Alicamantus vs. Hisagi Shuhei

Spalti

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  1. Miremel
     
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    Quel nome gli suonava nella mente come una campana a morto.

    Alicamantus!

    Non ragionava più, non pensava più. Il mondo era un corridoio di tenebra allungato all'infinito oltre al quale c'era la luce e Alicamantus, vivo, salvo.
    Ma lei era immersa nelle Tenebre, non sapeva come raggiungere la Luce.

    Alicamantus!

    L'esperienza di una vita lunga cinquemila anni e l'intelligenza superiore della sua razza non l'avevano mai preparata all'eventualità di poter perderlo, mai. Sapeva che questo era ciò che rischiava, era stata avvertita.
    Quel sogno non era come gli altri sogni.

    Alicamantus!

    † ~ ~ †

    L'espressione dell'uomo (?) dall'altra parte è severa, terribile, folle. La magia che sta incanalando dentro di sé è tremenda, spacca la terra e dilania il suolo senza che il loro nemico lo volesse davvero, da sola basta a tenere gli Elessedil a venti metri di distanza.
    Elenrhal è davanti a loro, scostato sulla loro destra, il volto stretto in una smorfia terribile di dolore e rabbia. La sua tunica nera è frustata da scariche di potere tremende, l'aria crepita e schiocca accanto al suo corpo e il mondo si piega, dilaniato fin nelle leggi fisiche fondamentali.
    La Guardia Magica gli sta vicino come può, ma ora il Rector è inavvicinabile per chiunque. Narhien è accasciata al suolo, spossata. Vicino a lei Raylek, il viso contratto dallo sforzo. Forge non demorde: le sue pistole fumanti sono cariche e già puntate, gli occhi sembrano quasi incandescenti.
    Davanti alla gran massa degli Elessedil, Orphen osserva la scena a labbra strette. La sua espressione è indecifrabile come sempre, ma le pare davvero che il mago sia teso. Brutto segno.
    Arioch arriva in quel momento, si ferma a lato. Il suo sorrisetto la fa rabbrividire, lei distoglie subito lo sguardo. Tempestosa canta, ardendo dal desiderio di strappare quell'anima.
    E lui...
    ...il suo sguardo amaranto scruta funereo l'uomo (?) da sopra le spalle di Orphen, il muso da rettile esprime dubbio e rancore. E' preoccupato, per lei e per lui e per gli Elessedil, perché sapeva che quel giorno si sarebbe fatta la storia del mondo.
    Poi Elenrhal e l'uomo (?) scatenano i loro poteri, insieme, e lei chiude gli occhi, timorosa.
    Fu allora che il sogno divenne incubo.


    † ~ ~ †

    Non poteva permetterlo.
    Non doveva permetterlo.
    Poteva cambiare il futuro. Lo sapeva. Bastava volerlo.

    Lo voglio!

    † ~ ~ †

    Lo scoppio di poteri è tremendo. Nè lei né lui conoscono le magie usate. Lo scudo combinato di entrambi si spezza subito, spazzato via da una forza immane, e lei viene scagliata indietro insieme alla sua metà. Lui l'ha previsto, non si fa sbilanciare troppo, lei era stata avvertita ed ammortizza l'urto rotolando su sé stessa. Tutti gli scudi degli Elessedil sono stati infranti, tutti sono finiti a terra o in aria o ruzzoloni. La luce scema quasi subito e da modo agli Elessedil di vedere ciò che è successo.
    No, non tutti hanno questa occasione.
    La Guardia Magica cade per prima, spazzata via e arsa senza la minima pietà insieme ad Elenrhal ed a Narhien. L'espressione meditabonda di Orphen è svanita, cancellata da una smorfia su cui lei si sofferma molto poco. Una mano indica il cielo e l'altra il loro nemico: un raggio del diametro di due metri si scaglia contro l'avversario, istantaneamente. Il sogghigno di Arioch è svanito, ora i suoi occhi perlacei sono stretti in un'espressione sconcertata. Tempestosa si muove, squarcia il tessuto della realtà, evoca altre Spade Nere, a centinaia, che si dirigono come uno sciami d'api dietro la piccola sfera lanciata da Arioch contro l'uomo (?). Gli altri Elessedil agiscono con un attimo di ritardo, scagliando i loro incanti più potenti. La quantità di magia usata è enorme, forse quasi pari a quella che Elenrhal aveva scagliato contro l'altro.
    "Forse c'è ancora speranza." pensa lei, alzando gli occhi chiusi al cielo terso. Una vampa di luce rispose alla sua chiamata, unendosi nell'attacco con il martello d'aria evocato da Orphen, mentre il suo compagno si china e affonda le fauci nella nuda terra, scorticandola viva con il grumo di energia sacrilega che avrebbe colpito l'odiata nemesi dal basso.
    Ma poi lui si volta. Chiude gli occhi.
    Li riapre.


