B Ø S S™ VS Raphael'

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    A Mad Tea Party

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    Anonymous

    The Warrior Day IV
    Turno III - Girone I


    - B Ø S S™ VS Raphael' -

    Campo di Battaglia: Arena Tenkaichi di dimensione 100x100 metri
    Condizioni Ambientali: Cielo sereno, temperatura mite
    Limite di Tempo: 9 Maggio
    Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
    Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
    Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
    Primo Post: B Ø S S™


    Condizioni di Vittoria:
    ~ Morte Avversaria
    ~ Resa Avversaria
    ~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze
    ~Abbandono



    Criteri di Giudizio
    Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
    Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.



    NOTA: I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata sia per schede complessivamente power-player.

     
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  2. • Wicked Shadow
     
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    Alloggi dei partecipanti al Warrior Day
    ~Morning breeze



    A destarlo dal sonno, quella mattina, fu il tipico rumore della pioggia scrosciante, che in modo insistente batteva sulla finestra del suo alloggio.
    Si rigirò nel letto, e infastidito richiuse gli occhi, deciso a regalarsi almeno un’ora di dolce dormiveglia. Inevitabilmente –quando la mente intorpidita dal recente risveglio glielo permise- volse i suoi pensieri in direzione dello “scontro” avvenuto il giorno prima.
    Già, chiamatelo scontro. Era rimasto a dir poco schifato dal comportamento di quello che avrebbe dovuto essere il suo avversario. Un atteggiamento, quello, degno del più pavido tra i conigli.
    Scappato, semplicemente. Non aveva fatto nulla di più, nulla di meno: gli aveva vergognosamente voltato le spalle per poi abbandonare l’arena.
    Non era certo quello il modo in cui sperava di accedere al turno successivo ma –si sa- certe volte bisogna accontentarsi.

    Cambiò posizione un paio di volte ancora, prima di abbandonare in modo definitivo la prospettiva di riposarsi per un altro po’. Ormai non c’era più verso di dormire, e quello in procinto di iniziare aveva tutte le carte in regola per essere un giorno memorabile.
    Si mise a sedere sulle coperte -appena scostate da un gesto della mano- e si stiracchiò rumorosamente.
    Era passata a malapena una decina di minuti, ma il rumore che lo aveva strappato al sonno era cessato. Aveva dunque smesso di piovere? Poteva essere un buon segno, quello.
    Ricordò come anche il giorno nel quale aveva deciso di cambiare radicalmente la sua vita era in corso un acquazzone. E ricordò che in modo analogo a quanto appena accaduto, anche quel giorno la pioggia aveva smesso di cadere. Segnali, forse…
    Tuttavia, gli costò immensa fatica abbandonare il tepore del letto e poggiare i piedi nudi sul pavimento ghiacciato della stanza. A dire il vero, non si era mai sentito tanto stanco.
    Forse tutta la stanchezza era dovuta alla fatica accumulata in quei giorni di permanenza forzata ad Endlos. Perché in fin dei conti, quel piacevole soggiorno non era stato del tutto esente da situazioni sfiancanti, almeno dal punto di vista fisico. Per non parlare di quello psicologico, ovviamente.
    Ma sarebbe stato meglio non pensarci, se non altro perché aveva sentito dire che sgombrare la mente prima di un duello aiuta, e parecchio. Le emozioni sono la prima cosa da eliminare se si vuole vincere, e quello -per lui- non era certo un problema.
    Quando spalancò il vetro ricoperto di gocce cristalline lo accolse una folata di aria fredda, che come uno schiaffo in pieno viso lo destò completamente.
    Fuori splendeva un sole timido, e in lontananza troneggiava uno spettacolare arcobaleno.
    Sì. Sarà un giorno memorabile.

    Arena del Warrior Day
    3 ore dopo


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    My army comes from deep within
    Beneath my soul--beneath my skin
    As you're ending, I'm about to begin
    My strength~His bane~and I will never give in.













    No, no. Così era troppo facile, non ci sarebbe stato gusto se fosse successo. La schiena poggiata alla parete del corridoio nero, gli occhi puntati sul mosaico di quadrati bianchi poco oltre. Pensava, Rain. Pensava che se l’avversario odierno avesse emulato l’azione di quello del giorno precedente, l’avrebbe inseguito e poi ucciso. Perché andarsene era come dirgli in caratteri cubici “Ti sto prendendo per il culo”. E non doveva succedere, punto.
    Una volta è più che sufficiente, lo pensava avendone tutte le ragioni.
    Inseguito. Ucciso. Che parole cariche di memorie. Cazzo, quelle erano immagini ripescate da un lontano passato.
    Non aveva più pensato a Night city e ai tristi ricordi che le erano legati per… quanto tempo? Un anno? Due? O addirittura tre? Per quanto pazzesco, si aspettava che fossero almeno tre anni, e se Smith non glielo avesse ricordato probabilmente non ci avrebbe più pensato per il resto dei suoi giorni.
    Eppure c’era stata un’epoca nella sua vita in cui transitava a piedi per i bassifondi di quello schifo di città, solitamente aggirandosi come un segugio mentre stringeva tra le mani grossi pezzi d’artiglieria e inseguiva cani maledetti che gli gridavano simpatici vezzeggiativi come “Ti prenderemo stronzo! Ci vendicheranno un giorno! Ti prenderanno, bastardo!”
    Ma lo avevano mai preso?
    Prima che Rain avesse tempo di ricordare, la folla che gremiva gli spalti mandò segnali di impazienza. Ad esser sincero, stavano proprio urlando, perché l’arena era ancora desolatamente vuota. Sì, forse era destino che fosse sempre lui il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene.
    La guardò ancora, questa volta con più attenzione.
    L’arena… era la terza volta che si trovava a calcarne il suolo. La terza volta… chi l’avrebbe mai detto. Si stava mostrando più restio a schiattare di qualsiasi altra cosa. Tenacia, semplice tenacia. E un discreto pizzico di ambizione, condita da una spolveratina di smisurato orgoglio. Come contorno, un grosso vassoio di volontà di ferro.
    Un bel primo piatto, senza ombra di dubbio. Si trattava solo di farlo andare di traverso all’ennesimo bastardo che avrebbe tentato di sbarrargli la strada. I precedenti avevano fatto una bella indigestione, non vi era motivo alcuno perché quello nuovo non lo assaggiasse.

    Arrivo, arrivo, branco di idioti.
    La testa di capelli corvini aveva fatto capolino dal corridoio scuro. Si ravviò la frangia con le dita, con la stessa naturalezza di chi è abituato a farlo da una vita.
    Poi -senza degnare della benché minima attenzione le formiche sugli spalti- procedette con passi lenti e misurati verso la piccola serie di gradini che lo avrebbe portato sull’arena.
    Una sigaretta, solo una. Ormai era diventata consuetudine accompagnare quella stradina con una bella sigaretta tra le dita. Ma quella che aveva fumato pochi minuti prima aveva sancito il termine del pacchetto, che ancora teneva in tasca seppur vuoto.
    Una sola. Dai, anche una birra sarebbe andata bene. Fu la voce della mente a rispondere.
    Non ci sono né sigarette né birre, Rain. Ci sono cadaveri. Li avevi seppelliti in profondità, ma adesso c’è stata una scossa e il terreno li sta risputando in superficie. Tu non sei “Rain”, aspirante Hunter in una rinomata Accademia, con i tuoi compagni. Tu sei Jurgen Wolf, e sei con i tuoi amichetti cadaveri perché sei un maledetto assassino su commissione. Visto come ti guardano, quei morti? Ridono di te.
    Un gradino, due…

    Che tu sia maledetto Rain.
    Tre…

    Mi fai pena.
    Quattro…

    Ti lamenti della tua vita, del tuo destino, ma sei tu a scegliere ogni dannato giorno di essere così!
    Cinque…

    Dipenderà dal fatto che non mi interessano le storie della gente…
    Sei…

    Non siamo eroi, non siamo nulla. Alla nostra morte non cambia niente per nessuno. Se ne trova uno migliore e si va avanti.
    Sette…

    Perfetto, forse sarai tu a scrivere la mia fine.
    Otto…

    Io sono stato molto più fortunato di lui.
    Nove…manca solo un gradino. E un altro maledetto ricordo.

    L'unico momento in cui viviamo davvero è all'interno di una battaglia, dove ci sono dei rischi e delle aspettative che gravano sulle nostre spalle...
    L’ultimo gradino finalmente, e il ricordo peggiore di tutti.

    Si, naturalmente figlio mio. Vai a fare il tuo dovere, quel giorno arriverà…
    Finalmente posò il piede sulla prima mattonella bianca. Voci dal passato, frasi rivolte a lui o riguardanti lui, che si susseguivano senza un ordine logico e senza sosta nella sua mente. Volevano farlo impazzire. Volevano che ne uscisse matto, da quella battaglia interiore. E fortuna che doveva lasciare le emozioni al di fuori della battaglia. Dovette fare un altro grande sforzo per dominare le sue tenebre interiori. Un giorno li avrebbe pagati tutti quegli sforzi, poteva solo augurarsi che quel giorno fosse il più lontano possibile.
    Una mattonella quadrata e bianca era ora schiacciata sotto il peso del suo anfibio nero. Guardò le sue gemelle, e le immaginò lorde di sangue, nella più rosea delle previsioni.
    La maschera che teneva stretta tra le dita venne avvicinata al viso e poi vi fu adagiata. Rifletteva la luce: era bianca, anonima, solo un fulmine viola la spaccava in metà, passando in mezzo al buco per l’occhio sinistro.
    Avvertiva una strana sensazione. Eccitazione. Banale, vero?
    La folla esplose in grida di acclamazione, che minimamente lo sfiorarono. Camminò ancora, avvolto nel cappotto nero, e si fermò in corrispondenza del centro quasi esatto del ring, la custodia del Mostro che dondolava appesa alla cintura.
    Era riuscito a svuotare la mente e chiuse gli occhi, invisibilmente –grazie alla maschera- provato.
    E così rimase, dritto e immobile, tra gli spettri del passato e l’incertezza del futuro.





    Good luckGià fatto in altra sede, ma rinnovo gli auguri al mio avversario, sperando che possa divertirsi come farà il sottoscritto.
    Mi scuso per il post prevalentemente introspettivo (potrebbe risultare pesante se non si conoscono gli avvenimenti cui si fa riferimento) ma volevo dare modo ai lettori di comprendere meglio la psicologia del personaggio.
    A tal fine, consiglio di consultare questa scheda, alla voce "Profilo psicologico-introspezione".
     
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  3. Catastrophe
     
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    Called from Above; third question
    W h e r e ?

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    For my dreams I hold my life/ For wishes I behold my night
    The truth at the end of time/ Losing faith makes it a crime

    ~

    Cinque anni prima

    Era una bella piana, quella: rimasta incontaminata dal disastro della terza energia, poteva considerarsi uno dei pochi autentici cuori pulsanti del mondo ancora in grado di battere, propagando le sue contrazioni fra il blu dei boccioli di genziana ed il bianco del mirto. Era un cantuccio segreto, un rifugio sito a miglia e miglia dalla -poca- civiltà che aveva attecchito nuovamente su quella parte del globo, e nessuno vi si recava mai. Fatto insolito è che, proprio quella sera, un occhio esperto avrebbe potuto distinguere due sagome stese sull'erba impegnate
    in quella che doveva essere una discussione infelice.
    “Partirai, quindi.”
    sbottò il primo in tono casuale, mascherando abilmente una certa ansia.
    Naturalmente, non era una domanda.
    Partirò, sì. Non ho più nulla che mi trattenga.
    Replicò Catastrophe trasognata, lo sguardo che bucava le nubi per posarsi oltre l'orizzonte
    degli interrogativi di una vita intera.
    Sono ormai quasi vent'anni che cerco risposte qui, e proprio gli anni mi hanno fatto capire che per trovarle devo partire. Le biblioteche perdute prima del disastro, la Torre d'Avorio, chissà..
    Sospirò.
    ...potrei rovistarle da cima a fondo e non trovare nulla, ma devo tentare. Quello che vedo negli occhi di chi mi guarda, Cancelliere...
    “Si?” domandò Antares, con una certa apprensione.
    Lo odio.
    Pausa. L'abominio portò il pugno stretto al petto, abbassando lo sguardo.
    Voglio sapere cos'è, da dove viene, e -soprattutto- se c'è un modo
    per eliminarlo.

    “Capisco.”
    Il suo tono era indecifrabile.
    “Vai, allora: quando e se la tua ricerca sarà conclusa, sono certo che ci reincontreremo.”
    Si alzò in piedi esibendo una flemma mal simulata, per poi scuotere la sopravveste dal terriccio con manate
    esperte ed esercitate. Catastrophe imitò il suo gesto, e lui le si avvicinò per scoccarle
    un rapido bacio sulla fronte.
    “Buona fortuna.”
    L'AEnemos se ne andò, lasciando Antares solo con i suoi pensieri. Uno di questi, nitido e crudo nella sua vergognosa piacevolezza, poteva leggersi dalla piega del suo sorriso come
    'un altro passo verso la vittoria'.
    Contemporaneamente, dall'altra parte del multiverso conosciuto,
    Incognito rabbrividiva.

    Endlos, tempo presente

    Per strada, molti -troppi- avevano l'abitudine di voltarsi a guardare con deferenza la protagonista del massacro, bisbigliando al vicino che bisbigliava a sua volta in una catena di brusii e sottofondi sottecchi che pareva destinata a non avere fine: quando una volta questo la avrebbe fatta avvampare di rabbia, adesso le dava una inspiegabile, sottile soddisfazione. Probabilmente, pensò fra sé e sé con un brivido di disgusto, l'empatia condivisa con Robin GoodFellow stava manifestando i suoi ultimi strascichi, come i postumi di una malattia ad alto rischio di ricaduta. Per ovviare all'imbarazzo della situazione, l'abominio deviò in una viuzza trasversale che si intersecava fra il lato ovest di una locanda ed un filare di tavolacci abbandonati a memento di un probabile mercato passato. Accellerò il passo, curandosi bene di guardare oltre ogni angolo che insisteva lungo il suo tragitto. Arrivata a metà, si imbatté nell'avatar.
    Allora, un altro grande giorno?
    Catastrophe inarcò un sopracciglio, sorpresa: con i capelli raccolti da una bandana ed un'armatura di cuoio aderente, credeva di conservare l'anonimato per evitare eventuali incontri con il suo fandom: d'altronde, non era la prima -né sarebbe stata l'ultima- volta in cui Killer si faceva beffe di lei a spregio
    di ogni ragionevole supposizione.
    Così pare. Adesso, se vuoi scusarmi...
    E fece per oltrepassarlo. L'Odio la afferrò per il polso, trattenendola in un
    gesto sgarbato -e pericoloso.
    Quanta fretta! Facciamo due passi, vuoi?
    Lo sguardo di lei lasciava dedurre che non voleva. L'avatar si avviò comunque al suo fianco,
    percorrendo il tragitto spalla contro spalla.
    Se ho accumulato tanto karma negativo da avere la sfortuna di incontrare te, se non altro, la possibilità che mi imbatta ancora nel sindacato del piccolo popolo è abbastanza remota.
    Sbuffò, rivolgendo all'altro un'occhiata allusiva.
    Troppa sfiga, tutta in una volta.
    Sorrise.
    Persino per me.
    L'avatar latrò la sua solita, detestabile risata gutturale.
    Tranquilla. Ho chiesto a Sammy se avesse ancora qualche soprammobile da recuperare, e lui mi ha assicurato di no. A meno che non abbia perso anche Guitar Hero...
    Come?
    Nulla, nulla.” fece un gesto di deprecazione, accantonando
    l'argomento con noncuranza.
    Se non vuoi che gli altri ti guardino per i tuoi occhi, perché non li bendi?
    Catastrophe arrestò il passo, raggelata; non era tanto la menzione inattesa ed insopportabilmente leggera di un problema a lei particolarmente caro a farla indispettire, quanto il fatto che la proposta aveva davvero un senso. Rimase ostinatamente muta, combattendo una penosa battaglia interiore; Killer allungò con la destra una striscia di seta color vaniglia per poi ritrarla pochi minuti dopo, deluso.
    E' uno di quei giorni, immagino.” sbuffò “Certo è che, non ti credevo abbastanza donna da poter avere le mestruaz--
    Catastrophe lo schiaffeggiò, facendolo indietreggiare per due metri buoni: la presa sulla benda venne meno, e quella fluttuò a mezz'aria fin quando l'abominio, con gesto agile, non la afferrò per una delle estremità.
    Grazie.
    E se ne andò, godendo nell'indovinare i tratti dell'espressione di stupido stupore che l'altro
    stava esibendo in quel preciso istante.

