lotta.
    Nessuno stupore, nessuna reazione facciale, quasi come se si aspettasse l’apparizione del folletto,
    ma questo non era possibile a meno che non si appartenesse
    ad una precisa categoria di creature o si fosse il suo padrone.
    E quell’essere non era il suo Signore,
    lo percepiva chiaramente.
    Se ora avesse detto una qualunque frase ad effetto, con aria particolarmente neutra,
    allora non avrebbe avuto ogni dubbio.
    Nella mente del folletto prese forma una preghiera al destino, ovunque esso fosse,
    affinché tutto ciò non accadesse.


    CITAZIONE

    “Nessuno in particolare.”



    Ecco, lo sapeva, apparteneva a quel preciso gruppo di “persone”.
    Maledizione, che fastidio.
    Vi starete chiedendo a che cosa si riferisse il folletto?
    Agli stoici onniscienti ovviamente.
    Si perché, essere onniscienti e basta per questo tipo di persone non era sufficiente, no, essi,
    oltre a sapere tutto quello che succedeva nel momento in cui si verificava,
    avevano anche una tal faccia da culo da arrivare a permettersi un irritante atteggiamento sostenuto,
    certi che, qualunque fosse l’origine delle loro percezioni improbabili, esse sarebbero più che sufficienti
    ad aver la meglio di qualunque avversario si fossero mai trovati innanzi.

    Stronzate.

    Ed eccola, la vedeva dal di sotto del suo cappellaccio, mentre contraeva gli arti inferiori, pronta a scattare
    con tutta la velocità che il suo corpo le consentiva.
    E si, perché era lì la fregatura degli stoici onniscienti o presunti tali:
    la velocità.
    Infatti, per quanto si possa essere in grado di predire con precisione un evento,
    se non si è sufficientemente rapidi da assecondarlo,
    si ottiene soltanto la sensazione di essere in balia di un ironico destino,
    che si sarebbe ugualmente verificato senza scomodarsi nel chiedere pareri in giro.

    Ma torniamo a dove eravamo rimasti: avevamo lasciato l’avvenente creatura,
    alle prese con lo scatto che l’avrebbe dovuta condurre alla destra
    del folletto.

    Il verbo, posto volutamente al condizionale, serve a sottolineare come l’azione della spadaccina
    stesse per incontrare qualche problema, primo tra tutti la benedizione di una nota
    Dea guerriera che passava giusto da quelle parti ed aveva sentito il forte impulso di ficcanasare:
    Babd, la divinità corvo.

    Il ghigno malefico del Rovinaraccolti si espanse lungo la superficie verdastra del suo volto mentre
    sottili filamenti tentacolari fuoriuscivano dalla schiena della femmina, diretti senza indugio
    ad impugnarne la spada.
    Come una qualunque persona poteva apprendere con un semplice viaggio a Rio de Janeiro,
    bisogna sempre diffidare di donne con tentacoli che tentano di prenderti da dietro.
    Non si sa mai quale sia il loro reale scopo.

    Fu per questa ragione - e per altre che, data la fascia protetta, non citeremo - che i sottili arti verdi del folletto,
    ormai contratti all’inversomile, liberarono tutta la loro potenza muscolare,
    in un unico singolo scatto ascendente dalla velocità inusitata.

    Il movimento, inaspettatamente più rapido di quelli della giovane spadaccina, permise al dolce puck di arrivare
    a compiere un elegante quanto inspiegabile verticale, sfruttando come perno la fedele Gàe Bulg;
    l’offensiva nemica sarebbe giunta l’istante successivo, probabilmente delusa dal non trovare più il folletto,
    ove era situato fino a poc’anzi - e chiamatelo scemo.

    Ed infine arrivò il cozzare del metallo fatato della sua lancia contro il rozzo materiale di cui era composta la spada del nemico:
    quello era il segnale che Robin brav’uomo si era preposto per dar il via alla sua idea.

    Senza opporre resistenza allo scontro, il piccolo Campione - insieme alla sua fidata lancia -
    prese ad intraprendere un moto oscillatorio dovuto al punto d’impatto tra le due armi
    ed alla forza immessa nel colpo dall’abominio; quindi egli salì d’una certa altezza e poi, sfruttando
    il secondo dono di Babd, puntellò i propri piedini contro l’aeree, quasi esso fosse un morbido prato,
    consentendogli così di trovarsi in una verticale pressoché perfetta al di sopra del nemico.

    Il polso del folletto si contorse e reclinò subitaneamente, per far posto a quattro affondi di lancia
    dalle curvature improbabili che, famelici, discesero fulminei, per poi disporsi a croce attorno al bersaglio,
    seguiti nello stesso attimo da due colpi discendenti, atti a tranciare alla radice le propaggini,
    da poco sorte dalle di lei scapole.

    Completò la sua acrobazia, ritraendo il più possibile la sua figura, affinché fosse assai più complesso intercettarlo
    nella parte terminale del suo movimento, atterrarando infine in un punto distante approssimativamente quattro metri dall'abominio,
    più precisamente dirimpetto alla di lei schiena, quel tanto che bastava per mantenere sul chi vive la gentil donzella.
    Chissà che effetto le avrebbe fatto ora avere un essere tentacoluto alle sue spalle.
    Ripensò un attimo a quanto formulato, poi sospirò sconsolato.

    Peccato.

    Non aveva niente d'adatto con sè.
    chissà se la Gàe Bulg avrebbe potuto sopperire
    a tale indelicata mancanza.


    SPOILER (click to view)
    Status »

    Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Leggermente deluso.
    Riserva ` 85%
    Consumi impiegati ` Basso (5%) + Medio (10%)
    Gàe Bulg, ` Impugnata (Entrambe le mani)
    Potenzialità Colpi Aircetlám: Alto (consumo Medio + Medio di powerup passivo da regolamento dovuto a Bailchbemnioch).
    Attuali Parametri statistici Forza +50%, Resistenza +50%, Velocità +75%(incremento temporaneo del 25% dovuto a Babd Chatha)
    Passive in uso:

    Bailcbemnioch
    Essere i prescelti non significa quasi mai essere scontati e Puck ne è la prova.
    Nonostante le apparenze ingannevoli infatti la forza di Goodfellow non assimilabile né a quella di un adulto,
    né tantomeno a quella di un essere umano.
    Sollevare, spostare e trasportare un quantitativo anche estremamente superiore al suo peso,
    così come la sua arma, gli costa lo sforzo del reggere o maneggiare un filo d'erba
    e la sua eccezionale energia muscolare gli permette di effettuare veri e propri balzi fuori misura -
    quasi stesse per prendere il volo.
    Nonostante questa possanza egli è in grado di controllare perfettamente la sua potenza,
    imprimendo con un solo dito tutta la forza di cui necessita
    pur rimanendo in grado di carezzare il più fragile degli steli senza arrecargli danno.
    [Passiva +50% in forza]

    Samildánach
    Puck era conosciuto come il folletto più dispettoso e veloce di tutta l’Irlanda
    e ciò non veniva detto solo per soddisfare il suo ego, ma proprio perché la sua rapidità
    era senza alcun rivale ovunque egli andasse.
    In grado di muoversi agilmente e con estrema maestria,
    gli scatti e le movenze del piccolo campione
    non hanno nulla da invidiare al più abile dei corridori o al più preciso degli acrobati,
    permettendogli così di eseguire le burle più cattive e geniali
    ed esser poi abbastanza lontano da non subirne le conseguenze.
    [Passiva + 50% in velocità]

    Tecniche in uso:

    Babd Chatha
    Babd Chatha era una delle tre Dee della guerra irlandesi ed il suo nome significa Corvo della Battaglia.
    Ispirandosi a ciò Puck ha dato vita ad una pratica di combattimento a dir poco unica nel suo genere.
    Infatti tramite questo potere egli può incrementare esponenzialmente i propri movimenti, rendendoli
    talmente rapidi da poter essere a malapena percepiti.
    A prima vista, può apparire un effetto dagli usi limitati e banali, ma la mente malevola del folletto
    ha fatto si che ciò non accadesse: difatti, una non trascurabile peculiarità di tale potere è quella di
    poter essere impiegato a prescindere dalla posizione in cui ci si ritrova rispetto allo spazio e perfino
    rispetto alla presenza o meno d’una superficie d’appoggio adatta; ciò consente al rubaraccolti
    di ritagliarsi sempre ed in qualsiasi situazione la possibilità di compiere un rapido movimento,
    dovesse anche trovarsi in caduta libera a testa in giù.

    Ovviamente più energie vengono profuse nello sforzo,
    maggiori saranno la velocità e la distanza coperta.
    [Consumo Variabile : basso 25% velocità, medio 50%, alto 75%, critico 100% - Tecnica Fisica]
    (Consumo impiegato Basso: Velocità +25% )

    Aircetlám
    Molti sottovalutano l’abilità con la lancia di Robin Goodfellow,
    scoprendo troppo tardi la pericolosità e la maestria in combattimento
    di quel piccolo dispettoso folletto.
    Un esempio calzante di tale definizione è senza ombra di dubbio
    questa particolare pratica che, se usata correttamente,
    porta spesso e volentieri fine al duello.
    Impugnando saldamente la fidata lancia fatata
    egli prende ad eseguire una serie di rapidi affondi,
    sempre più precisi e letali, ma il vero segreto della tecnica
    è senza dubbio insito nella distanza:
    infatti tali colpi non devono essere necessariamente avvenire
    con l’avversario a portata dell’arma, ma anzi;
    il segreto giace infatti nella potenza
    con cui ogni affondo genera una potentissima forza d’urto
    con le stesse proprietà e la stessa potenza
    di un colpo eseguito dalla distanza corretta.
    Questi saranno visibili ad occhio nudo
    come delle leggere distorsioni nell’aria
    e divoreranno la distanza che li separa dall’avversario
    in un istante o poco più.
    Non vi è nulla di magico in questo, qualunque sia il potere che scruta il colpo;
    è tutta abilità di lancia ed in quello,
    il dispettoso folletto non è secondo a nessuno.
    [Consumo Variabile: Basso 4 colpi, Medio 6 colpi, Alto 8 colpi, Critico 10 colpi – Tecnica d’Armi]
    (Consumo impiegato Medio: 6 colpi incrementati dalla passiva di forza.)

