Il gioco del Destino

Capitolo I ≈ Gente che scompare

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  1. PCP
     
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    Chapter 1 A prelude
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    L'alba arriva presto, nella città dei cieli.
    Con essa giungono nuove speranze per gli schiavi, nuove aspettative per le guardie, nuove illusioni per tutti.
    L'Imperatore lo sa, ma la sua posizione non gli permette di contestare gli ordini del Ministero.
    Sebbene nessuno ne sia a conoscenza, Caino non è altro che una pedina nelle mani di qualcuno che occupa un ruolo ancora più alto nella scala gerarchica, qualcuno che, dall'ombra, coordina le attività dell'impero.
    "Sua altezza".
    L'uomo si prostra ai piedi di quello che sembra essere un trono in piena regola.
    "Abbiamo un problema".

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    Città di Yasul - Pentauron, sud est
    In una città come Yasul, le notizie corrono in fretta: è sufficiente che un vecchio agricoltore accenni l'evento al vicino di campo, o che un rispettabile cliente di un'osteria qualsiasi sussurri la cosa al compagno di bevute.
    Nel giro di poco la faccenda finisce con l'ingigantirsi sempre più e - di questi tempi - non è raro che essa giunga anche alle orecchie di chi si è appena stabilito nello stato delle cento torri, o di chi lo sta attraversando per caso.

    Gente che scompare.
    Proprio così, nel nulla, come se non fosse mai esistita.
    Non ci sarebbe da sorprendersi, d'altronde queste cose sono all'ordine del giorno, ma questa volta c'è qualcosa di diverso: non sono singole persone a finire disperse, ma intere famiglie. Collettività, insomma. E ogni volta che accade, serve a ben poco che autorità garanti della legge si rechino sul posto a fare sopralluoghi. Non hanno mai trovato nulla, come se quegli individui non fossero mai esistiti.
    Però, c'è chi afferma di avere assistitito a non meglio precisati "fenomeni strani".
    E la vecchia favola che gli anziani raccontano per spaventare i bambini troppo vivaci (guarda che se non vai a dormire presto arrivano i solariani e ti portano via!) è sempre meno divertente.
    Infatti, non la raccontano più.

    QM Point
    E' inutile che ci giriate attorno o cerchiate di convincervi del contrario: le chiacchiere che avete sentito in giro per le strade della città vi incuriosiscono, e l'intera faccenda sembra dannatamente interessante.
    Per non parlare della ghiotta ricompensa messa in palio dalle autorità.

    Chi per denaro, chi per curiosità, chi per motivazioni personali o chissà cos'altro, avete deciso di dedicarvi al caso.
    Stando a quanto avete letto nei numerosi volantini apparsi sui muri di tutta Yasul, l'appuntamento è fissato per un paio di ore dopo il mezzogiorno, presso l'unica caserma militare del luogo.

    Yasul è una città sorta nella zona sud orientale dello stato delle cento torri: la densità di popolazione è relativamente alta, e l'atmosfera - così come l'architettura - è quella tipica dei paesi arabeggianti.
    La caserma è un grosso edificio di forma ottogonale, posta esattamente al centro della città: siete liberi di dialogare come preferite con i png del luogo, considerando che il bando dava per scontato che i lettori conoscessero l'ubicazione dell'edificio.
    Se lo desiderate, dopo aver descritto le motivazioni che vi portano a intraprendere l'impresa, potete fare qualche turno libero onde fare incontrare i vostri personaggi, in ogni caso fermate la narrazione al momento in cui varcate la porta della caserma.
    Buon gioco e buon divertimento.

     
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    Pentauron
    Yasul



    Da quanto tempo non aveva più un obbiettivo?
    Tanto, forse troppo...
    Arthur Friederick Giles sedeva lì, su un muretto innanzi alla caserma militare situata in quell'ammasso di abitazioni umane dall'aspetto arabeggiante chiamato Yasul. Sicuramente molto più interessanti dei loro abitanti, tuttavia semplici dettagli, miseri ghiringori adornanti uno scenario molto più spaventoso e maledettamente appariscente.

