.Guardandosi Dentro

alla Radice

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  1. Senno di Poi
     
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    Col Senno di Poi, il presente non esiste.
    O è un passato arrivato in ritardo, oppure un fastidioso futuro giunto in anticipo.

    «Ripetitivi?
    Non è colpa mia se rifai sempre gli stessi errori.
    Di roba quassù ce ne è tanta...»


    "...e per fortuna che molta ne ho sistemata"
    pensò.
    E lo pensò in un modo che non fosse pensiero, quanto più un Senno di Poi del Senno di poi.
    Si bè, roba complicata, troppo perchè il goblin capisse che quella roba complicata era complicata proprio perchè era roba che complicava la roba complicata che già aveva.
    Indigeribile.

    «Da qui in poi, non sono affari miei, naso grosso!
    Il presente è tuo.»

     
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  2. Raylek
     
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    Vero. Era proprio vero : il presente era una cosa che aveva sempre avuto sotto mano lui.
    E sempre gli si era scagliato contro - il goblin, al presente. E non viceversa - come un cavaliere in carica.
    Senza riflettere...

    ...imbarcandosi in ogni nuova avventura con la voglia matta di vedere quello che avrebbe trovato, alla fine del viaggio.

    Come con Alicamantus e il Ragno Tessitore Kramer, quando combatterono l'Alchimista non morto nel regno sotterraneo della principessa Asha.
    Oltre che essere un esempio di pazzia da presente, era anche un bell'esempio di guarda un po, un altro caso in cui potevo lasciarci la pelle.
    Alla fine, però, era andato davvero tutto bene...

    Sai cosa... forse dovrei smetterla di stare qui a rimuginare su tutto dopo e pensarci prima...

    Con slancio, Raylek si alzò dalla seggiola, trotterellando verso uno degli armadi a muro che usava come dispensa.
    Gli era venuta una gran voglia di mangiare.
    Ne trasse un involto di carta oleata gialla, ripiegata su se stessa a quadrato, e fissata con una cordicella di spago.
    Focacce salate all'olio. Il cibo degli Dei... che poi, con il sidro, ci andava a nozze!

    Dovrei imparare a dar più retta alla Prima Impressione.
    Quando parlo con te Senno, oramai in genere il casino è fatto...


    Addentò la focaccia, con gusto, staccandone un grosso boccone e tornando verso la scrivania.
    Prima di sedersi, sospirò di nuovo.

     
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  3. Senno di Poi
     
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    «Puoi dirlo forte, naso grosso

    In realtà, la preoccupazione era palpabile.
    Per quanto malinconico, corroborante, indigeribile potesse essere il Senno di Poi...niente superava la pericolosità della Prima Impressione.
    Quasi sempre giusta, quasi sempre pericolosa.
    Letale, rapida, incisiva.
    A tratti divertente, equivocabile.

    «Ei, per quanto ancora vuoi sospirare?
    Rischi di farti andare di traverso il boccone.
    Che hai? Qualche segreto che non conosco nemmeno io?»

     
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  4. Raylek
     
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    No.

    Improbabile che avesse segreti, il goblin. Fino a quel momento, almeno, aveva sempre giocato a carte scoperte, sempre.
    Con chiunque fosse stato abbastanza spregiudicato da giocare con lui, almeno.
    Dagli altri, semplicemente, si teneva in disparte.

    Impossibile, comunque, che di segreti ne avesse per il suo Senno di Poi.
    E' difficile sperare di mentire a se stessi.
    Non impossibile, certo. Qualche altro tipo di persona, forse, sarebbe anche in grado di farlo. Ma non lui. Non Raylek.
    Il suo se stesso, come era facile notare, riusciva ad essere persino più caustico dell'originale, e mille volte più spregiudicato.
    Di nascondergli cose, quindi, non se ne parlava.

    Bhe ma scusa...
    ...visto che stiamo parlando di lei, com'è che la Prima Impressione non si fa viva?


    Che poi, era mica una domanda così illegittima, quella.

     
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  5. Prima Impressione
     
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    Un silenzio particolare aggrediva la stanza, il goblin e la sua confusa testa rimpinzata di ricordi.
    Poi, un volto severo ma velenoso parve affacciarsi nei pensieri del naso grosso, scalzando a gomitate il Senno di Poi.
    Due prime donne, si sarebbe detto.

    «Stupido,
    non mi faccio viva perchè non sono viva.
    Idiota. L'ho sempre detto che eri un idiota.»


    Se, col Senno di Poi, qualcosa di indigeribile poteva dare fastidio...bè la Prima Impressione nel sentire quelle parole sarebbe stata
    "Oh, cazzo."

     
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  6. Raylek
     
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    Ehm. Sì.

    Era forse la terza volta in vita sua che aveva un vero dialogo con la sua Prima Impressione.
    Da tempo, troppo tempo a quanto sembrava, si era sempre rifiutato di starla a sentire...
    ...forse per quello non aveva mai proferito parola, nel corso degli anni.
    Tanto, evidentemente, sapeva non sarebbe servito a nulla...

    Che situazione...
    Mi sto facendo venire troppe paranoie a cercare di ricordare il passato?

     
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  7. Prima Impressione
     
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    «Il passato è passato.
    Ciò che è stato era già deciso nel momento in cui è accaduto.
    E io te l'ho sempre detto.
    Ma mi ascolti?
    Mai, ovvio.»


    Le parole piombano nella stanza come i bossoli sputati da una mitraglietta, ma i fori mancano alla vista; forse, la scarica di sillabe ha colpito qualcosa di invisibile.
    Qualcosa di più intimo.

