[CSV] Cercando la Verità.

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  1. Frøzen
     
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    Non era la prima volta che Solarial entrava nella biblioteca di Palanthas. La prima volta era stata accompagnata da Evangeline, quella ragazzina tutta brio che l'aveva gentilmente ospitata - e che lo stava facendo tutt'ora dato che non aveva posto dove stare - e in seguito era tornata molte altre volte. Le Vesti Blu che passeggiavano per la biblioteca erano ombre inavvicinabili per lei, e le scansava ormai con sicurezza. Aveva imparato ad orientarsi lì dentro, e ormai sapeva cosa cercare.

    Le prime volte i risultati delle sue ricerche erano stati pessimi, per non dire tragici. Era sempre uscita depressa da quel luogo profumato di carta e inchiostro, così lindo e ordinato. Questa volta aveva intenzione di uscirci con delle risposte e delle certezze.

    Aveva capito che cercare qualcosa su di sé non l'avrebbe portata lontano. Passava quindi in quel momento per il reparto dedicato alla religione, alla filosofia e all'occulto, camminando con un timore reverenziale fra le alte librerie, alzando il naso ogni volta che, in cima, le sembrava di scorgere un titolo interessante - qualcosa che riguardasse quel maledetto del Custode, che era finalmente riuscita a rinnegare. La ricerca finì per portarla sempre più verso angoli remoti, dove nemmeno le Vesti Blu sembravano passare; i libri di quella zona sembravano più consunti, anzi, per meglio dire apparivano proprio antichi. Non aveva nemmeno il coraggio di prenderli in mano per il timore che potessero polverizzarsi - e poi chi le avrebbe sentite le guardi del luogo, eh? Probabilmente non le avrebbero più fatto rimettere piede lì dentro.

    Per non indispettirle aveva anche provveduto a legare sempre bene la Masamune al fianco, in modo che non facesse rumore mentre passo dopo passo consumava il suolo di Palanthas. Anche in quel momento teneva una mano sulla cima dell'impugnatura, come se stesse cercando di calmare un cane particolarmente agitato.
    Qualcosa, effettivamente, si stava agitando in lei e la portava sempre più verso le profondità di quel luogo. Una forza misteriosa simile a quella esercitata dal Custode...

     
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    Invero nessuno mai s'era spinto tanto prossimo alla porta d'iride, dimora del Guardiano Zero presso l'Est, eppure quel giorno avvenne qualcosa che mai egli avrebbe immaginato: sempre minore era la distanza fra l'eterno ed uno straniero, catturato dall'antichità dei testi sotto la custodia dell'Essenza, gli unici, forse, in grado di rispondere esaurientemente ad ogni domanda lo spirito mortale si ponesse. Ad ogni modo, addentrarsi in quell'antro, pure che non fosse vietato da alcuna legge interna al palazzo, era cosa rara, perché ogni altro s'accontentava di ciò che era ben visibile, evitando ciò che, invece, rimaneva più nascosto.
    Quello straniero non era sazio, non aveva trovato compimento dai facili testi dell'ingresso, e cercava cose più profonde, e di meno immediata comprensione, tanto da portarla presso la porta.
    Ecco che, allora, questa si spalancò, fiera e calma, e ne uscì il legittimo Custode, vuoto nello sguardo e nel volto, iridescente nell'argenteo abito, così come nei capelli e negli occhi che, come la veste, alla base erano dipinti d'argenteo grigio.

    -Chi, in questo palazzo, ha coraggio e desiderio di farsi prossimo alla santa porta dietro la quale io che sono Sommo Custode sono solito dimorare? Forse gli altri volumi non erano abbastanza, forse desideri incontrare chi detiene il potere presso queste mura?-

    Pure che le sue parole potessero apparire severe, e quasi contrarie alla venuta dello straniero, in effetti non erano altro che espresisone della grande incredulità del Guardiano, che mai aveva potuto osservare qualcuno avvicinarsi tanto al cuore del ramo da egli stesso presieduto e incarnato.

     
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  3. ControDestino
     
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    Attimo di silenzio.

