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Koldran

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Koldran
    { Dorso del Drago di Pietra }

    I ben noti confini del grande nord, in obbedienza alle dimensioni importanti del loro perimetro di esistenza geografica, non potevano che trovare corpo in qualcosa di altrettanto magnifico e terrificante: un’inarrivabile barriera fatta di monti frastagliati e gelide convessità collinari - accompagnata per tutta la sua prospettiva da speroni granitici e vortici di roccia affilata - costituisce l’ultimo e unico limite alla macchia di morte della tundra. I suoi profili sono guardiani scrupolosi, inflessibili e fieri come antiche spade ossidate, la cui materia è della qualità nera e grigia ora del basalto, ora dell'arenaria. Se osservato da una certa distanza, il segmento da lei disegnato non è difficile da immaginare come la sagoma essenziale della chitina spigolosa e ritorta di un drago arcaico, da cui la nomea della catena montuosa: un nome pronunciato con deferenza e, non di rado, ispiratore di un mistico terrore.

    Gli insediamenti sul dorso sono rari, spesso limitati a circoli di tende che si contendono i ceppi di un fuoco da campo: punti di transizione o relitti degli accampamenti di chi, non conoscendo una via più agevole, ha dovuto affrontare il drago per il suo colossale spessore alla prova del valico. I veri e propri insediamenti umani sono contati sulle dita di una mano dai cartografi della capitale volante e rischiano costantemente di restare schiacciati dai detriti del Mare dimensionale che s’incastrano fra gli interstizi della cordigliera, formando anacronistici agglomerati di architetture – come monumenti dedicati al tempo e al caos.


    png

    Pilastri del Cielo

    { Altri Luoghi di Interesse }

    Tra le vette inesplorate e i picchi che s’innalzano fino a lambire il firmamento si celano molte località talmente remote da sconfinare spesso nell’ambito della leggenda. Solo i temerari disposti ad affrontare bufere e slavine possono sperare di cogliere uno scorcio di empireo dal tetto del semipiano.


    Calaverna del Pettirosso | Cimitero dei Draghi



    Edited by Endlos - 11/10/2017, 20:52
     
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    Calaverna del Pettirosso

    Al cuor fu resa grazia
    d'aver varcato porta tant'oscura:
    mai più membra già sana
    tornò in fredda tortura.

    Ci fu un tempo in cui il castello della famiglia Kuzporat splendeva come diamante sulla cima della collina sempre innevata. Una collina che sembrava troppo dolce in confronto al Koldran, la catena montuosa che l’abbracciava in tre direzioni su quattro, circondandola a ventaglio da est a ovest. Da generazioni i regnanti fungevano da ago della bilancia per la politica e la diplomazia: ricca progenie di mercanti, i Kuzporat avevano scelto di aprire la loro reggia a chiunque volesse effettuare degli scambi commerciali. Ben presto il maniero divenne una sorta di punto di ritrovo, la cui fama veniva fermata solo dalle temperature rigide e dagli scoscesi pendii dell’increspatura di roccia sulla quale la costruzione poggiava.

    Il capostipite della famiglia, però, non amava sentirsi inferiore ai suoi concorrenti e così decise di far costruire nel ventre delle fondamenta una serie di cunicoli dalla lunghezza impressionante, alti abbastanza per far passare le carovane. Dislocati in un dedalo intricato e fitto come un labirinto, le arterie del castello portavano linfa all’economia di tutto il Presidio, facendo svettare la prosperità dei Kuzporat fin sopra la coltre di neve che posava su di loro.

    Accadde che un giorno, come nelle più tristi vicende, un piccolo gruppo di strani mercanti decise di sostare a lungo nei cunicoli della “Calaverna” – questo il nome più comune con la quale i paesani chiamavano il ventre di pietra. S’iniziò a dire che essi facessero controlli sulle imposte, per nome e conto del governo centrale, e che controllassero gli enormi stanzoni di deposito affinché nessuno di essi divenisse rifugio per i senzatetto. Tre giorni dopo, quando scomparvero del tutto, la notte arrivò con più forza del solito: il freddo si temprò, accartocciandosi su se stesso. I cunicoli si riempirono di piccoli pettirossi senza vita, un mare di carcasse sanguinolente. Sciagura, gridarono. Malasorte. Presagio.

    Molte teste caddero, incolpate dai Kuzporat per non aver vigilato sulle loro meraviglie: tuttavia non fu sufficiente tale sacrificio a placare il morbo che qualche mese più tardi colpì gli abitanti della regione. Uno sciamare convulso di microbi invisibili provocò moria, decimando la popolazione fino a sopprimerla. Nessuno si salvò, nemmeno cercando rifugio in quei tunnel silenziosi e gelidi, ora cosparsi di una tinta rossastra simbolo di putrefazione e maledizione. Il castello sopra il ventre andò in decadenza e la pestilenza scivolò nelle tenebre della Calaverna, assumendo sembianze che nessun uomo ebbe più coraggio di scoprire. Si racconta che molti avventurieri, attirati dalle leggende dei tesori celati negli stanzoni del commercio, abbiano incontrato la morte… o destini peggiori, come quelli che un morbo divorante e innaturale può concedere con tanta facilità.

    Dove i pettirosso hanno cambiato colore alla pietra col loro sangue,
    l'istinto di sopravvivenza ha assunto connotati abominevoli.
    Là sotto la vita è aberrante verso se stessa.

    Concept originale © Namas



    Edited by Endlos - 11/10/2017, 20:51
     
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    Cimitero dei Draghi
    { Ombre di Ferro }

    Esiste un luogo, nascosto tra le vette del Koldran, dove il tempo pare essersi fermato. Un luogo in cui riposano le anime di creature leggendarie - a metà tra la fantasia e la realtà - note comunemente come draghi. Il loro cimitero è nascosto dalla loro stessa magia, perciò solo gli eletti possono risalire alla sua posizione e raggiungerlo per omaggiare questi nobili signori del cielo. Ogni altro individuo non sarà in grado di rintracciarlo se non con l’aiuto di una guida, perché solo chi ha avuto un legame con queste creature diventa a sua volta la chiave per raggiungere il mausoleo.

    Una volta giunti nei pressi della necropoli, un’imponente grotta simile a fauci draconiche - quasi fosse la testa dell’intera catena montuosa - pullula all’entrata di frammenti spirituali, che levitano sotto forma di biglie bianche e lucenti. All'interno delle fauci si apre un’enorme galleria che conduce alla zona sotterranea delle catacombe. Nel cuore della montagna l’intera caverna è illuminata da una luce azzurrognola e il terreno è ricoperto da un sottile strato di nebbia arcana, che copre le innumerevoli pozze d’acqua cristallina che bagnano la roccia. Le mastodontiche ossa di drago, ancora tenute insieme in scheletri perfetti, giacciono in pose tali da donare ai resti delle sembianze di vita.

    Oltre all’antro principale ne esistono di minori, ciascuno per una diversa razza di drago – come viverne, taraschi, idre e naga. Qualsiasi drago conosce empaticamente questo luogo protetto, dove poter riposare in eterno e lasciare qualcosa in eredità ai posteri.

    Concept originale © _MajinZ_

     
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2 replies since 5/10/2009, 00:35   712 views
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