[CC] Udienza

Per quanto tempo ho viaggiato?
Non ho contato i giorni, troppa fatica.
Quanti peccati ho commesso?
Troppi. Ma erano necessari.
Ho placato la Bestia, ho saziato la sua Fame e ho soppresso ogni desiderio di vendetta; sono pronto per la mia nuova vita.
Il sorgere del sole accompagna la fine del mio lungo viaggio, ho visitato altre grandi città ma nessuna è al pari di Istvàn, la chiamano Cittadella della Luce ed è un nome ben meritato, brilla come fosse una stella.
Appena entro in città non mi perdo ad ammirare i magnifici palazzi e le eleganti torri ma mi dirigo direttamente al Maniero dell'Alfiere accompagnato dal meraviglioso suono che la Valle stessa produce, un vero paradiso per un'anima tormentata come la mia.
Giunto d'innanzi ai portoni mi avvicino ad una guarda.
"Vorrei chiedere udienza a Lady Kalia, ditele che Kizan è tornato."
Tempo addietro la Dama Azzurra mi salvò la vita e mi concesse di lasciare la città, volevo sapere di più di questo mondo.
Le ho giurato fedeltà e sono qui adempire al mio compito, a ciò che ho deciso sarà il mio Destino.

La guardia risponde prontamente e dopo averla ringraziata mi dirigo nella direzione indicata e attraversato il bianco corridoio interamente di marmo, non vedendo persona alcuna, apro le pesanti porte ed entro nella sala del trono.
Cammino sul rosso tappeto che conduce ad un trono vuoto, osservo il resto della stanza rotonda e vedo Lady Kalia intenta ad occuparsi di svariate pergamene, di certo non invidio gli Alfieri, il loro lavoro deve essere immane.
La Dama Azzurra mi da le spalle e sembra non aver notato la mia intrusione così mi avvicino ammirando la sua splendida figura, l'aria stessa attorno a lei sembra essere felice, una pace data dalla bellezza e dalla purezza; persino una dea sarebbe invidiosa.
Quando giungo a pochi metri da lei mi inchino chiamandola per far notare la mia presenza.
"Lady Kalia..."
Un respiro per inebriarmi del suo profumo e nuovamente torno a parlare.
"Perdoni la mia intrusione e il disturbo che le sto recando ma necessitavo di parlarvi. Preferite che torni in un secondo momento?"

Come la prima volta il suo sorriso mi meraviglia, è la luce che riporta alla vita. Lentamente mi rialzo in piedi mentre lei si fa più vicina. Cos'è questa sensazione? Questo lieve tremolio, questo brivido meraviglioso che sento salire lungo la spina dorsale? Io sempre fermo e calmo anche nelle situazioni peggiori di un combattimento mi trovo così agitato per la sua sola presenza?
Fortuna che porto la maschera o il mio rossore sarebbe evidente.
Mi trattengo dal sorriderle di rimando cosa che mi risulta assai arduo ma è necessaria la massima serietà se desidero che si renda conto che ciò che ho da dire è veramente importante.
"Se fossi stato un assassino?"
Chiedo con tono grave, devo lasciarla spiazzata, deve capire.
"Sono qui per questo.
Giungere a voi è fin troppo facile, so che siete una donna forte, nessuno può dubitarne ma rimanete pur sempre una donna. Siete una figura in vista e la vostra sicurezza non è adeguata.
Per quanta forza possiate dimostrare...
... Voi siete fragile...
Ho visto e capito molto vagando per tutta Endlos, non è tutto meraviglioso e incantevole come qui...
Il Sud sembra un manicomio troppo stipato e temo che presto le sue porte si spalancheranno portando caos ovunque.
E persino all'Ovest i nobili più rispettati in realtà non sono altro che esseri viscidi senza alcun rispetto per la vita altri. Tutti loro hanno una seconda faccia fatta di inganni e sangue su cui poggiano il loro potere e nessuno sospetta di loro, è una tana di serpenti velenosi.
Perdonate se le mie parole sono state arroganti ma non potevo tacere ciò che il mio cuore e la mia mente volevano che dicessi.
Quando sono giunto qui non solo mi avete salvato la vita ma mi avete anche dato l'opportunità di viverne un'altra.
Vi devo la vita...
La mia vita è vostra e a voi intendo dedicarla.
Mi avete nominato guardiano di Istvàn donandomi questo" -estrassi la potentilla dalla cintura- "e in base al giuramento che ho fatto su questo fiore vi chiedo l'opportunità di concedermi di adempire al mio destino.
Vi chiedo di darmi il privilegio di essere a capo della vostra guardia personale."
Finito il mio discorso mi ritrovo a respirare pesantemente, non sono un gran dialogatore ma quando combatto per qualcosa che desidero le mie passioni mi infiammano.
E ora stò combattendo per il mio destino.

Quasi mi si spezza letteralmente il cuore quando la vedo sorridere a capo chino con uno sguardo malinconico.
La sua voce è comunque soave e dolce come sempre, il suo spirito e le sue parole sono altruiste ma l'altruismo porta solo sofferenze, ci trasforma in martiri e poi in ricordi che saranno dimenticati.
Eppure il tocco freddo e lieve della sua mano sulla mia scatena in me un'ondata di calore e di speranza. Guardo con i miei occhi dorati i suoi di un azzurro cristallino.
"Voi siete il cuore, il fulcro, la stella che illumina il cammino di questa gente. Senza di voi sono tutti perduti, anch'io sarei perduto.
La vostra gentilezza e la vostra premura sarà ricompensata con un crescente peso di angoscia e sofferenza perchè ogni gioia sarà solo temporanea finchè accumulerete sulle vostre spalle le sofferenze di tutti...
E sia!
Farò come volete, difenderò questa gente, non per amor verso di loro ma per l'amore che provo verso di voi, sopporterò con voi il peso della loro felicità finchè avrò vita."

Quando la sua mano tocca il mio viso chiudo gli occhi godendomi il momento, cosa mi stà succedendo?
Nemmeno durante la mutazione i battiti del mio cuore sono accellerati in tal modo, è così irrazzionale.
Ma si stà dannatamente bene.
Ritorno in me quando interrompe il contatto e mi parla con una nuova determinazione ma è difficile per me credere alle sue parole quando ad osservarla riesco sempre a vedere una docile creatura bisognosa di protezione e di sogni.
"Se il popolo è la vostra forza allora io lo proteggerò perchè voi siete la fonte della mia forza.
Mi concedete dunque l'autorità per rendere reale i miei intenti?"