Alicamantus VS Zoro_03

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    The Warrior Day IV
    Turno II - Girone II


    - Alicamantus VS Zoro_03 -

    Campo di Battaglia: Arena Tenkaichi di dimensione 100x100 metri
    Condizioni Ambientali: Cielo sereno, temperatura mite
    Limite di Tempo: 1 Aprile
    Post Minimi: Presentazione + 2 Post Attivi
    Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
    Penalità: Dopo il 4° giorno di mancata risposta
    Primo Post: Zoro_03


    Condizioni di Vittoria:
    ~ Morte Avversaria
    ~ Resa Avversaria
    ~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze
    ~Abbandono



    Criteri di Giudizio
    Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
    Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.



    NOTA: I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata sia per schede complessivamente power-player.

     
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  2. Hisagi Shuhei
     
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    _Called from Above «

    »#1 - Intro_
    _Run with the wolves

    Piano dimensionale ignoto
    Regno sconosciuto
    Fra quindici anni / Tre anni fa

    Pioveva.
    Scrosciate d'acqua flagellavano ad intervalli irregolari le vetrate di quella piccola casupola. Fuori, nella notte, gli ululati si alternavano ai tuoni e rendevano tutto ancora più inquietante. Almeno, per uno dei due uomini rinchiusi al freddo nel casolare. L'altro teneva gli occhi chiusi, appoggiato al muro con la sua katana lì di fianco. Erano una coppia mal assortita, accomunati da un destino troppo simile. Rinnegati, reietti, assassini, pirati e razziatori. Temibili mostri per alcuni, volgari ladri spazio-temporali per altri.
    I fratelli Shuhei.
    «Lupi. Hai sentito?»
    (sussurravano)
    «Non sono lupi»
    Rapido botta e risposta che costò ad Hisagi un'occhiataccia da parte del consanguineo.
    Sorrise, senza nemmeno dover alzare lo sguardo per incrociare quello altrui; conosceva fin troppo bene i silenzi del fratellino per nutrire dubbi sulla natura di quella pausa. Si divertiva da matti a spaventarlo, sin dall'infanzia. Crescendo, il piccolo Shuhei era diventato un finto duro, tatuato più del fratello maggiore, ma meno sfregiato di lui. In pratica, un bamboccio tutto-fumo-e-niente-arrosto. C'era solo una cosa che sapeva fare, e la sapeva fare fottutamente bene: guidare.
    Era un autista dell'Organizzazione. L'autista per eccellenza.
    Non esisteva mezzo che non sapesse pilotare, veicolo che non riuscisse a condurre attraverso fuoco, fiamme e ostacoli vari presenti sul campo di battaglia. Il suo limite consisteva nell'incapacità di sopravvivere da solo qualora il mezzo si fosse guastato. Per questo gli avevano affibbiato un baby-sitter, una guardia del corpo. Hisagi, appunto.
    «E allora cos...?»
    Fu interrotto da un movimento del capo dello Sfigurato, che finalmente lo guardò dritto negli occhi
    «Sicuro di volerlo sapere?»
    La risposta fu un semplice sguardo nervoso del giovane dai capelli sbarazzini, vagante fra la finestra ed il pacchetto poggiato sull'unico tavolaccio presente nella stanza. Era preoccupato e non faceva niente per nasconderlo.
    Poi gli ululati cessarono, sostituiti da ringhi e sommessi sbuffi.
    «Eccoli»
    Si alzò, pronto a combattere.

    Complesso del Warrior Day IV
    Ingresso dell'Arena
    Cronistoria principale


    Ancora quell'incubo.
    Non riusciva a toglierselo dalla testa: era un ricordo che periodicamente tornava a fargli visita nel sonno. Portava con sé un bagaglio di emozioni lontane dai canoni convenzionali dei brutti sogni. Niente paura, niente ansia e nemmeno un briciolo di panico, ma semplice irritazione mista a rabbia. Suo fratello era una delle poche persone capaci di farlo sentire così; non lo odiava, ma ci andava decisamente vicino. Quell'inutile sacco di merda gli aveva procurato solo fastidi sin dal giorno in cui era venuto al mondo. Anche lì, nello stadio del torneo il solo pensiero lo distrasse da ben altre ed importanti questioni. Maledisse il tatuato e riprese dall'inizio.
    1...2...3...
    Le macchie di sangue sulle pareti del tunnel d'ingresso erano 18.
    Decise di non considerare la dubbia chiazza verdastra sul soffitto, troppo strana anche per lui che di linfe vitali ne aveva viste molte variopinte. Altrettante ne aveva estratte con la forza da corpi di tutte le forme e dimensioni, o quasi. Il diciotto, comunque, era un buon presagio. Uno fra i numeri più frequenti e positivi nella sua ideale classifica matematica. Le cifre che lo componevano, 1 e 8, sommate portavano ad un 9. Era multiplo di 3, specularmente risultava 81. 9 per 9. Era uno di quei numeri con cui avrebbe potuto giocare all'infinito, addizionando, sottraendo e moltiplicando senza sosta.
    Si accontentò di sapere che era lì, il suo bel 18. Ed avanzò verso la prossima vittima.
    Il tempo là fuori sembrava bello, tanto che la luce del sole lo costrinse ad un gesto istintivo per proteggersi gli occhi dal riverbero. Quando la mancina, che aveva posto di fronte al volto mentre socchiudeva le palpebre, fu di nuovo visibile senza scherzi della retina, diede uno sguardo alla platea di quel giorno. Poca gente, meno del primo scontro. Forse cominciavano a temere gli spettacoli offerti dal portatore della Malasorte, o semplicemente non avevano gradito il precedente.
    Bah, pazienza.
    Non era per loro che combatteva, non principalmente.
    Se ne disinteressò come sempre, salendo i gradini dell'arena quadrata ormai familiare senza curarsi nemmeno del silenzio tombale calato sullo stadio al suo ingresso. Quando fu sul palcoscenico tolse finalmente le mani dalle tasche per rimboccare le maniche dello shihakusho nero fin sulle spalle. Non smise di avanzare, accompagnato solo dal frusciare dei suoi pantaloni e dal tambureggiante rumore dei sandali che impattavano regolarmente sulle mattonelle bianche. Teneva entrambe le spade ancora infoderate una per fianco ed aveva un singolo ornamento al polso destro.
    Nessun collare, nessun altro monile. Solo quel piccolo e particolarissimo braccialetto nero.
    Nel momento in cui si fermò -circa al centro dell'arena- prese fra il pollice e l'indice della mancina la catenella, premendone un maglio. Si udì un click metallico, seguito da un trillo acuto, ma udibile solo da brevi distanze. Animatosi come per magia l'oggettino divenne liquido e denso per alcuni istanti, assumendo quindi rapidamente la forma di una piccola sfera che Hisagi poté stringere con la mancina, incurante degli eventuali sguardi dei curiosi sulle gradinate circostanti.
    Con un ghigno che gli attraversava il volto sfigurato e tatuato da guancia a guancia, lo Shuhei si leccò le labbra in attesa di qualunque cosa fosse uscita dal varco opposto per venire da lui a farsi massacrare. Non sapeva chi fosse il suo nuovo avversario, né aveva interesse a scoprirlo. I nomi non avevano mai fatto differenza, in battaglia.
    C'era solo da uccidere o morire, laggiù.
    Senza bisogno di presentazioni.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    image

    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Illeso
    -Energie_ 100%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Infoderata}; Mala Suerte {Infoderata}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}.
    -Tecniche_ -
    -Note_ L'utilizzo dell'oggetto "PX" è una semplice componente del background, per nulla utile allo svolgersi del duello. Approfitto dell'occasione per augurare buon divertimento al mio avversario, nella speranza che non ci siano pecore o mucche esplosive ad attendermi in questo secondo turno. Rischierei di uscirne traumatizzato. XD
    image
    CITAZIONE
    -Px-900/#/d4rkl2nm, Cronovela da polso_ Ogni affiliato dell'Organizzazione ha uno di questi oggetti. Alcuni li chiamano "Px", abbreviando il codice di produzione che li contraddistingue. Altri "Cronovele", o semplicemente palmari. Si tratta di diversi modelli, distinguibili grazie al numero di produzione, che condividono alcune funzioni primarie. Una su tutte è la possibilità di stabilire un contatto con la Stazione Centrale, la roccaforte dell'Organizzazione sospesa nello spazio e nel tempo. Grazie ad un canale comunicativo che sfrutta i tachioni stessi come conduttori dei messaggi, è possibile effettuare trasmissioni audio, video e testuali con il quartier generale, oltre ovviamente a scambiare informazioni e ricevere ordini. La seconda, importante funzione comune a tutti i Px, dal primo prodotto a quest'ultimo modello, consiste nell'apertura di portali cronodimensionali. Le produzioni iniziali consentivano soltanto di spostarsi verso la Stazione, in una modalità "one-way", costringendo i cronauti a tornare al quartier generale ogniqualvolta avessero dovuto spostarsi fra i piani d'esistenza. Ora, con l'evoluzione tecnica del reparto Ricerca e Sviluppo dell'Organizzazione, si è giunti al modello 900: un braccialetto anonimo che all'occorrenza muta in un terminale da polso con schermo olografico interattivo, dotato di olocon e memoria interna da 120 Terabyte.
    [size=0]{Oggetto puramente di carattere gdristico, non utilizzabile in combattimento.}

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    CITAZIONE
    -Tres, Inner Scars_ Tre sono le cicatrici che Hisagi porta con sé, visibili a chiunque lo guardi in volto. Ne ha fatto un perno della propria esistenza, poiché su quello stesso numero si basa tutta la sua concezione cifrata della vita. Tre, il numero della sua arma prediletta, tre per tre: nove, la cifra che ha fatto propria. E di trio sempre si parla, se si accenna ai poteri innati che lo Sfregiato porta dentro di sé ed in sé. Uno lo ha dalla nascita, ed è la forza con la quale si differenzia dalla massa: esile e longilineo, nasconde in quella muscolatura tonica ed agile una brutale potenza che gli consentirebbe di rivaleggiare con un bruto dalla mole ben maggiore rispetto alla sua. Il secondo è la resistenza, un dono ed una maledizione insieme. Hisagi non può provare dolore, sebbene il suo senso del tatto sia ancora ben presente. E' un difetto del suo sistema nervoso, a causa del quale ogni ferita non verrà accusata. Mai nessun campanello d'allarme avvertirà il suo cervello del danno subito, con i benefici che ciò comporta -è inarrestabile in battaglia- ed i pericoli del caso -un braccio rotto non notato, uno squarcio mortale non calcolato, porterebbero tremende conseguenze-. Ciò, difatti, non gli impedisce di subire dei danni: un arto fratturato sarà inutilizzabile non per la sofferenza che causerà, ma per l'impossibilità di muoverlo, e così ogni altra ferita. Il terzo, ed ultimo potere "innato" è la percezione delle aure entro un raggio di trenta metri. E' una sorta di regalo della sua consorte, la Principessa Scarlatta: un tempo era lei a conferirgli quest'abilità, col solo contatto fisico. Ora neppure quello è più necessario, perché lo Sfregiato ha sviluppato da sé un sesto senso che permette di conoscere la posizione, l'entità delle creature che lo circondano, e soprattutto distinguerne la presenza. {3 Passive}

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    Dalle tue spalle...

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    Fra cinquemila anni circa
    Alcuni mesi prima
    Celentir, Montagne della Morte
    Pomeriggio



    La Dragonessa chinò il capo in risposta, e l'uomo scomparve in una nuvoletta di fumo chiaro che svanì all'orizzonte, spinta da Zefiro.

    Buona fortuna!

    Con ogni probabilità la nuvoletta di fumo che fu uomo, e prima figura scheletrica, e prima ancora uomo, sentì e replicò assumendo la forma di una mano aperta in segno di saluto, poi scomparve all'orizzonte. La Dragonessa sorrise ed aprì le ali, gettandosi anche lei nel vuoto.
    La figura rimase da sola.

    « Buona fortuna a tutti. Ne avremo bisogno... »

    E, dopo questo mormorio, la figura corse fino al ciglio ultimo della montagna e si gettò di sotto.


    † ~ ~ †

    Oggi, 7:37 di mattina
    Endlos, Appartamento n°2 (nominativo: Alicamantus)



    L'incantesimo di guardia lo svegliò con gentilezza. Assonnato, aprì un occhio e gettò un'occhiata al sole nel giardino fuori dalla portafinestra.
    Strano, sembrava che fosse passata poco più di un'ora dopo l'alba.

    Toc-toc-toc-toc!

    « ...oh mamma! » gemette Alicamantus, rigirandosi a pancia all'aria. Maledizione! Ma perché la gente deve essere così inopportuna? Il giorno dopo aveva pure il secondo incontro del Warrior Day, doveva riposare.

    Toc-toc-toc-toc-toc!

    « Arrivo! » ululò la gargolla, togliendosi le coperte di dosso e scendendo a malinquore dal letto. Si era addormentato già vestito, se non avesse indossato la cinta antigravitazionale avrebbe sfondato tanto la testiera del letto quanto il pavimento (parquet nell'appartamento di una statua, ma come gli era venuto in mente?!?). Raggiunse ed aprì la porta giusto quando il tizio stava ricominciando a bussare.
    Davanti a sé c'era uno dei soldati di Lord Aeon e Lady Juliette.

    "E ora che ha fatto Sarbad?" si chiese. « Che c'è? » disse invece alla guardia.
    « Lei è il signor Alicamantus? » chiese la guardia, e continuò senza dargli tempo di rispondere. « La aspettano sull'arena. »
    « ... » disse la gargolla, non capendo di cosa stesse parlando l'uomo.
    Poi granò gli occhi d'un tratto.
    « ...ma non era domani lo scontro?! » esalò, rabbrividendo.
    « No, l'incontro era programmato alle sette e mezza di oggi... »
    « MALEDIZIONE! » ululò Alicamantus. Richiuse la porta in faccia all'attonito soldato, si voltò, riattraversò di corsa la stanza, afferrò dal comodino un monile d'argento e un mantello dalla testiera del letto, uscì dalla portafinestra e volò, letteralmente.

