Alicamantus VS Zoro_03

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  1. Hisagi Shuhei
     
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    »#6 - Track_
    _Knockdown monster 3 [The beauty and the beast]

    Accadde tutto all'improvviso.
    Qualcosa si levò dagli spalti per planare -con rapidità inumana- sull'arena distrutta. Hisagi vide una figura scattare in direzione di Alicamantus, ed inizialmente pensò che qualcuno avesse deciso di fottergli la preda. Ma era troppo stanco e provato per estrarre nuovamente le spade e dare battaglia. Si limitò così ad osservare la scena a distanza, incuriosito al pari del pubblico.
    Finalmente riuscì a vedere l'intrusa, una donna, che si era fermata di fronte alla sua preda. Sembrava preoccupata, spaventata forse.

    « ...Alicamantus? »

    Riconobbe quella voce.
    Era la stessa che fino a pochi istanti prima gli urlava il nome dell'avversario nella testa. Alicamantus, Alicamantus, Alicamantus. Ancora e ancora. Accennò un sorriso, leccandosi le labbra. Gli piaceva osservare come i cari delle sue vittime si disperassero, dopo il suo trattamento terapeutico. Aveva lo stesso retrogusto amarognolo del sangue.
    La sconosciuta chiuse gli occhi, estraendo un pugnale dai vestiti. D'istinto, lo Sfregiato fece scivolare la mano sull'elsa della 03, ma si accorse che non sarebbe stato necessario sforzarsi oltre. Fu confuso e sorpreso nel vedere infatti che quell'arma non era riservata a lui, bensì al suo avversario. Calò inesorabilmente sulla sua gola già dilaniata dalla potenza del Cero, ponendo fine alle sofferenze di cui altrimenti Hisagi si sarebbe potuto beare. Eppure, quel che accadde ebbe tratti differenti dalla morte: Alicamantus venne pietrificato.
    Aggrottò la fronte, dubbioso.

    «Peccato» esordì «avrei voluto fargli qualche domanda, prima che crepasse»

    Il tono era quello annoiato e un po' deluso di un bambino a cui abbiano appena sequestrato il giocattolo prediletto.
    Nascondeva però fra le parole un'intenzione omicida nemmeno troppo celata, ormai un'abitudine per il Razziatore, che non ne poteva fare quasi più a meno. Non si mosse, fissando la donna da distanza di sicurezza -per lei- e grattandosi la nuca con la mancina. Compiere quel gesto fu inaspettatamente faticoso.

    «Che casata?»

    Una rasoiata, la sua domanda.
    Accompagnata dallo sguardo terribile dell'assassino, attese qualche secondo per concedere a quella tizia la possibilità di rispondere. Un nome, chiedeva soltanto un fottuto nome.
    E l'avrebbe avuto, ad ogni costo.
     
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  2. Miremel
     
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    Non volle riaprire gli occhi, non subito, incapace di trovare il coraggio di affrontare le conseguenze della sua scelta, incapace di scegliere di sapere.
    Vivo o...?
    Non volle neanche pensarci, relegando quell'eventualità nell'angolino più buio e lontano della sua mente. "No!", non era possibile: e se non lo era, perché soffermarcisi?

    «Peccato»

    Aprì gli occhi.

    «avrei voluto fargli qualche domanda, prima che crepasse»

    I suoi occhi videro la tomba di pietra e il suo cuore gioì, felice oltre ogni immaginazione che quel sigillo avesse funzionato, ma la sua mente divenne lucida come i suoi occhi appannati dalle lacrime.

    Con lentezza, inclinò la testa oltre il sipario dei suoi biondi capelli e fissò Hisagi Shuhe senza alcuna espressione.

    «Che casata?» sparò a bruciapelo la Malasuerte.

    Guardò il guerriero con un'apatia tragica che comunicava un inferno di dolore con un'unico, penetrantissimo sguardo.

    « Se fossi così debilitato e ferito non provocherei mai un'altra persona in questo modo.... a meno che non volessi morire. » sussurrò, senza rabbia o enfasi. Solo...

    ...dolore.
     
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  3. Hisagi Shuhei
     
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    »#7 - Track_
    _Knockdown monster 4 [Tell me what]

    Stentava a crederci.
    Quella femmina -umana?- che era atterrata sull'arena per pietrificare il suo avversario sembrava non aver capito la situazione. Ciò che Hisagi aveva formulato non era una semplice domanda, no: era una pretesa. Voleva sapere a quale cazzo di casata appartenesse l'idiota che aveva appena macellato, e lo voleva sapere subito.

    « Se fossi così debilitato e ferito non provocherei mai un'altra persona in questo modo.... a meno che non volessi morire. »

    Respirò profondamente, calmandosi per evitare di tagliare la gola anche a quella puttana.
    Senza, probabilmente non sarebbe stata capace di rispondere: gli serviva tutta intera. Per il momento. Sollevò la mancina all'altezza del volto, e prese a massaggiarsi lentamente gli occhi con il il pollice e l'indice a cavallo del naso. Era molto stanco, sia per il combattimento da poco conclusosi, sia per la reiterata stupidità della bionda che gli stava davanti.

    «Non...» stanco, stanco, stanco «...non hai risposto, troia»

    Fece una pausa, abbassando la mano nuovamente sull'elsa della Mala Suerte.
    A meno che non volessi morire....come se allo Sfregiato potesse importargliene qualcosa, di crepare. Piantò lo sguardo su quello di lei, senza arretrare di un millimetro né fisicamente, né mentalmente.

