Another Strange Tale

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  1. -Arcobaleno-
     
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    -AFTERNOON-



    In un assolato meriggio di Istvàn, il sole martellava le genti dell'Est, che come laboriose formiche, vagavano affaccendate per le strade della Capitale; con l'avvento della stagione estiva, quando le candide anime di Misericorde s'apprestavano a terminare le loro lezioni, il quartiere era sempre un fiorire di iniziative: coniugando questi due fatti, facile intuire la ragione dei piccoli capannelli di persone, che di tanto in tanto si raccoglievano intorno ad un rudimentale chioschetto, all'ombra di un rigoglioso albero di agrumi gialli.

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    Lì, un paio di fanciulli s'ingegnava e faticava, cercando di attirare clienti e passanti, offrendo il frutto del lavoro di quelle loro manine. E accanto a loro, quel buffo Precettore giunto pochi mesi prima, che se possibile pareva più infantile di tutti i suoi allievi.

    - ♫ Liiiiimonataaaaa! Limonaaaataaaa ♪ -

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    Percival cantava con voce non troppo sforzata, ma già di per sè melodica. Era allegro, perchè stare in mezzo ai suoi piccoli, anche fuori dalle aule, era divertente. E poi era un piacere vederli impegnarsi così! Era già arrivata un po' di gente, e forse ne sarebbe ancora giunta altra.

    Restava solo da capire perchè stringesse in mano una bacchetta magica di cartapesta, e fosse vestito interamente da principe azzurro...Ma a quello ci avevano rinunciato un po' tutti gli avventori, prendendo atto dell'eccentricità dell'individuo.
     
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    Quando il fiero sole lesto irradia l'Est con tanto calore e tanta gioia da sciogliere persino i più freddi cuori, allora la bella stagione iniziava a penetrare per tutta la valle dell'Est, forse unico scorcio di Paradiso su Endlos. Lì dimorava l'eterno spirito, libero da vessilli, slegato dai lacci della Storia, unito solo a Palanthas e a quelli che ivi s'attardavano o che, come il Guardiano, detenevano Conoscenza. L'Ordine, infine, non era un'appartenenza, piuttosto poteva definirsi cosa era in realtà, perché ogni Essenza è l'Ordine, e questo è tutte le Essenza assieme.

    Insofferente agli aurei raggi di sole, che molto scaldavano le mura della Biblioteca, il Celebliant si sollevò lento dal proprio scranno, dirigendosi all'esterno del palazzo, respirando aria pulita e nuova vita; ora, sebbene egli non trovasse gioia nel Mondo, non poteva negare a se stesso quanto bello questo fosse, colmo di ogni meraviglia naturale, che a Chediya trovava il più sublime risalto. Come è noto, poi, il Limite e la Mediana molto si amano e detestano, l'uno opposto dell'altra, eppure ciascuno attirato verso il proprio compagno: così, per quanto fossero distaccati ed astratti il pensiero e la parola di Amarth, questi ben indugiava presso fonti ed alberi, ed in ogni luogo in cui Natura regnava.
    Senza riflettere sulla meta da raggiungere, i passi dello Zero condussero l'Arcobaleno verso Misericorde, luogo del primo apprendimento, pregno di vita e sede di uno dei Saggi di Palanthas: luminare della musica, Percival era stato precedentemente scelto come precettore di tutte le creature ivi presenti. Più trascorreva la Storia del mondo, maggiore era ciò che legava lo Zero al Pifferaio, non soltanto l'essere Saggi, tuttavia, ne era il motivo; quale che fosse in realtà, il Celebliant lo ignorava...Quando sarebbe giunta l'ora della Conoscenza, il Destino non avrebbe tardato a mostrarsi.