    ~

    La benda premeva delicatamente sulle palpebre, dandole una sensazione di conforto: camminare nel buio fu più facile e più piacevole di quanto pensasse, e l'istinto di AEnemos guidò i suoi passi lungo il quadrato del ring con allenata naturalezza. Attorno a lei, silenzio. Un godibile, raro, meraviglioso silenzio.
    Si arrestò a poche falcate da quella che dedusse essere la posizione avversaria, facendo scorrere i polpastrelli lungo l'elsa e l'impugnatura della cacciatrice; estrasse la spada con deliberata lentezza, portandola a fendere le due estremità del volto col piatto posto in verticale. Ne cambiò l'assetto senza preavviso, esibendo il filo: pur non vedendo, percepì un bagliore rosso e maligno che promanava dalla coccia per irraggiare il metallo sino al cuneo, sintomo di una fame lubrica ed innominabile. Inspirò, espirò ed inspirò ancora, sillabando a denti stretti un addio a quella pace stupenda; frattanto, la sinistra già artigliava le guance e le tempie con un'energia tale da sfiorare l'autolesionismo.
    Un momento dopo, strappò la benda.

    SPOILER (click to view)
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    Status »

    Fisico ` Eccellente.
    Psicologico ` Eccellente.
    Riserva ` 100%
    Consumi impiegati ` //%
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Horror Oath :: "Una spada di luce per l'eroe di canzoni, una spada di onice per il suo assassino." Sfortuna vuole che la sinistra etichetta regalata al manufatto dalla sua proprietaria non sia un immotivato vezzo estetico, ma la più semplice e disarmante presa di coscienza di quanto quell'acciaio straordinario conoscesse la giovane mano per cui fu progettato: lei non se ne capacita, lo teme, ne ha quasi disagio, ma negli anni non ha potuto ignorare la consapevolezza di quanto cambiassero gli sguardi a lei rivolti quando il suo dono affilato lasciava la guaina per minacciare il prossimo col suo lucore sanguigno. Se snudato per tutta la sua lunghezza, l'artefatto moltiplica il timore reverenziale ispirato dagli occhi dell'abominio, sublimandolo in genuino terrore. (abilità passiva)

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror

      La differenza inercorrente fra il pensiero di un Aenemos e quello di un essere umano è pari a quella che si
      presenta fra uomo ed insetto: vedendo il mondo come attraverso una caleidoscopica lente d'ingrandimento, questi
      riescono ad indovinare i moventi ed i movimenti di chi è sufficientemente sfortunato da trovarseli davanti, come se leggessero attraverso coloro con cui interagiscono.
      Contrariamente alla progenie di Adamo, loro sono ben consci delle conseguenze di ogni singola azione, ponendosi arrogantemente sempre una trentina di mosse al di là della stessa: C. non ha scrupoli sufficienti per fare mistero di questa capacità, di cui abusa in maniera truculenta e scenografica. Per quanto molti sciagurati abbiano biascicato di 'precognizione' prima di perdere i sensi,
      è triste dovergli confessare che la loro era un'intuizione sbagliata. Intuizione, per l'appunto, il tramite grazie
      al quale i caduti dal cielo riescono a conoscerci, codificarci e distruggerci.
      Affinando la sua strardinaria empatia lungo i pellegrinaggi che hanno visto protagoniste le capitali del continente ovest di Celentir, Catastrophe è giunta a lambire un livello tale e talmente pericoloso da poter compenetrare con naturalezza persino i sentimenti altrui, conoscendo i suoi disgraziati interlocutori per la loro stessa anima, nuda e violata da
      occhi come tormalina e ametista. Questa capacità perniciosa ha circonfuso l'AEnemos di una autentica aura di terrore palpabile, concreta per chiunque venisse costretto ad incrociarne lo sguardo; ogniqualvolta le pupille di C. andranno a incontrarsi
      con loro simili in un genuino contatto visivo, la vittima ne ricaverà una stoccata di affilato disagio, vedendo
      violentata la sua fibra più intima da quegli occhi così profondi, così terribili. (abilità passiva - 2 abilità)

    Note »
      Ed eccoci qui: perdonami se ho approfittato della 'proroga pasquale' concessa dagli organizzatori dell'evento, ma gli impegni della settimana non mi hanno permesso di fare altrimenti.
      Auguri di rito, e buon divertimento. =)
     
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  4. • Wicked Shadow
     
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    PRELUDE TO THE DARK ABYSS


    Will loneliness save
    The way we used to be
    Memories so precious
    And denied dreams for me?
    Claiming freedom everyday
    Killing sunshine in the frame
    Liquid fire wonders through my veins
    Mind has life of its own
    Slowly driving you insane.

    Do you know how it feels to hate?
    How assassin thinks of his prey?
    Hunting, chasing, finding, reaping
    Feeling satiation, playing, leaving.
    Between the beast and human being
    Beauty of the flesh confuses you
    Logics in my actions no one's seeking
    Reckless, wild is the way I am.

    image

    Who are the victims that we devour?
    What are the signs by which we choose,
    Those with the hot blood instead of venom,
    Existence of who we are not worried to loose?
    Triumph and glory come to past
    Unbearable anguish oppresses the heart
    Eternal storm, undying night
    Tired from never-ending journeys, fights
    Seeking some piece to set inside.

    Exhausted,inner beast of prey
    Returning to the cave and waits;
    Wounds to heal, feelings to die
    Awake once more to the victims cry.


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    La vide, attraverso i fori della maschera. La guardò intensamente, ne studiò la silhouette e le labbra si curvarono verso il basso in una invisibile smorfia di disgusto.
    No, avete capito male: non era affatto “brutta”.
    Ma era una lei. Una donna! Un momento, non era nemmeno quello, era… una ragazza.
    Una ragazzina! Per un istante ebbe il sentore che gli organizzatori del torneo si prendessero gioco di lui. Prima un cavaliere, poi un buffone e infine una principessa. Mancavano solo un folletto, una torre e un drago per completare il quadro. Ma dove era capitato, in una fiaba?
    Sì, era evidentemente una congiura quella che qualcuno aveva architettato nei suoi confronti.
    E oramai non erano più semplici paranoie, le sue: ne era davvero convinto.
    La situazione gli parve quasi divertente, tanto era sciocca.
    Sollevò la maschera allontanandola dal viso, avendo però cura di non fare sfuggire da dietro le orecchie i lacci neri che ora la tenevano ben ancorata sulla sua testa. E rise.
    C’era una principessa, e c’era il cattivone di turno che voleva rapirla: lui. Poi c’era tutto quel pubblico, ordinatamente disposto come ad una Prima di uno spettacolo teatrale. Che assurdità!
    Buttò la testa all’indietro e rise al cielo, nuovamente travolto da quella gioia un po’ folle, irresistibile come una marea che solleva, trasporta e ripulisce, una forza così possente che ogni pensiero cosciente andò perduto; solo la furia riusciva a pensare.
    Un’occhiata alla posizione del sole gli rivelò che era da poco iniziato il primo pomeriggio. Questa nozione non migliorò per niente il suo umore, che non era molto buono nemmeno nei momenti più fortunati. E quello non lo era, senza ombra di dubbio.
    Si sentiva davvero preso in giro e avrebbe sfogato il suo disappunto sulla cagna che gli stava di fronte. Lei avrebbe pagato per quelli che –secondo la sua mente un po’ distorta- gli avevano giocato quel brutto scherzo. Decise che l’avrebbe ridotta come se fosse stata spinta giù da un treno in corsa da un ferroviere carogna.
    Così, l’improvvisato ferroviere abbassò nuovamente la maschera, non prima che lei potesse notare le sue labbra tese a mostrarle i denti in un ringhio.

    L’ennesima partita con la morte era cominciata, e i due erano pedine più che perfette su quella scacchiera bianca. Un gioco strano, perché erano soltanto in due. Gli piacque immaginare sé stesso come il Re di quella partita fittizia: ma doveva darsi una mossa, se non voleva essere mangiato.
    Si avvicinò lentamente, senza scomporsi. Gettò qualche sguardo agli spalti, poi lo ritrasse, schifato.
    Gli occhi scesero e scesero, fino a fermarsi sulla scacchiera. Era così bella, così geometricamente perfetta che quasi si dispiacque di doverla rovinare irreparabilmente. Sul serio: si faceva più scrupoli nel danneggiare gli oggetti, piuttosto che gli esseri umani. Ma ogni tanto bisogna soprassedere ai piccoli capricci come quello, ragion per cui evitò di farsi scrupolo alcuno mentre congiungeva le mani e le portava all’altezza della vita avversaria, fermandosi quando fu distante all’incirca un paio di metri dalla principessina.
    Crepitanti, nere e caotiche volute di energie negativa vennero rapidamente manifestandosi attorno alle mani di Rain, che prontamente furono indirizzate al suolo. Ad equa distanza da entrambi i contendenti fu subitaneamente rilasciato un velo di nero profondo, che sotto forma di letale onda d’urto si schiantò contro le caselle prescelte, sbriciolandole in mille pezzi e sollevando una fitta nube di polvere e detriti che come una tenda salì a separare i duellanti.
    Ecco, il diversivo era pronto per essere sfruttato.

    Nascosto dalla nube Rain trattenne il respiro e ridusse gli occhi a due piccole fessure. Frattanto, la mano esperta scivolò fino a stringere fortemente la scura elsa della Mangiapeccati. Le dita avevano quindi trovato il contatto che cercavano: repentinamente la mostruosa arma venne strappata via con vigore dalla sua preziosa custodia, e volutamente fu portata a stridere contro i bordi interni di quest’ultima. Sì, voleva che lei se ne accorgesse. Anzi, lei doveva sapere che Rain aveva estratto la spada e si stava lanciando all’attacco impugnandola come il migliore degli schermidori: con la mano destra la reggeva, curandosi che la lama del Demone fosse parallela al terreno.
    Doveva accorgersene perché se l’attenzione nemica fosse stata totalmente assorbita dalla spada nei pochi istanti successivi, lei non si sarebbe potuta accorgere dei fili neri che fin dal momento dell'impatto dell'onda d'urto avevano iniziato a vorticarle alle spalle a non più di un metro di distanza, plasmati dal nulla più assoluto. E se non se ne fosse accorta, quelle stesse entità l’avrebbero portata dritta dritta alla tomba.
    Ma non c’era il tempo materiale per pensare alle probabili conseguenze. Un secondo dopo il piccolo boom, il giovane compì un lieve salto e si portò proprio in mezzo al polverone, riducendo così la distanza che li separava ad un misero metro.
    La lama di centocinquanta centimetri avrebbe di lì a poco colmato quel vuoto. Fu sollevata ancora e il pomolo venne avvicinato al petto di Rain, mentre il ragazzo iniziava a fremere dalla voglia di conoscere la quantità di sangue che albergava in quel corpicino.
    Si leccò le labbra pensando che l’avrebbe scoperto molto presto, quindi lasciò via libera al braccio, che scattò in avanti facendo roteare l’arma tra le dita della mano e scaricando nella di lei direzione una pioggia di letali affondi.
    Tre, per la precisione: il primo attraversò la nube ancora fitta, diretto approssimativamente –questo perché anche Rain era accecato dal polverone e menava colpi quasi alla cieca- verso l’addome della figura della quale a malapena distingueva i contorni. Il secondo partì immediatamente dopo il primo, come in una danza accelerata nella quale ogni movimento è la conseguenza del precedente; cercava di farsi strada attraverso il petto.
    E mentre la lama veniva portata indietro per la seconda volta e il terzo affondo si preparava ad essere scagliato la polvere bianca andò dissolvendosi quasi del tutto; la vera minaccia scattò silenziosamente e repentinamente. Da quella che era ormai diventata una sfera -sospesa a mezzo metro dal suolo alle spalle del nemico e distante altrettanto dalla sua schiena- ebbe genesi una quantità immane di affilatissimi aculei che ne coprirono totalmente la circonferenza, scattati rapidamente e mortalmente per la loro massima estensione di un metro.
    Più che sufficiente per inchiodare al “muro”, in una trappola letale, la principessina. I tre colpi di spada erano solo un diversivo potenzialmente mortale, un mero tentativo di distrarre l’avversaria da quel che stava avvenendo alle sue spalle. Schiacciata tra due fuochi che agivano contemporaneamente avrebbe dovuto dare prova di incredibile abilità per evitare di fare la fine di un succulento pezzo di carne che avesse avuto la sfortuna di imbattersi in una grigliata.
    Il motivo era semplice: se avesse saltato all’indietro per evitare gli affondi avrebbe scoperto che sensazione si prova nell'avere la schiena violata da decine di grosse spine. Se fosse rimasta sul posto e avesse tentato di rispondere spada contro spada, beh… l’avrebbe scoperta comunque.
    Terminato l’ultimo affondo –che saettò nell'etere fermandosi prima di raggiungerla, ferendo soltanto l’aria- si ritrasse soddisfatto aiutandosi con tre saltelli all’indietro, percorrendo così a ritroso il breve tragitto coperto in precedenza. Conscio del fatto che fermandosi nella posizione iniziale si sarebbe reso facile bersaglio di eventuali ma improbabili contrattacchi tentò di allontanarsi di un altro paio di metri, senza tuttavia mai staccare gli occhi da quello che stava avvenendo.
    Strinse ancora l’elsa di quel Demone d’acciaio, e la pupilla in essa incastonata roteò in modo inquietante la propria pupilla. Giunto nell'area prescelta avrebbe sollevato la macchina di morte, impugnandola con entrambe le mani e portandola oltre la spalla, mantenendo i gomiti piegati e l’estremità rivolta nella direzione dell’opponente. Una posizione dalla quale sarebbe stato immediato parare o attaccare in caso di emergenza.
    Solo, sperava che il giocattolo non si fosse rotto così presto. Rain aveva avuto un pessimo risveglio, e sarebbe stato un peccato non potersi sfogare adeguatamente su quella graziosa signorinella, che si ripromise di non degnare di uno sguardo finchè non fosse riuscita a fargli anche solo un piccolo graffio.





