Sworn Enemy

[Campagna] - "Called from Above", interludio.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Antares
     
    .

    User deleted


    Castello di Rivenore - Cancelli

    Non planò sul ponte, né emerse dalla consueta pira argentata. Si manifestò alla pattuglia della grata nella maniera più umile: camminando. Per confrontarsi con la creatura aveva selezionato lo stesso corpo utilizzato per combattere i giganti di luce -un corpo alto, asciutto e terribile, capace di irradiare maestà con la sola presenza. Non il suo corpo, intendiamoci, ma fra quelli del proprio sterminato archivio che poteva collocare nel novero dei preferiti; per quanto non lo avrebbe mai ammesso davanti all'Odio, persino lui soffriva un pizzico di vanità.
    Fece un cenno col capo al gendarme più prossimo, domandandogli attenzione: scontato un momento di perplessità, quello gli si fece da presso e flesse impercettibilmente il busto in segno di saluto formale. Il dio straniero non fu tanto cortese da fare altrettanto.
    Buongiorno.” esordì. Persino la voce vibrava di quell'energia indefinibile che un solo corpo non è in grado di contenere. “Desidero avere udienza con il signore di questo castello.
    “Naturalmente. Ha un appuntamento?”
    Naturalmente, no.
    “E quindi, crede davvero che la lascerò passare?”
    E quindi, crede davvero di potermelo impedire?
    Il gendarme rimase in silenzio.
    Con licenza.

    Castello di Rivenore - Interno

    Il salone di ingresso era inondato di luce: una luce alogena, artefatta, che pulsava dai vetri smerigliati delle bifore e punteggiava il pavé di grasse bolle luminose. Passò l'indice della destra sulle palpebre spalancate, conducendo il loro millimetrico assottigliarsi prodromo di un'espansione dei sensi: lo spazio, notò, era come avvolto in una crisalide gelatinosa e molle che incamerava l'intero edificio fino alla sua massima altezza visibile. In fondo al contenitore, tuttavia, c'era una parete invisibile che resisteva alla pressione del suo scandaglio: qualunque cosa si trovasse sotto l'edificio, doveva essere più potente e pericolosa degli déi di Celentir. Il pensiero gli mandò un brivido lungo la schiena, tramandandosi fino alle falde orlate del lungo pastrano smanicato color crema -una vibrazione che computava un messaggio sul quale era impossibile mentirsi, come il pigiare di
    un S.O.S. sul pedalino di una macchina telegrafica.
    Era in pieno territorio nemico.
    Svincolò il colonnato e si gettò in una porta di destra, percorrendo l'andito e la scalinata a chiocciola con la sicurezza di chi sa dove andare -e lui lo sapeva; saperlo era connaturato nel suo istinto.
    Venne accolto da una porta barocca dominata dal rilievo di un glifo che descriveva lo spazio in cui era contenuto un perfetto '0'; il simbolo gli diede una sensazione di disagio, che collegò istintivamente alla parete insondabile incontrata pochi istanti prima. Nel sollevare la destra contro l'anta, venne fulminato dalla certezza di essere atteso.
    Bussò.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Founder
    Posts
    4,824

    Status
    Anonymous
    Castello di Rivenore - Sala dell’orologio.

    Nell’attimo in cui le nocche dell’ospite colpirono la superficie anonima della piccola porticina, l’usci s’aprì dolcemente come per una decisione autonoma, rivelando ciò che di stupefacente custodiva al suo interno:
    un ambiente alieno, un luogo apparentemente privo di coordinate spaziali,
    che pareva estendersi illimitatamente, senza per questo farlo realmente;
    su ogni superficie di quella "stanza" era impossibile non notare le centinaia di meccanismi atti a misurare il Tempo in ogni sua forma, dai più esotici e incomprensibili ai più semplici e tradizionale,
    tutti lì disposti come strumenti di un’orchestra, intenti ad intonare una sommessa, ordinata e inquietante cacofonia.