    Ecco che l'Essenza trovò il proprio compagno, vestito d'azzurro e con in mano una strana bacchetta, gioire per una bevanda che, lì nei pressi, qualcuno stava offrendo. Ciò che l'eterno vide, per quanto potesse essere bizzarro, non lo turbò minimamente: non già perché era bizzarro anch'esso, bensì perché quell'uniformarsi alle creature, quella fusione con esse era ammirabile nei confronti di un maestro, di un Saggio... Ne fu persino felice, sebbene, come è noto, Eru Elen Amarth non conosca felicità.
    Desideroso di conversare con il compagno, eppure tanto discreto da non parlargli, lo Zero fece scivolare il fido Amarthrind accanto alla gamba di questo, sollevato da terra di qualche centimetro ed iridescente nel suo mostrarsi, come a voler richiamare la sua attenzione, essendo il Guardiano alle sue spalle, qualche metro più indietro.



    SPOILER (click to view)

    Amarthrind



    "Eterno è ciò che Amarthrind rappresenta per gli uomini, le bestie, gli spiriti...Per chi cammina sulla terra, vi strisci o vi nuoti...Per chi riposa al di sotto di essa, e per chi, invece, si tormenta...Per chi vola sopra di essa e per chi prega fuori da essa.."



    E' da una lingua ormai perduta che Amarthrind trae il suo nome che, se fosse coniato dai popoli odierni, vorrebbe dire "Cerchio del Destino"; tutto il potere di Amarth scorre in quest'arma, tutto il potere di un Guardiano, poiché quel cerchio non è altro che Amarth stesso, l'emanazione del suo ruolo: essere il limite al quale Bene e Male tendono per poi annullarsi nella perfezione del Fato incedente, del Destino e del Caso. E' il simbolo dell'unione, senza mescolanza, di quei due principi che plasmano il mondo e che incessantemente si rincorrono, scandendone i singoli eventi.

    Forgiato da un materiale ora scomparso, ha la capacità di scindersi in due metà che il Guardiano impugna come daghe: se, però, Amarthrind brilla di tutti i colori dell'iride e di nessun colore insieme, quando viene diviso ciò che è impugnato dalla destra appare più bianco, e ciò che ha in pugno la sinistra assume una luce di tenebra.
    Il Guardiano è in grado di muovere Amarthrind, con la sola forza del pensiero (supportata poi da indicazioni fornite dal movimento di braccia e mani), in un'area di 15metri di raggio Amarth, poiché questa è una parte di lui, nata dalla stessa Essenza che lo compone: ciò implica quando lanciato, effetto volutamente boomerang e la possibilità di rapidi cambi di traiettoria e direzione. Inoltre, questa passiva implica una condizione di "riposo" dell'arma (quando non stretta dalle mani dello Zero) in cui essa levita attorno al corpo del Guardiano, intera o scomposta.

    N.B.: quest'ultima azione non è utilizzata ai fini di counter né di difesa, ma solo per consentire al pg di avere le mani libere per poter usare le proprie tecniche


    image image

    Caratteristiche:

    Diametro: 1 metro
    Gittata: 15 metri
    Velocità: dai 20 ai 35 km/h
    Capacità: è comandata telepaticamente dal padrone entro un'area di 15 metri

     
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  3. -Arcobaleno-
     
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    -UNDER THE SUN-


    Nella calura d'inizio estate, le risate argentine dei più piccoli erano d'aiuto come la fredda bevanda. Gli avevntori erano i più vari, e spesso il chiosco diveniva occasione d'incontro, di chiacchiere e di conoscenza per i passanti. Vecchie amicizie ritorvate, nuove amicizie sorte...Il tutto sotto lo sguardo ridanciano della "Fatina azzurra".

    Era talmente preso dalla spremitura dei limoni, che impiegò diversi secondi prima d'accorgersi dell'entità che ivi sostava: Amarthrind il suo nome, come in seguito ebbe a sapere: oggetto, eppur vivente, come solo il Cerchio del Destino può essere. L'iridescenza che emaneva non faceva che definirlo come Araldo di una sua conoscenza.

    In uno sbuffo che sorprese gli astanti, Percival emerse con vestiti più consoni, quelli barocchi da aristocratico che indossava nelle occasioni mondane; individuato prontamente il suo interlocutore, gli si fece avanti con un inchino informale ma cortese. Il sorriso che gli si dipinse sul volto era riflesso della gioia che inspiegabilmente gli dava quella comapgnia.

