Descrizione

Etlerth
{ Eterna Distesa di Ghiaccio }

Verso un orizzonte indefinito, oltre i contrafforti granitici tracciati dai crinali delle montagne del Koldran, si dispiega l’autentico cuore del Nord: un cuore pallido, evanescente, i cui battiti hanno trovato una morte biologica a causa del bianco che è andato coprendoli, strappando loro ogni altro colore possibile. Etlerth (il Nord) non è altro che questo: una tundra scaturita da una concezione crudele di archetipo naturale. Uno sconfinato e imponderabile nulla scintillante.

Sporadiche macchie di taiga colorano periodicamente le sue piane ghiacciate in un esempio malinconico di esistenza precaria, della quale a volte non sussistono che pochi steli imbruttiti dal freddo. Oltre questa pochezza, oltre ai corpi nerastri degli alberi secolari che fanno da sentinelle coatte alla desolazione bianca, è ben poca la vita che riesce a germinare: sparute comunità autoctone dedite alla pesca e alla cacciagione costituiscono il solo scheletro urbano di una regione sconfinatamente più grande – un’ossatura le cui articolazioni sono facili da cancellare dopo un “respiro divino”, l’afflato mortale che spira durante le violentissime tormente.

Quando i barbagli del primo sole si proiettano dalle lastre di ghiaccio verso il cielo facendo sfrigolare l’aria di mille diamanti, tuttavia, anche lo spirito più esacerbato può saziarsi di quella bellezza segreta che il grande nord nasconde sotto la sua superficie di cristallo. Una visione che può uccidere o meravigliare, a seconda di chi la subisca.

A scapito della sua superficie gelida, arida e assolutamente inospitale, sarebbe tuttavia pretenzioso supporre che l’Etlerth sia disabitato. Incamerando una generosa percentuale dell’estensione del Presidio stesso e non volendo il notabilato locale aprire al popolino i cancelli della propria gelosissima roccaforte fluttuante, è naturale dedurre che la plebaglia sia confinata e scompaginata sulla tela della distesa ghiacciata. Prevalentemente dediti alla caccia nella foresta boreale e alla pesca nei pochi affluenti disgelati che si snodano dai monti del Koldran, gli abitanti dell’Etlerth sono votati ad un’economia di sussistenza: gli unici beni di consumo non essenziali vengono forniti dalle poche carovane estere che attraversano il continente e che solo saltuariamente vi tornano. Un precariato che - se non ha raggiunto i propri limiti - li sta già grattando, il cui orologio storico è ibernato insieme alla tundra in un medioevo perenne.