    Oggetti in uso:
    Crom Cruach
    Al di sotto della soffice mantella verde, il piccolo puck indossa sempre una casacca leggera
    ma esageratamente resistente: pare infatti che il vestimento sia in realtà un manufatto incantato
    donatogli il giorno della sua nomina a campione, un abito protettivo.
    Questi però non è un'armatura qualunque, come del resto chiunque si potrebbe aspettare,
    né tantomeno di regale metallo fatato; la protezione del rubaraccolti è costituita da pelle umana,
    accuratamente conciata e, sebbene sia sempre morbida e calda per colui che la indossa,
    essa è tutt’altro che fragile... a differenza delle creature da cui proviene.
    Infatti la sua resistenza è tale da permettere i gesti più arditi del folletto,
    riducendo drasticamente qualunque pericolo che ne possa derivare.
    [Passiva +50% resistenza]

    Gàe Bulg
    Il rovinaraccolti è il campione del suo creatore
    e come tale dispone di un arma unica che ha per nome Gàe Bulg – o Gae Bolg che dir si voglia –
    esattamente come la mitica lancia appartenuta all’Eroe Cúchulainn nel mitico ciclo di Ulster.
    Essa si presenta con un profilo lungo e slanciato di una lancia da cavaliere:
    lunga pressappoco due metri o poco più (il doppio del suo possessore),
    tale arma presenta una svasatura vistosa che circonda
    il segmento dell’asta per l’impugnata, fungendo così da eccellente paramano.
    A giudicarla esteriormente non sembra serbare alcunché di speciale,
    per quanto sia tenuta in maniera a dir poco superba nonostante le numerose battaglie;
    la verità è che tale oggetto possiede una facoltà a dir poco singolare nel suo genere:
    Gàe Bulg difatti è in grado di proiettarsi a qualunque angolazione, anche pari o inferiore ai 90°,
    sfruttando in tal modo ogni spiraglio nella difesa avversa, con sommo piacere del folletto
    che gode dello stupore del nemico di fronte a tale situazione.
    La lancia rappresenta il simbolo, l’essenza dell’essere il Campione,
    nonché l’oggetto più caro e prezioso in possesso di Robin Goodfellow; come già detto,
    esteriormente non presenta decorazioni o altri vezzi,
    questo ovviamente se si eccettua un fatto noto solo al suo padrone:
    essa è costituita totalmente di metallo fatato
    ed è questo a donarle le sue grandi doti.


    Note »
      Scusa la qualità non eccelsa del post, ma come sai ho diversi problemi extra forum al momento che mi opprimono. Spero ugualmente che sia di tuo gradimento e di chiunque lo legga.
     
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    .
  6. Catastrophe
     
    .

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    Hush child, the darkness will rise from the deep
    and carry you down into sleep;


    Ricordava. O meglio, avrebbe voluto.
    Paradossalmente, nella concitazione ebbra della battaglia venne colpita da una fitta di stupido stupore per aver realizzato, nel cercare di mandare a mente -ancora una volta- il suo perché, di averlo completamente dimenticato; in quel momento, nell'istante critico che precedette il disegnarsi a mezz'aria della diagonale ideata per sezionare il folletto, Catastrophe non aveva storia. Viveva per uccidere e per sopravvivere e per nutrirsi della paura altrui. Forse, o forse no - la pendenza di quella probabilità non le sembrava granché importante: in fondo, le suggerì un caustico flusso di pensieri e sensazioni slegate,
    non era poi così male.
    Imprecò a denti stretti: la personalità di quel mostro l'aveva completamente contaminata.
    Robin GoodFellow -questo il nome appreso attraverso la decodificazione di AEnemos, per i profani 'empatia'- fu lesto a reagire, tradendo una velocità che, per quanto certo non riuscì ad impressionarla, la costrinse ad una
    dolorosa e doverosa nota mentale.
    E' più veloce di me.
    Constatò, laconica; il suo orgoglio non ne rimase illeso, ma riuscì a ridurlo a più miti consigli
    con uno stimolo della sua prescienza: la creatura -come da lei dedotto- aveva fatto perno sulla lancia impugnata per proiettarsi in alto, sovrastandola di un buon paio di spanne. Anticipandone tanto il movimento quanto le intenzioni, Catastrophe batté il pugno chiuso al centro del petto in un gesto di muto richiamo, e le ali si abbarbicarono al suo torso, alle sue spalle e al suo capo come una trama di rovi spiritati, cingendola in una cupola rastremata a spirali; la sostanza del dio andò ad irrobustirne la fibra, denunciandosi con un debole bagliore diffuso. Fu un attimo, e gli affondi si abbatterono secondo un prospetto prestabilito -oltreché ammirevolmente preciso, constatò con una punta di invidia- nelle regioni da lei rinforzate, producendo non più di un tracciato di lividi superficiali. L'abominio rimase eroicamente immobile, costringendosi a soffocare il dolore per comando di una stoccata di vanità: non poteva, né doveva mostrarsi debole. Di certo, non avrebbe datogli altri utili spunti per fare di lei un oggetto di derisione, e parimenti non li avrebbe regalati ai beoti che ne infestavano gli spalti e le orecchie manifestandosi come una eco debole ma persistente, fastidiosa quanto il frinire di un nugolo di mosche avide; abbozzò un'espressione contrita, mordendosi il labbro per guadagnare lucidità: il sangue aveva un sapore amaro, quasi bilioso. Sputò nauseata, inseguendo la piccola nemesi con la coda dell'occhio: stava portandosi alle sue spalle, atterrando tronfio come un tacchino dalla sua breve parabola in un epilogo assolutamente sgraziato -e prevedibile: ma che fosse tale,
    Robin lo avrebbe difficilmente immaginato. O no?
    Sicuramente, dicevano le due orbite allucinate, non avrebbe perso tempo a chiederglielo.
    La trama intervenne una seconda volta, regalandole una propulsione che la catapultò, quasi contemporaneamente al volgersi dell'atterraggio avversario, in direzione del suo approdo precario: il tempismo non fu impeccabile, certo, ma il tempismo stesso aveva perso importanza, così come l'eleganza e la correttezza: dava per certo che questi fattori non fossero fondamentali.
    Non per lei, e non per Robin GoodFellow.
    Un affondo l'avrebbe pericolosamente esposta, mentre un fendente semplice si sarebbe rivelato una soluzione trita, se non misera; lei stessa non giustificava la pragmaticità con cui, nel dilatarsi irrisorio del suo scatto, ebbe l'ingegno di compiere una così rapida stima. Ci avrebbe curato il suo orgoglio, dopo -se mai fosse esistito, un dopo.
    Le code del pastrano schioccarono irate, ancora una volta: l'AEnemos si fece schermo delle ali ancora galvanizzate dal precedente, sofferto infuso metamagico per mettere il folletto in allarme, stornando la sua attenzione dalla mano della spada: incuneandosi come la coda nera e chitinosa di uno scorpione, le propaggini avrebbero fintato un affondo al capo e al ginocchio della creatura, mancandolo con una approssimazione millimetrale e -auspicabilmente- inducendolo ad uno spostamento. Non appena questo si fosse verificato, quando la cura avversaria si fosse concentrata su di un movimento fesso di salvaguardia, lei avrebbe colpito: un ascendente diagonale, speculare inverso del precedente che aveva cozzato contro l'arma di lui in una tetra campana, immediatamente seguito da un ritrarsi brusco del braccio coinvolto per inaugurare un tentativo di affondo, in previsione di un intervento dell'asta portante alla quale l'arma del piccolo faceva capo: ovemai questa fosse intervenuta a prevenire il fendente preliminare, il successivo affondo avrebbe mirato a scivolare sul corpo snello della sbarra istoriata per ferire attraverso le maglie di una possibile difesa scoperta. Successivamente, avrebbe assecondanto il più genuino istinto di preservazione portandosi ad appena un metro sul fianco di lui, in una posizione
    felice per rispondere alla sua reazione.
    La suola dello stivale di daino scavò un solco profondo nella polvere secolare che invadeva l'intrico del piastrellato, risentendosi per la forza impressa dalla gamba protagonista: leggermente curva e chiusa su sé, dallo sguardo basso e le labbra umettate di sangue,
    l'AEnemos Catastrophe avrebbe, per una volta, avuto
    davvero motivo di fare paura.

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    Status »

    Fisico ` Contusioni trascurabili su spalle e schiena.
    Psicologico ` Non determinabile. Confusione di personalità ed impulsi a causa dell'empatia potenziata.
    Riserva ` 70%
    Consumi impiegati ` Medio (10%) + Medio (10%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)
    Heroesbane ` Turno I di II


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Scattered//Lost;
      Tramite un semplice esercizio di volontà, di quella verso cui l'uomo mediocre ama mostrarsi acidamente disilluso, l'Aenemos può arbitrariamente negare le sue pretese di appartenenza alla 'normalità' che si sforza di simulare abbracciando con vigore la sua natura superumana. Durante il compimento di un movimento qualsiasi, C. sovraccarica i suoi muscoli di un fenomenale impasto di trama ed adrenalina, permettendo a questa alchimia inconsueta di far subìre
      all'arto interessato una improvvisa accellerazione, che aumenterà la forza cinetica dello stesso.
      (Consumo Variabile - Medio per lo scatto eseguito, pressoché istantaneo.)