    Il soldato si riscosse e se ne andò con un'espressione eloquente dipinta sul volto.

    <del>Oggi, 7:39 di mattina
    Endlos, Arena Tenkaichi



    Imboccò il corridoio prima dell'arena con uno sprint decisamente indecente per una persona del suo peso. Ovviamente avrebbe dovuto disfarsi della cinta appena possibile, nel caso il suo avversario avesse un auspex decente e capisse che quel lacero pezzo di cuoio aveva delle interessantissime proprietà che l'originale alla vita del Demone del Vento non aveva.
    Non che importasse, al momento, perché...
    « ...quindi, per abbandono di uno dei due concorrenti... »
    "Abbandono un corno!" ringhiò Alicamantus, imprimendo ancora più forza nelle gambe.
    Tre metri...
    « ...assegno in qualità di arbitro... »
    ...due metri...
    « ...la vittoria del secondo scontro... »
    ...un metro...
    « ...del secondo turno, secondo girone, a... »
    ...fuori!
    « Fermate tutto! Ci sono! » ululò.
    E la folla, decisamente incazzata per l'imprevisto, smise all'unaminità di ruggire il proprio disappunto.
    « Ci sono... » ripeté a gran voce. Allo stesso tempo atterrò sull'arena con un colpetto d'ali ed abbassò sguardo e mani per sganciare la fibbia della cinta. « ...c'era un errore nell'avviso che mi avete spedito. » spiegò, ad occhi bassi. Si tolse la cinta dalla vita e la gettò di nascosto nella parte di ombra occultata dal mantello, che prontamente l'inghiottì e la spedì nella sua Dimensione d'Ombra, al sicuro da qualsivoglia auspex.
    Salvo due volte!
    « Ora possiamo incomincia... » disse Alicamantus, alzando finalmente lo sguardo sul suo avversario.
    E si bloccò di colpo.
    "..."



    "...Hisagi Shuei!"
    « ...Hisagi Shuei? » sibilò, avvicinandosi con evidentissimo stupore.
    Ovviamente sapeva chi era Hisagi Shuei, lui e gli altri erano l'ombra del Demone del Vento: se lui si interessava ad un Von Liebewitz che aveva tradito per i Von Kramer che aveva tradito per non si sapeva chi, loro si interessavano a loro volta. Che poi Hisagi si fosse iscritto ad un torneo, beh, non c'era davvero nulla di anormale per la sua personalità!
    Ma a quel torneo...
    Visto che loro erano in quattro, tutti dotati di potere e conoscenze superiori al Demone del Vento, sorvegliarlo 24 ore su 24 a Celentir in attesa dell'evento era tutt'altro che difficile. Difficile era semmai fare lo stesso in una dimensione (come Einherjar) creata da esseri perfetti (come i Giganti di Luce) capaci di percepire ogni cosa nel loro rifugio privato: questo era così difficile che avevano rinunciato, fidando del fatto che il Demone sarebbe sempre stato in compagnia di almeno altre tre persone, di cui una era Enhis Krad. Lo stesso Umbrail che aveva... parlato con Miremel mentre lui era impegnato nello scontro con Kendra.
    Lo stesso Umbrail da cui aveva saputo a sua insaputa cosa gli era successo in Einherjar prima dell'incontro con il Demone... e con chi era successo.
    Signor Nepiùnemeno, Signor Unico, Signorina senza nome... e Signor Shuei.

    « E tu che ci fai qui?! » sbottò Alicamantus, fermandosi ad un metro scarso dal doppio/triplo traditore. « Hai mollato Kashin? »
    No, quello no: impossibile.
    O forse si, invece?
    Non lo sapeva, e non voleva neanche spremersi le meningi per saperlo. Il Demone l'avrebbe fatto, ovvio, ma era più comodo ascoltare la risposta di Hisagi e ragionare su quella, con più indizi. Perché arrovellarsi?
    Il suo sguardo scivolò quasi automaticamente sulla cinta bianca e sui due foderi legati su di essa.
    Due foderi, due spade. Strano, ancora una volta.
    « E come mai hai due spade invece di tre? » chiese ancora, osservando alternativamente le else delle due armi, incapace di capire quale delle due (se una delle due) era l'ormai famosa 03.



    SPOILER (click to view)
    Buona fortuna alla Malasuerte! XDD!

     
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  4. Hisagi Shuhei
     
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    »#2 - Track_
    _Square Dance

    Era in ritardo.
    Il suo avversario era in fottuto ritardo.
    All'inizio pensò che fosse una questione d'orari: le 7 e 30 del mattino avrebbero potuto essere scomode anche per lui, se non fosse stato così ansioso di gettarsi nella mischia ancora una volta. Man mano che i minuti passavano, però, Hisagi si convinse -e con lui tutta l'arena- che il secondo incontro avrebbe avuto fine prima di cominciare e che lui, lo Sfregiato, sarebbe passato al turno successivo senza nemmeno potersi divertire un po'. Gran peccato, soprattutto per l'ignara folla urlante che già inneggiava al vincitore con fischi e grida sgradevoli.
    Avevano ben poco di che bearsi, quegli stronzi:
    sarebbero diventati loro il suo passatempo.
    Annoiato, sentì uno degli addetti ai lavori scandire prima i secondi in un countdown assai spiacevole e quindi decretare la fine di tutto con lunghi, tediosi giri di parole.
    « Il ritardo accumulato è ormai eccessivo!
    Quindi, per abbandono di uno dei due concorrenti
    assegno, in qualità di arbitro,
    la vittoria del secondo scontro
    del secondo turno, secondo girone, a... »

    Quattro volte due: O T T O.
    V-a-f-f-a-n-c-u...
    Disapprovava quel pessimo numero con una smorfia, quando venne letteralmente scosso dal grido che interruppe l'arbitro e silenziò l'arena.
    « Fermate tutto! Ci sono! »
    Un'aberrante creatura dotata di ali atterrò sull'arena sbucando dal corridoio che Hisagi stava fissando rabbiosamente fino a pochi istanti prima. Era un mostro strano, ominide nella forma e rettile nelle sembianze. Ad uno sguardo distratto avrebbe potuto dire che fosse fatto di...pietra? Quali che fossero la sua razza, il suo sesso od il suo nome, dimostrò subito di non essere una cima intellettuale. O almeno, così la vide lo Sfigurato. Ascoltò con interesse marginale quelle poche cazzate che l'animale aveva da dire all'arbitro, ben più attento a quella cinta sganciata e poi fatta sparire in un varco dimensionale. C'era puzza di tachioni familiari dappertutto, attorno all'essere immondo. Un odore che non riuscì ad identificare, non subito.
    « ...Hisagi Shuei? »
    Sorvolò sull'errore di pronuncia, riducendo gli occhi a due fessure.
    Quel mostriciattolo di un metro e mezzo sapeva il suo nome? Che provenisse dunque da Celentir o da Merovish? Di certo non sapeva poco, di lui. A giudicare anzi dallo sguardo sorpreso (preoccupato?) che l'altro gli riservava, capì di avere di fronte un qualcosa ben informato.
    Oltre che una bocca larga, beninteso.
    « E tu che ci fai qui?! » si fermò di fronte a lui, ad una distanza breve, troppo breve « Hai mollato Kashin? »
    Celentir.
    Quella "bestia" inaspettatamente dotata del dono dell'espressione dunque proveniva dalla terra dei Draghi. Cominciò a domandarsi, sempre immerso nel silenzio del lupo che studia la preda, quale potesse essere la sua casata d'appartenenza. Von Kramer...oppure Elessedil? Se non fosse stato tanto impegnato a mantenere un contegno impassibile, avrebbe scrollato le spalle.
    Non avrebbe fatto differenza.
    « E come mai hai due spade invece di tre? »
    Curiosità ed informazioni in eccesso.
    Due cose che, se mischiate insieme, potevano diventare tremendamente letali, soprattutto di fronte ad Hisagi Shuhei.
    Il riferimento alle sue armi fu lo spunto per dare inizio alle ostilità, non senza un pizzico di spettacolo da parte sua, ovviamente. Fece un profondo respiro, riempendo i polmoni di aria satura del fetore che circondava la creatura. L'avrebbe presto corretto col dolce, tremendo profumo del sangue fresco. Ignorò le parole e le domande che gli erano state rivolte, premendo con il medio sulla superficie della piccola sfera che, con un sonoro Bip! acuto si liquefece andando autonomamente ad assumere le sembianze precedenti di bracciale attorno al polso sinistro del Guerriero.
    Il timer era partito.
    «Un caso» esordì, ghignante «o semplice malasorte, dipende da come la si vede»
    Non specificò per chi e fece scorrere i pensieri sulle spade, scivolando lungo le impugnature e quindi sulle lame affilate. Prima ancora che le sue dita si muovessero, con la mente già ne stringeva entrambi i manici in una pressante tela metallica composta da lacci pericolosi.
    La mano sinistra, già abbassata dall'attivazione della Cronovela, sfiorò l'elsa nera che sporgeva sul medesimo fianco. Ci fu un bagliore, nella sua mente ed una sorta di interferenza elettrostatica che lo fece sparire e riapparire per un millesimo di secondo. Probabilmente qualcosa di troppo rapido per poter essere percepito ad occhio nudo. Lo fece sorridere, immergendolo nella calma da omicida navigato.
    «Sei sfortunato, mostro» un bisbiglio che solo l'avversario avrebbe potuto sentire «Molto sfortunato»
    Strinse la mancina attorno al manico della Mala Suerte ed in un lampo venne avvolto dal frastuono celestiale dei mondi che si sgretolavano, sovrapponendosi gli uni agli altri nell'immaginario dello Sfregiato. Accolse ogni cosa con l'unica forma di amore che un bastardo cinico del suo calibro potesse sviluppare: avara bramosia. Fece proprio tutto ciò che la spada delle dimensioni gli concesse di vedere, sentire e provare. Lo assorbì, per mai rigettarlo indietro.
    E fu in un'arena di fattezze romane, fra la polvere di un deserto sconosciuto e démoni strepitanti. Sinfonie e grida d'agonia si accalcavano nelle sue orecchie, rinvigorendolo di una forza nuova.
    Una forza intrisa di violenza.
    Batté le palpebre, cancellando con quel gesto il quadrato su cui poggiava i piedi e sostituendolo con una landa desolata. Al posto degli spalti, vide deserto e rovine di una civiltà distrutta dalla guerra. Qua e là si scorgevano carcasse d'auto ed in lontananza dei palazzi scheletrici che facevano da sfondo alla battaglia imminente si stagliavano fra l'orizzonte e la sabbia. Tutto era tinto di un giallastro spento, quasi polveroso.
    Sapeva di essere avvolto da un'illusione, così come era consapevole d'essere divenuto una sorta di ologramma disturbato lui stesso, al solo contatto con l'elsa della distruttrice di mondi.
    Quella spada era terrificante.
    Ancora non l'aveva estratta e già era padrona incontrastata -incontrastabile- del suo ego.
    "Grazie Antico" dovette sussurrare mentalmente "grazie per i prossimi cinque minuti".
    Sfoderò con estrema rapidità l'arma portandosi in avanti altrettanto celermente. La mano destra saettò verso la spalla sinistra della creatura, nel tentativo di afferrarla in una morsa d'acciaio. Nello stesso momento, in un tutt'uno con la sfoderata, la lama nera della katana -impugnata in parallelo con il braccio sinistro- venne guidata in un movimento orizzontale che mirava a tagliare in due il busto del mostro con un solo, rapido gesto. A prescindere dall'esito di quell'attacco, Hisagi avrebbe quindi ricacciato indietro l'arma tentando un affondo centrale diretto alla bocca dello stomaco nemica, per squarciarla e dilaniarla.
    D'altronde, l'eviscerazione era sempre stato uno dei suoi più rapidi modi
    per presentarsi.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
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    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Illeso
    -Energie_ 100%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Infoderata}; Mala Suerte {Estratta}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}; apparenza distorta, come olografica e disturbata, illusione volubile ambientale per il portatore {Distorsión}; ogni fendente è da considerarsi tecnica Bassa -elemento sacrilego- fintanto che non vengono utilizzate tecniche {Veredicto}.
    -Tecniche_ -
    -Note_ L'Antico cui fa riferimento Hisagi nell'atto di "ringraziamento" è Antares, Pg di Raphael' nonché creatore della spada "Mala Suerte". La stessa è impugnata con la mano sinistra, onde evitare fraintendimenti. ;D
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    CITAZIONE
    -ø, Mala Suerte_ Non ha nome: le servirebbe se la si dovesse distinguere da qualcosa, ma questa katana è semplicemente unica. Dalla lama particolarmente scura, dotata di riflessi sovrannaturali che la fanno tendere al nero se scorta da retina umana, ha un filo particolarmente pericoloso ed al tempo stesso conserva un'integrità strutturale seconda a nessun'altra arma. E' una spada speciale, che sceglie il suo padrone come una bambina capricciosa, e lo serve come la più devota delle amanti, guidandolo con la dolcezza di una principessa. Malevola fin nel midollo d'acciaio magico di cui è composta, la Senza Nome è una delle reliquie più importanti dell'Organizzazione. Esiste da quando ha vita quest'ultima, e si dice che vaghi fra i piani dimensionali alla costante ricerca di un degno Razziatore, passando di mano in mano con la facilità di una qualsiasi puttana. Cosa la animi, non è dato saperlo. Cosa la spinga e che motivazioni si celino dietro il suo agire...sono solo incognite e vaghe supposizioni. E' certo, tuttavia, che la sua presenza significhi pericolo, poiché si schiera sempre al fianco dei Razziatori impegnati in piani dimensionali particolarmente perigliosi. Non sempre poterla maneggiare significa sopravvivenza, ed anzi alcuni dicono che porti con sé una grande sfortuna. Tant'è, che all'interno dell'Organizzazione viene denominata "La Mala Suerte", la spada della sfortuna. Si narra anche che decida di concedere solo parte dei suoi poteri ad ogni Razziatore che la impugni, a seconda delle necessità. La versione che Hisagi porta con sé non è altro che una copia, dotata comunque di immense potenzialità in quanto creata da un Antico, una sorta di divinità chiamata Antares.

