Stella cadente?

Se esprimi un desiderio è perchè vedi cadere una stella,
se vedi cadere una stella, è perchè guardi il cielo,
e se guardi il cielo è perchè credi ancora in qualcosa...
Bob Marley

Altra luce,

Infine tutto scomparve, come se tale miraggio fosse stato solo un sogno passeggero,
una mera illusione.

Una parola.

-Yang...

E tutto tacque

Il trapestio delle guardie cittadine aveva riempito il buio. Campane erano state suonate, e grida lanciate, nella notte.
Qualcosa, dicevano, aveva raggiunto il Mastio. Qualcuno stava attaccando la città! All'armi!
La macchine? Domandavano alcuni tra i più giovani soldati. No, impossibile lo siano. Non escono mai dalla loro città, aveva dato risposta qualcuno.
I graduati lasciavano correre, in alcuni casi. In altri, le grida che riprendevano gli uomini, e ricordavano loro che quello che dovevano fare non era chiacchierare, ma stare concentrati.
Loro difendevano Laputa, e, più di tutto, i suoi cittadini.

La pattuglia di lancieri accorsi sul luogo presunto dello schianto - o dell'assalto, secondo altri - aveva trovato una ragazza.
Nient'altro.
Non eserciti invasori, non minacce armate.
Certo, anche loro lo sapevano bene : l'apparenza inganna sempre. Per questo, in ogni caso, donna o no, non avrebbero abbassato la guardia, nemmeno un poco.
Per nessuna ragione al mondo.

Il capitano del drappello era stato l'unico a farsi avanti, il palmo della mano destra poggiato sul pomolo della sua spada, ancora nel fodero.
I suoi ragazzi, lance ben salde, gli erano rimasti dietro, osservando concentrati l'intera scena, qualora ci fosse stato bisogno di loro.
La tensione, nella notte, alla luce della grossa lanterna che uno dei miliziani teneva sollevata era palpabile.

Chi siete, signora, e cosa fate qui?
Questa zona della città è interdetta ai civili.

La voce ferma non tradiva la minima emozione, e il tono pacato indicava solo una totale padronanza degli eventi. Quelli, a tutti gli effetti, erano realmente militari di carriera.

Rumori incessanti si diffusero nell'aria che lei stessa governava, fino a circondarla come in una morsa.
Una trappola?
No, semplici creature spaventate.

Solo tanta confusione.

-Drusilia. Il mio nome è Drusilia Galanodel.

-Mi perdoni non era mia intenzione giungere in una zona vietata. Son giunta qui da... da...

-Non ho idea di come sono arrivata qui... mi son svegliata solo pochi istanti fa.

L'uomo in armi ascoltava in silenzio. Il che, tutti gli abitanti di Laputa erano arrivati a saperlo, era prassi comune.
Prima di giungere a qualsivoglia conclusione, la Milizia istruiva i suoi sul rispetto di una precisa raccolta di dati, che in genere avveniva lasciando che la gente si esprimesse liberamente. Senza essere incalzata.
Quello non era però sintomo di disattenzione o lassismo da parte dei militari.
Le lance dei soldati del drappello erano più che pronte a fare ogni cosa il precipitare eventuale della situazione avesse richiesto, in quello specifico caso.

-Drusilia. Il mio nome è Drusilia Galanodel.
Mi perdoni non era mia intenzione giungere in una zona vietata. Son giunta qui da... da...
Non ho idea di come sono arrivata qui... mi son svegliata solo pochi istanti fa.-

L'espressione del capitano del drappello si fece per un attimo perplessa, però.
Che la storia fosse vera o meno, la donna era capitata lì, a sentire lei, senza nemmeno sapere come.
Cose come quelle richiedevano per lo meno la supervisione di qualcuno più alto in grado di lui.
Avrebbe sicuramente trattenuto la donna, per interrogarla, quanto meno per sapere dove si trovava prima di finire al Mastio di Laputa.
E magari qualcos'altro.

Fece un rapido cenno ad uno dei lancieri alle sue spalle che subito gli si fece docilmente vicino.
Sussurrò solo qualche parola, prima che l'altro schizzasse via correndo nella notte.

Data la situazione, m'lady Galanodel, mi vedo costretto a chiederle di seguirci, senza obiezioni.
Immagino capirà...
Non era certo intenzionato a trattare male una donna, anche se rea di un crimine, soprattutto per il fatto che, così a naso, non gli sembrava proprio il genere di persona che si può dire pericolosa.
...che non possiamo limitarci a prendere atto della situazione senza approfondirla un poco.
Non sono certo molti gli stranieri che finiscono davanti alle porte della nostra Rocca senza sapere come.
Ne perchè.

Il tono era rimasto sempre cordiale. Tuttavia, così come da usanza, era quel tipo di ordine cortese che non ammetteva repliche, specie se negative.
Il graduato dava in effetti l'impressione di saper bene dosare il suo potere. Le sue guardie erano con lui, e presto altri drappelli sarebbero arrivati, a rapporto.
Quella situazione di calma gli dava, evidentemente, la possibilità di gestire l'intero evolversi degli eventi con tatto, oltre che con decisione.