      Light the Dragonfires
      Dolore. Strumentalizzando la sua tendenza alla distruzione sterile, C. esaspera i caratteri aggressivi della Trama Primevea, lasciandola irrompere disinibita all'interno di un corpo troppo modesto per contenerla: quella graffia, protesta per uscire con la ferinità di un animale deluso dalla prigionia, e preme contro ogni estremità. Dopo alcuni secondi di lotta, come seguendo i dettami di un accordo suggellato anni prima, viene liberata dal suo carcere di volontà. E non è più danza in catene.
      La pelle si indurisce, inspessendosi in un fascio di nervi, mentre scintille di giada prendono a precorrerne la superficie in uno spettacolo sopportabile per pochi: costringendosi in questa condizione, l'abominio rende la sua intera statura incredibilmente più resistente a sollecitazioni di tipo fisico, creandosi come un mostro superumano in grado di opporre ad un colpo di spada una invisibile chitina d'acciaio.
      (Consumo Variabile - Medio per irrobustire le ali; come specificato nell'abilità loro correlata, queste -essendo composte da pura trama- non trasmettono né dolore né attacchi a contatto. Il 'dolore' al quale si accenna nel narrato non è che, come facilmente deducibile, quello provocato dalla pressione esercitata dagli affondi propagantesi attraverso la mia difesa.)
     
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  7. Robin Goodfellow
     
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    La sentì scagliarsi subitaneamente al suo indirizzo, priva di qualunque timore o incertezza:
    non importava quanto fosse complessa ed articolata l’offensiva appena scagliata dal folletto,
    lei sembrava conoscerne perfino la più semplice delle sfumature.
    Era una stoica onnisciente, non v’era dubbio alcuno adesso.

    Sospirò laconicamente e prese a ruotare di una mezza, pronto ad affrontare in punta estesa la carica avversa
    -in fondo le lance servivano anche a questo - quando destino volle che, per la prima volta,
    notasse veramente gli occhi di lei.
    Un turbinio di emozioni invase il dolce Puck, al punto da fargli perdere l’iniziativa
    che gli sarebbe valsa buona parte degli organi interni del nemico
    qualora fosse andata a segno.
    Una sensazione a lui familiare, seppur in dose estremamente minore rispetto a quanto era solito riceverne,
    sembrò impadronirsi della sua mente, giusto il necessario affinché non s’accorgesse
    - se non troppo tardi per erigere qualunque difesa - degli affondi tentacoluti che,
    per grazia del suo signore, parevano non averlo colpito.
    A differenza del taglio opposto per direzione, che, bloccando per un attimo la rotazione iniziata dal folletto,
    né morse con aggressività il fianco sinistro, facendolo volare poco
    più in là come un palla di stracci.

    Ed è un nome di donna, quello che venne mentalmente invocato.
    Eva.
    La madre di tutti noi.
    Un'Eva sofferente.
    Un Eva che vende il suo corpo.
    Un'Eva che facilmente è di tutti.
    Una città che Ulisse ha conquistato con l'inganno.
    Un bovino da latte.


    Eva.

    Rotolò per un paio di metri, per poi recuperare subitaneo l’equilibrio, completando la mezza che,
    grazie alla rotazione sul proprio asse, gli permise di evitare un affondo dell’arma incriminata
    dello scempio del proprio abito; fortunatamente, grazie all’ausilio di uno
    dei doni del suo signore non aveva subito danno alcuno, sebbene ora si ritrovasse
    con uno squarcio assai poco elegante sul fianco interessato,
    oltre ad una notevole incazzatura.

    Poi, Robin Goodfellow cercò di ricordare a se stesso cosa gli fosse successo,
    e fu un racconto di tentacoli, di spade, di occhi e di Eva,
    un'Eva che passeggia di notte, un'Eva...


    …Calcò ulteriormente il cappellaccio ripromettendosi di massacrarla per la ferita - all’orgoglio -
    appena subita ed imbracciò la sua fidata Gàe Bulg che, in quell’istante,
    pareva rifulgere d’una macabra, istintiva semicoscienza.

    Quindi, fulminea, la torsione del polso diede il via a quella che pareva una fine opera d’irrealtà:
    ogni affondo eseguito infatti non solo sembrava distorcere per un attimo l’aria
    in un violentissimo proiettile diretto alle rosee e tenere carni dell’altra,
    ma, come a replicare un miracolo già dapprima inspiegabile, i colpi che ne scaturivano
    parevano danzare, seguendo improbabili tracciati che, senza indugio,
    miravano a squartare le carni ed abbeverarsi ingorde del sangue dell’Aenemos,
    quasi fosse il vitello sacrificale d’un rito orgiastico.

    Sei colpi si sarebbero potuti contare, con occhi abbastanza rapidi da poterne cogliere le sfumature:
    affondo alto, medio e basso, da ciascuna delle due direzioni, tutti portatori della tremenda
    ed inspiegabile forza del Rovinaraccolti.

    Ma non si sarebbe accontentato di questo no, l’offesa era grande ed andava lavata con ferocia,
    per tale ragione la Gàe Bulg parve ruggire mentre, dal fondo di essa, prese a detonare senza preavviso
    un ammasso crepitante d’energia pura, trasformando così il nostro amato folletto in un novello Tomahawk
    che aveva il preciso intento di passare da parte a parte quella troia.

    … E stavolta sarebbe toccato a lei vivere una storia, e sarebbe stato un racconto di folletti incazzati,
    di lance in pertugi nascosti ed innominati, di ali tentacolute e di Eva…
    e sarebbe stata un Eva tutta sua stavolta, un Eva che le somigliasse, un Eva che come lei…

    praticava forti sconti comitive.

    SPOILER (click to view)
    Status »

    [font=Arial]Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Incazzato Nero.
    Riserva ` 65%
    Consumi impiegati ` Basso (10%) + Medio (10%)
    Gàe Bulg, ` Impugnata (Entrambe le mani)
    Potenzialità Colpi
    Aircetlám:
    Alto (consumo Medio + Medio di powerup passivo da regolamento dovuto a Bailchbemnioch).
    Làm Fata:
    Alto (consumo Medio + Medio di powerup passivo da Bailchbemnioch.) (N.B. Le Difese erette contano come di un livello in meno contro questo attacco).
    Attuali Parametri statistici
    Forza +50%, Resistenza +50%, Velocità +50%
    Passive in uso:
    - Bailcbemnioch[Passiva + 50% in forza] (Già citata)
    - Samildánach[Passiva + 50% in velocità] (Già citata)

    Oggetti utilizzati

    Crom Cruach[Passiva +50% resistenza] (Già citata)

    Gàe Bulg (Già citata)

    Tecniche usate

    Aircetlám(già citata)
    [Consumo medio]

    Làm Fata
    Accumulando energia sul fondo della Gàe Bulg
    e rilasciandola infine, in un unico colpo,
    Puck è in grado di scagliarsi in una carica con lancia
    ad una velocità fuori dal comune.
    Tutte le barriere colpite da tale possente colpo,
    contano d’un livello inferiore,
    al fine di essere distrutto dalla travolgente avanzata
    del Rovinaraccolti.
    [Tecnica d’Armi – Consumo Medio]
    (Consumo Eseguito: Medio)

     
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  8. Catastrophe
     
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    Loyalty, Loyalty
    Loyalty, Loyalty
    Loyalty, Loyalty
    Loyalty, only
    to me;

    -
    Arrotolando quel foglio segreto chiamato 'Endlos' su sé stesso, ci si sarebbe potuti imbattere nel dio
    straniero che sorrideva -ancora- a distanza di anni. E sperava per la prima volta
    a distanza di eoni.