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    CITAZIONE
    -Distorsión_ Chiunque impugni la Mala Suerte si troverà in un costante stato di ubiquità fra dimensioni diverse. Si tratta di una condizione indescrivibile, che permette di percepire sensazioni costantemente diverse fra loro, senza tuttavia distogliere la concentrazione dal piano di esistenza che il portatore sta calcando effettivamente. Si tratta infatti di percezioni casuali, incostanti, differenti l'una dall'altra. In un istante si può vedere una terra lontana, e in quello successivo sentire l'urlo di un bambino che piange, o l'odore di carne bruciata. Tutto per puro capriccio della spada stessa, ma con un piccolo, strano vantaggio. L'immagine del portatore, solo e soltanto se l'arma sarà sguainata, risulterà agli occhi di chiunque lo guardi sfocata, come fosse una mera illusione. Ciò non si ripercuote nella realtà effettiva, pertanto non dona alcuna potenzialità particolare, salvo creare eventuale confusione nella mente dell'avversario. {Passiva}

    CITAZIONE
    -Veredicto_ La lama trascende il creato, prescindendo persino dalla volontà di chi la fa propria; non appena un cavaliere in potenza afferra l'elsa dell'arma, ne viene irrimediabilmente, totalmente sedotto, al punto da pagare in obolo alla Mala Suerte parte della propria anima per la sua collaborazione incondizionata. Particolare curioso è che la lama in realtà non nasconde al suo interno né un'entità megalomane né uno smisurato appetito, ma le di lei pretese fanno capo a un terzo sconosciuto: e credetemi quando vi dico che no,
    è molto meglio che questo rimanga tale.
    Ottemperati i termini dell'accordo, tuttavia, i benefici da questo previsti si faranno intuire con rapidità sorprendente: benedetto dal beneplacito del dio Straniero, il possessore della katana sarà uno e duplice con l'espada, allacciando con lei un rapporto empatico tale da condividere con essa forza e spirito in un amalgama nero quanto il suo filo: a patto che ogni altra arma sia infoderata e che non si faccia ricorso a tecniche di carattere offensivo nel turno presente, ogni attacco portato con l'ausilio della "ø" risulterà come di potenza bassa, intridendosi del ceppo elementale del portatore (nel caso in cui il nostro non ne possegga uno definito, questo sarà catalogato sempre e comunque come sacrilego). {Passiva}

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    Invece di rispondergli, Hisagi toccò una sfera che aveva in mano. Sorpresa: la sfera era in realtà un bracciale mutaforma...

    Bip!

    ...che squittiva pure. Bel gadget, davvero.
    «Un caso, o semplice malasorte, dipende da come la si vede» chiarì finalmente il guerriero, con un'espressione e un tono che non gli piacevano per nulla. Bene, era iniziato il duello: era solo, senza supporto tecnico-morale dagli spalti, con un avversario che l'avrebbe ridotto a pietrisco alla prima occasione.
    Ci era abituato.

    Con pari lentezza e solennità, Alicamantus e Hisagi accarezzarono l'elsa delle loro armi: la magia il primo, la spada il secondo. L'aura del primo s'accrebbe d'energia trattenuta, la figura del secondo sfasò nell'aria, il primo piegò sorpreso il capo, il secondo dipinse sul suo volto un ghigno estasiato. Il primo parlò chiaro, il secondo mormorò appena, il primo rispose appena appena ironico e il secondo replicò malevolo.
    « Buona fortuna. »
    «Sei sfortunato, mostro»
    « Grazie. »
    «Molto sfortunato»
    Il controllo di Alicamantus sulla sua magia si fece più serrato, la presa di Hisagi sulla sua lama più stretta. Il pubblico attese, pregustando il momento di assoluta calma prima dell'immane tempesta.
    Poi...

    Estrassero le loro armi insieme sotto il rombare stupefatto della folla. Hisagi scattò in avanti, Alicamantus gli scagliò contro la sua magia. La nera spada saettò, colpì e rimbalzò indietro, cozzando sul vestito di nera tenebra che ammantava completamente la gargolla una e poi due volte mentre la sua mano stritolava inutilmente la più dura fra le impalpabili ombre.
    "Nessun danno, nessun patimento" constatò la gargolla in un baleno. Che scalogna nera, per Hisagi!
    Senza perdere altro tempo, Alicamantus proseguì imperterrito con il suo piano. Aveva sbagliato, Hisagi, ad attendere così tanto per attaccarlo così platealmente: gli aveva dato tempo, troppo tempo. Mentre lui era pronto Hisagi era sbilanciato in avanti, entrambe le mani protese in un attacco senza difesa.
    Male.

    Non era facile capirlo, questo Alicamantus lo sapeva bene, ma l'ombra solida che aveva parato i colpi di Hisagi lo proteggeva solamente davanti: il resto della nera pigmentazione gli derivava dal secondo incanto che aveva lanciato... e che si era diffuso lungo tutti i venti metri intorno a loro, nero manto che copriva le squadrate pietre dell'arena. Scaturito come acqua di fonte miracolosa dopo l'annuncio di un profeta, il vorticoso icore nero s'era propagato dal suo corpo come baleno in cielo, terribile e gelido all'apparenza, un cerchio di morte che circuiva i due in attesa di scegliere la sua preda.
    E come la folla era andata in delirio al vedere la profusione di potere oscuro, così la pozza di macabri presagi impazzì.
    A frotte, da ogni parte, essi crebbero dal terreno in un'infernale profusione di corpi... o almeno così parve. Lance e tentacoli e propaggini affamate, affamate bocche sbavanti che rumoreggiavano più della folla, una bolgia infernale che si scagliò come un corpo solo contro Hisagi.
    Nera come la Malasuerte.
    Si divisero i compiti come scolari e li attuarono con la furia di diavoli della tasmania. Alcuni serpeggiarono verso le gambe per sollevarle di scatto e buttare pancia all'aria il guerriero, uno cercò il collo muscoloso del Desfigurado per stringerlo in un abbraccio fraterno, un invito ad unirsi alle loro schiere di anime affamate di vita...
    ...ma le più guizzarono verso il braccio e il fianco sinistro della Malasuerte. Il loro scopo era semplice: disarmarlo. Schiere di anguille nere si scagliarono contro la lama nera, sperando di poterla strappare via, e una singola catena di bocche avrebbe afferrato quasi con delicatezza l'elsa della Scarlet Princess per gettarla via, lontano, in aria.

    E in tutto questo, il nero Demone del Vento guardava attento, un accenno di sorriso sul volto, un tocco di tristezza nell'espressione..


    SPOILER (click to view)
    Nella descrizione di questo post ho volutamente descritto in maniera estremamente enfatica gli effetti delle due tecniche usate.

    Ogni valutazione tattica o giudizio espresso in questo post appartengono al mio pg e non al sottoscritto (il quale, tra parentesi, è parzialmente in disaccordo)

    Passive (le quoto ora e mi tolgo il pensiero per sempre):


    • Gargolla... •


    Alicamantus è una Gargolla. Ciò vuol dire che è dotato di artigli a mani e piedi e di un paio di ali. Potrà parere strano, ma la più importante delle peculiarità di una Gargolla è spesso ignorata: è di pietra. E, ovviamente, ciò comporta caratteristiche anatomico-morfologiche completamente diverse. Ad esempio... è pesante! La gargolla pesa duecentocinquanta chili circa, sebbene difficilmente ingrassi o dimagrisca. Il suo organismo è diverso da quello del 99,999% della popolazione di Celentir e del mondo, dunque i veleni (e in genere qualunque altra sostanza ingerita e/o che si infiltri nell'organismo che non sia appositamente creata) ha un effetto diverso e spesso trascurabile. Il suo stomaco è capace di digerire quasi ogni cosa, o di... espellerla senza problemi o danni, e non ci sono differenze di densità fra un organo e un altro.
    Ovviamente Alicamantus è maggiormente resistente agli attacchi fisici. E' di pietra!
    Essere Gargolla vuol dire che sarà considerato un "oggetto" da ogni incantesimo che agisce su di essi (Vedi Esempio 2), ma che sarà colpito tranquillamente da incantesimi che colpiscano organi o insiemi di organi. (Vedi Esempio 1)
    Il potere è passivo. Alicamantus è consapevole di questa abilità.

    Esempio: Uno psion cerca di lanciare ad Alicamantus una scarica lungo il sistema nervoso. Ci riesce: seppur di pietra, i neuroni di Alicamantus funzionano benissimo.
    Esempio: Uno psion cerca di colpire un gruppo di PG, incluso Alicamantus, con un incantesimo che colpisce ogni essere vivente nel suo raggio. La squadra, previi incantesimi di difesa, viene colpita. Alicamantus no: l'incantesimo lo ha considerato una statua ed è passato oltre senza causare danni.

    • Ladro da millenni! •


    Alicamantus ha passato millenni interi a rubare oggetti magici. Per la precisione, quindicimilaseicentosessantadue anni. Un periodo bello lunghetto, in cui ha affrontato la quasi totalità delle trappole magiche, delle creature abominevoli ed ostili e degli incantesimi offensivi mai escogitati dalle razze.
    Oltre a dargli uno straordinario senso del pericolo, questo lungo periodo gli ha insegnato a valutare criticamente le capacità di un incantesimo o di un manufatto, consentendogli di riuscire a capirne l'utilizzo là dove altri non capirebbero granché, anche in situazioni davvero rompi-nervi.
    E, se l'artefatto nemico è interessante, Alicamantus potrebbe pensare a... prenderlo in prestito. Sarebbe obbligato a restituirlo alla fine di un duello contro altri Elessedil (più per il giuramento che per altro), ma è libero di tenere gli oggetti che ruba a sua discrezione. Questa abilità è permessa in battaglia (occupa uno slot tecnica) , anche se la possibilità di riuscita e di scoperta del furto variano a seconda del divario energetico e delle "distrazioni". La percentuale di zeny rubabile con questa tecnica può raggiungere il 5% dei liquidi altrui per battaglia.
    In caso di quest, duelli, addestramenti o altri combattimenti con PNG, ogni strumento magico rubato andrà restituito alla fine del combattimento (a meno di avere un permesso speciale dallo stesso PNG)
    Il potere è passivo. Alicamantus è consapevole di questa abilità, e tende a sfruttarla senza ritegno.


    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
     ~ Status fisico Alicamantus: Ottimale
     ~ Status psicologico Alicamantus: Attento
     ~ Mana finale Alicamantus: 80%
     ~ Consumi: Basso x0 (5%) Medio x2 (10%) Alto x0 (20%) Critico x0 (40%)

    CITAZIONE
     ~ Equipaggiamento:

    ~ Pezzo di Enhis Krad ~
    Non fraintendete: la gargolla non si è messa a tagliuzzare gente e a portarsi quarti di carne appresso come spuntini. Questa sfera (si, sfera) dall'aspetto metallico (no, Enhis Krad non è un robot) e dal colore variante lungo tutta la scala di grigi, estremi inclusi, è parte dell'essenza di Enhis Krad, un Umbral. Ovverossia, molto semplificatamente, ombra dotata di volontà. Un regalo molto particolare, e importante, che sugella l'alleanza fra i due.
    • Non bastando ciò, per mezzo di questa sfera Alicamantus avrà lo stesso dominio sulle ombre di Enhis Krad, solo in misura decisamente minore. Più precisamente, Alicamantus potrà modificare forma, aspetto, peso, solidità, estensione e posizione di un congruo numero di ombre alla volta, tenendo fermo il fatto che la gargolla è alle prime armi con questo tipo di manipolazioni e che durezza ed estensione delle ombre solide sono direttamente proporzionali alla spesa energetica.
    [Attiva: Slot Tecnica e Consumo di Mana Medio]
     ~ [Parte 'magica' del corpo altrui]
    [3000 zeny]
    [Ottenuto nella Zona portuale di Liberty]

    CITAZIONE
     ~ Tecniche usate:

    Il Regno dell'Oscurità


    Una pozza di tenebre... come scordarselo? Un regno di ombre, un Lich con abbastanza potere da sfidare da solo un esercito, una risata così malvagia da accapponare anche una pelle di pietra. Molti orrori ha scrutato, Alicamantus, e di molti ne ha capito l'essenza stessa. Ecco come ora la gargolla sappia sfoderarne uno, semplice invero ed attuabile anche da lui.
    Descriverlo è semplice: gli occhi della gargolla si fanno neri, e il nero si diffonde come inchiostro nell'acqua lungo la sua scorza dura, avvolgendo il capo e il torso e gli arti e, infine, lambendo il terreno. Possente, il veleno nero si propaga velocemente ed infetta un cerchio di venti metri di raggio con la gargolla al centro, come se il suolo fosse parte di una nera veste indossata dall'Elessedil. Una veste viva. Se ne accorgono i guerrieri, di solito. Non quando mettono piede sull'area nera (che, per la maggior parte, è un'illusione) ma quando sono circa a sette-otto metri dalla gargolla. E' allora che dalla pozza di tenebre s'innalzano dei tentacoli di elemento Sacrilego che tentano di abbrancare le gambe del poveraccio e impedirgli di avvicinarsi oltre. Guerrieri dalla grande forza, abilità o velocità possono comunque riuscire a tagliare o schivare abbastanza tentacoli da raggiungere la gargolla ed impegnarla in un corpo a corpo, anche se così rischia che i tentacoli lo blocchino lì mentre l'Elessedil, invece, ha piena libertà di movimento.
    Ah, i tentacoli sembrano ricoperti di bocche voraci... anche se ciò è solo un'illusione. Scherzetto!