    Se nel buio tutto è nero
    Stà arrivando l'uomo nero
    E se il buio ancora dura
    Possiam solo aver paura


    Ormai la notizia era nell'aria; misteriose sparizioni di interi nuclei familiari sembravano terrorizzare una popolazione inerme ed impreparata ad affrontare tale situazione. Che fare? Come regolarsi?
    Ebbene, erano ricorsi alla soluzione più ovvia e scontata: rivolgersi a qualche volontario, offrendo l'inutile e così necessario denaro come ricompensa.
    Credevano forse che un pugno di mercenari avrebbe mai fermato qualcosa che neanche il governo stesso riusciva a fronteggiare?
    Beh, poche erano le possibilità di riuscirci, tuttavia la speranza era sempre l'ultima a morire.

    Se nel buio tutto è nero
    Stà arrivando l'uomo nero
    E se il buio ancora dura
    Possiam solo aver paura


    E lui, lui cosa ci faceva lì? Beh, difficile da spiegare, come lo era anche la sua condizione attuale.
    Poco gli importava del denaro; nei suoi poco più di duemila anni di vita aveva conosciuto il lusso più sfrenato come la povertà più misera ed umiliante.
    Era lì per curiosità? Forse...
    O forse per far chiarezza su dove esattamente si trovava e perchè era lì.
    Perchè dal giorno in cui si separò da lei il mondo aveva preso una piega letteralmente diversa, e quasi senza rendersene conto si era ritrovato in un mondo che non gli apparteneva per chissà quale oscura ragione.
    Che il destino avesse ancora qualche sorpresa in serbo per il caro vecchio Arthur?

    Se nel buio tutto è nero
    Stà arrivando l'uomo nero
    E se il buio ancora dura
    Possiam solo aver paura


    Sorrise.
    Un sorriso inespressivo, forse l'espressione rassegnata di un essere vissuto troppo a lungo per emozionarsi davanti alla paura.
    Perchè questo era ciò in cui era immerso.
    Paura.
    E ricordò la filastrocca dell'uomo nero che cantava ai piccoli Galanodel a fini educativi.
    Sembrava che fosse divenuta reale, o forse era lui ad esserci entrato dentro.
    E mentre attendeva il sopraggiungere l'apertura di quelle porte rimase a riflettere sulla curiosa dissimiglianza tra l'uomo delle favole e la sua realtà, di quanto il Sole potesse spaventare più delle tenebre...

     
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  3. Tahoma
     
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    La figura ammantata camminava sul ciglio della strada, in disparte, come a non farsi vedere. Con passo lento e ritmico come il battito di un cuore andava chissà dove.
    I bambini più piccoli per strada che lo vedevano, inspiegabilmente cominciavano a piangere. La piaga del multiverso, l'eterno divoratore di anime, colui che ha piegato la non morte alla sua volontà...
    Un libro tra le mani e una penna con cui scrivere. L'inchiostro nero solcava le pagine in chissà quali oscure macchinazioni e orridi pensieri. La mente de male assoluto scriveva forse una maledizione per il mondo? Studiava una nuova aberrazione con cui distruggere corpi ed anime dei viventi? O forse...


    -Caro diario,
    ultimamente ho sentito vociferare di strane sparizioni. Nessuno pare sapere niente in proposito, se non di sciocche leggende da giovincelli in fasce. Pare che a scomparire non siano singoli individui, ma interi gruppi familiari.
    Mi piace il suo stile: non lascia che un parente cerchi vendetta, non lascia testimoni. Finalmente un cattivo intelligente.
    Quando seppi per la prima volta di tali accadimenti, mi dissi: "strano, non ho ancora iniziato a creare il mio asercito. Come mai la gente sparisce?", ma poi mi sono detto che in effetti potevo non essere l'unico essere con il potere di compiere simili misfatti.
    Ad ogni modo sono intenzionato a scoprire qualcosa di più. Magari se il piano degli autori del misfatto mi piace e mi porta al comando di questo posto potrei pensare a un piano di conquista su scala più grande... ma se è una schifezza credo che dannerò le loro anime a una pena eterna: odio perdere tempo in sciocchezze.
    Attualmente mi sto recando alla caserma qui in zona. hanno chiamato gente per provvedere alla cosa.