    -
    Annaspò, bestiale. Il suo respiro era commutato in un rantolo cavernoso, tanto basso, rotto e roco da far gelare le vene. Gli occhi, appena visibili sotto una spessa coltre altalenante di ciocche castane incrostate dalla calura e dal sudore, erano costantemente attraversati da una luce folle: decisamente, la personalità del folletto era un autentico veleno. Almeno per lei.
    Lo vide -previde, a voler essere onesti- calcare la mano grinzosa sul grosso cappello in un moto d'ira, e l'immagine le regalò -facendo a pugni col suo ormai pallido io razionale- uno spasmo di crudele divertimento che contribuì ad accentuare gli spigoli del suo ghigno instupidito. La eco confezionata dal cioncionare della folla spettatrice era ormai azzerata, a favore della comparsa di un tetro, ottuso silenzio mentale sporadicamente inframezzato da bagliori d'idea, intensi come flash aranciati. Uno di questi, coevo al canale principe della sua empatia, le sussurrò a mezza bocca dei movimenti prossimi del Rovinaraccolti -altra recente deduzione- tuttora in potenza: lo guardò mulinare le braccine callose come fronteggiandolo da un vetro opaco dilavato da una pioggia continua: il suo agitarsi convulso aveva una logica intrinseca, sì, ma non le riusciva di coglierne il capo. Una sensazione frustrante, che si sarebbe -così disse a quella minima porzione di sé ancora savia- certo ripercossa su lei una volta interrotto quel contatto ebbro. Robin GoodFellow menò una serie di rapidi, letali fendenti, circonfusi da un blur innaturale ed accompagnati da uno schioppo sordo, come quello prodotto da una folata di vento che irrompe violentemente oltre una porta chiusa, scardinandola. Si limitò a frapporre le ali fra sé e la gragnuola incriminata, il sorriso stolido e sanguigno che ancora persisteva a farsi beffe di un pericolo ormai impossibile da scongiurare. Le propaggini si stagliarono secondo una trama a croce, ma i colpi -ed anzi, ebbe modo di capire a suo tempo dalla pressione esercitata da questi, le proiezioni degli stessi- erano tanti e tali da trasmettersi attraverso il suo maldestro frangiflutti senza il benché minimo sforzo. Accusò senza sbatter ciglio, troppo rintronata per tradurre l'interpretazione del concetto di 'dolore' esplosa dalle sinapsi e andata propagandosi in tutte le regioni interessate come un'abominevole infezione: l'ultimo della serie le si abbatté sulla spalla, e l'AEnemos si ritrasse quasi a parodia del feedback negativo dato da un proiettile appena esploso. L'avrebbe detto quasi comico, se non fosse stato -ed ora lo ammetteva in maniera limpida- tremendamente doloroso.
    L'avversario corresse l'assetto della lancia in previsione di un prossimo affondo, e si lanciò: l'impeto d'attacco le diede una fitta di amarezza per il suo affondo precedente, perso -o quasi- nel vuoto dell'imbarazzo. Stranamente, nel chaos generato dal frammisto indistinto di dolore, sangue ed emozioni rubate, la cosa le sembrò assumere un'importanza preponderante.
    Ne dedusse che alla creatura non piacesse mancare i propri bersagli.
    D'altronde, non piace a nessuno.
    Accadde in un tempo troppo ridicolo perché i presenti -ed i protagonisti di scena- potessero assimilarlo completamente: alla carica sfrenata del folletto corrispose l'involontario radunarsi di un picco di trama critico all'interno delle arterie, dei tessuti e della fibra dell'abominio, che emanò dal suo corpo come una luminescenza perlacea dai caratteri fumosi, destinata ad esaurirsi in ampie spirali: la lancia colpì, ed il cuneo stridette contro l'addome di lei con la cacofonia agghiacciante di un'unghia su di una lastra di ghiaccio. Travolse uno strascico del soprabito lungo la prosecuzione della sua retta, strappandolo dalle spalle del mostro: sotto, appena una camicia di raso bianco dai polsi sdruciti e la superficie -complice una minuziosa plissettatura- attraversata da riflessi cangianti. Alcune asole si erano lacerate durante la zuffa, facendo saltare i bottoni e lasciando intravedere la curva del seno: in quel momento, tuttavia, nessuno dei due parve darvi credito -men che meno Robin GoodFellow il Rovinaraccolti, il dolce Puk, che si vedeva la punta di Grindylov premuta sul petto.
    Mentre il disgraziato maturava il suo rettilineo di devastazione, Catastrophe -pur esausta- aveva trovato modo di tendere il braccio armato e di far scivolare il colpo inferto lungo lo stomaco per trovarsi a contatto ravvicinato con la piccola nemesi. Nel processo, aveva
    anche estrapolato un consistente brano di pensiero, al quale decise bene
    di replicare con la giusta verve.
    Luoghi comuni sulle puttane? Potevi fare di meglio.
    Vomitò in tono aspro, accompagnandosi ad un'ironia maligna. Socchiuse le labbra, ed il sangue tracimò oltre la sottile apertura per andare ad imbibire la camicia tracciando uno striato ripugnante sul mento intonso.


    Troppo poco, comunque, e troppo tardi.
    Esplose. La trama della prima creazione deflagrò dal corpo stesso della cacciatrice per investire il
    disgraziato in un raggio abbacinante, ingoiandolo completamente. Lungo il filo tempestato
    da scariche entropiche, una sola parola
    muori
    e cenere.

    SPOILER (click to view)
    image
    Status »

    Fisico ` Contusioni trascurabili su spalle e schiena, Contusioni più gravi diffuse, spalla sinistra semi-disarticolata. Stanchezza, pur filtrata -al momento- dalla confusione mentale.
    Psicologico ` Non determinabile. Confusione di personalità ed impulsi a causa dell'empatia potenziata.
    Riserva ` 30%
    Consumi impiegati ` Alto (20%) + Alto (20%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)
    Heroesbane ` Turno II di II


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings
      (Propaggini di puro elemento aventi le medesime caratteristiche del personaggio;
      non trasmettono dolore né attacchi a contatto.
      Abilità passiva, sempre attiva
      )

    Tecniche »
      Light the Dragonfires
      Dolore. Strumentalizzando la sua tendenza alla distruzione sterile, C. esaspera i caratteri aggressivi della Trama Primevea, lasciandola irrompere disinibita all'interno di un corpo troppo modesto per contenerla: quella graffia, protesta per uscire con la ferinità di un animale deluso dalla prigionia, e preme contro ogni estremità. Dopo alcuni secondi di lotta, come seguendo i dettami di un accordo suggellato anni prima, viene liberata dal suo carcere di volontà. E non è più danza in catene.
      La pelle si indurisce, inspessendosi in un fascio di nervi, mentre scintille di giada prendono a precorrerne la superficie in uno spettacolo sopportabile per pochi: costringendosi in questa condizione, l'abominio rende la sua intera statura incredibilmente più resistente a sollecitazioni di tipo fisico, creandosi come un mostro superumano in grado di opporre ad un colpo di spada una invisibile chitina d'acciaio.
      (Consumo Variabile - Alto)

      Dire Inferno
      Convogliando un picco di trama ridicolmente alto su di una ben definita estremità, l'abominio vibra un colpo casuale direzionandolo verso una superficie predeterminata, premurandosi tuttavia di arrestare il compiersi del colpo stesso a pochi millimetri dal suo bersaglio ideale; trascorso appena un secondo di stasi, dal punto d'impatto si parte una autentica, terrificante deflagrazione di pura energia, propagantesi in una direzione prescelta come in tutte secondo criteri indiscriminati (decurtando tuttavia così la sua potenza intrinseca). Rocce, uomini e detriti verranno trattati da questa alla stregua di patetici ammenicoli, e scaraventati lontano come si conviene loro: se la zona da cui l'esplosione si manifesta corrisponde ad una parte del corpo avversario,
      i danni prodotti saranno considerevolmente gravi. Il raggio della tecnica non è inferiore agli otto metri totali.
      (Consumo Alto)
    Note »
      Ho convenuto per vie private con l'avversario che il side-effect della tecnica "Làm Fata" non interessasse i potenziamenti fisici, e non estendesse quindi la sua circoscrizione alla tecnica "Light the Dragonfires": la mia difesa pertanto consta di un potenziale Alto+Basso, derivato dal prodursi dell'abilità 'Heroesbane'.
      Nel prossimo turno, grazie a quest'ultima, mi preme di specificare che il personaggio godrà di un potenziamento alla caratteristica resistenza pari a Medio.
      Burocrazia a parte, mi aspetto una non indifferente bestemmia acrobatica da parte di Robin per il concordato botta-e-risposta sulla nobile arte (e no, non si sta parlando di pugilato).
     
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  9. Robin Goodfellow
     
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    Iraconda messaggera del suo portatore, la Gàe Bulg affondò più volte tra i filamenti sorti a difesa dell’Aenemos,
    mordendone e aggredendone le carni senza per questo riuscire a squarciarle
    come invece aveva sperato.
    Anche dopo aver compiuto la Lam Fata, il folletto si ritrovò a dover lottare ferocemente per farsi strada tra quelle abusate
    - ed oramai semidistrutte - propaggini eteree, nel vano tentativo di raggiungere la loro padrona.
    Ma fallì.
    Il dolce Puck percepì chiaramente l’ultima (?) , disperata, folle resistenza, che protesse Catastrophe da quell’offensiva furiosa,
    e mentre il verde mantello, ormai lacero, veniva smosso da pochi soffi di vento,
    Robin si ritrovò a digrignare i denti, dando vita ad uno stridio raccapricciante che - per la prima volta - alterò il suo ghigno malefico
    tramutandolo in una smorfia di fastidio e disappunto.
    Doveva ammetterlo: quella sgualdrina era dannatamente forte.
    Questa – sofferta – ammissione bastò da sola a ferire nell’orgoglio il Rovinaraccolti più di qualunque sferzata
    dettata dal solo acciaio della lama nemica sarebbe stata in grado di fare,
    e soltanto l’espressione contratta e sofferente dell’avversa avrebbe rappresentato l’unguento miracoloso
    necessario a poter lenire tale mortale insulto.
    Eppure, né il fastidio né questo desiderio di ripicca erano sufficienti a placcare l’ira funesta.

    CITAZIONE
    Luoghi comuni sulle puttane? Potevi fare di meglio.
    “Troppo poco, comunque, e troppo tardi.”

