[GR] Prerequisiti

Il Ragno e la Farfalla ~ Atto I

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    Cherish

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    La primavera era sempre particolarmente dolce nella verde valle di Chediya, ma -nel ciclico divenire delle stagioni- era ormai giunto il tempo anche per lei di volgere al suo termine; come il calice di un fiore, il presidio si preparava ad aprirsi alle gioie piene e leggere dell’estate, e un grande fermento aveva già iniziato a serpeggiare nella cittadina, rendendo chiassose le risate e i giochi tra i bambini di Miséricorde, rendendo euforiche ed energiche le reclute in addestramento e quelle in licenza, e mettendo di buonumore i commercianti per l’arrivo dei nuovi prodotti del periodo sui loro banchi.
    Ma, purtroppo o per fortuna, ciò non implicava stessa spensieratezza per i suoi abitanti.

    Non per tutti, almeno.
    Difatti, la Dama Azzurra occupava il seggio nella Sala delle Udienze del proprio maniero come sempre era solita fare quando sbrigava le sue mansioni capo di stato, e sebbene la cappa di frescura che le spesse mura generavano nell’ambiente le risultasse davvero molto piacevole,
    non c’erano
    vacanze in programma per lei.

    Lo sguardo di zaffiro della fanciulla vagava assorto sulle finestre che percorrevano -a distanze regolari- il perimetro circolare dell’aula, osservando con un pizzico di indolente nostalgia la luce dorata del mezzogiorno che si riversava pigramente da quei lucernari come una soffusa nube di oro ed ocra, mente attendeva in silente e paziente attesa l’ingresso dei suoi ospiti...

    Coloro che sarebbero stati sottoposti alla prova dell’Est.
     
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  2. Ra¡n
     
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    Spalancò la porta della sala delle udienze, introducendosi nella stanza con passo rapido e sicuro.
    Dietro di lui, loro lo seguivano con un'andatura altrettanto decisa, quasi fossero ansiosi di essere sottoposti alla prova sconosciuta che li attendeva.
    Mi raccomando, compagni.
    Non roviniamo l'occasione che ci siamo guadagnati faticosamente.

    Pronunciò con un filo di voce, a malapena udibile da coloro che camminavano ora al suo fianco.
    Quando giunsero al centro dalla sala circolare, fresca e perfettamente illuminata dalla luce pomeridiana, Rain fece un passo avanti distaccandosi dagli altri ed inchinandosi subito dopo, per rendere un degno omaggio alla Dama dell'Est.
    Milady...
    Nella sua mano una splendida rosa, più rossa di un rubino.

     
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  3. Daligar
     
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    La porta si spalancò davanti a loro.
    Ciò che c'era dietro essa non era solo una stanza, era un'opportunità, un'occasione.
    La mobilia era l'ultimo dei suoi pensieri, mentre a passo sicuro seguiva la Testa, stando un passo indietro e disponendosi alla sua sinistra.
    Le parole di Rain giunsero alle sue orecchie come un monito, un avvertimento. Probabilmente lui sapeva del suo caratterino e del suo scarso tatto. Doveva usare tutte le sue energie per stare calmo e non mandare tutto a puttane.
    Insieme agli altri arrivò al centro della stanza e non esitò ad imitare l'uomo che gli stava davanti nel rendere omaggio alla Dama dell'Est con un bell'inchino.
    Chissà ora cosa li attendeva...

     
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    Cherish

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    Finalmente, la porta della Sala delle Udienze si aprì al cospetto di due giovani ragazzi, per cedere loro il passo; il primo -quello che faceva strada all’altro- lo riconobbe subito: si trattava del giovane di nome Rain che aveva visitato l’ambulatorio pochi giorni prima, e di cui aveva raccolto la proposta di ingaggio; anche da lontano, sulla sua figura nerovestita spiccava la nota squillante e vivida di una rosa scarlatta.
    Avanzò rapido e sicuro, fermandosi al centro della sala circolare, e muovendo solo un altro singolo passo in avanti per presentarsi alla Dama con un leggero inchino, replicato in simultanea dal giovane che l'accompagnava.


    Milady...

    Rispose al saluto alzandosi a sua volta dal proprio scranno e rivolgendo ad entrambi un sorriso gentile ed una riverenza, prima di scendere i pochi gradini che sopraelevavano il trono per andare loro incontro.

    « Bentornato ad Est, Rain, e... benvenuto al tuo amico. »
    esordì con dolcezza, muovendo col capo un cenno di saluto allo sconosciuto
    « Il mio nome è Kalia Menethil, signora di questo presidio.
    Sapete entrambi perchè vi trovate qui? »


    Una domanda semplice, quasi sciocca.
    Una risposta tutt’altro che scontata.