    † ~ ~ †

    Alicamantus!

    "Non lui!"


    Alicamantus! Alicamantus!

    "Non lui!!"


    Alicamantus! Alicamantus! Alicamantus!

    "Non lui!!!"


    « Alicamantus! »

    † ~ ~ †

    La vista le torna su un enorme ventaglio di terra che, semplicemente, non esiste più. Assieme ad Arioch e metà degli Elessedil. Svaniti tutti, al loro posto solo il nulla e l'olezzo di carne bruciata.
    Così, in un secondo.
    Senza neanche avere il tempo di accorgersene.
    I suoi occhi d'oro, sbarrati e terrorizzati, incontrano quelli amaranto e disperati di lui. Orphen grida alcune parole, raddoppia gli sforzi, con lui tutti gli Elessedil. Muri di fiamme sorgono veloci e lo intrappolano, un fulmine divora la terra dove sorgeva, le fiamme doppiamente sacre e sacrileghe vomitate dalle loro gole si scagliano ad incenerire e purificare per sempre l'odiato nemico, magie di ogni tipo piovono dal fronte dei maghi.
    Inutilmente.
    Lui si scrolla tutto, con una facilità impossibile, e li guarda. Allo stesso tempo Orphen s'irrigidisce e le sue membra vengono colte da spasmi. Il suo compagno non le dice nulla, non vorrebbe, ma non riesce più a dominarsi come vorrebbe: lei sente con la mente di lui la battaglia dispetata e persa in partenza del mago contro la mente della loro nemesi, il suo sguardo d'oro liquido vola verso i suoi lineamenti distorti e la sua bocca aperta.
    Al limite del suo campo visivo c'è un fremito. Istintivamente il suo bianco muso si volta. Il suo compagno si riscuote dall'attimo di paralisi e si slancia verso di lei con sguardo folle. Il flusso di pensieri che si dipanano dalla sua mente le fa capire le sue intenzioni: toccarla e traslare tutti e due nel piano etereo, l'unica difesa che crede possibile contro il Soffio della Distruzione.
    Ma è troppo lento, e Adam Elessedil troppo veloce.

    Il suo compagno si scontrò contro di lei, mozzandole il fiato, e l'onda d'urto li distrusse entrambi, assieme, in un attimo, e proseguì spazzando via le vite degli altri Elessedil, uno ad uno.


    † ~ ~ †

    La luce l'aggredì senza preavviso e le perforò le iridi con l'irruenza di una nemica, e Miremel si fermò. Una mano approfittò di quell'attimo per tapparle la bocca, un'altra la cinse in vita e le bloccò le braccia. Sgranò gli occhi e si divincolò, ma la presa ferrea non la lasciava andare: in un attimo era stata trascinata nell'ombra e trattenuta. Sentiva il contatto di qualcuno con la sua schiena, il suo respiro affannato dallo sforzo per immobilizzarla, le punte dei suoi capelli pungerle il collo.
    E poi sentì la sua voce.

    « Ma cosa credi di fare?! »

    Sarbad Gerad.