La scorteremo alla guardiola più vicina, in attesa che il nostro ufficiale in comando superiore si presenti per raccogliere personalmente la sua... deposizione.
E decidere riguardo agli eventi futuri.

___

Lo stanzino era piccolo, soprattutto in proporzione al numero di persone che vi pretendevano di trovar posto.
Drusilia Galanodel, il capitano della pattuglia che l'aveva tratta agli arresti, alcuni dei soldati della stessa, lì con ordini di vigilanza.
L'uomo in livrea - il sergente Kaal - aveva fatto accomodare la donna su una piccola seggiola di legno, posta per l'occasione al centro della sala, dietro all'unico elemento d'arredo assieme alla rastrelliera delle armi - ora svuotata di tutto - : un tavolo di legno quadrato, scuro.
Lui stesso aveva trovato posto di fronte a lei, guardandola per un istante, di nuovo, con più attenzione rispetto al momento in cui l'aveva presa in consegna.

Continuava a non sembrarle per nulla pericolosa.
Quello che però non riusciva a spiegarsi era il leggero lucore della pelle di lei. Quasi fosse una lucciola...
All'esterno si era convinto che quel fenomeno fosse prodotto dalla luce traballante di torce e lanterne, o da qualcosa che la donna indossava sulla pelle.
Olii, balsami, qualche altra diavoleria cosmetica.

Lì, al chiuso, dove la luce era fornita da una lampada a gas, sospesa sopra la stanza al sicuro di un grosso bulbo di cristallo, si doveva ricredere sulla sua prima impressione.
Era la donna a brillare.
Senza dubbio.

Non potè astenersi dal commentare ad alta voce.
Sul mio onore, signora, siete la prima persona che incontro in vita mia che luccica.
E' forse l'effetto di questo vostro strano arrivo, caduta dal cielo?

E se solo si fossero azzardati a farle del male beh...
nessuno può davvero capire cosa significa una donna quando perde la pazienza...
...soprattutto se si trattava di lei.

Ed allora, dove era finita?
E Yang? Dove era Yang?

...

Ecco, quello era più difficile da spiegare...

-Ehm...

...decisamente.

-Temo che non sia esattamente così... diciamo che, beh...

Iniziò a portarsi le ciocche castane dietro l'orecchio con aria imbarazzata.

-...diciamo che non è l'effetto di nulla...
appartiene a me e a me soltanto.

E' stato già detto che era in imbarazzo?
Si, lo era.

-...diciamo che non è l'effetto di nulla...
appartiene a me e a me soltanto.-

Il Sergente Kaal non ebbe che da sollevare l'angolo della bocca in un piccolo sorriso, mentre la donna spiegava, vistosamente imbarazzata.
Avrebbe potuto certo essere una messa in scena, e quello strano lucore essere qualcosa che li avrebbe condotti tutti a morte certa.
Eppure no, non era quello il caso.
Sospettava per deformazione professionale di tutto, e di tutti. Trattava ogni cosa, ogni situazione, nel modo più analitico possibile, perchè non succedessero sorprese sgradite nel momento meno adatto.
Ma, di nuovo, si sentiva di giurare che quello non era il caso.

Capisco.
Anche se questo fatto che "dipende da voi" mi fa pensare due cose : o che voi non siete del tutto umana, o, se vogliamo, solamente umana...
Si interruppe un momento, scrutando la sua prigioniera - o forse ospite - da sottecchi.
...oppure che in qualche modo siete in grado di operare magia, o ne siete stata vittima.
Ritengo però che sia vera la prima, tra le mie ipotesi, a giustificare la vostra strana condizione.
Mi sto forse ingannando?

Decisamente, quello non era un interrogatorio. Più che altro, quattro parole per togliersi lo sfizio della curiosità, prima che il Lord Derìnha facesse la sua apparizione.
Era infatti il Consigliere dell'Autocrate che era stato mandato a chiamare, per dare il suo parere - nonchè il suo comando - riguardo a quella strana questione di... bhe... naufragio.

Di dove siete originaria, signora? E cosa fate, per vivere?

Scosse il capo prima a destra, poi a sinistra.
No, quella guardia ci aveva preso in pieno.

-Una Galanodel.

Lo disse a bassa voce, come se stesse parlando tra sè e sè.

Respirò profondamente, prima di parlare.

-La mia patria è un regno ormai caduto in rovina. Molto, molto lontano da queste lande.
Lei mi chiede cosa faccio per vivere?
Beh un pò tutto...diciamo che sono una persona molto versatile.
Caotica direi...

Sorrise tra sè e sè, per poi tornare a guardarlo negli occhi in attesa di ulteriori domande.
Non era il tipo da preoccuparsi, soprattutto per cose simili.

Il soldato era rimasto in silenzio, mentre la donna gli rispondeva. Non che non fosse curioso, tutt'altro.
Era solo un atteggiamento pratico. Aspettare, soprattutto perchè si sta ottenendo quello che si cerca, è la cosa giusta da fare.
Dare il tempo alle persone - in questo caso - di dare le informazioni che hanno.
Mostrarsi ansiosi, dubbiosi, o chissà che altro non era necessario.