    §Più tardi appunterò dell'altro...§ Pensò. Rimise il tomo nella tasca interna della sua larga tunica e si ricoprì bene il volto con il cappuccio. La gente di solito si disgusta del suo volto. Sperava che per le guardie non fosse troppo un problema. Si diresse così sul luogo dell'incontro. Non gli interessava granchè la ricompensa. Era la storia in sè a incuriosirlo.
    Se poi ci faceva soldi extra, tanto meglio.



    Edited by Tahoma - 13/8/2009, 09:52
     
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    Viaggiare, uno stile di vita per un curiosone come Falrinn. La vita in un nuovo mondo lo ha messo subito in agitazione ed essendo ogni passo una scoperta in quella terra la sua euforia è praticamente sempre al massimo. Tranne in quel momento, tristezza rammarico ma pursempre curiosità... Cupi pensieri attraversano la sua mente laboriosa mentre se ne stà seduto sulla spalla destra del suo golem che cammina con passi lunghi e cadenzati verso la caserma al centro della città di Yasul; in altre occasioni sarebbe stato affascinato dall'architettura del luogo ma il pensiero di gente che scompare nel nulla non gli metteva allegria, doveva fare qualcosa! Per il buon senso comune, chiunque avrebbe dovuto fare qualcosa ma la gente alta spesso a paura di rischiare la vita anche per una cosa importante come sentire i bambini che giocano felici a rincorrersi per le vie della città.
    Certo Yasul è affollata, ricca e con un mercato fiorente ma qua e la i visi cupi iniziano a diffondersi dato che nessuno sembra essere al sicuro da quella che da un'apparente maledizione stà per diventare un vero cancro per questa città, e un piccolo gnomo vestito con abiti dai colori appariscenti (verde, rosso, oro, marrone in tutte le tonalità) tenterà di riportare al loro posto le cose. E poi con quei soldi potrebbe comprare materiali migliori per rifinire il suo golem o per altre invenzioni. Avrebbe fatto del bene, avrebbe riportato il sorriso sui volti dei bimbi di quella città e ci avrebbe adirittura guadagnato! Meglio di così.


    SPOILER (click to view)
    Guardiano Protettore: Questo golem è solo un prototipo e Falrinn e propenso a migliorarlo il più presto possibile, è senz'alcundubbio una delle sue opere d'arte. Esso è reso vivo grazie alla Silcardèa custodita all'interno del suo petto; il corpo è un'insieme di ingranaggi che rendono possibile l'attivazione della Silcardèa e il movimento del golem. Falrinn lo ha costruito con i materiali più comuni, acciaio, legno e pietra dopotutto e solo un prototipo.
    Un prototipo estremamente efficente! E' alto 2 metri e il suo peso si aggira sui 300 kg. Poichè è animato dalla Silcardèa creata da Falrinn un pezzo stesso della sua anima risiede nel golem che è quindi portato istintivamente alla protezione del proprio creatore (con un volere mentale Falrinn può dargli ordini più precisi). La sua forza è notevole come pure la sua resistenza mentre agilità e rapidità sono al pari di quelle umane (i suoi sensi sono uguali a quelli di uno gnomo come Falrinn). Poichè non sente il dolore riuscire a metterlo fuori combattimento è assai complicato, distruggerne il corpo o rimuovere-distruggere la Silcardèa dal suo petto sono i metodi più probabili. [15 pt].
     