    D'un tratto il cielo parve annuvolarsi e Miremel rilassò i muscoli, cadendo inerte nella presa dell'uomo. Sarbad esitò, cercando di capire se s'era calmata o meno.
    Non ebbe il tempo di fare altro.
    Gli occhi della Dragonessa, ardenti fiamme dorate di ira e terrore indicibile, si chiusero. La sua pelle scoppiò in una vampa di luce, il mondo divenne caldissimo, quel piccolo corridoio che portava agli spalti fu demolito dalla sua furia fatta energia sacra. Sarbad fu scagliato dieci metri più indietro, svenuto ed ustionato.
    Le sue palpebre si sollevarono, mostrando un paio di iridi pericolosamente verticali. Il suo sguardo dorato e furibondo andò oltre gli spalti e scese nell'arena.

    In quel momento Alicamantus fu colpito dal Cero.

    Paralizzata, con le gambe tremanti, senza più rendersi conto di ciò che realmente vedeva, i suoi occhi fissarono Alicamantus che saliva al cielo al rallentatore, lo spruzzo di sangue della sua gola completamente trapassata, la sua schiena che s'inarcava all'apice della parabola e poi cadeva, sempre più lentamente, troppo lentamente.
    Con dolcezza, millimetro a millimetro, la gargolla sfiorò il suolo. Le sue spalle si sagomarono alla forma irregolare del terreno e vi aderirono poco a poco. Il suo capo si adagiò sulla pietra, reclinato, un'espressione soddisfatta sul volto.

    « NO! » ruggì.

    No, mai! Non lì e non così, non adesso e non in futuro: Miremel sapeva cosa voleva fare Alicamantus, e glielo avrebbe impedito con ogni forza.

    ALICAMANTUS!!! gridò, con la mente e con il cuore.
    Miremel? le rispose Alicamantus, flebile, e il suono di quella voce la fece cadere a terra.
    Poi lui svenne.

    Si rialzò a fatica, tremando per lo sforzo di mantenere la sua forma attuale e la magia che stava accumulando. Con passo rapido e barcollante scese gli spalti, gradino a gradino, diretto verso l'arena.
    Non gli importava di rimanerci secca:

    lei avrebbe salvato Alicamantus, che quei due lo volessero o meno!!!



    SPOILER (click to view)
    Le tecniche citate nel sogno sono, non in ordine: Elenrhal Elessedil (Ultimo Sospiro), Adam Elessedil (???, ???, Settimo Livello ~ Padrone Dei Burattini, Nono Livello ~ Soffio Della Distruzione), Arioch(La Flemma Mortale, La Chiamata delle Spade Nere), Orphen (Io Ti Impugno, Martello Di Ferro Dei Giganti, Io Vi Scaglio, Lame Bianche Di Luce, Io Ti Segno, Confine Dell'Identità, <b>† Io Ti Innalzo, Torre Del Sole), Miremel (MAI!, Dell'Alba son il Difensor, Fuoco Bianco), Alicamantus (Fluido di empietà, Fuoco Nero, Vittima Sacrificale. Tentato, ma fallito: Ultima Chance).


    Edited by Miremel - 24/3/2009, 19:47
     
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    A volte il Destino gioca strani scherzi, ed incrocia sentieri apparentemente "distanti".

    Su quegli spalti, poggiata alle ringhiere più vicine al campo di battaglia, una fanciulla dai lunghi capelli mossi e gli occhi di giada osservava quel duello.
    Aveva saputo il nome di quell'assassino che aveva fatto fuori un partecipante nel primo turno di eliminatorie, e per assurda nonchè infelice coincidenza, proprio quello stesso Destino che l'aveva unita ad Alicamantus nelle danze del Ballo d'apertura, quel giorno decise di farla assistere a quello spettacolo di sangue.
    Aveva temuto per la gargolla sin dal primo istante. Sapeva chi era Hisagi Shuhei e cosa quell'anima nera fosse in grado di fare.
    E con sguardo sempre più contrariato aveva assistito a quell'incontro.

    Il cuore pulsava, il sangue ribolliva.

    L'aveva chiamato "mostro"...

    Il respiro divenne irregolare.

    L'aveva insultato...

