La Sentenza dell'Autarca del Dio della Legge

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    ~Il presente post contiene rivistazioni
    storiche tramite la tecnica del "what if".
    Ciò che scrivo in queste righe può essere
    volutamente non-corretto o distorto dai
    fatti accaduti realmente nell'agosto del '98.

    E' il 17 agosto del 1998. Solo due giorni prima assieme, ad altri diciassette compatrioti, sei riuscito a contribuire al più sanguinoso attentato della storia, con ventinove morti nel centro di Omagh grazie ad un'autobomba. Ricordi distintamente i fatti delle trentaquattro e convulse ore precedenti, in cui non hai quasi potuto dormire per le necessità dei continui spostamenti in varie auto fino all'attuale rifugio dove ti trovi in questo momento, uno squallido monolocale nell'Irlanda del Nord ancora sotto il tallone dei Britannici. Ma quelle ore non sono state soltanto ore di paura e di fughe, sono state anche ore di successi, di orgogliose rivendicazioni. Avete assistito all'incredulità del mondo, avete dimostrato a tutti che anche se siete in pochi, sotto la guida di Liam Campbell potete ancora ribaltare quell'assurdo processo di pace che nega tutto ciò per cui avete lottato per tanti anni e per cui molti dei tuoi compatrioti sono finiti nei carceri Britannici.
    Eppure sei inquieto. La situazione in cui ti ritrovi ne è conferma: nonostante la stanchezza eccessiva accumulata nelle ultime ore, hai faticato enormemente a prender sonno e tutt'ora non riesci a capire se stai dormendo o meno. Fin da piccolo hai avuto sempre lievi problemi a dormire, ma che non hanno mai causato problemi che vanno oltre un po' di stanchezza e larghe occhiaie nei mesi estivi.

    Il problema, per te, sono i pensieri. Non riesci a smettere di pensare, le immagini dei volti dei tuoi compagni si susseguono nella tua mente, assieme a qualcos'altro che anni prima avevi cacciato a forza dalla tua coscienza e che invece adesso ritrovi, come un antico nemico ricomparso all'improvviso... sono i dubbi. Ciò che speravi di aver per sempre obliato nel nome di una causa più grande ed in cui tieni. Assumono il volto di Ghraham McDouglas, che al momento del boato aveva stretto i pugni e aveva urlato di un misto di rabbia, gioia, furore animale. Assumono la voce di Paul Abnett, che durante i brevi festeggiamenti si era scatenato come se fossimo ad una festa di sciocchi adolescenti, urlando "siamo terroristi" come se fosse un hooligans ad un qualche stadio che dichiara la sua fede per il Liverpool o per il Manchester. Infine, non per ultimo, i tuoi dubbi assumono l'aspetto delle immagini della televisione, dove ventinove corpi straziati sono stati condotti via dal luogo dell'attentato. Ma è veramente giusto così?

    Di fronte a te, due occhi rapaci ti scrutano e ti osservano. Ciò che vedi è un'animale di stazza mostruosa, un rapace dal becco nero e adunco che ti osserva come se fosse in grado di strapparti la pelle striscia per striscia e mettere a nudo la tua anima. Non dice alcunché, solo un vago ringhio mentre ti osserva, ma nella tua mente si formano tutta una serie di domande.

    "Chi sei tu, uomo?"
    La voce che senti è la tua voce, ed è come se tu stessi domandando a te stesso.
    "Perché ti tormenti e combatti?"
    Ancora, di nuovo. E' la tua voce a parlare... ti stai autointerrogando in sogno?
    Ed infine, la domanda più terribile di tutte:
    "E' giusto ciò che fai?"

     
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  2. Evan O' Byrne
     
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    Dura lex, sed lex



    “E’ necessario.”

    I pugni stretti lungo i fianchi, il peso che insisteva su una gamba sola.
    Gli occhi chiusi.

    Probabilmente era solo un sogno, un urlo della sua coscienza che aveva preso la forma dei suoi incubi peggiori. Sarebbe finito divorato, come divorate erano ormai le vite di coloro morti nel nome di una giustizia che non conosceva più regole.

    Sullo schermo scuro della cecità imposta scorrevano le immagini monocrome della strage, un cinematografo sbiadito e difettato. Non poteva farle andare via, non ci riusciva e neanche lo voleva. Quelle erano il suo personalissimo
    memento, segregato in un angolo buio e polveroso della sua etica fatta a pezzi.