    « TU! »

    Fu un ringhio quello di Solarial. La giovane aveva portato immediatamente le mani alla spada, aggrottando la fronte e digrignando i denti. La collera e la furia per quell'incontro decisamente inaspettato in un posto del genere erano ben visibili negli occhi della inconsapevole Versus, che pensava che il Custode fosse venuto fin lì per mettere in atto le sue minacce. Non sarebbe riuscito a riportarla sui suoi passi, avrebbe scritto lei, da sola, il suo vero Destino.

    Nel momento in cui si trovò a squadrarlo, però, notò che il Custode sembrava aver assunto un aspetto che apparentemente disprezzava: quello di un essere umano, un uomo. Fece una smorfia, allentando la presa sull'impugnatura della Masamune mentre lo squadrava sprezzante. Lo scrutò per un millesimo di secondo, cercando di ricordare anche le parole che aveva pronunciato.

    « Hai per caso deciso di mettere in atto le tue minacce contro di me?
    Hai deciso di tornare a prendermi, perché sono il tuo avatar, Custode? Ti ho già detto che il mio Destino lo scriverò da sola!
    »
    affermò sicura di sé, mentre fissava quei mille colori alternarsi su di lui, come quando si trovavano in sogno.
    « E se è vero che sei anche il Custode di questo luogo, allora significa che da ora in poi comincerò ad evitarlo come la peste, quant'è vero che il mio nome è Solarial Berry. »

    Si sa, la furia rende ciechi anche i migliori. E il fatto di trovarsi davanti qualcuno che rassomigliasse così tanto un essere che detestava dal profondo non l'aiutava certo a ragionare.

     
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    Come osava una sciocca mortale oltraggiare un eterno? E non uno qualsiasi, bensì il più elevato fra i Quattro Guardiani! Dov'era l'autorità in lei tale da concederle quest'assurdo privilegio? Chi mai le aveva instillato nel cuore una tale arroganza? Con quale sporco linguaggio gli parlava, e sembrava conoscerlo! Possibile che la memoria di Amarth fosse tanto deteriorata? Oppure ella conosceva il precedente Zero, non essendo mortale? Ad ogni modo, giammai si tolleri presso Palanthas una simile perversione,e ciò che si mosse sul Guardiano fu la rubra rabbia della donna, e la sua nigra furia.
    Allora tutto in lui mutò, e l'armonia di tinte venne meno, sporcandolo di fiamma e abisso, e dove risplendeva l'iride, ora solo un intreccio di rosso e nero dimorava, che aveva reso il Guardiano mescolato e confuso, essendo quei sentimenti così insicuri ed istintivi: non vi era ordine, solo caos per il suo corpo, macchiato, più che tinto, di nero e di rosso; persino gli occhi, che di norma assumevano un colore ciascuno, ora erano confusi in oscure fiamme. Ad ogni modo, la forza di quelle emozioni fu tale che pure nel cuore dello Zero queste s'insidiassero, e che d'una scura rabbia lo indussero a parlare, ma a questo pure sancì un termine, arretrando dalla donna fino a che non avesse superato i cinque metri. Solo allora, tornato a splendere d'iride argentata, prese parola:

    -Come puoi scagliarti contro la mia persona? Tu, che neppure ho visto mai! Quanto grande è la tua cieca arroganza? Come solo osasti sporcarmi della tua rabbia così primordiale ed istintiva? Dov'è il danno che ti promisi, mortale? Credi forse che il mio compito su questa terra sia curarmi delle sofferenza delle creature? Il Destino non porta alcuna di queste in odio, né in amore, poiché ognuno Riceverà guadagni e perdite, in egual misura. Né tu sei fortunata o sfortunata più di altri che ora vivono.-

    Tuonò, possente nel tono quanto della fiera postura, al sicuro dalle emozioni altrui, protetto ad ogni modo dai grandi poteri della Biblioteca, ché più di tutti amava, essendo egli primo ed ultimo suo Custode, ché ogn'altro da quello dipendeva, e pure che fosse saggio al Guardiano simile, egli comunque riluceva in maggior misura. Più che la severità, nella vuota voce si riusciva a percepire un'infausta sorpresa, atroce nel suo mostrarsi, offensiva e spietata come poche lame sanno essere.



