Una dozzina di corna in sovrappiù

Scena gdr di caccia: Rain, Jack

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    Cado spesso un poco dalle nuvole.

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    Entrambi i colpi andarono a segno, restituendo l'anima dello Zull'Qroth al regno dei morti, legittimo proprietario. Tirati fuori dall'acqua, Ossido li posò sul ponte e li liberò: mugugnò un po', guardandosi attorno con aria attenta. Stava contando i danni.
    "La barca, se non subiamo altri attacchi, dovrebbe riuscire a terminare il viaggio d'andata e, con le dovute riparazioni una volta a terra, potremo senz'altro tornare a casa."
    Ormai le spiagge di Berjaska erano in vista: il profilo del vulcano si era fatto chiaro e troneggiava sopra ogni altra formazione rocciosa. Spinti a fatica dal motore della barca ormai singhiozzante, la spedizione decimata riuscì a mollare gli ormeggi.
    Dopo pochi metri di terreno sabbioso cominciava una fitta giungla che, con tutta probabilità, sfociava poi nelle pendici di "Pietravuota". Ai lati, distanti un centinaio di metri circa, la riva terminava e cominciavano ad innalzarsi scogli irregolari, di roccia molto scura.
    "Meglio che lavori adesso, nel caso dopo fossimo di fretta", disse Ossido, "voi controllate per bene la boscaglia qui davanti, ma non addentratevi senza di me. Ci metterò due minuti."
    Il frusciare del fogliame comunicava agli ospiti quanto l'isola fosse irrequieta riguardo al loro arrivo.



    Off Game

    Mentre entrambi avete la più che chiara sensazione di essere osservati, a Jack capita qualcosa. Invito soltanto lui a leggere lo spoiler che segue.
    SPOILER (click to view)
    Una voce sibila nella tua testa parole di una lingua primitiva. Sembra un ruggito restato immutato fin dalla notte dei tempi. Trattandolo come una tecnica psichica di livello medio, questo assalto mentale ti spinge - se non riuscirai a difenderti adeguatamente - ad addentrarti nella foresta, instillando in te la certezza che niente di male potrebbe accaderti, anzi.
     
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  2. Ja¢k
     
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    Veniamo tirati fuori dall'acqua e la sensazione iniziale è quella del freddo, gelido contatto dell'aria sulla
    pelle bagnata e le vesti infradiciate, seguita da quella della soddisfazione più primordiale: essere ancora vivi. Gli altri
    sembrano troppo indaffarati nel cercare di rigovernare la nave (o meglio, ciò che ne resta) per darci le dovute attenzioni.
    Certo, in fondo siamo state le uniche due persone in mezzo all'intero equipaggio ad aver sistemato quegli Zull'Qroth.
    Idioti, buoni a nulla, ed ingrati. Ecco chi mi ritrovo ad accompagnare in questa missione di caccia. se c'è una cosa che
    non tollero è la maleducazione.
    Prima di potermi avvicinare ad Ossido e ringraziarlo per averci salvato il culo, noto la testa dello Zull'Qroth ancora
    incastrata tra le tre lame di Isabel. Gli occhi, piccole sfere di colore nero, mi squadrano vuoti e fissi come a voler
    chiedere scusa per tutto ciò che ci ha fatto passare. Il cranio è stato tranciato alla base della mascella dallo spadone
    del moretto, e ciò che resta è rimasto infilzato dall'acciaio. Con uno strappo secco, lo rimuovo con la destrosa per
    poi ributtarlo in mare. Fisso l'orizzonte, e l'isola di Berjaska che pian piano si avvicina sempre più alla nave.
    Fisso le onde infrangersi sulla costa scogliera, e la vegetazione fitta non molto lontano dal bagnasciuga, e su tutto
    questo domina la figura incontrastata del vulcano, il cratere slabbrato enorme ed imponente famoso per i suoi vapori bollenti.
    Da lontano dicono che la nave avrà bisogno di riparazioni per tornare a casa. Da ancora più lontano qualcuno inizia già
    ad urlare le indicazioni per l'ormeggio. Io, riposando Isabel all'interno dello zaino sulle spalle, mi rilasso lungo il bordo
    della nave, cercando finalmente un pò di pace.
    Perchè ho la stramaledetta sensazione che i guai siano appena cominciati?

    ...

