Zoro_03 VS .Wolf

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    A Mad Tea Party

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    Anonymous

    The Warrior Day IV
    Semifinali - Girone II


    - Hisagi Shuhei VS .Wolf -

    Campo di Battaglia: Arena Tenkaichi di dimensione 100x100 metri
    Condizioni Ambientali: Cielo sereno, temperatura mite
    Limite di Tempo: 13 Giugno
    Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
    Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
    Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
    Primo Post: .Wolf


    Condizioni di Vittoria:
    ~ Morte Avversaria
    ~ Resa Avversaria
    ~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze
    ~Abbandono



    Criteri di Giudizio
    Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
    Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.



    NOTA: I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata sia per schede complessivamente power-player.

     
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  2. Padre Jonas
     
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    Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della Sua potenza.
    Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del Diavolo.
    La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne,
    ma contro i principati e le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre,
    contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
    Prendete perciò l'armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio
    e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
    _ ___ ______ _________ ____________ _______________



    Scostò il solito ciuffo con insolita malizia, socchiudendo gli occhi in un tenero sguardo.
    Uno strano bagliore colorò la sua espressione, deformando il blu cobalto in uno sbiadito color cinerino. Sospirò, più volte, abbandonandosi a un'inquietudine crescente, mentre dentro al suo cuore viveva una creatura che colpiva il suo petto, implorando pietà. L'orologio da taschino scandiva il tempo con minuziosa precisione, donando a ogni secondo un'eco insolito e altalenante; a volte, persino fastidioso. L'odore antiquato e intenso delle lancette concedeva al pastore qualche secondo di confusione, che si spense quando la croce che decorava il coperchio si chiuse su sé stessa, diffondendo nel confessionale un improvviso rumore metallico.
    Sospirò, di nuovo. Era ansioso.
    Troppo ansioso, quel suo raccoglimento stava durando più del previsto.
    L'atmosfera intima di quel rifugio gli aveva sempre donato sicurezza, ma gli ultimi fatti l'avevano fatto vacillare. Aveva appreso che la sua forza non era poi così grande; si chiedeva se il Signore voleva davvero vederlo vincente in un'arena, oppure aveva semplicemente imboccato la via sbagliata, quella che conduceva a un abisso di perdizione. Avrebbe potuto perdersi, ma non poteva permetterlo.
    Si convinse che se la Provvidenza l'aveva posto in quelle condizioni, probabilmente c'era un motivo serio e ben ponderato. Ogni suo scontro era terminato senza uno spreco eccessivo di sangue, si chiedeva il perché di questa grazia. Aveva seguito altre battaglie, e si era reso conto che ogni secondo in quella bolgia poteva essere l'ultimo.
    Uscì dalla sua postura di meditazione, per appoggiare una posa molto più comoda. Abbandonò il confessionale senza troppi ripensamenti, abbozzando un rapido Segno della Croce prima di abbandonare il luogo sacro. Che poi, di sacro, c'era ben poco.
    Quell'accogliente lido non era altro che la sua stanza, preventivamente affidatagli dai presunti organizzatori dell'evento; sinceramente, Jonas non aveva ben compreso il meccanismo del torneo. Sapeva soltanto che dopo ogni peccato – così definiva le sue comparse sul ring – doveva recarsi nella camera prestabilita, per riposare in vista dello sbaglio successivo. Era finito in un circolo senza fine, e senza rendersene conto gli era giunta voce che avrebbe dovuto disputare la semifinale. Vide dell'ironia in tutto questo, giacché è insolito attribuire titoli simili a spettacoli di morte.
    Non che gli importasse il nome o le modalità di quell'inferno, voleva andarsene al più presto, ma le vie erano soltanto due... trionfare, o fuggire. E la seconda opportunità non consisteva in un semplice ritiro, ma in un triste epilogo.
    Non volle pensarci, e scacciò dalla mente tutte quelle congetture. Il suo unico scopo era diffondere il suo Credo, e se doveva combattere e morire per tale obiettivo, beh, l'avrebbe fatto a testa alta. Il suo amore era troppo forte, per vederlo soccombere in una nuvola di polvere e sangue. Troppo forte, per essere divorato dal Maligno.
    Quando abbandonò la sua temporanea dimora, lasciandosi alle spalle un nauseante odore di vecchio, si ricordò del suo prossimo avversario. Ne aveva sentito parlare, e alcuni dicevano che fosse il diavolo in persona. Voci di corridoio dicevano fosse immortale, altre gli attribuivano il ruolo di demone, o demonio. Non aveva mai preso in considerazione le dicerie 'da paese', ma era sicuro che non si sarebbe trovato davanti a un Santo.
    Sospirò, per l'ennesima volta, e con un filo di voce, socchiuse la porta della sua stanza. Non disse nulla di concreto, si limitò a proferire un incomprensibile verso.
    La porta si chiuse del tutto, in un improvviso tonfo.
    E venne il Buio.

    ~



    Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.
    Un immane bagliore accecò il giovane pastore, che fu costretto a ripararsi con una delle larghe maniche del suo saio. Non c'era così tanto sole, ma questo cambio improvviso gli diede particolarmente fastidio. Quando effettuò il primo passo nell'arena, la folla sembrò incitarlo con ardore. Alcuni si esaltavano nell'ammirare un Sacerdote in condizioni simili, altri speravano di vederlo inerme a terra, per la sua condotta poco onorevole. Il vento donò alla sua veste un moto leggero e voluminoso, sembrava che Jonas portasse solo un enorme mantello.
    Il suo sguardo era diverso, il suo spirito più forte.
    L'inquietudine che attanagliava il suo animo sembrava essersi spenta, e sul dolce viso color latte brillava uno sguardo bluastro, che regalava a ogni sua espressione un'eterna bellezza. La sua anima pia era pacata e stabile, nessun rumore avrebbe destato quel cuore bianco... forse, s a p e v a .
    Sapeva che il suo prossimo avversario non era come i precedenti, sapeva che questa volta avrebbe dovuto lottare per davvero. Come molti dei Santi citati dalla grane Chiesa, Jonas avrebbe dovuto combattere contro i demoni di quella bolgia, arrivando così al principio dell'Apocalisse.
    Come vincitore... forse, ma non era quello il suo compito.
    Avrebbe dovuto trasmettere qualcosa che andava oltre la normale competizione, qualcosa che il pubblico avrebbe colto. Alla fine di quella giornata, vivo o morto, Jonas avrebbe insegnato ad amare; in un modo intenso e disinteressato. Per amore, lui avrebbe vinto le sue paure; per amore, avrebbe sfoderato tutto il suo potere.
    Per amore, solo per amore, si sarebbe sacrificato.


    “Padre Jonas... questo è il mio nome.
    E a tutti voi dico...”


    Socchiuse gli occhi, lasciando scorrere i suoi pensieri in una voce calda e rassicurante.


    “...lottate, e difendete i vostri ideali.
    Per amore, oh si, per amore... si può anche morire.”






    SPOILER (click to view)
    In bocca al lupo, Andre! ;)
     
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  3. Hisagi Shuhei
     
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    _Called from Above «

    »#1 - Intro_
    _Prey for the mantis

    Un mondo lontano, in un tempo lontano
    Semplicemente c a s a

    Mise giù il fucile.
    Con un tonfo sordo il cavalletto impattò sul cemento del tetto, permettendo alla canna di allinearsi automaticamente. Lui si sedette scomposto, a gambe aperte e con l'arma pronta a far fuoco che gli spuntava da lì in mezzo a mo' di fallo. Da lassù aveva una visuale completa dell'area in cui si sarebbe dovuta svolgere la missione. Un palazzo fra i tanti, tutti abbandonati. Nessuno si sarebbe aspettato di trovarci un cecchino solo.
    Vedeva i puntini in cielo già ad occhio nudo, ma per inquadrarli bene dovette scrutare nel teleobiettivo. Contò le prede: soltanto sei.
    (Perfetto, come previsto)

    Un suono statico proveniente dall'auricolare lo avvertì che la connessione era attiva.
    Il comunicatore aveva trovato il suo gemello.

    «Ehi fratello...la bestia è in posizione»
    Disse al microfono, e la voce che gli restituì la cuffia inserita nell'orecchio destro fu molto simile alla sua
    «Tieniti pronto per...ORA!!»

    Nell'istante stesso in cui quella conversazione terminò, l'aria attorno al giovane cecchino vibrò.
    Il rinculo del fucile non ebbe alcun effetto su di lui, che era fin troppo abituato a maneggiare quell'arma unica al mondo. Settantanove centimetri di canna in fibra di Tera-Carbonio 09; la lega perfetta per garantire precisione assoluta al proiettile di Tungsteno rivestito di plastico nitroglicemico. Tutta roba di nuova tecnologia, messa nelle mani del migliore sulla piazza, e per la quale avrebbe dovuto ringraziare il mercato nero di Nuova Los Angeles. Quella "bestia" era perfezione pura: mentre l'esplosione del colpo squarciava la barriera del suono attorno alle sue orecchie -protette da un apposito rivestimento gelatinoso-, il proiettile già aveva raggiunto l'obiettivo.
    L'elicottero, privato del suo pilota, perse così il controllo ed andò a schiantarsi su un palazzo della città deserta.
    Ne seguì una deflagrazione; mattoni e pezzi di acciaio che volavano in ogni direzione, il gracchiare delle intercettazioni che gli risuonava in sottofondo nelle orecchie.
    Sorrise, il mercenario.

    «One down!»

    Stavolta non vi fu risposta, ma nemmeno stette ad attenderne una.
    Ricaricò con movimenti rapidi, un click dopo l'altro ed un nuovo proiettile era nella canna del fucile, in attesa. Dopo il primo segnale se la sarebbe cavata da solo, come ogni volta. E mentre lui tirava giù uno dopo l'altro gli elicotteri della pattuglia, suo fratello si sarebbe occupato delle truppe di terra. Fanteria e mezzi corazzati, senza fare differenze. Li avevano assunti per annientare un intero plotone dell'Esercito Repubblicano dell'Ovest.
    Loro si sarebbero attenuti agli ordini.

    Bang!

    «Two down!»

