La Benedizione dell'Eletto del Dio della Luce

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    Ti trovi immersa in una pace ultraterrena. Circondata da luce, senti il tuo corpo come se fosse privo di peso, come se tu stessi fluttuando nel nulla immersa in un calor bianco accecante.
    Attorno a te, il nulla, ma non hai paura. Anzi, al contrario è come se questo luogo di pace in cui ti trovi ti sia proprio, quasi ti appartenesse. Dopo un istante di smarrimento iniziale al momento del tuo risveglio, ecco che lentamente ti plachi, come se tu sapessi nel tuo intimo che non c'è niente di cui aver timore e niente di cui preoccuparti. E' una sensazione irrazionale, ma è una convinzione forte, di cui sei certa oltre ogni dubbio.

    « Kyoko? »
    Percepisci una voce dolce, femminile, che ti è estremamente vicina.
    Non ne riconosci la fonte, ma ne riconosci il tono: ti è familiare. In un certo senso è come se fosse la voce di qualcuno che conosci, tanto che ascoltandola ti vengono in mente volti di persone a te note. Sorridi nel tepore di quei ricordi.
    « Kyoko... »
    Ancora quella voce, come pronunciata da labbra schiuse in un sorriso amorevole e delicato di una madre.
    « Sei stata scelta, Kyoko. E' tempo di ricordarti di me... »

     
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  2. -Arcobaleno-
     
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    -DEVA-



    Luce.

    Alfa e Omega del Mondo...Dei Mondi. Ciò da cui tutto discende, a cui tutto fa ritorno, nell'eterno ciclo del Multiverso. Un fluire di Vite che si intrecciano nell'arazzo delle Realtà. Respirare, ma non farlo veramente: tutto è energia, e l'Io non è che fugace percezione dinanzi a ll'Eternità; nessun confine, nè materiale nè mentale...No, i confini sarebbero limitazioni, e quello laggiù è il Regno delle Libertà. Nessun peso, nessun fardello: e come potrebbe essere altrimenti, senza i legacci delle spoglie mortali?

    Ogni singolo gesto, ogni singolo respiro fin dai suoi 4 anni era stato teso a cogliere quella consapevolezza superiore. E ora era lì...Circondata, permeata lei stessa di quella pace sovrannaturale che tanto aveva anelato in vita. Ogni desiderio era scemato, estinto: lei stessa era parte integrande di quel Nulla, di quel Tutto che vibrava d'Amore. Amore per la Vita, senza distinzioni o precisazioni.

    Nemmeno l'emergere da quel torpore poteva stringere il suo cuore illuminato da quella luminosa gioia: forte, nella sua anima, risuonava un inno alla quietezza, che placava ogni timore della Ragione. Ragione, che tanto onorano gli Uomini...Ma è solo nell'Irrazionale e nell'Inconoscibile che l'Uomo trova conforto, poichè è l'anima e non la mente a soffrire.

    « Kyoko? »

    Se il Mondo, se la Vita, se l'Amore avessero voce, essa sarebbe come quella che echeggiava nell'animo di Kyoko: Calda, poichè come il Mondo sembrava accogliere la sua pargola.
    Femminile, poichè è dalla Donna che nasce la Vita.
    Familiare, poichè latrice di volti e memorie sepolte nell'oblio del Tempo.

    Sorrise teneramente, come da tempo non faceva. Cullato da quella voce, il suo animo s'immergeva nei ricordi...Nessun dubbio, nessuna domanda. Tale era l'essenza del Nirvana?

    « Kyoko... »

    Kyoko...
    Kyoko...
    Il suo nome...
    Cos'è un nome? Un modo per definirci?
    Sì, ma perchè? Per affermare la nostra unicità?
    Ma perchè?
    Il semplice fatto che esistiamo, e vi è qualcuno di altro rispetto a noi, dovrebbe essere sufficiente a definirci.
    Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.

