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GOLDEN CREST ◊
roar for the eve of a new era
abilità - equip - tecniche
::::::Profilo Fisico ::
Insospettabile. Il suo involucro è quello di una ragazzina acerba, dal corpo sottile e l'altezza contenuta in appena 154cm di stazza. I capelli sono biondo cenere, spesso legati in una coda od uno chignon. Dettaglio notevole sono gli occhi: l'eccessivo esercizio delle sue capacità li ha levigati sino a renderli ovali piatti, inespressivi e brillanti come il suo elemento.
Profilo Psicologico ::
Tormentato. Sopprime il senso di colpa verso la madre e la repulsione verso il padre proiettando tutte le sue energie nella causa che le è stata offerta. Questa sua ottusa, feroce determinazione la rende agli occhi della gilda un membro tanto temuto quanto prezioso; persino i suoi pari, se si eccettuano la Mente e pochi altri,
ne hanno una terribile soggezione.«Nome : Sconosciuto»
«Titolo : Egida del Leviatano; Emblema d'Oro»
«Razza : Umana»
«Età : 15 (apparente) 46 (reale)»
«Classe : Alchimista-Guerriero»
«Elemento : Titanio»
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Legale Malvagio
il Cavaliere Nero, l'incarnazione della tirannia, è zelante nel fare il male quanto il Crociato lo è nel fare il bene; rispetta e idolatra l'ordine,
la gerarchia, le tradizioni e la disciplina e il suo codice morale, arrivando a giudicare
gli altri solo sulla base di queste regole.Biografia ::
Tutto comincia con mamma,
resoconto della lettura mentale operata trent'anni prima
da Aubrey, al secolo Occhio del Leviatano.
o con quella che ti avevano insegnato a chiamare così.
La Mamma, tuttavia, non dovrebbe essere tale: come apprenderai solo dopo il tuo decimo compleanno -quando avrai abbastanza senno da cominciare a farti due domande, di quelle importanti- la mamma vive con tante altre signore in un grande edificio di pietra, e non c'è nessuno di nemmeno remotamente assimilabile a papà. Un convento, dedito al culto autarchico ed esclusivo di una divinità il cui nome continua a sfuggirti; l'atmosfera è serena, ed il cibo non manca. Tuttavia, alla vigilia del tuo quindicesimo compleanno, chiedi a Mamma di dirti qualcosa su quelle famose domande la cui risposta latita ancora nell'indefinito. Pur riluttante, "Mamma" -che, sorpresa, non è la tua- ti confessa quei pochi ragguagli riguardo le persone che ti affidarono alla loro custodia. Zaino in spalla e tanti sogni nel cuore, parti alla volta di quella che ti hanno indicato come la 'loro' città: chiedi in giro di un nome -il nome che ti è stato indicato- ed è la gente, questa volta, a farsi domande. Sfortunatamente, le formula a voce tanto bassa da impedirti di ascoltarle. Non ottenendo risposta, ritorni al convento con lo spirito -e lo stomaco- di piombo. Non hai mangiato per tutto il giorno.
Certa di ritrovare mamma ad attenderti con qualche spiegazione -e magari una scodella di zuppa, entri nella mensa senza ignorando il silenzio sepolcrale -ed in un certo qual modo, insolito- che ti precede. Il tintinnìo delle stoviglie ed il parlottare sommesso delle chieriche è surrogato da una assoluta afonia, interrotta -appena prima che tu metta mano al pomello- dalla voce di un uomo. Premi contro la porta, e cominci ad ascoltare. Fra un impropero e l'altro -ed una autentica sfilata di quelle 'parole brutte' il cui utilizzo mamma ti aveva sempre interdetto- l'uomo racconta: racconta di lui, uno stregone itinerante di un ordine che non vede di buon occhio la procreazione, e lei -ancora una volta, la mamma- una chierica del convento dove era andato a perfezionare i suoi studi arcani. Da loro si arriva a te, la figlia concepita ed abbandonata con un non troppo grazioso contorno di efferate minacce a carico della signorina che ne aveva aiutato il concepimento. Una seconda, più lunga parentesi di silenzio, che si gonfia e dilata come una bolla di sapone sino a, inevitabilmente, esplodere -eccome, se esplode. Esplode in un tonfo sordo seguito dallo scrocchiare inequivocabile del metallo contro le ossa. Dopo di questo, grida.