    .:S t a t u s:.
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    Danni riportati: None
    Stato psicologico: Profondamente offeso; furioso.
    Riserva energetica: 85%
    Consumi del turno: Basso + Medio (15%)
    Equipaggiamento: Mangiapeccati*

    *L' arma conosciuta e temuta con il nome di "Mangiapeccati" è una spada senziente, perfida e crudele, dalle grandi dimensioni: essa è infatti lunga 150 cm e larga 20 nel punto centrale ove si trova, immobile nella sua compostezza, l'occhio demoniaco. La spaventosa spada, pur essendo annoverabile tra le creature senzienti, non è un essere vivente a tutti gli effetti: pertanto, non possiede il dono della parola.
    La sua superficie è composta di metallo e ammantata d' ombra, circondata perennemente da un' aura viola ed evanescente, che altro non è se non energia negativa.
    Anni fa, nell' epoca che vide il giovane Rain entrare in possesso del dono oscuro, l' arma esistente da secoli era ancora sopita nelle profondità del regno delle ombre, incapace di trovare un detentore che sapesse sfruttarne i poteri senza caderne vittima. Nel corso dei secoli, numerosi paladini ed eroi leggendari provarono -e non si sa come, riuscirono- ad impugnarla, ottenendone la devastante potenza e contemporaneamente, la deleteria bramosia di sangue. I loro nemici, al tempo delle guerre, cadevano uno dopo l' altro sotto i colpi del micidiale strumento di morte, capace di dividere la carne e -si vociferava- l' anima. Colui che era in grado di brandirla veniva spesso considerato un mostro immortale, un autentico demonio. Ma col passare del tempo e l' aumentare delle vittime l' arma aquisiva sempre maggior autonomia, piegando al suo volere il detentore, conducendolo prima alla pazzia e poi alla morte. I possessori si susseguivano nel corso della storia, e a nessuno di essi fu risparmiata la stessa fine dei precedenti, ragion per cui la spada -in un certo senso stanca di essere impugnata da deboli- scomparve nel buio della notte senza fare ritorno alla dimensione reale per lungo tempo.
    Riconosciuto in Rain il degno possessore, la spada mangiapeccati si palesò di fronte a lui la notte dell' iniziazione, legandosi indissolubilmente al ragazzo e mettendogli a disposizione i suoi poteri. Apparentemente senza conseguenze...
    Lama mutante»Un misterioso processo modifica la struttura molecolare interna dell' artefatto. Grazie al suddetto, la lama può allungarsi a seconda del volere del detentore, fino ad un massimo di 3 metri. [Consumo Basso]
    Estremità»In risposta ad un semplice comando mentale del possessore, dalla lama principale fuoriescono altre 7 lame più corte legate ad altrettante catene (3 lame per ogni lato, più una dalla punta), che possono poi essere mulinate verso gli avversari. La lunghezza delle catene è controllabile dalla mente del detentore della spada, così come i loro movimenti. Il controllo telecinetico delle catene e delle lame è limitato a 3 metri di raggio. [Consumo Basso]
    Simbiosi»L' arma è controllabile dalla mente del suo detentore, che può deciderne arbitrariamente i movimenti anche se la suddetta si trova lontana da lui, fino ad un massimo di 10 metri di distanza. Può sollevarsi in alto mulinando nell' aria come fosse dotata di vita propria e muoversi indipendentemente dai movimenti di chi la impugna. Come già accennato, l' unica cosa in grado di interrompere la simbiosi mentale è la distanza. [Consumo variabile]
    Anima ardente»Altra peculiarità della spada è quella secondo la quale essa può fungere come tramite tra l' energia del possessore e l' esterno. Immettendo la quantità desiderata di energia oscura nell' arma, essa pare incendiarsi anche se -ad una occhiata più attenta- quelle che circondano la lama e ardono crepitando attorno alla sua superficie non sono "fiamme" nel vero senso della parola. E nemmeno ombre. Fuoco nero come la notte e altrettanto letale -Semplice manifestazione dell' aura oscura- è in grado di danneggiare al minimo contatto lasciando profonde escoriazioni e piaghe. [Consumo variabile]

    .:Abilità passive:.


    Dark power:Bonus passivo Medio all'attributo forza.
    Improved speed:Bonus passivo Medio all'attributo velocità.
    I am the night:Visione notturna; non emette alcun rumore o odore in condizioni di buio totale.

    .:Tecniche utilizzate:.

    Lacrima di tenebra: Quando il manipolatore congiunge le mano davanti al petto accumula energia; Quando la rilascia, spostandole velocemente avanti, viene scagliata un'onda d'urto composta di nen oscuro capace di lanciare lontano oggetti e persone, fino ad un massimo di cinque metri di distanza.
    [Consumo Basso]

    The terror core: Il terrore che in genere si prova davanti ad una delle numerose manifestazioni del buio è ben radicato nell'immaginario umano. Chi da bambino non ha mai dormito con la luce accesa per paura dell' "uomo nero"? Ma la tenebra non ha bisogno di assumere forme umanoidi per manifestarsi nel nostro mondo: come già detto in precedenza, essa può palesarsi sotto qualunque aspetto, che siano organismi viventi o meno. E di conseguenza, anche un meccanismo può divenire fonte di ispirazione per l' ombra. Quando il meccanismo è una trappola mortale e la tenebra ne ripete il funzionamento, il desiderio principale della vittima è quello di trovarsi lontano anni luce. Anzi, è più corretto dire "sarebbe", perchè è molto difficile, se non impossibile, capire quando l' ombra si trasforma in trappola. Per mettere in atto quest' ultima, non è necessario trovarsi nelle immediate vicinanze della tenebra. Basta incrociare le braccia al petto e sottili filamenti neri difficilmente avvistabili e originati dal nulla cominciano a volteggiare in prossimità del bersaglio, per poi divenire visibili e unirsi in un vortice, il quale dà a sua volta origine ad una sfera nera -più grande dell' obiettivo- nel punto desiderato. E un comando mentale impartito successivamente, fa scattare la trappola. Decine di lame aventi lunghezza media 1 metro scattano senza alcun preavviso lungo tutta la circonferenza del corpo sferico, a 360 gradi. Considerando che il tutto avviene in pochi istanti, definire micidiale un attacco di questo tipo sarebbe probabilmente riduttivo.
    [Consumo Medio]

    NOTE: Nel caso avessi qualche dubbio devo dirti che la maschera è esclusivamente un oggetto scenico, incapace di offrire protezione.
     
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  5. Catastrophe
     
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    Devilish Interlude;

    L'arena era vuota, lo percepiva -o meglio, lo spazio che la separava dall'avversario era costituito da un imperturbabile vuoto emozionale, che stava lentamente riempiendosi e colorandosi con i sentimenti di entrambi. Guardò il concorrente, studiandolo in maniera superficiale: notò -non senza un certo, cinico sollievo- che era un essere umano, imbacuccato in una tenuta bizzarra e nascosto dietro una maschera di forma ogivale; lo fissò ancora, senza alcun pudore, ed i reciproci canali empatici si allacciarono a sua completa insaputa. Lesse risentimento e rabbia, deformate in manifestazioni grottesche dalla connivenza con altre innominabili oscenità: aprì le braccia, quasi a voler dare il benvenuto a quella nuova condivisione. Grazie a quel disgraziato senza nome, per la prima volta nel corso della sua missione
    rischiava di sentirsi davvero a casa.
    Lo sconosciuto non assecondò la sua cortesia, e disegnò con la destra uno strano arabesco a mezz'aria accompagnato da esili scariche di energia entropica; subito dopo, lo schianto di un'esplosione. Il rumore della pietra sbrecciata e l'odore di calce la raggiunsero ancor prima della nube di pulviscolo che ingoiò quello stesso spazio, adesso pieno di veleno e fiele sino al rischio di tracimare e spandersi fin sugli spalti. Era intenso, indecente, e totalmente ingiustificato. Inutile dire che le piaceva.
    I doni di AEnemos le suggerirono due spunti di deduzione differenti che tuttavia viaggiavano sullo stesso binario: l'avversario aveva estratto un'arma -gesto denunciato dal raschiare del filo contro l'interno della guaina, che Grindylov le aveva insegnato a riconoscere con affetto- e mirava a colpirla da un punto cieco, mentre l'energia liberata dalla sua trama andava agglomerandosi in una geometria elementale poco oltre le sue spalle. Ridusse ad uno il binomio azione-pensiero con lo schiocco sonoro delle ali che si srotolavano, precipitandosi ad imbozzolarle il torso in una difesa approssimativa: la mano armata scattò quasi in contemporanea esibendo una presa inversa, configgendosi nella condensa elementale dell'altro ed abbeverandosene fino ad esaurirla. Della trama di lui, notò non senza piacere,
    non restava che un nocciolo avvizzito e impotente.
    Gli affondi arrivarono, (im)precisi e letali: il primo incontrò un suo impercettibile spostamento del baricentro, che ne deviò il cuneo sino a farlo strisciare sul dorso delle ali del Dio. Il secondo ed il terzo ebbero maggior fortuna, colpendo -ma non tagliando- all'altezza dell'addome e portando a testimonianza di sé delle dolorose ecchimosi. Per quanto l'empatia dei primi archetipi non si estendesse anche alla sfera del suo sensibile, avvertì distintamente la pelle indurirsi e pulsare nell'assumere i connotati di un livido, deformandosi in una piaga purulenta. L'odio di lui le diede ragione di reagire in fretta, e di farlo con tutta la malvagità di cui era in possesso.
    Non male, fighetta.
    La sinistra tentò di afferrarne il polso e stringerlo sino allo spasimo, mentre la destra scattò (ancora) in un affondo da distanza zero mirato al ventre -e in un altro e in un altro ancora, come a voler infliggergli una serie di furiose ma metodiche pugnalate. I muscoli che si dilatano e tagliano, i tessuti rotti, la cancrena delle vecchie ferite...
    Certe volte, rimpiangeva di non aver mai studiato anatomia.
    Nel portare l'assalto, la cacciatrice si circondò di un bagliore invasato, che ne sfumò la sagoma in uno sperone di autentica energia crepitante: sarebbe bastato un graffio, una carezza sul dorso, ed il senza
    nome avrebbe visto castigata quella sua trama orrenda.
    Non male.
    Erano due fessure sottili scavate nel legno, notò, attraverso le quali si poteva indovinare il colore dell'iride.
    Per tutto il corso del loro incontro ravvicinato, non smise mai, nemmeno per un istante,
    di guardarlo dritto negli occhi.


    ~

    SPOILER (click to view)
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    Status »

    Fisico ` Ecchimosi e lividi di medio-bassa gravità all'addome.
    Psicologico ` Lucida-Empatia condivisa (rabbia)
    Riserva ` 80%
    Consumi impiegati ` Medio (10%) + Medio (10%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Lady Forlorn;
      Grindylov è sostanza del dio Straniero, una lega che è sintesi di ognuna e nessuna delle essenze presenti nel concetto multiversale: fornendole (pur inconsciamente) la giusta sollecitazione, è possibile far sì che la lama della cacciatrice riconosca una delle sue componenti infinitesimali e si ricrei quale sua nemesi naturale. Acqua ed Aria dei piani celesti, Fuoco e Terra delle distese di Demogorgon e perenni antitesi del creato che si disgregano e compenetrano vicendevolmente cadranno sotto il suo filo senza concessione d'appello, i loro fantasmi ridotti a brandelli come comuni pupazzi di carne.
      Catastrophe è in parte creatura di Trama, e come tale, contro di lei nessuna trama è al sicuro -e la sua unica spada possibile in questo concorre a darle ogni ragione. Verrà a ricordarvi che non siete invincibili, verrà a ricordarvi il morso dell'acciaio, e che l'acciaio esiste.
      Corollario Nel caso in cui si riesca a ferire la persona fisica da cui promana (o promanava) la manifestazione metamagica oggetto della tecnica, è possibile, adoperando un adeguato dispendio energetico, sigillare estemporaneamente quella determinata fonte elementale: per due turni oltre quello d'attivazione, ogni arcano che abbia come parte costituente
      l'elemento colpito vedrà la sua efficacia decurtata di un livello di consumo (Medio)
      (Consumo Variabile - Medio per dissipare la tecnica "The Terror Core" e Medio per attivare l'abilità corollario)

    Note »
      Ho convenuto con chi di dovere che l'abilità "Bliss and Horror" andasse considerata come un attacco mentale di livello Medio, e l'abilità "Horror Oath" un ulteriore implemento al suo potenziale. Ho avuto scrupolo di comunicartelo perché, come è giusto che sia, omettere un simile particolare sarebbe stata una mia imperdonabile leggerezza. =)
      PS: perdonami l'eventuale registro scurrile di Cat, ma empatia volendo -e non essendo Rain un uomo all'acqua di rose... :geez:
     
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  6. • Wicked Shadow
     
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    FROM DARKNESS

    One way ticket to hell...
    and back!



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    Eh sì: la principessina sembrava sapere il fatto suo. Forse, in fin dei conti, il gioco si sarebbe rivelato interessante. Aveva letteralmente smontato la sua tecnica, mandando in fumo il diversivo che si era brillantemente creato. Almeno questo dovette riconoscerglielo, ma ci sarebbe voluto ben altro -ben di più- per impressionarlo. Qualcosa come quelle... ali?
    Sgranò gli occhi al dispiegarsi di quelle strane essenze filiformi che andarono a disporsi attorno al torso dell'opponente, soprattutto perchè -almeno a vedersi- sembravano maledettamente fragili, atte quindi a tutto fuorchè a difendere da fendenti sferrati con inaudita violenza e velocità.
    Ma dovette ricredersi mentre si allontanava di pochi metri e vedeva come le sue punture letali erano state rese quasi del tutto inoffensive. Male, molto male: quelle cose schifose potevano limitare i semplici danni fisici, almeno in apparenza, e realizzò che sarebbe stato quantomeno stupido continuare ad attaccare a testa bassa un nemico che poteva disporre di una simile difesa.
    Ma fece a malapena in tempo ad arretrare di qualche passo, che già quel diavoletto stava balzando verso di lui, con uno sguardo che non lasciava presagire nulla di buono.
    Lo...
    Lo sguardo...

    Quando vide quegli occhi, corse il serio pericolo di restare pietrificato, come un animale colto alla sprovvista dai fari di un camion. Lo aggredì un torpore paralizzante. L'idea di sdraiarsi semplicemente per terra, raggomitolarsi a palla come un riccio e lasciare che gli facesse tutto quel che voleva, l'aveva proditoriamente solleticato. Era un'idea folle, ma inspiegabilmente gli era sembrata una buona idea.
    Il suo equipaggiamento emotivo era gravemente difettoso e in quei brevi istanti si era sentito come un cieco potrebbe sentirsi se un'iniezione gli permettesse di percepire i colori per qualche secondo... o come si sente un tossicomane che abbia appena preso la dose e stia entrando in orbita.
    La paura... era una sensazione del tutto nuova. Non aveva mai pensato che esistesse.
    Lo sguardo perso nel vuoto, Rain rabbrividì convulsamente quando, ancora incapace di reagire, sentì una manina che si serrava attorno al suo polso con tutta la forza che possedeva.
    In risposta allo stato di paura la protezione del Ten venne attivata quasi istantaneamente, e la pelle si indurì all'istante, trasformandosi in una provetta corazza.
    Un tank in miniatura, il ventre accolse il primo fendente con un sonoro "tonf", quasi lo stesso rumore che farebbe un pallone da basket calciato contro una parete di cemento.
    Gli occhi -ancora fissi in quelli di lei- erano vitrei e la bocca leggermente dischiusa in una perfetta espressione beota, dettata dalla fifa più nera.

    Quel primo impatto aveva funzionato quasi come una sveglia: l'iniezione perdeva il suo effetto e faceva ridiventare nero tutto il mondo; la dose si spegneva in un familiare torpore.
    Chiuse fortemente gli occhi e flettè la schiena verso sinistra, la prima direzione che gli venne in mente a dire il vero, visto e considerato che le palpebre ermeticamente serrate non gli permettevano di fare affidamento sul più importante dei sensi. Quel repentino spostamento della colonna non gli permise tuttavia di evitare il colpo che si abbattè -ancora senza effetti se non un grosso livido- vicino al fianco destro.
    Basta.
    Piegò rapidamente le leve abbassandosi fin quasi a toccare terra, sapendo che anche la ragazza -se non avesse mollato la presa al polso- si sarebbe curvata in avanti in risposta al di lui movimento.
    Per un momento, non più di un secondo, abbastanza lungo da brinargli il cuore affaticato, fu sicuro che l'affondo che proprio in quel momento gli aveva sfiorato la punta dei capelli gli avesse tagliato la testa.
    Rabbrividì ancora, e per la prima volta parlò, sottovoce, con un affilato sorriso sulle labbra.
    L'emozione iniziale, nel corso di quelle manovre, era scemata fino a scomparire, trasformandosi prima in sorpresa, poi in terrore, e ora andava mutando ancora: in gioia.

    "Fighetta?"
    Poi il bisbiglio di Rain aveva attraversato di nuovo l'aria, sottile, appena percettibile, raggelante nella placida sicurezza di una promessa:
    "Sei morta".