    “Ho smesso di essere un uomo tanto tempo fa.”
    Trasse un sospiro lungo, profondo e rassegnato.
    “Ho smesso di esserlo quando ho accettato di zittire la coscienza, quando ho accettato di mangiare e dormire nonostante tutto, sapendo che molti sarebbero morti per mano mia. Ho scelto di ignorare le grida e i pianti di tutti. Persino i miei.”

    Quando aveva visto quello strano animale dal becco adunco ergersi possente innanzi a lui, sovrastandolo, Evan si sentì simile ai tanti uomini e donne che avevano perso la vita in quegli anni di resistenza all’ultimo sangue: piccolo e impotente, in balia di una forza che non poteva controllare.
    E che, presto o tardi, l’avrebbe cancellato.
    Un fremito gli percorse le viscere, e provò la paura di cui molte volte era stato il latore. Ma tanto valeva farsi macellare, affrontarsi una volta per tutte in quel teatrino assurdo che il suo cervello aveva deciso allestire.
    Curioso, molto curioso.


    “Io ho scelto di essere uno strumento.”
    Gli occhi di ghiaccio, ora schiusi, specchiavano un’inaspettata risolutezza mentre osservavano la creatura.
    “Lo strumento della rivoluzione.
    Lo strumento della nostra legge.”
     
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    "Allora, tu hai scelto di essere strumento di morte."
    Nella mente del Prescelto risuona di nuovo quella voce aliena e disumana, grondante disprezzo misto ad una tonalità indescrivibile. Biasimo? Disprezzo? Commiserazione? No. La bestia avanza su zampe possenti, aggira il suo interlocutore senza mai staccare gli occhi rapaci dai suoi. Ogni suo passo corrisponde ad un tonfo sordo ed il graffiare dei suoi artigli. Poi, lentamente, il tuo becco scuro si schiude ed emette uno stridio acuto come il richiamo di un falco.

    "Per imporre le tue idee, tu hai ucciso."
    Non era nulla più di un rimarcare. Non un'accusa, non una supposizione, bensì dei fatti.
    "Per imporre le tue idee, tu ti sei fatto giudice, giuria e boia, decidendo chi era giusto immolare alla tua causa. Anche se questa non era la loro guerra. Anche se erano solo degli innocenti."

    La bestia spalanca ali di falco e si erge in tutta la sua possanza di fronte all'umano che ha di fronte. I suoi occhi dardeggiano fiamme, e di nuovo dal suo becco emerge uno stridere.

    "In qualità di cosa tu togli la vita, umano? Ti ergi forse in qualità di divinità? O hai scopi più grandi? Rispondi!"
    Adesso perfino in quel tono alieno e così difficile da comprendere, una singola nota emotiva è ben chiara. Essa giunge alla mente del giovane come un ruggito possente. E' ferocia, un'aggressività che non ha pari in nessun'altra creatura, se non nell'uomo.
    E' giunto il momento di porre fine a quell'interrogatorio. Mettere a nudo la propria anima, e decidere con la propria forza di volontà se le proprie motivazioni sono degne o puro egoismo. Da questo, dipenderà la via da intraprendere, se la dannazione o... una sentenza.

     
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  4. Evan O' Byrne
     
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    CITAZIONE (Yom¡ @ 28/3/2010, 02:04)
    "Allora, tu hai scelto di essere strumento di morte."

    La veridicità di quell’asserzione lo colpì con la violenza di un pugno nei denti.
    Poi, di nuovo quella voce che lo scuoteva dall’interno, con veemenza, percuotendolo con il suo sprezzo come la tempesta fa con un fuscello.
    E mentre la creatura lo aggirava, facendolo sentire come una bestia in trappola, quegli occhi predatori lo gettavano nel fango della miseria, ghermendolo nella vergogna.
    Non chiuse gli occhi.


    CITAZIONE (Yom¡ @ 28/3/2010, 02:04)
    "Per imporre le tue idee, tu hai ucciso."
    "Per imporre le tue idee, tu ti sei fatto giudice, giuria e boia, decidendo chi era giusto immolare alla tua causa. Anche se questa non era la loro guerra. Anche se erano solo degli innocenti."

    Era vero.
    Lo stava incalzando con la cruda verità, e le parole lo trafiggevano inchiodandolo alle visioni orribili che gli popolavano la testa.


    CITAZIONE (Yom¡ @ 28/3/2010, 02:04)
    "In qualità di cosa tu togli la vita, umano? Ti ergi forse in qualità di divinità? O hai scopi più grandi? Rispondi!"

    “Il mio scopo è il più grande!”

