Stella cadente? (III)

Incontro con l'Alfiere Errante

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    Era mattina...
    nè troppo presto, nè troppo tardi.


    Si sa che le donne adorano farsi attendere, oppure semplicemente impiegano troppo tempo ad agghindarsi per apparire belle agli occhi degli uomini. Anche Drusilia era così, a volte. C'erano giorni, però, in cui si domandava il perchè di tutto quel voler apparire, lei che ultima della sua stirpe aveva la missione di rendere vive nel mondo l'umiltà e la semplicità, oltre che proteggere gli esseri umani. Soprattutto si chiedeva perchè darsi delle arie, lei che era un naufrago in terra straniera.

    Ed ora?


    Nonostante si fosse trattenuta più del dovuto a letto, aveva fortunatamente recuperato il tempo indossando gli abiti del giorno prima rapidamente, dopo essersi lavata, e lasciando la chioma castana spettinata al vento. Ormai, infatti, nonostante perdesse anche ore nel passarsi la spazzola tra i capelli, essi prendevano perennemente vita al primo soffio di vento, intrecciandosi fra loro e vagando liberi e leggeri nell'etere come piccole ballerine danzanti. Restava solo capire cosa fare esattamente per ottenere un ricevimento. Dunque, con aria un pò perplessa, dopo aver atteso un pò di tempo nella speranza che qualcuno venisse a chiamarla, spalancò la porta della sua camera per poi rivolgersi cortesemente a una guardia rimasta sull'uscio a sorvegliare.

    -Ehm... mi perdoni.
    Sono la ragazza precipitata dal cielo questa notte.
    Senta ehm... per caso sa se devo attendere la chiamata di qualcuno
    o devo recarmi io stessa da qualche parte?
    Sa...non sono pratica di queste cose...


    Rimase lì in attesa di risposta.

     
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    Le guardia in livera scura dovevano aver sentito la loro sorvegliata avvicinarsi dalla porta da qualche istante, perchè, come quella aveva messo il naso fuori dalla porta, entrambi erano già voltati nella sua direzione, per niente sorpresi di vederla.
    Erano gli stessi che l'avevano scortata meno di una manciata di ore prima.

    Il giovane ufficiale che rispondeva al nome di Kaal sorrise alla Dama del Vento, amichevole, seppure ancora visibilmente guardingo. Non le era mai sembrata una possibile minaccia, ma era un soldato, e stava all'erta per professione.

    Ben svegliata, madonna Galanodel. Spero abbiate riposato bene.
    Attese un attimo, accompagnando il suo saluto con un composto cenno del capo.

    Niente di tutto ciò..
    continuò, rispondendo alla donna
    ..il vostro rocambolesco arrivo, come penso possiate immaginare, ha scatenato parecchie reazioni.
    L'Autocrate in persona, informato della cosa, ha disposto che gli siate presentata appena possibile.


    Sorrideva ancora. Era abbastanza evidente che nessuno le avrebbe fatto fretta : forse era un modo per metterla a suo agio come signora. E' sempre stato piuttosto controproducente mettere ansia ad una signora dopo averla invitata a comparire dinnanzi a qualcuno.
    Ci sono tempi da rispettare, dicono.

    Vi prega di fargli compagnia per colazione..

     
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    La guardia diede la risposta più ovvia ma che lei, presa come era dalla sua condizione, dal precedente viaggio, dai precedenti incontri ed infine dal sogno di quella notte, non sarebbe riuscita a formulare.
    Tuttavia non ci fece poi molto caso, e questo non perchè fosse indifferente, ma semplicemente si rese conto di avere anche altre priorità, oltre al risolvere quella situazione.


    -E beh?
    Che stiamo aspettando allora?

    Il suo non era un tono autoritario -anche perchè non ve ne era motivo alcuno- ma gioviale.
    Lo guardò sorridendogli, come per rassicurarlo delle sue buone e non offensive intenzioni.
    In contemporanea, si sentì un leggero mormorìo provenire dal suo stomaco.


    -In effetti una colazione è proprio quello che ci vorrebbe!
    Qualcuno mi fa strada?

     
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    Guardia di Porta.


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    Il corpo di guardia non aggiunse altre parole; l'ufficiale semplicemente si inchinò sorridendo alla giovane donna, facendole un cenno ampio con il braccio, indicandole di seguirlo, scendendo lungo il corridoio.
    In poche decine di passi sarebbero arrivati alle porte della sala in cui di solito, l'Autocrate si trovava al mattino.