Spalanchi la porta a viva forza, avventandoti contro papà. Non gradendo troppo le tue effusioni, ti colpisce al volto con un pugno guantato di ferro; è il momento in cui scopri che papà, oltre che uno stronzo diplomato, è anche più forte di te. Ti guarda e ride, sputando saliva e sangue dalla bocca contorta in un ghigno sghembo. Fino alla fine, non riesci ad afferrare il suo volto. Papà, però, il tuo riesce a vederlo bene, e sembra anzi trovarlo molto, molto carino. Quello che succede dopo, preferisci non ricordarlo.
Stacco di due anni: prigionia. Papà, dopo aver portato i rispetti alla mamma, ti prende con sé e ti chiude in un cubicolo della sua torre-scantinato-sancta sanctotum. Non sei certo di cosa faccia, ma lo senti spesso mugugnare di formule, replica e bersagli, spesso col tono frustrato di chi non riesce in ciò che vorrebbe fare. Quando papà non ci riesce, viene a dispensarti un'ora di amore paterno. In quei due anni, maturi un chiaro, inequivocabile concetto della parola "odio". I suoi borbotii si intensificano di numero ed intensità, tanto che cominci a seguirne il filo conduttore per ammazzare la noia ed i sensi di colpa. Qualche volta ci pensi ancora, a "mamma", ed il pensiero pulsa ancora come una ferita aperta. "o d i o", scandito a chiare lettere in ogni sguardo che gli rivolgi. Un giorno, però, il ciclo si spezza: un uomo irrompe in casa di papà, dicendogli che "non ci saranno più proroghe". Un suono tanto acuto e sottile da farti sanguinare le orecchie, e la testa di papà rotola sul pavimento: nei suoi occhi vuoti, giureresti di aver visto un fantasma di contrizione sotto la libidine animalesca. Ti aggrappi alla salma, mordendola, calciandola, prendendola a pugni. Quando hai finito, i tuoi abiti sono tanto zuppi di sangue da darti un senso di nausea. L'uomo-assassino-salvatore rimane a guardare, in religioso silenzio -sospetti quasi che voglia rispettare la tua vendetta, e che se ne senta partecipe.
Quando hai finito, ti tende la mano. Kyler.
Dice di chiamarsi Kyler.— ◊ ◊ ◊ —
Abilità Personali ::Titanio.
L'ibridazione di materia inorganica con un corpo vivo
atta a formarne una estensione accessoria ma metabolizzabile dall'organismo durante
un tempo di degenza più o meno lungo -il concetto stesso di 'bioarma' o 'arma vivente'- non è una conoscenza accessibile a tutti. Il padre dell'Egida, agendo per conto del Leviatano, era stato incaricato di esplorare una branca della magia runica tale da permettere, previa impressione di una lettera o di un'intera strofa sulla regione interessata, di legare la carne ad un dato elemento naturale o trascendentale; alla morte del nostro, troppo inetto per trovare cavie il cui fisico potesse sopportare un simile abuso, la figlia subentra nella medesima ricerca, utilizzando sé stessa come paziente zero. I risultati sono sorprendenti.
Incidendo dei caratteri preselezionati su polsi e caviglie con una lama rituale, il legame si traduce in realtà: O-D-I-O, ritagliato col fuoco, col ferro e col livore di due anni di prigionia e tredici di amarezza.
L'elemento protagonista del legame è il titanio: resistente come l'acciaio ma il 40% più leggero, pesa il 60% in più dell'alluminio ma con una resistenza doppia. I caratteri vengono adeguatamente occultati da dei bracciali del medesimo materiale con cui comunicano, permettendone una interpolazione diretta e sempre efficace. Fintantoché questi non vengono sottratti alla custodia dell'Egida, questa sarà in grado di modificare l'altro capo della sua corresponsione arcana in termini pressoché
illimitati di quantità e qualità.