    Nel centro esatto di quel luogo così irreale, si ergeva una comunissima, banale scrivania in legno di quercia, solida, semplice, robusta e squadrata,
    come solo quel legno sapeva essere;
    la sommità del tavolo era completamente scevra di ogni suppellettile, eccezion fatta per una clessidra argentata, la cui sabbia pareva non terminare mai, ed un anonimo vassoio di porcellana, su cui giacevano una zuccheriera, una teiera e due tazzine, in attesa di essere riempite.

    Al di là di questo banco, unico sprazzo di sensatezza, un uomo dal volto austero e composto sedeva; indossava un elegante abito bianco, sul quale spiccava la tonalità poco più grigia di una sottile catena argentea,
    terminante in un semplice orologio da taschino.
    Una creatura altera ed autoritaria, dagli insondabili e magnetici occhi grigi; così appariva Lord Aeon a coloro che l’osservavano: una creatura apparentemente senza tempo.

    Tempismo perfetto.

    Un affilato sorriso di circostanza si dipinse sul volto del signore della Chiave.

    Gradisce una tazza di thè?


     
    Top
    .
  3. Antares
     
    .

    User deleted


    Attraversò -o, sarebbe più educato dire- venne condotto oltre la soglia dall'invito del frammento, pronunciato con tale, insospettata solerzia da fare certezza i suoi già consistenti sospetti: era stato atteso. Il dio straniero camminò sul void con la grazia consapevole di chi non calpesta l'assurdo per la prima volta, e si portò alla scrivania in non più di tredici rintocchi d'orologio. Sperava in cuor suo, con un po' di malizia, che l'altro avrebbe apprezzato una simile finezza.
    “Gradisce una tazza di thè?”
    No.” lo rimbeccò perentorio, afferrando l'orlo della tazzina con la destra e spingendolo lontano da sé lungo il vassoio.
    Gradirei Gabriev Disith fuori da questo universo, e con lui i suoi complici.
    Un arcuarsi armonico delle dita serrate, e la tazzina sparì nel guizzo di una fiamma d'argento. Si accomodò -pur non essendo stato invitato a farlo- e poggiò entrambi i gomiti sul desco per intrecciare le dita all'altezza del mento. Non passò istante in cui smise di fissare quell'uomo grigio, la cui stessa presenza era come un morbo. Lui, come tutti gli altri che evadevano il suo dominio. Lui, come tutti gli altri che obbedivano ad un déspota invisibile, che si sottraeva alle giuste regole dello spazio e del tempo. Lui, agente di uno dei suoi più terribili e crudeli avversari.
    Lui, uno dei suoi pochi alleati possibili.
    Ironia...” cominciò, vago. “...non ne ho mai avuto una grande percezione. Credo però che si, il nostro incontro farebbe sorridere almeno un paio di conoscenze comuni.
    Tu sai chi sono, Aeon.” era un'affermazione, e non una domanda. “Mi hai sfidato infinite volte. Più volte, credo, di quante tu stesso ne sia cosciente. Le circostanze, tuttavia, mi impongono di agire diversamente da come vorrei.
    Sciolse l'intreccio, poggiando le mani sulla superficie della scrivania e sporgendosi impercettibilmente verso l'interlocutore.
    Uno dei tuoi alfieri è un pericolo -un pericolo che va eliminato. Un pericolo che
    altri mi hanno impedito di debellare quando avrei dovuto.

    Per la prima volta, sorrise.


    Conosci per caso l'espressione
    "il nemico del mio nemico"...?

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Founder
    Posts
    4,824

    Status
    Anonymous

    “Gradirei Gabriev Disith fuori da questo universo, e con lui i suoi complici.
    l’ospite rifiutò seccamente il thè offertogli,
    limitandosi a far svanire la tazzina in un improvviso guizzo di fiamme argentee.
    Era il servizio buono.
    Aeon si limitò a scrollare le spalle: peccato.
    Una richiesta più comune di quel che pensa;
    in particolar modo di questi tempi.