    Gli uomini della milizia si fermarono entrambi, quasi nello stesso istante, mentre il giovane Kaal allungava la mano guantata alla porta di legno chiaro, a doppio battente.
    Dall'interno, la serie di rumori smorzati si fermò per qualche momento, mentre l'eco dei colpi delle nocche del soldato risuonava.

    Avanti, avanti.

    La voce, pure quella, era attutita, ma pareva cordiale, come se il proprietario della stessa fosse assolutamente lanciato in fantasmagorici divertimenti mattutini.
    Il corridoio profumava di frittelle e caffè.

    La porta venne scostata, Dama Galanodel invitata ad entrare con un cenno composto del capo.

    Coraggio coraggio, altrimenti si fredda tutto..

    Non più smorzate dalla presenza del legno, le parole provenienti dalla sala suonarono musicali.
    Il, presumibilmente, padrone della città galleggiante di Laputa sembrava realmente molto in apprensione per l'eventualità di dover mangiare una colazione raffreddata.

     
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    Doveva star calma.
    Doveva rimanere composta.

    Doveva farcela, nonostante quel fastidioso nonchè facilmente udibile gorgoglio proveniente dal suo stomaco. Insomma, era necessario un pò di ritegno... anche se, effettivamente, non metteva qualcosa sotto i denti dalla mattina del giorno prima. E di energie ne aveva spese parecchie! A parte due viaggi dimensionali, quasi come fossero patatine, poi una nemica da sconfiggere che, dopo averla imprigionata, l'aveva quasi uccisa, poi altri incontri, poi la caduta su Laputa ed infine una notte "difficile" e davvero poco riposante nonostante l'apparente comodità del letto. Ebbene sì; non solo aveva evidentemente dormito male, considerando che si era svegliata stanca ed agitata, ma aveva anche fatto un sogno ancora più assurdo, dove c'erano gatti parlanti che le davano brutte notizie. Come se la sua vita fosse stata una passeggiata nel mondo di caramelle e zucchero filato.

    GRRRRRRRR
    ...

    Inutile, quell'imbarazzante rumore continuava, e quando ne ebbe la possibilità, dopo aver salutato tutti i soldati con un lieve gesto del capo, accompagnato da un dolce sorriso, entrò in quella sala da cui proveniva un inconfondibile odore di frittelle e caffè quasi ipnotizzata, tuttavia ben attenta a tirarsi indietro la pancia, nella speranza di mettere a tacere il fastidioso gorgoglio.

    -E' permesso, Sire?

     
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  6. Raylek
     
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    Il locale sembrava in tutto e per tutto una sala mensa, anche se un tantino atipica.
    La parete di fondo era costellata da una serie di finestre a sesto acuto aperte sul cielo, da cui penetravano come lame nel buio i raggi caldi del sole, dipanando le tenebre come solo un faro può riuscire a fare.
    Lunghi tavoli con le panche ingombravano il corpo della stanza, e sul fondo, impegnato a trafficare attorno ad un piccolo fornello alimentato da un fuoco di legno - che profumava l'aria con il profumo di resine bruciate, oltre che di cibo - stava un nanerottolo verde con un naso troppo lungo e due orecchie troppo enormi per stargli bene appiccicate in faccia.
    Era inoltre evidente che a quello sgorbietto mancasse un braccio, il destro.

    Non aveva alzato lo sguardo dalla padella con teneva per il manico di legno con la sinistra, mentre un grosso cucchiaio di metallo levitava rimestando qualcuno cosa ci fosse dentro.
    L'espressione del goblin era concentrata, ma sorridente.
    Tutto, in lui, dava l'idea che quello fosse il momento più felice della sua vita.

    Alle sue spalle, in principio ad uno dei tavolacci, stava una tovaglietta a quadri rossi e bianchi, di panno, su cui facevano bella mostra di loro un paio di ciotole, una brocca di latte evidentemente appena munto, sciroppo di zucchero in un recipiente anche lui di vetro, pane abbrustolito, frutta in un canestro, marmellata.

    Qui non ci sono "sire". Nemmeno uno.

    Il pelleverde aveva risposto pacato, senza sollevare il naso dalla stufa.

    Avvicinatevi, madonna Galanodel. Mi hanno parlato di voi, sapete?
    E, visto che sono un accanito sostenitore della teoria secondo cui sia giusto parlare sempre con tutti davanti ad un piatto ed un bicchiere - perchè ci si spiega sempre meglio a stomaco pieno - mi sono permesso di invitarla a mangiare con me.