    E scattò, indipendentemente dal fatto che lei gli stesse ancora stringendo il polso o meno, poichè sapeva che avrebbe potuto liberarsi con il semplice esercizio della sua superiore forza fisica.
    Forte della sua innata velocità si lanciò verso il ventre della donna, elevandosi subito in diagonale con l'intento di affibbiarle una poderosa testata che le avrebbe quantomeno fatto vomitare sangue o -in un non meno piacevole caso- le avrebbe mozzato implacabilmente il respiro.
    Durante l'esecuzione di quella manovra non ebbe bisogno di aprire gli occhi; a dire il vero, non lo volle fare sapendo quale sensazione si sarebbe nuovamente insinuata nella sua psiche.
    Si limitò a stringere forte contro il proprio petto la lama demoniaca, usando l'arto destro e indirizzandone la punta d'acciaio verso quello che -stando alla direzione dalle quale gli erano arrivati i colpi- doveva essere il braccio armato: il sinistro.
    La lama, nel compiersi di quello scatto repentino, crebbe e crebbe mentre Rain si proiettava con inaudita veemenza verso la bocca dello stomaco di chi gli stava di fronte... - o sopra.
    Sarebbe arrivata ben prima della sua testata, considerando che la distanza era pari a zero e la serpentina cresceva smisuratamente fino a raggiungere la sua massima estensione di 2.5 metri, e mirava ad impalarla senza pietà alcuna.
    Questa volta non poteva evitarlo in nessun modo, si ritrovò a sperare. L'intento della crescita fulminea della spada era quello di disarmarla, o nel migliore dei casi ferire irreversibilmente il braccio che reggeva quell'artefatto, magari recidendo i tendini del polso e rendendolo quindi inutilizzabile.
    Troppo vicina per richiamare la protezione delle "ali", troppo vicina per gettarsi di lato, forse troppo vicina per tentare qualunque manovra evasiva. Indipendentemente dalla riuscita del suo attacco si sarebbe poi allontanato di una decina di metri, scartando lateralmente verso destra e correndo il più rapidamente possibile fino al limitare dell'arena, più precisamente, del suo lato ovest.
    Quella donnina era discretamente pericolosa nella breve distanza, e lui si era già esposto fin troppo. Nessuno lo avrebbe criticato se si fosse esibito in una ritirata strategica, ma l'affronto era troppo grande per essere considerato perdonabile, o anche solo semplicemente ignorabile. A costo di vedere il proprio corpo violato dalla spada di quella troietta, gliela avrebbe fatta pagare fino in fondo.
    E magari oltre... come aveva sempre fatto con tutti i patetici ostacoli.





    .:S t a t u s:.
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    Danni riportati: Due lividi nella zona dell'addome
    Stato psicologico: Contento dell'abilità della donna; sereno.
    Riserva energetica: 70%
    Consumi del turno: Basso + Medio (15%)
    Equipaggiamento: Mangiapeccati (Spada di 1,50 metri; già citata)





    .:Abilità passive:.


    Dark power:Bonus passivo Medio all'attributo forza.
    Improved speed:Bonus passivo Medio all'attributo velocità.
    I am the night:Visione notturna; non emette alcun rumore o odore in condizioni di buio totale.

    .:Tecniche utilizzate:.

    Ten: Una buona padronanza di questa tecnica permette all’utilizzatore un controllo sull’aura che riveste il suo corpo, evitando in questo modo la dispersione inconscia e un sensibile e sostanziale incremento della resistenza fisica rispetto a quella di un uomo normale.
    A questo stadio è possibile concentrare l’aura all’interno del proprio corpo, aumentando la resistenza fisica agli urti.
    [Consumo variabile -> Medio]

    Lama mutante»Un misterioso processo modifica la struttura molecolare interna dell' artefatto. Grazie al suddetto, la lama può allungarsi a seconda del volere del detentore, fino ad un massimo di 3 metri.
    [Consumo Basso]

    NOTE: Okkèi, cominciamo con la serie di note XP
    Per quanto riguarda l'abilità Bliss and horror, non esssendo specificata uan durata ho inteso lo stato di terrore come "istantaneo" e durante fintantochè si mantiene il contatto visivo. Chiudendo gli occhi dovrei aver risolto almeno in parte il problema. L'abilità ad essa legata invece (Horror oath) perdonami, ma non ho ben afferrato il suo funzionamento: se estratta, amplifica lo stato di paura in ogni caso, o devo guardarla, per così dire?
    Altro dubbio per l'abilità corollario di "Lady Forlorn": il malus alle tecniche elementali -da quel che ho capito- si attiva solo in caso di graffio o taglio. O è sufficiente il solo contatto? Se così fosse, a te decidere se i lividi sono considerati ferite o meno =)
    Infine, il terzo fendente dei tre portati senza l'ausilio di tecniche o power up è stato evitato grazie al bonus Medio in agilità, ma mi sono tuttavia premurato di attivare la tecnica difensiva Media, in via cautelare.
    Infine (stavolta per davvero) ho concordato con chi di dovere (si, anche io xD) che la testata sferrata a distanza zero sia da considerarsi come un attacco fisico di livello Medio, come da bonus passivo.
    Scusa l'abnormità di questa nota 00"
     
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  7. Catastrophe
     
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    Insights of Compation;

    La linea di confine fra percezione e consapevolezza è spesso sottile -mortalmente sottile; normalmente, metabolizziamo gli stimoli esterni nella produzione di sensazioni e sentimenti rimanendo prigionieri di un meccanismo imperscrutabile, quasi mistico -o meglio ancora, talmente naturale da far intendere che non valga la pena decifrarlo. Immaginate di essere invece consapevoli di quello stesso meccanismo, ed anzi: di essere consapevole del meccanismo nella sua interezza, di poterne sezionare gli ingranaggi dal grande insieme e dare loro un nome, indicandoli mano a mano che lo scrutinio prosegue. Immaginate questo, e saprete cosa vuol dire essere un AEnemos.
    Una creatura perfetta, eppure totalmente sbagliata. Lo aveva letto in un tomo, anni fa, rinvenuto nell'intestino più recondito dell'accademia -quel genere di sancta sanctotum verso cui i neofiti mostrano sempre un sacro terrore od una morbosa curiosità. Da quel momento in poi, si era ripromessa di vivere per combattere quella sola frase, e continuare a vivere per offendere chi l'aveva scritta e nutrirsi del suo odio come fosse un nettare dolcissimo e peccaminoso. Proprio così: voleva aspirare ogni stilla del disprezzo che le veniva rivolto ad ogni sguardo, voleva riempirsene fino a perdere la sua identità, fino a lasciare i suoi aguzzini vuoti come il carapace di un insetto seccato dal sole. Quando i loro occhi si incontrarono e l'abominio poté scrutare oltre la maschera e la pelle e le pupille scure venne travolta da quegli stessi sentimenti, e li accolse come si conviene ad un vecchio nemico.
    “Sei morta.”
    Il suo sorriso divenne quasi condiscendente.
    Stupiscimi.
    Il concorrente si scrollò dalla sua presa con un moto stizzoso, e curandosi di mantenere chino il capo e chiusi gli occhi -probabilmente, sospettava lei, perchè il contatto non lo aveva lasciato completamente indenne- vibrò un tentativo di affondo in sua direzione; intuendo i preamboli del movimento, raccolse il braccio lungo il fianco e lasciò che la proiezione del filo la sfiorasse appena, incidendo un solco diagonale sul cuoio intonso. Il colpo allo stomaco arrivò subito dopo, mitigato appena da una modesta infusione della sua trama di archetipo. La velocità del disgraziato fu tale da non averle permesso di radunare un consesso più consistente. L'impatto fu orribile, ed orribilmente annunciato dai toni gravi e sordi di un singolo tonfo; le ali, che pendevano bianche e flosce come gemme di fiori appassite, vennero percorse da uno spasmo che le inarcò sino a puntellarne le estremità al suolo e piantarle in una solida base d'appoggio. Da espressione di condiscendenza amareggiata, il suo sorriso mutò in un ghigno blasfemo, una fessura rosacea semiaperta che lasciava intuire i denti della bestia appena prima dell'ultimo, fatidico morso. Fece proprio il suo odio, per formare quel ghigno; l'odio di Jurgen Wolf.
    Jurgen Wolf, si. Il canale di AEnemos non sbagliava. D'altronde, non poteva.
    Nella sua perfezione imperfetta? Pensò in un nonsenso fulminante poco prima di elevarsi verticalmente sopra di lui e di calare una parabola discendente sull'articolazione della spalla, mirando nel miglior scenario possibile -e se lo era: già pregustava il dolore portandone la sensazione alla memoria come farebbe un enologo con la sua vendemmia preferita- a tranciare il braccio di netto.
    Sarebbe atterrata alle sue spalle subito dopo, sulle ginocchia raccolte, voltandosi per succhiare
    via con lo sguardo ancora una stilla del suo prelibato rancore.

    Che ci si ubriachi; lo farò anch'io, dopo averlo levato di mezzo.

    Per un assurdo istante, pensò che avrebbe
    bevuto alla sua memoria.


    - All'eroe mascherato! -
    In alto i calici, abbasso
    il pudore.

    SPOILER (click to view)
    image
    Status »

    Fisico ` Ecchimosi e lividi di medio-bassa gravità all'addome. Livido ulteriore insistente sulla medesima regione, di bassa entità. Taglio impercettibile all'altezza della spalla. Avvisaglie di spossatezza.
    Psicologico ` Lucida-Empatia condivisa (rabbia)
    Riserva ` 55%
    Consumi impiegati ` Basso (5%) + Alto (20%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Light the Dragonfires;
      Dolore. Strumentalizzando la sua tendenza alla distruzione sterile, C. esaspera i caratteri aggressivi della Trama Primevea, lasciandola irrompere disinibita all'interno di un corpo troppo modesto per contenerla: quella graffia, protesta per uscire con la ferinità di un animale deluso dalla prigionia, e preme contro ogni estremità. Dopo alcuni secondi di lotta, come seguendo i dettami di un accordo suggellato anni prima, viene liberata dal suo carcere di volontà. E non è più danza in catene.
      La pelle si indurisce, inspessendosi in un fascio di nervi, mentre scintille di giada prendono a precorrerne la superficie in uno spettacolo sopportabile per pochi: costringendosi in questa condizione, l'abominio rende la sua intera statura incredibilmente più resistente a sollecitazioni di tipo fisico, creandosi come un mostro superumano in grado di opporre ad un colpo di spada una invisibile chitina d'acciaio.
      (Consumo Variabile - Basso per smorzare il potenziale effettivo della testata.)

      Setting Sun;
      Un colpo crudele, ben ponderato, quasi derisorio nel compimento della sua esecuzione completa: potenziando considerevolmente la propria velocità, l'AEnemos attende che l'avversario cerchi un contatto ravvicinato (possibilmente rivoltole al fronte, e non al fianco) e concentra ogni sua fibra nello sforzo di sollevarsi facendo perno sulle ali del dio, in modo che la potenziale offensiva si perda nell'interstizio ormai vuoto fra le due propaggini luminescenti. Sospesa a mezz'aria col capo rivolto verso terra, l'abominio descrive un arco discendente con la divoratrice mirato alle articolazioni della spalla nemica,
      trascinandone il tracciato nella capriola con cui la manovra a termine, così portandosi alle spalle della vittima designata; allora -e solo allora - Grindylov può trovare requie nel fodero,
      ormai intrisa di un nuovo, terribile rosso.
      (Consumo Alto)

    Note »
      Naturalmente -per quanto la descrizione abbia (mea culpa) romanzato su questo punto in particolare- la tecnica "Setting Sun" non può e non è stata utilizzata come counter; ho considerato il tuo spostamento successivo all'attacco come un'ipotetica, ed ho ritenuto lecito attaccarti prima che questo si verificasse; quanto al side-effect della tecnica "Lady Forlorn", l'interpretazione va alla difesa, come è giusto che sia. Personalmente reputo la contusione un danno sufficiente allo scopo, ma sta a te ed al tuo personaggio deliberare al riguardo.
      "Horror Oath", infine, amplifica il potenziale dell'abilità correlata a prescindere -posto che, naturalmente, il personaggio avversario la stia subendo.
      Per ulteriori ed eventuali chiarimenti, sono più che disponibile via messaggio privato. =)
     
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  8. • Wicked Shadow
     
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    Eternal emotions
    There's no tomorrow



    Lo sapeva. Lo aveva sempre saputo. Quell' attimo sarebbe tornato, prima di quanto avesse mai osato -o potuto- immaginare. Il sublime attimo in cui premi il grilletto, la scarica di adrenalina che ti coglie nell' istante in cui la vita di qualcuno è appesa ad un filo che tu, da abile marionettista, tieni tra le dita. E in quel preciso nanosecondo lo spezzi, lo fai a brandelli. Aveva posto fine all' ennesima vita poche ore prima, e ora l' organizzazione ne stava già reclamando un' altra. Doveva essere nuovamente il fautore della fine per qualcuno, doveva pronunciare ancora quella frase che tanto amava lasciare fuoriuscire dalle sue labbra prima di uccidere.
    "L' organizzazione ti manda i suoi saluti".
    Sorrise. Gli piaceva dannatamente, compiere esecuzioni. Nato per uccidere, glielo dicevano tutti coloro che stavano ai vertici della piramide del potere. E non sbagliavano...

    Night city, cupa e buia come il nome che portava, si stendeva ai piedi di quel gigantesco grattacielo goticheggiante, d' acciaio e cemento, eretto per circa 200 metri al centro della giungla urbana, a tratti malfamata, tipica delle aree criminali: l' obelisco di cemento era nientemeno che la sede -e QG- del clan mafioso più potente della città. Erano conosciuti dai più come "I Wolf".
    Quella notte di Dicembre pioveva insistentemente e pesantemente, come sempre, del resto. Le grosse gocce d' acqua sporca sputate dal cielo plumbeo si infrangevano a ritmo quasi musicale sul palazzo. O meglio, sulla spaziosa vetrata che fungeva da parete per l' ultimo piano e ne delimitava il perimetro. All' interno, due figure parlavano accanto ad un enorme tavolo di vetro.


    Ricordi, tante memorie che impietosamente nascevano e morivano nella sua testa, ogni fottuto giorno della sua vita pietosa. Si rincorrevano in un circolo vizioso senza tempo, donandogli suo malgrado emozioni ripetitive, eternamente uguali.

    "Per una volta mi vedo costretto a dare ragione a mio padre. I figli di puttana come te sono la rovina della nostra città. Guardami."
    Sentenziò, mentre lo sollevava per i capelli infilandogli la canna della .44 magnum nella cavità orale.
    "Sono il tuo boia"
    Sorrise malignamente e premette il grilletto, spargendo sangue sull' asfalto e odore di polvere da sparo nell' aria notturna.
    Missione compiuta. Fuori uno. Avanti un altro.


    E via così, un giorno dopo l'altro, tante vittime senza volto ammassate in un angolo buio della sua mente.
    C'era forse un domani per quelli come lui, come loro? No, nessuna speranza.
    Potevano solo vivere alla giornata, ringraziando un cielo inesistente ogni volta che vedevano un nuovo sole sorgere.
    Ma ora basta ricordi. Torniamo al presente...