    - Messer Amarth, è sempre un piacere! Qual buon vento?-

    Gli sorrise con la mente ed il cuore, sperando che fosse stata una questione importante a portarlo a Misericorde: nessun progetto solleticava la mente di Percy, più di quello dei Saggi di Palanthas.
     
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    Placido, senza tempo quasi, roteava il Cerchio verso la propria incarnazione corporea che, irta nell'eterna fierezza, stava a qualche metro dalla folla; con esso, il Guardiano s'avvide che giungeva anche Percival, chiaramente accondiscendente ad interloquire con lo Zero. La Corona di Symphonia aveva dimesso i particolari abiti, in favore di una più elegante tenuta, come a voler omaggiare la presenza dell'eterna Essenza: per qualche artificio da lui operato, per esperienza o per cose che erano ignote al Celebliant, il Saggio aveva mutato d'improvviso il vestiario, trasformista quasi a definirlo.

    La composta allegria e delicata cortesia del Pifferaio erano per l'Arcobaleno motivo di grande rispetto, e per la persona in sé, e per il ruolo da lui affidatogli, poiché questi da solo aveva appreso come interagire con un'Essenza senza annullare il proprio essere. Ciò il Destino non dimentica.

    -Non desideravo sottrarti ai tuoi doveri, né ai tuoi meritati riposi.-
    Esordì il Limite, vuoto come sua usanza e costrizione -Ho ritenuto più opportuno un lieve richiamo, che solo la grazia di Amarthrind, Cerchio del Destino, sa dare come io dispongo.-

    Sebbene, com'è noto, lo Zero non provasse emozioni, né sentisse il bisogno di provarne, durante ogni conversazione con Percival poteva essere scorto sull'eterno volto una sensazione distesa: certo era innegabile che il Guardiano traesse piacere dalla presenza del Saggio, così come che, a suo modo, cercasse di dimostrarlo.

    -Non posso rifiutare i colori del Mondo, per quanto loro siano a me contrari, ed anche le mura di Palanthas, con i lungo scorrere del tempo, diventano una gabbia...Sebbene non necessiti di attraversare le terra, questa mi chiama sempre, perché io sono legato alla Natura e questa a me; similmente, nel mio Ordine, Fuoco e Gelo si attanagliano in un'eterna morsa, e sempre se ne liberano...-

    Concluse, senza aggiungere noiosi orpelli e stancanti considerazioni ad un discorso di per sé semplice, nella speranza che il Saggio non muovesse delle critiche per quanto concerneva l'abbandono, seppur temporaneo, della Grande Biblioteca.


     
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  5. -Arcobaleno-
     
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    -INVITE-


    -Non desideravo sottrarti ai tuoi doveri, né ai tuoi meritati riposi. Ho ritenuto più opportuno un lieve richiamo, che solo la grazia di Amarthrind, Cerchio del Destino, sa dare come io dispongo.-


    Sorridente e solare come sempre, Percival annuì, più che mai concorde con le parole di Amarth. Non era itnento in particolari occupazioni, ed una visita amichevole era quantomai gradevole, in quelle lunghe giornate d'estate: i fanciulli erano più che in grado di cavarsela da soli nella loro impresa, ed una piccola pausa non sarebbe guastata.

    -Non posso rifiutare i colori del Mondo, per quanto loro siano a me contrari, ed anche le mura di Palanthas, con i lungo scorrere del tempo, diventano una gabbia...Sebbene non necessiti di attraversare le terra, questa mi chiama sempre, perché io sono legato alla Natura e questa a me; similmente, nel mio Ordine, Fuoco e Gelo si attanagliano in un'eterna morsa, e sempre se ne liberano...-

    Con animo sollevato, Percival ascoltò con gioisa attenzione: traeva grande letizia dalla compagnia di Amarth, e sospettava che in qualche misura ciò valesse anche per il Loto, perciò accolse cortesemente l'invito dell'amico.