    In un ultimo insano gesto, la troia rantolò fuori dalla fogna che aveva per bocca parole di biasimo e di scherno dirette al Campione dei folletti, insieme ad un’esplosione di crepitante energia luminosa che partì subitanea da una distanza pressoché nulla verso la persona di Robin Brav’uomo.
    Che il Diavolo si portasse quella vacca nel pertugio più nero degli abissi! E se non c’avesse pensato il Caprone,
    Robin si sarebbe premurato in prima persona affinché lei non perdesse tempo ad arrivarci.
    L’aria parve contrarsi in un singolo spasmo sofferente - che la donna potesse star provando la stessa cosa, si augurò il folletto -
    trascinando tra i due contendenti quello che in apparenza sembrava pulviscolo luminescente,
    per poi dilatarsi in un’indesiderata esplosione dai toni abbaglianti.
    La reazione di Robin fu istintiva: una singola parola priva di suono, mentre il calore appena generatosi pareva addirittura in grado di liquefare
    la stessa lancia fatata, tesoro d’inestimabile valore,
    nonché grande cimelio del folletto.
    Una miriade di frammenti di pietra vennero scagliati in ogni dove, investendo probabilmente entrambe le figure,
    tuttavia occultate dall’improvviso bagliore accecante generatosi dal colpo.
    L’unica cosa certa per l’Aenemos, al momento, era che la Gàe Bulg non premeva più furibonda contro le sue carni,
    ma sembrava, al contrario, svanita dalla realtà.
    Ma se questo, nella mente dell’abominio, avrebbe dovuto assumere connotati rassicuranti, segnando così la fine dei suoi guai,
    era quanto di più errato potesse sperare.

    Era solo l’inizio.

    Poi qualcosa attirò l’attenzione di tutti dall’interno della tremenda cappa di luce.
    Forse, anche Catastrophe riuscì a percepirlo.
    E forse, lo fece troppo tardi.

    Mentre il bagliore andava rapidamente scemando, ecco delinearsi una figura che non somigliava che per pochi sparuti tratti a quella del folletto irlandese, fatta esclusione per il sempieterno ghigno che – ora - appariva ancora più terrificante.
    La pelle di questa nuova creatura non era più del verde delle foglie, ma appariva invece traslucida, quasi metallica;
    perfino gli abiti - se di tali si poteva ancora parlare - parevano fusi alla carne stessa del Rovinaraccolti, quasi fossero stati scolpiti direttamente su di essa.
    Le mani, invece, erano state trasmutate in messaggeri di morte: non più armate di semplici e fragili falangette,
    potevano ora contare sulla forza di dieci Gàe Bulg in miniatura, propaggini metalliche rapide e fatali - quanto e forse più dell’arma originale -
    che ora andavano a costituire la terminazione degli arti del
    Campione del suo Signore.

    Erano ancora uno di fronte all’altro, con pochi centimetri a separarli quando, senza proferir verbo alcuno,
    le due mani di Robin Goodfellow scattarono in avanti, dando vita a dieci traiettorie fulminee ed irregolari atte a colmare la distanza irrisoria
    che lo separava dalla Vacca.
    Cinque delle terminazioni metalliche che ora sostituivano le dita del folletto, si diressero furiosamente in direzione dell’articolazione
    palesemente ferita dell’abominio - la spalla sinistra- con il preciso intento di spiccarla dolorosamente dal corpo della sua proprietaria insieme al braccio.
    Nel mentre, le rimanenti cinque Gàe Bulg miniaturizzate seguirono una traiettoria verticale lungo la linea mediana dell’abominio, mirando a fronte, naso, bocca, gola e plesso solare; il dito-proiettile, destinato a quest’ultimo, si distaccò subitaneo, ottenendo un accelerazione improvvisa e (a meno di miracoli) probabilmente fatale;
    questo perché, come un seme malefico, una volta penetrato nelle carni di quella odiosa femmina, dal proiettile mistico sarebbe scaturita una perfida fioritura: filami di metallo spinato, ganci ed uncini si sarebbero ramificati dentro quel corpo per dilaniarlo, straziarlo e smembrarlo dall’interno.
    In quella danza macabra, il Dolce Puck, prese ad intonare con voce gracchiante - quasi metallica - una filastrocca intrisa d’inquietanti umori,
    che già qualcun altro prima di lui sussurrò una volta su quella stessa arena di Warrior Day,
    il suo nome era Ammazzabambini… e si trattava una filastrocca di un mondo che non esisterà mai.

    O tesorino,
    mio tesorino,
    sai, la tua vita
    è già finita.
    Scorda il futuro,
    scorda il passato,
    l’ultimo fiato
    hai respirato...


    Se sei stato cattivo, i folletti verranno a prenderti, e ti trascineranno nel loro antro.
    Per sempre.




    SPOILER (click to view)
    Status »

    Fisico: Fatica, ustioni di lieve e media entità distribuite uniformemente su tutto il corpo, alto afflusso adrenalinico.
    Psicologico: Iracondo, eccitato e aggressivo.
    Riserva: 25%
    Consumi impiegati: Alto (20%) + Alto (20%)
    Gàe Bulg: Fusa dentro il corpo
    Power up valori fisici attuali: Forza +75%(bonus alto), Velocità +75%(bonus alto), Resistenza +75% (bonus alto)
    Potenzialità offensiva colpo privo di tecniche (semplici affondi d'artiglio + bonus di forza Alto= Potenza Alto)
    Potenzialità offensiva Lonnbeinmenech (Alto+bonus di forza Alto=Potenza Critico)


    Equipaggiamento »
    Gàe Bulg
    (già citata)
    Crom Cruach
    (già citata)


    Abilità impiegate »
    Bailcbemnioch
    (già citata)
    Samildánach

    (già citata)
    ------

    Tecniche »

    Lonnbeinmenech
    Un'altra caratteristica di Gàe Bulg è il Lonnbeinmenech, ovvero “colui che colpisce furiosamente”.
    Tale potere è insito nella lancia e, assieme alla prodigiosa capacità di coprire angolazioni impensate,
    rappresenta senza alcun dubbio la vera pericolosità di quest’arma.
    Eseguendo un affondo da qualunque distanza, la Gàe Bulg fa si che un suo frammento - per inciso
    la punta - si distacchi dal resto del corpo per volare verso il nemico a velocità impensate,
    con il preciso intento di perforargli il cuore.
    A poco servono eventuali ostacoli che, impotenti, vengono trapassati con estrema facilità da
    questo colpo; se questo raggiungesse il nemico si schiuderebbe in una miriade di spuntoni aguzzi
    e ricurvi, conficcandosi fino a dilaniarle nelle carni dell’avverso mentre sulla Gàe Bulg è già nata una nuova punta pronta all’uso.
    Si noti che il frammento della lancia così scagliato non necessita per forza di una traiettoria
    in linea retta, infatti egli può anche rimbalzare sulle superfici incontrate lungo il tragitto per
    giungere più agevolmente alla vittima.
    (Consumo Alto)


    Samildánach
    Ovvero “colui che unisce ogni arte”, tale è la reale potenza del Campione.
    Potere al di fuori di ogni spiegazione, il Samildánach consente la fusione tra
    l’arma ed il possessore, dando vita ad un essere completamente nuovo.
    Le dita del dolce Puck divengono in tutto e per tutto delle Gàe Bulg
    approssimativamente lunghe sulla trentina di centimetri, mentre
    le sue interiora si contorcono e si solidificano in quello che sembra essere
    metallo vivo. Tale forma non solo consente al Rovinaraccolti di godere
    di un miglioramento di tutte le proprie caratteristiche fisiche, ma anche di
    poter usare senza problema alcuno tutte le caratteristiche della Gàe Bulg,
    come se fosse lui stesso la lancia, dandogli così l’opportunità di mostrare
    la vera forza del prescelto.
    (Consumo Alto- - durata 2 turni – Forza,Velocità,Resistenza +25%)

    Note:
    E con questo, credo di aver terminato i miei post di questo scontro, ringrazio il mio avversario per il bellissimo duello e per le risate fatteci riguardo protodivinità e folletti un poco bigotti.

    See your Net Cowboy.

     
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  10. Catastrophe
     
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    Lo spiegarsi del raggio la accecò completamente, affogandone i sensi in un oceano di luce; tuttavia, anziché percepire quella cara, cinica soddisfazione che conosceva ogni volta in cui riusciva ad avere ragione di qualcuno, non sentì altro che un forte odore di strinatura accompagnato da una lieve vertigine: Robin Goodfellow -e non servì la sua straordinaria empatia per determinarlo- era sopravvissuto.
    La acredine velenosa del folletto, mescolata alla sua esasperazione in una nera, indesiderabile alchimia, le strappò il ghigno di poco prima con la violenza bruciante del graffio di un animale offeso: la bocca si storse in una piega asimmetrica, crudele, che traduceva le peggiori e più basse intenzioni possibili. Probabilmente -e questo, nel profondo del suo io originale, la fece sorridere- il folletto la stava sperimentando a sua volta.
    Senza un preavviso, il contatto si interruppe: l'AEnemos Catastrophe strabuzzò gli occhi, stralunata e stravolta, mentre il pizzicore delle ferite aperte esplodeva e si evolveva in una sequela di fitte lancinanti, quasi che i tagli fossero stati incisi tutti e contemporaneamente al momento del suo risveglio. Gridò, anticipando -ma non abbastanza- un corpo solido e spigoloso che si protese a velocità folle verso il braccio sinistro, lasciato penzoloni come una grottesca appendice: cinque barbigli affilati le strisciarono dall'avambraccio alla spalla, tracciando un parallelo di segmenti purpurei. Il pulviscolo si disperse assieme al riverbero luminoso scaturito dalla convocazione della prima trama, e dal cratere di terriccio, calce e mattonelle sbrecciate emerse una creatura bassa e tozza, ricoperta da una spessa chitina metallica. Il rinato accademico le suggerì l'immagine di alcuni doccioni mostruosi che aveva rinvenuto su vecchi tomi di architettura, o delle sculture di marmo bianco appollaiate sulla sommità delle grandi colonne o emergenti dalle lesene di vecchi edifici spettrali come démoni da uno specchio d'acqua. Lasciò la considerazione in sospeso, preferendo di gran lunga mettere fra sé e la cosa una distanza -se non di sicurezza- almeno considerevole. Intercettò la sua preparazione d'affondo, e si avvolse -ancora- nell'abbraccio delle ali per radunare la sostanza primevea nei suoi tessuti sino a farne erompere il punto critico risultante: la sua intera figura brillò, ed i colpi del mostro produssero dei rintocchi vuoti, come cozzando contro una lastra di piombo. L'ultimo, letale movimento d'offesa la trovò impreparata, e per quanto cercò di sottrarsi dal suo terribile rettilineo non poté fare altro che deviarne impercettibilmente la traiettoria: anziché alla gola, il colpo affondò nella spalla destra e vi scavò una profonda lacerazione, sbrindellando la camicia ormai rossa di umori. Urlò, avvertendo dei minuscoli rostri che ne dilaniavano l'articolazione, ed indietreggiò con la smorfia di chi
    ha appena represso una sonora bestemmia: nonostante tutto, però, l'abominio sorrideva.
    E questa volta, lo faceva con il suo sorriso.
    Robin Goodfellow cominciò a cantare.