    Complesso del Warrior Day IV
    Ingresso dell'Arena


    Tre li aveva già abbattuti.
    E quel giorno sarebbe toccato al quarto sfortunato, finire sotto le sue grinfie e non rialzarsi più.
    Come sempre, non si era nemmeno interessato un minimo ad informarsi su chi dovesse essere il suo avversario. Aveva soltanto accolto la notizia della vittoria ai quarti di finale contro Yue con un ghigno esaltato, disinteressandosi di ogni altra cosa. I dettagli sarebbero stati ininfluenti, perché chiunque fosse stato l'uomo -o la donna- a salire su quel ring per affrontare Hisagi Shuhei, lui l'avrebbe tranciato.
    Falciato, fatto a fettine; tagliato in tre pezzi.
    La sorte, però, volle regalargli uno spunto di riflessione notevole prima di sputarlo in pasto alla folla. Già mentre stava per varcare la soglia che l'avrebbe condotto nel caldo dell'arena, ebbe modo di sentire una voce. Urlava al vento frasi che sapevano di paternale, di predica. Vide -nella sua immaginazione- un uomo sull'alto pulpito di una chiesa, intento ad arringare i credenti.
    Soggiogandoli con la forza di una religione falsa.

    “Padre Jonas... questo è il mio nome.
    E a tutti voi dico...lottate, e difendete i vostri ideali.
    Per amore, oh si, per amore... si può anche morire.”


    Non seppe dire se dal corridoio d'ingresso fosse emerso prima lui o la sua risata.
    Grottesca e cupa, irruppe nell'arena mettendo a tacere ogni brusio proveniente dagli spalti. Si fece largo riecheggiando roca, sussurrando a tutti terribili minacce. Fece in fretta a diffondere la paura; un terrore primitivo che nasceva dal profondo, dall'istinto.
    Ormai lo Sfregiato si era fatto una certa nomea, laggiù.

    «Morire per amore, eh?»

    Lo apostrofò saltando agilmente sul quadrangolare bianco.
    Aveva sul volto un sorriso malvagio, ma diverso dal solito deforme ghigno arrogante. Diede una rapida occhiata all'avversario e notò con disprezzo che assomigliava tanto -troppo- all'immagine che aveva dipinto mentalmente: era un prete.
    Un fottutissimo sant'uomo.

    «Non dire puttanate»

    Si fermò a nove metri da lui, le mani in tasca, le spade ancora sopite.
    Quello che aveva davanti sembrava tutto tranne che un lottatore. Il suo portamento, il suo aspetto...i suoi occhi. Non c'era la voglia di uccidere, in quello sguardo.
    Hisagi ne fu disgustato: prima quella troia di Yue e ora quel damerino...

    «Voi uomini di fede siete tutti uguali»
    (fece scivolare le mani sulle guaine delle katane, sfilandole dalla cinta ancora infoderate)
    «Avete bisogno di qualcuno che vi insegni...»

    Lasciò la frase in sospeso.
    Stava parlando troppo, una cosa a cui non era abituato. Eppure quello stronzo lo aveva veramente fatto incazzare; senza neppure starci troppo a riflettere su, aveva deciso di ammazzarlo con lentezza. Non risparmiandosi fin dall'inizio, come quando affrontava gli avversari più esaltanti. Una punizione per cui l'avrebbe comunque premiato.
    Gli disse il suo nome.

    «Hisagi Shuhei...questo è il mio, di nome
    E a te dico...»


    Con uno scatto, un gesto secco, fece saltare in aria le spade dalle loro fodere; lanciò quegli inutili pezzi di legno ed afferrò al volo entrambe le sue amanti. Al tatto parvero identiche, ma se la Principessa Scarlatta riuscì soltanto a dargli un brivido di calore...la Mala Suerte lo condusse ancora una volta lungo strade mai battute. Sentì ed osservò molte cose, ma nessuna ebbe il coraggio di rimanergli attaccata troppo a lungo. Era concentrato sulla preda, e solo su quella. Il resto gli scivolò addosso velocemente; con la stessa rapidità che lui sfoggiò nel roteare le lame in direzione del nemico.
    Divenuto in quell'istante una distorta presenza al centro del ring, sorrise al Prete e soggiogò la folla.



    «...fai bene attenzione, Padre.
    Oggi ti insegnerò che morire non è una questione d'amore»


    Mulinò le armi per la seconda volta, ponendo le lame parallele alle braccia.
    Ancora uno sguardo -stavolta omicida- ed un sorriso violento.

    La mantide era in caccia.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    image

    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Illeso
    -Energie_ 100%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Estratta, mano Dx}; Mala Suerte {Estratta, mano Sx}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}; apparenza distorta, come olografica e disturbata, illusione volubile ambientale per il portatore {Distorsión}.
    -Tecniche_ -
    -Note_ Io nella tua bocca non ci voglio finire, lupastro! )B
    Però buon divertimento ce lo auguro comunque ;D
    (Chiedo perdono per la rapidità del post. Sono un po' incasinato con l'Uni quindi devo cogliere al volo la possibilità di postare qua, spero non sia un problema. Nel caso, per il proseguo ci si organizza in privato. :geez: )
    image
    CITAZIONE
    -03, Scarlet Princess_ Manifestare attaccamento verso qualcosa non è da Hisagi. Eppure, come per tutte le regole, anche questa ha un'eccezione. Anormalità che prende la forma di una raffinata katana unica nel suo genere. Robusta più delle sue simili ed affilata il doppio, quest'arma possiede una bellezza che va oltre l'esteriorità. E' una Principessa. Scarlatta come l'intreccio della pelle di manta che ne copre l'elsa, sanguinaria come la lama intarsiata e assassina come il padrone. Parrebbe essere l'unica e prima "amante" del Guerriero Sfregiato, che la tratta come facesse parte di sé, una sorta di anima materializzatasi con fattezze di spada. Non si sa quando il Razziatore ne sia entrato in possesso, né come mai sia stata marchiata con quel "03" sul piatto della lama, grossolano intarsio nero. Sono numerosi i resoconti che la mostrano in mano allo Shuhei, intenta a battersi contro i nemici più disparati. Non ha niente da invidiare alla compagna ben più famosa e potente, in quanto a pericolosità, ma le è nettamente superiore per valore affettivo. Lo Sfregiato non se ne separerebbe mai, se non per brevi periodi di tempo, e in nessun caso l'affiderebbe alle cure di qualcun altro. Certamente non si può definire il suo rapporto con quest'arma come "morboso", ma poco ci manca.

    CITAZIONE
    -ø, Mala Suerte_ Non ha nome: le servirebbe se la si dovesse distinguere da qualcosa, ma questa katana è semplicemente unica. Dalla lama particolarmente scura, dotata di riflessi sovrannaturali che la fanno tendere al nero se scorta da retina umana, ha un filo particolarmente pericoloso ed al tempo stesso conserva un'integrità strutturale seconda a nessun'altra arma. E' una spada speciale, che sceglie il suo padrone come una bambina capricciosa, e lo serve come la più devota delle amanti, guidandolo con la dolcezza di una principessa. Malevola fin nel midollo d'acciaio magico di cui è composta, la Senza Nome è una delle reliquie più importanti dell'Organizzazione. Esiste da quando ha vita quest'ultima, e si dice che vaghi fra i piani dimensionali alla costante ricerca di un degno Razziatore, passando di mano in mano con la facilità di una qualsiasi puttana. Cosa la animi, non è dato saperlo. Cosa la spinga e che motivazioni si celino dietro il suo agire...sono solo incognite e vaghe supposizioni. E' certo, tuttavia, che la sua presenza significhi pericolo, poiché si schiera sempre al fianco dei Razziatori impegnati in piani dimensionali particolarmente perigliosi. Non sempre poterla maneggiare significa sopravvivenza, ed anzi alcuni dicono che porti con sé una grande sfortuna. Tant'è, che all'interno dell'Organizzazione viene denominata "La Mala Suerte", la spada della sfortuna. Si narra anche che decida di concedere solo parte dei suoi poteri ad ogni Razziatore che la impugni, a seconda delle necessità. La versione che Hisagi porta con sé non è altro che una copia, dotata comunque di immense potenzialità in quanto creata da un Antico, una sorta di divinità chiamata Antares.

    image
    CITAZIONE
    -Tres, Inner Scars_ Tre sono le cicatrici che Hisagi porta con sé, visibili a chiunque lo guardi in volto. Ne ha fatto un perno della propria esistenza, poiché su quello stesso numero si basa tutta la sua concezione cifrata della vita. Tre, il numero della sua arma prediletta, tre per tre: nove, la cifra che ha fatto propria. E di trio sempre si parla, se si accenna ai poteri innati che lo Sfregiato porta dentro di sé ed in sé. Uno lo ha dalla nascita, ed è la forza con la quale si differenzia dalla massa: esile e longilineo, nasconde in quella muscolatura tonica ed agile una brutale potenza che gli consentirebbe di rivaleggiare con un bruto dalla mole ben maggiore rispetto alla sua. Il secondo è la resistenza, un dono ed una maledizione insieme. Hisagi non può provare dolore, sebbene il suo senso del tatto sia ancora ben presente. E' un difetto del suo sistema nervoso, a causa del quale ogni ferita non verrà accusata. Mai nessun campanello d'allarme avvertirà il suo cervello del danno subito, con i benefici che ciò comporta -è inarrestabile in battaglia- ed i pericoli del caso -un braccio rotto non notato, uno squarcio mortale non calcolato, porterebbero tremende conseguenze-. Ciò, difatti, non gli impedisce di subire dei danni: un arto fratturato sarà inutilizzabile non per la sofferenza che causerà, ma per l'impossibilità di muoverlo, e così ogni altra ferita. Il terzo, ed ultimo potere "innato" è la percezione delle aure entro un raggio di trenta metri. E' una sorta di regalo della sua consorte, la Principessa Scarlatta: un tempo era lei a conferirgli quest'abilità, col solo contatto fisico. Ora neppure quello è più necessario, perché lo Sfregiato ha sviluppato da sé un sesto senso che permette di conoscere la posizione, l'entità delle creature che lo circondano, e soprattutto distinguerne la presenza. {3 Passive}

    CITAZIONE
    -Distorsión_ Chiunque impugni la Mala Suerte si troverà in un costante stato di ubiquità fra dimensioni diverse. Si tratta di una condizione indescrivibile, che permette di percepire sensazioni costantemente diverse fra loro, senza tuttavia distogliere la concentrazione dal piano di esistenza che il portatore sta calcando effettivamente. Si tratta infatti di percezioni casuali, incostanti, differenti l'una dall'altra. In un istante si può vedere una terra lontana, e in quello successivo sentire l'urlo di un bambino che piange, o l'odore di carne bruciata. Tutto per puro capriccio della spada stessa, ma con un piccolo, strano vantaggio. L'immagine del portatore, solo e soltanto se l'arma sarà sguainata, risulterà agli occhi di chiunque lo guardi sfocata, come fosse una mera illusione. Ciò non si ripercuote nella realtà effettiva, pertanto non dona alcuna potenzialità particolare, salvo creare eventuale confusione nella mente dell'avversario. {Passiva}

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  4. Padre Jonas
     
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    Lo vide, davanti a sé.
    Osservò il guerriero che gli fece compagnia nell'arena, e non mutò di un centimetro la sua espressione, quando lo sentì ridere per la propria presentazione. Era stato frainteso, giacché il giovane pastore non aveva alcuna intenzione di inaugurare una battuta.