    Solo allora si voltò, scrutando la donna con un largo sorriso stampato in viso, spostandosi con la padella verso il tavolo

    Su, mia cara.
    Abbiamo uova, pancetta, e un po di verza cotte.


     
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    CITAZIONE

    Qui non ci sono "sire". Nemmeno uno.


    Rimase immobile.

    Non era spaventata, sebbene fosse la prima volta che vedesse un goblin; no, nel mondo da dove proveniva non credeva esistessero. Più che altro era troppo presa nello studiare quella strana creatura tutta intenta a preparare la colazione. Quasi non credette che si trattasse proprio del potente Autocrate. Beh si, insomma... lo immaginava più, come dire... imponente. E invece no; era verde, bassissimo -che tenero!- e gli mancava il braccio destro -Povero piccolo!-, oltre ovviamente a possedere un naso e due orecchie sproporzionate secondo i canoni umani.

    Ma lei non era umana.

    In lui avvertiva inoltre il calore di un cuore perfino più umano delle creature che proteggeva, dimostrato ulteriormente dalla risposta poco prima giunta. Insomma, la sua prima impressione fu quella di una brava persona, e questo bastava per renderlo bello ai suoi occhi di Galanodel. Inclinò dunque la testolina su di un lato, sorridendogli amabilmente come solo lei sapeva fare.

    -Questo invito mi rende onore, tuttavia mi spiace di non essermi svegliata prima.
    Se sapevo che sarebbe stata così mi sarei permessa di venire a darle una mano ai fornelli.

    Parlò serena, mantenendo tuttavia la sua aria impeccabile. Nonostante ciò, per chi aveva un buon occhio, sarebbe stato abbastanza evidente il compiacimento della Dama a quella situazione. Ebbene si; adorava gli uomini che si mettevano ai fornelli e si, quella era la prima colazione "preparatale" da un uomo... in questo caso anche un signore che, anche se modesto, non avrebbe mai potuto cancellare il titolo di Autocrate dalla sua persona. O almeno...non così facilmente. Chinò dunque il capo in cenno di assenso, per poi accomodarsi al tavolo.
     
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  8. Raylek
     
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    Si lasciò strappare un sorriso mentre metteva in tavola, impiattando la colazione fumante.

    Dare una mano.
    Divertente, davvero.


    Sul volto del goblin non si trovava traccia di irritazione o chissà che altro. Era sereno, come può esserlo solo chi, senza pretese, invita qualcun altro a colazione, per mangiare uova e pancetta.
    Fece cenno alla giovane donna di accomodarsi, prendendo posto di fronte a lui, posandola davanti un piattone pieno di cibo.

    Coraggio ragazza. Il tuo stomaco sembra piuttosto sicuro che ha voglia di mangiare.
    Perchè no, non aveva evitato di cogliere il gorgolio della pancia della giovane dama.
    Così mi puoi raccontare come sei capitata sulla mia isola.
    Ho avuto il rapporto dalla Guardia, ma preferisco pur sempre i racconti di prima mano..



     
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    Solo allora comprese di aver fatto una brutta, orribile battuta.

    E questo fu dimostrato dal colore roseo che le gote pallise assunsero dopo il primo commento del goblin. Il suo istinto le suggerì di guardare verso il basso, tuttavia si era ripromessa di assumere un atteggiamento più risoluto. Increspò dunque le labbra rosse, prima di sedersi al tavolo.

    -Beh... diciamo che non lo so nemmeno io esattamente come sono giunta qui.
    In effetti non so neanche esattamente dove mi trovo.
    So che si chiama Laputa.
    Ma il resto è solo buio.


    Poi un sospiro leggero, e l'aria intorno a loro sembrò muoversi leggera, come per magia.
    Poi ricominciò.

    -Provengo da un'Accademia di Hunters, e quando me ne sono andata via ho deciso di percorrere una "via alternativa", suggerita dal mio maestro Owl. Non so esattamente dove si trova, so solo di essermi trovata in una dimensione strana, direi onirica considerando che mi son dovuta scontrare con una mia vecchia conoscenza, che in genere appare solo nei miei sogni.
    In ogni caso, sono stata salvata da una fanciulla bionda che portava il nome di Kora, prima di sentira una mano provenire dal basso afferrarmi la caviglia e trascinarmi fin qui.


    Solo quando ebbe finito, si rese conto che, molto probabilmente, l'Autocrate l'avrebbe presa per matta; e fu allora che cedette all'istinto, abbassando lo sguardo imbarazzata.