    Mi hai sfidato infinite volte. Più volte, credo, di quante tu stesso ne sia cosciente
    Il Lord si levò mestamente gli esili occhiali,
    ripulendoli con un gesto ormai meccanico ed istintivo;
    una sorta di rito atto a riordinare le idee. Infine,
    con tutta la calma concessagli dal suo stato,
    reinforcò la montatura, fissando i suoi occhi grigi in quelli di lui.
    Ed ho anche tutelato gli interessi della realtà
    più di quanto lei stesso possa concepire.


    Uno dei tuoi alfieri è un pericolo -un pericolo che va eliminato
    La mente di Aeon andò immediatamente al giovane Moloch:
    per molti versi l’alfiere del nord gli ricordava
    i primi giorni del falco dei Disith sulla Queen Revi ma,
    a differenza del Cavaliere rosso, il fanciullo dimostrava una maggior propensione
    ad obbedire agli ordini e meno ad agire di testa sua.
    Non desiderava certamente la sua morte
    e neppure perdere un così valente collaboratore.
    D’Altro canto, il nucleo acronale aveva decretato che Master Gabriev
    era ancora un Time Keeper e che il luogo assegnatogli era Endlos,
    unico piano ove egli avrebbe potuto non intaccare il continuum.
    Una scelta inspiegabile, che il signore di Rivenore faticava ancora ad accettare:
    Ma forse ora sarebbe stato in grado di giungere ad una soluzione migliore.

    Conosci l’espressione "il nemico del mio nemico"...?”
    … è mio amico. Vada avanti, la sto ascoltando.
    Tempus fugit.

     
    Top
    .
  5. Antares
     
    .

    User deleted


    “Ed ho anche tutelato gli interessi della realtà
    più di quanto lei stesso possa concepire.”
    ~

    Esitò, interdetto.
    Non era la risposta che si aspettava: di una sfrontatezza tale da farla oscillare pericolosamente fra una bugia artificiosa e una verità ingenua. A meno che non fosse occorso un fraintendimento, il lord della Chiave era quel tipo d'uomo da ispirare la prima anziché la seconda. Nel dubbio, anche gli déi possono sbagliare.
    Liquidò quel commento con un gesto infastidito e rapido della destra, scacciando l'insinuazione: la tiepida compostezza dell'altro di fronte ad un problema del quale pareva non comprendere la portata lo infastidiva come e più degli infiniti ticchettii in sincrono che squarciavano la camera vuota ad ogni minuto. Inarcò il sopracciglio, poggiando le palme sul desco con un tonfo tetro.
    Fuggiranno.” sbottò in tono grave. “Fuggiranno, e non saranno gli ordini a trattenerli. A quel punto, né tu né io saremo in grado di fare qualcosa, e l'universo come lo conosciamo ne pagherà le conseguenze.
    Abbassò lo sguardo, percorrendo la sagoma delle lunghe dita affusolate. Si arcuarono, tutte, come a voler stringere fisicamente la minaccia descritta.
    E' nostro” il plurale gli uscì di bocca con un verso rauco, quasi che gli si fosse incastrato in gola. “dovere fare qualcosa -ma tranquillo, Aeon. Non ti chiedo più di quanto tu non sia disposto a darmi.
    Sorrise, ancora.
    Tempo.” schioccò la lingua, come se la parola rappresentasse l'acme di un'orazione spettacolare.
    Tempo.” ripeté, cupo.
    In capo a sei mesi da qui, i collegamenti di Endlos col Maelstrom dovranno essere chiusi. Se riuscirò a trattenerli su questo piano quanto basta perché tu riesca ad isolarlo completamente, avremo arginato il pericolo.
    Si alzò, esibendo la propria considerevole statura contro l'uomo grigio.
    Non mi serve che un giorno. Un giorno, per la morte di entrambi.
    Entrambi, aveva detto. Peccato che nel suo "entrambi" non ci fosse abbastanza posto per Gabriev Disith -ma questo, Aeon non poteva saperlo.
    Quindi?

