° SkerzoMagiko °

Passeggiava lungo le vie della fiera a cielo aperto, sotto quel fortunato sole primaverile e immersa nel vociare allegro dei bambini e delle persone comuni provenienti da luoghi molto distanti fra loro venuti ad assistere a quello strano festival.
In realtà si stava limitando a scorrere con lo sguardo i piccoli banchetti ed i vari stand, soffermandosi raramente più di qualche attimo. Le piaceva stare lì, ma era più interessata alla festa nella sua interezza che al singolo banchetto, traeva piacere nel complesso di quell'evento, e non nel singolo oggetto esposto. Un carosello di luci colorate e musiche allegre, però, l'attirò inevitabilmente, calamitandone l'attenzione com'è normale che sia.

Con un dolce sorriso neutro dipinto in volto si fermò un attimo ad osservare l'insegna di quello strano stand. Declinò un istante la testolina incorniciata da una cascata di capelli argentati, notando in essa un curioso errore grammaticale che, in qualche modo, pareva sia voluto sia cercato. Trovò quell'espediente buffo, e si fece avanti di qualche passo sempre più incuriosita. D'altronde era cosa normale, una bambina di dieci-undici anni che veniva attratta da un negozio di giocattoli non è nulla di fuori dall'ordinario.

La sua espressione angelica virò presto su di un'espressione vagamente sorpresa, quando i suoi occhi di un viola inusuale si posarono su alcuni modellini schierati d fronte a delle mura, che nel loro complesso rappresentavano una sorta di assedio. C'era addirittura un drago!
... Eppure, nel suo complesso, quei modellini giocattolo schierati in quel modo e con quelle particolari fattezze le ricordavano qualcosa...



« Ecco... Domando scusa... »
Il piccolo monile che le era stato regalato poc'anzi da quel signore dalla pelle verde tintinnò quando lievemente intimorita per paura di disturbare si rivolse ad uno dei commessi, indicando con un indice l'oggetto fonte del suo interesse.
« Mi sa dire cos'è questo...? »
Sul giocattolo capeggiava il nome di "La Seconda Battaglia alle Porte Adamantine ".

« Oh... »
Grande battaglia?
Uhm.
Ma era diventata davvero così famosa,
quella piccola scaramuccia di poco conto?
...
Cavoli...

« Uhm... »
Sorrise in modo grazioso, mostrandosi più che altro confusa da quelle parole, come se non avesse capito bene decidendo comunque di regalare un sorriso luminoso a quel buffo ragazzino anche solo per essere riuscito a farla sorridere di gusto. In effetti, era da un po' che non le capitava una situazione così... così... uhm, come si dice in questi casi?
Oh, forse paradossale?
Guardò meglio notando come effettivamente era stata ben riprodotta, anche se mancavano diversi interpreti a quella piccola commedia. Sul piano da gioco, la grande miniatura che riproduceva Abby sembrava molto contrariata, se non proprio arrabbiata per qualcosa...
Lo indicò con l'indice.



« Mi scusi, come mai quel cucciolo sembra così nervoso? »

« Veramente? »
Un regalo...
Congiunse le mani intrecciando le dita dell'una su quelle dell'altra, arrossendo lievemente e quasi trattenendo il respiro. Un regalo! Com'era fortunata... poi, forse, chissà, magari era quello che si dice un segno del destino?
Si contenne, quietandosi e guardando in basso nella direzione del piccolo draghetto giocattolo. Gli sorrise e quello artigliò la terra, come un piccolo e graziosissimo toro infuriato in miniatura. La sua espressione solare e angelica non mutò minimamente, e nel chinarsi a terra poggiò le mani sul vestito, prima di avvicinargli un palmo aperto che il draghetto disdegnò furiosamente.