    Mentre con circospezione mi avvicino sempre più alla fitta boscaglia che occupa il litorale, poco lontana dalla spiaggia,
    mi convinco che effettivamente c'è qualcosa che non va.
    Le gambe sembrano muoversi da sole, nella mia mente aleggia un canto di una lingua sconosciuta, una voce tutt'altro
    che soave, piuttosto un grugnito violento, dei versi onomatopeici. Il timbro svanisce poi come d'incanto, ed una strana
    sensazione mi convince sempre più che all'interno della foresta c'è qualcosa di non poco interessante. Qualcosa per me,
    e me soltanto.
    Certo, è più che logico per uno come il sottoscritto dar voce allo stimolo avido di tesori e ricchezze di qualunque genere,
    ma sino ad oggi è sempre stata una scelta arbitraria e sopratutto dettata da me medesimo. Come spiegare il fatto che è
    bastata questa voce, e questa voce soltanto, a convincermi istintivamente che nel bosco c'è qualcosa che desidero?
    Perchè non ho riflettuto con cognizione di causa, come al mio solito, prima di muovermi in quella direzione?
    Perchè mi sto comportando come un fottuto dilettante?
    Perchè non rifletto, non comprendo che anche se trovassi questa cosa che desidero, nella foresta, avrei lo
    stesso bisogno di tornare alla nave e finirebbe comunque vista da altri? No, un momento: potrei divenire invisibile, potrei
    nascondermi e fuggire da solo. Penso questo mentre mi avvicino sempre più alla fitta boscaglia, accompagnato da nessuno.
    E' uno stimolo improvviso a fermarmi. Una voce che si risveglia da dentro me e mi fa finalmente comprendere come
    comportarsi in questo modo così scioccamente stupido non sia da Vega.
    Piuttosto che mettere a repentaglio la mia vita, in quella che è una probabile trappola speditami dalla voce, manderò
    prima alcuni idioti presi a caso al suo interno. Se troveranno qualcosa, farò in modo che la loro squallida vita termini
    sedutastante, e che io riceva questa cosa misteriosa in principio a me rivolta. Se non troveranno nulla, o cadranno in
    una trappola, vorrà dire che la parte razionale di me ha prevalso su quella istintiva, la mente sul corpo.
    E mentre penso questo faccio appello a tutte le mie forze mentali per fermare le mie gambe, per non muovere passo oltre
    la linea di confine tra spiaggia e boscaglia. Riprendo le redini di me stesso, e mi avvicino a un gruppo di uomini
    dell'equipaggio intenti nella perlustrazione.
    "Ehi, ragazzi"
    Mi rivolgo a loro sorridendo. Certamente si ricordano di me.
    In fondo sono solo il tipo che gli ha salvato il culo dalla colonna d'acqua, sulla nave.
    "Credo che ci sia qualcosa di strano laggiù, nella boscaglia. Ho sentito qualcuno urlare.."
    E con il braccio teso indico l'ubicazione che poco prima ero in procinto di raggiungere.
    "se volete andare a dare un'occhiata magari..."
    Timbro basso, voce apparentemente indifferente al tutto, come se questo avvenimento non mi riguardi affatto.
    E a ben pensarci, perchè dovrebbe?


    SPOILER (click to view)

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    Energia residua: 85% -10% = 75%
    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Deciso

    Passive in uso

    Scarlet Terror Bonus Velocità +50%
    Kill'em All Bonus Energia +10%, bonus Resistenza +50%

    Attive utilizzate:
    Scarlet Laager Mentality ~ Forgiato dai furti e dagli assassini, temprato dall'esperienza e dalla sopravvivenza in uno dei luoghi più ostili di Endlos: i bassifondi di Undarm, Vega è riuscito infine a sviluppare una tecnica per difendersi da alcuni dei personaggi più infidi: gli incantatori.
    Allorchè Vega sospetti, o abbia solo un presentimento che nella sua psiche si stia insidiando qualcosa di estraneo, di anomalo rispetto alla norma, che la sua mentalità venga condizionata attivamente da delle forze esterne, egli può ergere delle barriere mentali schermando i suoi pensieri, e la sua psiche stessa dall'incantatore in questione, spendendo un consumo energetico direttamente proporzionale a quello all'influenza subita. Ovviamente ciò non funziona contro le illusioni.
    In tal modo Vega riuscirà a disfarsi dell'influenza psicologica e a tornare al suo modus operandi più consueto.
    [Variabile Medio]

    Note: Lo scopo di Vega si è limitato al resistere alla forza psionica di livello medio, e non allo scoprire di cosa si tratti. Che i tizi random a cui ha dato l'avviso vadano a controllare oppure si rifiutino, al mio pg poco importa in sostanza xD



    Edited by Ja¢k - 25/4/2010, 23:30
     
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  3. Ra¡n
     
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    Quando fu trascinato fuori dall’acqua e poté vedere la chiazza rossa spandersi sia sopra che sotto la superficie, si sentì un po’ idiota.
    E non solo: anche un tantino sfigato.
    Loro due, gli unici che avevano provato ad opporsi all’attacco dei piranha, anche se in modi molto diversi, erano stati quelli che più di tutti avevano fatto le spese delle loro gesta a tratti avventate.
    Si era ritrovato bagnato fradicio, ed abbastanza innervosito dalla piega che avevano preso gli eventi.
    Doveva essere una battuta di caccia da concludersi velocemente per intascare due soldi, non una prova di sopravvivenza.
    Quando giunsero a riva, diede una mano ad assicurare ciò che restava dell’imbarcazione alla piccola spiaggia, poi ascoltò le parole di Ossido – doveva essere intenzionato a riparare il loro mezzo – e portò lo sguardo avanti, oltre le chiome degli alberi che andavano a comporre una fitta ed umida giungla non troppo distante.

    Non era una bella sensazione, quella che stava provando.
    Sembrava di trovarsi in una di quelle storie nelle quali, improvvisamente, dalla giungla sbucano gli aborigeni seminudi, pronti a legarti ad un palo ed arrostirti in un calderone a misura d’uomo.
    Le parole del biondo confermarono i suoi sospetti, sebbene non avesse udito nessun suono sinistro provenire dalla boscaglia.
    E d’altronde, non era affar suo. Non del tutto, perlomeno.

    Non azzardatevi a muovere un solo passo.
    Qualunque cosa ci sia laggiù, ammesso che il ragazzo dica la verità, è meglio scoprirla tutti insieme.

    Fermo, deciso.
    Li guardò uno ad uno, come ad attendere un cenno d’assenso che non arrivò. Ma avevano per forza afferrato il concetto, volle augurarsi.

    Dico bene?
    Sì, che domande.