    «Morire per amore, eh?»


    Oh, che bel salto.
    Agile il ragazzo. Ma troppo, troppo presuntuoso.

    «Non dire puttanate»


    Non riuscì a nascondere una sorta di imbarazzo nel ricevere quella 'velata' considerazione, l'uomo di fede inclinò la testa verso destra, portandosi la mancina al capo. Un alito di vento fece ondeggiare la veste, mentre l'asta tintinnava a ogni minimo tremore. Si morse le labbra, per poi bagnarsele in attesa dell'opportunità per rispondere a tono.
    Era sempre gentile e composto, ma non gli piacevano i maleducati. Per niente.

    «Voi uomini di fede siete tutti uguali;
    Avete bisogno di qualcuno che vi insegni...»


    Insegni...?

    «Hisagi Shuhei...questo è il mio, di nome
    E a te dico...»


    Si era presentato, finalmente.
    Almeno un lembo di galateo – anche se nascosto – dimorava nel suo cuore. A dir la verità, Jonas pensava fosse il solito sbruffone a cui piace menare le mani. La classica persona a cui non bisogna porgere l'altra guancia, almeno se si vuole sopravvivere.
    Le iridi d'oceano del clericale fissarono la breve esibizione del guerriero, assaporando ogni secondo e lasciandosi scappare un sorriso.

    «...fai bene attenzione, Padre.
    Oggi ti insegnerò che morire non è una questione d'amore»


    Un applauso, ma non dalla folla. Da Jonas.
    Il pubblicò si zittì, preoccupato per le sorti del giovane pastore; non era saggio azzardare un simile comportamento verso un soggetto consacrato all'arte della spada. Ma l'applauso era più rivolto alle argomentazioni sostenuta dalla Belva, che dalla sua breve – ma senz'altro appariscente – esibizione. Aumentò d'intensità il battito delle mani, prima di sfumarlo nel silenzio. Inarcò le sopracciglia, pensieroso, e regalò all'intera scena un attimo di pace. La sua voce parve soave e familiare, del tutto priva di rancore.

    “Le porgo i miei complimenti.”


    Si lasciò sfuggire un sorriso, divertito dalla situazione.
    Era stato fin troppo pungente; socchiuse gli occhi e – quando li riaprì – divenne serio.

    “Quante incongruenze nella tua tesi, Hisagi.
    Io ho semplicemente detto che 'si può' morire per amore, ma ovviamente
    la vita terrena può spegnersi per mille e più ragioni.”


    Fece qualche passo in avanti, scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
    Sopirò più volte, mentre si avvicinava al suo avversario, cercando di mantenere una soglia di sicurezza, al fine di prevenire qualche scatto improvviso di quel tale. Lasciò cadere le braccia lungo il fianco, prima di guardare negli occhi il guerriero e abbozzare qualche altra nota che non avrebbe di certo gradito.

    “Cosa vuoi insegnare a noi uomini di fede?
    Come si sgozza un uomo senza sporcarsi di sangue? Oooh, ...


    Si mise a ridere, ma si trattenne dal battere le mani.
    Indietreggiò, prendendo sempre più padronanza con l'arena, mentre il pubblico pareva essersi spento al suono di quello scambio di battute. Appena fu sufficientemente distante, mutò la sua voce in tono molto più pungente.

    Ah, Hisagi... non ti spiace se ti do del Tu, vero?
    No, non può dispiacerti... poco fa, ti sei appropriato della medesima libertà.”


    Quando la voce di Jonas si spense, quasi istantaneamente, una sottile linea biancastra segnò l'arena, edificando una perfetta circonferenza attorno al bersaglio, dal raggio leggermente superiore ai cinque metri. Quando il perimetro si chiuse, Jonas fece schioccare la lingua, compiaciuto dell'opera che il Signore gli aveva commissionato. In quel momento, l'inquietudine pareva essere svanita, giacché il pastore era fermamente convinto di trovarsi davanti a un vero e proprio demone. Avrebbe dato fondo a tutte le sue energie per fermare l'avanzata di quella Belva. Si mosse verso i margini della prigione di luce, rimanendo a circa un metro da quel contorno luminescente, e tentando di incrociare lo sguardo con il suo rivale.
    A v r e b b e P u r i f i c a t o Q u e l C u o r e N e r o .
    Chiuse gli occhi, e all'interno del cerchio due angeli presero vita. Erano identici, provvisti di una coppia d'ali deforme, incapaci quindi di volare; lineamenti perfetti, una chioma bionda e una carnagione pallida, anormale. Entrambi stringevano l'elsa della propria diletta, legata alla vita con un laccio in pelle color pece.

    “Quando incontrerai l'Altissimo, dovrai essere gentile.
    Per il momento, posso solo mostrarti la via più breve per raggiungerlo.”


    In quel preciso istante, i due angeli lasciarono la loro posa immobile. Il guerriero alla sinistra di Hisagi, menò una spazzata orizzontale, al fine di tranciare la gamba mancina del suo bersaglio con una lama che superava il metro e mezzo di lunghezza. Il guerriero restante, invece, avrebbe atteso l'eventuale difesa della Belva, per poi abbozzare un celere affondo verso gli addominali della vittima, con un'arma del tutto simile a quella posseduta dal suo gemello. L'azione fu improvvisa, il bagliore della purezza faceva da sfondo a quella Genesi. Jonas, inamovibile, manteneva il suo sguardo sull'intera scena, dimenticandosi di tutto quello che gli era successo, ignorando i commenti della folla, isolandosi.

    Il suo viso, sembrava scolpito nella roccia. Immobile, egli o s s e r v a v a .




    SPOILER (click to view)

    » Status

    Energia: 70% - {Bassox2 - Mediox0 - Altox1 - Criticox0}
    Status fisico: Indenne.

    Angel#1: livello Medio, primo turno su tre. Illeso.
    Angel#2: livello Medio, primo turno su tre. Illeso.



    » Abilità rilevanti

    Mio Signore, santifica il Tuo servo: La potenza della preghiera viene spesso sottovalutata, e sono in molti a credere che l’unica vera Via è la recitazione di lunghi inni considerati, per gli infedeli, delle semplici formule magiche prive di fondamento. Ma, in realtà, la vera potenza risiede nella Fede, quella sentita, quella racchiusa nel cuore del Reverendo. Egli è solito recitare preghiere per infondere lo spirito della redenzione negli animi bisognosi di una guida, ma non sempre il potere di Dio è racchiuso nelle parole. Difatti, la vera essenza della Fede è nel cuore e nella mente di ogni uomo, e sta all’individuo scegliere se assopirla o destarla. Non saranno quindi necessari lunghi e complicati scritti né servirà alcuna parola per chiamare le forze divine. Ai fini del gioco, ogni evocazione sarà castata senza alcun tempo di concentrazione e senza alcuna formula particolare. La potenza del dogma avvicina sempre più l’uomo alla completezza interiore. Inoltre, Jonas ha il potere di evocare due creature alla volta pagando di nuovo il costo della pergamena/abilità, utilizzando soltanto uno slot tecnica. Le tecniche sotto l’influenza di questo potere dovranno essere di potenza inferiore ad Alta, escluse le creature leggendarie. Questo, è il potere di un corpo Santificato.

    Mio Signore, aiuta il Tuo servo: La benedizione del Signore si diffonde in ogni lembo del corpo del pastore, il cui cuore è ricco di una forza negata a tutte quelle persone che preferiscono vivere senza la Fede verso l’Altissimo. Per questo Jonas non è soltanto un uomo, egli è un discepolo di Dio e dispone di una forza spirituale pressoché immane. Essendo un essere umano, vanta un fisico relativamente resistente, grazie al quale riesce a mantenersi cosciente anche quando la sue energia raggiunge livelli critici (10%); ciò non vuol dire che non sarà stanco raggiungendo il 20% e non morirà raggiungendo lo 0%. La sua pace interiore gli permette di prendere conoscenza di tutto ciò che lo circonda, di apprendere le nozioni che stanno alla base della vita, di percepire le anime attorno a lui, ed i corpi ad esse connesse. Ai fini del gioco, il pastore vanterà un auspex che gli consentirà, in un raggio di venticinque metri, di individuare qualunque essere vivente e non, agendo sulla forza spirituale che vige in ogni creatura di questo mondo. La stessa forza che influenza i poteri di un individuo, per questo motivo l’auspex si estenderà anche verso i costrutti energetici. Non solo sarà possibile localizzare l’esatta posizione dell’individuo, ma sarà consentito percepire ogni azione derivante dall’individuo stesso; colpi energetici, manipolazioni di particolari elementi o altro; nulla potrà sfuggire alla percezione di Jonas, che sarà in grado di calcolare la traiettoria di queste offensive, stabilendo con chiarezza l’eventuale punto di impatto. Tale potere, ovviamente, non prenderà in considerazione le illusioni, che non saranno soggette all’auspex.

    Mio Signore, illumina i Tuoi figli: Gli indegni rimarranno abbagliati dalla luce di Dio. Il pastore è solito chiedere aiuto al Signore durante ogni singola disputa; lui è solamente un tramite tra il mondo materiale e quello spirituale, nient’altro. Essendo il prescelto, Jonas rimane l’unica persona che può permettersi di guardare i figli dell’Altissimo senza rimanerne abbagliato, senza dover distoglierne lo sguardo. Ai fini del gioco, ogni evocazione castata dal possessore di questo potere speciale, vanterà un alone biancastro che ne contornerà la sagoma. Questa particolare ed eterea aura trasparente e impercettibile, simboleggerà le radici divine delle creature che il pastore è in grado di richiamare. Per questo motivo, qualunque essere vivente e non, non sarà in grado di fissare con lo sguardo le evocazioni di Jonas; chiunque osasse posare gli occhi su di esse, rimarrebbe infatti abbagliato, come se un sottile flash emergesse istantaneamente dalla creatura di Dio. Per questo motivo non sarà possibile mantenere lo sguardo sulle evocazioni, dal momento che ogni attimo passato ad ammirarle potrebbe causare dei seri danni alla vista; sarà assai difficile seguire i movimenti dei "Figli del Signore" solamente con gli occhi. Perché nessuno, eccetto l’eletto dall’Altissimo, potrà permettersi di resistere alla potenza dei puri di animo; gli unici che, in tutta Asgradel, brillano di luce propria.