    SPOILER (click to view)
    Sancta – Aura di Devozione: Gentile come un angelo, Kalia possiede un aspetto puro e pio che rende particolarmente carismatica la sua figura, e l’attrazione e il senso di tranquillità che promana è abbastanza forte da far scordare ogni negatività con un solo sguardo, spingendo a condividere sentimenti angosciosi per l’inconfessato e inconfessabile desiderio di liberazione, così come un suo gesto compassionevole può spezzare la prudenza o la paura. In questo modo la giovane sa comprendere i motivi –e le emozioni- che animano il suo interlocutore, dissuaderlo da atti di forza, e farlo ragionare... sebbene è anche possibile che la sua presenza provochi emozioni forti, persistenti e non sempre controllate.
    Questo suo involontario ascendente consente di influenzare un’intera folla nello stesso momento, giacché non è necessario che Kalia compia alcunché oltre a mostrarsi, e trascende qualsiasi razza, genere, religione, classe sociale e soprattutto natura soprannaturale: non è indispensabile incontrare i suoi occhi, basta posare lo sguardo sulla sua figura e trovarsi nel raggio di 10 metri.
     
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  5. Daligar
     
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    La Dama dell'Est era esattamente come se l'aspettava: bella, elegante, carismatica.
    La sua voce si propagò nell'aria giungendo alle sue orecchie e rendendolo cosciente della sua scortesia.
    Si era mostrato a lei senza presentarsi.
    Uno.
    Chissà quanti altri errori farà?

    "Mi chiamo Daligar..."
    disse cercando di mantenere un tono di voce sicuro e forte.
    "...mia signora."
    aggiunse subito con lieve imbarazzo, cercando di nasconderlo con un piccolo movimento della testa in risposta a quello della sovrana.

    La seconda domanda della Dama dell'Est, la più importante, non ricevette risposta da lui, se non un impercettibile movimento degli occhi verso Rain.
    Non gli aveva detto niente, se non qualcosa a riguardo di una prova, pur restando vago sull'argomento.
    Confidava comunque che la Testa non lo lasciasse all'oscuro ancora per molto.

     
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  6. Ra¡n
     
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    Bravo, bravo Daligar.
    Continua così, pensò mentre tornava ad assumere una posizione eretta, e la sua memoria vagava in cerca di informazioni legate alla natura della prova.
    Non ne trovò.
    A dire il vero...” Prese la parola.
    Mi è stato detto che ci sarebbe stata una prova, sì.
    Annuì, andando poi ad intrecciare le braccia tra loro.
    Ma non in cosa consisteva.
    Parole sincere. Sguardo fiero e sicuro.


     
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    "Mi chiamo Daligar...mia signora."

    La Dama Azzurra rispose al cenno di saluto del ragazzo con un sorriso gentile,
    lo stesso che rivolse anche a Rain non appena ebbe udito l’incertezza nella sua replica.


    A dire il vero... Mi è stato detto che ci sarebbe stata una prova, sì.
    Ma non in cosa consisteva.


    Gli occhi blu zaffiro lo videro incrociare le braccia sul petto e assumere un’aria fiera,
    e la Dama lo trovò adorabile come uno dei tanti bambini di Miséricorde che aveva visto crescere nel corso degli anni, con il sogno e l’ambizione di diventare un giorno nobili cavalieri, guerrieri forti e coraggiosi, o audaci custodi dei boschi, della città... o di lei stessa, che aveva fatto loro da madre.


    « Naturalmente... »
    esordì, spezzando il silenzio
    « Probabilmente, la prova che vi aspetta vi apparirà piuttosto particolare, ma è il modo migliore che abbia per verificare i vostri intenti e scoprire se la vostra natura è compatibile con lo spirito della mia terra e della mia gente. »

    image
    Forse, con quella presentazione stava già rivelando loro troppo, ma il cuore benevolo e pietoso dell’Alfiere -in fondo- non desiderava per i due ragazzi altro che la riuscita di quel test e la consapevolezza in loro che servire le cause dell’Est significava anche abbracciarne gli ideali.

    « Avere potere su qualcosa -anche se stessi- richiede responsabilità... Bisogna sempre esserne degni. »

    Lo ribadì, fissandoli uno alla volta negli occhi, con uno sguardo dolce e profondo come l’abbraccio dell’oceano, che pure trasmetteva tutta la fede incrollabile e la ferma forza inamovibile di quella sua convinzione, che bussava piano ai loro cuori chiedendo di essere accolta.