    Dai un taglio alle puttanate, stronzetto verde.

    Sintonizzarsi sulle sue sensazioni fu facile, quasi spontaneo. Per quanto una ulteriore condivisione la disgustasse,
    era fin troppo curiosa di conoscere il significato di quella nenia.
    Una volta soddisfatta, il suo sorriso si accentuò in maniera orribile. Vomitò sangue, di nuovo, e puntò Grindylov
    contro il Rovinaraccolti con un enorme, ridicolo sforzo.



    Devono ancora scriverla, una favola in cui i folletti abbiano il coraggio di rapire
    il cavaliere nero.


    ~

    SPOILER (click to view)
    image
    Status »

    Fisico ` Contusioni trascurabili su spalle e schiena, Contusioni più gravi diffuse, spalla sinistra semi-disarticolata. Braccio sinistro e spalla destra completamente dilaniati; allo stremo delle forze.
    Psicologico ` Leggermente compromesso dalla rescissione del legame empatico.
    Riserva ` 15%
    Consumi impiegati ` Medio (10%) + Basso (5%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)
    Heroesbane ` ///

    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        [font=Arial]Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings
      (Propaggini di puro elemento aventi le medesime caratteristiche del personaggio;
      non trasmettono dolore né attacchi a contatto.
      Abilità passiva, sempre attiva
      )

    Tecniche »
      Light the Dragonfires
      Dolore. Strumentalizzando la sua tendenza alla distruzione sterile, C. esaspera i caratteri aggressivi della Trama Primevea, lasciandola irrompere disinibita all'interno di un corpo troppo modesto per contenerla: quella graffia, protesta per uscire con la ferinità di un animale deluso dalla prigionia, e preme contro ogni estremità. Dopo alcuni secondi di lotta, come seguendo i dettami di un accordo suggellato anni prima, viene liberata dal suo carcere di volontà. E non è più danza in catene.
      La pelle si indurisce, inspessendosi in un fascio di nervi, mentre scintille di giada prendono a precorrerne la superficie in uno spettacolo sopportabile per pochi: costringendosi in questa condizione, l'abominio rende la sua intera statura incredibilmente più resistente a sollecitazioni di tipo fisico, creandosi come un mostro superumano in grado di opporre ad un colpo di spada una invisibile chitina d'acciaio.
      (Consumo Variabile - Medio e Basso - utilizzata ripetutamente per far fronte alla tecnica Lonnbeinmenech)
    Note »
      Ed eccoci qui, al sipario che cala: prima di unirmi a Robin nel commemorare le risate -e non solo- fatteci su ed attraverso questo nostro confronto, un piccolo spazio per alcuni non trascurabili retroscena.
      1) La canzone citata nei vari interventi attivi del combattimento è "Modred's Lullaby" di Heather Dale, e si riferisce al rapporto che lega due miei personaggi: Antares e -naturalmente- Catastrophe stessa.
      2) Catastrophe non si è mai domandata perché l'avversario non subisse gli effetti del suo sguardo tanto per la confusione di personalità, quanto per il semplice fatto che -cosa nota solo a noi e pochi altri- il personaggio di Robin è parzialmente assuefatto da quel sentimento in particolare. Comprendendo il suo ego attraverso un canale empatico, Catastrophe ha quindi interpretato la 'paura/mancanza di' come qualcosa di trascurabile, sperimentandola attraverso le percezioni dell'avversario.
      3) Il contatto empatico si è reciso a causa del feedback della tecnica "Samildánach", consistente nella fusione di arma e personaggio in una nuova entità.
      Detto ciò, c'è poco altro da aggiungere: questo post è una semplice -e doverosa- conclusione degli atti, ed è quindi possibile considerarlo esule dal 'corpo' autentico del combattimento. Mi accodo a quell'amabile, cazzimmoso folletto nel congedarvi con un

      See you .net cowboys

      e ringraziarvi per l'eventuale lettura.
     
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    Catastrophe

    Narrazione: 3,6 + 3 + 4 + 4 = 3,65
    CITAZIONE

    Signori, per quanto mi riguarda, parità.
    Tralasciando il fatto che lo scontro si è concluso degnamente evolvendosi autonomamente secondo il filo della vostra comune narrazione, non posso fare a meno di notare quanto mi sia difficile anche solo provare ad esprimere un vero giudizio che sia sviscerante per le categorie da valutare.
    Ammetto di non essere in grado di spezzettare le mie considerazioni nei vari punti, quindi dirò solo:
    Provetti scrittori, avete dimostrato di saper giocare come volete con le parole. Io prediligo uno stile meno formale e più sboccato, più o meno come un pugno allo stomaco. Qui vedo più stoccate da consumati schermidori lessicali, e il risultato è evidentemente buonissimo. Salvo il fatto che a me, e ribadisco : a me, sembra un pochino ridondante in bocca, come mangiare una torta con tanta crema.
    Buona, ma riempie, dopo qualche fetta.


    CITAZIONE

    Una scrittura pesante e poco chiara in diverse parti. Un corpo a corpo esige una narrazione cristallina in ogni sua fase: la tua non lo è sempre perché preferisce la bellezza estetica alla funzionalità. Questo, se in scene di un certo tipo va assolutamente bene, in un duello dev'essere mitigato da una scrittura pragmatica. In ogni caso, si tratta di una scrittura corretta.


    CITAZIONE

    Questo parametro è senz’altro quello che rispecchia un voto più alto, e non in termini numerici. Riesci a concretare i tuoi scritti con uno stile molto ricercato ma – inaspettatamente – chiaro e scorrevole. Il voler attingere termini da un vocabolario ricercato e poco utilizzato non pesa la linearità del testo, che rimane perfettamente scorrevole anche nelle situazioni più impervie. Le azioni del tuo pg sono chiare e descritte magnificamente, così come la personalità stessa della guerriera.


    CITAZIONE

    Personaggio incredibilmente pregevole. Nonostante la sua paradossalmente caratteristica empatia, non perde mai realmente coscienza di sé; sembra quasi che la sua stessa presenza sia un modo come un altro per prendersi elegantemente gioco dello stile altrui, in maniera raffinata e per nulla offensiva: Anzi, semmai esaltandone lo stile. Come sottolineavo precedentemente, l'utente riesce comunque a mantenere un proprio pensiero coerente in tutto il narrato, che non si perde mai veramente nei meandri dell'"Empatia". Le uniche rimostranze, quindi, sono fatte a riguardo dello stile.
    Spesso alcune sinestesie utilizzate sono fuori luogo, trasmettendo un'immagine della situazione che sembra contraddittoria a quella che viene descritta dall'utente con parole più chiare poco dopo. Leggero abuso anche di altre forme tipiche della poesia, che saltuariamente straniano il lettore.
    Ma a parte questo, magistrale. Stile semplice ed elegante, scorrevole e raffinato. Estremamente piacevole persino nei contenuti.
    Rinnovo i complimenti riguardo al personaggio. Viene voglia di giocarci contro.


    Strategia: 3,5 + 2,5 + 3,5 + 3,25 = 3,1875
    CITAZIONE

    Rilevo innanzitutto l'uso della tecnica “Light the Dragonfires” diverse volte. Il problema, ritengo, è da vedersi nella scheda: forse non è abbastanza orientata al guerriero. Anche le passive, sebbene utili – ma poco usata la “Bliss and Horror” – non sono del tipo che supportano benissimo il guerriero. Gli attacchi non sono troppo complicati – eccetto la combinazione del secondo turno attivo – e tutti del tipo “subisco, poi rispondo”. Ma questa strategia si basa sulla tecnica prima citata e nient'altro.


    CITAZIONE

    Molto buona, il tuo stile di combattimento rispecchia pienamente il tuo pg, difatti la strategia che adotti è molto simile a quella utilizzata nello scontro precedente. Tenti di non lasciare spazio al tuo avversario, evitando i classici “momenti vuoti” tra un attacco e un altro, difatti concreti nuove offensive ogni volta che termina l’attacco avverso. Non hai compiuto alcuna azione illegale, anche se le offensive adottate non sono mai riuscite a mettere in un angolo il tuo avversario.