    Mio Signore, discendi sui Tuoi figli: Il potere di un figlio del Signore è superiore a qualsiasi altra creatura vivente e non vivente presente su questo lembo di realtà, tant’è che persino il discepolo più debole è in grado, con la Benedizione che discende sul suo volto, di contrastare le forze delle tenebre più nere e corrotte. Jonas non è mai stato un combattente, ha sempre ripudiato ogni arma e atto di violenza, lasciando scegliere all’Altissimo il risultato delle sue azioni. Il pastore si limita ad evocare la sua Fede, mettendo la sua stessa vita tra le braccia di Dio. Per questo motivo le creature più deboli richiamate dal Reverendo, risulteranno più potenti di ogni loro simile. In termini di gioco, questa abilità passiva, permette il potenziamento delle evocazioni di costo Basso e Medio che andranno considerate di un livello superiore, ovvero, rispettivamente, Medio e Alto. Il consumo energetico non varierà, giacché sarà il Signore stesso a donare un maggior potere ai Suoi figli. Questa passiva si estende alle abilità di Jonas, difatti, il suo effetto si potrà constatare anche quando verranno evocate più creature con un unico consumo, sempre tenendo presente le dovute limitazioni. Ogni essere vivente è importante, persino quello più debole e inerme.



    Padre, isola le Tenebre dal mondo: Le tenebre sono eccessivamente vaste per poterle soffocare con la potenza della luce. Indipendentemente dagli sforzi del pastore, esisterà sempre una piccola ombra che riuscirà a scappare dalla placida morsa della Fede, giacché la vastità e la potenza del Maligno non ha limiti – almeno su questo mondo. Proprio per questo motivo, dopo qualche istante di concentrazione, il Reverendo sarà in grado di generare una specie di campo di forza, che nascerà dal terreno istantaneamente, circondando il bersaglio, che farà da centro di questa eterea circonferenza. Questo costrutto potrà avere un diametro che oscillerà tra i cinque e i dieci metri, e sarà localizzabile soltanto per una leggera luminescenza proveniente dal perimetro che decorerà il terreno. Da questo momento in poi, sarà infattibile uscire da questa gabbia alta – all’incirca – cinque metri, e con il "tetto" scoperto. Difatti sarà possibile uscire dal cerchio mistico soltanto con apposite tecniche, o con balzi inumani. Ai fini del gioco, Jonas evocherà una cupola "scoperta" attorno al bersaglio scelto, individuabile soltanto per un sottile bagliore proveniente dai margini della stessa. Il caster potrà attraversare queste Sacre pareti senza difficoltà, mentre tutti gli altri individui risulteranno intrappolati, come rinchiusi in una stanza invisibile. Se un demone dovesse impattare contro queste pareti, subirebbe un danno da ustione pari ad Alto. Questo costrutto rimarrà attivo per tre turni, compreso quello di evocazione, e richiederà un consumo energetico pari ad Alto. Un'abilità particolarmente utile, specie per chi, come Jonas, non ama i combattimenti ravvicinati. [ 1/3 turni ]

    Padre, donami le Tue schiere: Jonas non è nient’altro che un uomo. Con le sue sole forze non sarà mai in grado di redimere il Male che lo circonda, ma attingendo potere da un lembo della luce di Dio, sarebbe in grado di liberare persino lo spirito più corrotto. Il Signore concede al Reverendo l’arte dell’evocazione, mediante la quale sarà in grado di richiamare nel mondo percepito, senza alcun rituale particolare, l’esercito dell’Altissimo. Difatti, attraverso un consumo Variabile di energia, il pastore potrà evocare sul campo un qualsiasi costrutto, dalle sembianze umanoidi o bestiali, la cui potenza dipenderà esclusivamente dal consumo energetico speso. Le evocazioni saranno tangibili, e potranno essere munite di armi da mischia o a distanza (se di forma umanoide), che non disporranno di una potenza superiore a quella di un maglio o di una balestra; nel caso delle armi a distanza, le munizioni per una singola evocazione saranno tarate a tre. Ovviamente, se viene evocata una creatura dalle forme bestiali, essa disporrà delle sue armi naturali; se provviste di ali, le evocazioni avranno la possibilità di librarsi in volo; infine, non potranno disporre di alcuna abilità, dovendosi limitare ai soli attacchi fisici. Le creature rimarranno in campo per tre turni attivi, compreso quello di evocazione. L’effettiva dimensione delle creature dipenderà unicamente dal consumo speso, e sarà strettamente legata alla sportività del caster. Attraverso un singolo dispendio energetico, non sarà possibile evocare più di tre costrutti, indipendentemente dalla valenza del consumo utilizzato. Un'abilità particolarmente versatile, il cuore del potere di un Redentore. [Bassox2]




    » Note

    Consiglio, come al solito, di leggere bene le passive di Jonas. ^^


     
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  5. Hisagi Shuhei
     
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    »#2 - Track_
    _Prison break

    Un mondo lontano, in un tempo lontano
    Semplicemente c a s a

    «Mantide mi ricevi?»
    ridacchiò
    «Qui Ape Regina»

    Era seduto comodamente, o per meglio dire, stravaccato sul tetto di quel comodissimo palazzo.
    Si godeva la quiete dopo la tempesta, aspettando di conoscere gli esiti dell'operazione "terrestre". Lui la sua parte l'aveva fatta: sette elicotteri abbattuti in rapida successione e ciascuno con un singolo proiettile. Roba da professionisti, si sarebbe potuto dire.
    Inezie, per il miglior cecchino sulla piazza.

    «Finiscila con le stronzate»

    Lo ammonì la voce dall'altra parte.
    Sapeva benissimo che suo fratello non riusciva a sopportare gli stupidi soprannomi che la gente gli affibbiava. Demone, Belva, Lupo...da poco qualcuno aveva cominciato a chiamarlo Mantide, per via delle due spade giapponesi che utilizzava in maniera particolare, parallele alle braccia. Dicevano che fosse uno spettacolo raccapricciante vederlo in azione; soprattutto quando si dilettava a decapitare le sue vittime.

    «Eddai fratello, non fare il disfattista.
    Sorridi alla vita, e la vita ti
    s o r r i d e r à
    »

    Complesso del Warrior Day IV
    Arena


    Applausi.
    Ma sugli spalti tutti tacevano, spaventati.
    Nemmeno il solito brusio di disapprovazione si levava dalle gradinate dell'Arena. No, era il Sant'uomo a dilettarsi in quella che Hisagi riconobbe essere una grande, grossa presa per il culo. Lo lasciò fare, ignorando tanto il tono canzonatorio che quel pretucolo da quattro soldi gli riservava, quanto le sue espressioni canzonatorie. Il Razziatore se ne stava semplicemente immobile ad osservare. Studiò i passi misurati dell'avversario che si avvicinava a lui; contò i metri che li separavano, i secondi di attesa ed infine decise che avrebbe aspettato, concedendogli la prima mossa. Come una mantide, quindi, avrebbe giocato con la preda in un turbine d'amore e morte...per poi decapitarla.
    Insegnandogli finalmente che morire aveva il sapore del sangue, del dolore e mai del fottuto buonismo religioso.
    Nessun fatiscente dio sarebbe sceso su quell'arena per salvare Jonas.
    Nessun fottutissimo
    creatore.

    Si concesse un ghigno divertito, mentre l'uomo dagli occhi azzurri passeggiava lì intorno.
    Credeva di essere lui il predatore, di avere la situazione in pugno. Come un intrepido domatore da circo stava imbrigliando il leone, magari sperando di farlo saltare nel cerchio di fuoco.
    Ma si sbagliava.
    Si sbagliava dannatamente.
    All'improvviso una luce sottile e timida sembrò chiedere il permesso di dare inizio alle danze; con una calma silenziosa e -avrebbero detto alcuni- persino bella, prese a tracciare una linea attorno allo Sfregiato. Questi ne seguì i movimenti con la coda dell'occhio, serio e concentrato in volto. Un cerchio avente lui come punto centrale che diede vita ad una cupola luminosa; ecco cosa aveva creato Jonas: la gabbia per il leone.
    Interessante.
    Inutile, ma pur sempre interessante.
    Quando il pastore si fece avanti, arrestandosi poco distante -furbo, il bastardo!- dalla barriera che egli stesso aveva creato, gli sguardi dei due si incontrarono forse per la prima volta. La pietà che Hisagi lesse negli occhi del religioso lo fece sorridere di gusto. Gli rivolse un'occhiata piena della stessa emozione, serrando le palpebre appena l'istante dopo. Uno schiocco tachionico -fu così che lo percepì- gli disse che sul campo di battaglia erano arrivati altri due ospiti, formando un totale di quattro individui.
    4
    Che numero di merda.

    “Quando incontrerai l'Altissimo, dovrai essere gentile.
    Per il momento, posso solo mostrarti la via più breve per raggiungerlo.”


    Furono le uniche parole che ascoltò.
    Il resto del discorso lungo e noioso del parrocchiano gli scivolò addosso, come se non fosse mai esistito. E mentre la MalaSuerte cercava di condurlo verso mondi sconosciuti, l'istinto del Desfigurado lo trattenne ferocemente nella realtà, permettendogli di sapere quando gli angeli si mossero. Scattarono insieme nella sua direzione; uno da destra, l'altro da sinistra, brandendo le loro armi ridicole e facendosi scudo di una santità presunta. Stupide creature, illuse come tante altre di essere immortali o persino progenie divina.

    Aprì gli occhi.
    Lo sguardo freddo, infastidito di poco prima era scomparso. Al suo posto, un'espressione di pura follia deformava il volto dello Shuhei, rendendolo tale e quale al ghigno di un predatore in caccia. Cercò di individuare le prede, ma fallì: una luce abbagliante gli impediva di mantenere con loro un contatto visivo. Si sarebbe dovuto affidare soltanto all'istinto; quell'istinto assassino da cui nessun dio si sarebbe potuto salvare.
    Un secondo solamente, e le creature gli sarebbero state addosso.
    Sorrise con rinnovata malizia.

    «Non scherzate...»