    Elemento: Sacrilego
    Appreso ad Energia: ???
    Durata: due turni
    [Consumo ♫ Medio]



     ~ Riepilogo: Carico la magia non appena capisco dalle parole di Hisagi che vuole attaccare. Paro con Pezzo di Enhis Krad Medio a 90° gli attacchi di Hisagi, casto Il Regno dell'Oscurità. Vedere note per utili osservazioni. I tentacoli effettuano le seguenti azioni: cercano di farti cadere (n° tentacoli approssimato: 2), cercano di strangolarti (n° tentacoli: 1), di disarmarti della 03 (n° tentacoli: 1) e di disarmarti della Malasuerte (n° tentacoli approssimato: 6)

     ~ Note: L'ho già detto, ma lo sottolineo: in questo post ci sono andato pesante con le descrizioni, ma non è mica vero che Il Regno dell'Oscurità crea dozzine di tentacoli o roba simile: la difesa e l'attacco usati sono tecniche medie e come tali vanno considerate. Inoltre: tanto Pezzo di Enhis Krad quanto Il Regno dell'Oscurità sono tecniche di colore nero e dunque potrebbe essere difficile per Hisagi capire (almeno inizialmente) che Alicamantus ha castato due tecniche; Il Regno dell'Oscurità non è una negromanzia sebbene ne richiami l'aspetto esteriore (questa tech è la versione abbozzata della Io? Sono un negromante! che trovi qui).

     ~ Nota a buffo che non c'entra nulla ~ 1: spero di fare spoiler più corti, ma non prometto nulla (mi conosco... -.-')
     ~ Nota a buffo che non c'entra nulla ~ 2: la folla fa la ola per la mia tech d'attacco fiQua! 'O'
     
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  6. Hisagi Shuhei
     
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    »#3 - Track_
    _Haze

    Non l'aveva mai capito.
    Gli risultava difficile da comprendere, come concetto; ancor meno semplice era sopportarlo. Di incantatori ne aveva affrontati tanti ed osservati molti di più, ma mai era stato capace di spiegarsi come alcuni di essi riuscissero a salvarsi il culo così dannatamente bene anche nel corpo a corpo più stretto. Necromanti, maghi, evocatori, stronzi di ogni razza e dimensione. Tutti dotati di una innegabile, sfacciata fortuna.
    A quel mostro alato però l'avrebbe strappata via, la buona sorte. Assieme a braccia e gambe, per verificare di che colore fosse il suo fottuto sangue.
    Per il momento, comunque, dovette accontentarsi di tinte nere e trame oscure, perché tali erano le ombre che la "bestia" generò attorno a sé, acclamata dal pubblico entusiasta. Frontalmente, le trame assunsero la consistenza dell'acciaio, fermando i due attacchi della Mala Suerte ed impedendo alla mano destra dello Sfregiato di stringere la vittima come avrebbe voluto -e dovuto- fare.
    Male.
    Quella creatura aveva commesso una serie di errori dovuti forse soltanto alla sua stupidità. Credeva probabilmente di potersi permettere giochetti di prestigio con un avversario del calibro di Hisagi, ma si sbagliava. Innanzitutto l'aveva insultato, entrando di proposito nel suo terreno di gioco e beffandosene con tanta -troppa- arroganza. Quindi aveva dato spettacolo, circondandosi di oscurità e tentacoli immondi che come viscida melma si erano propagati dal suo corpo tutt'attorno, stringendo lo Shuhei in una morsa apparentemente priva di vie d'uscita. Lui del pubblico -che inneggiava alla sua morte tifando spudoratamente per l'aberrante faccia di pietra- se ne infischiava, ma cominciava ad innervosirsi nel vedere come e quanto l'avversario lo stesse sottovalutando.
    Purtroppo, però, lo Sfigurato aveva una particolarità che in pochi potevano vantare:
    se deconcentrato -o incazzato che dir si voglia- diventava molto più pericoloso.
    Nel momento in cui i tentacoli saettarono verso di lui, fu pronto. Con un sorriso accettò la sfida, guardando per un ultimo istante l'odioso volto del nemico e dedicandosi l'attimo dopo al bondage. Subito sentì le caviglie strette dalla morsa delle corde oscure, lasciandosi trascinare a terra senza opporre eccessiva resistenza. Era certo che, se avesse voluto, si sarebbe potuto evitare quella mezza umiliazione. Ma non lo fece, anzi. Permise al nemico di illudersi, di credere in una vittoria possibile per quei pochi secondi che gli restavano ancora da vivere, così da gustarsi meglio la delusione nei suoi occhi di moribondo. Ciò che tuttavia non poteva -né voleva- permettere alla creatura era l'appropriazione indebita di una delle sue spade. Con un rapido fendente, nonostante fosse in caduta libera, tagliò alcuni tentacoli a mancina ed intercettò con la dritta l'unico che strisciava verso la 03. Lo strappò via, spezzandolo, mentre due dei restanti viticci gli si attaccavano al braccio sinistro ed uno cercava di sottrargli la Mala Suerte. Un sesto laccio mistico si avvinghiò con le sue bocche fameliche alla gola dello Sfigurato, tentando invano di strangolarlo. Erano dotate di ridicola forza, quelle volgari liane, inutili contro un carro armato come lui.
    Cadde a terra, senza un lamento.
    Nella polvere del mondo devastato che solo lui poteva vedere, in attesa di un attacco degno di quell'appellativo. Eppure nulla venne, niente che potesse fargli del male sul serio. Sorrise, guardando il cielo tinto d'un grigio illusorio. Strattonò per primi i tentacoli che gli circondavano le caviglie, spezzandoli con estrema facilità. Poi portò la mano destra alla gola, afferrò il suo strangolatore e lo stritolò a sua volta. Per ultimi vennero i viticci sulla sinistra, dai quali si divincolò quasi con noia.
    Era seccato.
    Prima un lanciatore di polli, poi un inutile teatrante delle tenebre. Gli sarebbe mai capitato qualche avversario decente, in quel fottuto torneo?
    Si rialzò, massaggiandosi il collo con la mano libera e mulinando la Mala Suerte in modo da impugnarla nel modo più consono. La desolazione che lo circondava era in costante tremore, mutava ora in un paesaggio montuoso, ora nell'arena stessa. Un'illusione flebile e strana, che solo la distruttrice di mondi poteva fornire al suo possessore. Il quale, con tutta calma, portò la mano destra all'elsa della sua Principessa e ne denudò il corpo sottile. Lo scricchiolio metallico che la 03 generò stridendo sul fodero fu un piacere per l'udito.
    Urlava, la piccola.
    Urlava, assetata di sangue.
    Dolce, armonioso, il grido della Scarlatta sovrastò ogni cosa nella sua mente per un lunghissimo istante.
    Miele.
    La Mala Suerte, gelosa, gli gettò nelle orecchie un suono caotico, una musica incalzante, scuotendolo dal torpore.
    Abbozzò un sorriso, prima di dare inizio al massacro.
    Strinse entrambe le spade rivolgendone le punte in avanti, ad un metro e mezzo dall'avversario. Si era allontanato a causa della caduta, che l'aveva spinto indietro di un poco. Era comunque abbastanza vicino da rendersi letale.
    Si gettò nuovamente sull'avversario, senza curarsi della trama nera circostante ed anzi sfidandola apertamente. Con la Mala Suerte protesa eseguì una serie di attacchi rapidissimi e letali, mirando principalmente a volto e busto nemici. Un primo fendente orizzontale portato in senso orario tentò di decapitare il mostro, mentre due diagonali successivi avrebbero formato una "V" partendo dalla spalla sinistra del demone fino alla bocca dello stomaco, per risalire ancora alla spalla opposta. Quindi altri due obliqui opposti, uno crescente lungo il muso della "bestia" ed il gemello calante da sinistra a destra nel disegnare stavolta una "X". Infine una coppia di tondi rispettivamente in senso orario ed antiorario all'altezza degli zigomi altrui. Il tutto con estrema rapidità, difficile da prevedere quanto da evitare...e soprattutto in contemporanea con un fendente orizzontale da destra a sinistra della Scarlet Princess che puntava a falciare le rotule nemiche. Se tutto fosse andato a buon fine di fronte ad Hisagi si sarebbe eretto soltanto un cumulo di ossa e frattaglie scomposte, perché dell'avversario non sarebbero rimasti che brandelli. Ma anche nel caso in cui l'immondo essere avesse trovato la lucidità per uscire vivo da quella combinazione, difficilmente avrebbe avuto abbastanza forze per contrattaccare. Con gran vantaggio per lo Sfregiato che, mentre scatenava su quello sciagurato tutta la sua ira, sussurrava qualcosa rivolgendosi soltanto a se stesso.

    «Ocho»

    Otto.
    Odiava quel numero.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
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    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Leggera tumefazione sul collo dovuta ad un tentativo di strangolamento.
    -Energie_ 70%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Estratta, mano Dx}; Mala Suerte {Estratta, mano Sx}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}; apparenza distorta, come olografica e disturbata, illusione volubile ambientale per il portatore {Distorsión}.
    -Tecniche_ Combo di sette fendenti Alta {Siete}; fendente prolungato di entità Media {Scarlet Song}
    -Note_ Considerato il rapporto consumo/turni/numero di oggetti evocati dei tentacoli, ovvero Medio/Due/10 e rifacendomi alla descrizione stessa della tecnica ho presunto che fossero realmente molto deboli; pertanto, pur cadendo perché sbilanciato, me ne sono liberato con facilità sfruttando la forza fisica migliorata del mio pg. Spero di non aver frainteso, nel caso mi scuso.
    La canzone citata è "Haze" dei Korn.
    image
    CITAZIONE
    -03, Scarlet Princess_ Manifestare attaccamento verso qualcosa non è da Hisagi. Eppure, come per tutte le regole, anche questa ha un'eccezione. Anormalità che prende la forma di una raffinata katana unica nel suo genere. Robusta più delle sue simili ed affilata il doppio, quest'arma possiede una bellezza che va oltre l'esteriorità. E' una Principessa. Scarlatta come l'intreccio della pelle di manta che ne copre l'elsa, sanguinaria come la lama intarsiata e assassina come il padrone. Parrebbe essere l'unica e prima "amante" del Guerriero Sfregiato, che la tratta come facesse parte di sé, una sorta di anima materializzatasi con fattezze di spada. Non si sa quando il Razziatore ne sia entrato in possesso, né come mai sia stata marchiata con quel "03" sul piatto della lama, grossolano intarsio nero. Sono numerosi i resoconti che la mostrano in mano allo Shuhei, intenta a battersi contro i nemici più disparati. Non ha niente da invidiare alla compagna ben più famosa e potente, in quanto a pericolosità, ma le è nettamente superiore per valore affettivo. Lo Sfregiato non se ne separerebbe mai, se non per brevi periodi di tempo, e in nessun caso l'affiderebbe alle cure di qualcun altro. Certamente non si può definire il suo rapporto con quest'arma come "morboso", ma poco ci manca.

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    CITAZIONE
    -Siete, Razor Wind_ Lo Sfregiato non possiede un proprio stile di combattimento. C'è stato chi, in passato, ha provato ad insegnargli qualcosa, ma la sua testa si rifiuta di mantenere troppo a lungo le tecniche e le strategie apprese da terzi. Preferisce la sua condizione di autodidatta, e di caotico malvagio. Un perfetto esempio di questa incompatibilità con regole e stili ben definiti, è il Sette. Numero non fra i preferiti di Hisagi, ma certamente assai pericoloso. Consiste in un'offensiva basilare, quasi elementare, composta da poche fasi. La prima è di corsa: uno scatto impetuoso e rapido oltre ogni limite verso il nemico, al termine del quale vengono portati sette fendenti ad una velocità che si potrebbe definire straordinaria. Tali attacchi, sempre mirati a punti diversi del bersaglio ed in ogni caso sempre fulminei, saranno caratterizzati da una forza estremamente elevata ed una precisione inaudita, rendendosi, spesso e volentieri...imparabili o letali. {Alta}

    CITAZIONE
    -Scarlet Song_ Il canto di una donna non può essere che melodico e soave. Quello di una Principessa, poi, è per definizione superbo, celestiale. Ma una spada brutale come la 03 non ha una voce piacevole da ascoltare. Il suo grido è roco, rabbioso, acuto e potente. Si manifesta con furia ed irrequietezza, tinto del cremisi che tanto bene la rappresenta. E' un urlo di guerra che Hisagi, ben conoscendola, ha imparato a risvegliare a comando, donandole la forza per emetterlo. Con uno schiocco di dita, metaforicamente parlando, lo Sfregiato può far partire questa melodia di vetri infranti, che si manifesta con i tratti di un fendente energetico color del sangue, prolungamento ideale del vero colpo menato dallo spadaccino, fino ad una distanza di nove metri da lui. Graffiando l'aria -sia fisicamente che sonoramente- tale sferzata d'energia è capace di distorcere l'atmosfera sul livello visivo al suo passaggio, con un effetto assai simile a quello generato da alcune abilità della Mala Suerte, particolare che farebbe ipotizzare un collegamento fra le due armi del Razziatore. Qualora colpisse, la Canzone Scarlatta, è capace di farsi amare, ed odiare, in un tripudio di sangue e grida. Gli unici applausi che una simile Principessa possa gradire...e causare. {Media}