    « ...ed è una cosa su cui non potrò transigere, perciò...
    Vi raccomando coscienza e vi domando un’ultima volta: siete sicuri di voler provare? »
     
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  8. Ra¡n
     
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    All'inizio, internamente, esitò.
    Quasi la sua sicurezza incrollabile, al pari di una nave con una falla nello scafo, avesse iniziato ad imbarcare acqua.
    Ma la falla venne riparata velocemente, e l'imbarcazione tornò a veleggiare come prima, se non addirittura più stabilmente.
    L'avvertimento lo colse impreparato, sebbene già prima di arrivare non sapeva assolutamente cosa aspettarsi da quell'incontro.
    Una prova particolare.
    Non fu la parola in sè, quanto il come fosse stata sottolineata dal tono di voce, ad inquietarlo.
    Sul serio, non aveva la benchè minima idea di cosa avrebbe dovuto fare, o sopportare.
    Tuttavia, la presenza benevola dell'Alfiere riuscì a scacciare le tenebre dell'inquietudine dal suo cuore, facendolo quasi sentire in pace con sè stesso... il medesimo tipo di pace e sollievo che aveva provato poco dopo l'arrivo su Endlos per la seconda volta.
    Sicuri di voler provare? Una domanda retorica.
    Dopo aver fatto trenta, non resta che fare trentuno.
    Assolutamente.

     
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  9. Daligar
     
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    Portò le braccia dietro la schiena, prendendo la mano destra nella sinistra all'altezza del retto, e divaricò le gambe, portando i piedi paralleli sulla retta delle spalle perpendicolare al terreno. Il capo ben sollevato.
    La posizione di riposo dei classici soldati.
    Fece dei profondi respiri mentre ascoltava le parole che leggiadre uscivano dalla bocca della Dama Azzurra, ma che pesanti macigni diventavano nelle sue orecchie.
    Forse solo la presenza della donna impedì al suo corpo e alla sua mente di farsi prendere dal panico, dalla quale proveniva un senso di calma che lo tranquillizzava.
    Poi, la fermezza di Rain.

    Aspettò un secondo dalla risposta dell'uomo prima di aprire la bocca e, con tono secco, disse:

    "Si, mia signora."

    quasi come un bravo soldatino. Unica differenza che lui non scattò sull'attenti. Smise di fissare il vuoto davanti a lui e posò gli occhi su Rain, fiducioso. Ormai aveva quasi imparato a conoscerlo ed era sicuro che lui non si sarebbe lanciato in quella missione se non fosse stato sicuro di superarla. E se l'aveva portato con se voleva dire che anche lui ce la poteva fare. Ce la doveva fare.

    Lasciò andare le braccia lungo i fianchi e si permise un sorriso. Sincero. Dimenticandosi per un istante tutto.

     
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    Cherish

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    Assolutamente.

    "Si, mia signora."

    Le risposte dei due giovani non tardarono ad arrivare, e la Dama Azzurra siglò quel muto accordo concedendo loro un dolce e benevolo assenso con un lieve ed elegante cenno del capo; poi, i suoi occhi blu zaffiro si spostarono oltre le spalle dei suoi ospiti, verso le doppie porte della Sala delle Udienze da cui anche i due ragazzi -solo pochi istanti prima- avevano fatto il loro ingresso per presentarsi al suo cospetto.

    « Prima di consegnarvi tutte le informazioni in mio possesso sull’incarico che andrete a svolgere per mio compito, c’è una persona che vorrei farvi conoscere... »
    sorrise di nuovo, riportando l’attenzione sui suoi interlocutori
    « Si tratta del mio Ambasciatore, ma con la riorganizzazione dei ranghi è stato da poco insignito anche della mansione di Responsabile dei Reclutamenti... »
    anticipò, proseguendo con lo spiegare brevemente il motivo di quel fuori programma
    « ...se la nostra diventerà una collaborazione duratura, è probabile che lui diventi il vostro referente, e ho pensato fosse una buona idea presentarvi il prima possibile.
    L’Armonia è una componente essenziale in un gruppo di lavoro...! »
     
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    The guru in the darkness...

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    Era stato chiamato dalla dolce Kalia affinchè conoscesse alcuni "possibili" collaboratori del suo presidio. Chissà collaboratori in cosa, poi... lui ancora non poteva saperlo. In ogni caso, considerando che, molto probabilmente, se era stato chiamato era perchè avrebbe dovuto aver "contatti" con loro, sperò almeno si trattasse di personcine garbate e di bella presenza. Insomma, lui si che ci teneva! Altrimenti, a suo malgrado, avrebbe dovuto punirli.

    E lui non provava certo del piacere nel fare loro del male.
    Nossignore!
    Aveva tanto amore da donare, lui...


    Le mani dal candore niveo, spezzato solo dal nero delle unghia lunghe e curate, si posarono sulla porta di ingresso alla sala delle udienze della sua deliziosa quanto bellissima signora, per poi spingere affinchè si aprissero. E poi eccoli. Ecco la Dama Azzurra dallo sguardo così dolce, ed ecco due bei ragazzi innanzi a lei... ed uno gli sembrava proprio di averlo già visto. Niente da ridire sui collaboratori. Gli piacevano.