    « Sei stata scelta, Kyoko. E' tempo di ricordarti di me... »

    Guadagnò maggiore consapevolezza di sè. Stata scelta? Ma era giunta davvero al Nirvana, stadio ultimo di Illuminazione? Ma come, in che modo? Oppure...
    Quali che fossero le risposte a questi quesiti, sarebbe stato così semplice lasciarsi andare...Godere eternamente di quella pace, o almeno provarci.
    No.
    Non l'avrebbe fatto.
    Ignorava chi l'avesse scelta o per cosa, ma sicuramente i suoi intenti non erano empi; lo sentiva dentro di sè, con una consapevolezza che trascendeva la comprensione umana.

    No. Ora che aveva sperimentato quel senso di delizia ultraterrena, avrebbe ringraziato Chi gliene aveva fatto dono: avrebbe adempiuto ai suoi desideri, e poi avrebbe fatto ritorno nel Regno dei Uomini, Manusya. Avrebbe aiutato gli animi degli uomini...Sì...Come Gautama, eoni prima.

    image

    - Io...Voglio ricordare... -

    Le labbra rosa si dischiusero come un fiore a primavera, sussurrando quelle parole in un sorriso. Delicate come i boccioli di Sakura che portava intrecciati ai capelli.

     
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    « Ricordati di me... »
    Sussurrò la voce materna, facendo eco al desiderio espresso dalla fanciulla.
    « Ecco: quando tu nascesti dal ventre della mamma, io ero lì. Ti ho accompagnato ogni volta che hai alzato il volto al cielo, bagnando la tua pelle con i raggi del sole. Ero con te quando sei stata ritrovata dalla nobile Yukino, ed ero con te ad ogni tua fatica, ad ogni momento della tua crescita spirituale. Quale sia il nome che hai scelto di attribuirmi, figlia mia, ciò non toglie che io sono io. Che cos'è, in fondo, un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. Ed allo stesso modo, quale sia il nome con cui gli uomini si rivolgono a me, io rimango in ogni momento ciò che sono. Ed ora ti sto chiamando, affinché tu mi sostenga. »

    Di fronte alla giovane miko si materializzò un lampo di luce più abbagliante dell'immenso oceano luminoso in cui ella era immersa. Quella lama di luce sfolgorò e si concretizzò, fino ad assumere le fattezze di una lunga lancia orientale. Per un istante, i campanelli dorati che erano legati sulla sua punta tintinnarono, prima che la voce riprendesse.

    « Sei stata Eletta, Kyoko. E questo è il simbolo del dovere che io ti domando. Là, sotto lo sguardo degli dei, devi essere alfiere del mio stendardo. Risponderai a questo mio richiamo, Kyoko? Proteggerai tutto ciò che di bello c'è in questo mondo, anche a costo di ferirti e soffrire? »

     
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  4. -Arcobaleno-
     
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    -KAMI?-



    Un eco in quell'oceano di bianco, un sospiro a foggia di risposta...Campane dal suono caldo, una voce che crepitava come un camino nelle sere d'inverno.

    « Ricordati di me... »

    Un languore divino serpeggiò tra le sue membra, come l'alcol che scalda gola e stomaco, prima di viaggiare tra carne, e vene, e sangue, e cuore.

    « Ecco: quando tu nascesti dal ventre della mamma, io ero lì. Ti ho accompagnato ogni volta che hai alzato il volto al cielo, bagnando la tua pelle con i raggi del sole. Ero con te quando sei stata ritrovata dalla nobile Yukino, ed ero con te ad ogni tua fatica, ad ogni momento della tua crescita spirituale. Quale sia il nome che hai scelto di attribuirmi, figlia mia, ciò non toglie che io sono io. Che cos'è, in fondo, un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. Ed allo stesso modo, quale sia il nome con cui gli uomini si rivolgono a me, io rimango in ogni momento ciò che sono. Ed ora ti sto chiamando, affinché tu mi sostenga. »

    La sacerdotessa si limitò ad annuire: non v'era bisogno di domandare nulla, perchè la parola è il modo che hanno gli uomini per comunicare...E in quel luogo, con quell'entità benevola, essa era superflua. La comprensione di ciò che avveniva le era parsa naturale, poichè in effetti lei era parte di quel tutto. Nessun nome, nessuna scoperta del Divino, poichè quello stesso Principio di Divinità è con noi in ogni istante, lo è sempre stato e lo sarà sempre...Perchè delimitarlo con qualcosa di limitato come un nome?