    CITAZIONE

    Riguardo alla strategia, non so che dire : se avete scelto di far fare ai vostri alter ego quello che fanno, avrete fatto i vostri conti. Non posso pensare di suggerirvi qualcosa di meglio, visto che non saprei gestire meglio di quanto fate voi i vostri personaggi ^^


    CITAZIONE

    Poco incisiva all'inizio; crescente con naturalezza nel dilungarsi del duello. Non ho rimostranze da fare, se non che l'utente avrebbe potuto essere molto più pericoloso fin da subito, anche se questo avrebbe, con ogni probabilità, compromesso la narrazione. Non vi sono inoltre particolari virtuosismi che possano stupire particolarmente il lettore o il giudice.


    Sportività: 3,5 + 3 + 4 + 3,75 = 3,5625
    CITAZIONE

    Più che buona. Tecniche semplici ma efficaci e passive di carattere. Nessuna nota negativa nel comportamento sia del personaggio che del giocatore. Scontro decisamente pregevole anche sotto questo aspetto.


    CITAZIONE

    Ripeterei il fatto dell'iterazione sull'uso della “Light”... e lo faccio. Inoltre, l'ultima difesa mi lascia perplesso, dove attacchi di livello alto vengono parati da difese di livello inferiore. Occorre poi considerare gli interessanti power up che coinvolgono Robin, cosa che sembra mancare in alcune circostanze.


    CITAZIONE

    Perfetta, nulla da dichiarare in questo campo. Anche quando edifichi difese dello stesso livello del tuo avversario, tieni in considerazione molti particolari e subisci i danni derivanti da qualche contraccolpo. Non hai commesso alcun errore rilevante, molto bene.


    CITAZIONE

    Lealtà ne avete dimostrata entrambi parecchia, lavorando con il vostro antagonista per dare vita a qualcosa di armonico e non remando contro - almeno, da quello che si legge. Se poi in privato vi siete scannati, bravi voi a nasconderlo xD


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Regolare


    Robin Goodfellow

    Narrazione: 3,6 + 3,5 + 3,5 + 3,25 = 3,4625
    CITAZIONE

    Signori, per quanto mi riguarda, parità.
    Tralasciando il fatto che lo scontro si è concluso degnamente evolvendosi autonomamente secondo il filo della vostra comune narrazione, non posso fare a meno di notare quanto mi sia difficile anche solo provare ad esprimere un vero giudizio che sia sviscerante per le categorie da valutare.
    Ammetto di non essere in grado di spezzettare le mie considerazioni nei vari punti, quindi dirò solo:
    Provetti scrittori, avete dimostrato di saper giocare come volete con le parole. Io prediligo uno stile meno formale e più sboccato, più o meno come un pugno allo stomaco. Qui vedo più stoccate da consumati schermidori lessicali, e il risultato è evidentemente buonissimo. Salvo il fatto che a me, e ribadisco : a me, sembra un pochino ridondante in bocca, come mangiare una torta con tanta crema.
    Buona, ma riempie, dopo qualche fetta.


    CITAZIONE

    Benché le numerosissime digressioni siano divertenti e piacevoli, nonché ben plagiate sul personaggio giocato, alla lunga finiscono con lo stranire il lettore, che mai si sarebbe aspettato di ritrovare, ad esempio, una citazione da Rat-man così esplicita nel testo. Inoltre, i continui enjambement all'interno del testo, utilizzati lungo tutto il narrato, danno spesso la spiacevole sensazione di un testo "Singhiozzante"; adatto forse alle prefazioni, ma che si presta poco alle scene di narrativa semplice e alle descrizioni dei combattimenti.
    Nonostante questo, lo stile è piacevole e scorrevole; anche divertente alla lettura.


    CITAZIONE

    Lineare e concreta, non attingi – come il tuo rivale – a un lessico troppo ricercato, ma riesci a rendere il testo scorrevole e leggibile, inserendo svariati periodi ricchi d’interesse e che invogliano la lettura. Le descrizioni sono abbastanza esaurienti, anche se non ho trovato nulla che possa far lievitare il voto ancora di più.


    CITAZIONE

    Una scrittura pesante e poco chiara in diverse parti – anche se più scorrevole. Un corpo a corpo esige una narrazione cristallina in ogni sua fase: la tua non lo è sempre perché preferisce la bellezza estetica alla funzionalità. Questo, se in scene di un certo tipo va assolutamente bene, in un duello dev'essere mitigato da una scrittura pragmatica. In ogni caso, si tratta di una scrittura corretta.


    Strategia: 3,5 + 3 + 3 + 3,5 = 3,25
    CITAZIONE

    Dimostri un bagaglio tecnico più vario e più adatto al tuo stile di combattimento. Certo, le classi scelte sono tre e ti scontri contro un monoclasse – differenza che non si nota mai – ma sia le passive sia le tecniche che usi sono in sintonia con gli attacchi che porti. Mi è piaciuto il primo post attivo.


    CITAZIONE

    Più efficace ed incisiva di quella del proprio avversario, nonché più pregevole ed articolata; meno scontata. Il personaggio dispone di un buon compendio di tecniche, varie e semplici, nonché di fermo carattere. Anche nel tuo caso, però, nessun particolare ed eclatante virtuosismo strategico ad impreziosire il combattimento.


    CITAZIONE

    Riguardo alla strategia, non so che dire : se avete scelto di far fare ai vostri alter ego quello che fanno, avrete fatto i vostri conti. Non posso pensare di suggerirvi qualcosa di meglio, visto che non saprei gestire meglio di quanto fate voi i vostri personaggi ^^


    CITAZIONE

    Al pari del tuo avversario, elabori una strategia competitiva e tenti di attaccare attingendo alle risorse del tuo pg; ho apprezzato molto la strategia del tuo personaggio, incentrata su potenziamenti fisici rilevanti ma che – a quando pare – non riescono a imprimere una linea diretta al combattimento, che si svolge costantemente alla pari. Avresti dovuto dare vita a un attacco devastante prima del tuo avversario, aumentando – così – la possibilità di abbattere la guerriera.


    Sportività: 3,5 + 3,5 + 4 + 3,25 = 3,5625
    CITAZIONE

    Ottima, non hai abbozzato nessuna azione azzardata e ti sei sempre comportato legalmente, tenendo in considerazione gli attacchi del tuo avverso. Nulla dire, quindi, per questo parametro, che si dimostra perfettamente rispettato.


    CITAZIONE

    Ti affidi molto sui potenziamenti all'agilità e forza per difenderti, però è una fiducia ben riposta. Ritengo, comunque, che la tecnica Samildánach, sia eccessivamente potente visto il consumo, la durata e gli effetti.


    CITAZIONE

    Lealtà ne avete dimostrata entrambi parecchia, lavorando con il vostro antagonista per dare vita a qualcosa di armonico e non remando contro - almeno, da quello che si legge. Se poi in privato vi siete scannati, bravi voi a nasconderlo xD


    CITAZIONE

    Buona; non ho rimostranze da fare. Alcune tecniche, strane, che non avevo mai visto, hanno messo in dubbio la mia capacità di giudizio. Altre invece sforavano nella loro piccolezza. Facendo un esempio esplicito, la Babd Chatha che con un consumo basso ti permette sia di appoggiarti al vuoto che di potenziare la tua velocità può non sembrare granché, ma ha comunque suscitato in me alcuni dubbi.


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Regolare




    Verdetto

    Con una media-punteggio globale del 3,85 contro 3,81875 dichiaro Catastrophe vincitrice dello scontro; a lei la possibilità di concludere in-GDR il duello.

    Come da regolamento è possibile uccidere, guarire o graziare l'avversario.
     
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  12. Catastrophe
     
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    Up Ahead, till the end
    No mortal is gifted with the power to stop me.

    Il suo ansimare scandiva le pause morte di un carnaio frenetico.
    Grindylov era là, il cuneo confitto per sei pollici ed oltre nella roccia nuda che si scorgeva attraverso le tegole rotte, immobile come un terribile monito; Catastrophe protese la destra con gesto incerto, quasi che dubitasse segretamente della effettiva utilità di ciò che stava per fare, ed uno spasmo di dolore le mozzò il fiato. Cadde in ginocchio, ancora, e strinse disperatamente le falangi attorno all'impugnatura: il sangue che ruscellava dalle spalle e dal petto percorse il braccio in rapidi tracciati, che arrestati dal gomito presero a radunarsi e gocciolare sul terreno sottostante in una cantilena di piccoli tonfi vischiosi. Dopo alcuni minuti, sotto l'abominio si era formata una autentica pozza di sangue.
    Finalmente, estrasse la spada.

    E' quasi patetico.” disse con voce rotta, mentre articolava il braccio in modo da portare la bastarda in una posizione a tre quarti. I suoi lineamenti, obnubilati da una pasta di umori, sudore e sangue, parvero tendersi in un ulteriore, maldestro tentativo di sorridere. “Per me, intendo; morire adesso.
    Menò un fendente preliminare a mezz'aria, e fletté le giunture in preparazione di un ultimo scatto.
    Do or die, diceva la lingua comune prima del disastro.
    Il suoi occhi si accesero.
    Che sia finita.
    Robin GoodFellow si limitò a pagarle uno sguardo ebete, quasi che non volesse o non potesse comprendere quanto appena detto; per quanto si sforzasse, non era più riuscita a venire in capo al collegamento
    empatico appena reciso.
    Caricò il peso su ambo le cosce -che non mancarono di protestare per lo sforzo comminato loro- e si lanciò a testa bassa contro la creatura, il braccio d'arme incrociato all'altezza del ventre in auspicio di una diagonale ascendente che mirava idealmente a dividerlo in due. Catastrophe urlò, Robin rimase in silenzio e lo stadio intero trattenne il fiato,
    intimorito dalla solennità del momento.