    Con un guizzo piantò la Mala Suerte perpendicolarmente al suolo.
    Il clangore delle spade lo inebriò, la debolezza degli avversari fu solo un tripudio che risaltò la sua potenza immane. Il primo aveva cercato di tranciargli una gamba, trovando l'opposizione della Negra; il secondo sembrò quasi attendere l'esito dell'attacco portato dal gemello, lasciando ad Hisagi il tempo di roteare l'arma che teneva nella dritta. Tentò di infilzarlo inutilmente, incontrando sulla sua strada un'altra lama, la Roja che rossa era solo di nome. Un fendente seccato ed anche quell'irrisorio attacco fu reso vano. Staccando dalle mattonelle bianche la spada dell'Antico, quindi, concentrò particolare forza nei muscoli delle braccia e respinse entrambi gli assalitori.
    Non diede loro il tempo di fare alcunché, buttandosi in avanti furiosamente.
    Il suo obiettivo era la barriera, ed oltre quella, l'omuncolo che aveva osato definirsi uomo di fede dinnanzi a lui. Brandì entrambe le spade nuovamente in avanti, facendole roteare lateralmente e raschiare sul lastricato dello stadio. Ne scaturì un rumore grottesco, tetro avvertimento per il malcapitato dai capelli sbiaditi.
    Implacabile, il Razziatore affrontò la sua prigione senza paura.
    Con la katana nera tracciò in un istante quella che divenne presto una lacerazione verticale abbastanza grande da permettergli di scostare le pareti di luce come se fossero state fatte di stoffa. La cupola non sarebbe svanita, anzi; solamente grazie ad un mostro verde chiamato "Makor-Erenai" Hisagi era stato capace di passarvi oltre. Se non avesse affrontato quel combattimento fra i ghiacci diverse settimane prima, probabilmente non avrebbe saputo come gestire la situazione contro il pastore. Eppure ci riuscì, certo di aver sorpreso l'avversario con quella mossa inaspettata.
    Sfruttando così l'eventuale indecisione di Jonas, si gettò su di lui con un doppio attacco.
    La mancina si protese in avanti nel gesto di un affondo mirato al pettorale destro, mentre con la 03 effettuava un tondo inclinato in diagonale verso le ginocchia altrui, dal quale sarebbero stati generati schizzi di sangue in quantità; ed un grido, un urlo selvaggio avrebbe accompagnato la canzone devastante della Scarlatta.
    La più soave melodia di morte e distruzione.
    Tanto per cominciare.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    image

    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Illeso
    -Energie_ 80%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Estratta, mano Dx}; Mala Suerte {Estratta, mano Sx}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}; apparenza distorta, come olografica e disturbata, illusione volubile ambientale per il portatore {Distorsión}.
    -Tecniche_ Fendente capace di tagliare -ma non dispellare- entità magiche, consumo Medio per 'aprire' un varco nella barriera {Negación}; fendente prolungato color del sangue, entità Media {Scarlet Song}.
    -Note_ 'llora...ho considerato un paio di cose. Innanzitutto grazie all'auspex mi sono reso conto che la linea luminosa è in realtà una barriera; in secondo luogo ho potuto fronteggiare gli angeli (considerati come evocazioni Medie, quindi comunque inferiori entrambi ad un pg) senza guardarli. La tecnica "Negación" apre letteralmente un varco nella prigione, ma non la disperde. Perciò ho utilizzato un consumo inferiore a quello della stessa cupola. Poipoipoi: Makor-Erenai è un pg di Bimbosperduto/Syd, con cui ho avuto a che fare qui. :geez:
    image
    CITAZIONE
    -Negación_ Questa è una spada che può tagliare tutto ciò che vuole, ed esattamente quando lo vuole. Tuttavia, è anche assai capricciosa, e non concede le sue caratteristiche mai a nessuno appieno. Dunque spesso chi ne entra in possesso -sempre e comunque temporaneamente- deve arrangiarsi con quel che l'arma gli permette di utilizzare. La Negacìon, in particolare, è un potere che si limita a tagliare entità eteree. Assorbendo un quantitativo di energie variabile dalla riserva fisica del portatore, la spada può, su volontà dello spadaccino stesso, fendere e vanificare qualunque ente magico, sia elementale che non, illusorio o reale. Ovviamente il consumo energetico deve essere proporzionale all'incantesimo da disperdere, e qualora ne fosse inferiore, servirebbe solo a "smorzarne" gli effetti. All'atto pratico, si tratta di un vero e proprio "Dispel" utilizzabile a patto di fendere con l'arma ciò che si vuole spezzare, previo l'uso di uno slot tecnica. {Variabile}

    CITAZIONE
    -Scarlet Song_ Il canto di una donna non può essere che melodico e soave. Quello di una Principessa, poi, è per definizione superbo, celestiale. Ma una spada brutale come la 03 non ha una voce piacevole da ascoltare. Il suo grido è roco, rabbioso, acuto e potente. Si manifesta con furia ed irrequietezza, tinto del cremisi che tanto bene la rappresenta. E' un urlo di guerra che Hisagi, ben conoscendola, ha imparato a risvegliare a comando, donandole la forza per emetterlo. Con uno schiocco di dita, metaforicamente parlando, lo Sfregiato può far partire questa melodia di vetri infranti, che si manifesta con i tratti di un fendente energetico color del sangue, prolungamento ideale del vero colpo menato dallo spadaccino, fino ad una distanza di nove metri da lui. Graffiando l'aria -sia fisicamente che sonoramente- tale sferzata d'energia è capace di distorcere l'atmosfera sul livello visivo al suo passaggio, con un effetto assai simile a quello generato da alcune abilità della Mala Suerte, particolare che farebbe ipotizzare un collegamento fra le due armi del Razziatore. Qualora colpisse, la Canzone Scarlatta, è capace di farsi amare, ed odiare, in un tripudio di sangue e grida. Gli unici applausi che una simile Principessa possa gradire...e causare. {Media}

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  6. Padre Jonas
     
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    Lo vide, davanti a sé.
    Socchiuse gli occhi, inspirando lentamente. Molto lentamente.
    Nel suo pensiero, s'immaginò la scena. Non aveva difficoltà nell'intuire che la scalata per abbattere quel Diavolo sarebbe stata lunga e difficoltosa, anche se sperava di metterlo in seria difficoltà affinché il suo cuore sporco di peccato risorgesse dal nero pece dell'Inferno, per abbracciare la candida ed eterna luce biancastra del Paradiso. Scostò delicatamente un ciuffo argenteo che infastidiva il viaggio della sua mente, stuzzicando la tempia destra con i polpastrelli della mancina. Quando il moto dell'arto sfumò verso il terreno, tentò di avvicinarsi al guerriero, ma venne trattenuto da un'insolita sensazione.
    L'inquietudine soffocò il suo volto in un'espressione incerta.
    Con una leggera nota di timore, volse lo sguardo verso i suoi discepoli e, con amarezza, vide Hisagi maneggiare la sua lama di morte con una precisione impeccabile; lo vide mentre la sua destrezza superava il potere delle schiere senza peccato, e con rinnovato stupore, si accorse che la permanenza del circolo luminoso venne meno.
    Il guerriero allungò il suo passo in direzione del clericale, vantando la sua abilità da spadaccino. Quando mosse la sua lama verso la prigione, Jonas indietreggiò d'istinto. Il fendente, sferrato con immane precisione e altrettanta potenza, squarciò la barriera con una facilità estrema, costringendo il Sacerdote ad annullare il miracolo. Gli bastò sgombrare la mente per destabilizzare il vincolo luminescente e dissolverlo in un suono grottesco.
    Correva, il suo avversario correva.
    Anche troppo velocemente, per i suoi gusti.
    Nell'attimo in cui Hisagi scoccò la prima freccia, il pastore abbozzò un'espressione molto più convinta, cercando di afferrare l'asta legata alle sue spalle, per difendersi dal primo affondo del Diavolo. Durante quel breve cenno, la lama del guerriero raggiunse l'arto mancino del Sacerdote, proteso in protezione del petto, e pronto ad afferrare la sua unica arma. Quel movimento venne contornato dal tintinnio del metallo dell'asta, la quale si frappose – in tempo – fra l'assalto del guerriero e il corpo dell'uomo di fede.
    Il rumore che ne scaturì, fu assordante.
    Il pubblico salutò quella prima battuta con un urlo di sollievo, giacché molti erano concordi sul fatto che Jonas non sarebbe sopravvissuto contro una belva sanguinaria come Hisagi.
    Altri, invece, mostrarono la loro disapprovazione; il giovane dall'anima pia non prestò attenzione ai commenti esterni, focalizzando le attenzioni sul suo avverso.
    Era la sua occasione.
    Aveva il guerriero a un passo dal suo respiro, non poteva lasciarsi sfuggire un dono simile; la Provvidenza gli aveva regalato un'opportunità preziosa.
    Senza dilungare ulteriormente i propri pensieri, Jonas afferrò con rinnovata forza l'asta con inciso il simbolo della fede eterna e insindacabile, per abbozzare un fendente ai danni della belva. Mentre la destra raggiungeva la mancina per supportare quell'improvviso movimento, ambedue gli angeli accennarono un celere passo verso l'area calda di quella bolgia. Avrebbero divorato il terreno, ben consci del fatto che il loro bersaglio li avrebbe individuati con il medesimo modo utilizzato per difendersi poco prima.
    Il giovane clericale regalò alla sua asta un movimento inaspettatamente rapido, con l'intento di colpire in pieno volto il suo avverso; sarebbe stato un colpo volutamente prevedibile, ma Jonas confidava nel carattere di Hisagi, troppo arrogante per capire che la sua era soltanto un'offensiva che faceva da sfondo a un progetto ben più grande.
    Non lo considerava di certo uno stupido, ma l'istinto gli suggerì di agire in quel modo.
    Appena l'asta si avvicinò al viso avverso, il pastore avrebbe accennato il suo volere, donando all'arena il piacere di una voce calda e rassicurante.


    “ Voltati. ”


    Quando la voce si spense, i due angeli avrebbero raggiunto il suo bersaglio.
    Il primo, emulando la sua precedente disattenzione, si sarebbe esibito in una spazzata verso destra, con lo scopo di azzoppare il povero Diavolo. Il secondo, a debita distanza dal suo gemello, avrebbe – subito dopo la spazzata – menato un rapido affondo. Nell'attimo in cui la lama di quest'ultimo avrebbe anche solo sfiorato Hisagi, il portatore si sarebbe immolato per una causa nobile e giusta. Il suo sacrificio si sarebbe riassunto in un'apoteosi biancastra in direzione del bersaglio, con lo scopo di ardere il suo animo peccatore. Un'esplosione avrebbe colorato di rosso quel frammento del mondo.
    In quell'istante, Jonas sarebbe arretrato, mentre il custode rimanente lo avrebbe affiancato in previsione di un nuovo assalto.
    Di nuovo, come al principio...
    ...socchiuse gli occhi, inspirando lentamente. Molto lentamente.