     
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    Il capitano della spedizione smise di occuparsi del motore della barca. Aveva dato le spalle ai due per non più di una decina di minuti - si era particolarmente affrettato quando erano cominciati gli allarmismi. Si voltò verso i mercenari: nelle mani, coperte da due bizzarri guanti metallici, d'acciaio (o grigiume simile) interrotto da rifiniture bronzee e diversi accessori dei quali solo il proprietario conosceva l'effettiva utilità. Dentro uno dei palmi così coperti, stava l'ingombrante corpo di un ciondolo che, fino ad allora, Ossido aveva tenuto ben celato sotto la camicia: ingombrante, con quel che sembrava uno schermo su di esso. Lo fissò per un istante, prima di sorridere e portare gli occhi verso il biondo.
    "Un urlo", commentò, "certo. Per il momento possiamo procedere con moderata cautela, ho idea. Avanziamo verso la boscaglia: andate avanti voi, nell'ordine che meglio credete. Tenete qualsiasi occhio a vostra disposizione in allerta."
    Dopodiché mosse i primi passi verso la direzione indicata dal mercenario, attendendo di venir superato dai due.

     
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  5. Ra¡n
     
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    Così, il capospedizione aveva espresso uno dei suoi primi ordini.
    Non v'era motivo di disubbidire ad un superiore - soprattutto se a pagarti, alla fine, è proprio quest'ultimo.
    Attese che qualcuno dei mercenari sopravvissuti alla distruzione della barca iniziasse a muoversi.
    Quando fosse stato superato da un numero di persone sufficienti a coprirlo, si sarebbe mosso a sua volta nella direzione indicata.

    Prudenza prima di tutto.

     
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  6. Ja¢k
     
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    Il mio piano sta prendendo forma. I tizi sono rimasti abbastanza incuriositi dalla questione,
    il moretto di prima poi si è messo in mezzo senza manco esser interpellato, esortando tutti a
    maggior cautela, allo scopo di far luce insieme sull'accaduto.
    Cazzate.
    Uomini del genere, neanche tanto lontani dal mio modo di pensare, non conoscono la parola "lavoro cooperativo",
    non sono per nulla affidabili. In qualunque momento non esiteranno ad abbandonarti di fronte al pericolo per
    portare a casa salva la pellaccia, e inoltre ciascuno di costoro viene spinto da intenti del tutto individuali: ricchezze,
    tesori, denaro. E' più o meno ciò che ha spinto me a dare l'allarme, e ad attendere il momento propizio per
    scoprire bene cosa mi abbia chiamato nel bosco, e cosa mi stia aspettando.
    Mandiamo avanti un pò di questi idioti, dico io. A sondare bene il terreno, a venire azzannati da qualche animale
    al posto del sottoscritto. Poi i migliori, tra cui ovviamente sempre me medesimo, ne raccoglieranno i frutti.
    Questo si che è lavoro di squadra.
    E' per questo che mi apposto più o meno in coda alla fila, a pochi passi dal moretto che è tanto bravo a
    parlare quanto a tagliuzzare pescecani con lo spadone.
    Se proprio sono costretto a dover contare su qualcuno...meglio che sia lui.


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    La foresta ha mille e più modi di giocare con luci ed ombre. Le getta addosso ai viandanti, fa intravedere forme sgattaiolare rapide in tane inesistenti, mentre il vento trova divertente il fruscio che confonde i rumori ed annuncia false presenza.
    Muovendo passi accorti nei piccoli viottoli che animali, o altre persone, avevano in passato già scelto come passo, Ossido continuava, nelle retrovie, ad osservare l'ingombrante pendaglio. L'essere un luogo inadatto al tipo di combattimento prediletto dai cacciatori ed al contempo risultare perfetto per i padroni di casa, rendeva nervoso il passo.
    "Fermi", un filo di voce dal capo della spedizione, "il radar mi segnala un gruppo non molto distante da noi e… ma che diavolo?!"
    Il tecnocrate toccò due o tre volte il monitor del ciondolo: l'immagine che stava visualizzando fino ad un momento prima era svanita. Grugnì qualcosa, badando a non fare troppo rumore, ma alla fine dovette rassegnarsi all'idea di un guasto.
    "Qualcuno di voi riesce ad individuarli? Se è un'imboscata, meglio non finirci dentro. Da quel che ho visto dovrebbero essere a circa due dozzine di metri di distanza, a dritta. Io resto qui, pronto a fucilarli."
    Mandato l'ordine, Ossido prese in mano un fucile dagli apparati molto moderni, ma con una serie di rifiniture a renderlo simile ad un archibugio antico. Si acquattò dietro al tronco di un albero, pronto a far fuoco.



    Off Game

    Allora, Rain:
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    tu individui, con una certa difficoltà data la distanza, un gruppo di quattro esseri, disposti su due linee (a formare una specie di quadrato) ad una distanza l'uno dall'altro di circa 5 metri. Sembrano appostati per circondare descritto di seguito.

    Il terreno è pianeggiante, ed il sentiero sembra condurre, dopo - ad occhio - una ventina di passi, ad un "antro": probabilemente era stato usato come accampamento temporaneo da qualcuno o qualcosa, fatto sta che resta piuttosto pulito da erbacce e arbusti. Sia in lunghezza che in larghezza sembra esteso per cinque, forse sei metri. Tutto intorno ancora alberi e, confuso tra gli alberi che circondano lo spiazzo, notate il proseguo del sentiero, a nord.
     