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  5. PCP
     
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    Le porte di legno si aprono, come a voler accogliere i convenuti; l'uomo che fa capolino da dietro le ante è una figura piuttosto robusta, alta poco meno di centoottanta centimetri.
    Indossa un turbante bianco, un paio di stivali scuri, pantaloni grigi - piuttosto larghi - infilati nelle calzature e un gilet di tela sbottonato, dal quale spuntano una coppia di pettorali ben allenati.
    Appesa alla sua cintura dondola una grande sciabola dall'aspetto minaccioso, prontamente afferrata alla sola vista del mastodontico golem e del suo piccolo e colorato carico.

    'Oh! Perdonatemi...'
    -mormora, rinfoderando l'arma -
    'Voi dovete essere i volontari accorsi
    per indagare sulle sparizioni!
    '

    Abbozza un sorriso, porgendo la mano prima all'uomo elegante, poi a quello incappucciato e infine - mettendosi in punta di piedi - alla gnomo sulle spalle del costrutto.

    'Venite, vi scorto dal capo.'
    Ciòdetto, dà loro le spalle facendo segno di seguirlo all'interno della costruzione.
    Chiaramente, il mezzo di trasporto dello gnomo dovrà restare dove si trova: a lasciarlo intendere, è solo uno sguardo fugace del miliziano, scoccato poco prima del cenno di invito.

    QM Point
    Nulla da dire a questo punto, se non le mie scuse per il ritardo.
    A voi. =P

     
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  6. Tahoma
     
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    L'essere immortale dal nome impronunciabile dai comuni mortali stringere la mano a un bifolco, un comune mucchio di carne ed ossa viventi qualsiasi? Giammai.
    Al massimo, poteva battergli il cinque.
    La sua voce solennemente profonda, tanto da sembrare generarsi dalle profondità dell'Abisso stesso, in grado di incutere terrore col suo solo suono, pronunciò parole che nessun essere natìo del suo piano avrebbe mai potuto sentire da lui...
    -Piacere mio-

    L'innominabile ripose l'attenzione della sua mente sopraffina su quell'artefatto antropomorfo. Sulla sua grande spalla, un piccolo uomo.
    Anche se non poteva portarlo con sè, rimase piuttosto incuriosito dalla creatura e rivolse la parola allo gnomo che girava con esso:
    -Perdonami mortale, ma è tuo quel golem? Lo hai fatto tu? È davvero curioso... è animato magicamente o meccanicamente?-
     
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    Ecco! Finalmente giunto alla caserma per ottenere maggiori dettagli sulla missione da svolgere. Mentre mi avvicino le poste si spalancano e un soldato alto e robusto ci invita ad entrare, non avevo nemmeno notato altre presenza. Un'altro degli avventurieri che si stanno avviando verso la caserma mi si avvicina, è avvolto da un nero mantello e la sua voce mette i brividi, non ha l'aria ne il carisma di essere uno socievole...

    "E' animato da entrambe le cose più un pizzico di alchimia, ora non vorrei essere scortese e mancarle di rispetto ma son geloso dei miei segreti. E poi se le mie supposizioni non sono errate, abbiamo del lavoro da svolgere. E' quì per questo giusto?"

     
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    Li accolse un uomo armato dall'abbigliamento orientale.
    Pareva un guerriero, considerando l'arma che portava con sè, tuttavia ebbe di che pensare quando lo vide passare da un'aria serena ad un atteggiamento minaccioso alla vista degli esseri che con lui avevano atteso l'apertura delle porte.
    Forse si trattava di un uomo sanguigno, emotivo, facilmente manipolabile.
    Probabilmente non era neanche un perfetto guerriero considerando la grave carenza di self-control che aveva appena dimostrato.
    Per poi non parlare del fatto che si era "spaventato" solo al cospetto dei suoi compagni, fondandosi dunque sulle devianti apparenze, cosa per lui inaccettabile.
    Oppure era semplicemente agitato per la grave situazione in cui versava la sua regione e, in un certo senso, era comprensibile.
    In ogni caso, non era un suo allievo, dunque non era il caso di fare il pignolo.
    Con un gesto delicato, allontanò gli occhiali dal suo volto, riponendoli nel taschino della sua giacca.

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    -Immensamente lieto di fare la vostra conoscenza, sire.