« Se vieni con me dopo ti posso dare dei legnetti da bruciare! »
Gli fece con una dolcissima voce flautata e musicale. Il drago non sembrò gradire molto l'offerta, il che le parve strano perché il vero Abby adorava dar fuoco al legno delle stalle. Anche quando lo sedavano, infatti, quasi non faceva altro, e tutte le volte che ci riusciva ringhiava e artigliava in direzione delle stalle degli altri dragoni adulti per dir loro di venire a giocare con lui.
« Ti do anche della carne! »
Aggiunse gioiosa, avvelenando involontariamente quell'offerta con un po' di magia psionica, e a quel punto il piccolo drago giocattolo le salì docilmente lungo il braccio, per adagiarsi sulla spalla, esattamente (guarda caso) come lei avrebbe voluto che facesse.

« Vorrei ricambiare... »
Disse, contenta di quel regalo spontaneo di cui pure -ne era sicura- il destino nella forma di quel ragazzino aveva scelto per lei. Sollevò un indice su cui comparve una piccola perla di un viola acceso, che subito andò a formare una piccola sagoma nera, delle stesse dimensioni dei soldatini disposti lungo i camminamenti. La bimba l'appoggiò sui cornicioni di una roccaforte, vicino alla finestra di un alloggio. Quella strana figura dai capelli lunghi e bianchi dispiegò ali nere come quelle degli angeli caduti, e si adagiò sedendo su quel cornicione come un corvo in attesa di essere messaggero di disgrazie. Anche se dalle ali nere era però un angelo davvero bello, un lungo abito scuro su cui figuravano due croci capovolte, occhi ametista belli e lucenti anche se minuscoli.
« Ecco! »
Disse la ragazzina, sorridendo delicatamente al giovane commesso.
« Purtroppo non si muove come gli altri. Però è tutto ciò che so fare... così adesso anche se ho preso con me questo cucciolo manca comunque una sola figura. »
Si voltò e salutò con una manina aperta, con il draghetto che mandava occhiate furiose a destra e a manca in stridente contrasto con il candore della sua nuova (?) padroncina.
« Adesso devo andare... ti ringrazio davvero, è uno splendido regalo. Lo terrò con cura! »

Così dicendo si allontanò soddisfatta, con un sorriso sinceramente grato che le aleggiava sul viso come la piuma di un angelo. Dopo che si fu allontanata di diversi metri, ancora immersa nella folla, cercò nella tasca interna del vestito una piccola scarsella, che aprì estraendone il contenuto: una piccola pietra. La sollevò, guardando le due luci nere e argento che conteneva, fuse insieme a formare una sola cosa.

« Chissà, forse era davvero il destino... »
Disse con aria nostalgica, rivolgendosi alla pietra.
« D'altronde, io e te abbiamo davvero iniziato con il piede sbagliato. E' anche un po' colpa di Killy, doveva dirmelo che appena fossi salita ti saresti impennato in quel modo. Davvero... non l'ho fatto apposta di trapassarti il cranio in quel modo. E' stato un incidente, ecco. E non avrei dovuto tenerti forzatamente in vita mettendoti un kinui nel corpo. Ma... vedi... come dire. Non so, ti andrebbe di riprovare? »
Sfiorò la piccola pietra e le due luci ne uscirono. Aveva recuperato Abby tanto tempo prima, era stata la prima cosa che aveva fatto dopo che quella volta su quella nave volante aveva scoperto di essere tornata di nuovo su Celentir. Tuttavia, anche se era rimasto ibernato a lungo in un sigillo molto potente, ormai il drago era deteriorato e prossimo al collasso, sicché non aveva potuto far altro che estrarne l'essenza per non lasciarla sparire del tutto. Adesso il destino ha voluto che aveva trovato qualcosa di buono per lui...
Lasciò andare le due luci, che si immersero nel corpo del giocattolo, il quale per un istante sussultò e sembrò spegnersi, ma poi tornò a sbattere le piccole palpebre ed a fissarla con una strana luce negli occhi dell'unica testa sana, quella nera di dragone. Lei gli sorrise dolcemente.
« Vuoi, Abby? Ti andrebbe di provare a ricominciare daccapo...? Se tu mi volessi dare una seconda possibilità per essere la tua padrona, ti prometto che mi prenderò cura di te. Davvero, stavolta è una promessa sincera... »
Gli porse il mignolo, poggiandolo sulla piccola zampa da rettile.
« E se dovessi mentire, dovrò inghiottire mille aghi... »