    - Ebbene, le mura di Istvàn sono ricche di luoghi che possono soddisfare il richiamo che sentite! E tutto il Presidio dell'Est, ed oltre, hanno molto da offrire ad un Cuore che anela goderne. Non avete che da parlare, ed io vi seguirò ovunque, perchè più di altri comprendo il richiamo che sentite, ed il mio Cuore resta pur sempre un Ramingo! -

    Fece roteare il suo piffero varie volte fra le dite, muto gesto di conferma di quelle parole: se desiderava evadere dalle mura di Palanthas, Amarth aveva trovato l'uomo più adatto cui accompagnarsi.
     
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    Invero, mai lo Zero credette che per le vie di Endlos potesse esistere qualcuno in grado d'assecondare e i suoi voleri e le sue necessità, e nel contempo di renderlo più quieto, come a rassicurarlo quando era in compagnia di questi. Eppure, tale era l'effetto che Percival suscitava nell'eterno, e pareva persino che l'armonia d'iride sui corpo del Guardiano danzasse più allegra, più vivida nei suoi mille colori. Ora, è bene che si spieghi qualcosa che forse potrebbe sfuggire, ché silenziosa striscia e non ha segno che l'annunci: pure che il Celebliant non Potesse provare emozioni proprie, che non Dovesse, quindi, generarne di sue, pure qualcosa aveva il diritto di percepire, a patto che ciò fosse una sensazione più mistica, Giusta e relativa al Destino; spesso egli trovava sollievo nella Completezza, ovvero sia quando ogni cosa segue il proprio corso, riverendosi alla Sorte e lasciando che questi operi le proprie trame pure e mai lorde di peccato.
    Nel caso del Bardo, tuttavia, non si trattava di Completezza, bensì di Completamento, che pure è diversa: si tratta, infatti, della mistica sensazione provata ogni qualvolta s'incontra, o si discorra o sia in compagnia, di qualche creatura che, per scelta conscia od inconscia, è in grado di conformarsi ai desideri di un Guardiano, trovandosi in accordo con esso riguardo opinioni ed inclinazioni, nonché reputi piacevole la sua compagnia. Effettivamente cosa è che completa non è immediatamente chiaro, ma pure può essere spiegato: sebbene ogni Guardiano provi o non provi determinate sensazioni, queste rimangono entro una sfera più distaccata, e conseguentemente troppo mistiche e misteriose da essere pienamente capite da altri. Nel momento in cui avviene una comprensione, proprio per la condizione di Completezza, l'altro si trova in accordo di sensazione, pertanto è portato a mostrarla al Mondo. Ecco che, allora, la sensazione del Guardiano si Completa, acquisendo la parte corporea, terrena, che Essenzialmente non possiede. La Completezza, pertanto, è relativa alla percezione in generale, non a quella dentro l'Essenza.

    Ora, vinto com'era dalla Completezza, Amarth non si curò di scegliere un posto dove dirigersi, piuttosto lasciando al Saggio il compito di guidarlo:

    -Ho fiducia nel tuo vagare, e nel tuo cuore, ché essendo tu Saggio giammai sarai in errore, e pure lo sbaglio si tramuterà in onore e Giusta gloria. Purché osservi Natura, il mio spirito sarà felice. A te la scelta di condurci dove meglio il tuo cuore esulta.-

     
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  7. -Arcobaleno-
     
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    -PROPOSAL-



    -Ho fiducia nel tuo vagare, e nel tuo cuore, ché essendo tu Saggio giammai sarai in errore, e pure lo sbaglio si tramuterà in onore e Giusta gloria. Purché osservi Natura, il mio spirito sarà felice. A te la scelta di condurci dove meglio il tuo cuore esulta.-

    Giocondo come un fanciullo in un negozio di dolciumi, Percival battè le mani entusiasta: per un'individuo di simile creatività, la scelta non era un onere, quanto più che un'esercizio di fantasia.
    Vi erano molti luoghi dove avrebbe condotto di buon grado il Celebliant, giacchè era convinto nel proprio animo di saper ciò che Egli anelava. E se rivisitar i luoghi del passato reca un certo piacere, condividere tale gaudio rendeva tutto ancor più lieto.

    Ma allora, su quale luogo sarebbe caduta la scelta? Vi erano interi mondi oltre Endlos, e intere regioni al di là dei domini della Dama Azzura. Ma perchè spingersi sì distante? Si risolse infatti, rimembrando la Casa degli Spiriti Silvani, che poco tempo tempo prima aveva visitato in compagnia dei suoi giovani allievi.