    Ricambiò il saluto con un cenno, chinando leggermente il capo, conservando la posizione eretta, impeccabile.
    E sul viso pallido le labbra si curvarono in un sorriso composto e neutrale, compiaciuto del fatto che la carenza in giudizio fosse compensata da una relativa conoscenza delle buone maniere.

    Non aggiunse altro.
    Non era necessario.
    Dunque lo seguì in educato silenzio.

     
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  9. PCP
     
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    L’interno della caserma differisce di gran lunga dallo stile architettonico che chiunque potrebbe immaginarsi di trovare.
    Capitelli, archi, cupole? Niente di tutto questo.
    Solo un ambiente piuttosto anonimo, per nulla dissimile da un qualunque ufficio lavorativo generico.
    Il militare scorta i convenuti attraverso un’ampia hall d’ingresso dotata di macchine da scrivere, scrivanie e addetti che vi lavorano senza sosta. Alzano appena il capo e abbozzano un cenno di saluto, per poi rituffarsi nelle loro scartoffie.
    Il breve tour prosegue attraverso un corridoio stretto e bianco, sulle cui pareti campeggiano dipinti naturali e paesaggi resi tanto bene da sembrare quasi vivi; ma sono dettagli che non si riescono a cogliere semplicemente passandoci davanti.
    Bisogna prendere tempo per contemplarli – sì, anche quel quadro che raffigura il cielo – ma il tempo è ciò che manca.

    Manca perché il miliziano che li ha accolti all’ingresso si ferma di colpo, dopo aver guardato nervosamente avanti e indietro. Sembra che qualcosa lo turbi, e quel qualcosa diviene palese quando da una delle porte in fondo al corridoio sbuca un ometto basso e tarchiato, tutto agitato, con gli occhiali fuori posto e la fronte imperlata di sudore.

    “Di nuovo!” grida, passando trafelato accanto al gruppo.

    “Sta succedendo ancora! Qui vicino! Accorrete tutti!”
    Eh sì: pare che il colloquio con il Capo debba essere rimandato a tempi migliori.

    L’intera caserma è in fibrillazione: fuori si sentono grida, dentro, i miliziani sciamano verso l’ingresso con le sciabole in pugno, parlando in una lingua che solo gli indigeni potrebbero capire.
    E poi… cos’è quella luce spettrale che promana dalle finestre?

    QM Point
    La situazione è quella descritta, ora sta a voi decidere cosa fare.
    Potete rimanere all'interno e attendere risvolti, oppure mescolarvi ai miliziani e correre fuori.
    Se qualcuno si avvicina alle finestre e scruta all'esterno, noterà come non sia possibile vedere nulla. Solo un bagliore che ferisce gli occhi e - per le orecchie più allenate - uno strano fischio in lontananza.

     
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  10. Tahoma
     
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    -Ohhh, che luce! Questa storia già incomincia con un risvolto interessante: sono curioso di vedere che succede... idea: farò una bella magia.-

    Un'oscurità buia, un mana oscuro si levò da dentro il cappuccio della figura ammantata di vesti scure. Dai pori delle vesti e dalle fessure tra di esse un mana nero come la notte più buia iniziò a fluire. Una voce riecheggiò da dentro quell'essere, come un grido lontano di un'anima tormentata. Mise le mani davanti alla bocca, basso e contratto non mostrando ad alcuno il suo aspetto. E rigurgitò quello che a tutti gli effetti sembrava un fantasma.
    Esso volteggiò attorno al padrone fermandosi davanti alla sua figura in una posizione che semrava un inchino profondo.

    -Va e sii mio testimone degli eventi mio schiavo. Se il tuo lavoro sarà degno della mia soddisfazione, forse ti libererò dal tuo tormento, anima dannata.-

    Lo spirito si lanciò verso la luce e il luogo per adempiere al volere dell'innominabile signore dei non morti.