    SPOILER (click to view)

    Synchro



    "Destinato a non godere di una particolare sfumatura di carattere, il Destino ha fatto sì che Amarth potesse provarle tutte, senza però poterne conservare alcuna: questa è l'origine di ciò che spesso egli chiama "Synchro"..."

    Sia Amarth un'eterna voragine, entro al quale ogni emozione cadrà inesorabile. In un'area di 5 metri di raggio, ogni singola sensazione presente, sia questa di gaudio o ira, verrà percepita ed attirata dal Guardiano; una volte penetrate in lui, l'iridescenza che sempre lo contraddistingue cesserà, ed Eru Elen Amarth si tingerà del colore che ogni emozione rappresenta. Eppure, ben poco queste dimoreranno presso l'Eterno perchè, pur percependole, e tingendosi fin quando queste non saranno cessate, egli non potrà trattenerle: al contrario, infatti, Synchro farà sì che ogni percezione venga elargita all'abiente, inducendo chiunque si trovi nell'area di influenza a provare ciò che il Guardiano ha captato.

    CITAZIONE
    Nota1: quest'abilità prescinde dal volere di Amarth, pertanto non sarà il Guardiano a percepire le sensazioni, bensì la stessa Synchro. Ciò significa che, essendo sempre attiva, se nel raggio di influenza non vi è alcuna creatura capace di provare emozioni, Synchro userà lo spirito dello Zero come fonte di energia, se così si può dire. Non Potendo egli provare alcunchè, le sue vesti, i suoi capelli, i suoi occhi, sopracciglia ed arma risulteranno sempre ammantate di un'iridescenza, che si muoverà ondeggiando armonica per tutto il suo corpo.

    CITAZIONE
    Nota 2: E' implicito dire che Amarth può fungere da rivelatore di presenze: se questi cambia colore, significa che c'è qualcuno nel raggio d'influenza di Synchro

    CITAZIONE
    Nota 3: La potenza di canalizzazione di Synchro è tale da consentire al Guardiano di poter provare l'emozione intercettata

    CITAZIONE
    Nota 4: Come ogni altra passiva, se una o più creature sono protette da abilità o tecniche, Synchro non riuscirà ad intercettarne le emozioni.

    CITAZIONE
    Nota 5: Maggiore è il numero di emozioni assorbite in contemporanea, maggiore sarà il dolore mentale e lo stress provato dal Guardiano; nel caso poi, di un assorbimento eccessivo, ovvero di più di 10 emozioni questi, dopo vistosi effetti scenici quali tremolio e colori molto accesi sul corpo, sverrà.



    Analisi dell'abilità:



    Raggio d'azione: 5 metri

    Cambiamento cromatico:

    Tranquillità --> Azzurro
    Pace, Serenità --> Bianco
    Dubbio, Sospetto, Incertezza --> Giallo
    Invidia --> Verde
    Gelosia --> Arancione
    Amore, Affetto --> Rosa
    Rabbia --> Rosso
    Furia cieca --> Nero

    Odio --> Indaco
    Paura --> Grigio
    Sofferenza, Dolore ---> Marrone
    Tristezza --> Blu scuro
    Preoccupazione, Ansia --> Giallo ocra

     
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  5. ControDestino
     
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    Solarial osservò esterrefatta il cambiamento di quello che credeva essere il Custode delle Dimensioni, lo stesso che l'aveva mandata su Endlos per farne terra da conquistare. La forza con cui teneva stretta Masamune venne quasi del tutto meno. Cosa stava accadendo? Non aveva mai visto il Custode adottare un simile aspetto. Sol riacquistò un po' di vigore solo alla fine, tornando a stringere la katana. La sicurezza di prima, però, era sfumata, ed ora in lei risiedeva solamente il ricordo di essa, che cercò di alimentare con un tono duro e sprezzante.