    A causa del voluto handicap alla vista non potè vedere l'esito in parte positivo della missione affidata alla spada Mangiapeccati; fu però certo di aver guadagnato un punto mettendo a segno l'attacco principale, di cui ebbe conferma quando avvertì la botta e il formicolio al capo, segnali inequivocabili della buona riuscita della mossa. Se ne compiacque, schiudendo le palpebre quel tanto che bastava per vedere la dama in nero sollevarsi in seguito all'impatto e percorrere una breve distanza in volo. Bestemmiò quando la vide fermare la caduta aiutata dalle sue ali del cazzo, sfruttando poi il loro appoggio per lanciarsi sopra di lui in una spettacolare quanto pericolosa manovra acrobatica.
    Poi venne il sibilo della lama nemica, che sembrò quasi annunciare la sua volontà di vedere il braccio di Rain inerte sul terreno, in una pozzanghera di sangue.
    Ma non glielo avrebbe permesso.
    I desideri animaleschi della ragazza non videro realizzazione alcuna, ostacolati da due fattori di primaria importanza che permisero al giovane di proseguire la giostra marziale senza menomazioni permanenti.
    Il primo era rappresentato dalla protezione che l'avversario aveva già avuto modo di scoprire, mentre il secondo fu uno scatto retrogrado che -coadiuvato dalla solida aura concretizzatasi a fior di pelle- gli permise di ridurre i danni derivanti dall'offensiva nemica, la cui spada si abbattè a filo di lama sulla parte sinistra del torace, disegnandovi una striscia rossa che partendo dalla scapola terminava in corrispondenza dell'ombelico.
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    Il sangue fuoriuscito dallo squarcio schizzò sulla maschera candida, macchiandola di un irreversibile colore vermiglio mentre Rain terminava la sua manovra evasiva circa un metro più indietro della precedente posizione, appena in tempo per osservare il nemico compiere una capriola e posarsi a terra sulle ginocchia flesse.
    Quella vacca aveva fin troppi assi nella manica -pensava serrando nuovamente gli occhi- ed era necessario terminare il gioco il prima possibile. Sfilò la maschera sporca con un gesto teatrale e la gettò per terra sbriciolandola sotto la pressione del piede, poi fu la sua volontà ad agire, sotto la forma di miasma oscuro e maligno: dalle mattonelle immediatamente circostanti la ragazza ebbero genesi due essenze filiformi decisamente troppo cresciute per essere semplici fili.

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    Erano tentacoli, simili a quelli posseduti dai polipi ma spessi e neri come l'anima del loro domatore; si ersero dalla pavimentazione, mostrandosi in tutta la loro spinosa mostruosità.
    Infatti, completamente ricoperti di spine affilate andarono snodandosi per cinque metri, protendendosi l'uno verso la gamba sinistra del bersaglio -all'altezza del ginocchio ancora prossimo al terreno- e l'altro verso il suo braccio armato: ruotando attorno al gomito e poi scendendo avrebbe provato a serrarsi al polso per poi strattonare la vittima verso l'altro tentacolo poco distante, nel duplice tentativo di immobilizzarla e lasciarla in balìa della neonata frusta generatasi in contemporanea dalla mano sinistra di Rain.
    Lo sguardo puntava alle gambe, il braccio era disteso verso il torace avversario, e il tentacolo demoniaco si era proteso velocemente tentando di trafiggere con la sua perforante estremità il corpo della sfortunata, diretto -forse- implacabilmente nello spazio concavo tra un seno e l'altro.
    Bruciava dannatamente quella ferita al petto, ma ancora una volta strinse i denti reprimendo il dolore.
    Mentre il sangue continuava ad irrorare il soprabito d'ebano, chiuse ancora gli occhi e aprì la mano destra, lasciando che la spada cadesse intenzionalmente sul terreno. Poi tramite un rapido movimento della gamba la colpì con il tacco posteriore dello stivale nero, scagliandola una decina di metri più indietro.
    La contemporaneità dell'azione delle sue armi si sarebbe potuta rivelare un potenziale diversivo, tanto da impedirle di accorgersi dei primi due tentacoli se fosse stata concentrata sul terzo sparato dritto verso di lei.
    Non era poi tanto sicuro di ciò, memore di come lei si era accorta della sfera appuntita comparsa alle sue spalle, ma bisognava giocarsele tutte.
    Lui viveva giorno per giorno soltanto per combattere, mentre in quel frangente stava combattendo per sopravvivere, in cerca di quell'eterna emozione che solo uno scontro mortale poteva dargli, la stessa sensazione della quale aveva discusso con il suo rivale Jensen quella sera di tanto tempo prima.
    Meglio approfittarne ora che si era presentata l'occasione, no?

    In fondo non c'è un domani e Rain lo sa bene.
    Ha promesso.
    Giuro che t'ammazzo, fosse l'ultima cosa che faccio in vita mia!





    .:S t a t u s:.
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    Danni riportati: Due lividi nella zona dell'addome, taglio di media entità sul torace. Complice il grande dispendio energetico, la fatica inizia a farsi sentire.
    Stato psicologico: Teso, deciso a vendicarsi.
    Riserva energetica: 50%
    Consumi del turno: Medio + Medio (20%)
    Equipaggiamento: Mangiapeccati (Spada di 1,50 metri; già citata)





    .:Abilità passive:.


    Dark power:Bonus passivo Medio all'attributo forza.
    Improved speed:Bonus passivo Medio all'attributo velocità.
    I am the night:Visione notturna; non emette alcun rumore o odore in condizioni di buio totale.



    .:Tecniche utilizzate:.

    Ten:
    Una buona padronanza di questa tecnica permette all’utilizzatore un controllo sull’aura che riveste il suo corpo, evitando in questo modo la dispersione inconscia e un sensibile e sostanziale incremento della resistenza fisica rispetto a quella di un uomo normale.
    A questo stadio è possibile concentrare l’aura all’interno del proprio corpo, aumentando la resistenza fisica agli urti.
    [Consumo variabile -> Medio]

    Merciless nightmare
    Darkness - L' ombra, contrariarmente a quanto si potrebbe pensare, non è semplicemente qualcosa di immoto e privo di vita. O almeno, per molti lo è, ma non per chi la porta dentro di sè e può liberamente disporre dei suoi orripilanti e malvagi poteri. Un buon conoscitore dei poteri dell' oscurità sa che l' ombra può essere manipolata a piacere, basta esserne in grado. Plasmando il buio è ad esempio possibile animarlo, conferendogli le più svariate forme. Tra di esse una delle più canoniche ed utili si ispira a qualcosa che già di per se è abbastanza disgustoso: tentacoli. I tentacoli creati dal buio hanno sostanzialmente gli stessi utilizzi delle rispettive controparti reali nel mondo animale, ma differiscono molto da esse, sia nell' aspetto che nella potenza. Neri, robusti e artigliati, lunghezza media 5 metri, fuoriescono a piacimento da suolo, oggetti, pareti, soffitto, controllati unicamente dalla mente del forgiatore. Grazie alla loro forma, possono graffiare anche al più piccolo contatto, ma il loro compito principale consiste nell' immobilizzare e stritolare le vittime che capitano nel loro raggio d' estensione. Sono abbastanza forti da essere tranquillamente in grado si sollevare un uomo adulto e trascinarlo in qualunque direzione, possono -ad esempio- scagliarlo in aria e colpirlo ripetute volte. Due tentacoli possono inoltre fuoriuscire dalle proprie mani, trasformandosi in rudimentali fruste.
    [Consumo Medio per 3(tre) tentacoli]

    NOTE: Ho potuto limitare i danni derivanti da "Setting sun" grazie all'attivazione del Ten a livello Medio e allo scatto supportato dal bonus Medio all'agilità, per un potenziale effettivo Alto, attaccandoti poi non appena termina la manovra ipotetica, figurandoti ancora inginocchiato come da descrizione della tech.
    Quanto a "Lady Forlorn": la tecnica è tua, se ritieni che i lividi siano sufficienti allo scopo, così sia; a me non cambia nulla, l'importante è divertirsi e io mi sto divertendo davvero tanto. ;D
    P.S.: le tech che sfruttano le tenebre sono quelle che riportano la dicitura "darkness" prima della descrizione.
     
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  9. Catastrophe
     
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    Arch-nemesis;

    Non è bello, essere sempre il nemico.
    La paura, d'altronde, è una nemesi riconosciuta -la più antica, radicata e maligna: lo avrebbe ammesso lei stessa, lei, che era così lucida e pragmatica, se non fosse stato così tremendamente penoso. Non c'è compassione per i nemici, né pietà concessa: per questo, un nemico non può permettersi di mostrarne a sua volta. In alcune occasioni, ricordava di aver ripercorso questo stesso ragionamento eviscerandolo da un capo all'altro con volontà disperata.
    La volontà disperata di giustificarsi.
    "Non sono cattiva", gracchiava mentalmente in una nota infantile, ogni volta
    che lo faceva -ogni volta che uccideva.
    "Sono solo un nemico." Un nemico naturalmente inteso.
    Altre volte, piangeva. Quella giustificazione non
    era mai abbastanza.


    La polvere li assediava, letteralmente: il loro scontro aveva prodotto un mosaico di faglie e crepacci che disegnava una fantasia irregolare lungo le tegole infrante; da quelle stesse crepe, spirava polvere come il puzzo di denti guasti esala dalla bocca di un vecchio cadavere. Un'immagine consona allo scenario, pensò in un lampo di caustico compiacimento -un'immagine adatta allo scopo. Adatta ad ispirarle un sadismo ancora più impenitente nei confronti di Jurgen Wolf, l'inconsapevole benefattore che gliene aveva fatto dono appena pochi minuti prima. Jurgen Wolf: pronunciarne il nome era naturale. In fondo, i canali di AEnemos li connettevano ad un livello tale da far diventare l'abominio suo padre, sua madre ed il suo migliore amico, portando entrambi ad una comprensione reciproca intima ed indecente; mentre lei poteva sorriderne, tuttavia, gli altri fuggivano -ed erano già fuggiti in tanti. L'eroe mascherato, piacendo alla sua cinica ed inguaribile disillusione, non sarebbe certo stato da meno.
    L'atterraggio fu perfetto, l'esecuzione meno: quando le riuscì di distribuire l'impatto dell'evoluzione dalle piante dei piedi ai calcagni e alle cosce, riconobbe dalla pressione esercitata durante il colpo che questo non era andato completamente a segno. Scivolato, forse, o semplicemente prevenuto. La percezione di quell'incompletezza le scosse la spina dorsale di un brivido di disappunto, tanto intenso da essere visibile attraverso il cuoio del giaco; rimase immobile, quasi simulando una parodica genuflessione, mentre l'altro misurava le sue distanze con intenzioni commiste di paura e cautela. Si tolse la maschera, gettandola via in un cinematico quanto insensato gesto di ribellione; lei lo imitò sfilando il nodo della bandana.
    Non aveva abbastanza cortesia in corpo da mimare anche la ricusa dell'arma, che si svolse di fronte ai suoi occhi come un nonsenso allucinante, forse un miraggio indotto da quella stessa polvere -o almeno, così cercò di dare ad intendere. I sensi archetipici le avevano già bisbigliato di un secondo, maldestro approccio della sua trama oscura: approccio che non tardò a manifestarsi, come da previsione.
    Abbassò lo sguardo su Grindylov, scrutando il volto magro e scavato riflesso dal piatto; quel torneo stava riducendola alla consunzione. Era ora di darci...
    ..un taglio netto.
    Il dubbio di averlo pronunciato davvero era quasi esaltante.
    I viticci le costrinsero una mano e un polpaccio, e lei accondiscese alla stretta con qualcosa di molto simile al garbo: rimase immobile -comicamente immobile- limitandosi ad erigersi in tutta la sua statura. Nuovamente in piedi, reclinò appena la schiena per evitare l'affondo di una terza propaggine, indebolita sino al ridicolo dalla cacciatrice. Il rosso del filo non era mai stato così scintillante.
    Portò la sinistra in avanti e vi caricò il peso, incrociando il braccio armato sull'addome e conficcando di un paio di pollici il cuneo della bastarda nel terreno divelto: la trama eruppe in un fiume di fuoco, e guidò quello stesso braccio in un ascendente che suscitò l'ennesimo nembo di pulviscolo fitto. L'aria era satura, ebbra, irrespirabile: nascondersi fra le sue pieghe ingrigite fu di una facilità imbarazzante. Sarebbe riemersa di fronte a lui, le ali pronte ad avvilupparlo lungo gli avambracci, con la spada inguainata e la mano pronta sul pomolo; un'estrazione rapida, tre flash di luce e colori pilotati verso testa,
    inguine e sterno, poi silenzio.
    In quel silenzio assoluto, una risata bassa e roca
    simile ad un latrato.

    (sei morta.)

    No, mister, no.
    Lasci che glielo dica.
    A quanto pare, è toccato a lei.
    A quanto pare, è toccato a lei.

    Attraverso Catastrophe, l'avatar si disse
    perfettamente concorde.

    ~

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    Fisico ` Ecchimosi e lividi di medio-bassa gravità all'addome. Livido ulteriore insistente sulla medesima regione, di bassa entità. Taglio impercettibile all'altezza della spalla. Moderato affanno.
    Psicologico ` Lucida-Empatia condivisa (odio)
    Riserva ` 40%
    Consumi impiegati ` Basso (5%) + Medio (10%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Scattered//Lost
      Tramite un semplice esercizio di volontà, di quella verso cui l'uomo mediocre ama mostrarsi acidamente disilluso, l'Aenemos può arbitrariamente negare le sue pretese di appartenenza alla 'normalità' che si sforza di simulare abbracciando con vigore la sua natura superumana. Durante il compimento di un movimento qualsiasi, C. sovraccarica i suoi muscoli di un fenomenale impasto di trama ed adrenalina,
      permettendo a questa alchimia inconsueta di far subìre
      all'arto interessato una improvvisa accellerazione, che aumenterà la forza cinetica dello stesso.
      (Consumo Variabile - Basso per potenziare il fendente preliminare)

      The Dividing Line;
      Tecnica di estrazione: portando la gamba destra in avanti e flettendo misuratamente ambo le ginocchia, l'abominio si accinge a sfilare Grindylov dalla guaina in un colpo (o una serie di colpi) geometricamente concepito; quale che sia la sua traiettoria, questo sarà portato a velocità tale e tanto elevata da non risultare, ad occhio critico, più che un segmento di colori eterogenei e continuamente cangianti. E' possibile allineare un massimo di tre colpi consecutivamente, per i quali verrà pagato un adeguato supplemento in termini di concentrazione e fatica.
      (Consumo Medio)

    Note »
      Il rancore del tuo personaggio era tale che, deducendolo empaticamente, ho pensato fosse divertente collegarmi attraverso questo all'avatar dell'odio (Killer-Malice Umbral). Spero che l'escamotage narrativo non ti dispiaccia =)
      Per il resto, poco o nulla da dire: ho considerato "Merciless nightmare" come una tecnica di consumo basso, e pertanto ciascun tentacolo constante di 1/3 basso di potenza intrinseca. Abbastanza da permettermi di schivare -passiva piacendo. Da questo turno in poi, Lady Forlorn cessa di essere attiva.
      Non avendo trovato note al riguardo, ho dedotto che i tentacoli stessi durassero per il singolo turno e non mi impedissero il movimento nel successivo.
     