Annuì istintivamente, alla fine.
Una patria perduta, distrutta, era più che verosimile. Loro per primi potevano dire di abitare una città che prima che casa loro era stata parte di un regno dimenticato.
Addirittura figlio di un altra realtà.
E certo pensare che qualcuno si barcameni come può, per cercare cibo e riparo, per sopravvivere, non era così strano.

Aprì la bocca, come a voler rispondere qualcosa alla ragazza.
Il Destino ci si mise in mezzo, facendo dividere in tutta fretta i soldati che stavano sull'uscio della guardiola, per cedere il passo, e consentire l'ingresso, di quel generale che lui stesso aveva mando a chiamare.

Spostò la sua attenzione dalla giovane donna all'anziano elfo, completamente.
Così non fu per le due guardie ancora armate di picca che presidiavano il locale. C'era ancora da stabilire se la prigioniera fosse o meno pericolosa. Non era cosa da poco.

Lord Generale Derìnha, agli ordini.
Il sergente Kaal lo disse con enfasi, tendendosi istantaneamente nell'atto del saluto militare.
Il vecchio generale si limitò ad un rapido cenno del capo, e un fugace movimento della mano, per rispondere al saluto.
Abbiamo trovato la ragazza a terra, davanti alla porta d'accesso principale del Mastio.
E' apparsa in quel punto subito dopo che le nostre sentinelle hanno segnalato qualcosa che somigliava alla caduta di un corpo celeste.
Con il mio manipolo siamo stati i primi ad arrivare sul posto.

Il giovane uomo cedette il passo al superiore verso il fronte del tavolo, perchè si mettesse nella stessa posizione frontale da cui lui stesso, pochi istanti prima, stava dialogando - no, non interrogando - con la forestiera.

Dice di chiamarsi Drusilia Galanodel, ma di non sapere come ha fatto a precipitare a Laputa.
Sostiene di essere stata cittadina di un regno oramai in rovina, ma di cui ha ancora riferito il nome, e dice di non avere impiego che si possa identificare come sua fonte di reddito consueta.

Il soldato tacque. Non disse altro, e si mise da parte.
Sarebbe stato un altro, ora, a decidere.

-La mia patria come anche il luogo da cui provengo non fanno parte di questo mondo, Sire.

Ci fu una pausa breve, e gli intensi occhi di smeraldo vivo si spostarono su quelli dell'elfo.

-Se è vostro desiderio o formalità che io ve lo dica, prima di giungere qui ero in una Accademia di Hunters dove studiavo per diventare una Cacciatrice di Chimere.
Da lì sono entrata in un varco dimensionale con un mio compagno ma dopo quel momento ricordo ben poco; in ogni caso vi ringrazio profondamente per la vostra gentile offerta ma non vi disturbate di trovare la via del ritorno...

Un sospiro rassegnato fece capolino durante il suo discorso, e lo sguardo tornò basso.

-...poichè son partita per non tornare.

Silenzio

-Mmm...

La risposta non si fece attendere molto.
Gli occhi tornarono su di lui, sicuri e gioviali.

-Perchè no?

Ma pensavate che alla Dama del Vento questo sarebbe bastato?
No.
Avrebbe visto tutto, in un modo o nell'altro.

Già, perchè no?

Il volto del generale non aveva modificato la sua espressione, nemmeno di fronte allo sfoggio della vasta gamma delle espressioni della giovane donna, cosa che, invece, aveva fatto quello di alcuni dei picchieri di guardia.
Sentendo la situazione rilassarsi, e considerando questo come un silenzioso ordine di cessato pericolo, alcuni tra i miliziani si erano persi fissando le delicate forme della prigioniera.
Le sue movenze. Le sue pose.
Più di uno sguardo ammiccante era volato, da un commilitone all'altro.

Per la prima volta da quanto era entrato, il Lord Consigliere si guardò attorno, scrutando l'ambiente.
Brevemente.
La sua attenzione tornò subito a lady Drusilia.

Direi che ci sono solo alcune formalità cui adempiere, per poter concederle la residenza in città.
Tuttavia, visto il momento attuale, sarei più che propenso a ritenere possibile aspettare fino a domani.

Immagino che una buona notte di sonno, un po di riposo, e una buona dose di tranquillità faranno bene sicuramente alla nostra ospite, così come a tutta la Guardia del Mastio.

M'Lady Galanodel, sarà scortata presso le stanze degli ospiti della rocca, per questa notte. E' troppo tardi perchè le si faccia attraversare l'intera città, ancorchè scortata.
Domattina penseremo al resto.

Sorrise, per la prima volta. Una smorfia leggera, fugace.
Girò sui tacchi, rivolse al Sergente un saluto sbrigativo, e sparì nel corridoio da cui, solo una manciata di istanti prima, era arrivato.

Il sergente Kaal si fece subito avanti, e, dopo aver salutato il congedo del suo ufficiale comandante, si rivolse alla loro non più prigioniera.

Venite, m'lady.
Vi faccio strada.

Beh, poco male... ormai ci era abituata.