    E nello sfolgorìo comparve. Un lampo di luce abbacinante, se mai potesse esservi Luce più possente in quella distesa di candore immoto. Brandelli di magia lasciarono il posto ad un lungo oggetto: di lancia era il suo aspetto, tintinnante di campanelli alla sua estremità.

    « Sei stata Eletta, Kyoko. E questo è il simbolo del dovere che io ti domando. Là, sotto lo sguardo degli dei, devi essere alfiere del mio stendardo. Risponderai a questo mio richiamo, Kyoko? Proteggerai tutto ciò che di bello c'è in questo mondo, anche a costo di ferirti e soffrire? »

    Solo un sorriso da parte della giovane: sicuramente "Lei/Lui" conosceva già il tenore della risposta. Ma ne avrebbe fatto orgoglio e proprio vanto, cantandone ad alta voce.

    - Già la mia vita è consacrata a questo ideale, ed essa ha valore soprattutto in questa missione santa. Non sarò sorda a questo sacro richiamo: nemmeno in questa occasione mi sottrarrò. Non temo le ferite nè la sofferenza...Nè la Morte, giacchè esse sono parte del Ciclo della Vita. Questo mio guscio mortale non frenerà la mia anima. -

    Disse, chinando rispettosamente i capo dinanzi a quel Tutto che sapeva di Entropia Ordinata.

    - Grazie per l'occasione che mi state offrendo...Arigatou Gozaimasu. -
     
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    Di nuovo, fu come se la luce sorridesse di un sorriso di una dolcezza infinita, la stessa che una madre riserberebbe alla figlia prediletta.

    « Non ringraziare me, dolce Kyoko. Ringrazia il grembo che ti generò e le mani generose di colei che ti allevò. Questo è il tuo destino, figlia mia, e gli esseri umani di fronte al destino possono presentarsi solo come pronti o impreparati. Ma tu hai tanta forza... una grande volontà che non può essere ignorata. Tu sei pronta. »
    Uno sfavillare di luce ed un canto fatato, lentamente e come se fosse animata di vita propria, la lancia si mosse delicatamente verso le mani della sua padrona, che venne infusa di nuova forza nell'istante stesso in cui vi entrò in contatto.

    « Va', adesso. Sei la mia Eletta, e la tua prova inizia qui. Ciò che incontrerai è il nemico, e quella che affronterai sarà l'ordalia più terribile che tu abbia mai affrontato finora. Eppure, tu sei pronta. »
    Un lungo sospiro, prima del balzo. Di nuovo luce, ma durò solo un istante. Dopo di essa, ci furono soltanto pareti di pietra nera ed una porta che si chiude alle spalle dell'Eletta del Dio della Luce.
    "Tu sarai vincitrice..."
    Quelle ultime parole riecheggiano nella mente di Kyoko, fino a sparire lentamente come bruma al mattino. E la fanciulla si ritrova da sola, in quell'enorme sala triangolare.

    Come all'inizio di ogni ciclo dell'esistenza, giunge dunque il momento in cui i campioni degli Dei si affrontano e si uccidono. Qui, in questo giorno e in questo luogo, verranno innalzati coloro che sono destinati ad essere Prescelti Eterni.

    Scena conclusa
    Prosegue nella Camera dei Prescelti eterni, nell'Arena Nord.

     
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4 replies since 26/3/2010, 21:06   114 views
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