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  10. • Wicked Shadow
     
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    Nightfall



    Strano pensare che -a volte- il fato manipola gli eventi come e meglio di quanto sono capaci di fare le persone. Strano, ma non più di tanto.
    La sua vita, in fin dei conti, era sempre stata un susseguirsi di eventi catastrofici dominati dal sommo burattinaio poc'anzi menzionato.
    Lui vi si era arreso, sapeva di non poter fare null'altro che adeguarvisi, e così era stato.
    Quando nasci in quella città, il tuo destino è già stato scritto.
    Quello che dicono i depliant turistici di Night city è tutto vero, ma non è tutto.
    In effetti, di luci sfavillanti ce ne sono in abbondanza, ma servono per abbagliarti e farti svoltare all'angolo sbagliato -è molto facile, credimi- e farti ritrovare così nel buio mondo del crimine.
    Certo, la città è piena di musei, ma non esiste un altro posto in cui all'uscita ti perquisiscano dalla testa ai piedi.
    Vendette, ritorsioni e colpi bassi: i campioni mondiali di queste specialità vivono a Night city. Non importa quanta anzianità e fedeltà di servizio tu abbia. Sappi solo che se dovessi inciampare nell'adempimento del "dovere" sarai lasciato a cuocere nel tuo brodo.
    Per riuscire a restare a galla bisogna tenere la bocca chiusa, ma la prova più difficile è sopravvivere alle "attenzioni" di quelli che una volta credevi amici.
    Le aveva passate tutte, e se solo le avesse potute sentire, avrebbe attribuito a queste parole un sostantivo come "sacrosanta verità".
    Poi, un conto è se nasci nei bassifondi e ti guadagni da vivere con furtarelli e spaccio. Un conto è se nasci dentro qualcosa di molto più grande, come il clan mafioso di Roland Wolf. Allora sei fottuto già in partenza, perchè sai che la vita normale non la vivrai, nè la vedrai mai.
    Se nasci primogenito, porterai il nome di Jurgen Wolf. La tua infanzia finirà a sei anni, senza che tu l'abbia mai realmente vissuta, sarai addestrato e trasformato nel miglior killer che l'Organizzazione abbia mai avuto. Dimenticherai il significato della parola pietà, perderai la possibilità di sentire ogni emozione e diventerai sadico, spietato, sarai una macchina di morte senza più uno straccio di identità.
    Poi ti stancherai, fuggirai da quello schifo di città e ti ritroverai in guai anche peggiori. Diventerai un bersaglio mobile, sarai braccato costantemente da persone in cerca di vendetta, rinnegherai il tuo nome e le tue nobili origini. Farai un giuramento di sangue, e forse un giorno tornerai indietro per mettere la parola "fine" sulle ombre del tuo passato, ma quel giorno non arriverà presto, e per colpa di quei fantasmi sarai costretto a soffrire minuto per minuto, solo la rabbia ti terrà in vita e ti accompagnerà costantemente.
    Sarai solo, sempre più solo, te la prenderai soprattutto con te stesso per scelte che altri hanno fatto per te, odierai tutto e tutti.
    Sarai "Rain", un nome vuoto e pregno di risentimento. Sarai l'ombra di te stesso, e non avrai possibilità di scampo: il vecchio Destino, nella sua grande biblioteca, avrà già chiuso il libro che ti riguarda, ma non avrà ancora scritto nulla a proposito della tua dipartita... forse perchè sarai costretto a soffrire per sempre.
    E questo ti farà arrabbiare ancora di più...

    image



    E quello lo faceva incazzare ancora di più: vederla sorridere, fresca come una rosa, come se non avesse nessun problema al mondo. Odiava quelli con la vita perfetta, li odiava perchè non la aveva mai avuta.
    Li voleva uccidere, perchè non era giusto che loro fossero felici e lui non potesse esserlo!
    La ragazza si lasciò avviluppare dai tentacoli senza opporre uno straccio di resistenza, ma lui questo non poteva saperlo; non poteva perchè una nuvola più grigia della città che gli aveva dato i Natali era salita dalla pavimentazione devastata, annullando quasi del tutto la visuale.
    Meglio! Non doveva più temere di incontrare quegli occhi, poteva combattere al meglio, ferite permettendo. Peccato che appena li ebbe aperti le pupille vennero assalite dal pulviscolo, che causò loro una lieve lacrimazione e le fece sparire nuovamente dietro il muro delle palpebre.
    Puntò saldamente i calcagni sul terreno e divaricò appena le gambe, assicurandosi un equilibrio pressochè perfetto. Quando ritirò il tentacolo generato dalla sua mano sinistra, esso tornò indietro verso di lui, ma non era solo. Lo stava accompagnando una spada fin troppo nota.
    Veloce quel fendente, persino più di lui; quando il viticcio nero scomparve dentro il palmo della mano un'altra striscia di sangue macchiò una delle poche mattonelle sopravvissute integralmente.
    Era andato a segno, portandosi via un pò di pelle dalla guancia e una buona parte del lobo dell'orecchio destro. Il collo non fece la stessa fine solo perchè lo aveva reclinato verso l'esterno, avvertendo una possibile minaccia che si era poi rivelata reale, ma lo spostamento d'aria causato dall'affondo e il guizzo argenteo proveniente dai meandri della nube lo avevano segnalato chiaramente.
    Il seguito fu quasi spontaneo: piegò le gambe e abbassò il busto, spostando il proprio peso verso sinistra e facendo così in modo che, a seguito di un'altra torsione del busto, i successivi colpi ferissero il vuoto.
    Rimase praticamente fermo dove era, oramai ben poco gli importava; era ora di terminare la favola in modo definitivo. E per rendere possibile un simile desiderio, avrebbe avuto bisogno di un "piccolo" aiuto: quello delle tenebre di cui era padrone.
    Raccolse le energie residue e allontanò la mano ormai rossa dalla ferita sanguinante del viso. Poi allargò le gambe e spalancò le braccia verso il cielo, mimando una disperata richiesta d'aiuto. Era la verità.
    "Faccio appello alla Tenebra".
    Pronunciò le parole a voce bassa, quasi inudibile.


    image


    "Dammi ogni oncia del tuo potere!"
    Urlò, e lo fece con quanto fiato aveva in gola.
    Difficile dire quanti secondi passarono: uno? mezzo?
    Sul luogo della disputa calò il sipario, con probabile grande disappunto degli spettatori.
    Il miasma di un buio innaturale abbracciò la parte centrale dell'arena, divorando il sole all'orizzonte e cancellando i confini. Notte, tenebre, disperazione. Silenzio.

    Si trovavano in mezzo ad un buio fitto, opprimente, palpabile. Attorno a loro soltanto urla disumane e pianti ininterrotti: quel luogo era parte del subconscio di Rain; quelle voci erano le grida delle sue vittime. Donne, bambini, gente di ogni razza o età, o altro ancora.
    Nessuno eccetto chi l'aveva evocata poteva vedere -o anche solo resistere- in mezzo a quel buio che altro non era se non l'emanazione della sua aura oscura.
    E nessuno poteva avvertire la presenza di chi l'aveva chiamata. Si ricordò di come esperti esercitanti dell'auspex erano stati incapaci di udirlo, o sentire l'incedere dei suoi attacchi, perchè rinvenivano tracce della sua essenza in tutta l'area.
    Se quella ragazza poteva padroneggiare qualche dote del genere come gli era parso di capire, sarebbe rimasta davvero delusa.
    Coperto totalmente dalla coltre di tenebra cercò di allontanarsi di almeno sette-otto metri, correndo al massimo della sua velocità e pensando intensamente alla spada depositata sul terreno poco distante. Desiderava che si muovesse, anzi, la vedeva già infilata nella schiena del nemico.
    Abbandonarla al terreno, pochi minuti prima, non era stata un'azione priva di senso come si potrebbe pensare. Era, al contrario, perfettamente calcolata.
    La spada Mangiapeccati si mosse, sollevandosi dalla sua posizione e galleggiando nell'aria.
    Lei non poteva vederla, non poteva sentirla: questa volta non avrebbe fallito.
    La lama si "distese", sempre a mezz'aria e parallelamente al terreno. Si appoggiò quasi al suolo e forte di una spinta invisibile iniziò a viaggiare, veloce come un proiettile di pistola. Solo cinque metri al bersaglio: la parte terminale della schiena nemica. Se si fosse infilata in fondo alla colonna vertebrale a quella velocità, le avrebbe impedito di camminare, forse, per il resto dei suoi giorni.
    Quattro metri.
    Tre.

    La punta si alzò leggermente e l'intera arma proseguì diagonalmente la sua corsa sfrenata. Pochi istanti, e l'agognato contatto tra carne e acciaio avrebbe avuto luogo.
    Con esso, forse, la fine della giostra.
    E pensare che probabilmente le basterebbe un attimo per salvarsi la vita.
    Ma si sà, gli attimi hanno il brutto difetto di durare solo un attimo.





    .:S t a t u s:.
    image
    Danni riportati: Due lividi nella zona dell'addome, taglio di media entità sul torace. Ferita di livello Medio-Basso al lato destro del volto. Affannato, quasi al limite delle proprie forze.
    Stato psicologico: Desideroso di porre fine allo scontro. Nervoso.
    Riserva energetica: 20%
    Consumi del turno: Alto + Medio (30%)
    Equipaggiamento: Mangiapeccati (Spada di 1,50 metri; già citata)





    .:Abilità passive:.


    Dark power:Bonus passivo Medio all'attributo forza.
    Improved speed:Bonus passivo Medio all'attributo velocità.
    I am the night:La grande affinità che Rain ha con il buio, suo elemento principale, si traduce in un gran numero di vantaggi che può sfruttare in condizioni di scarsa illuminazione. Innanzitutto, egli è in grado di vedere come se fosse giorno. Anzi, si potrebbe dire che le tenebre, in un certo senso, sono i suoi occhi. In secondo luogo, quando si trova al buio totale, e solo e soltanto in quelle condizioni, la sua presenza non può essere avvertita dai sensi, tatto escluso. Nemmeno da quelli iper sviluppati.
    Sarà quindi in grado di muoversi con passo felpato anche se starà correndo, considerato che sarà come se il buio stesso cercasse di coprirne i rumori. Lo stesso dicasi per eventuali odori personali.



    .:Tecniche utilizzate:.

    Twilight zone:
    Perchè limitarsi ad animare il buio quando è possibile evocarlo creando una "camera oscura" nell' accezione più letterale del termine? Fare ricorso ad una tattica di questo tipo può concedere vantaggi non indifferenti in battaglia, considerando che il domatore dell' oscurità può muoversi con la massima disinvoltura nelle tenebre più fitte. A seguito di un grande sforzo concentrativo, il buio più fitto e indissolubile cala su un' area di 20 metri quadri, inghiottendola nella "zona del crepuscolo". All' interno di questa area, ora più simile ad una stanza, il buio è fitto e quasi palpabile, vengono a mancare i punti di riferimento con conseguente difficoltà di equilibrio e nausea, la visibilità è completamente azzerata, e non è possibile recuperarla nemmeno facendo ricorso a fonti di illuminazione naturali o artificiali. Trovarsi nella "zona del crepuscolo" può essere estremamente disturbante per un essere umano: le urla strazianti di dolore che si odono in questo nefasto luogo e il forte odore di sangue inibiscono le capacità combattive, portando l' avversario sull' orlo di una crisi psicologica, dalla quale potrebbe non riprendersi più. Inoltre, essendo il buio un' emanazione dell' aura di Rain, è azzerata anche la visibilità dell' auspex.
    [Consumo Alto ]

    Simbiosi
    L' arma è controllabile dalla mente del suo detentore, che può deciderne arbitrariamente i movimenti anche se la suddetta si trova lontana da lui, fino ad un massimo di 10 metri di distanza. Può sollevarsi in alto mulinando nell' aria come fosse dotata di vita propria e muoversi indipendentemente dai movimenti di chi la impugna. Come già accennato, l' unica cosa in grado di interrompere la simbiosi mentale è la distanza. [Durata 1 turno, consumo variabile a seconda del tipo di movimento.]
    [Consumo Variabile -> Medio]

    NOTE: Grazie al bonus passivo Medio, ho potuto evitare i due successivi fendenti, equivalenti ad 1/3 di un Medio. Il resto è piuttosto chiaro, così come è chiaro che complice il tempo e le energie siamo alle battute finali =/
    Ho fatto un post lampo perchè spero in una ultima risposta, visto che il tempo stringe e mi dispiace dover lasciare le cose a metà.
    Comunque vada, grazie per il bel duello. =)

    EDIT: Corretti errori di battitura.


    Edited by • Rain - 7/5/2009, 21:13
     
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  11. Catastrophe
     
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    Greetings from above;

    Nel suo intimo si dilatò un grido mentale, tanto lacerante da portarla alle lacrime; il primo affondo andò a segno, lasciando a testimonianza di sé una voragine dove poco prima esisteva il lobo dell'orecchio sinistro. In quel momento, la pena dell'uomo acuì il suo risentimento in maniera tale da renderlo doloroso, quasi fosse una grande luce abbacinante accesa dopo anni di completa, inconsapevole oscurità. L'intensità del suo odio la lasciò stordita, tanto da rendersi appena conto che quello le si era sottratto, arrancando verso la spada che si era negato lui stesso: poche parole, delle quali riuscì a discernere a malapena il labiale, poi buio -e mentre la silhouette del nemico si sfumava sino a perdere i contorni in un nero assoluto, parlò anche lei; solo più tardi, registrò di non averne mai avuto l'intenzione.
    "Va bene, campione." ringhiò con un baritono sepolcrale, quasi stesse
    liberando una innominabile oscenità. "Abbiamo capito che sei splendido -ma non abbastanza."
    Una forza invisibile guidò il filo di Grindylov sino ai legamenti della spalla sinistra, stringendola fra l'ascella e il costato in una morsa stretta. Uno strattone, ed un fiotto di sangue denso come catrame partì dall'articolazione per poi ruscellare inerte lungo il fianco, fino ai lombi e ai polpacci; ad accompagnarlo, solamente un verso soffocato e patetico, nel quale si distingueva appena un'imprecazione sottintesa.
    Cosa credi di fare, idiota?
    "Oh no, Cat, te ne prego. Non adesso."
    E dal suo petto si partì un lampo di autentica luce, intenso ed insopportabile come il sentimento del suo congiunto empatico; per un istante, la cappa venne cancellata come da un colpo di spugna, e l'abominio incrociò lo sguardo di cento e più spettatori sbigottiti e prigionieri di una stolida, stupida sorpresa. Quando il flash si esaurì, il loro cielo d'inchiostro si era ingentilito in una patina ocra semitrasparente, che permetteva di scorgere -seppur non con la massima chiarezza possibile- il quadrato bianco dell'arena da combattimento.
    Si maledì in silenzio, premurandosi di imprimere abbastanza fiele perché l'avatar ne rimanesse scottato, e lo lasciò proseguire.
    Ebbe l'istinto basso e fondamentale di voltarsi, e lo assecondò di buon grado: nella rivoluzione, i capelli si scossero in un turbine biondo-castano e si invischiarono negli umori che impantanavano il fianco del giaco, rimanendo appiccicati in una rivoltante pasta rossiccia.



    La lama colpì al centro esatto del ventre, incuneandosi fra fegato ed intestino: srotolò lungo il suo tragitto un bruciore lancinante e dolciastro, un odore di cose già morte condito dalle nefandezze più crudeli -e lei sì, che le conosceva bene.
    Alzò lo sguardo -ancora, e trattenne la spada.
    La destra si portò sulla spalla corrispondente, poggiando la cacciatrice in obliquo lungo la base del collo in un gesto paradossalmente disteso e disinteressato. Pochi secondi di stasi, e puntò il cuneo
    in direzione del colpo subìto.
    "Ah, signor Wolf."
    Appena un sussurro, simile al sospiro di un morto.
    Le labbra si tesero in un sogghigno allucinato.
    "Non appena fai tappa al Tartaro, salutami papà."
    E la Trama esplose in una folgore d'argento e perla, manifestandosi
    nella sua componente fondamentale.
    Pura.Potenza.Distruttrice.

    - Non sono cattiva, davvero. -
    "Ma no, Cat, no. Ti capisco. Come me, sei solo una persona che
    sa come divertirsi.
    "

    ~

    SPOILER (click to view)
    image
    Status »

    Fisico ` Ecchimosi e lividi di medio-bassa gravità all'addome. Livido ulteriore insistente sulla medesima regione, di bassa entità. Taglio impercettibile all'altezza della spalla. Legamenti del braccio sinistro reciso, grave ferita all'addome. Svenimento incombente.
    Psicologico ` Lucida-Empatia condivisa (odio-killer)
    Riserva ` 20%
    Consumi impiegati ` Alto (20%)
    Grindylov ` Impugnata (Mano dx)


    Equipaggiamento »
      Cacciatrice di Cuori ~ Grindylov.