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    Triste, lui? Forse. Non lo sapeva dire con certezza, non lì, non sull'arena dove i suoi sentimenti erano inquinati dalla sete di sangue che lo coinvolgeva ogni volta che combatteva. « ...perché è la mia natura! » aveva detto a Miremel, perché è la mia natura.
    Vero, la sua natura era di essere dedito ai piaceri dell'inebriante sensazione di obnulamento e possessione che gli veniva dal sangue e dal combattimento. Era una metà di sé che non poteva negare... né voleva negarla: aveva già commesso questa scelta, e il prezzo era stato altissimo.
    Eppure lui era anche calcolo e raziocinio, e non poteva negare neanche quella parte di sé. Era per sete di sangue che aveva scelto di partecipare al Warrior Day, per raziocinio che doveva partecipare al Warrior Day.
    La sete di sangue, ora, roboava felice nel vedere Hisagi sconfitto, piegato, chino di fronte ad un'infima scheggia del suo potere.
    Il raziocinio, invece, stringeva gli occhi con sospetto di rimando al sorriso truce di Hisagi.
    La gargolla non era né sete di sangue né raziocinio, ma il misto perfetto fra i due. Sapeva che il punteggio era uno a zero per lui e subodorava che Hisagi avesse qualche asso nella manica. Nel tal caso, la prima mossa era togliersi di lì, e alla svelta.
    Era pienamente consapevole di essere troppo vicino.
    Mentre Hisagi lottava con dedizione contro i tentacoli e svelava alla folla incredula e delusa la loro reale debolezza, l'ancora sorridente Alicamantus si voltò con uno svolazzio del mantello, sganciò e gettò via il capo di vestiario. I due superstiti dei tentacoli saettarono incrociati, sacrificandosi sull'altare del primo fendente, poi una delle "piastrelle" dell'arena si sollevò con un boato e s'interpose fra la gargolla e la Malasuerte. Il nero acciaio colpì e sfregiò con efferratezza una ben diversa pietra, e questa tentò di scivolare via, lontana da un conflitto in cui era stata trascinata a forza... ma, niente!, la Malasuerte non mollava la presa! Veloce, troppo veloce, senza pietà né tregua, il nero colpì un'altra volta la pietra sfregiata, e un'altra ancora, troppo presa dal turbinio colpi per accorgersi che la roccia che Hisagi voleva sfregiare come e più di lui stesso era oltre, lontana, svelata solo dal frantumarsi orrido della piastrella al quarto colpo.
    E Alicamantus, incredibilmente, Alicamantus si accovacciò e mostrò il posteriore a Hisagi.
    Pazzo? Forse. Dileggiatore?
    Assolutamente no.

    Per chi non avesse familiarità con l'apparato ustore di Alicamantus, tenterò di spiegarne il funzionamento nel modo meno scabroso possibile. Proprio come certi draghi, Alicamantus possiede una particolare ghiandola che nei draghi serve a produrre il fuoco che essi sputano dalle loro fauci. Il fuoco prodotto percorre l'apposito canale di pietra e s'immette nell'apparato digerente all'altezza dello stomaco e si biforca, proseguendo verso l'alto e verso il... basso, per così dire.
    Una goduria.
    Il bel popo' di sgasata in fiamme prodotta di fresco e ancor più di fresco espulsa colpì il pavimento dell'arena Tenkaichi e funse da razzo per Alicamantus. La rispettabilissima velocità così ottenuta lo fece schizzare in aria e gli permise di far mangiare la polvere alle due spade, se mi passate il paragone.
    E Alicamantus aprì gli occhi con un sorriso beato sul volto.
    Che poteva dire? Sete di sangue e raziocinio, certo, ma anche spettacolarità! Questo era lui, questo era il Demone, questo era Alicamantus, questo era la gargolla. Niente polli esplosivi, Hisagi, né mucche impazzite. Esistono cose molto peggiori di queste, o della morte. E tu ne hai di fronte una.
    "Il Peto Tonante-no-jutsu colpisce ancora!" ridacchiò fra sé e sé Alicamantus, lanciando un'occhiata in basso.
    E, ovviamente, fu solo allora che vide la Canzone Scarlatta.

    « Si dice che in punto di Morte il tempo rallenti fin quasi a fermarsi e tutta la tua vita ti scorra davanti. Cretinate, credimi.
    ...anzi, di solito vedi tutto a velocità doppia... »



    La mente di Alicamantus recepì molti dettagli tutti assieme. L'arena era costellata di ghiaia, i resti della piastrella distrutta dalla Malasuerte nel tentativo di arrivare a lui, piccolo monito per ricordargli ciò che sarebbe successo a lui se il Desfigurato l'avesse preso. Hisagi si era fermato per un istante, quello, dopo aver terminato anche l'ottavo attacco. Era sudato, come ovvio dopo un minimo di attività fisica, e i capelli appiccicaticci gli si erano momentaneamente ficcati davanti agli occhi, impedendo ad Alicamantus di scorgerne pienamente l'espressione. E nell'aria, giusto sotto di lui, uno sfasamento dell'aria che poteva senza problemi identificare come una magia.
    In un attimo catalogò le opsioni in suo possesso. Era in aria, non aveva appoggi ed era spinto in alto da una scorreggia: non poteva certo evitare la canzone. E, altrettanto ovviamente, non poteva neanche erigere una qualunque magia a sua difesa: banalmente non ne aveva il tempo. Tutto aveva calcolato tranne che quello: che Hisagi fosse capace di una qualsiasi magia.
    Beh, anche i migliori possono sbagliare.

    La Canzone Scarlatta lo raggiunse quando lui era a quattro-cinque metri di altezza e impattò con la forza di un maglio contro le sue gambe. Non urlò, il fuoco aveva consumato tutta l'aria che avrebbe potuto cacciare fuori, ma non poté assolutamente fare a meno di contorcersi su sé stesso sotto l'effetto del colpo, alterando pesantemente la direzione del getto di scarico. Le fiamme balenarono rapidissimamente per l'arena, balzando da pietra a pietra come un'ape in un campo fiorito, riscaldandone in minima parte un'infinità, visitandole ancora come una schiera di Don Giovanni delle rocce.
    E poi, in ritardo, venne anche il dolore. Acuto, pungente, gli trapassò le gambe sulla falsariga del fendente e gli infiammò i nervi, dandogli l'impressione di essere segato in due.
    Non urlò neanche allora...

    non poteva...




    Edited by Alicamantus - 17/3/2009, 17:58
     
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  8. Miremel
     
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    Urlò come non aveva mai urlato in vita sua.

    Spalancò gli occhi di colpo. Un uomo incombeva di lei, nero e minaccioso sullo sfondo della luce che entrava da una vetrata, e le serrava i polsi con le sue mani e la scuoteva con furia. Le urlava qualcosa ma lei non capiva, non capiva niente, era stordita, priva di forze.
    Di colpo si rese conto che non era l'uomo a strattonarla, ma lei a dimenarsi furiosamente..
    Allo stesso tempo, i suoni rientrarono nella sua vita.

    « ...calmati, maledizione! »

    Miremel si fermò, improvvisamente apatica, gli occhi spenti e sfocati. L'uomo nero le lasciò andare i polsi, ansimando, e si massaggiò la bocca dello stomaco. Il pensiero di avergli sferrato una ginocchiata gli passò per la mente e balzò oltre, completamente ignorato.
    « Ma che diamine ti è preso?! » ringhiò Sarbad, guardandola furibondo da oltre lo schermo di capelli biondi davanti agli occhi.
    Miremel lo guardò perplessa, senza capire. Poi i suoi occhi si rimisero a fuoco. Afferrò il polso di Sarbad con furia triplicata e lo portò ad un centimetro dal suo bel volto sconvolto.
    « ...dov'è Alicamantus? » esalò ringhiando isterica.
    « Cos...? » fece lui, senza capire.
    Non pensò: urlò, scuotendo Sarbad come un fuscello. Non gli permise di cadere oltre il letto, prima lo afferrò per il bavero del pigiama e poi lo sbatté sulle lenzuola, salendoci sopra per evitare di sfuggirgli. « Dove?! » digrignò.
    Sarbad la guardò con nuova consapevolezza e voltò il capo di scatto, gli occhi accesi dai residui dei loro antichi poteri. Il suo sguardo saettò verso la parete e oltre, trapassando tutto ciò che incontrava.
    Lui sgranò gli occhi; tanto le bastò per capire.
     
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  9.  
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    Si schiantò sul pavimento, crollando in ginocchio appena toccò terra, e le fiamme durarono appena l'istante che gli serviva per mascherare la smorfia di dolore puro che istantaneamente gli attraversò il volto e gli paralizzò il torace, facendolo boccheggiare. Spezzate. Entrambe le gambe spezzate.
    Si, Hisagi era davvero bravo.

    Non poté farne a meno: sorrise. Sapeva che quel sorriso sempre presente sul suo volto era una beffa tremenda, che ovviamente avrebbe fatto vedere rosso a Hisagi, che provocarlo ancora era la cosa peggiore che potesse fare. Inutile!
    Quando scappa, scappa. Eh!
    E poi, diciamocela: quel sorriso era un omaggio a Hisagi. Un omaggio strano, decisamente, ma pur sempre un omaggio. Una volta per ciascuno, tutti e due avevano buttato a terra l'altro. Una volta per ciascuno, gli avevano mostrato un qualcosa di inaspettato.
    Forse Alicamantus la gargolla e Hisagi erano diversi, forse erano due facce della stessa medaglia. Di queste cose, a lui, gliene importava poco o nulla.

    Però, diavolo, non poteva fare a meno di notare il...

    « Caso. » ripeté ad alta voce, muovendosi quel poco che gli serviva per capire quali movimenti poteva fare senza farsi male e quali gli erano proibiti, ora. "Quanto è lontano?" si chiese. Dieci, quindici metri? Non molto di più o di meno, in ogni caso.
    « O malasorte, dici. » continuò, sorridendo amaramente senza neanche provare a muoversi. Le gambe gli spedivano fitte lacinanti, ma parlando riusciva più o meno a mascherare la sofferenza. « Temo sia sbagliato in entrambi i casi... »

    E, finalmente, guardò Hisagi Shuhei il Desfigurado.... con gli occhi scintillanti di compiacimento.

    « ...mostro. »

    Come un suonatore di violino che stecca e viene istantaneamente bacchettato dal direttore, la folla s'ammutolì di botto, in silenzio quasi religioso, rispettando per cupidigia quella piccola pausa nel loro teatrino di carne e sangue in attesa della ripresa degli squartamenti.

    E Alicamantus aspettò con loro l'inevitabile replica verbale e fisica del #69, curioso di quali conigli avrebbe tirato fuori dal cappello.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    -Note_ Considerato il rapporto consumo/turni/numero di oggetti evocati dei tentacoli, ovvero Medio/Due/10 e rifacendomi alla descrizione stessa della tecnica ho presunto che fossero realmente molto deboli; pertanto, pur cadendo perché sbilanciato, me ne sono liberato con facilità sfruttando la forza fisica migliorata del mio pg. Spero di non aver frainteso, nel caso mi scuso.

    Assolutamente no, anzi. :nono:

    P.s.: l'urlo di Alicamantus c'è stato, a livello psionico, ed è stato così forte da svegliare l'unica persona che è 'sintonizzata alla giusta frequenza', per così dire: Miremel.


    SPOILER (click to view)
    Mi sono perso il codice del Report, dunque improvviso.

    Status fisico: Una gamba spezzata, l'altra incrinata (comunque non regge il peso di Alicamantus), dolorante.
    Status psichico: curioso.
    Mana: 50%
    Consumi: 3xMedio 1XAlto
    Riassunto: gli ultimi residui di In reame delle tenebre blocca contro uno dei fendenti di Siete, uso Polverizza Medio per far saltare una delle piastrelle, questa subisce al posto mio tre dei colpi di Siete e si rompe. Uso il tempo guadagnato per castare Rutto di Fuoco Alto e schivare con quello gli altri tre colpi di Siete. In compenso mi becco in pieno Scarlet Song, che mi colpisce le gambe (ricordo che sono partito con Rutto di fuoco da una posizione accucciata). Ovviamente non subisco impassibile il colpo, mi contorco un pochino, dunque indirizzo a ramengo il getto di fuoco. Teoricamente potresti essere colpito anche più volte da più "passate", ma queste "passate" durano meno di un secondo, sono davvero poca roba. Poi mi schianto a terra, cerco una posizione decente e mi faccio una chiaccherata tranquilla. Non manifesto il dolore per una serie combinata di fattori (prima non ho aria per urlare, poi boccheggio...), però lo sento benissimo e anzi cerco di 'distrarmi' parlando un pochino.

    Tech usate:

    CITAZIONE

    <font color=red>Rutto di fuoco

    Come suggerisce il nome, Alicamantus ha la strana ed innata capacità di lanciare palle di fuoco dalla bocca, in modo molto simile ad un drago. Solamente che i draghi sono appositamente strutturati, con una apposita ghiandola piromane sita dalle parti dello stomaco e un esofago capacissimo di sopportare alte temperature... mentre Alicamantus no. Come risultato, escono getti di fuoco di forza ed intensità dipendenti dalla dimensione dell'orifizio da cui escono: bocca, narici, occhi, arti e ...
    (Ndr: trovare sostituto per "sedere")
    Non è certo un'esperienza entusiasmante per coloro che gli stanno vicino, tanto che spesso questa originale manovra attira attenzioni sgradite. Fortunatamente, il getto di fuoco proveniente dal... lo spedisce immediatamente in aria, trasformando questa tecnica in forza propulsiva (in aggiunta a tutti gli altri effetti).
    Per ragioni imperscutabili, qualora Alicamantus avesse bevuto alcolici il getto di fuoco avrebbe Consumo Medio per tre turni dopo l'assunsione degli stessi.
    Una volta fu chiamato da Suigetsu' Peto Tonante-no-jutsu. Nome appropriato, non c'è che dire.