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d r i v e n t o d e c a y
La tortura e gli abusi non lasciano sempre segni visibili come un taglio, un livido od un ematoma: è anzi quando i loro sintomi sono invisibili o sottintesi, che questi si manifestano nel loro predicato più terribile. Le sevizie inflittele dal padre, sommate ai successivi anni (decenni) di alienazione nello studio della branca più complessa e reietta della magia runica -uno studio tanto morboso da spingerla ad usare sé stessa come sua unica cavia- non può non aver lasciato un marchio. Un marchio certo impossibile da vedere, ma non per questo meno terrificante o straordinario nei risultati da lui prodotti. La costante -e dopo la morte del padre, volontaria- sottoposizione ad insopportabili abusi ha consacrato il fisico dell'egida ad una forza disperata e maligna, molto superiore a quanto sarebbe lecito dedurre. Naturalmente, la ripetuta sottoposizione a questi tormenti ne ha anche assopito la capacità sinaptica di interpretare e tradurre
correttamente gli stimoli di dolore promananti da questi, sino ad
atrofizzarla completamente.
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t h e s i e g e t o w e r
Le rune impresse sul corpo dell'alchimista non obbediscono al solo legame con l'elemento a lei consacrato: lo studio del linguaggio della creazione ha permesso all'Egida, grazie ad un esercizio durato decenni, di modificare il proprio corpo in maniera ancora più invasiva e brutale di quanto non avessero fatto gli esperimenti del padre prima ed i suoi stessi tentativi acerbi poi. Questo continuo rimettere in discussione le capacità del suo già provato involucro, anziché indebolirla, le ha regalato una forza ineguagliata dagli altri emblemi suoi pari: ne sono testimoni le tre rune incise all'interno dell'avambraccio destro, che concentrano al loro interno l'energia - contenuta a stento nella tripartizione - della parola runica "potere"; come una torre da assedio, il Flagello accuserà i colpi nemici senza mai crollare, rispondendo a ciascuna freccia scagliata dalla fortezza nemica con le proprie. In termini di gioco, il personaggio gode di un PU passivo alla resistenza del 50%, riserva aumentata del 10% ed immunità sino al livello medio
alle influenze caratteriali/sovrannaturali.— ◊ ◊ ◊ —
Equipaggiamento ::
Un pilastro di metallo lungo e levigato, dalla superficie cromata di un denso e splendido grigio-acciaio; invisibili, lungo il suo fusto, si susseguono secondo un ordine imperscrutabile i medesimi caratteri impressi sul corpo dell'egida, ricavati in una lunga stringa omogenea di lettere cuneiformi. Nessuno, eccetto lei, pare sia in grado di decifrarli od anche solo vederli ad occhio nudo. La stele, non più lunga di ottanta centimetri, è perennemente avvolta da un intrico di fasce di panno e cuoio dipinto assicurate fra loro da sporadiche fibbie: è possibile, a patto di conoscerne la disposizione, sciogliere il bozzolo facendo scattare una sola fra queste.
La reliquia era stata affidata al padre dalla gilda tempo prima che l'Egida venisse al mondo, ed il disgraziato aveva consacrato tutte le sue energie a decifrarne i segreti del linguaggio ivi impresso. Ereditando gli studi e la posizione del padre, immancabilmente, ereditò anche l'oggetto. Da allora non se ne è più separata: gli alti papaveri del Leviatano, d'altronde, sono convinti che questa non potesse trovare proprietario migliore -nè nessuno fra loro, probabilmente, ha mai avuto il coraggio di pretenderla indietro.~ ~ ~
Unico nel suo genere: un cristallo dalle proprietà arcane in grado di commutare l'energia magica della Trama in energia vitale, garantendo così al portatore una forma acerba di immortalità; quando la Mente le diede la reliquia in pegno, disse di non poter accettare che il tempo deteriorasse un dono prezioso come il suo. Nonostante numerose insistenze, Kyler si è tuttavia sempre rifiutato di rivelare il vero nome del manufatto, che parrebbe essere intraducibile nella lingua comune.