    §Certo, come no...§ pensò tra se e se... §Liberare uno schiavo: che sciocco che sei...§
    Si divertiva a pronunciare parole di speranza ai suoi servi: distruggere ogni cosa diversa dalla disperazione era il suo passatempo preferito. E rimase lì ad osservare gli eventi dalla finestra. Mise una mano nella sacca che potrava con sè a tracolla. Tirò fuori un paio di occhiali da sole e se li mise. Magari aiutavano a godersi meglio lo spettacolo.


    SPOILER (click to view)
    Energia: 100% - 5% = 95%

    CITAZIONE
    -Fantasma esploratore: questa creatura è un piccolo fantasma creato con le anime dei ladri che nei secoli hanno tentato di derubare gli immensi tesori dell'innominabile. Essi sono intangibili, sempre e in ogni modo. L'incantatore non vede attraverso i loro occhi e non può far altro che imporre comandi generici, al termine dei quali essi si dissolvono. L'incantatore viene a conoscenza di ciò che ha visto o sentito lo spirito solo quando esso si dissolve, tramite immagini e suoni. Questa creatura è molto brava a nascondersi anche grazie alle sue capacità sovrannaturali da fantasma ed è del tutto invisibile al buio. Per distruggere questa creatura basta un semplice attacco di qualsiasi tipo. Può parlare se necessario ma non può trasportare oggetti in alcun modo. (consumo basso)

    Oggetti usati:
    Occhiali da sole: sono degli occhiali da sole che gli servono per coprire le orbite vuote del cranio.
     
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    Bene.
    Non si erano ancora presentati al loro "capo" e già la situazione sembrava rendersi più movimentata del previsto.
    Non che gli dispiacesse; erano anni che non si sgranchiva un pò.
    Uno, due, tre passi in avanti per capire da dove arrivavano tutti quegli umani.
    Uno, due, tre secondi per comprendere che non scappavano da niente ma rincorrevano qualcosa.
    Uno, due, tre respiri, per quanto un vampiro avesse necessità di farne, per ipotizzare che quel qualcosa centrasse con il loro "lavoretto"


    CITAZIONE
    -Ohhh, che luce! Questa storia già incomincia con un risvolto interessante: sono curioso di vedere che succede... idea: farò una bella magia.
    Va e sii mio testimone degli eventi mio schiavo. Se il tuo lavoro sarà degno della mia soddisfazione, forse ti libererò dal tuo tormento, anima dannata.-

    Rimase impassibile come suo solito, osservando quella creatura giocare con i suoi "trucchetti magici", poi gli si avvicinò e con pacata raffinatezza si rivolse a lui.

    -Davvero grazioso, un bel lavoro. Mi dica, ha per caso intenzione di mandare quella cosa ad accertarsi di cosa sta accadendo lì fuori?

    Respirò profondamente, prima di continuare.

    -Cosa la rende così diffidente da mandare quello piuttosto che rendersi conto di ciò che succede in prima persona?

     
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  12. Tahoma
     
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    L'innominabile guardava a scena con atteggiamento di grandiosa maestosità. Se poteva mettere le mani su un potere simile, qualunque cosa fosse, avrebbe di certo dato un bello scossone a quel mondo. Magari ritagliandosi una sua fetta di territorio. Poi una delle persone lì presenti gli parlò. Pensò non si stesse rivolgendo a lui all'inizio: non aveva usato l'appellativo di "mio signore" o simili e non era stato da lui interpellato. Ma si ricordò che lì nessuno lo conosceva e così doveva restare. Ed effettivamente quell'uomo era rivolto a lui...

    CITAZIONE (*+..._Lucifer_...+* @ 25/10/2009, 00:57)
    -Davvero grazioso, un bel lavoro. Mi dica, ha per caso intenzione di mandare quella cosa ad accertarsi di cosa sta accadendo lì fuori?

    Respirò profondamente, prima di continuare.

    -Cosa la rende così diffidente da mandare quello piuttosto che rendersi conto di ciò che succede in prima persona?