    «Sempre a ripensare a ciò che è stato...
    ...tu e quell'idiota


    Alla Prima Impressione, sarebbe parso che l'idiota si riferisse a qualcuno in particolare.
    Col Senno di Poi, era proprio così.

     
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  8. Raylek
     
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    Come sempre hai ragione...

    Sconsolato, Raylek non aveva trovato di meglio da fare se non, a quel punto della discussione, accostarsi da una delle piccole finestre della cabina.
    Aprendola. Fuori la sera aveva lasciato posto alla notte, e la brezza tiepida del tramonto si era ritirata, per concedere riposo anche al vento, che ora taceva.
    Fuori le stelle brillavano sul Castello, illuminato.

    ...ma penso che il problema in parte fosse questo.
    Tu hai sempre ragione.
    Ma se facessi tutto secondo i tuoi consigli, bhe...


    Forse.

    Già, forse.

    ...forse ora sarei ancora dentro ad una grotta, a scavare sale.

    Non era detto, ovviamente. In effetti quella volta, quando per primo un nano, e non uno qualsiasi, ma il Thane, gli aveva teso la mano, e non per pestarlo a sangue, non era certo il momento in cui poteva dire di aver sentito pareri di nessun tipo.
    No.
    Non aveva sentito proprio nulla. Nemmeno aveva realizzato l'accaduto, se non ore, molte ore dopo.

    Ed ora, dopo un percorso di scelte arrischiate, quasi suicidi e avvenute portate a casa per il rotto della cuffia, ecco, ora era lì, e quella era la sua città.
    Sua.
    E di nessun altro.

    Come la vedi, eh, Prima?
    Non è meravigliosa?!


    E Laputa, il Castello Volante, la Rocca Sospesa, galleggiava nell'aria, meravigliosa come un gioiello di fiamma, sotto la luce della luna, baciata dalle stelle.

     
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  9. Prima Impressione
     
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    «No, non è meravigliosa.
    Sembra un pezzo di terra volante, è poco armonica
    troppo marrone.
    Non mi piace.»


    Caustica.
    L'impossibilità di mentire o di nascondere le prime impressioni spesso fa sì che la gente cada in tremendi litigi.
    Eppure, col Senno di Poi, si aggiusta tutto...
    ...anche se la Prima Impressione rimane la stessa.

    «E comunque, a me non avrebbe fatto differenza.
    Guidare un castello,
    o scavare in una grotta.
    Fa lo stesso, rimani sempre un goblin
    col naso grosso

     
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  10. Raylek
     
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    Tutto avrebbe detto di sé stesso, tranne che di possedere una così odiosa inclinazione al vedere subito male nelle cose che gli si paravano davanti...

    ...e invece, cazzo! Era come se la Prima Impressione si volesse rifare dei mesi passati in assoluto silenzio sparando a zero su ogni cosa che, lui, ingenuo, aveva creduto di credere bella.
    Sì, è che il discorso, dopo un po, si fa contorto. Ma questo già lo si era potuto notare.

    A te non avrebbe fatto differenza. Certo!
    Pfui.

    Poteva mai una delle sue ideazioni mentali mentirgli per il puro e semplice gusto di farlo? O per la voglia di dargli contro?
    Mentire a sé stessi è possibile... ma a tutto c'era un limite.

    Perchè sicuramente tu, prima di tutti, hai avuto un'alta opinione di quel bel lavoro da venticinque ore al giorno in cui si spaccavamo la schiena senza sosta...

    già! Il lavoro ideale! Vero?!


    Ecco, un fulgido esempio di uomo in lotta contro lui stesso.
    Ehm, uomo...
    ...bhe, goblin!

    Maffammiilpiacere!

     
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  11. Prima Impressione
     
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    Rideva.
    Forse, non era facile dirlo.

    «Naso grosso...
    A me non piace la grotta.
    Non piace la sensazione del sale.
    Non piace il sudicio degli altri che scavano.
    Non piace la compassione di chi ti tende una mano.»


    Sembrava l'elenco della spesa, accuratamente compilato al presente per non interferire col business del Senno di Poi.

    «Mi piacciono alcune tue invenzioni.
    Mi piacciono le tue poche idee brillanti.
    Mi piacciono degli individui che hai incontrato.
    Mi piacciono le aspettative del futuro.»


    Un'altra persona, si sarebbe detto...

    «Quello che in realtà non capisci,
    è che a ME non avrebbe fatto differenza...
    Per me tutto ciò che fai e vivi sono istantanee, fotografie.
    Sei tu quello addetto a montarle e rivederle.»

     
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  12. Raylek
     
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    Uhm.

    In un istante tutto l'astio che covava dentro per sé stesso era svanito. Evaporato.

    Già. Prima aveva ragione.
    Perfettamente ragione.
    Ad essere obiettivi, a lei si chiedeva sempre e solo un parere.
    Bello o brutto?
    Facile o difficile?
    Scelta felice, o infelice?

    Non serviva che le piacessero le cose. Ma solo che desse un suo parere. La sua impressione. La prima, appunto.

    Che stupido idiota.
    Senno aveva ragione, alle volte sapeva essere solo un enorme idiota.

    A me piace come sta venendo la mia vita.
    Come è stata, e come la voglio far diventare...


    E quella era la prima, vera e sola frase, quella sera, che aveva detto perchè ad ascoltarlo, a starlo a sentire, fosse il mondo, fuori. E non solo il suo mondo privato, dentro.
    Quella era la sola ed unica verità : così Raylek aveva deciso, e quello era il suo verdetto.

    Aveva ricordato, e aveva immaginato.
    Ed era più che a sufficienza...

    Ragazzi, davvero, siete illuminanti, quando volete! Dovremmo parlare più spesso!

     
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