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  8. Ra¡n
     
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    Oh, ma certo. Giusto l'imboscata ci mancava!
    Sospirò rassegnato, mantenendo la sguardo fisso avanti a sè: stando a quanto diceva Ossido, quei probabili assalitori si trovavano a meno di trenta metri di distanza.
    Rain, ben conscio dei propri limiti, potè dirsi fortunato; si fermò, chiudendo gli occhi e concentrandosi fortemente.
    Ai tempi dell'accademia, del Nen aveva imparato solo i rudimenti, concentrando i propri sforzi nello sviluppo del principio detto Gyo - o En, non ricordava bene.
    Tuttavia, un costante esercizio gli aveva permesso, nel corso degli anni, di espandere l'area delle proprie percezioni fino ad una considerevole distanza.
    Con gli occhi chiusi e la mente aperta, riuscì a visualizzare una doppia fila di quattro persone, disposte a due a due lungo i lati del sentiero che già gli altri uomini potevano intravedere.
    Fermi tutti, è un'imboscata. Ci attaccheranno dai lati del sentiero che scende a valle. Sono in quattro.
    Riaprì gli occhi, sistemando l'alto colletto del cappotto.
    Non sanno che li abbiamo visti, possiamo sfruttare il fattore sorpresa e... ma non c'è bisogno che lo dica, immagino.
    Forza!



    SPOILER (click to view)
    Sfruttato il Gyo per individuare gli avversari. Rain è ora in attesa che il gruppo si muova. Fornirà ulteriori informazioni mano a mano che ci avvicineremo, se ci avvicineremo.
     
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  9. Ja¢k
     
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    Procediamo nella radura a passo svelto, deciso. Come un piccolo esercito mercenario.
    O almeno, ciò che resta del piccolo esercito.
    La spedizione avanza nella strada boschiva un po meno sicura e un pò meno spavalda di come era salita
    sulla nave quella stessa mattina. I sopravissuti hanno smesso di ridere, di scherzare, di comportarsi da idioti.
    Proseguono in file quasi ordinate, in silenzio. Che questo sia una sorta di commiato, un estremo saluto tributato
    ai recenti morti? No, probabilmente no. E' solo che se la stanno facendo sotto. Tutti, tutti quanti.
    Io invece no. Il moretto neanche, forse. Forse neppure il tipo che si chiama Ossido. Hanno un'aria
    diversa, emanano un'energia del tutto trascendente da quella degli altri pezzenti.
    E' per questo che quando Ossido da l'allarme e va a nascondersi dietro un albero, se qualcuno ha paura, e
    qualche altro è terrorizzato, e qualcun altro ancora non vede l'ora di menar le mani, noi no.
    Io e il tipo che mi sta di fianco rimaniamo calmi, tranquilli. Come se da un momento all'altro non ci possano
    piombare addosso una mandria di Goatclan. Come se questo fosse uno di quei giochi a nascondino da poppanti.
    Il tipo chiude gli occhi, si rilassa. io invece incastro ben bene Isabel alla mancina, mentre con la destra afferro
    qualcosa d'altro. Le dita affondano in tasca e stringono qualcosa di piccolo, di luccicante, di forma sferica.
    Non più grande di un occhio umano.
    Una bomba accecante.
    Il moretto dice che sono solo quattro, che ci aspettano disposti ai lati dello spiazzo che ci sta di fronte,
    a non più di una ventina di passi. Non ho la minima idea di come abbia fatto, ma di certo non ha l'aria di
    uno che butta giù simili cazzate in un momento del genere.
    Dice che sappiamo tutti cosa fare, adesso.
    "Se sono solo quattro.."
    Mi rivolgo a lui, e lancio anche un occhiata ad Ossido, appostato dietro l'albero.
    Tra l'indice ed il pollice mantengo la piccola biglia biancastra, alzandola all'altezza del volto.
    "..questa dovrebbe bastare ad accecarli il tempo giusto da permetterci di farli tutti a pezzi."
    Lo dico con tono pacato, ai limiti del tedio. E sfruttare la forza altrui con il proprio ingegno potrebbe esser buona cosa.
    La trappola dentro la trappola.
    Poi mi volto verso il capo, Ossido.
    "Sempre se non hai un piano migliore, capo."
    E sorrido, affabile.
    In fondo, anche noi siamo in trappola.
    Ed è ora di farla scattare.



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    Note: cito l'oggetto "bomba accecante", che ho mostrato alla spedizione :geez:
    CITAZIONE
    Bomba accecante ~ Monouso. In quantità singola per duello/quest. La forma di una biglia bianca del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo
    [1 punto]


     
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    "Benissimo", sussurrò Ossido, constatando che almeno i due elementi rimasti sapevano improvvisare in una situazione del genere, "come già detto, vi coprirò le spalle: coordinatevi tra di voi e non bisticciate, mentre proseguite."

    Le foglie sembrarono muoversi, come in preda ad un improvviso spasmo. Che la foresta avesse udito le parole degli invasori? Qualunque cosa fosse successa, tutto era tornato alla calma sovrannaturale dell'isola. Davanti ai viaggiatori il sentiero li separava ancora diversi metri dallo spiazzo dove, ormai era deciso, sarebbe avvenuta la battaglia.



    Off Game

    Rain: non ti sembra ancora di avvertire alcun cambio di posizione dei tuoi nemici.
    Sta a voi due decidere chi agirà per primo e come: l'ordine di post che stabilirete in questo modo resterà poi fisso fino alla fine della battaglia. Discutetene pure nel topic principale.
    Nello spoiler un semplice schema della zona:
    SPOILER (click to view)
    LEGENDA:
    O: Ossido
    R, J: Rain, Jack
    P: Presenze percepite da Rain.
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  11. Ra¡n
     
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    Allora...
    Sospirò, iniziando a spostarsi verso il lato sinistro del sentiero, con l'intenzione di addentrarsi in quella parte di boscaglia.
    Ai due che stanno qui a sinistra ci penso io.
    E, con quelle parole che avevano il gusto della promessa, sparì tra le fronde degli alberi che adornavano il lato sinistro del sentiero.
    Nella sua testa, il piano era già delineato. E anche piuttosto banale, se vogliamo essere fiscali.
    C'era sicuramente il rischio concreto di appiccare un incendio nella zona boschiva, ma non era una faccenda che lo preoccupava più del dovuto.
    Nascondendosi tra le fronde, e cercando di fare meno rumore possibile, cambiò strategia: meglio eliminarli in silenzio ed evitare che i compagni sapessero più del dovuto, riguardo ai suoi poteri; non erano cose di cui amava vantarsi.
    Così, quando ritenne di essere giunto abbastanza vicino da poter prendere due piccioni con una fava, ordinò alla trama oscura di condensarsi nel punto di massima distanza che la tecnica gli permetteva, così che i sei tentacoli emersi dalle tenebre potessero protendersi verso il collo degli sventurati, per strangolarli fino alla morte; e - se ciò non fosse bastato - Rain non avrebbe esitato a gettarsi contro di loro in corpo a corpo, per ucciderli o attirarli nello spiazzo aperto, dove i compagni gli avrebbero dato man forte.