    SPOILER (click to view)

    » Status

    Energia: 60% - {Bassox2 - Mediox1 - Altox1 - Criticox0}
    Status fisico: Ferita da taglio all'arto mancino.

    Angel#1: livello Medio, secondo turno su tre. Illeso.
    Angel#2: livello Medio, secondo turno su tre.



    » Abilità rilevanti

    Mio Signore, santifica il Tuo servo: Citata in precedenza.
    Mio Signore, aiuta il Tuo servo: Citata in precedenza.
    Mio Signore, illumina i Tuoi figli: Citata in precedenza.
    Mio Signore, discendi sui Tuoi figli: Citata in precedenza.


    Redemption ~ Sotto certi aspetti, possiamo vedere quest’asta come la diletta del pastore, l’oggetto a cui tiene maggiormente. Gli fu donata durante l’acquisizione del Sacramento dell’ordine, al raggiungimento dei voti di Sacerdote della Grande Chiesa. Vanta una lunghezza che sfiora i due metri, per un diametro d’ampiezza di circa quattro centimetri. E’ realizzata con un materiale molto resistente, fusione tra l’oro e l’argento, che la rende adatta a contrastare persino le spade dei guerrieri più forti, non che sia quello il suo reale compito. Per tutta la lunghezza del manico, dalla colorazione bluastra, vige un intreccio decorativo in oro che prosegue fino alle due estremità dell’arma. La coda – se così possiamo definirla – è interamente realizzata in oro, dalla colorazione poco brillante, con una piccola gemma cremisi che scintilla alla luce del sole. La “testa”, invece, è decorata da una splendida Croce dorata, sempre della medesima tonalità opaca, su cui viene poggiata una sfavillante gemma scarlatta, grande poco più di una noce. Se si fissa a lungo la Croce, si può notare un alone rossastro che contorna due piccole ali eteree, segno che il Soffio del Signore è costantemente raccolto in questo artefatto. Anche se, di fatto, questo particolare effetto non ha alcuna valenza ai fini del gioco. Jonas non se ne separa mai, lo porta sempre con sé e, spesso, è solito legarlo dietro la schiena con robusti lacci.
    Rete di protezione: Il potere dell’asta è immenso. Essa dispone di una sola proprietà, ma quest’ultima è in grado salvare la vita al possessore, data la sua immane versatilità in battaglia – specie nelle situazioni più critiche. L’asta, infatti, è in grado di assorbire l’energia del caster – sotto, ovviamente, la sua volontà – e riversare il potere assimilato contro qualunque tipo di tecnica magica e fisica. Difatti, attraverso un consumo Variabile di energia, la Redemption diventerà come uno scudo in grado di frantumare qualunque offensiva, a patto che sia di potenza pari o inferiore al consumo speso per la protezione. Nell’esatto momento dell’attivazione, attorno all’asta si svilupperà un alone biancastro che si espanderà progressivamente. Verrà infatti edificata una semisfera che difenderà il lato dove l’asta verrà indirizzata. Questa proprietà potrà anche estendersi a 360°, creando così una sfera perfetta attorno al caster, ma – in quest’ultimo caso – il potere della difesa sarà inferiore di un livello rispetto al consumo speso. Indipendentemente dal valore della difesa, lo scudo sarà valido per un’unica offensiva; tale potere, andrà perciò trattato come una tecnica istantanea. [Medio]

    Padre, inebria i Tuoi figli: Basterebbe un solo gesto, un piccolo cenno e il mondo sprofonderebbe in un caos irrefrenabile. Un solo sguardo del Signore sarebbe capace di cambiare radicalmente gli eventi, agendo sulle singole azioni dei protagonisti. Ma il nostro Dio è buono, lui non mette mano nell’operato dell’uomo. L’umanità è stata dotata di un prezioso dono, il libero arbitrio. A volte, esso vale come una grazia immensa ma, spesso, l’uomo fa uso del suo potere senza ritegno. Bestemmia il Creatore senza pensarci due volte, e gioca con la vita degli altri come se nulla fosse. Brama il potere, risponde all’odio con altro odio. Ma la libertà persiste, perché l’Altissimo non obbliga nessuno a seguire la Sua voce, per quanto bella e pura essa sia. Padre Jonas è consapevole del fatto che ogni essere vivente ha l’opportunità di scegliere, per questo concede raramente una seconda possibilità. Ogni singolo servo del Signore, richiamato per mezzo del potere spirituale del Reverendo, ha in sé un’abilità che gli consente di dare vita alla luce del Signore. Facendo uso di uno slot tecnica, ma senza alcun consumo energetico, il clericale sarà in grado di generare una immane esplosione di luce nell’esatta posizione in cui si trova una sua evocazione. Il fuoco sacro nascerà dal corpo stesso dell’evocazione, che verrà distrutta durante l’esecuzione; il danno che si potrà causare con questa particolare arte, sarà pari al valore delle evocazione prese in considerazione. Una creatura di livello “Medio” arrecherà un danno pari a Medio; due creature di livello “Alto”, arrecheranno un danno Critico; e così via, seguendo questo semplice principio. L’area d’azione della “Grande Luce” coprirà un raggio di cinque metri, per questo è opportuno prendere le dovute distanze prima di generare questo divino potere. L’esplosione infliggerà danni quali ustioni e scottature, intrise dall’elemento Sacro.



    » Note

    Incasso il primo fendente con in braccio sinistro e mi difendo dal secondo con il potere della mia asta, estratta durante lo stesso movimento con il quale ho subito il tuo primo affondo. Il resto dovrebbe essere chiaro. Nel caso, sono sempre disponibile per eventuali chiarimenti. ^^

    Otto minuti di ritardo!
     
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  7. Hisagi Shuhei
     
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    »#3 - Track_
    _Against all gods

    Un mondo lontano, in un tempo lontano
    Semplicemente c a s a

    Impaziente,
    tamburellò con le dita sulla carcassa del carro.
    Una specie di panzer tedesco, a giudicare dalle forme; solo molto più avanzato tecnologicamente. Aveva sentito dire che i Repubblicani si erano alleati con la Neoprussia, ma all'inizio non ci aveva creduto. Eppure eccoli lì, armamentari europei in mano a stronzi americani. Non solo carri armati, ma anche esoscheletri, fucili, granate. Lì attorno c'era di tutto -e di più-, in mezzo ai cadaveri orribilmente massacrati dei soldati.
    Uno spettacolo raccapricciante che ormai lo lasciava del tutto indifferente.
    Si era abituato a vedere le scene causate dal passaggio di suo fratello.
    E poi...le carcasse dei Repubblicani erano una gioia per gli occhi, mai il contrario.
    Lo sguardo gli cadde sulla croce che il cadavere più vicino a lui portava al collo. Sorrise, ricordando le parole che il fratello diceva sempre quando si parlava di religione.
    Nessun dio li aveva protetti da lui.

    «Alza il culo, abbiamo finito»

    Trasalì, quando lo vide spuntare da dietro un vicolo ancora armato di spade. Era coperto di sangue e aveva un'aria annoiata, quasi stanca.
    Saltò giù dallo scranno di metallo su cui si era appollaiato, recuperando il fucile da cecchino posato lì accanto. Si incamminarono per le strade deserte e decrepite di Nuova Los Angeles, armi in spalla e noncuranti della battaglia appena vinta.

    «La prossima volta chiediamo un aumento, però...»

    Complesso del Warrior Day IV
    Arena

    Conosceva quella sensazione.
    Era un moto di fastidio indomabile che nasceva dal profondo del suo animo; frustrazione allo stato brado, dettata dall'insufficienza di emozioni che il combattimento gli regalava. Contro ogni avversario sapeva trovare l'appoggio per andare avanti, fracassare chiunque gli si fosse parato dinnanzi e calpestarne il cadavere con disprezzo. Sui religiosi, poi, amava anche infierire.
    Eppure quella volta fu diverso, tutto totalmente estraneo al solito; tranne lei, la sensazione.
    Se avesse dovuto descriverla sarebbe bastata una parola: delusione.
    Non seppe nemmeno come e perché quel suo attacco venne sventato con tanta facilità dalla preda, vide soltanto che quell'uomo, il Prete, brandiva un'asta con cui si difese dalla Mala Suerte. Il clangore fu assordante, ma per Hisagi ebbe un riverbero enorme, lontano. Come se non fossero stati all'aperto, ma nel bel mezzo della navata di una cattedrale. L'ironia della Spada Nera non tardò a farsi sentire, trasportando i sensi del Desfigurado in quell'esatto contesto. Si ritrovò a combattere fra panche sporche di sangue e colonne decadenti, piene di crepe. Le vetrate che raffiguravano i santi erano in frantumi, l'altare era coperto dagli arbusti.
    Era finito là dove la natura aveva vinto sulla divinità.



    Nessun dio ti proteggerà da me.

    Le sue stesse parole, sussurrate da una voce atona, sconosciuta.
    Scherzi della lama con cui lo Straniero di nome Antares l'aveva premiato; giochi di illusioni sempre nuovi, divertenti.
    Furono i movimenti di Jonas a riportarlo alla realtà, pur non annullando l'immagine distorta della cattedrale abbandonata. Vide che l'asta del nemico si dirigeva dritta verso il suo volto, mentre tutt'intorno era un lago di sangue: il Canto della Scarlatta non era andato a buon fine, sfortunatamente. Alle sue spalle intanto i due fantocci si mossero, ne avvertì distintamente le aure che scattavano su di lui. Avrebbe potuto semplicemente scartare di lato, umiliare quel pastore ed il suo ridicolo gregge. Ma, come sempre, preferì dare spettacolo in nome della battaglia.
    Agì da stupido.