    Note: Non è una magia
    Esempio: Alicamantus ha infilato gli artigli in una parete. Se usa il Rutto di Fuoco sarà scagliato in direzione perpendicolare alla parete dove è appoggiato a causa della forza propulsiva.
    Elemento: Fuoco
    Appreso ad Energia: Bianca
    [Consumo ♫ Alto]




    Polverizza

    In realtà, Alicamantus non polverizza un bel niente. Semplicemente, aumenta a dismisura la pressione su determinati oggetti, ottenendo la sua distruzione oppure una spinta ad oggetti connessi al bersaglio. Letale, se usato bene...

    Esempio: Alicamantus scaglia Polverizza sulla calce che regge un mattone, ottenendo che lo stesso sia scagliato via dalla sua sede. Se il mattone è scelto opportunatamente, potrebbe colpire qualcuno e procurargli un bel bernoccolo... o peggio.
    Elemento: Non-elemento
    Appreso ad Energia: Gialla e Verde
    [Consumo ♫ Basso (50 cm³), Medio (100 cm³), Alto (250 cm³), Critico (500 cm³)]

     
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  10. Hisagi Shuhei
     
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    »#4 - Track_
    _Knockdown monster [Rampage]

    Il mondo attorno a lui tremò.
    Come scosso da una scossa elettrostatica e non tellurica, sfrigolò coprendosi di interferenze. Là dove sorgevano deserti devastati dalla furia dell'uomo e palazzi distrutti dalla guerra, apparve un vasto oceano. Hisagi si trovò in piedi sul punto più alto dell'enorme scogliera che faceva da perno fra la terra e l'acqua. L'azzurro divenne improvvisamente cremisi e lui comprese, sorridendo.
    L'attimo successivo ogni illusione era sparita, lasciando il posto alla realtà -che di diverso dalla finzione generata dalla Mala Suerte aveva ben poco- ed alla battaglia. Sempre che di combattimento si potesse parlare, in quel caso. Lo Sfregiato l'avrebbe definito ben più volentieri "massacro". Il secondo, nell'ordine imposto dal torneo. L'ennesimo, nella conta interminabile di cadaveri che Hisagi si era lasciato alle spalle.
    Soltanto si chiese se avrebbe mai potuto incontrare, a quel fantomatico Warrior Day, un avversario decente.
    Fra lanciatori di polli e ridicole creature che sparavano fiamme dal culo cominciava a perdere la pazienza.
    Gli era capitato diverse volte di assistere a patetici tentativi di difesa da parte delle sue vittime, ma mai era stato spettatore di eventi tanto ridicoli. Una mattonella si sollevò a velocità straordinaria dal suolo, per bloccare parte del suo Siete. Dei sette attacchi, uno fu intercettato dai restanti tentacoli d'ombra e ben tre impattarono sul quadrato bianco prima di frantumarlo. Incredibile come fossero solide le piastrelle, su Endlos. Il resto dell'offensiva andò invece a farsi fottere abbastanza inspiegabilmente. Quel grottesco nemico dall'aspetto tutt'altro che agile riuscì, fra le tante cose, a voltarsi e volare via scoreggiando fiamme. La vampata investì lo Sfigurato e, senza che potesse fare niente per evitarla, gli ustionò lievemente braccia e gambe riducendo la parte inferiore del suo Shihakusho a brandelli, dalle ginocchia in giù.
    Scalzo, sanguinante ed incazzato, Hisagi inaspettatamente sorrise.
    Era un ghigno malevolo, il suo, causato dallo spettacolo -quello vero, fatto di sangue e dolore- offerto dal nemico. La Scarlet Song lo colpì a mezz'aria, frantumandogli una rotula e probabilmente incrinandogli l'altra. Coriaceo, quel mostro. Avrebbe dovuto perdere entrambi gli arti inferiori, invece si ritrovava a terra dolorante, ma intero.
    Per il momento.
    L'urlo della creatura, per quanto forte, non scosse Hisagi nemmeno di un millimetro. Il Razziatore era troppo impegnato a godersi la letterale caduta del suo avversario, che nonostante tutto riuscì a sorprenderlo.
    Sorrideva.
    Gli aveva spezzato le gambe, cosa che in confronto a quello che gli avrebbe fatto di lì a poco sarebbe sembrata una sorta di favore, e quello stronzo sorrideva.

    « Caso. » esordì, la "bestia", sensibilmente affaticata « O malasorte, dici. Temo sia sbagliato in entrambi i casi... »
    lo sfidò con lo sguardo
    « ...mostro. »

    Scoppiò a ridere, sinceramente divertito.
    Il Razziatore abbassò le katane e rise, opprimendo l'arena -calata in un nuovo silenzio- con la sua macabra gioia. Gli era stato fatto un gran complimento, da quell'aberrante creatura. Nel suo sguardo, nelle sue parole, Hisagi aveva visto orgoglio e forza che, nonostante le stupide mosse esibite durante lo scontro, gli valsero un briciolo di rispetto. Riprendendo gradualmente il suo serio rigore, ma non rinunciando ad un ghigno di compiacimento speculare a quello della vittima, scosse lentamente la testa. Con un movimento fluido rigirò la Mala Suerte nella mancina, infilandola dentro il fodero senza tanti complimenti. Da distorta, la sua presenza recuperò totale forma realistica; non sembrava più un ologramma, ora che la négra riposava nel suo antro oscuro. Nello stesso momento ogni barlume illusorio residuo scomparve dai dintorni, catapultandolo pienamente nel quadrato di combattimento.
    Spada in spalla, cominciò ad avanzare.

    «Tu credi?»

    Dodici metri li separavano.
    Hisagi li percorse con calma, consapevole che la preda non sarebbe scappata. Di tanto in tanto qualche fiamma spuntava ancora dal suo buco del culo, ma erano scariche innocue per lo Sfregiato. Nei secondi che seguirono calò il silenzio più totale. Dagli spalti non volava una mosca, nemmeno i passi dello scalzo Shuhei causavano rumore. In quell'atmosfera surreale, il Guerriero Dimensionale ebbe il tempo di valutare come porre fine a quella pagliacciata.
    Si fermò di fronte al nemico, guardandolo dall'alto in basso. Fra loro c'era solamente mezzo metro di distanza.

    «Allora dimmelo, creatura. Cos'è che ti ha ridotto così?» il tono della sua voce era un misto fra arroganza e supponenza. Allargò il sorriso, con un barlume di follia omicida negli occhi. Non gli diede il tempo di rispondere, parlandogli in modo che tutti sentissero «Solamente la tua debolezza»

    Sollevò leggermente il braccio sinistro, bruciato e colante sangue.
    La mano aperta era rivolta verso la creatura, come per fornirgli una sorta di assoluzione.

    «E per questa debolezza tu morirai»

    Accadde tutto in un lampo.
    Le energie che stavano convogliando lungo l'arto dello Sfregiato durante il lungo discorso presero forma sul palmo della sua mano, crepitanti e dotate di una inquietante luce nera. Non ci fu ulteriore spazio per le chiacchiere.
    Solo un numero prese il sopravvento, quando la cannonata partì.
    0
    Ed il mondo tremò ancora.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
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    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Leggera tumefazione sul collo dovuta ad un tentativo di strangolamento; ustioni di Medio/Alta entità su braccia e gambe.
    -Energie_ 30%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Estratta, mano Dx}; Mala Suerte {Infoderata}.
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}.
    -Tecniche_ Raggio energetico Critico {Cero}.
    -Note [per l'Avversario]_ Ho considerato la scoreggia fiammante :geez: troppo vicina per poter essere evitata, quindi ho preso un po' di danni.
    -Note [per i Giudici]_ Chiedo -esigo- che, qualora i giudici volessero fare i pignoli penalizzando il mio avversario per la combo di tre post, essi vengano considerati come uno solo per non influire negativametne sulla valutazione. Giusto per puntualizzare, eh.
    image
    CITAZIONE
    -Cero, Dark Light_ Zero. Non potrebbe esistere nome più appropriato per questo raggio annientante che ogni cosa inghiotte ed il resto lo distrugge. Se fosse possibile rendere la luce un agglomerato di oscurità, ed illuminare il buio, il Cero sarebbe il risultato di quel bizzarro esperimento cromatico. Frutto in realtà del potere del Razziatore Sfregiato, questo concentrato di energia crepitante e maligna rispecchia nel colore l'animo del creatore: nero come la pece, furibondo ed irrequieto. In origine si tingeva di un cremisi sanguigno, come il più volgare dei laser, e tale è ancora la sua natura: perfora e brucia come il più innovativo dei raggi energetici. Solo, non nasce da fredde macchine belliche, bensì dalle mani o dalle dita dello Shuhei. Questi, convogliando dapprima l'energia in un unico punto, crea una sfera del tutto simile a petrolio attraversato da fulmini neri e scarlatti, le cui dimensioni variano a seconda della potenza desiderata. In un secondo momento -si parla comunque di un battito di ciglia o poco più- l'energia accumulata viene rilasciata sotto forma, appunto di raggio oscuro rapido e letale. Un numero alquanto versatile, spesso utilizzato da Hisagi come diversivo o...soluzione finale. {Critica}

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    Come prevedibile (anzi, previsto) Hisagi gli aveva risposto, a parole, con una sonora risata.

    Oh, diciamocelo: era scontato. Mostro? Hisagi? Ma alla feccia come Hisagi non gliene frega nulla, di offese simili! Insomma, quando per la prima volta qualcuno aveva detto a lui che era un mostro, la gargolla aveva replicato con un « Grazie! » prima di sbattere il tipo in questione a sfondare una parete. Era una smargiassata trita e ritrita, ovvio, ma lo era lo stesso insulto "mostro".
    Mostro, poi... rispetto a chi? A lui?

    « ...pff... »

    Evitò di scoppiare a ridere così, senza alcuna ragione apparente, solo perché il piccolo movimento della gabbia toracica gli spostò dolorosamente le gambe. Quello sì che sarebbe stato divertente! Se avesse mostrato la sua vera natura lì, ora e davanti a quel pubblico, il concetto di "mostro" sarebbe stato ridefinito abbastanza rapidamente.
    L'unico dilemma era chi sarebbe potuto rimanere in vita abbastanza per farlo.

    E' vero, lui non è Alicamantus. Lui era molto peggio di Alicamantus. Ma questo non lo sapeva nessuno, neanche l'Enhis Krad che si era tanto preoccupato della sorte di Alicamantus. Alicamantus! Come se lui potesse realmente fare del male, ad Alicamantus! Enhis Krad non capiva nulla, come era giusto che fosse.
    Nessuno avrebbe dovuto sapere nulla.
    Mai.

    A sorpresa, Hisagi abbassò le spade e ne rinfoderò una, quella nera, ritornando pienamente visibile. A quanto sembrava, la tanto prevista offensiva finale non ci sarebbe stata.... o almeno, non nei prossimi cinque secondi. Voleva dire che aveva il tempo di progettare un attacco. Voleva dire che aveva ancora un'ultima carta da giocare. L'Espansione dell'Aura, un incantesimo di Alicamantus che il Demone non aveva mai usato, ritenendolo a ragione troppo potente e, dunque, troppo faticoso. Forse lui avrebbe potuto lanciarlo anche così com'era stato progettato, l'espandersi brusco di un'aura che inghotte e annichilisce ogni altra aura che incontra, ma si sarebbe immediatamente rivelato come non-Alicamantus, nel farlo.
    No, si sarebbe limitato a coagulare la sua aura in un'onda d'urto parimenti letale, ma meno onerosa.1
    ...beh, "limitato".
    Diciamo che si sarebbe limitato nei minimi concepibili per un incantesimo che può 'tranquillamente' uccidere una quantità immane di persone.

    «Tu credi?» gli fece Hisagi, camminando verso di lui con la massima tranquillità.
    Dodici metri.
    Iniziò a caricare la magia.

    « ...sono le bestie ferite, quelle più pericolose. »



    Forse semplicemente sbeffeggiarlo. Ma no, Hisagi poteva tranquillamente insultarlo mentre gli spaccava il cuore dopo una breve corsa. Ma concedergli tutto quel tempo in più... assurdo.
    Che Hisagi volesse che reagisse? Che non si accontasse della (breve) sfida? Che fosse sete di sangue, la sua, una provocazione per spingerlo ancora oltre? Beh, in tal caso avrebbe ottenuto ciò che voleva... ma no, perché allora se ne stava zitto mentre camminava? La folla era in religioso silenzio, Hisagi poteva muovere appena le labbra e lui l'avrebbe sentito comunque.
    O forse...?
    O forse, e perché no?, Hisagi voleva qualcos'altro. Voleva parlare. Come lui. Solo che lui era stato spinto dalla necessità di tenere a freno il dolore e dal desiderio di sapere di più sul Desfigurado. Ma Hisagi non domandava, lui era spinto da qualcos'altro.
    Si, Hisagi voleva parlare.
    E...
    ...voleva fargli un sermone?

    « ... .... ... »

    Ma certo! Gli voleva fare la ramanzina, dimostrare di avere lui ragione, Hisagi Shuhei, non Alicamantus.
    Voleva avere l'ultima parola.

    « ...! »

    Beh, era leggermente difficile che riuscisse a convincerlo. Lui aveva agito in base ad uno scopo che riteneva più importante di Hisagi, di lui, del vero Alicamantus e di chiunque altro, in qualunque dimensione. Per fortuna questo scopo non prevedeva la morte di altre persone... ma, in tal caso, non avrebbe esitato.
    Conosceva le conseguenze del suo fallimento abbastanza da volerlo evitare ad ogni costo.

    Dunque, il tentativo ideologico di Hisagi sarebbe fallito. Ma a nessuno sarebbe importato qualcosa: Hisagi voleva affermarsi per sé stesso, la gargolla sarebbe rimasta della sua opinione per qualcos'altro, il pubblico non avrebbe capito nulla del duello di idee e concetti che si stava svolgendo sotto i loro occhi.
    Un capitolo della storia che nessuno avrebbe conosciuto...

    «Allora dimmelo, creatura. Cos'è che ti ha ridotto così?»