    Per la prima volta, l'AEnemos fu più veloce di lui.
    Il Rovinaraccolti accolse la carica frontale menando un colpo d'artiglio al petto, che l'abominio si curò di schivare abbassando il proprio asse nel momento critico: empatia e adrenalina, complici le emozioni che promanavano dagli spalti come un odore acutissimi ed insopportabile, raggiunsero un picco tale da renderla sorda persino ai postumi del suo fendente. Il filo cozzò contro il fianco dell'altro in un tonfo sordo di acciaio su acciaio, imprimendo nella regione offesa una forza tale da scaraventare quel corpicino esile a diversi metri di distanza. Si riebbe da quanto compiuto solo alcuni momenti dopo, concedendosi quel tanto che bastava per prendere razionalmente coscienza della situazione: la piccola nemesi era riversa sulla schiena in una postura bizzarra, e la patina scintillante che lo ricopriva tutto prese a scivolare via dagli abiti e dalla cute come un unguento oleoso, raggrumandosi ad alcuni piedi dal neoritrovato folletto in una sfera metallica, poi in una lunga asta affusolata; Gae Bùlg, comprese, doveva aver esaurito la sua comunione.
    Si avvicinò claudicante, misurando i passi, e dopo una coppia di falcate troppo audaci cadde a terra carponi. Allora prese a strisciare sugli avambracci, trascinandosi stancamente verso la creatura esanime: quando gli fu sopra, si sostenne sulle palme aperte ed inarcò il torso, guardandolo dritto negli occhi spenti.
    Torna dai tuoi..” tossì “..amici e digli che Eva la rapite un'altra volta, perché vi ha fatto il c...
    E capitombolò su Robin, svenuta.

    I convitati ammutolironi, perplessi. Quando i più coraggiosi fra loro ruppero la cortina del dubbio sussurrando al vicino domande sconcerte, un brusio diffuso si propagò da una curva all'altra con velocità quasi indecente, erompendo nel caos eccitato che segue un avvenimento straordinario: tutti si sentivano in obbligo di dire la propria, e condividerla con più presenti possibile. Quando il fenomeno toccò le corde della cacofonia, un suono più gentile si confuse fra le sue maglie accompagnando l'evolversi della cagnara da uno scompartimento distante, quasi che avesse ribrezzo nel mescolarsi a consimili così volgari. Ci vollero parecchi minuti perché il pubblico si accorgesse che una terza figura, identificata in un uomo abbigliato alla pomposa maniera dei grandi notabili, emergesse dall'anticamera degli atleti per percorrere con andatura blanda lo spazio che lo separava dai due contendenti privi di sensi; una volta raggiunti, infilò la destra nella palandrana per estrarre un grosso, frusto libraccio rilegato in cuoio, aprendolo ad una pagina casuale; umettò l'indice della destra e lo sfogliò con affettuosa confidenza, fino a raggiungere quella che doveva essere la sezione desiderata, ed alzò lo sguardo. Aveva il viso esangue, bianchissimo, ed ombre nere attorno agli occhi e alle labbra.
    Una favola in cui i folletti abbiano il coraggio di rapire
    il cavaliere nero?

    sussurrò fra sé e sé in tono casuale, inginocchiandosi per esaminare il groviglio di corpi.
    “Non esiste, tu dici -ed hai ragione. Se vuoi, però, possiamo contrattare al riguardo.”
    La sua voce era aspra, ma non sgradevole: ne ingentiliva il timbro una nota melliflua, che dava ad ogni sua frase un'impronta vibrante e particolarissima. Catastrophe, comunque, non poteva udirla.
    “TU!” lo apostrofò qualcuno alle sue spalle, facendo seguire all'ammonimento uno strattone che lo costrinse a voltarsi: uno dei guardiamaghi assegnati alla sorveglianza dell'evento, vestito con giaco di maglia e mezzo elmo, era intervenuto per sincerarsi delle sue intenzioni. E non sembrava contento.
    “Quest'area è ristretta ai soli partecipanti. Vattene.”
    L'uomo non lo degnò di uno sguardo. Anziché rispondere, preferì rovistare -ancora- nelle tasche dell'abito per estrarre, non senza un certo stupore da parte degli astanti rimasti, una tazzina di porcellana bianca
    colma fino all'orlo di un fumante liquido ambrato.
    “Un ottimo blend, indubbiamente.” mormorò a nessuno in particolare “Manca solo...”
    Ed afferrò il cranio del magus con la destra, stringendolo fino a ché gli occhi non esplosero dalle orbite. Il cadavere si afflosciò, inerte, e con uno schiocco complementare di pollice ed indice trasmutato in un..
    “...delizioso biscotto alla vaniglia!”
    Esclamò, soddisfatto. Ed in effetti, fra le dita esili adesso stringeva una grottesca pastella di forma umanoide, il volto contratto in una smorfia stupida. Si sedette a mezz'aria, levitando ad alcune spanne dal suolo, ed intinse il terribile trofeo nel thé per poi assaggiarlo con piccoli morsi.
    Cercalo più tardi, diceva Mr. Money. Cercalo più tardi, gnégnégné.
    Meno male che l'ho ritrovato.”
    Una mano ne afferrò la caviglia, trascinandolo a terra.
    Shamain.
    Lo sconosciuto abbassò lo sguardo, vagamente perplesso; l'AEnemos era ancora supino sopra il corpo avversario, ma aveva trovato abbastanza forza da muovere il collo ed alzare il viso.
    La sua espressione era furiosa, follemente feroce.
    Jack O'Lantern” continuò, imperterrita. La presa non si sciolse. “Baba Yaga. Salem.
    Digrignò i denti, e mulinò il braccio libero con violenza nel tentativo di colpire l'altro. Non ci riuscì.
    Sai chi sono; smettila di seguirmi. Smettila.
    Gridò.
    SMETTILA!
    E gli assestò un pugno nello stomaco, scattando in ginocchio. Le nocche attraversarono l'uomo come fosse fumo, passandolo da parte a parte.
    ...non voglio...” singhiozzò “...più vederti.
    e ne afferrò il bavero, premendo il volto contro il suo petto.
    Shamain non si scompose, ed anzi ascoltò l'intero monologo di imprecazioni -sberle comprese- con educato interesse; dopo alcuni secondi, tuttavia, la sua espressione mutò in un predicato d'allarme, come se avesse appena notato qualcosa che avrebbe dovuto notare prima. Afferrò delicatamente il mento di lei, avvicinandosi considerevolmente. Si sfiorarono, anche se per un breve istante.
    machebegliocchichehai!” disse tutto d'un fiato, simile ad un bambino che ha appena sbirciato la vetrina di un negozio di giocattoli. “posso prenderli? posso?
    Catastrophe scoppiò a piangere.
    “Va bene, va bene.” concesse in tono compassato, scostandosi dall'AEnemos con un gesto di delusione frustrata. Estrasse nuovamente il libro, e lo tenne aperto atteggiando
    le dita contratte a mò di leggìo.
    “Vieni, Robin.” sbottò dopo una lunga pausa “Andiamo a casa.”
    Robin GoodFellow esplose in cento e più coriandoli luminosi, che vennero prontamente assorbiti dalle pagine incartapecorite del tomo con un risucchio sinistro; l'uomo -uomo?- di nome Salem lasciò l'arena,
    mentre l'abominio -di nuovo a terra- continuava a gemere e ripetere la stessa, identica frase
    in una lugubre cantilena.

    Vattene, vattene. Non voglio più vederti negli occhi di nessuno.
    Vattene, vattene. Non voglio più vederti negli occhi di nessuno.
    Vattene, vattene. Non voglio più vederti negli occhi di nessuno.
    Vattene, vattene. Non voglio più vederti negli occhi di nessuno.
    Non voglio più vedere la paura.


    ~



    Il corridoio antistante gli spogliatoi era completamente vuoto, salvo per le mattonelle che urlavano a gran voce preghiere e bestemmie pronunciate dai suoi tanti ospiti alla vigilia del macello imminente. Shamain, paura della Mente Legione, ne percorse gli intestini avviandosi svelto verso l'uscita. Sembrava felice, e frastornato.
    Una sensazione unica.
    Arrivato a metà del tragitto, incrociò un uomo alto che veniva dalla parte opposta, avvolto in un lungo pastrano scuro; venne distratto da una sensazione approssimativa di deja-vu, quasi che -per assurdo- conoscesse quella persona ma non riuscisse a collocarla nel giusto contesto. Forse fu per questo che lo urtò.
    Lo straniero -che, notò solo adesso, aveva capelli rossi- si chinò a raccogliere qualcosa che soppesò
    a lungo con sguardo divertito.
    Ola, splendido!” proruppe poi, con fare entusiasta. Il suo tono era roco, graffiante.
    Stà attento, che mi perdi i pezzi.
    E gli lanciò l'oggetto appena raccolto, che lui fu rapido ad afferrare. Era una copia di Fallout 3.
    “Oh, grazie!” rispose lui con trasporto. “Peccato che abbia mandato la 360 in garanzia.
    Va bé, mi accontenterò.”
    Fa come vuoi.” disse l'altro “Io vado.
    e fece per dargli le spalle. Esitò.
    Ah, e...Salem?
    Shamain si voltò, incuriosito.
    Headshot!
    Esclamò d'improvviso, mimando la canna della pistola con pollice, indice e medio; Killer proseguì per l'intercapedine del corridoio, facendo echeggiare le pareti della sua risata simile ad un latrato.
    Cominciò a cantare.

    I don't want to set the world on fire
    I just wanted to start/ a flame in your heaaaaaaart! ♪


    ~

     
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