    “ Voltati. ”

    Rivolse al prete un mezzo sorriso.
    L'asta lo colpì in pieno volto, generando un clangore metallico. Nello stesso istante -o quasi- avvertì un contatto simile all'altezza delle ginocchia. Ma non vi fu alcuno schizzo cremisi, a macchiare l'aria o la terra di quel luogo sacro. Fra le rovine del culto di Jonas, Hisagi Shuhei rimase immobile ad aspettare che la debole tempesta nemica finisse d'abbattersi sul suo corpo.
    Inamovibile.
    Anche l'ultimo affondo non servì a niente, erano in tre contro uno e nemmeno riuscivano a...
    Quella luce lo sorprese a tal punto che quando si accorse di ciò che stava accadendo, fu troppo tardi.
    L'esplosione sfondò il Dos con cui si era riparato dall'aggressione combinata delle prede, sbalzandolo pochi metri più in là, sulla sinistra. Cadde e ruzzolò attraversando una colonna di pietra, che fu scossa da un'interferenza e scomparve l'istante successivo. Aveva frantumato l'illusione ed ora si trovava nuovamente nell'arena bianca, il pavimento a contatto col viso.
    Scelse di rialzarsi lentamente, con calma.
    Aveva ancora entrambe le armi strette in pugno, ed appena un rivolo di sangue condito da un'abrasione sulla tempia. Il braccio destro era ustionato, ma non inutilizzabile.
    Di dolore nemmeno l'ombra.
    Riacquistò la posizione eretta come se fosse tuttavia stato ubriaco; le braccia penzoloni e con esse le spade, il capo chino e l'intero busto che appariva gravato da un peso immane. Si mosse in maniera malsana, sollevando infine la testa quasi di scatto. Fissò le iridi -nere come l'inferno- sulla figura esile del monaco.
    Era l'immagine dell'impazienza e della follia.

    «Saresti tu...?»

    Un riso, sprezzante.
    Quindi si gettò in avanti senza preavviso, irradiando nell'aria tutta la sua forza. L'onda comprimente del potere che sprigionò avrebbe assalito sia il Prete che l'angelo, opprimendo i loro sensi in ogni direzione; costringendoli ad inchinarsi come se si fossero trovato di fronte ad un dio.
    Due, poi cinque.
    7
    I numeri di merda lo perseguitavano, quel giorno.
    Scartò di lato quando ebbe percorso la metà di quei 3 metri che lo avevano separato dalla preda dopo il suo piccolo volo, così da attaccare dalla destra. Avrebbe approfittato della posizione defilata dell'angelo -che proteggeva il padrone frontalmente- e del Cinco che opprimeva il mondo, per sferrare una nuova, duplice offesa alla creatura inutile che era costretto a chiamare "avversario".

    «Saresti tu...il mio ultimo ostacolo??!»

    Era una furia, rapido come un indemoniato ed incazzato ancor di più.
    La Scarlet Princess saettò in avanti come una freccia, in un fendente che avrebbe sfiorato la gola di Jonas senza tagliarla; il filo rivolto verso la preda e posta in modo che se l'uomo avesse mosso l'asta, sarebbe stato costretto a spingere la spada verso la propria giugulare. Allo stesso tempo, la MalaSuerte aggredì il santo con una sferzata violenta all'altezza dell'addome. Shuhei mirava ad affettare il nemico nella zona dei polmoni, così da rendergli più faticosa la fuga.
    Perché, tanto ne era certo, prima o poi Padre Jonas avrebbe tentato di scappare dalla sua ira.
    Come tutti.
    Come sempre.
    Nessuno era mai al sicuro, con lui.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    image

    Hisagi Shuhei
    {69HS003}

    -Condizioni Fisiche_ Abrasioni di Basso livello su tempia e braccio destri.
    -Energie_ 60%
    -Equipaggiamento_ Scarlet Princess {Estratta, mano Dx}; Mala Suerte {Estratta, mano Sx}
    -Passive_ Percezione delle aure entro 30 metri, insensibilità al dolore e power-up del 50% passivo alla Forza fisica {Tres}; apparenza distorta, come olografica e disturbata, illusione volubile ambientale per il portatore {Distorsión}.
    -Tecniche_ Difesa fisica Media, corpo irrigidito come se fosse fatto d'acciaio {Dos}; espansione dell'aura che pressa sui cinque sensi, entità Media. {Scarlet Song}.
    -Note_
    image
    CITAZIONE
    -Dos, Still Standing_ Un'utile difesa, rapida nell'esecuzione quanto solida. Focalizzando le proprie energie in direzione della muscolatura e dell'epidermide, lo Sfregiato può riuscire a rendere il proprio corpo coriaceo come l'acciaio. In particolare, senza alcun bisogno di doversi concentrare -al punto da essere una tecnica eseguibile quasi istantaneamente-, è sufficiente che si immobilizzi totalmente per tutto il tempo necessario a subire l'attacco. E' infatti una difesa molto singolare -nonostante il nome suggerisca una certa pluralità- dotata di pro e contro. Fra i primi si annoverano certamente la rapidità, come già detto, d'esecuzione, e la possibilità di sopportare un discreto ammontare di danni senza farli pesare direttamente sull'attuatore della tecnica stessa. Per i secondi, tuttavia, vanno a schierarsi l'immobilità, condizione necessaria per il funzionamento della difesa, e conseguentemente la condizione di impotenza nei confronti di qualsiasi entità o evento secondari all'attacco subito. {Media}

    CITAZIONE
    -Cinco, Pressure_ I cinque sensi possono essere un bersaglio particolarmente ambito, per chi volesse fare del male a qualcuno. Essendo proprio questo l'obiettivo di Hisagi, non poteva non mancare nel suo "arsenale" un numero appositamente pensato per distruggere -o per meglio dire distrarre- le cinque percezioni sensoriali del nemico. L'esecuzione è particolarmente semplice: senza troppi complimenti, lo Sfregiato rilascia nell'atmosfera una quantità di energia per nulla modesta, che agirà sotto forma di pressione sul bersaglio. Senza infliggere danno alcuno, opererà una pressione costante -per un lasso di tempo relativamente breve- su tutti i cinque sensi. Niente di insopportabile, sufficiente però ad annebbiare vista, udito ed olfatto, irritando il tatto ed inasprendo il gusto in modo da distrarre ed opprimere la mente nemica, impedendole di fatto la formulazione di pensieri, tattiche e quant'altro in tempi brevi -o normali-, svanendo entro breve. Si direbbe un'ottima distrazione, utile anche per "far sapere" della presenza di Hisagi in determinate situazioni. {Media}

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    Padre Jonas

    Narrazione: 3.5 + 3.8 = 3.65
    CITAZIONE

    Probabilmente per colpa di questioni preponderanti in Real, questa volta il giocatore accusa talvolta dei momenti di defaillance che non esprimono al meglio i talenti già mostrati negli scontri precedenti; il livello si conserva sempre buono, ma la presenza di alcune ripetizioni nella presentazione, l’impiego qui e là di termini validi a livello semantico ma non completamente in sintonia con il contesto, e un paio di scelte di punteggiatura un po’ discutibili denotano un climax un po’ sottotono per gli standard abituali del player. Ad ogni modo, queste non sono che inezie e piccole imperfezioni: il giocatore ha condotto un’ottima prova tanto a livello tecnico quanto a quello emotivo.
    Il flusso emozionale che lo scrittore sa creare tra i lettori e Jonas è ben impostato nella presentazione, ma -forse sempre per le “distrazioni” estranee al gioco- non è riuscito a far sbocciare il seme piantato nel promettente concetto della “redenzione”, che manca a delinearsi negli interventi successivi, meramente basati sull’azione della pugna.


    CITAZIONE

    Buona, molto buona. Il giocatore è preciso e pragmatico, espone bene il narrato e le azioni e non si perde nemmeno nei monologhi del suo personaggio che risultano comunque vivi giacché opta per spezzarli in frammenti più piccoli intervallati dal narrato rendendo il tutto più dinamico e avvincente per il lettore. Incalza bene quando deve ed è bravo nelle descrizioni. Difetti palesi non ne riscontro giacché al limite si può parlare di imperfezione in alcune piccolezze, ma niente che possa fruttare un voto meno che molto buono.


    Strategia: 3 + 3.4 = 3.2
    CITAZIONE

    Buona, ma non pienamente convincente, forse più per colpa dell’esiguità del materiale giudicabile che per una sua vera mancanza.
    Padre Jonas comincia ad impostare la sua offensiva con la saggia premura di scoraggiare una situazione di close-combat in cui si troverebbe svantaggiato, ma l’evocazione dei due angeli risulta poco incisiva nel piano d’attacco. In mancanza di riscontri per eventuali azioni successive, non posso sbilanciarmi con un voto oltre la sufficienza, ma -dall’atmosfera che si era creata- il giocatore prometteva bene.


    CITAZIONE

    Come sopra è complicato analizzare al meglio questa voce con due soli scambi a disposizione, Jonas parte benissimo e riesce a mettere sotto pressione il suo avversario senza eccellere ma dando una buona impressione in fase offensiva, gestendo anche a mio parere bene le due evocazioni fatte, che sebbene dal costo relativamente ridotto e dagli effetti non esaltanti sono state ben utilizzate (ed altrettanto ben contrastate).


    Sportività: 3 + 3.5 = 3.25
    CITAZIONE

    Nonostante non ne abbia mai fatto un uso improprio, ci sono un paio di cose che mi destano una certa perplessità: Mio Signore, discendi sui Tuoi figli prevede che le evocazioni vengano considerate di un livello superiore a quello pagato, e questo può andar bene per quelle di livello basso, ma già a livello medio, la cosa si fa un po’ più pesante, in quanto il divario tra Medio e Alto e decisamente marcato.
    In ultimo, anche far detonare un angelo senza consumo mi fa un po’ storcere il naso.


    CITAZIONE

    Non mi azzardo a sbilanciarmi troppo su questa voce per via del poco materiale, forse giusto al secondo turno attivo la difesa opposta all'attacco dell'Andre mi pareva un po' inadeguata, onestamente visto che il colpo è andato a segno avrei quanto meno dimostrato un quantitativo di danni ben maggiore in virtù anche del power-up passivo in forza del personaggio Hisagi, che quel braccio lo poteva tranquillamente falciare. Non ho nessuna imperfezione riscontrata dal giocatore e nessun appunto da dire nemmeno sulla scheda o sulle tecniche.


    Puntualità: 1
    CITAZIONE

    8 giorni di ritardo


    Hisagi Shuhei

    Narrazione: 4 + 4.2 = 4.1
    CITAZIONE

    Leggermente meglio del suo avversario, un po’ sotto alle prestazioni sfoggiate nei duelli precedenti: evidentemente il caldo e gli altri impegni fanno perdere colpi anche a lui.
    Lo stile narrativo di questo scontro conserva e perpetua la sua “tradizione”, basata sui combattimenti che lo hanno preceduto: incipit impostati come flash-back -per approfondire la psicologia del personaggio o mettere in luce questo o quel dettaglio-, linguaggio disinvolto, semplice e accessibile, ottima padronanza linguistica e punteggiatura ben dosata; insomma, nulla da dire sul livello tecnico tranne forse un po’ di complimenti.
    A livello interpretativo, lo standard di Hisagi si conserva stabile: è sempre il solito adorabile e strafottente bastardo, ma si percepisce una certa perdita di mordente, forse per la fretta impiegata nello scrivere gli interventi. Apprezzabile lo scambio di battute tra lui e Jonas all’esordio, che proietta immediatamente nel conflitto ideologico tra i due avversari, ma sarebbe stato interessante approfondire maggiormente le radici dell’avversione del Desfigurado verso la religione, dato che più che di indifferenza, ad un certo punto -l’ultimo post attivo- si parla proprio di rabbia.