      Quella cassa, ovviamente, non conteneva solo uno spiritoso messaggio beneaugurale:
      nascosta in un groviglio di paglia secca ed avvolta da un panno morbido, in quel legno spugnoso era conservato
      qualcosa di inaspettatamente piacevole, di quegli oggetti che rapiscono la vanità di un uomo e la esasperano fino ai ridicoli estremi. Una spada ad una mano e mezza - bastarda, lucidissima e priva di scalfiture, dal dorso così liscio da parere ancora fresca di forgia. Centoventi centimetri, guardia compresa, l'arma contava un'elsa spartana ma non priva di un suo fascino sgraziato, volutamente disegnata con una geometria tagliente e modesta perchè progettata per sfigurare di fronte al corpo della spada - novanta centimetri di doppio filo, sbalzata con cortesia lungo la base ed incisa pazientemente nei pressi del cuneo - temprata in una insolita ma interessante lega borgogna.
      A dispetto delle dimensioni importanti, il peso di questo ghiotto regalo anonimo è contenuto, cosa
      che lo rende più che bendisposto verso ogni tipo di stile ed impugnatura.
      Caratteristica inquietante del manufatto è non tanto il colore insolito della lama, quanto il calore costante che promana dal filo e dal manico, sobillando la sinistra impressione che l'acciaio della cacciatrice nasconda un intimo segreto, pulsante,
      quasi un minuscolo cuore fra rostri affilati. Il fodero è in argento e pelle di daino, punteggiato di rubini esagonali
      che concorrono a disegnare una lunga teoria di glifi iridescenti.
        Heroesbane :: E' nemesi, è antagonista, è una sintesi di metallo e morte di quanto viene più comunemente inteso come 'male mortale', nera come e più del suo unico cavaliere possibile. Grindylov non è arma su cui giocare di rima, né su cui tessere canzoni eleganti: il suo taglio non produce faville d'acciaio, ma viscidi fiori purpurei. La sua è una creazione crudele, una creazione che insegna come gli eroi cadano come e meglio degli altri uomini: quando impugna la cacciatrice, l'AEnemos si fregia di una forza tale da mitigare la potenza enfatica di qualsiasi mito. Lo sposalizio empatico fra spada e braccio si è col tempo scoperto così importante da permettere all'arma di crescere con la sua proprietaria, assecondando così le esigenze del suo fisico quasi fosse un provvido e mortale simbionte: ogniqualvolta si farà ricorso ad una tecnica di potenziamento più o meno esteso nei due turni successivi all'attivazione, il dono ne prolungherà l'effetto di un turno addizionale, decurtandone tuttavia l'efficacia di un livello di consumo. (abilità attiva - Basso; attivata in maniera inconscia, complice l'eccesso d'ira.)
        Horror Oath :: (amplificazione metamagica della seconda abilità
        compresiva de 'Bliss and Horror', attiva fintantoché la spada è sguainata.
        )

    Abilità impiegate »
      Bliss and Horror
      (lettura dei movimenti avversari ed aura di terrore focalizzantesi attraverso lo sguardo.
      Abilità passive, sempre attive
      )
      ------
      AEnemos Wings

      Glauche ed evanescenti come finimenti fantasma di perla e argento, due propaggini filiformi
      di Trama cruda si partono dall'innesto delle scapole dell'Abominio circondandolo per tutta la sua lunghezza, delicate
      come amanti e forti quanto la nemesi di una vita intera. Queste sono disciplinate secondo l'umore del loro stravagante proprietario, e rimangono educatamente quiescienti se questi versa in uno stato emotivo non travagliato, trascolorando
      sino alla trasparenza; nel momento in cui C. dovesse manifestare la sua natura intrinseca, tuttavia, questi
      riacquisterebbero immediatamente piena consistenza, comportandosi a tutti gli effetti come
      un'appendice supplementare ed intelligibilmente controllabile. Essendo le ali di Ænemos
      parte integrante del suo stesso organismo, queste si muoveranno alla sua stessa velocità d'azione e con le medesime capacità
      di un arto ordinario, comportandosi come tale anche in relazione ad attacchi
      a distanza ed attacchi a contatto.
      (Essendo le ali costrutti simbiontici di pura trama, questi non sono soggetti alla trasmissione di imput
      quali dolore fisico o qualsivoglia attacco a contatto avente oggetto
      l'organismo del suo possessore. (abilità passiva)

    Tecniche »
      Shamandalie (never forgotten your eyes);
      Feroce usufrutto della magia cruda cara all'organismo dell'abominio, che consiste nel liberarne una nutrita porzione tutta in una volta creando così una cupola abiurativa di sostanza iperconcentrata: stringendo il pugno fino allo spasimo per poi fendere il vuoto in un gesto secco, quasi a riprova di una volontà di morte, dal petto stesso dell'AEnemos esplode una
      autentica tormenta di pura Trama, non diversa da una luminosa entità senza corpo dai contorni approssimativi. Nel suo incedere inarrestabile, questa sopprime qualsiasi altra forma di energia esistente nel perimetro da lei interessato, che questa sia magica, naturale, psionica o spirituale; solo lei medesima eccepisce da questa improvvisa bonifica, lasciando dietro sé terra bruciata e manciate di polvere a grottesca testimonianza di quanto la sua escursione ha preteso.
      Corollario: per quanto non sia un'alternativa semplice -e men che meno desiderabile, esiste un secondo metodo da surrogare al compimento ordinario di questa tecnica: infliggendosi volontariamente una ferita fisica di media entità, l'abominio è in grado di dar sfogo ad una manifestazione analoga, per quanto (ovviamente) di efficacia inferiore rispetto alla creazione tramite consumo (potenza Media)
      (Consumo Nullo - Corollario)

      Dire Inferno;
      Convogliando un picco di trama ridicolmente alto su di una ben definita estremità, l'abominio vibra un colpo casuale direzionandolo verso una superficie predeterminata, premurandosi tuttavia di arrestare il compiersi del colpo stesso a pochi millimetri dal suo bersaglio ideale; trascorso appena un secondo di stasi, dal punto d'impatto si parte una autentica, terrificante deflagrazione di pura energia, propagantesi in una direzione prescelta come in tutte secondo criteri indiscriminati (decurtando tuttavia così la sua potenza intrinseca). Rocce, uomini e detriti verranno trattati da questa alla stregua di patetici ammenicoli, e scaraventati lontano come si conviene loro: se la zona da cui l'esplosione si manifesta corrisponde ad una parte del corpo avversario,
      i danni prodotti saranno considerevolmente gravi. Il raggio della tecnica non è inferiore agli otto metri totali.
      (Consumo Alto)

    Note »
      Ho scritto il post di getto, quindi mi perdonerai eventuali strafalcioni sparsi: dovendo partire domani per il milanese ma volendo dare comunque una conclusione dovuta e meritata al combattimento, mi sono costretto a postare questa sera stessa. Naturalmente, per quanto io abbia smorzato il potenziale della tua tecnica con "Shamandalie", la lettura dei movimenti mi ha solo permesso di voltarmi e ricevere il colpo in maniera frontale -solo, non inappellabilmente mortale. La presa della mano sinistra sulla spada è per lo più velleitaria, visto che ho volontariamente reciso i legamenti del braccio corrispondente, ed al più una soluzione scenografica.
      Un bel duello, ed una sorpresa: i miei complimenti. =)
     
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  12. • Wicked Shadow
     
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    User deleted


    Perdition

    Force your way


    Cosa dicevamo prima?
    Ah, sì. Strano, il destino. In un modo o nell'altro si prende sempre gioco di te.
    Non importa quanto tu ti sforzi per impedirlo: Lui ci riuscirà sempre, come in questo caso.
    Non è semplice dire con certezza chi dei due fosse stato l'obiettivo del Suo giocare.
    Forse lui, forse lei, forse entrambi o forse nessuno.
    E' difficile dirlo perchè nonostante le apparenze, i giochi erano tutt'altro che faits.

    La puttanella non diede segni di particolare sorpresa quando si ritrovò nel bel mezzo di quell'oscurità pressante e vibrante. Al contrario, era in qualche modo riuscita a dissolvere -almeno in parte- la cappa di tenebra; sul momento, quando la vide infliggersi quella ferita piuttosto grave, credette di avere un'allucinazione bella e buona.
    Ma in realtà quel taglio autonomo servì a ben altro, più precisamente a dissipare parte del buio sovrannaturale.
    Il suo buio.

    Restò a guardare lo svolgersi della scena, sogghignando nonostante il dolore delle ferite e la fatica senza eguali.
    Si era dimenticata di un piccolo particolare: una spada enorme, composta di puro acciaio e fredda tenebra, che stava letteralmente volando verso di lei, impugnata da mani inesistenti.
    Era solo la prima parte: in caso di esito positivo, il vero attacco finale sarebbe giunto dopo.

    SI!
    Un centro perfetto, o quasi. Solo la direzione di ingresso era sfuggita alle sue più rosee previsioni. Ben poco importava: con una spada del genere infilata direttamente nell'addome, sarebbe stato un miracolo se fosse rimasta in piedi.
    Fece di più.
    Disse qualche parola, che Rain nella foga dell'epilogo non riuscì a comprendere.
    Poi, la deflagrazione.

    Semplicemente devastante, imprevedibile.
    Colto totalmente alla sprovvista e grazie alla complicità della stanchezza, non fu in grado di concretizzare una difesa efficace come avrebbe potuto essere l'"armatura" d'ombra.
    A dire il vero, non riuscì a fare proprio nulla, e nemmeno ne ebbe la voglia.
    L'eccitazione per la battaglia era svanita del tutto con l'avvicinarsi della sua conclusione; Rain tornò ad essere il freddo disinteressato-menefreghista che era sempre stato.
    Tutto in un attimo: vide la bordata energetica avvicinarsi. Piegò le gambe. Saltò. E venne spazzato via.

    Compì una breve evoluzione in aria, prima di atterrare sul quel terreno che era rimasto vittima della loro stessa furia distruttiva.
    Il salto, fortunatamente, gli aveva permesso di salvarsi dalla vita in sù. Quando atterrò e tentò di muovere le gambe non ottenne alcuna risposta. Non era svenuto, anche se il dolore era stato tale da privarlo della capacità di ragionamento durante tutto il volo. Un'acrobazia aerea di cinque metri con tanto di capriola, per essere precisi.
    Tentò ancora, bestemmiando. Nulla, nessuna risposta. Andate completamente.
    Privo della capacità di usare gli arti motori, non poteva più fare granchè. E poi, il dolore lancinante glielo avrebbe impedito in ogni caso.
    Il ragazzo rimase steso supino, inebetito dagli impulsi che il cervello gli mandava. Le gambe erano state praticamente bruciate, annichilite. Dal poco che era rimasto dei pantaloni si poteva tranquillamente intravedere la viva carne sanguinante che li bagnava.
    Stava per perdere i sensi, forse la vita. Toh, stavolta hai vinto tu, vecchia stronza pensò rivolto alla Morte. Probabilmente, aveva sbagliato a muovere qualche pedina. Difficile muoverle quando la scacchiera è distrutta, no? E allora, come sempre, poteva giustificarsi con sè stesso.

    Invece, in quegli attimi in cui vide il cielo perdere profondità e la vista venire meno, la sua testa mise a fuoco le ultime parole dell'avversario.
    "Ah, signor Wolf. Non appena fai tappa al Tartaro, salutami papà."

    Wolf? Papà?
    La vista tornò nitida, le pupille furono di nuovo grigie. O meglio, nere.
    Poteva sentire il cuore battergli rumorosamente nelle orecchie.
    Non sapeva come quella sconosciuta potesse conoscere il suo cognome, o come potesse sapere che tipo di rapporto lo legava a suo padre. Ma che gli importava... lei aveva appena commesso l'ultimo errore della sua vita.
    Nessuno, nessuno e ancora nessuno poteva anche solo nominare quel cognome.

    Nell'aria si sollevò un grido disumano, scaturito dall'unione della sofferenza e della furia più rabbiosa che avesse mai provato.
    Gli diede la forza di muovere gli occhi, di fare scorrere la nuca sul terreno finchè essi non si incontrarono con la figura capovolta del condannato a morte. Sanguinava e ansimava, esattamente come lui. E ancora conficcato nel suo ventre c'era il tramite, il suo certificato di morte.
    Prima di perdere i sensi pensò intensamente alla sua spada, installando nella sua mente l'immagine dell'arma che ardeva di fuoco ultraterreno, capace di causare un dolore in grado di trascendere il limite della semplice sofferenza fisica. Si immaginò la troia che urlava, piegandosi e contorcendosi per il male estremo che la bruciava dall'interno. Era tutto frutto del suo desiderio, ma sarebbe bastato a renderlo realtà.

    "Crepa!"


    Sibilò, con l'ultimo filo di voce.
    A meno che qualcuno molto volenteroso non glielo avesse raccontato l'indomani, Rain non avrebbe mai saputo cosa accadde dopo.

    Chiuse le palpebre, nella testa un turbinìo di pensieri scollegati. Passò un secondo, e chiuse anche gli occhi della mente. Il cuore rallentò i battiti, e le grida del pubblico in fibrillazione si fecero sempre più lontane.
    Alzati!
    Alzati!
    Alzati!
    Alzati!
    Alzati!
    Alzati!

    Silenzio.


    image





    .:S t a t u s:.
    image
    Danni riportati: Due lividi nella zona dell'addome, taglio di media entità sul torace. Ferita di livello Medio-Basso al lato destro del volto. Escoriazioni e bruciature alle gambe per un totale di Alto.
    Stato psicologico: Inerte.
    Riserva energetica: 10%
    Consumi del turno: Medio (10%)
    Equipaggiamento: Mangiapeccati (Spada di 1,50 metri; già citata)





    .:Abilità passive:.


    Dark power:L' umano oscuro possiede una grandissima forza fisica, a prescindere dallo stato psicologico in cui si trova. Ciò significa che la propria forza equivale a quella di un uomo molto vigoroso e allenato. Si è in grado di frantumare tavole di legno anche di 10 o 20 centimetri, e si possono spiccare salti normali di un metro e mezzo d’altezza.Si è in grado di incassare pugni al pari di un pugile dei pesi massimi professionista, è inoltre possibile correre a velocità sostenuta per parecchi km senza stancarsi al pari di un maratoneta. [+50% frz] (Utilizzata per il salto)
    Improved speed:Bonus passivo Medio all'attributo velocità.
    I am the night:La grande affinità che Rain ha con il buio, suo elemento principale, si traduce in un gran numero di vantaggi che può sfruttare in condizioni di scarsa illuminazione. Innanzitutto, egli è in grado di vedere come se fosse giorno. Anzi, si potrebbe dire che le tenebre, in un certo senso, sono i suoi occhi. In secondo luogo, quando si trova al buio totale, e solo e soltanto in quelle condizioni, la sua presenza non può essere avvertita dai sensi, tatto escluso. Nemmeno da quelli iper sviluppati.
    Sarà quindi in grado di muoversi con passo felpato anche se starà correndo, considerato che sarà come se il buio stesso cercasse di coprirne i rumori. Lo stesso dicasi per eventuali odori personali.



    .:Tecniche utilizzate:.