    Lo guardò. Gli aveva dato del "lei". Meritava di interloquire dunque, dato il doveroso rispetto. Perdonò l'ignoranza di non conoscerlo, ma su Endlos era normale. La sua voce quasi rimbombante proferì quelle parole piene di semplicità: -Diffidente? Oh... no, affatto. La mia è solo pigrizia. E poi ho creato quello spettro solo a questo scopo.- Osservò meglio quella persona... gli sembrava familiare. Aveva qualcosa di innaturale. Una specie di aura forse. Difficile a dirsi.
    -Piuttosto... mi ricordi qualcosa o qualcuno Non saprei di preciso ma magari è un'impressione...-
     
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    L'accompagnatore non è molto simpatico, da come guarda il mio golem intuisco che non deve piacergli molto, pazienza dovrò camminare. Il golem si inginocchia e scendo a terra e mentre allungo il passo per seguire la *gente alta* gli ordino mentalmente di aspettarmi dove si trova. Sfortunatamente il nostro giro turistico per dei corridoi monotoni si interrompe in un bel trambusto e in un'ululare selvaggio di una strana lingua parlata dai soldati che corrono come fossennati verso l'ingresso e io dietro. Il mio prototipo nuovo di zecca è rimasto fuori, con tutta la fatica che ho fatto per assemblarlo senza avere i materiali adatti non lo lascerò certo in balia di qualcosa che possa danneggiarlo senza averne nessun guadagno o senza nemmeno poter intervenire. Così corro più rapidamente possibile verso l'uscita, per quello che la mia statura mi permette.

     
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  14. PCP
     
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    (Overlook) .::.
    Luce, rumore bianco. Tutto cessa in un batter d’occhio, lasciando l’aria immobile e pesante, pregna di grida che non tardano a spezzare l’atmosfera.
    I primi soldati, quelli che erano stati tanto cauti da fermarsi sull’ingresso, rientrano con un’aria incredibilmente affranta.
    Sono apatici, sembrano marionette senz’anima: trascinandosi dietro le gambe, si accasciano sui divanetti della sala principale, stravolti.
    Dall’ufficio del Capo in fondo al corridoio centrale non provengono segni di vita.
    Fuori, la situazione sembra nuovamente tranquilla.

    (Innominabile) .::.
    Lo spiritello che hai inviato all’esterno viene immediatamente dissolto dal bagliore, trasmettendoti le poche informazioni che ha potuto immagazzinare: uno schermo bianco e un fischio intenso, fastidioso.

    (Falrinn) .::.
    Corri fuori, e ciò che vedi è l’ultima cosa che ti aspetti.
    Il tuo amato golem è ancora al suo posto, intatto, ma… le persone che erano corse fuori per prime, no.
    Svanite, nullificate; per terra rimangono soltanto i loro vestiti, squallidi mucchietti di stracci sparsi un po’ ovunque.

    (Arthur) .::.
    Nulla di rilevante. Come i tuoi compagni, hai libera scelta circa le azioni da intraprendere.
     
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  15. Tahoma
     
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    -Che evento bizzarro. Mi tocca purtroppo ammettere di non aver mai visto niente di simile...-

    Maledì a cuor leggero l'anima di quell'essere incompetente che aveva richiamato a sè... non gli aveva dato altro che informazioni inutili... quasi superflue.
    Camminò verso l'esterno in tutta calma. Giunto nel punto in cui restavano le vesti, si chinò, scostando con le dita quelle vesti, quasi a schifare i possedimenti di tali umani di infimo livello.
    Cercò tracce di magia. Di solito ce ne sono, pensò. Ma magari era anche qualcos'altro.

    Si alzò e volse lo sguardo intorno alla scena. Alzò lo sguardo al cielo per un attimo. Che fosseo alieni addirittura? Intrigantemente inquietante. Assolutamente sublime. Un mistero che trovava davvero stimolante e degno di essere districato.
    Ora doveva solo attendere altri indizi... magari poteva anche tentare di farsi "rapire" o "uccidere". La sua immortalità gli sarebbe stata utile magari.
    Resterò a vedere... mwahuhohahaha....
     
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29 replies since 7/8/2009, 16:43   572 views
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