    CITAZIONE

    Scrittura buona, piena, libera dai soliti problemi che affliggono i giocatori nella media quali pesantezza eccessiva, mancanza di scorrevolezza, scarsa musicalità nella scelta dei vocaboli, confusione al momento del descrivere le azioni più elaborate e simili. Dall'inizio alla fine il giocatore impiega e sfrutta vocaboli e termini in linea con quanto intende trasmettere e con quanto il personaggio trasmette. Hisagi è vivo quanto mai e il lettore ben si figura sue movenze, espressioni e sentimenti. Da parte mia un voto alto ai limiti dell'eccelso.
    Nota di merito anche per la grafica dei post. Sebbene non influenzi certamente in maniera positiva il giudizio sicuramente è apprezzabile e dà fin da subito l'idea della cura che il giocatore infonde in ogni suo post.


    Strategia: 3.5 + 3.5 = 3.5
    CITAZIONE

    Ahimé non è possibile analizzare al meglio questa voce con due soli scambi rapidi e coincisi, un duello di 2 soli turni è troppo breve perché si possa andare oltre l'impressione iniziale. Atri tre turni avrebbero sicuramente dato materiale sufficiente a dichiarare un netto vincitore in questo campo, mentre così non mi sbilancio eccessivamente limitandomi a dire che trovo buone e non eccelse le soluzioni mostrate da entrambi. Hisagi fronteggia efficacemente la tecnica a lungo termine impiegata da Jonas con amplio dispendio energetico al primo turno riuscendo a non andare sotto a slot ed a mana quando questi sfruttando il primo turno lancia una combo di apertura interessante. Le evocazioni sono affrontate spade alla mano efficacemente come ci si aspetterebbe. Riesce anche a mettere a segno un colpo notevole contro un avversario incantatore senza prima doverlo sfiancare, qui però forse si va più sui demeriti di Wolf che sui meriti di Andre.


    CITAZIONE

    Sufficiente e qualcosa di più, ma non troppo -sempre per mancanza di materiale che consolidasse la sua superiorità o inferiorità in questo campo, che per qualche errore nella sua condotta.
    Il piano d’azione condotto da Hisagi è stato lineare ed efficace, e ho personalmente trovato molto apprezzabile il rimando ad uno scontro precedentemente disputato contro il Troll Makor-Erenai: dà spessore al Background, e avvalora la tesi che giustifichi l’impiego di un colpo taglia-etere per fendere e superare la barriera imposta dall’avversario.


    Sportività: 3 + 3.5 = 3.25
    CITAZIONE

    Senza infamia e senza lode. Il materiale era troppo poco per dirlo.
    L’unico appunto che mi sento di fargli è l’essersi disimpegnato troppo in fretta dall’assalto di due evocazioni dalla luce abbacinante che tentavano di ingaggiare battaglia con lui, anche se più che un consiglio da sportività -essendo la cosa ampiamente giustificata dalla sua classe e dal power-up in forza- questo cadrebbe nell’ambito dell’interpretazione.


    CITAZIONE

    Non mi azzardo a sbilanciarmi troppo su questa voce per via del poco materiale, tuttavia non ho nessuna imperfezione riscontrata dal giocatore e nessun appunto da dire nemmeno sulla scheda o sulle tecniche.


    Puntualità: 5
    CITAZIONE

    Nessun giorno di ritardo




    Verdetto

    Con una media-punteggio globale del 3.9625 contro 3.6875 dichiaro Hisagi Shuhei vincitore dello scontro; a lui la possibilità di concludere in-GDR il duello.

    Come da regolamento è possibile uccidere, guarire o graziare l'avversario.
     
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  9. Hisagi Shuhei
     
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    User deleted


    »#4 - Outro_
    _Heavy price paid

    Alla fine della corsa,
    quando il fiato comincia a mancare, le gambe tremano per la fatica e tu sei lì, che vedi il traguardo con la vista annebbiata dal sudore.
    In quel momento l'ultimo ostacolo ti si piazza davanti, assumendo le forme più disparate.
    Una volta è un fungo atomico che spazza via il tuo mondo assieme a tanti altri suoi simili. Un'altra è un mezzo lupo; poi un demone dai capelli bianchi.
    Mai ti aspetteresti che quell'ostacolo prenda le sembianze di un piccolo, misero uomo di fede.
    E ogni volta reagisci allo stesso modo: lo affronti.
    Anche adesso.


    Mosse le spade con una velocità agghiacciante.
    Era poesia, danza terribile e stupenda. Uno stile, il suo, totalmente slegato da canoni e precisi dogmi.
    Pura e semplice libertà.
    Senza catene di sorta, Hisagi Shuhei aveva imparato a gestire la propria vita in modo che, attimo dopo attimo, essa fosse identica a se stessa. Guerra, sangue e morte in una soluzione di continuità impressionante. Combattendo da autodidatta; imparando da e nella battaglia.
    Padre Jonas non sarebbe uscito vivo da quello scontro, lo sapeva. Gli aveva preparato una trappola niente male, con due chele protese nel gesto di apertura di una morsa che presto, molto presto...lo avrebbe ucciso. Per prima cosa assestò un colpo ai polmoni del prete, che schivò alla sua sinistra evitando con grande agilità anche il filo della Scarlatta che gli minacciava la gola. Si voltò, pronto a battersi. Ma tossì sangue e crollò in ginocchio. Solo la presa sulla sua asta, come un ultimo, disperato appiglio alla convinzione religiosa tanto forte in lui, gli permise di non giacere ai piedi dello Sfregiato.
    Rimase tuttavia alla mercé dell'avversario, guardando Hisagi dal basso all'alto in una maniera che fece infuriare il Desfigurado.
    Quello sguardo non aveva nemmeno l'ombra della sconfitta.
    C'era compassione, comprensione.
    Pena.
    Il ragazzo dai capelli corvini scattò verso il nemico in un impeto d'ira. Gli strinse la testa al centro di una forbice, con le due spade che pregustavano il morso freddo attorno al collo dell'inerme preda. Un rivolo di sangue apparve sull'uomo inginocchiato in corrispondenza delle spade che lo cingevano.

    «Ed ora prega»

    Lo apostrofò, con un nuovo sorriso sulle labbra.
    Iniettò in quell'espressione tutta la follia e la rabbia che aveva in corpo. Lo fece involontariamente, preso da una crudeltà -se possibile- ancor più profonda di quella cui era abituato. Si sentiva male, tanto era nervoso. Nella sua testa si affollavano, assieme ai ricordi, innumerevoli idee su come massacrare la preda.
    Eppure tutto svanì in un istante: bastarono poche parole.

    “ Perdonalo, Padre. ”
    Jonas aveva chiuso gli occhi e sorrideva, ma non con arroganza.
    Era evidente che non stesse parlando con l'avversario.
    “ Perdona il suo c u o r e n e r o. ”

    Ci fu un attimo di silenzio t o t a l e.
    Dagli spalti non si levò alcuna voce, né tanto meno un bisbiglio sfuggì al Razziatore.
    Morire, per quell'uomo, non rappresentava una fine. Glielo si leggeva negli occhi: sapeva di non poter crepare lì, non totalmente almeno. Fu sufficiente la sua espressione a far esitare Hisagi, che ridusse le palpebre a due fessure crudeli.
    Si era reso conto di non poter piegare quella fede incrollabile; nemmeno con la più bieca delle torture.
    E allora gli venne un'idea.

    «Te l'ho detto, Prete. Voi uomini di fede siete tutti uguali»
    Sbuffò.
    Inaspettatamente, ritrasse le armi e le infoderò nelle rispettive guaine.
    «Oggi non morirai»

    Glielo disse mentre già voltava le spalle al combattimento, dirigendosi verso l'uscita.
    Da vincitore, ma ancora non da assassino.
    Fece qualche passo in silenzio, con le mani in tasca ed un sorriso che non prometteva niente di buono. Ad un tratto rallentò ulteriormente la sua andatura già serena, per fermarsi, ed allargare le braccia come a formare una croce.

    «Ma pagherai un prezzo, per vivere»
    le sue mani si aprirono, sui palmi già crepitava energia nera
    «Cero»

    Due bordate partirono dallo Sfregiato.
    Le sferzate oscure si gettarono in un attimo sugli spalti, fornendo ai presenti l'ultimo spettacolo della loro esistenza: quello della morte. Alcuni tentarono di scappare quando videro l'ondata arrivare, ma nessuno fu sufficientemente veloce. Due parti delle gradinate, una parallela all'altra, andarono completamente distrutte. Le esplosioni gemelle fecero vibrare lo stadio, seguite dalle grida di disperazione, dal pianto dei bambini e dall'odore della paura.
    Ne inspirò una boccata a pieni polmoni, ridendo compiaciuto.
    L'aveva capito guardando Jonas negli occhi; la punizione adatta agli uomini come lui non sarebbe mai stata la morte, non la propria. Quella degli altri avrebbe pesato come un macigno per sempre sulla coscienza del Padre. Non tanto perché fosse realmente "il prezzo della sua sopravvivenza", bensì probabilmente perché quel giorno Padre Jonas si sarebbe rammaricato di non aver potuto fare nulla per fermare Hisagi.
    Centinaia, forse migliaia di innocenti avevano perso la vita a causa della sua incapacità, della sua debolezza.
    Il Razziatore ne era certo: questa consapevolezza l'avrebbe corroso interiormente.
    Fino all'ultimo respiro.
    Hisagi Shuhei rise ancora, voce stonata in un coro di urla raccapriccianti, e prese il corridoio che l'avrebbe condotto al quinto, famigerato scontro.

    Finalmente.



    SPOILER (click to view)
    Wolfo, mi devi un duello. Ricordatelo. :geez:
    Spero comunque che il modo in cui ho usato autoconclusivamente Jonas non sia un problema. ;D
    Alla prossima, pulcioso!
     
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8 replies since 16/5/2009, 21:13   525 views
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