    Ah però...

    Sulle sue labbra rosse e ben disegnate, andò a delinearsi un sorriso di compiacimento. Ed intanto procedeva verso di loro, al suono dei tacchi dei suoi anfibi neri, portati con disinvoltura sotto una divisa militare, che un pò ricordava quella della polizia, del medesimo colore. Ed i suoi lunghi capelli, del colore dei lapislazzuli, si muovevano leggeri ad ogni suo movimento, accarezzando il suo corpo, impreziosendo la sua persona.

    -Ai suoi ordini, milady.

    Portò una mano al petto, e mentre era intento ad inchinarsi alla sua signora, voltò lo sguardo aureo sul bel giovanotto in nero. Lo ricordava...oh si, come se lo ricordava. Si chiamava Rain. Lui conosceva la sua adorata sorellina. E poi, come avrebbe potuto dimenticare quel fodoschiena....

    Soggnignò per poi tornare a fissare la dama, in attesa di comunicazioni.


     
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  12. Ra¡n
     
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    Un ambasciatore?
    Si voltò a guardarlo, senza riconoscerlo.
    Non appena ne ebbe incrociato lo sguardo, un suo sopracciglio si sollevò lentamente, introducendo un'espressione di sorpresa mista a disgusto.
    Lo fulminò per una manciata di lunghissimi secondi, provvedendo poi ad escluderlo dal proprio campo visivo.
    Finocchi: una razza che aveva sempre mal sopportato.

     
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  13. Daligar
     
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    Appena la Dama prese la parola, Daligar smise di sorridere. Si sentì un po' ebete per essersi lasciato andare in quel modo durante un colloquio di lavoro. Riassunse un'espressione seria e prestò la massima attenzione alla donna, mentre, alle sue spalle, le porte della sala si stavano riaprendo per permettere l'ingresso dell'uomo(?) che era stato apostrofato come "Ambasciatore" e loro collaboratore futuro.

    Al termine del breve discorso della Dama, seguendo l'esempio di Rain, si voltò verso il nuovo arrivato. Lo scrutò per un paio di secondi, non potendo non notare le sue movenze, a lui anomale, e la fulminata che la Testa gli rivolse.
    C'era qualcosa di strano in quel tipo, ma non sapeva dire cosa.
    Per il momento...

     
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    Cherish

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    L’ingresso del suo fidato Quarion fu accolto con più freddezza e indifferenza di quanta se ne sarebbe aspettata, e la cosa disegnò un’ombra di dispiacere sul volto chiaro e dolce della Dama: sapeva che l’estro del suo ambasciatore lo faceva spesso apparire un tipo stravagante, ma davvero ella non comprese il perché di quelle occhiatacce, ben poco cortesi e inspiegabilmente ostili.
    Non lo avevano neppure salutato...

    Sospirando mestamente, la Signora dell’Est rivolse un’occhiata di muto rimprovero -misto a qualcosa di più addolorato- ai due giovani ospiti, facendo cenno al Galanodel di raggiungere il suo fianco: quella collaborazione non cominciava affatto bene con premesse simili, ma Kalia non era tipo da non concedere seconde possibilità, tanto più che -avendo sulle sue spalle esili l’onere di un giudizio- aveva su di sé anche l’obbligo morale di non fermarsi alle apparenze.

    « Il compito per cui mi raccomando a voi è piuttosto delicato... »
    esordì, cercando con le iridi blu zaffiro gli occhi di Rain
    « ...dovrete recarvi al Nord per recuperare una bambina molto speciale:
    l’obiettivo è condurla da me incolume e in buona salute; soprattutto, ho premura che passi un viaggio tranquillo e sereno. »
     
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    The guru in the darkness...

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    La dolce Dama Azzurra annunciò agli aspiranti collaboratori del suo reame ciò che avrebbero dovuto fare. Sul suo volto perfettamente ovale, che quasi pareva irreale per l'innaturale bellezza, di tale perfezione da ricordare il volto d'una donna senza pur tuttavia abbandonare piccoli tratti di virilità, non mutò in alcun modo, immobile come quello di una statua greca. Non c'era da meravigliarsi, infondo lui sapeva già ciò che lei aveva da dire, ne avevan parlato in privato. Dunque non fece altro che attendere.L'istinto, intanto, gli ordinò di lanciare un'occhiataccia ai nuovi arrivati, senza tuttavia trovar risposta; non era infatti il caso di turbare la sua signora, non quando già pareva poco contenta.

    Dunque tacque, in attesa di essere interpellato dalla stessa.
    Oppure dai due stranieri.
    Per quanto potesse odiarli, restava un uomo di classe, lui.

     
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