    - Vi è un luogo, poco distante da qui. Lo conobbi viaggiando con i miei fanciulli: esso si trova a
    Fanedell...Gli Spiriti Silvani lo custodiscono. Una flora magnifica lì impera su tutto, e la Natura ne fa il suo regno prediletto. Se l'abbraccio di Madre natura è ciò che anelate, forse questo luogo potrebbe soddisfare i vostri desideri. -


    Disse, sperando di aver reso con le parole ciò che solo il Cuore poteva rendere. In ogni caso, Altri luoghi già affollavano la sua mente, in caso di diniego.


    Edited by -Telescopio- - 9/8/2010, 13:59
     
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    Vi era nella voce di Percival qualche stilla della saggezza che covava dentro, cosicché persino il suono delle sue parole diveniva giusto e Destinato, e lo Zero che molto apprezzava il Bardo finiva con l'essere ammaliato dalla grazia dell'espressione di questo.

    -A lungo ho desiderato camminare nuovamente per i boschi dell'Est, ma il compito che devo assolvere sempre ha impedito che io mi trattenessi troppo a lungo fuori da Palanthas. Oggi ho avuto una concessione, ché il Sapere resta dormiente.-

    Parlò con la vacuità caratteristica dell'Essenza, pure che questa fosse avvolta come in un alito d'un certo piacere, e allora parve che l'armonia di toni s'incrinasse appena.

    -E sia. Verrò con te sin nel più profondo di Fanedell, se lì giace il luogo che volevi mostrarmi.-

    Vi fu un innocuo silenzio da parte del Celebliant, che precedette l'ultimo suo rivolgersi al Saggio:

    -Molte sono le cose che stanno prendendo forma presso i muri dove io dimoro, e molte altre vengono pian piano scoperte. Sento il nostro potere accrescersi, e presto le altre Vie si copriranno, è solo attesa che serve.-

    Effettivamente, ciò che Amarth aveva detto trovava un certo riscontro, perché forse egli più di tutti avvertiva i cambiamenti di marea tra le forze del mondo, e qualcosa bisbigliava dentro il Guardiano ed egli era in un certo senso scosso, come se ogni giorno aspettasse sorprese all'orizzonte.

     
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  9. -Arcobaleno-
     
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    -DEPARTURE-



    -E sia. Verrò con te sin nel più profondo di Fanedell, se lì giace il luogo che volevi mostrarmi.-

    Fu con un sorriso soddisfatto che il Bardo accolse la risoluzione del savio compagno; già pregustava la contemplazione della Natura in quel di Fanedell, un piacere accresciuto dal diletto della compagnia, giacchè il segreto della felicità è la Condivisione.

    - Sarà un piacere farvi dono di quelle bellezze, e non renderò vana la vostra assenza dagli scranni di Palanthas! -

    -Molte sono le cose che stanno prendendo forma presso i muri dove io dimoro, e molte altre vengono pian piano scoperte. Sento il nostro potere accrescersi, e presto le altre Vie si copriranno, è solo attesa che serve.-

    Gioì di quella rivelazione, poichè ben sapeva che fra loro Amarth era assai sensibile ai mutamenti del Fato, e alle correnti del Tutto e del Nulla. Tenuto conto della fiducia che Percival riponeva nel loro progetto, nulla poteva rallegrarlo di più che il successo delle loro azioni: ad ogni Via che avesse trovato il suo Custode, la luce dell'Est sarebbe divenuta ben più luminosa, dischiudendo per tutti la strada di un futuro migliore.

    - E allora, prego che questa giornata d'ozio diventi un modo degno per ingannare questa. D'altronde, secondo gli antichi, i pensieri più nobili sorgono proprio nei momenti di quiete e riposo. E chissà che il Fato non ci riservi nuovamente sorprese... -

    Concluse, più che mai lieto dell'imminente scampagnata, quasi fosse un fanciullo allla sua prima gita scolastica.
     