    La luce da lei naturalmente emanata divenne sempre più intensa.

    ...l'aveva ferito a morte.

    image

    La Dama del Vento era giunta al limite. Varcata quella soglia, non sarebbe più stata la stessa.
    Ed intanto, intorno a lei, la folla urlante scalpitava, vogliosa di altro sangue. Qualcuno acclamava a gran voce il nome dell'assassino.

    Portò una mano sul volto, come se non si sentisse bene. Ed infatti qualcosa stava cambiando...un meccanismo arcano si stava azionando, qualcosa che l'avrebbe riportata alle sue reali sembianze.
    Cosa avrebbe fatto poi, beh, quello era tutto da vedere...

    CITAZIONE
    « NO! »

    Immediatamente fu distratta da una voce femminile.
    Gli occhi verdi cercarono la fonte di quell'urlo.
    Una donna, una donna correva verso il ring, scendendo di corsa le scale.
    Ormai era vicina a lei, tanto da poterla vedere perfettamente in volto.
    Non ci vollero doti particolari per comprendere quali erano le sue intenzioni. Dopotutto, Drusilia Galanodel era una creatura del bene, chi meglio di lei poteva comprendere quella donna?

    CITAZIONE
    -Ma che fa quella? Vuole andare sul ring?.

    -Ho visto quella donna fare qualcosa, andiamola a prendere!

    Due uomini si avvicinarono alle due ragazze, due guardie "in borghese" o forse due persone che amavano ficcare il naso negli affari che non li riguardava. Probabilmente l'avrebbero fermata nel suo tentativo di raggiungere la gargolla ferita.

    A quanto pareva, non era un crimine uccidere un avversario, ma lo era interrompere un incontro...

    -Idioti...

    Portò una gamba indietro nel momento in cui furono alle sue spalle. Il risultato di quel gesto fu prevedibile: i due omoni inciamparono e caddero uno sull'altro come due enormi sacchi di patate, esattamente di fronte alla giovane donna in procinto di scendere.

    La Dama non fece altro che guardarla con i suoi profondi occhi verdi.
    E poi un sorriso.
    Era sua complice.

    Edited by Drusilia Galanodel - 22/3/2009, 21:10
     
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  3. Miremel
     
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    Due uomini le piombarono addosso.

    Agì istintivamente, senza pensare: le sue gambe la proiettarono in aria, il suo corpo si girò in aria, il suo braccio iniziò il fendente che avrebbe portato la katana a colpire in un colpo solo tutte e due le minacce. Non si era neanche resa conto di aver evocato Lama dell'Alba prima di averla vista nella sua mano, stretta con forza.

    Per puro caso (e indiscutibile fortuna dei due idioti), lo sguardo di Miremel si soffermò nel mezzo della piroetta aerea sugli occhi verdissimi della donna che aveva fatto loro lo sgambetto.
    Lama dell'Alba si limitò a tagliare le cinte dei due, abbassandogli i pantaloni e ridicolizzandoli in pubblico. Miremel annuì una volta, fissando Drusilia con i suoi dorati occhi liquidi, poi atterrò con grazia sulla gradinata e ricominciò a correre senza fermarsi un istante. La sua pelle avvampò di luce pura, scoraggiando i prossimi idioti dal replicare l'impresa.

    Pochi metri e avrebbe raggiunto il limite degli spalti.
     
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  4. Sarbad Gerad
     
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    Si fermò accanto a Drusilia, piegandosi sulle ginocchia e ansimando violentemente. Dannazione! Eppure i Dragoni dell'Alba hanno un QI incredibile: possibile che Miremel non si fosse resa conto dell'immane pazzia del suo gesto? A parte la non-così-irrilevante questione dell'immortalità di Alicamantus, a quel punto solamente lui poteva salvare la gargolla, non certo una Dragonessa priva di esperienza negli incantesimi curativi.