    «Che casata

    Odiava ripetere le cose due volte.
     
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  4. Sarbad Gerad
     
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    La sua sagoma nera volteggiò sulla devastazione dell'arena appena in tempo per sentire quelle parole:

    «Non... non hai risposto, troia»

    La sua fronte, già aggrottata di suo, s'increspò ancora mentre avanzava a passo di marcia. Strinse gli occhi, capendo all'istante con che razza di stronzo avesse a che fare: la specie peggiore, gli sciacalli che andavano, prendevano ciò che volevano e se ne andavano senza rispetto per nulla all'infuori del sangue. Normalmente avrebbe lasciato la faccenda in mano a Miremel - in fondo era adulta e perfettamente capace di far sputare sangue al tipo fino a costringerlo a chiederle scusa - purtroppo però, quando si trattava di quella gargolla, tendeva a divenire particolarmente sensibile.
    Vederlo morente, poi...

    «Che casata?» sibilò ancora l'ammasso di carne.
    « Elessedil. » rispose lui, appoggiando una mano sulla spalla nuda di Miremel. Non ottenne reazione.
    Male: era sotto shock.
    « Sai, se non fosse che sono sicuro che non servirebbe a null'altro che a sfogarmi un po', ti scorticherei vivo con la lingua e la magia. » aggiunse col tono di chi chiacchera tranquillamente con un amico. « Ma sei uno sciacallo troppo debole per darmi soddisfazione. »

    Si voltò, senza degnarlo più di uno sguardo, scostò le mani delicate di Miremel dall'elsa del pugnale e sfiorò il sepolcro di sangue pietra di Alicamantus con la punta dei polpastrelli di indice e medio, disegnando sovrappensiero una singola runa che s'accese e portò il blocco di pietra lontano da lì.
    Più o meno un attimo dopo, Miremel gli si accasciò contro.

    « Però accetta un consiglio, da nemico a nemico. » ingiunse, senza voltarsi. Delicatamente, sorresse il lieve peso della donna e la riportò in piedi. « Quando questo torneo sarà finito, se sarai ancora vivo... »

    Si girò a guardare Hisagi e il mondo tremò al suo cospetto.

    « ...scappa scappa più velocemente che puoi, vivi più intensamente che puoi.
    Perché se non ti uccide questo torneo lo farò io. »




    SPOILER (click to view)
    Dal "turno" precedente:

    Rabbia<b>
    Rabbia, possente, inesauribile, senza paragoni. Ecco cosa era la Bestia: rabbia pura e incontrollabile.
    E Sarbad è solo di poco diverso.
    Non è una realtà cui ama confrontarsi, ma i millenni di terribile dannazione non sono assolutamente svaniti dopo la sua trasformazione in umano e talvolta, specie quando non riesce più a mantenere il controllo, tendono a riemergere in superficie e schiacciare i presenti con il peso tremendo della sua tremenda aura.
    <b>» Medio o AltoDue o tre turni «


    Versione alta.
     
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  5. Hisagi Shuhei
     
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    »#8 - Outro_
    _Bored motherfucker

    La mamma degli scemi è sempre incinta.
    Gliel'avevano detto un mare di volte, all'Organizzazione. Molto spesso facendo riferimento al suo pari grado Stan 'il Verde', Luogotenente della Quinta...o era la Quarta Sezione? Poco importava, in quel momento: c'erano nuove facce da conoscere ed altre parole -poche- da ascoltare.

    « Elessedil. »

    Fu il nuovo arrivato a parlare.
    Un altro amichetto del mostro che aveva appena abbattuto, col brutto vizio di intromettersi negli affari altrui. Almeno si era reso utile, perciò decise di non perderci altro tempo. Smise di ascoltarlo, sentendo comunque un fastidioso rumore irritargli le orecchie. Come se lo stronzo fosse ancora intento a proferire un dannato monologo spaccapalle.
    Si voltò, dandogli le spalle e prendendo a camminare lentamente verso l'uscita. Aveva avuto quel che desiderava, il resto era privo di importanza. Minacce e discorsi non attaccavano con lui, semplicemente se ne infischiava. Un Elessedil non gli sarebbe servito a nulla, pertanto se lo lasciò dietro come tutte le altre vittime della sua furia. Per un attimo, un breve istante...aveva sperato si trattasse di un Von Kramer.
    Sorrise amaramente, ficcando le mani in tasca -o in quel che ne restava- con fatica malcelata.
    All'improvviso si sentì oppresso da una forza immensa, violenta. Bloccandosi lì dove si trovava, smise per un attimo di ghignare malignamente, costretto a sgranare gli occhi e sudare. Per poco non crollò in ginocchio: fu solo grazie alla sua forza fisica che non cadde. Quando la bordata di energia finì, ridacchiò. La sapeva fare anche lui, una roba simile.

    « ...Perché se non ti uccide questo torneo lo farò io. »

    Quelle furono le ultime parole che sentì, prima di uscire dallo stadio.
    Nell'andarsene, sollevò a malavoglia il braccio sinistro, sempre dando le spalle al tizio senza nome che lo stava minacciando.



    «Fai come ti pare»

    Annoiato.
    Semplicemente annoiato, Hisagi Shuhei scomparve nel tunnel che portava agli spogliatoi, già pregustando il prossimo massacro.
    Prima però, avrebbe avuto bisogno di una birra.
     
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19 replies since 1/3/2009, 01:34   687 views
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