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    Sempre il Bardo sorrideva, e forse persino nella buia rovina avrebbe avuto coraggio e potere di farlo, e lo Zero ne sarebbe rimasto colpito, perché raro era colui che non mutava con gli eventi, raro poco meno della venuta di un Guardiano.

    -Andiamo, allora. Sento il desiderio del bosco,e forse, come dici tu, quest'oggi potremmo ricevere gli appelli della Sorte.-

    Non disse altro, piuttosto attendendo che Percival si muovesse, così da poterne seguire la Saggia guida, e camminare entro le meraviglie che il bosco covava, lo stesso bosco entro il quale lo Zero non aveva mai osato addentrarsi più del dovuto, non essendo Natura il suo primo conforto.

     
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  11. -Arcobaleno-
     
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    -LEAVING?-



    -Andiamo, allora. Sento il desiderio del bosco,e forse, come dici tu, quest'oggi potremmo ricevere gli appelli della Sorte.-

    Poi tacque, il Custode di Palanthas, in attesa probabilmente dell'iniziativa del Bardo. Con un gesto giocondo del dito, comunicò ad Amarth di protar pazienza, ed attendere per una manciata d'istanti: fece ritorno velocemtne alla bancarella, trafficando in una sacca anonima quanto consunta.

    Vi fu fruscìo di incartamenti, finchè non ne trasse fuori, trionfante, una pergamena dall'aspetto esotico. Dopodichè trotterellò nuovamente verso Amarth, esibendo quel liso foglio.

    - Scusate l'attesa, ma è sempre meglio portarsi dietro una buona mappa, anche nei pacifici reami dell'Est! -

    Disse, visualizzando già nella mente il percorso più caratteristico ed agevole per godere delle bellezze di Fanedell.
     
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    Era così complessa la via per il Bosco? Tante insidie, tanto smarrimento covava Fanedell? Oppure il luogo scelto dal Bardo era per propria natura celato ai più, raggiungibile solo in determinate condizioni? Poco importava al Guardiano, ché la loro Saggezza era grane e potente, ed ogni ostacolo si sarebbe tramutato in leggero pensiero, ed il Destino guidava ogni loro passo.

    -Non vi è ulteriore attesa, ora che tutto è stato preparato e preso.-

    Ecco che il Ramo centrale s'acquietò, attendendo che Symphonia muovesse il primo passo, per seguirne la dolce nota verso qualsiasi sentiero questa decidesse di risuonare.
    Forse il Destino avrebbe mostrato loro creature e ambienti, spingendoli ad osare e conoscere, forse ancora una scura trappola covava nel bosco, o forse non vi sarebbe stato nulla di diverso da una semplice visita. Qualunque fosse stato l'esito, Celebliant e Bardo avrebbero percorso le proprie strade, che da qualche tempo avevano iniziato a mescolarsi, e molto, in verità, Erelamarth ne riusciva a gioire.

     
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  13. -Arcobaleno-
     
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    -LET'S GO!-



    Certo, una mappa di Fanedell compelta, per quanto lui sapesse, non era mai stata tracciata; ma in linea di massima, visto le sue scarse doti d'orientamento, non si sarebbe mai fidato a partire così allo sbaraglio. Voleva altresì evitare disagi e figuracce con Amarth, che tanto bramava di godere quelle bellezze naturali.

    -Non vi è ulteriore attesa, ora che tutto è stato preparato e preso.-

    Rimase in attesa, la mente dei Saggi ancor in via di nascita, attendendo pazientemente il prim opasso del Custode delle Arti musicali.
    Cosa avrebbero trovato con esatteza, in realtà, anche il Bardo lo ignorava: tante e troppe erano le meraviglie di Fanedell, e sempre nuove. Ma in fondo anche la sorpresa era parte della Magia della Scoperta, e ciò avrebbe unicamento reso più dilettevole il viaggio.
    Alzò il braccio con fare fanciullesco, prima di gridare a gran voce:

    - SI PARTE!!! -

    Poi s'incamminò, rallegrato e rassicurato dalla presenza del Destino con sè.
     
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12 replies since 4/6/2010, 16:56   174 views
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