    ...beh, a parte lui e Hisagi, naturalmente!

    Il sorriso della gargolla s'allargò ancora. "Guarda guarda!" Aveva indovinato.
    Però! Fra poco avrebbe fatto concorrenza al vero Alicamantus!

    «Solamente la tua debolezza»

    Che cazzata. Educatamente, non aveva interrotto Hisagi prima... ma ora proprio non poteva tacere!

    « La tua forza o la mia debolezza non c'entrano nulla, anche il più forte dei Forti può morire per una disattenzione o un colpo di sfortuna. » mormorò, veloce e sorridente, di modo che solo Hisagi potesse sentire le sue parole convinte e vedere i suoi occhi sinceri. Nessuna mistificazione, no, quella volta no: solo verità, verità che è bene che Hisagi sappia poiché pedina inconsapevole, verità che Hisagi non avrebbe potuto riconoscere per nient'altro che ciò che era, verità, pura e limpida, verità, incontestabile e impossibile da zittire a prescindere da chi la dice, verità, l'unica cosa che non può essere distrutta dalla Morte, verità.

    Ironicamente, il mostro aiutava il mostro.
    Ironicamente, il mostro sorride al mostro.
    Ironicamente, il mostro vuole uccidere il mostro.
    Tre cose impossibili per definizione: i mostri non aiutano, i mostri non sorridono, i mostri non uccidono.
    Massacrano.

    Ma forse Hisagi e Alicamantus non erano mostri, forse loro ritenevano loro stessi dei mostri, forse per loro c'era assoluzione dai loro peccati.
    E, forse, lo stesso pensiero passò per la testa di Hisagi quando alzò la mano ustionata e gocciolante liquido cremisi e indicò col palmo insanguinato la testa sollevata e fiera della gargolla.
    «E per questa debolezza tu morirai»
    « Per questo fato, Hisagi! »
    O forse no.

    I due incantesimi partirono nello stesso istante, come se Hisagi avesse letto negli occhi di Alicamantus e Alicamantus avesse letto negli occhi di Hisagi; l'uno le mosse dell'altro, l'altro le mosse dell'uno.
    Fu un attimo.
    Fu l'Apocalisse.

    Un rombo tremendo riempì l'aria e riecheggiando fra spalti e spalti in un'eco distorta e terrificante di un ruggito del flusso di tenebra fluida che Hisagi aveva sparato dritto contro la tempia di Alicamantus. 3L'arena e quasi tutti4 gli spalti furono oscurati quasi come durante un'eclisse dal fulmine nero, oscuro, tenebroso, terrificante, inarrestabile.

    Ma fu arrestato.

    L'aria attorno alla dura roccia di Alicamantus era cambiata in modo quieto, poco appariscente, in completa antitesi con la bordata di Hisagi. Veloce, s'era increspata lungo i confini del corpo della gargolla e, violentissima, s'era dilatata all'inverosimile. Un sol attimo... tanto era bastato per il guscio traslucido della sua aura per spazzare via ogni cosa entro venti metri... all'infuori di Hisagi. Il fulmine nero era stato arrestato dall'onda d'urto, l'onda d'urto s'era deformata in una specie di campana che, per ora, salvaguardava Hisagi.5 Ma non era finita lì, lo sapeva bene, perché nessuno dei due colpi era soddisfatto dell'impasse.
    Il Cero schiumava e saettava contro la sua aura, scagliandocisi contro una e due e tre volte per sfondarla, distruggerla, annichilirla e passare oltre, sfondare, distruggere e annichilire Alicamantus come nei sanguinolenti desideri di Hisagi.
    La sua aura s'accanì come un tifone sull'arena, la colpì, l'abbatté, la demolì, la distrusse. Una mitraglia di selci colpì a raffica la parte più bassa degli spalti, quella (fortunatamente) posta a protezione degli spettatori, e la crivellò impietosamente di colpi con rabbia e furia inimmaginabile. Le piastrelle dell'arena, tutte, erano state spazzate via o erano state sfregiate dai pezzi dei cadaveri dei loro compagni... tutte all'infuori di quella su cui s'appoggiavano Alicamantus e Hisagi.
    Come a confermare un loro destino unico.

    Ma... no. Le cose non stavano così.
    Alicamantus e Hisagi non erano simili.



    Sorrideva, Alicamantus, un po' triste e un po' soddisfatto. La sua missione prima era ampiamente soddisfatta, la sua sete di sangue s'era ampiamente acquietata, il duello era stato ampiamente soddisfacente e minimamente dannoso alla facciata che aveva eretto. Era, solo, un po' triste perché era già finito: era da quando aveva scoperto la sua immortalità6 che non aveva paura della morte. Si, Hisagi l'avrebbe ucciso, il suo corpo sarebbe caduto, la sua anima sarebbe volata via... e sarebbe ritornata, ancora una volta, l'ennesima volta, nel suo solito corpo.
    No, quando il Cero sarebbe finalmente riuscito a sfondare la sua aura Hisagi non l'avrebbe ucciso: avrebbe creduto d'ucciderlo.
    E tanto bastava.

    Il sorriso stanco di Alicamantus si tramutò in un ampio ghigno soddisfatto. I grigi occhi liquidi, trionfanti della gargolla si piantarono in quelli scuri di Hisagi Shuhei, il Desfigurado, la Malasuerte, lo #69, il Betrayer.
    Con lo sguardo del vincitore.
    Le sue labbra si mossero. Il rombo del Cero sovrastò le sue parole, ma Hisagi non avrebbe avuto difficoltà a leggergli la promessa sulle labbra, lettera dopo lettera.

    ....H-i-s-a-g-i - S-h-u-h-e-i....
    ....G-o-d-i-t-i - l-a - v-i-t-t-o-r-i-a - e - v-a-i - a-v-a-n-t-i....
    ....C-i - r-i-v-e-d-r-e-m-o....
    ....H-i-s-a-g-i - S-h-u-h-e-i....
    ....A-l-l-a - p-r-o-s-s-i-m-a....
    ....H-i-s-a-g-i - S-h-u-h-e-i....


    Il Cero sfondò la sua aura e lo colpì alla gola che aveva alzato per guardarlo dritto negli occhi, perforandogliela.
    L'Espansione si scagliò in avanti come un cane rabbioso finalmente sguinzagliato, cercando Hisagi e i suoi modi di fare da stronzo.
    Alicamantus fu sollevato di peso e scagliato in aria, uno spruzzo di sangue grigio.
    Ricadde sei metri più indietro, cozzando sull'aspra pietra scavata dall'Espansione dell'Aura ed escoriandosi spalle e schiena.
    Il suo sorriso di sfida era stato visto solo da Hisagi, esattamente come voleva.
    Il duello era finito.
    La vittoria era, per certi versi, sua.
    Ora poteva morire e ritornare in vita.
    Soddisfatto.

    ALICAMANTUS!!! ruggì una voce nella sua testa.
    Miremel? esclamò telepaticamente Alicamantus, sorpreso.

    Non disse altro.
    .
    ..
    ...
    ....
    Svenne.



    SPOILER (click to view)
    Non presente nel testo sopraSotto le parole "E per questa debolezza tu morirai" di Hisagi c'è la replica di Alicamantus, piccolissima perché quasi inudibile.
    1Sofismi speculativi tranquillamente tralasciabili che spiegano perché la tech Espansione dell'aura nella scheda del W-day è diversa da quella che c'era un tempo nella scheda di Alicamantus all'Armata.
    2Le parole in questione sono rafforzate dalla tecnica Dire il vero, che fa sì che Hisagi le prenda per vere con tutto quello che comporta.
    3Ho preso particolarmente alla lettera la descrizione del Cero, applicandola in forma pesantemente romanzata alla descrizione dell'ambiente circostante da qui in poi: ma, badate bene, sono tutte suggestioni del pubblico!!!
    4E' Miremel. Attualmente Miremel è sugli spalti ed ha appena spedito un Critico di energia sacra e luminosa addosso a Sarbad che cercava di trattenerla. Inutile aggiungere che Miremel non ha gradito molto...
    5Per visualizzare meglio lo scontro di poteri, vedersi uno dei duelli di Dragonball in cui i pg sparano bordate tremende d'energia che si scontrano e si bloccano a mezz'aria prima di colpire.
    6Il riferimento è ad un'innata inifluente ai fini del gioco che ho inserito in scheda ma che non è stata conteggiata al fine del limite massimo di tecniche poiché inifluente e che spiega in-gdr perché al W-day io ho il pk e i furti disattivi.

    Condizioni fisiche: 1 gamba spezzata, 1 incrinata, gola perforata, escoriazioni lungo spalle e schiena.
    Condizioni psicologiche prima della fine: soddisfatto e sorpreso, anche se è convinto di morire. Resta da vedere se Miremel glielo concederà...
    Mana: 5%
    Note_[Tutti]: Alla fine del mio post Alicamantus non è ancora morto, sebbene abbia una ferita letale (alla gola), ed è svenuto per deficit di mana. Anche se la morte è effettivamente il danno più verosimile per un Cero di potenza Alta (decurtata dall'Espansione, Critica ma ad area) ricevuto in pieno, non posso scrivere che la mia gargolla muore perché ha il pk disattivo.
    Note_[Andre_03]: Grazie infinite per il combattimento, è stato uno dei più belli e più difficili della mia carriera di gdr-ista.
    Note_[Giudici]: sono cocciuto, non mi arrendo. :nono:
    Tecniche usate:

    Dire il vero

    Dire "le apparenze non importano" è facile. Renderlo vero, un pochino più difficile: in realtà le apparenze contano moltissimo, che si parli della vita quotidiana o di un duello. Ovviamente, Alicamantus lo sa, ed è per questo che ha sviluppato quella che potremmo definire una faccia di bronzo vecchio di qualche millennio: non tanto una vera magia, quanto un insieme di parole e mimica impeccabile che è capace di convincere praticamente chiunque sulla veridicità delle sue parole.
    Come, ciò non basta a convincere un altro ad agire? Non ha la minima importanza! L'importante é il seme del dubbio...

    Appreso ad Energia: ???
    [Consumo ♫ Basso]



    Espansione dell'Aura

    Semplice, ma devastante. Alicamantus compatta, rafforza ed espande di colpo l'aura, ottenendo l'equivalente di un'onda d'urto pericolosissima, che raggiunge i venti metri di distanza, spazzando via quello che trova indistintamente.

    Esempio: Alicamantus casta Espansione dell'Aura. Ogni alleato ed ogni nemico entro venti metri è in gittata, e dovrà difendersi.
    Elemento: Non-Elemento
    Appreso ad Energia: Gialla e Verde
    [Consumo ♫ Critico]

     
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    ЩД


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    SPOILER (click to view)
    Per imperscrutabili ragioni, il mio browser non mi carica 'sta pagina fino in fondo per permettermi di editare. Comunque, come ho già detto a Hisagi per pm, Espansione dell'Aura ha una forza risultante minore di quella di un pugnetto e la visione dell'incanto nella parte in-gdr del post è, ovviamente, quella "gonfiata" di Alicamantus.
     
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  13. Hisagi Shuhei
     
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    »#5 - Track_
    _Knockdown monster 2 [Last man standing]

    Lo Sfregiato era fermo, immobile.
    Aveva ancora il braccio sinistro proteso in avanti, ustionato e sanguinante. Dal palmo della sua mano si sollevava un alito di fumo del tutto simile a quello che si genera dalla bocca di un cannone dopo una bordata. Tremava un po', Hisagi, ma cercava di non darlo a vedere. Non era il dolore la causa del problema, visto e considerato che la sofferenza nemmeno poteva avvertirla. Era semplicemente affaticato e molto confuso.
    Ciò che era successo nell'istante in cui aveva scatenato il Cero sulla vittima non gli fu infatti del tutto chiaro.
    Ricordava a malapena una sorta di contromossa dell'avversario, con annessa distruzione pressoché totale del quadrato bianco. Le parole che la creatura aveva pronunciato prima di svenire gli rimbombavano ancora in mente, così innegabilmente vere da convincere persino lui, il Desfigurado.

    « La tua forza o la mia debolezza non c'entrano nulla, anche il più forte dei Forti può morire per una disattenzione o un colpo di sfortuna. »

    Verità, sacrosanta verità.
    Lentamente abbassò l'arto, con un'espressione sfinita e tuttavia divertita dipinta in volto. Quel mostro aveva ragione: debolezza e forza non contavano sempre. Persino il più capace dei guerrieri rischiava di crepare, se commetteva qualche cazzata. Anche Hisagi avrebbe potuto morire, in quell'incontro...come in tutti gli altri.
    Sorrise.
    Per lui era una routine consolidata, quella di combattere per uccidere o morire. Uno stile di vita, un modo d'essere che lo contraddistingueva da chiunque altro. Dunque la frase intrisa di seghe mentali filosofiche della "bestia" sua nemica, fu soltanto aria sprecata. Lo Shuhei sapeva già ciò che gli si voleva far capire, lo aveva accettato nell'istante in cui aveva impugnato per la prima volta una spada. Era sempre pronto ad ammazzare il suo avversario, ben conscio delle proprie possibilità e dei propri limiti. E di tutte queste puttanate se ne fotteva.
    Il suo ghigno malevolo si spense lentamente, accompagnato da uno sguardo di ghiaccio.
    Era finita anche quella battaglia. Troppo presto, troppo in fretta per poterne godere veramente. Cominciava a credere che quel torneo fosse una farsa, un circo delle pulci. Una ad una le stava schiacciando con rapidità allucinante, inammissibile. Sapeva che si sarebbe stancato presto di affrontare mezze cartucce, ma la prospettiva di trovare lei lo spingeva ad andare avanti nonostante tutto. Qualunque formica gli sarebbe stata lanciata contro, lui l'avrebbe annientata. Con o senza il consenso del pubblico, ammutolito per l'ennesima volta.
    Solo una voce -femminile- si levava dagli spalti, un grido di richiamo quasi disperato.