     
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  10. Raylek
     
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    Con un colpo di mano il goblin aveva messo sotto al naso della giovane impegnata nel racconto una dose generosa di cibo.
    Il profumo era decisamente buono : senza vanagloria, quella mattina aveva fatto capolavori, in cucina.

    Senza dire una parola, poi, si era alzato dal tavolo tornando verso la stufa, mentre la giovane Drusilia abbassava lo sguardo.
    Dal piano di ghisa rovente aveva tratto un grosso bollitore sporco di fuliggine, completamente colmo di caffè nero, speziato.

    Solo allora, con un grosso sorriso, l'Autocrate di Laputa era tornato a sedersi al tavolo della colazione, rovesciandosi nella tazza di coccio una generosa porzione di caffè.

    Mica male come avventure.
    Per un pezzo ho creduto di aver avuto io un arrivo piuttosto rocambolesco, ma anche tu, ragazza, mica scherzi..


    Una grossa cucchiaiata di uovo strapazzato era svanito tra le fauci del goblin, che masticava sorridendo sempre più soddisfatto e tronfio.

    L'isola di Laputa è l'ultimo presidio apparso ad Endlos.
    A quando posso spiegarti in due parole, siamo in una specie di sacca di realtà del tutto diverse e disomogenee tenute insieme dal caso. Dal puro caso.
    Ogni tanto le forse primordiali della Grande Tempesta rapiscono cose dai multiversi. A volte regioni dei mondi, complete di città ed animali, a volte persone singole.
    A volte "altro" che non sono ne persone ne cose..


    Sembrava il pelleverde stesse cercando di essere il meno enciclopedico possibile, raccontando quanto sapeva alla giovane donna seduta di fronte a lui riguardo Endlos e il Maelstrom.

    A Raylek però, nonostante tutto, premeva proprio sapere una cosa.

    Che intendi fare ora?

    chiese, asciutto, che se lui non fosse stato un Alfiere di Endlos e lei una prigioniera tratta agli arresti, seppur trattata con i modi più riguardosi.

    ..oltre che mangiare la tua colazione, intendo.

     
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    Rimase lì a fissare quel ben di Dio educatamente prima che l'Alfiere si sedesse. Lo stomaco faceva ancora i capricci, tuttavia lei continuò a stringere gli addominali nel tentativo di soffocare quella presenza sgradevole. Almeno fino a che non fosse giunto l'Alfiere. Allora si che iniziò a mangiare, con gusto a dire il vero. Il cibo era buonissimo, reso ancora più speciale da uno stomaco vuoto da più di un giorno. Dunque finalmente poteva considerarsi soddisfatta, ed il suo buonumore salì a tal punto che quasi dimenticò il sogno fatto la notte precedente. Ovviamente quasi, poichè difficilmente si poteva dimenticare quello che aveva passato.

    Nonostante ciò fu ben attenta a non alzare lo sguardo, fino a che il piccolo goblin non ebbe modo di dirle che anche lui aveva compiuto un viaggio turbolento.
    E che quello in cui si trovavano era una sorta di mosaico di pezzi di mondi.
    Bene.
    Non era pazza.
    Dopo questa constatazione, alzò lo sguardo.

    Iniziò ad osservare la creatura pensosa, forse impegnata a formulare una qualche risposta alla domanda che le aveva appena rivolto. Beh, in effetti lei era li e... boh. Era lì e basta, ed in effetti quando aveva programmato la sua partenza in Accademia aveva deciso di non avere una vera e propria meta. Doveva solo ritrovare Yang, tuttavia qualcosa le suggerì che con buone probabilità anche lui era lì, e se non lo era non sarebbe comunque stato saggio per lei spostarsi troppo, oppure si sarebbero rincorsi a oltranza senza mai incontrarsi. E' vero che erano entrambi immortali... ma non giustificava di certo la cosa!


    -Io...
    Sussurrò appena.
    -... non ne ho la più pallida idea!
    Affermò trionfante.

    Beh?
    Così strana come risposta?
    Infondo era solo la verità.

     
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  12. Raylek
     
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    L'uovo sparì in pochi istanti, così come il resto della colazione.
    Per quanto piccolo, il mostriciattolo verde divorava il cibo che aveva davanti come solo una grande bestia mitologica avrebbe potuto fare.

    Bhe, non è così male.
    Un punto di partenza decisamente comodo.

    disse alla donna, ficcandosi di traverso il cucchiaio in bocca, per leccare via anche le ultimissime briciole.

    Pensa : non sapendo cosa vuoi fare - o puoi fare, c'è la possibilità di fare praticamente di tutto!