    SPOILER (click to view)
    Merciless Nightmare
    I tentacoli creati dal buio hanno gli stessi utilizzi delle rispettive controparti reali nel mondo animale, ma differiscono molto da esse, sia nell'aspetto che nella potenza. Neri, robusti e artigliati, lunghezza media cinque metri, fuoriescono a piacimento da suolo, oggetti, pareti, soffitto, controllati unicamente dalla mente del forgiatore. Grazie alla loro forma possono graffiare anche al più piccolo contatto, ma il loro compito principale consiste nell'immobilizzare e stritolare le vittime che capitano nel loro raggio d'estensione. Sono abbastanza forti da essere tranquillamente in grado si sollevare un uomo adulto e trascinarlo in qualunque direzione, possono -ad esempio- scagliarlo in aria e colpirlo ripetute volte. Due tentacoli possono inoltre fuoriuscire dalle proprie mani, trasformandosi in rudimentali fruste: malleabili e flessibili quanto il pensiero, sembrano vibrare di piacere ogni volta che le loro spire si immergono nel sangue.
    ¬ Consumo Medio

    Fuoriescono 6 tentacoli che attaccano i nemici in gruppi di tre, puntando a serrarsi attorno al loro collo.
    E mi scuso per il ritardo, tanto che ci sono.
     
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  12. Ja¢k
     
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    Dice che ci penserà lui.
    Non gli rispondo. Ormai la mia testa risponde solo all'adrenalinico stimolo di far fuori i mostri che vogliono intrappolarci.
    Avanzo seguito da un pugno di uomini verso il lato destro della foresta. Isabel in pugno, manda
    ritmici segnali di morte a venire. La maschera bianca adagiata sul viso proteggerà la mia persona da qualunque
    minaccia di profanazione della propria incontrastata bellezza.
    Avanzo e mi fermo solo di fronte al lato destro della foresta. Silenzio. Stasi granitica, quasi assordante. Decido di romperla.
    "EHI, VOI! Perchè invece di nascondervi come patetici pezzenti non venite fuori a giocare un po' con noi?"
    Questo lo urlo in direzione della selva silenziosa.
    Contemporaneamente ripasso nella testa quel che farò non appena si faranno vedere i nostri amichetti.
    Avvertire a bassa voce i miei "compagni" di chiudere gli occhi e ovviamente farlo io stesso. Lanciare
    la biglia bianca che stringo in pugno per terra, accecando le belve che quasi certamente si faranno vedere
    presto. caricare contro tutte, una dopo l'altra e una dopo l'altra farle fuori con un singolo colpo alla gola e un
    affondo al cuore con Isabel quasi contemporaneo, potente preciso letale e sopratutto rapido.
    E poi tornare a casa.
    Subito.




    SPOILER (click to view)

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    Kill'em All Bonus Energia +10%, bonus Resistenza +50%

    Note: Azione preparata. Appena i nemici si fanno vedere, SE si fanno vedere, faccio tutto ciò che ho descritto nel post. Uso la bomba accecante e attacco con lo Scarlet Assault a consumo Alto. Otto colpi, quattro nemici, due attacchi per ciascuno. da ricordare il bonus del 50% alla velocità °-°

    CITAZIONE
    Bomba accecante ~ Monouso. In quantità singola per duello/quest. La forma di una biglia bianca del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo

    CITAZIONE
    Scarlet Assault ~ Vega ha appreso che ogni muscolo, dal più microscopico fino a quelli macroscopici, è di una importanza estrema per il raggiungimento di un esito positivo.Ha appreso che non è la forza bruta a render temibileuna combinazione di attacchi, efficace una parata o fruttuosa una azione di disarmo, bensì l'attenzione impiegata per effettuare una simile azione. Vega è conscio che la precisione miscelata ad una certa rapidità e forza dei gesti nella loro fluida combinazione sono un basilare elemento di supporto a sua disposizione e così fa di esse la sua colonna portante.
    In termini di gioco Vega rende la sua prossima combinazione di colpi offensivi decisamente precisa, rapida e potente in proporzione all'energia che imprime nei suoi movimenti. in termini GdR, con un dispendio Basso sarà in grado di portare a termine una combo di quattro colpi, con un costo Medio una di sei, con un costo Alto una di otto ed infine con uno Critico una di dieci. Gli attacchi non devono necessariamente essere attuati utilizzando Isabel.


     
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    Cado spesso un poco dalle nuvole.