    « Pazza...! » sbottò, riprendendo fiato. Correre non era mai stato il suo forte, e a quel punto era inutile inseguire Miremel.
    Con una smorfia di dolore e frustrazione, Sarbad Gerad si sedette proprio davanti a Drusilia.
    "Va bene, pazza: vuoi fare tutto da solo? E io te lo lascerò fare...
    ...per ora.
    "
     
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    Quella splendida donna scavalcò i nemici, inrociando quegli occhi così pieni di sentimento con quelli della Dama del Vento.
    Poi, senza dire altro, dopo aver ulteriormente ridicolizzato i due omoni, privandoli del sostegno delle cinte e provocando quindi la caduta dei loro calzoni davanti a centinaia di persone, continuò la sua discesa, diretta a quel ring dove era stesa la gargolla.

    Una nuova figura attirò l'attenzione della fanciulla dagli occhi verdi; un uomo si era fermato vicino a lei, ansimando.
    A quella vista, la ragazza rimase in garbato silenzio, quasi come in attesa di vedere cosa avrebbe fatto una volta ripreso fiato.

    CITAZIONE
    « Pazza...! »

    La ragazza lo guardò a lungo, dolore e frustrazione erano sul suo volto.
    Quell'uomo si sedette proprio davanti a lei, con lo sguardo ancora rivolto sul ring.

    -Ci sono cose che non permettono alla mente di ragionare.

    La ragazza dagli occhi verdi iniziò a parlare fissando il ring.

    -Si chiamano emozioni, sentimenti, e sinceramente non so se siano un male o meno...

    Sembrava che parlasse da sola, tuttavia il discorso era chiaramente riferito a quell'uomo.

    -In ogni caso, quella donna non è sola. Se qualcuno tenterà di farle del male, non esiterò a difenderla. E così lo farà chiunque abbia un pò di buonsenso...anche se effettivamente su questi spalti c'è nè una grossa carenza.

    Portò la mano tra i capelli, scostandoli su di un lato, apparentemente tranquilla e con un sorriso delicato sulle labbra rosse. L'unica cosa che la tradiva erano gli occhi verdi, fissi sulla donna, attenti e concentrati, pronti a captare ogni singolo movimento considerato "strano".
    E se fosse accaduto, allora ci sarebbe stato da divertirsi, decisamente.
     
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  6. Sarbad Gerad
     
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    Si voltò indietro, leggermente sorpreso, ma si ricompose immediatamente quando vide l'aura di colei che le stava parlando.
    Drusilia Galadronel, ovviamente.

    Storse il naso, eloquentemente.

    « Già, hai ragione, i sentimenti sono una parte di noi che non si può controllare... ma alle volte possono fare ancora più danno! » esclamò, indicando col dito Miremel. « Se i nostri sentimenti diventano un cancro che ci divora e che ci annienta, allora è bene imparare come distaccarsene. »

    Sorrise, sarcastico.

    « E poi, Dama Drusilia, dubito seriamene che esista persona capace di fermare Miremel adesso... » sussurrò.
    Con l'aria di chi si deliziava all'idea.
     
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    Vide l'uomo innanzi a lei voltarsi, soprendersi, ricomporsi e storcere il naso.
    La Dama sorrise.

    CITAZIONE
    « Già, hai ragione, i sentimenti sono una parte di noi che non si può controllare... ma alle volte possono fare ancora più danno! »
    « Se i nostri sentimenti diventano un cancro che ci divora e che ci annienta, allora è bene imparare come distaccarsene. »

    Indicò la bella donna che correva innanzi ai loro occhi con un dito, sorridendo poi in modo sarcastico.

    CITAZIONE
    « E poi, Dama Drusilia, dubito seriamene che esista persona capace di fermare Miremel adesso... »

    Drusilia si deliziò a quella notizia.

    -Molto bene, vuol dire che per noi sarà meno complicato proteggerla.

    Con le delicate dita spostò la morbida ciocca di capelli castani che le aveva coperto il volto, impedendole di osservare bene il suo interlocutore.

    -In ogni caso ho qualche perplessità riguardo al fatto che distaccarsi dai sentimenti sia la giusta soluzione, nonostante a volte sia cosa conveniente nonchè necessaria.