g a r n e t c h a o s
Incastonato fra le scapole del Flagello, questo si presenta come una gemma di un torbido rosso bordeaux tagliata in forma ogivale, dalla quale promana una tenue luminescenza vermiglia a carattere intermittente; nel caso in cui un personaggio avversario utilizzi un auspex magico od un'abilità di vera vista su di lei, non gli sarà difficile avvertire la eco remota di una seconda, imperscrutabile aura alla quale l'oggetto fa capo. Troppo debole per prendere il sopravvento, ma troppo forte per ignorarla completamente.
In termini di game, l'oggetto si collega alla giocata di una eventuale morte/resurrezione del personaggio, introducendo alcune disposizioni particolari. Non ha alcuna utilità in combat.~ ~ ~
- Una coppia di bracciali in titanio, dello spessore di 5cm ciascuno.
b o d y b i n d
- Coppia di cavigliere coordinate, del medesimo materiale-dimensioni
- Un collare, in titanio anch'esso.— ◊ ◊ ◊ —
Tecniche ::
L'esercizio del Legame nella sua condizione più piena, fatto di speroni aguzzi e vortici di lame affilate;M Y T H I C A L
SWORD ◊
per il Maestro, non esiste punto cieco che la sua comunione non possa
raggiungere, dilaniare e distruggere.- :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Mythical Sword: Dread Blade Lascia che il suo elemento goccioli lungo i polsi, in un lento stillicidio che lo porta a radunarsi ai suoi piedi in una pozza di amalgama scintillante: ad un suo comando, questa si coagula in uno sperone aguzzo di oltre due metri, che cerca di trafiggere un assalitore incauto proiettandosi in una traiettoria trasversale. [ consumo basso ]
Mythical Sword: Dread Pool Il metallo si disperde ruscellando dalle estremità del Maestro e dilatandosi, a seconda dell'intensità della sua volizione, in un rigagnolo sciaguattante o in un autentico mare grigio-acciaio; questo rimane immobile, in assoluta quiescienza, attendendo che la nemesi vi metta piede. Nel caso in cui un avversario transiti entro il limitare della tecnica, potrà essere facilmente bersaglio di tecniche ulteriori che hanno da questa la loro genesi: è inoltre possibile, previa spesa di un consumo equivalente alla tecnica stessa, far esplodere la pozza in un autentico geyser di metallo incandescente. [ consumo variabile ]
Mythical Sword: Dread Resonance Fra loro c'è una comunicazione sottile, impercettibile ai profani del linguaggio runico della creazione: una comunicazione fatta d'intesa immediata, sublimata sino a raggiungere un livello ben più profondo di quella scaturente da una possibile interazione fra esseri umani: attraverso l'elemento complice, il maestro vede -ed è una visione chiara e rapida nelle sue deduzioni. Esercitando una certa concentrazione, ed a patto che il/i bersaglio/i transiti entro il limitare di una qualsiasi estensione del suo metallo (vedasi tecnica precedente) è possibile decifrarne i movimenti anche in caso di occultamento, parziale o totale che questo sia. [ consumo medio ]
Mythical Sword: Dread Coil Il metallo si espande, imbozzolandola in una patina lucida e sottile; estendendo i suoi tentacoli dalla pietra angolare delle cavigliere e dei bracciali, dove è conservata la sua essenza più genuina, striscia lungo l'involucro del Maestro sino a congiungersi con i suoi gemelli in una impenetrabile, pallida armatura slavata; questa può tanto ricoprire l'Egida per intero quanto essere concentrata in una sola regione del corpo. [ consumo variabile ]
Mythical Sword: Brutal Rondo Afferra la stele con gesto elegante, liberandola dalle sue pastoie e puntandola, in maniera crudele ed inequivocabile, verso l'obiettivo futuro: slancia il braccio armato nella sua massima estensione, e sollecita la reliquia nel tragitto a sciogliersi, affusolarsi e compattarsi in una lastra grottescamente lunga e mortalmente affilata. Lascia la presa, e questa gira attorno a lei in senso antiorario per tre volte, descrivendo il raggio di un cerchio immaginario. [ consumo medio ]