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    In Game

    La perfezione mancò all'appello. Fu distratta quando ormai era quasi arrivata.
    Due delle bestie, sul lato sinistro rispetto ai cacciatori, furono con successo catturate ed annaspavano in cerca di un'aria che gli era stata negata dal buio. Le altre brancolavano in una cecità temporanea, che le sarebbe probabilmente costata caro - considerati gli artigli che stavano schizzando verso di loro, intrisi d'energia, ed il fucile di Ossido che avrebbe potuto rimediare ad un colpo di striscio.
    Al senso sovrannaturale di Rain giunse una nuova presenza. Dopo qualche istante divenne visibile a tutti, seduta a gambe incrociate sull'ammasso di rocce, evidentemente schermata fino a quel momento da un qualche arcano: un Goatclan visibilmente di età avanzata. Agitò per due volte in aria il suo bastone, mentre i suoi fratelli più giovani cadevano uno dopo l'altro, abbattuti dai cacciatori scampati all'imboscata.
    Le rocce presero a muoversi: la più grande, dove la bestia era adagiata, si sollevò fino ai tre metri di altezza, mentre una decina di altri frammenti più grandi - circa la metà di un comune essere umano - ed un'infinità di sassolini gli roteavano d'intorno.
    L'ultimo avversario, forte dell'incanto naturale che aveva richiamato a proteggerlo, sembrò richiamare un nuovo potere, preannunciato da parole grezze, dal significato indecifrabile. Un forte vento cominciò a spirare da ogni lato e tentava di spingere via con vigore i tre cacciatori.



    Off Game

    La magia che ha creato la barriera di rocce che gravita attorno al Goatclan volante è da considerarsi di livello alto, mentre l'incanto di elemento vento che tenta di spingervi via con violenza è approssimabile ad un medio.
     