    Urlò, rispondendo a ferocia con altra ferocia.
    Il fervore si trasformò in violenza, che corse lungo le vene – nel suo sangue – in scariche di adrenalina sempre più impetuose. Il corpo fremeva, teso nello spasmo come una corda di violino, i pugni vibranti erano serrati lungo i fianchi, le unghie affondate nella debole carne di uomo.


    “Non sono diverso dagli altri, perché anche io sono sacrificabile! Che io muoia o viva non fa differenza; ho accettato di morire per qualcosa di più grande di me.

    Riprese il controllo respirando a fondo, e spostò il tiro dello sguardo d’acciaio negli occhi di brace dell’animale.
    Non sapeva cosa fosse e da dove fosse spuntato, ma ormai il suo animo era nudo davanti a lui, violato e frugato in ogni suo intimo recesso.


    “Bisogna pagare qualunque prezzo per tenere alta la nostra bandiera. Abbiamo dovuto farci giustizia da soli nel momento stesso in cui il resto del mondo si è rifiutato. Si sono posti al di sopra di noi, senza alcuna autorità; non sono gli emissari di Dio.”
    La linea orizzontale delle labbra, tesa e rigida, si torse in un sorriso di scherno.
    Chi decide le leggi? Se loro hanno scelto le proprie, allora noi sceglieremo le nostre.
    Saremo giudici, giuria e boia di noi stessi.”


    Lo spregio della creatura si rifletté specularmente negli occhi azzurri del giovane uomo, bruciando di rabbia e orgoglio; piuttosto che lasciarsi accarezzare dall'idea di arrendersi, piuttosto che piegarsi anche una sola volta alla volontà di coloro che agognavano vederli morti - lui, e quelli come lui -, si sarebbe spezzato e ancora e ancora, sino a che non fosse rimasto più niente da rimettere ineieme, più niente da far rialzare.

    «Tiocfaidh ár lá»
    Verrà il nostro giorno.

     
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    La bestia emise uno sfiato, e il suo collo si torse in avanti per un attimo, prima che tornasse alla sua orgogliosa posizione iniziale. Fece sbattere il becco adunco con un potente schiocco, spalancò le ali e poi le richiuse, provocando un violento spostamento d'aria.

    "Ciò che devi domandare a te stesso, umano, è il significato che si cela dietro ad una legge."
    La sua voce tuonò come l'emendamento di un Dio, ma non c'era rabbia o aggressività in essa.
    "Gli dei hanno concesso agli umani la facoltà di stabilire delle leggi per se stessi, millenni or sono. Ma gli umani sono troppo arroganti, e troppo avidi. Gli uomini piegano le leggi in loro favore, e le sfruttano per i loro interessi. Questo è sbagliato! E' un sacrilegio che io non posso accettare!"

    Ed ora, infine, una certezza si fa largo nella mente del Prescelto. Egli comprende: non è un sogno ciò che sta vedendo. Non è parto della sua mente martoriata dal rimorso. Istintivamente, senza che abbia bisogno di prove o istruzioni, egli comprende di essere stato scelto, che il suo fervore è stato premiato con un'opportunità... quella di essere colui che, da solo, può scegliere per se stesso ed in maniera autosufficiente, senza che nessuno possa imporre lui leggi e regole con la forza delle armi.

    E' ben più di un'illuminazione. E' una consapevolezza.

    "Il mio nome è Ghorrgrimridar, e sono signore della mia stirpe. Da millenni sono Re in Cielo e in Terra, e presiedo alle leggi secondo un antico patto. Tuttavia, anche se il dovere mi impone di assisterti in quanto Prescelto del Dio della Legge, l'orgoglio mi vieta di farlo senza prima aver scrutato nel tuo animo. Tu agisci per un bene più grande, e sei al di fuori di arroganza, egoismi ed avidità. Per questo, io ti giudico degno."
    Come se fossero sempre stati lì, decine e decine di belve simili a Ghorrgrimridar gridarono all'unisono al cielo con voci di falchi. Nel breve spazio che separava il grifone dal Prescelto, un lampo di luce dette vita ad un tomo pesante e aperto, nella quale il giovane poteva leggere leggi assolute di divina perfezione, e rispecchiarsi in esse.
    "Ecco, sarai messo alla prova, e i tuoi ideali si scontreranno con i tuoi opposti. Se la tua fede nel tuo ideale non è assoluta, allora perirai, e di te non resterà che polvere. Ma se il tuo scopo è il più grande, allora sarai innalzato a Giudice, Giuria e Boia di ogni sopruso in cielo e in terra. Accetti questo tuo destino?"