Mythical Sword: Rough Uppercut Applica una coltre sottile di metallo fuso ai pugni o alla lama della reliquia, attendendo il momento opportuno per liberarla in un montante che esprime il meglio del legame runico, il suo più perfetto binomio: elemento e forza -o 'forza dell'elemento', se così vogliamo. Nel vibrare il colpo la patina assume, per impressione dell'energia cinetica da questo sprigionata, i connotati dell'arco appena descritto dal fendente eseguito; questa affila le sue estremità sino all'inverosimile, insistendo con chirurgica e maligna precisione sulla medesima zona protagonista del primo impatto, provocando spesso danni considerevoli. La sua estensione-velocità dipendono, naturalmente, dalla forza impressa dall'Egida nell'esecuzione. [ consumo medio-alto ]
Mythical Sword: Evil Fencer La volontà omicida che si fa materia, incarnandosi nel metallo e riflettendo dalla sua superficie i barbagli e gli spettri degli impulsi più osceni. Inducendo i bracciali e le cavigliere a liquefarsi completamente, ne si accompagna la discesa lungo gli avambracci, i polsi e le dita con una gentilezza cauta e morbosa, sino ad indurli, con un comando improvviso e crudele, a coagularsi in dei lunghi artigli ritorti. In questo stadio della comunione, la forza dell'Egida subisce un naturale incremento, accompagnato alla capacità di tagliare i metalli più deboli ed intercettare colpi di armi taglienti a mani nude frapponendo fra sé e loro il simulacro di carne, elemento e sangue. [ consumo alto - turni II ]
Mythical Sword: Dark Lord Ascending Apoteosi del binomio sottoscritto dal legame runico. Raccogliendo le braccia al petto e stringendo la stele contro di esso, si raduna ogni propria risorsa in un unico, minuscolo punto focale, per poi lasciare che il sovraccarico abbia sfogo nell'eruzione di una infernale marea scintillante; dal corpo dell'Egida si espande -ancora- un pantano di autentico metallo fuso, dal quale si proiettano in tutte le direzioni speroni acuminati e diseguali, lame sghembe e barbigli curvi che non chiedono altro di adempiere alla preghiera omicida del loro genitore. La corsa del titanio -pressoché inarrestabile- si esaurirà non prima di aver consumato quindici metri di diametro, ritirandosi con sorprendente eleganza nel nucleo protagonista della sua eruzione. [ consumo critico ]
La comunicazione fra l'Egida e l'elemento si fa tanto sottile da indagarne le fondamenta più autentiche,A T O M I S ◊
le porzioni infinitesime, le più segrete -ed è così che da vita alle sue
mille, imprevedibili sfaccettature.- :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Glasya Labolas: Il tetracloruro di titanio è un composto alogenuro ricavato dalla reazione indotta attraverso calore del rutilo o dell'ilmenite con il cloro; il prodotto finale è un denso liquido pastoso color giallo ambrato, il cui ulteriore riscaldamento provoca una condizione deteriore che lo porta ad emettere fumi tossici a base di acido cloridrico. In presenza di acqua o di aria umida, questa capacità si traduce in una violenta espulsione di questi stessi gas, a carattere mortalmente tossico e corrosivo. L'inalazione prolungata è letale, così come la sua stessa presenza: corrode la maggior parte dei metalli esistenti, intaccandoli irrimediabilmente e consumandoli nel giro di poche ore. Esercitando una cauta sollecitazione elementale, il Maestro può emettere variabili quantità di composto ed indurle al decadimento tramite un semplice comando empatico, generando così nubi di fumighe mortali. La gravità e la resilienza di queste è determinata dal consumo speso. [ consumo variabile ]
Edited by Malice Umbral - 21/8/2010, 14:11.