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    Sono brutti a vedersi, questi Goatclan.
    Ne avevo sentito parlare prima. A Undarm descrivevano i Goatclan come uomini-capra puzzolenti in una
    maniera assurda. Su di loro girano leggende strane, tipo che riescono a produrre alchemicamente delle
    droghe mescaline in grado di renderli più forti di quanto già non siano. Dicono anche che le loro lunghe
    corna, curve come quelle di un caprone e avoree come quelle di un elefante, siano tra gli elementi
    più ricercati e preziosi di quell’orrenda e inospitale isola che è Berjaska. L’unico problema riguardo quelle
    stramaledette corna, dicono, è procurarsele. Strappare le corna ad un Goatclan è possibile farlo solo se
    quest’ultimo è morto. E se la logica non è un’opinione per vedere un Goatclan morto tu devi essere vivo.
    Il sillogismo vuole quindi che tu sopravviva ad uno scontro diretto con un Goatclan, che lo uccida, che prenda un
    bel coltellaccio da macellaio e gli cavi quelle corna alla base, iniziando a scuoiare la carne da poco sopra gli orecchi.
    Ma adesso che li vedo, questi uomini-capra, queste creature mitiche e antiche, questi esseri fantastici,
    irreali. Adesso che li vedo comprendo il perché di una spedizione così numerosa.
    Sono alti quanto un uomo e mezzo. Sono grossi quanto un armadio. Sono muscolosi come può esserlo
    solo uno appena arrivato al primo posto in una competizione di culturismo. Vedere questi cosoni
    bianchi e pelosi che si stropicciano gli occhietti rossi con le mani a seguito della bomba accecante mi lascia
    un po’, solo un po’ spiazzato. Il loro aspetto dovrebbe incutere timore, eppure al contempo ha qualcosa
    di molto ironico. Non resta altro, mi dico, di renderlo black humor.
    Carico contro i due prima che gli allocchi alle mie spalle possano mettere mani alle armi. Arrivo di fronte
    al primo, alto quanto un me stesso e mezzo. Gli arrivo poco sotto le spalle. E’ un mostro di muscoli,
    un capolavoro di tonicità. Quasi rimango ammirato da una manifestazione così selvaggia
    e così naturale di forza. Ma non è né il tempo né il luogo adatto per elogi vuoti. Il lavoro prima di tutto.
    Genufletto le gambe e subito mi slancio verso l’alto. Salto sul posto, braccio sinistro caricato dietro
    come una mazza, Isabel che attende famelica il suo prossimo orgiastico bagno di sangue. E la accontento.
    I tre rostri d’acciaio compiono una parabola semicircolare ascendente, trovando il suo culmine alla
    base esatta del grande e grosso collo bianco del Goatclan. L’acciaio passa. L’acciaio trapassa.
    Demolisce tessuti, mozza di netto un’arteria, lacera il collo laddove suppongo si trovi la giugulare.
    In tre punti paralleli. Sangue spruzza verso la mia maschera, come un geyser scarlatto proveniente
    da uno dei tre punti, segno che ho colpito con metodica precisione un’arteria. Pura fortuna, penso,
    o sfortuna per lui, data la mia scarsa conoscenza anatomica in materia di mostri.
    Il Goatclan si porta le mani nodose al collo, come nell’atto di rimettere a posto tutto, di riarginare la ferita
    in modi obsoleti. Crolla in ginocchio nell’esatto istante in cui il mio secondo colpo arriva a destinazione.
    Montante al corpo, pietoso nonché triplice affondo delle lame nel petto del Goatclan.
    Avverto un incrinatura della gabbia toracica, l’acciaio trapassa vertebre e tessuti per giungere
    al cuore, al plesso solare, al polmone sinistro del mostro.
    Il Goatclan inginocchiato emette un singulto. Sorrido, dietro la maschera, sorrido cinicamente.
    Poi rigiro Isabel nella sua carne, rotazione di novanta gradi a destra. Il Goatclan urlerebbe, se potesse
    farlo. Emette solo un rantolo sanguinoso, mentre estraggo con uno strattone Isabel da un corpo
    già senza vita e senza troppi complimenti mi dirigo verso il secondo degli uomini-capra.
    E mi fermo sul posto, sorpreso.
    Il viso del secondo Goatclan è una maschera di sangue; metà della faccia destra pare quasi essergli esplosa.
    Urla di dolore, si piega in avanti, emette versi onomatopeici. Mi volto a sinistra e vedo la canna del fucile
    di Ossido puntata esattamente in sua direzione. Bel colpo, penso. Toccherà a me finire il lavoro.
    Celere e lesto corro in direzione dell’ultimo Goatclan, o meglio, di quel che resta. Un occhio scomparso
    sotto grumi di carne scavata dal piombo, l’altro occhio accecato dalla mia piccola granata, questo coso qui
    non può esser altro che una schifosa carcassa mostruosa che cammina e urla ancora per poco.
    "BEEEEEH! BEEEH!"
    Belo mentre rido. Rido mentre belo. Ultima tragica ed ironica canzonatura nei riguardi del povero Goatclan,
    il quale sembra non curarsene, preso com‘è nel suo dolore.
    "Adesso cesserà." Gli sussurro, vicino. "Presto finirà tutto, bello."
    Alzo il ginocchio destro al petto, corpo mio diritto innanzi al Goatclan piegato su se stesso, mani a
    coppa sul volto che non è più un volto. Spingo di reni in avanti, calcio frontale, di pianta.
    Lo stivale va a colpire la rotula sinistra del Goatclan. Il ginocchio si piega nel modo sbagliato. Il Goatclan
    si torce su se stesso, crolla rovinosamente sul terreno.
    "Ciaociao."
    Piego il busto in basso mentre saluto agitando lievemente la mancina ove l’acciaio di Isabel tentenna
    leggermente. Poi è un affondo alla gola, cuspidi del rostro triadico che trapassano la spina dorsale,
    penetrano nel terreno erboso. Quando mi rialzo in piedi penso, spero che tutto questo lavoraccio sia finito.
    Uno stillicidio cremisi continua imperterrito a cadere dalla mancina senza che me ne importi poi qualcosa.
    E’ un urlo alla mia sinistra mi fa trasalire. Un altro di quei Goatclan..No, non un altro, non UN Goatclan,
    piuttosto IL Goatclan. Il capobranco. Il boss. Il paparino. Come volete chiamarlo.
    Se gli altri erano grandi e grossi questo è un colosso mastodontico, situato all’epicentro di una
    barriera di pietre fluttuanti. Gli altri incutevano timore, magari facevano persino paura.
    Questo sembra l’incarnazione stessa del terrore.
    Parla, confabula tra sé e sé il CapoGoatclan. Invoca qualcuno, qualcosa.
    Stringo Isabel nel pugno sinistro,
    cammino imperterrito in sua direzione, pronto a riservargli lo stesso servizio dato ai suoi amichetti.
    E nulla che si avvicina all’esitazione o all’incertezza vela il mio spirito. So cosa devo fare, e so come va fatto.
    Quel che faccio da una vita, in fondo. E si alza una barriera, un muro invisibile che mi ferma, mi spinge
    indietro. Una valanga d’aria gelida che mi investe come decine di migliaia di coltelli frontali.
    Vento.
    Un vento di quelli violenti, di quelli bastardi. Un vento che mi ci giocherei la testa che è magico. Non si
    alza mai un vento così all’improvviso, mai. Ad ogni modo l’importante è resistere alla bufera, no?
    E’ per questo che mentre vedo altri membri dell’equipaggio venire sbalzati indietro, ruzzolare
    sulla schiena, finire contro qualche albero, io resto fermo.
    Come sulla nave, sotto il colpo idrico di quel grosso Zull’Qroth.
    Fermo, immobile, statuario. Un fottuto Vega in cemento armato. Molto, armato.
    Tecnica del Tekkai-Go. Baule di ferro.
    Il vento passa semplicemente oltre, soffio impotente contro un ostacolo troppo forte.
    Rilascio il Tekkai solo quando il vento smette di soffiare.
    "Bene." Sussurro, senza nemmeno voltarmi a vedere se dietro di me qualcuno è ancora in piedi
    o ha orecchie per udirmi. "Vediamo di finirla qui e adesso."
    La mancina non pulsa, vibra. Onde concentriche di energia, di Ki fluiscono nell’arto superiore sinistro,
    passano attraverso i nervi, si accumulano all’interno della mano. Il cuore accelera il battito, il capo
    madido di sudore gelido, la furia omicida diviene il fulcro di questo potere disumano.
    Carico il braccio sinistro indietro. Non è il braccio a fendere l’aria, è l’aria stessa ad allontanarsi dal
    braccio, dalla mano, da Isabel. Ha pausa persino l’aria, penso.
    E per quella che giurò oggi sarà l’ultima volta, sorrido.
    "WAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH!"
    Mi concedo un urlo liberatorio mentre il braccio effettua un colpo diagonale discendente
    verso il vuoto. Mi permetto di riprendere fiato mentre l’enorme meta-agglomerato energetico
    abbandona Isabel per lanciarsi contro il CapoGoatclan.
    Un triadico rostro volante, un fendente aereo visibile come una grossa, macchè grossa, una enorme
    distorsione d’aria a forma di triplice artiglio. Schizza a velocità inumana contro il petto rigonfio del
    CapoGoatclan. Non a lacerare, non a devastare, non a demolire. E’ potente, si tratta di un concentrato
    energetico troppo letale per fermarsi a distruggere il primo ostacoo che incontra.
    Il colpo, per come lo vedo io, si limiterà a passare attraverso il corpo del mostro. A trapassarlo come se
    fosse burro, a penetrare nel petto fuoriuscendo dalla schiena prima che il gigante caprone se ne possa
    rendere conto. Come se fosse investito da una brezza leggera.
    Una brezza autunnale.