    Gli occhi si spostarono al cielo soleggiato e mite, così bello e pulito come quello della sua isola, il luogo in cui era nata.
    Sospirò.

    Gli smeraldi tornarono di lui, poi, improvvisamente, sembrarono mutare espressione, come se la ragazza avesse notato qualcosa che non quadrava.

    -Mi scusi, messere... lei conosce il mio nome e dubito di essermi mai presentata. E' per caso un amico di qualcuno che conosco, oppure mi ha riconosciuta come partecipante al torneo?
     
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  8. Sarbad Gerad
     
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    -Molto bene, vuol dire che per noi sarà meno complicato proteggerla.
    "Ma sarà più complicato proteggersi da lei." pensò.

    Ma non lo disse.

    -In ogni caso ho qualche perplessità riguardo al fatto che distaccarsi dai sentimenti sia la giusta soluzione, nonostante a volte sia cosa conveniente nonchè necessaria. disse ancora Drusilia.

    Alzò gli occhi al cielo, senza aggiungere altro. Una sentimentale. Alicamantus aveva fatto amicizia con una sentimentale.
    Beh, era tipico.
    Per Alicamantus

    -Mi scusi, messere... lei conosce il mio nome e dubito di essermi mai presentata. E' per caso un amico di qualcuno che conosco, oppure mi ha riconosciuta come partecipante al torneo?

    Rifletté un secondo.
    Poteva dire di essere "amico" dello schizofrenico che stava combattendo in arena sotto mentite spoglie?
    Bisognava dirlo, il loro rapporto non era dei più leggeri possibili. Lui l'aveva schiavizzato, traumatizzato, privato di una coscienza, torturato, terrorizzato, perseguitato e cacciato come selvaggina. L'aveva ucciso con le sue stesse mani non meno di quindici volte, ed era una stima molto prudente.
    Amici?
    Beh, non erano nemici, poco ma sicuro. Si erano guardati le spalle più volte. Avevano combattuto assieme... non senza una certa dose di pazzia congenita in entrambi. Erano in missione insieme, e lui era stato convocato per esplicita richiesta della gargolla .
    Aveva messo la sua vita e la vita della persona cui più teneva, la stessa pazza che stava caricando frontalmente Hisagi Shuhei, nelle sue alchemiche mani.

    « Sono amico di Alicamantus. » rispose, e precisò: « Più o meno. »
    "Già, ma quanto più e quanto meno?"
     
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    « Sono amico di Alicamantus. »

    La fanciulla si voltò di scatto, mentre la bocca invitante formava una figura molto simile ad una "O"

    CITAZIONE
    « Più o meno. »

    Non fece molto caso a quelle parole...la prima frase l'aveva interessata a tal punto che la portò a fare un acrobatico balzo in avanti, il quale terminò con un atterraggio perfetto al sedile di fianco quello su cui era seduto l'interlocutore.

    Incurante degli sguardi perplessi di tutti coloro che avevano assistito a quella scena -alcuni la indicavano pure, e con facce sconvolte- si rivolse all'uomo, afferrandogli la mano in una stretta decisamente calorosa.

    -E' un immenso piacere trovare un amico del mio cavaliere! Io sono Drus..ah, no, giusto! Lei lo sa già come mi chiamo!

    E intanto continuava a scuotergli la mano, tutta sorridente.

    -Mi fa anche molto piacere che Ali abbia parlato di me! Davvero felicissima!

    Finalmnte lo laciò andare, almeno fisicamente, ma solo perchè le mani delicate sarebbero state impegnate ad indicare la donna che prima aveva aiutato.

    -E quindi anche lei è una amica di Alicamantus? Ah, che bello! C'era da immaginarselo, allora, che si comportasse così! Io non avrei potuto fare diversamente!

    Mentre la bella ragazza parlava, la sua aura benigna si espanse, come se la gioia da lei emanata si concretizzasse in quella stessa luce.
    In genere la teneva nascosta, tuttavia quella volta si lasciò andare, anche perchè, essendo una giornata soleggiata, era difficile da scorgere.