    ALICAMANTUS!!!
    urlava
    ALICAMANTUS!!!
    gli entrò nella testa

    Cercò con lo sguardo fra le gradinate, senza successo.
    La vista cominciava a farsi sfocata, segno che le ustioni rimediate sugli arti avrebbero dovuto essere medicate al più presto o il suo organismo si sarebbe rifiutato di funzionare, causandogli un fastidioso svenimento.
    Rivolse l'attenzione al corpo privo di sensi che giaceva lì davanti.

    «Alicamantus»

    Mormorò, soppesando quella parola che associò alla creatura come fosse il suo nome.
    Ne osservò le condizioni, un po' sorpreso dall'integrità che conservava persino dopo il Cero alla massima potenza subito. Le gambe erano rotte, la gola perforata. Sarebbe morto entro due ore, forse tre. Soffrendo come un cane.
    Rinfoderò con tutta calma la 03, ormai fermamente deciso a lasciarlo al suo destino.
    Dal polso sinistro dello Sfregiato, intanto, il braccialetto si liquefece colandogli fin nel palmo della mano. La Cronovela aveva subito danni superficiali alla corazza chitinosa mutaforma esterna, senza tuttavia mostrare segni di malfunzionamento. Era stata costruita per durare e sopportare le situazioni più disastrose, certo non si sarebbe fusa per un po' di fiamme. Hisagi premette il solito pulsante nella sfera che si era formata dal liquido nero simile al petrolio. Il solito suono acuto annunciò lo stop dl Timer, seguito da una proiezione olografica. Mentre il Razziatore sollevava la mano per dare un'occhiata ai numeri sullo schermo, quelli presero a lampeggiare di un rosso sanguigno inquietante..

    //Timer: stopped_

    02 : 43



    «Nove» lo disse all'istante, senza neppure stare a contare «Molto meglio»
    Due minuti e quarantatré secondi.
    2+43 = 45
    4+5= 9
    Nove era il suo numero, due volte tatuato sulla guancia sinistra per averlo sempre con sé. Il nove era la cifra giusta per concludere uno scontro e per iniziarlo. Era la perfezione matematica, per lui.
    Tanto bastò a restituirgli un sorriso.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    image

    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Leggera tumefazione sul collo dovuta ad un tentativo di strangolamento; ustioni di Medio/Alta entità su braccia e gambe. Ancora in grado di combattere.
    -Energie_ 30%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Infoderata}; Mala Suerte {Infoderata}.
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}.
    -Tecniche_ -
    -Note_ Come in apertura, l'utilizzo dell'oggetto "PX" è limitato ad una componente di background per nulla influente nel combattimento vero e proprio. Ho considerato contestualmente questa giocata per integrare il post del mio avversario, a cui rinnovo i ringraziamenti per la giocata e l'invito ad incontrarci ancora in GdR ;D. Per il resto, avverto che noi ci si ferma qui in attesa dei giudizi, in quanto Alicamantus -PG- è svenuto.
    -Edit_ Corretto un tag html Vinta battaglia contro i tag html.

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    Zoro_03

    Narrazione: ,75 + 3,5 + 3,5 = 3,583
    CITAZIONE

    Uno stile denso anche se lineare sintatticamente. Mi piace./p>


    CITAZIONE
    <p align="center"> La costruzione del duello è molto, molto, molto bella.
    Per quanto gli stili siano completamente differenti, Alicamantus e l'Andrè sono stati in grado di lavorare a quattro mani per far venire fuori qualcosa di veramente fluido e godibilissimo. Avete dato allo scontro una connotazione "storica" che da un senso di presenza ad entrambi i vostri pg. Non è qualcosa di buttato lì, un duello e basta, ma è qualcosa in cui i pg si scambiano informazioni, attingono ad un passato comune, e preparando un futuro possibile.
    Leggere è stato un po difficile, in realtà, (se non togli quel size 1, Andrè, vengo a prenderti a casa e ti bastono io come si deve, altro che Malasorte! Quello era un attentato ai miei occhi già 'cecati di loro!) ma redditizio.
    La scrittura dello 03 non ha nulla da eccepire. Sa cosa vuole dire, quando lo vuole dire, e come lo vuole dire. Andrè ha già vinto il duello giocandolo.


    CITAZIONE

    Lo stile narrativo di questo giocatore si presenta scorrevole, molto godibile e ben strutturato: generalmente corretta nelle forme grammaticali e morfosintattiche denota una pregevole padronanza linguistica e una sintassi tutto sommato ben dosata - eccettuando qualche virgola trascurata di tanto in tanto.
    Nell’ottica interpretativa di questa voce di giudizio, il personaggio di Hisagi è molto ben caratterizzato, grazie anche all’antefatto e ad alcuni accattivanti espedienti narrativi quali la ben congegnata introduzione di un timer durante il duello o la digressione sugli incantatori, il corpo a corpo o la gelosia della principessa scarlatta. Purtroppo, la brevità del duello non gli ha permesso di ottenere un voto superiore che sarebbe stato altrimenti pienamente meritato.


    Strategia: 3,25 + 3,75 + 3,5 = 3,25
    CITAZIONE

    Nulla da dire. Mi sembra che il duello fili per la sua strada senza scossoni. Quello che doveva succedere succede, ed entrambi avete dato il meglio per portare la situazione dove volevate.
    Non ho nulla da eccepire nelle scelte che sono state fatte, direi che la prova non è per niente male ^^


    CITAZIONE

    Il piano d’azione portato all’attivo dal giocatore risulta molto lineare e semplice, ma non per questo poco efficace; di particolare considerazione gode il fatto che abbia saputo dimostrare di sapersi gestire i consumi fino all'ultimo, cosa che gli ha permesso di avere un vantaggio non più recuperabile nei confronti del suo avverso. Per il resto, nessuna nota negativa da segnalare.


    CITAZIONE

    Diretto ed efficace. Anche questo mi piace. Forse mi aspettavo qualcosa di diverso contro la tecnica “Regno dell'Oscurità”, però niente di irregolare. Buona la scheda e le tecniche, molto adatte al tuo stile.


    Sportività: 3 + 3,85 + 4 = 3,616
    CITAZIONE

    In questo ambito di valutazione non c’è nulla da segnalare a carico di questo giocatore, a parte una forse eccessiva quantità di tempo presa nel successivo la gambizzazione della gargolla, nel quale la scena pare dilatarsi di molto, con tanto di discorso al nemico, senza possibilità di reazione da parte sua. In ogni caso si tratta di una segnalazione trascurabile e priva di peso, dato l'andamento generale del duello.


    CITAZIONE

    Nulla da dire. Ti prendi pure le ustioni dal Peto-tonante.


    CITAZIONE

    La lealtà è a vantaggio di Andrè. Il suo spadaccino è uno spadaccino, e sa come giostrarsi.


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Nessuna penalità


    Alicamantus

    Narrazione: 3 + 3,25 + 3 = 3,083
    CITAZIONE

    scludendo qualche incertezza nella punteggiatura (alcune virgole omesse) e qualche parola fuori posto, il testo prodotto da questo giocatore è piacevolmente leggibile e pregevole, fatta eccezione per la questione del posting in multi-account, che -non fossimo in un duello ufficiale- potrebbe anche essere un espediente interessante, ma che si rivela invece confusionario e poco apprezzabile; è consigliabile per il futuro accorpare i punti di vista di diversi personaggi nel medesimo intervento, magari distanziati da una degna interlinea, in modo che il distacco si noti.
    Ciò gioverebbe anche a meglio “districare” e delineare l’interpretazione del personaggio che –agli occhi di chi non lo conosce- risulta poco comprensibile.


    CITAZIONE

    Sappiamo tutti - si, non fate i furbi, lo sappiamo - che quando si parla di Alicamantus le reazioni sono quasi sempre estreme. Il ragazzo o lo si ama, o lo si odia.
    Lo stile che ha è qualcosa di unico. Forse non raro, ma decisamente unico. E ditemi, se siete in grado, dove potevate mai vedere un gargoile che fa peti fiammeggianti.
    Ecco, vedete! Avevo ragione io.
    Dunque, tornando ai giudizi.
    La costruzione del duello è molto, molto, molto bella.
    Per quanto gli stili siano completamente differenti, Alicamantus e l'Andrè sono stati in grado di lavorare a quattro mani per far venire fuori qualcosa di veramente fluido e godibilissimo. Avete dato allo scontro una connotazione "storica" che da un senso di presenza ad entrambi i vostri pg. Non è qualcosa di buttato lì, un duello e basta, ma è qualcosa in cui i pg si scambiano informazioni, attingono ad un passato comune, e preparando un futuro possibile.
    Alicamantus segue a ruota, anche se consiglierei, quelle rare volte che ce ne sia bisogno, di centrare di più i pensieri : la divagazione stilistica è carina, raccontare molte cose, esplorando le evoluzioni della scena, ma ogni tanto mettere troppa carne al fuoco risulta un po abbondante, negli accadimenti.


    CITAZIONE

    Una buona prova, sebbene in alcuni punti la narrazione sia eccessivamente lunga. Però ci sono buoni spunti, buona caratterizzazione: avvincente. Peccato per gli spoiler: troppo lunghi per essere veramente utili. Ringraziamo il riassunto finale.


    Strategia: 2,5 + 3,25 + 2,75 = 2,83
    CITAZIONE

    Subisci molto i “semplici” attacchi dell'avversario, quando, vista la natura del personaggio, dovresti essere in grado di concatenare varie tecniche con risultati altrettanto vari. In fase di attacco non c'è molto di rilevante.


    CITAZIONE

    Nulla da dire. Mi sembra che il duello fili per la sua strada senza scossoni. Quello che doveva succedere succede, ed entrambi avete dato il meglio per portare la situazione dove volevate.
    Non ho nulla da eccepire nelle scelte che sono state fatte, direi che la prova non è per niente male ^^


    CITAZIONE

    Nonostante le palesi prove di destrezza e capacità nell’ambito del Gioco di Ruolo, il player si ritrova dopo poco, alla mercé dell'avversario, senza riuscire nello scopo di creare e concretizzare un vero e proprio filo conduttore logico per le sue azioni che possa aiutarlo a difendersi e contrattaccare. Estremamente curiosa –e divertente- la peto no jutsu, a cui va accordato merito per l’originalità, lo ammetto. Si sarebbe potuto fare di meglio in questo campo, che risulta il più debole e carente in questo duello.


    Sportività: 2,5 + 3 + 3 = 2,83
    CITAZIONE

    La difesa al primo post attivo di Zoro è un po' lacunosa: lui compie tre movimenti d'attacco (cerca di afferrarti, tondo, affondo) di cui due (i colpi di spada) contano come tecniche (separate). Tu ti proteggi con una sola tecnica di materializzazione di livello medio. Sarebbe stato più opportuna una difesa più articolata. Poi, contro la tecnica “Razor Wind” adotti una difesa che mi sembra un po' forzata, considerando che i fendenti di Hisahi vengono tirati con un'unica tecnica fisica di livello alto e che quindi il tempo che li separa è molto breve. Comunque, niente di grave. Infine, l'Onda d'Urto non mi pare proprio una buona difesa contro il Cero.
    Una piccola nota sul potere speciale “Gargolla”: andrebbero spese un po' di parole a riguardo, visto che mi sembra un potere-contenitore con molta (troppa?) roba dentro.


    CITAZIONE

    Sufficiente, ma non esente da pecche: alcune schivate dubbie, ma per il resto nulla da segnalare; esattamente come il suo avversario.


    CITAZIONE

    Alicamantus, il discorso con te è di vecchia data, direi : ho come l'impressione che il tuo pg faccia un po troppo. Non che sia necessariamente male, ma ogni tanto uno si pone qualche domanda trovando un alter ego sempre perfettamente preparato su tutto... è come se la cosa, a lungo andare, fosse un po forzata.


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Nessuna penalità




    Verdetto

    Con una media-punteggio globale del 3,92475 contro 3,43575 dichiaro Hisagi Shouei vincitore dello scontro; a lui la possibilità di concludere in-GDR il duello.

    Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
     
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  15. Miremel
     
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    Poggiò i piedi al suolo con una leggerezza senza paragoni, piegando appena le ginocchia per attutire l'impatto con la nuda roccia e trasformarlo nella spinta che la proiettò avanti, a falciare le asperità dell'arena in pochi, brevissimi, eterni istanti. Corse veloce come il vento, più veloce di quanto chiunque lì potesse fare, muovendosi con la pura forza della disperazione.
    Lui era lì, a terra, sconfitto e spezzato nel corpo, immerso nel lago del suo stesso sangue.
    Alicamantus.

    Scivolò sulla pietra nel tratto finale, ferendosi le gambe, ma non sentì neppure il dolore della carne: troppo era quello della mente per accorgersene.

    « ...Alicamantus? » mormorò.
    Le sue fredde labbra di pietra le risposero solo con il loro muto sorriso.

    Miremel chiuse gli occhi e frugò nella sua veste, afferrando a colpo sicuro l'elsa di cuoio vecchio. Estrasse il pugnale e l'alzò, esitando per un preziosissimo istante nonostante si fosse sforzata di non pensarci, di non pensare a ciò che doveva fare.
    Poi il pugnale scintillò un'unica volta prima di immergersi nella gola martoriata della gargolla.

    L'acciaio incantato affondò nel mare di sangue e spedì ampi brani di magia nella grigia pietra liquida, la richiamò dagli orli delle vesti di Miremel e dal corpo inerte di Alicamantus e la moltiplicò, la plasmò in una forma più consona e l'indurì, forgiandola in una crisalide di liscio granito che nascose il suo corpo morente.
    Imprigionandolo nell'istante in cui l'acciaio aveva incontrato il sangue.
    Salvandolo un attimo prima che svanisse nel Vuoto.
     
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19 replies since 1/3/2009, 01:34   687 views
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