    SPOILER (click to view)

    image

    Energia residua: 65% -10% -40% = 15%
    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Irato

    Passive in uso

    Scarlet Terror Bonus Velocità +50%
    Kill'em All Bonus Energia +10%, bonus Resistenza +50%


    CITAZIONE
    Tekkai ~ Se nel mondo animale la tanatosi si limita ad essere un irrigidimento totale del corpo in seguito ad una situazione di pericolo o come semplice reazione da contatto, o ad un comportamento d'attacco, il corpo di Vega dopo numerosissimi allenamenti riesce a portare agli estremi limiti questa pratica difensiva. Grazie a questa il corpo dell'assassino si irrigidisce completamente divenendo resistente come il ferro. Egli si concentra e, rimanendo immobile, usa il Tekkai su una determinata porzione del proprio corpo, la quale diviene una sorta di scudo volto a proteggerlo da avversità esterne. Vega può arbitrariamente decidere quanta resistenza imprimere nel suo corpo, che può quindi divenire più o meno resistente del ferro stesso. Ovviamente un consumo energetico basso potrà difendere solo da attacchi di livello basso, un consumo medio da attacchi medi, ecc.
    In questo modo Vega può evitare danni da:
    . Attacco di lame, o oggetti taglienti .
    . Attacco da impatto (pugni, calci, bastonate)
    . Attacchi da proiettili.
    Variabile Medio

    Scarlet Claw ~ Vega ha approfondito l'apprendimento di un metodo di assassinio che alla lunga lo ha reso tutt'uno con la sua arma prediletta, Isabel, conseguendo da questa simbiosi una combinazione distruttiva contro cui ben pochi nemici possono sperare di ergersi.
    In questo caso Vega imprime energia nella sua mano sinistra. Un movimento, un unico e secco movimento della stessa in direzione del nemico e dalle tre lame della Isabel si verrà a creare un fendente aereo fatto di pura energia falciante. Un fendente visibile all'avversario come una specie di perturbazione aerea, un riverbero energetico triadico tanto veloce quanto letale. I danni e la velocità del fendente saranno direttamente proporzionali all'energia impressa da Vega nella mancina.
    [Variabile - Critico]

    Note: Bonus Resistenza + 50% per il Tekkai, bonus Velocità + 50% per la Scarlet Claw

     
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  15. Ra¡n
     
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    Avvertite le ossa degli assalitori venire strette e frantumate dalle spire dei tentacoli, il loro evocatore li lasciò svanire nel buio, così come erano apparsi.
    Fu più o meno in quell'istante che una nuova e più intensa percezione lo indusse a sollevare il capo, costringendolo a gettarsi di corsa fuori dai cespugli per meglio osservare ciò che aveva già indovinato: il bersaglio della loro sfortunata caccia, vecchio e fiero, li osservava dall'alto di un cumulo di rocce, quasi volesse dimostrarsi pronto a concludere degnamente la propria lunga esistenza... digressioni che tuttavia a Rain non importavano.
    Nemmeno c'era tempo, a dire il vero; non appena l'En lo informò che energie magiche stavano iniziando a spirare attorno a loro e verso di loro, seppe che cosa fare.
    La spada, ora rinfoderata, gli permise di muovere le mani senza impedimenti, consentendogli di concentrare una discreta quantità di energia nei palmi delle stesse; quando li scagliò velocemente avanti, come a voler dare una schiaffo frontale all'aria, a partire dal suo corpo si generò un vento contrario di colore scuro: un'onda d'urto, che oppose alla forza del vento magico nemico una forza uguale e opposta, aprendogli quello che era letteralmente... un corridoio.
    Una via verso l'obiettivo, da percorrere alla massima velocità possibile, busto piegato e spada a filo del terreno, fianco a fianco con il compagno biondo e urlante.
    Lui, dal canto suo, stava zitto perchè detestava le cose inutili.
    Rallentò un poco la corsa, così da non ostacolare l'uomo con la maschera, e saltò soltanto quando l'altro ebbe terminato l'attacco; che la barriera di rocce si fosse rotta, o il Goatclan fosse già morto, non importava.
    Si limitò ad impugnare la spada con entrambe le mani, sferrando sei affondi micidiali e rapidissimi, mirando alla gola con il primo terzetto, e all'addome con l'ultimo.



    SPOILER (click to view)
    Energia: 80%
    Fisico: Ottimale.

    Lacrima di Tenebra
    L'energia negativa della trama oscura può essere condensata parzialmente o totalmente nelle mani. Divengono nere come la pece, percorse incessamente da lampi di energia violacea, crepitante e maligna. Lo scopo di tale accumulo energetico diviene palese al momento del suo rilascio, quando un'onda d'urto viene letteralmente sparata in orizzontale: inghiotte, distrugge, spazza via qualunque oggetto o attacco di natura fisica e solida che ha la sfortuna di incontrarsi con il muro semovente. La bordata di energia si propaga per 5 metri dissolvendosi al termine della sua corsa, quando ormai non v'è più motivo per la sua esistenza.
    Le dimensioni e la potenza dell'onda sono subordinate alla quantità di energie profuse nella sua creazione.
    ¬ Consumo Variabile -> Medio

    Six Realms
    Pianta saldamente i piedi a terra, impugna la spada con una sola mano e ne indirizza la punta verso l'avversario, mirando preferibilmente agli organi vitali, qualora ve ne siano.
    La tenebra avvolge poi la lama nella sua interezza, tramutandola a tutti gli effetti in un crogiuolo di morte; forte di questa letale alchimia tra metallo ed elemento corrotto, l'arma inizia a crepitare di energia pronta ad esser liberata.
    I sei colpi immediatamente conseguenti sono quanto di più rapido e letale si possa immaginare.
    ¬ Consumo Medio

     
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30 replies since 26/3/2010, 19:38   651 views
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