    -E mi dica messere, quale è il vostro nome?

    Gli occhi verdi sembravano splendere, mentre la Dama reclinò il capo con un tenero sorriso sul volto, ed i capelli si mossero al vento.

    SPOILER (click to view)
    Chiedo perdono per quando ti ho afferrato la mano autoconclusivamente XD
     
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  10. Sarbad Gerad
     
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    Lo distrasse dal suo pensiero ramingo un fruscio di vesti. Si riconcentrò all'istante sul presente, voltando la testa con un sopraciglio alzato in concomitanza con il fuido movimento della donna e la successiva, inaspettata stretta di mano.

    -E' un immenso piacere trovare un amico del mio cavaliere! Io sono Drus..ah, no, giusto! Lei lo sa già come mi chiamo!
    « Ehm... p-piacere! » balbettò, riassorbendo immediatamente quel po' di energia magica che aveva istintivamente preparato per difendersi. "Scemo!"
    -Mi fa anche molto piacere che Ali abbia parlato di me! esclamò Drusilia, entusiasta. -Davvero felicissima!
    « Oh, eh, beh... »
    Mentalmente si impose una bella calmata.

    Per pura fortuna, dopo le sue illuminanti parole Drusilia gli lasciò la mano, indicando invece Miremel. Sarbad ne approfittò per fare una buona riserva di ossigeno (dove era finito quello che aveva nei polmoni prima?!).
    Vero, ok, non era troppo abituato alla compagnia altrui, ma non per questo si doveva comportare come uno sciocco sedicenne!

    -E quindi anche lei è una amica di Alicamantus? Ah, che bello! C'era da immaginarselo, allora, che si comportasse così! Io non avrei potuto fare diversamente!
    Per un attimo gli passò in mente di esclamare un possente « Immagino! »... ma si trattenne.
    --E mi dica messere, quale è il vostro nome? chiese Drusilia, sorridendo.
    « Sarbad Gerad, alchimista... » rispose Sarbad, incurvando leggermente le labbra, « ...per servirla. »
    E le fece il baciamano, come galateo comanda.
     
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    La Dama non fece assolutamente caso agli "Ehm...", "Oh", "eh" e "beh..." usciti dalle labbra di quell'uomo, probabilmente imbarazzato dal calore della giovane Galanodel, piuttosto sembrò concentrarsi sul gesto del baciamano, accompagnato dalla presentazione dell'amico di "Ali".

    CITAZIONE
    « Sarbad Gerad, alchimista... »
    « ...per servirla. »

    Dal canto suo, Drusilia rimase un attimo a fissarlo un pò incuriosita. In effetti non aveva mai incontrato un alchimista in vita sua, nonostante ne avesse sentito molto parlare.

    -Ah, un alchimista! Interessante!

    Lo guardò tutta sorridente.

    -E mi dica, signor Gerard, se...

    Si bloccò all'istante. Qualcosa aveva catturato la sua attenzione; La fanciulla dalla chioma d'oro aveva appena affondato una lama nella gola della Gargolla.
    Furono attimi di interminabile silenzio quelli. La Dama sembrava pietrificata, bloccata da quell'azione così illogica ed insensata.

    -Cosa...cosa diamine...

    Balbettò, prima di scattare in avanti con impeto furente.

    -CHE COSA GLI HA FATTO?!?

    Guardò sul ring disorientata, prima di voltarsi verso l'alchimista.

    Sembrava sconvolta.

    -DIMMI CHE COSA GLI HA FATTO!

    Era la prima volta che si agitava in quel modo, ma in effetti una situazione come quella non le era mai capitata prima.

    -DIMMELO!

    Aveva lasciato andare quella donna per proteggere l'amico, non per pugnalarlo.

    Attese la risposte dell'uomo con i pugni stretti e le fiamme negli occhi, mentre il petto si muoveva a ritmo sostenuto per un improvviso affanno.
    Forse era l'agitazione, chissà...

    Edited by Drusilia Galanodel - 14/4/2009, 21:55
     
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  12. Sarbad Gerad
     
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    -Ah, un alchimista! Interessante!