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Founder
    Posts
    4,824

    Status
    Anonymous

    Quindi?

    Quell’ultima parola echeggiò nella mente del Signore della chiave con lo stesso peso e violenza,di una spada in caduta libera sul proprio capo: dal giorno del processo non riusciva a darsi pace sul perché Antonius ed il nucleo Acronale considerassero fondamentale la presenza di Gabriev su endlos, reintegrandolo di fatto nella TK6.
    Un duro colpo per il Time Keeper, a cui però aveva reagito con sorprendente compostezza.

    Ora invece, l’avatara delle connessioni multidimensionali, desiderava liberarsi del cavaliere rosso -considerato da lui un anomalia- ed, inaspettamente, anche il giovane Moloch,il quale non pareva riscuotere le simpatie del biondo interlocutore.

    Si prese qualche istante di silenzio per meditare:
    se il suo scopo era uccidere Gabriev, neppur isolando i collegamenti tra questa realtà e le altre avrebbe avuto speranze,
    se invece si trattava solo d’imprigionarlo, avrebbe incontrato nello stesso falco dei disith un “alleato”.
    Per quanto riguardava Moloch invece, Aeon aveva la ragionevole certezza che il Disith non avrebbe permesso che morisse, ostacolando il piano di Antares.
    Che provasse pure, alla peggio, avrebbe dovuto pulire qualche pavimento da del sangue raggrumato.

    Bene, ti aiuterò.

    Il Signore di Rivenore era veramente curioso di vedere, fin dove era in grado di spingersi quel presunto Dio.

     
    Top
    .
  7. Antares
     
    .

    User deleted


    Vide il nemico -sospetto- inconsapevole riflettere sulla proposta, cogliendone il sovrappensiero attraverso il riflesso bigio delle piccole lenti argentate. Il fatto che il Lord-abominio si permettesse il lusso di valutare la proposta fatta lo faceva fumare di rabbia, che si costrinse a comprimere in un solo, affilato e mortale assottigliarsi dello sguardo di giada: sapeva bene che il concetto di "urgenza" di chi rappresentava un'entità così genuinamente entropica e malvagia sprofondava in abissi di significato a lui ignoti, ma non lo giustificava. Il pericolo comune, o così credeva, avrebbe dovuto renderli coesi anche se nemesi naturali.
    Senza l'aiuto del Frammento, tuttavia, non lo avrebbe saputo. Fortuna volle che, mosso da sorprendente umanità, gli venne in soccorso appena pochi secondi più tardi.

    “Bene, ti aiuterò.”
    La risposta ebbe sul divo un effetto curioso. Cessò con grazia di sporgersi verso l'uomo grigio, reclinando lentamente il dorso verso lo schienale in broccatello della poltrona evocata per prolungare ed assottigliare ulteriormente un'occhiata già sottile come carta velina. In quegli occhi malevoli leggeva disprezzo, senso di inadeguatezza ed una malcelata punta di derisione.

    Magnifico.
    Si risolse infine, di ghiaccio. In quel colloquio non c'era spazio per l'orgoglio o la repulsione.
    Scostò la sedia con un movimento brusco e fu in piedi, eretto nella propria considerevole stazza: l'ombra dello Straniero, proiettata lungo il pavimento del void, prese a sfilacciarsi e dipanarsi in un intrico di complesse propaggini tentacolari. Il corpo, immutato, si limitò a compiere un passo indietro per affondare nella sua stessa ombra come se stesse immergendosi in uno stagno nero. Arrivato al busto, un ammonimento.

    Uno dei nostri giorni, ricorda. Un giorno di chi è senza tempo.” schioccò le dita, e dalla polla d'ombra si sollevò una colonna color porpora che lo sommerse completamente.
    Un giorno abbastanza lungo da dare loro la morte ed a noi la vittoria.
    Scomparve. Dopo di lui, solo un fioco
    riverbero argentato. Poi nulla.

     
    Top
    .
6 replies since 10/10/2009, 14:11   358 views
  Share  
.