Il gioco del Destino

-Sarà stata un'impressione... questo aspetto... qualcosa mi è familiare in lei, ma... mi sfugge. Sarà un'impressione.-

-Si, parte dei miei studi sono materia di mistero per comuni menti limitate. Ma questo non è affatto operato che io riesca a spiegare in modo immediato con paradigmi o modelli. Probabilmente necessiterò di "sperimentazioni"... potrebbe essere utile il tentativo di far "rapire" volontariamente qualcuno di noi, non trova? Piuttosto, mi sorge un dilemma: perchè la mia creatura non è stata portata via come la marmaglia lì sotto? Forse il latrocinio avviene solo per corpi viventi, o umani... giust'appunto, mistero. Qualche suggerimento?-

.:(Innominabile):.
Ti guardi attorno, ma non riesci a scorgere nulla che sia degno di nota.
Sopra di te c’è sempre il cielo, luminoso e beffardo; quando sei ormai rassegnato, però, ecco che accade l’inevitabile: un ‘clak’, identico al rumore che farebbe un lucchetto sganciato.
Ed effettivamente, sembra che qualcuno – o qualcosa – ti abbia liberato dalla tua prigionia.
La porta della cella si apre lentamente, cigolando. Davanti a te, se metterai il naso fuori, potrai scorgere una parete metallica, ma scoprirai anche che la tua cella si trova al lato di un lunghissimo corridoio, e a fianco alla tua porta si trovano altre piccole celle identiche a quella nella quale eri rinchiuso.
Non si sentono passi, e sembra che l’intero passaggio sia deserto – eccezion fatta per uno strano ronzio di cui non riesci a vedere la fonte.

.:(Falrinn):.
Quando provi a liberarti, il laccio che ti teneva immobilizzato al lettino cede senza problemi: sei libero.
Libero sì, ma per andare dove? La stanza è cubica, pannelli insonorizzanti coprono le pareti, e davanti a te c’è solamente una grossa vetrata che dà su di un lungo e claustrofobico corridoio grigio.
La porta elettronica a lato del pannello di vetro è chiusa ermeticamente, e qualunque sforzo fatto per aprirla risulterà vano.
D’un tratto, senti un’eco di passi – tanti passi – riecheggiare per il corridoio, e alcune lunghe ombre che stanno per svoltare l’angolo e sembrano dirette verso la tua posizione.
Cosa farai?

.:(Arthur):.
Sollevandoti in aria, riesci per un istante a superare l’apertura del soffitto, notando una miriade di piccole celle che ricordano un alveare.
All’improvviso, prima che tu abbia il tempo di rivolgerti al tua compagno di prigionia, precipiti e ti ritrovi a battere il fondoschiena contro il duro pavimento della struttura.
Sembra proprio che da queste parti, i poteri magici non funzionino come dovrebbero.

.:(Innominabile & Arthur):.
Per quanto l’incappucciato Signore dei non-morti si guardi intorno attentamente, non riesce a scorgere un solo dettaglio che possa permettergli di restituire la libertà al vampiro.
Dettaglio, sì: perché il muro metallico è uniforme, preciso, perfetto, e così il pavimento – la cui superficie è percorsa da un fitto intreccio di rilievi e cromature.
Aguzzando la vista, noterà come il ronzio costante appartenga in realtà ad una telecamera di sorveglianza che spunta dall’angolo del corridoio, ammesso che lui sappia che cosa potrebbe essere, quello strano aggeggio ronzante.
Proprio sotto la telecamera, ecco in bella vista un pannello elettronico.

.:(Falrinn):.
Non hai pensato nemmeno di nasconderti sotto la barella? Peccato, perché sembra che ti abbiano visto.
Almeno a giudicare da come hanno affrettato i passi, e… sembra che stiano correndo.
Dalla vetrata li puoi ora vedere chiaramente: sono due uomini, indossano una bizzarra uniforme bianco-arancione e imbracciano una coppia di pesanti fucili.
Quando giungono di fronte alla porta e – dall’esterno – fanno scorrere una tessere magnetica dentro un lettore apposito, essa scorre verso l’alto, liberando la via.
Ma dovrai essere veloce, se vorrai sgusciare tra le loro gambe. Molto veloce.
In caso contrario…