    Sorrise e staccò la bocca dal dorso della destra di Drusilia. "Interessante" era probabilmente l'ultimo degli appellativi che aveva sentito associare a lui. Di solito era terrificante, quando gli andava bene, o mostruoso, il più delle volte, o addirittura apocalittico.
    Non poteva certo negare che non gli dispiacesse, una volta ogni tanto, essere considerato umano.

    -E mi dica, signor Gerard, se...

    Si pietrificarono ambedue.
    Completamente esterrefatto, Sarbad voltò il capo verso l'arena e inorridì. Il pugnale, porca miseria!

    -Cosa...cosa diamine... disse Drusilia d'un fiato, balzando in avanti.
    « ...si è impazzita del tutto?! » esalò Sarbad.
    -CHE COSA GLI HA FATTO?!? ululò donna, guardandolo. Lui non rispose, incapace di pensare, semplicemente incredulo.
    Non ci poteva credere.
    -DIMMI CHE COSA GLI HA FATTO!
    Sbattè gli occhi, ricominciando a pensare.
    -DIMMELO!
    A pensare pensieri molto brutti.

    Il suo volto si deformò quasi istantaneamente, riflettendo una furia di incomparabili proporzioni. La sua aura, fino ad allora tenuta prudentemente nascosta, sfolgorò come un astro di fuoco bluastro che raggelò l'atmosfera.
    « Gli ha salvato la vita! » ringhiò Sarbad.
    Si alzò in piedi, e parve a coloro che lo guardavano che con lui si alzasse un'immane ondata di potere. Con abominevole calma, uscì dalla fila di sedie e oltrepassò Drusilia senza una parola o uno sguardo, fermandosi un passo dopo la donna.
    Voltò la testa di lato, fissandola senza acrimonia o ira.
    Solo...

    « Dopo essersi svegliato, probabilmente Alicamantus vorrà parlarti. Vieni domani alle dieci nei suoi alloggi. »

    ...potere puro.
    Un potere che, malamente represso, camminava sotto la tunica nera di un uomo dal cuore nero che scendeva gli spalti


    SPOILER (click to view)
    Castata involontariamente:

    Rabbia<b>
    Rabbia, possente, inesauribile, senza paragoni. Ecco cosa era la Bestia: rabbia pura e incontrollabile.
    E Sarbad è solo di poco diverso.
    Non è una realtà cui ama confrontarsi, ma i millenni di terribile dannazione non sono assolutamente svaniti dopo la sua trasformazione in umano e talvolta, specie quando non riesce più a mantenere il controllo, tendono a riemergere in superficie e schiacciare i presenti con il peso tremendo della sua tremenda aura.
    <b>» Medio o AltoDue o tre turni «


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    Anche lui, a quanto pareva, sembrava sconvolto, e questo particolare sembrò calmarla.

    Rimase solamente a scrutarlo spaventata, prima che gli occhi di giada iniziassero ad andare in avanti ed indietro, tra lui ed il ring dove si era consumata quella tragedia.

    CITAZIONE
    « Gli ha salvato la vita! »

    La Dama del Vento lo guardò perplessa, domandandosi se stesse delirando. Poi, seza spiegazioni, si sollevò in piedi e si volse anche lui verso quel ring.

    CITAZIONE
    « Dopo essersi svegliato, probabilmente Alicamantus vorrà parlarti. Vieni domani alle dieci nei suoi alloggi. »

    Dire che era confusa sarebbe stato riduttivo...
    Forse non avrebbe mai capito, tuttavia voleva vederci chiaro nella faccenda. Soprattutto per accertarsi che il suo amico fosse ancora vivo come quel Gerard aveva appena affermato.

    -Ci sarò...

    In seguito a quelle parole, le sue labbra rosse non si mossero più, e la Dama osservò silente la scena su quel ring sporco di sangue.
    Chissà quali pensieri nella sua mente, chissà quante domande o quali osservazioni.
    Una cosa era certa; avrebbe mantenuto la parola data.
     
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