    Il pelleverde espirò profondamente, producendo qualcosa di molto simile ad un sospiro.
    Trovò una nuova posizione sulla seggiola, scostandosi di qualche spanna dal grosso tavolo di legno, in modo da poter vedere alle sue spalle il vasto cielo turchese e bianco che entrava dalle grandi finestre senza limitazione alcuna.

    C'è così tanto che si può fare, se solo si vuole..

    l'Autocrate sembrava aver smesso di parlare con la donna in quel momento.
    Parlava più per se stesso, che per lei, ma si riscosse, riprendendosi subito.

    ..ma dimmi, come hai passato la notte? Spero la Guardia non ti abbia torchiata troppo, nell'interrogatorio di ieri notte.

     
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    -Diciamo che questa affermazione è vera solo per metà.

    Come tutto ciò che le riguardava, del resto.
    Lei, sempre a metà tra vittoria e sconfitta.
    Tra umano e divino.
    Tra odio e amore.


    In effetti si poteva dire che la sua vita era piuttosto variegata, per quanto fosse tragica, ovviamente. Mai come allora poteva considerarsi una nullità; un essere che per un motivo o un altro si era ritrovato in un guazzabuglio di frammenti di più universi, senza che il propio nome volesse più dire qualcosa, senza casa, senza famiglia, senza amici, senza lavoro.

    In lei ora era rimasta solo la sua coscienza di esistere.
    Nè più nè meno.

    Rimase lì in silenzio, come se stesse riflettendo sul suo stesso intervento, mentre con la mano candida accarezzava il ventre nel ricordo della notte precedente. Si sentiva strana. Ma forse era solo un'impressione, oppure tutto quel trambusto. Infondo era stato solo un sogno. Un sogno.


    -Io... io ho... si, ho dormito bene.

    Non ne era del tutto convinta.

    La risposta alla seconda domanda fu più repentina.

    -Ah, no, sono stati gentilissimi, tuttavia fermi e severi.
    Sono stati addestrati egregiamente direi.
    Tuttavia mi sorge spontanea una domanda.
    Esiste solo questo tipo di milizia cittadina, oppure ci sono anche altri soldati specializzati?

     
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  14. Raylek
     
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    Che domanda curiosa, per un incontro a colazione, soprattutto considerando il fatto che chi la poneva era una perfetta estranea, precipitata in città.
    E nemmeno in un punto a caso della città : al mastio.

    Eppure al goblin non dava proprio l'idea che quella ragazza così particolare potesse essere una spia, ne un nemico.
    Di nemici ne aveva parecchi, in realtà.. ma no, non era possibile.

    In realtà abbiamo parecchie unità della Guardia di Laputa che lavorano con vari compiti per la città.
    Fanno servizio d'ordine, difendono il Mastio - come avrà potuto vedere - pattugliano i nostri confini, sia qui che a terra..


    Ci pensò sopra ancora per un attimo, prima di termianre la sua risposta

    ..ma no, credo proprio che non esista ancora nessun corpo militare o paramilitare specializzato, sull'isola.
    Certo, se non consideriamo l'Hati o l'equipaggio della SbriciolaCielo, ovviamente.


    Informazioni corrette, in realtà. Quello che però Raylek nella sua franchezza poteva aver dimenticato era che la straniera difficilmente avrebbe potuto sapere cosa erano l'Hati, o la Sbriciolacielo.

    Bhe, avrebbe fatto altre domande, ottenendo le dovute risposte.

     
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    La Dama ascoltava tutta interessata.

    In effetti era un pò strano che una damina bella e composta come lei si interessasse a roba militare, tuttavia il goblin sembrò non farci molto caso. Meglio così. Non sarebbe rimasto sconvolto nel vederla all'opera. In effetti le dava sempre qualche problema combattere, più che altro perchè nessuno in genere riusciva a immaginarla con una spada ed un arco, intenta a creare tornadi e lanciare saette.

    Si, forse era meglio tenere quel particolare tutto per sè,
    almeno per il momento.

    -Bene... capisco.
    E chi sarebbero questi Hati?
    E la sbriciolacielo?
    Dal nome sembra una sorta di macchina volante, o sbaglio?

    Davvero tante domande, ma pronunciate con una semplicità, curiosità ed innocenza di una bambina. In effetti se fosse stata una spia avrebbe trovato sicuramente metodi più consoni per far parlare l'alfiere; o almeno lo avrebbe fatto con più... si, insomma... stile.

    Sorrise candida, in attesa della risposta.

     
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27 replies since 21/6/2010, 01:50   447 views
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