     
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  6. Evan O' Byrne
     
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    Era lì.
    Tutto ciò per cui aveva lottato, pianto, vinto e poi perso, era lì, innanzi a lui.
    E lui non doveva far altro che afferrarlo.

    Aveva ascoltato ciò che la creatura gli aveva detto, ma nell’istante dell’epifania del Libro tutti i dubbi che lo martoriavano gli erano sembrati opachi e privi di valore al confronto di tanto chiarore.

    Tese tremante le mani, con le orecchie e gli occhi ancora ricolmi degli stridii acuti e delle sagome opulente di quelle creature regali e terribili.
    Poi, lo sguardo scivolò incredulo – eppure terribilmente consapevole – sulle effigi di pura perfezione e giustizia assoluta plasmate nel tomo, e che aspettavano solo di essere toccate.

    Sebbene non avesse mai sperimentato nulla di simile in vita – e non fosse in grado di dargli un nome, o di costringerlo nella forma povera di un aggettivo -, Evan avvertiva la compiutezza divina di quell’artefatto e l’energia che imbrigliava tra le righe e l’inchiostro secco delle parole, che lo scavavano dentro e scuotevano con la violenza di un terremoto le fondamenta della sua misera razionalità di mortale.

    Rimase senza fiato.

    Vi si conosceva e riconosceva, cogliendo scampoli della sua essenza venire fusi e rimodellati da una Legge Superiore, della quale lui sarebbe stato custode ed esecutore implacabile.
    Sorrise, finalmente consapevole della sua esistenza, mentre le memorie e i rimorsi di ciò che stava per abbandonare si trasformavano in altro, ridisegnandosi nelle geometrie complesse di un mosaico più ampio e denso di significato, e che ora aveva il dolce retrogusto della predestinazione a uno scopo più alto.


    CITAZIONE (Yom¡ @ 28/3/2010, 21:56)
    "Ecco, sarai messo alla prova, e i tuoi ideali si scontreranno con i tuoi opposti. Se la tua fede nel tuo ideale non è assoluta, allora perirai, e di te non resterà che polvere. Ma se il tuo scopo è il più grande, allora sarai innalzato a Giudice, Giuria e Boia di ogni sopruso in cielo e in terra. Accetti questo tuo destino?"

    “lo accetto e lo voglio.”

     
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    "Così sia."
    Ghorrgrimridar si sollevò sulle zampe anteriori e spalancò le enormi ali, lanciando un grido cui i suoi fratelli più piccoli risposero. Adesso il Prescelto poteva chiamarli per nome tutti, conoscerli e riconoscerli anche se pochi istanti prima faticava a distinguerli. Era entrato in empatia con loro, aveva avuto dono della loro forza ed essi gli sarebbero stati fedeli nella battaglia per ideali giusti, fonte di disinteressato fervore e credo in una Legge al di sopra di ogni forza.

    "Noi siamo gli Eternamente Vigili. Fino alla fine dei tempi saremo pronti ad difendere la Vera Legge, e l'Autarca che ne è latore. Ora, con questo libro che è simbolo del tuo nuovo ufficio, vai e misura la forza del tuo animo e delle tue convinzioni. Troverai un alfiere che ti è opposto, un Prescelto da una divinità di valori che disprezza ciò in cui credi. Rappresenta tutto ciò contro cui hai lottato finora e tutto ciò che devi rimuovere per giungere al tuo traguardo. Vai, dunque... e non da solo."

    Un lampo sfolgorante, una luce abbagliante ed infine il risveglio, come se i decenni vissuti finora non fossero altro che una vita vissuta da qualcun altro, e non da se stesso. Eri una cosa piccola, giovane Autarca, ora in questa Camera dei Prescelti Eterni, lotterai per ergerti a qualcosa di assai diverso -e più grande- di ciò che eri. Abbandona dunque ogni cosa della tua vita precedente, e combatti per divenire ciò per cui sei nato.
    Dietro l'Autarca una pesante porta d'acciaio si chiude con fragore. Di fronte a lui un uomo alto e possente, vestito alla maniera degli antichi gladiatori romani e con in mano un vecchio gladio usurato e arrugginito.
    Fra i due una sola verità al di là id ogni ideale: devono combattere.

    Scena conclusa
    Prosegue nella Camera dei Prescelti eterni, nell'Arena Est.

     
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6 replies since 26/3/2010, 21:00   174 views
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