    Anima ardente:
    Altra peculiarità della spada è quella secondo la quale essa può fungere come tramite tra l' energia del possessore e l' esterno. Immettendo la quantità desiderata di energia oscura nell' arma, essa pare incendiarsi anche se -ad una occhiata più attenta- quelle che circondano la lama e ardono crepitando attorno alla sua superficie non sono "fiamme" nel vero senso della parola. E nemmeno ombre. Fuoco nero come la notte e altrettanto letale -Semplice manifestazione dell' aura oscura- è in grado di danneggiare al minimo contatto lasciando profonde escoriazioni e piaghe.
    [Consumo Variabile -> Medio ]

    NOTE: La passiva "Dark power" unità al bonus all'agilità mi ha permesso di compiere il salto che ha reso possibile salvare la parte superiore del corpo. Il danno derivante dalla tecnica non è comunque stato ridotto, ovviamente, concentrandosi interamente sulle gambe e annichilendole.
    Con le ultime energie, ho scatenato l'assalto finale, ovvero la combustione della spada.
    Purtroppo non c'è tempo, ma conto di poter finire la scena dopo la pubblicazione dei giudizi.
    Grazie ancora e complimentoni anche a te. ;)
     
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    Narrazione: 3,5 + 3 + 3 = 3.16
    CITAZIONE

    Scopro un lieve miglioramento rispetto allo scorso turno; il narrato scorre piacevolmente sotto gli occhi del lettore, aiutato anche dalla struttura ariosa dei paragrafi, grazie ad una maggiore coesione e naturalezza dell'insieme. Gli spaccati psicologici di Rain sono più vividi, interessanti, e, per dirla tutta, credibili. Attenzione però a non inciampare nei cliché più triti e scontati quando si parla di "tenebre interiori" et similia, perché un errore del genere può far precipitare nell'assoluta banalità anche i brani più ispirati. Invece di un approccio freddo, incolore e poco coinvolgente come "Dovette fare un altro grande sforzo per dominare le sue tenebre interiori", per esempio, non sarebbe molto più incisivo lasciare che sia lo spettatore stesso ad intuire il problema tramite indizi seminati nelle azioni e nei pensieri del personaggio? O bisogna proprio ridurre un dissidio così grave ad un semplice e lapidario "fare un altro grande sforzo per dominare le sue tenebre interiori", eccitante quanto un libretto di istruzioni? Se rigiro il coltello nella piaga -notare bene- è perché mi secca alquanto vedere uno scrittore che spreca il suo potenziale o lo dirige verso l'obiettivo sbagliato, non certo perché mi piace mortificare la gente a caso. Il giocatore infatti ha diverse ricadute nello stile didascalico che gli era già stato criticato in precedenza, soprattutto quando insiste in modo superfluo sulle "voci dal passato" udite dal suo personaggio: in qualità di narratore, aggiungere pezzi con funzione informativa ("Voci dal passato, frasi rivolte a lui o riguardanti lui, che si susseguivano senza un ordine logico e senza sosta nella sua mente. Volevano farlo impazzire. Volevano che ne uscisse matto, da quella battaglia interiore.") dopo un momento intenso come quello della diretta rievocazione dei ricordi sepolti ottiene soltanto di appiattire il tono complessivo del racconto. Lo spettatore non ha bisogno di sentirsi spiegare che le voci vengono dal passato e vogliono far impazzire il protagonista, perché ciò si evince chiaramente dai vari flashback (che in tutta onestà sono anche più appassionanti) senza che l'autore debba intervenire dall'alto della sua onniscienza per fare luce su questo punto. Rimarcare ulteriormente il concetto con una didascalia travestita da descrizione è ripetizione, e perciò inutile, se non addirittura dannoso. Suggerisco un buon lavoro di forbici alla fine della stesura dei post per eliminare ogni ridondanza.


    CITAZIONE

    Dopo un primo post ben strutturato, ci si trova innanzi a una spiacevole serie di risposte dispersive e, spesso, stilisticamente discutibili. L'utente fa delle scelte colloquiali lungimiranti all'interno del narrato, che però spesso giocano l'effetto contrario di quello desiderato, facendo storcere il naso al lettore e suonando come tristemente fuori luogo. Alcune originalità innovative, ed altre deludenti: Il narrato è senza ombra di dubbio un frutto in maturazione, che va ancora curato e elaborato con attenzione.
    L'interpretazione del personaggio è invece molto buona e giustamente approfondita ma, spesso, brutalmente ostacolata da alcune mancanze - o virtuosismi esagerati - dell'utente. Non pretendere troppo dai tuoi post e saranno sicuramente migliori.


    CITAZIONE

    - 1° post: Stile di scrittura è semplice, sintetico e chiaramente leggibile; sporadiche scelte opinabili di punteggiatura, che macchiano il ritmo narrativo, insieme a qualche ripetizione, presente ma sorvolabile.
    Buonissima scelta interpretativa, soprattutto nella camminata verso il ring: di solito, si scende nel banale, ma Rain non l'ha fatto.
    - 2° post: Riprende lo stile di scrittura tipico del primo post. Avrei preferito una scelta coraggiosa ed un tentativo di allentare la narrazione, almeno prima dello scontro dove i ritmi descrittivi sono effettivamente stretti.
    - 3° post: Scrittura confusa, forse per l'impreparata gestione di un'emozione come la paura, la quale ritengo non possa essere descritta istantaneamente.
    - 4° post: Nessun appunto da muovere.
    - 5° post: Forse nella foga di chiudere uno scontro dal quale traspare divertimento, il personaggio si perde un po' in interpretazione, ma la scrittura è rilassata più del solito. In linea con i post precedenti.
    Non mi piace l'edit, ma ci si può passare sopra, visto il perchè della frettolosità nel postare.


    Strategia: 3.35 + 3 + 3 = 3.116
    CITAZIONE

    - 2° post: Azione strategica nella norma.
    Nota personale: non è bello dover leggere la parte tecnica, che è di SUPPORTO, con una scrittura in [size] pari a "-50".
    La vista serve a tutti, cerchiamo di non rovinarcela.
    - 3° post: Azioni non totalmente chiare, la confusione potrebbe altamente far crollare le chance di compire la sequela pensata dall'autore del post.
    Considerata l'altezza dei due personaggi, trovo quantomeno avventato tuffarsi in una testata: esporre la schiena e il corpo così è veramente pericoloso.
    - 4° post: Avrebbe potuto giocare un po' più sulla distanza, oramai giunti al 4° post. Il personaggio possiede i mezzi per farlo, e sarebbe servito magari per scoprire di più l'avversario.


    CITAZIONE

    Nel primo post attivo, la spaventosa eccedenza di azioni purtroppo mi toglie la possibilità di commentare positivamente lo stratagemma della nebbia e delle stoccate utilizzate come diversivo. Rain scaglia un'onda d'urto, corre per una decina di metri, lancia un'altra tecnica, tenta una combo di tre attacchi con la spada e per finire -cosa ben più grave- si ritira in modo autoconclusivo, affermando di arretrare con tre salti (che coprono magicamente la distanza iniziale, sempre dieci metri) ancora prima di conoscere la reazione avversaria. Dopodiché, forse non contento, ci ripensa ed indietreggia di altri due metri. Mi dispiace, ma il bonus passivo in velocità non può giustificare un'esagerazione così evidente. In primis, le mosse sono decisamente troppe; in secondo luogo, il giocatore avrebbe dovuto come minimo aspettare il turno successivo per ritirarsi e tornare al punto iniziale. E se il suo opponente fosse riuscito in qualche modo a sottrargli la spada o a bloccarla? Con la sua autoconclusività, Rain gli ha tolto ogni opportunità di provarci.
    Adeguata la difesa col Ten nel secondo post attivo, dato che non credo che mentre si è in preda al terrore si possa concepire una mossa più elaborata. La testata, tuttavia, mi lascia parecchio in dubbio: non mi sembra una pensata molto furba contro una persona armata. La descrizione dell'attacco con la spada inoltre è terribilmente confusa.
    Saggia -ma tardiva- la scelta di evocare l'oscurità sul campo di battaglia, perché avrebbe potuto avvalersi dei relativi bonus passivi, anche se alla fine (stranamente) decide di non farlo, preferendo un attacco telecinetico con la lama.


    CITAZIONE

    Anche nel tuo caso trovo una migliore attitudine alla fase offensiva a discapito di una discutibile fase difensiva. L'utilizzo delle tecniche del personaggio, purtroppo, sembra una scelta fatta alla rinfusa così da infliggere più danni possibili, senza alcuna coerenza o lungimiranza: Riesci però ad infliggere comunque i danni che devi e ad organizzare strategie interessanti limitatamente ai singoli post.


    Sportività: 3 + 3 + 3.25 = 3.08
    CITAZIONE

    Buona. Alcune scelte discutibili, ma giustificate dai potenziamenti passivi del personaggio. Affronti le situazioni con coerenza e realismo, ma spesso sembri avere dei dubbi sull'utilizzo di alcune tecniche, sia in fase offensiva che difensiva, dando la spiacevole sensazione che tu non sia sicuro di quello che stai facendo. In realtà è solo una sensazione di contorno, che non abbassa il tuo voto totale.


    CITAZIONE

    - 2° post: Diversivo regolare, ma si arroga il diritto di distanziarsi con addirittura tre saltelli, senza ipotizzare che forse, l'avversario non l'avrebbe permesso così facilmente.


    CITAZIONE

    Nel secondo post attivo, mi pare che fraintenda -spero non volutamente- le intenzioni dell'altro. Ciò che Catastrophe tenta di fare, da quanto ho capito, è afferrare Rain quando egli ha appena finito di attaccare con la spada e deve ancora allontanarsi, non raggiungerlo dopo che ha già compiuto dei passi indietro. Per fortuna l'equivoco non ha sortito effetti di rilievo sugli avvenimenti successivi, quindi mi limito a notificarlo per invitare il giocatore a prestare più attenzione. Ad influire sul voto sono la dimostrazione di autoconclusività già citata nel campo della strategia, il fatto che la paura esercitata dall'avversaria -benché passiva- scompaia misteriosamente dopo qualche attimo di fantomatico terrore (in fin dei conti praticamente senza conseguenze), tramutandosi anzi subito in... gioia (?), e la perenne elencazione delle (im)possibilità di difesa da parte di Catastrophe, con relativa ed arbitraria profetizzazione di fallimento. Non approvo totalmente, inoltre, lo "scatto retrogrado" con cui Rain si esibisce dopo la testata, trovandosi a mio avviso in una posizione troppo precaria per muoversi con la velocità e l'agilità da lui proclamate.


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Nessun giorno di ritardo


    Catastrophe

    Narrazione: 4.5 + 4.15 + 4 = 4.216
    CITAZIONE

    Più che un bravo scrittore, verrebbe spontaneo definirlo un fine pittore. Utilizzando il vasto vocabolario di cui dispone come una tavolozza -dalla quale, miscelando i vari registri linguistici, sa sempre ricavare il colore giusto-, dipinge le sue scene senza versare neppure una goccia di troppo, ovvero una parola che non sia strettamente necessaria all'economia del racconto. Tratteggia i suoi personaggi con pennellate veloci, impressionistiche, dall'impatto immediato quanto efficace; ed essi sembrano quasi prender vita da sé, muovendosi sulla tela preparata appositamente per loro con grande naturalezza. Tutto ciò che si deve capire sul loro carattere è contenuto nei gesti, nelle espressioni e nei dialoghi, nonché in quei particolari -dosati con estrema accortezza- che focalizzano l'attenzione dello spettatore su frammenti minuscoli ed accuratissimi del quadro, provocando così lunghi istanti di sospensione. Nessun sottotitolo esplicativo. Nessuna sbavatura sentimentale. Lo scritto è preciso, essenziale ed impietoso come un referto medico; gli interventi narrativi che si possono attribuire all'empatia dell'autore verso le sue creature si contano sulle dita di una mano, eppure queste ultime riescono comunque a risultare incredibilmente "umane" (pur non essendolo, talvolta, nel senso tecnico del termine). Niente da criticare, quindi, se non uno stile leggermente tortuoso e cervellotico nelle descrizioni di combattimento, dove le azioni dovrebbero scorrere in modo anche solo un poco più fluido per agevolare la comprensione da parte di avversari e giudici.


    CITAZIONE

    - 1° post: Nota personale: impaginazione SUBLIME.
    Qualche scelta di punteggiatura non condivisibile.
    Stile di scrittura "puttanesco": seduce, abbraccia, e fa godere inconsapevolmente. Attenzione, però: non a tutti piacciono le puttane.
    Si è dedicato ad un'introduzione-flashback molto piacevole, del tutto priva di pesantezza.
    Sfoggia una spiccata dote di regista, riuscendo a mescolare interpretazioni di epoche-tipologie anche diametralmente opposte, senza confonderle, e pur mostrando un legame forte fra i personaggi mossi.
    Nota personale: almeno nella descrizione delle abilità passive e degli equip, si consiglia un linguaggio meno ricercato e più diretto, al fine di non confondere l'avversario o il lettore casuale.
    Ricordiamo che la scheda, nelle parti tecniche, è di supporto, e lì deve finire la sua funzione (almeno per la parte tecnica, appunto). Poi il BG e le descrizioni sono un altro paio di maniche.
    - 2° post: Lo stile di scrittura ricco mostra una tiratura in prossimità delle fasi più concitate.
    - 3° post: Il personaggio è veramente pungente. La scrittura, nell'apertura del post, ricalca quella della presentazione, rilassata nella pur stringata sintesi di una storia un po' malinconica.
    Gustosa la nota di chiusura.
    - 4° post: Gustoso il richiamo ai personaggi del Rancore, per chi li conosce.
    Descrittivamente piacevole, uno spruzzo di punteggiatura però posta in maniera non condivisibile.
    - 5° post: Chiude in bellezza, non c'è che dire. Decisamente teatrale. Forse, la fine, racchiude l'essenza "irruente e scarlatta" del personaggio.
    Ottima ritorno della caratterizzazione, lasciata nell'ultimo post per evitare di sporcare la descrizione degli attacchi.


    CITAZIONE

    Come sempre, magistrale. Apprezzabili a livello interpretativo le scelte di intervento di altri personaggi nel primo e nell'ultimo post; forse un po' poco ispirati, invece, gli altri. Catastrophe dimostra nuovamente d'essere un personaggio completo sapientemente "vestito" dallo stile dell'utente, che non fa che arricchirla e renderla sempre più interessante da leggere combattimento dopo combattimento.
    Rimostranze? Forse prendersi un po' più di tempo per alcuni post sarebbe stato adeguato: Quest'ultimi sono, a volte, sottotono rispetto ad altri scritti e non fanno altro che dare una sensazione di prestazione altalenante al giudice. Tuttavia considerando l'andamento del torneo, la scelta di rispondere in tempi più brevi è stata senza dubbio la migliore.


    Strategia: 4 + 4 + 3 = 3.6
    CITAZIONE

    - 2° post: Si difende con facilità, approfittando dell'attitudine combattiva del personaggio.
    - 3° post: Forse a causa delle tecniche così pomposamente descritte, l'azione strategica risulta chiara, ma non negli effetti che potrebbe produrre e dei quali si avvale.
    - 4° post: Continua lo scambio di attacchi e difese, riuscendo però a scavalcare qualitativamente l'avversario.


    CITAZIONE

    La "lettura dei movimenti", sebbene in genere mi faccia storcere il naso, non viene utilizzata in maniera impropria. La strategia consiste in sequenze di difese ed attacchi abbastanza elementari, ma risulta ugualmente incisiva grazie ad un repertorio di passive e di tecniche orchestrato appositamente per supportare questo tipo di azioni. Buona in tal senso l'applicazione di AEnemos Wings e di Bliss and Horror. Approfitta con tempismo della guardia scoperta del rivale, lanciatosi in una carica a testa bassa forse troppo avventata, cercando di tranciargli un braccio dall'alto.


    CITAZIONE

    Piuttosto semplice, in realtà, e tuttavia diretta. Catastrophe dimostra di possedere un buon connubio di tecniche psioniche, fisiche e magiche senza però essere scostante o incoerente. Nessun particolare virtuosismo se non nella riconferma di saper padroneggiare con grande maestria le potenzialità del proprio personaggio. Strategia forse un po' calante in fase difensiva.


    Sportività: 3.25 + 3 + 4.25 = 3.5
    CITAZIONE

    Più che buona. L'utente prende i danni quando deve, risponde in maniera plausibile agli attacchi del proprio avversario e si difende - o non si difende - in maniera assolutamente realistica. Interpretazione inoltre corretta delle abilità e delle tecniche del proprio avversario.
    Alcuni dubbi su un paio di tecniche di Catastrophe, ma nulla di abbastanza disturbante da detrarre punti al voto totale.


    CITAZIONE

    Più che veri e propri errori, si riscontrano piccole ambiguità ed alcuni espedienti a mio parere discutibili. Non mi convince pienamente, ad esempio, l'utilizzo di una ferita -seppure di entità media- al posto del normale consumo energetico per evocare la tecnica Shamandalie; ma si tratta di imperfezioni minori. Nel complesso, il comportamento del giocatore rimane infatti fedele alle norme di lealtà e correttezza.


    Puntualità: 4
    CITAZIONE

    2 giorni di ritardo




    Verdetto

    Con una media-punteggio globale del 3.829 contro 3.589 dichiaro Catastrophe vincitrice dello scontro; a lei la possibilità di concludere in-GDR il duello.

    Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
     
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