    « Cosa ti succede, hai deciso di cambiare aspetto perché ti ho riconosciuto? »
    chiese con un sorrisetto.

    Quello però non le rispose. Anzi, prese a camminare all'indietro per allontanarsi da lei, come se fosse la sua stessa persona la causa di quel cambiamento. Ed effettivamente, una volta lontano, quel Custode riprese le sue sembienze, tornando a risplendere di mille e più colori. Ancora una volta stupefatta, Solarial lo guardò ad occhi sbarrati.
    Assistette alla sua risposta - composta più domande che d'altro - come vi assiste un osservatore esterno, tanto si sentiva fuori dal suo stesso corpo. La sua lingua assaggiò il sapore di quell'essenza: incolore; pareva un sapore incolore, qualcosa che riusciva a percepire ma non a definire, mentre un attimo prima aveva sentito sul palato il sapore della rabbia... Una rabbia identica alla sua, che animava ancora un po' le parole del Custode, ma trasformata in qualcosa di più tenue.

    Non capì del tutto quello che volesse dire. Scosse il capo, come per riprendersi da una sorta di trance in cui le sembrava di essere caduta durante il dialogo. Tutta quella situazione era... strana. E quell'essere non le dava esattamente le stesse sensazioni che provocava in lei la sola presenza dell'autentico Custode.
    Ha detto che non mi conosce..., ponderò. Forse era vero. Perché, altrimenti, quella strana reazione? Il Custode non aveva cambiato tattica nemmeno una volta per convincerla, sicuro della sua superiorità.
    Ma allora questo...

    « Chi sei, allora...? Possibile che tu non sia veramente quell'essere che vuole prendersi la mia libertà?
    Anche lui si fa chiamare Custode.
    »

    Era esitante mentre abbassava lentamente la lama.

     
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    Così il velo dell'ignoto andava sollevandosi, rivelando intenzioni e umori che lo Zero non credeva. Che qualcuno lo imitasse nel nome e nell'aspetto? Come osava una sciocca creatura confondere un eterno, pure che questo fosse simile a mille uomini? In verità, era cieco oramai il Mondo, e le vene di magica ancestralità che vi scorrevano s'erano ridotte secchi rigagnoli, e saggezza e memoria erano perse, obliate al pari di incubi dai quali liberarsi al più presto.
    Che fosse per sua mancanza o meno, il Celebliant s'incolpò di ciò, giacché fra i Quattro egli porta la Conoscenza profonda, ed il senso di potenza; pure, v'era nelle parole della donna qualcosa da appurare, ché era sì vero che il Guardiano non si curava delle pene mortali, tuttavia c'era del peccato nell'azione del Custode di quella, che voleva imporle un Destino; ma prima era buona creanza presentarsi.

    -Io sono Eru Elen Amarth, Fra i Quattro Guardiani lo Zero. Sono Destino e sono Caso, il Vuoto ed il Limite. Presso questa Biblioteca sono Custode di Conoscenza.-

    L'aura d'iride che la veste argentea emanava rifulgeva delicata e viva, e più che splendere avvolgeva tutta l'Essenza, esaltandola; pure gli occhi ed i capelli alternavano ogni colore, tenue e pallido come un ricordo lontano, eppure bello e fiero come un vecchio re.
    Eco che tornò a parlare, rivolgendo ora domande circa una più importante questione:

    -Chi mai osa mettersi al di sopra dello Zero? Il Destino non risponde ad altri che me, e ogni parola quegli sciatti imitatori pronunciano sia ora rivoltata contro di loro, ché più dell'arroganza è l'empietà il grave oltraggio che qualche anima possa recarmi.
    I più potenti in questo Mondo possono arrivare a Conoscere la Sorte di molti, ma solo il numero Zero ha il potere di cambiarla, riscrivendola completamente.
    Chi, allora, osa proclamarsi mio pari o superiore?
    -

    Svuotata d'ogni colore, l'emozione percepita dallo Zero s'aggrappava alla sua trascendenza, ché l'essere oltraggiati dall'empietà è invero un grande male da provare nel cuore. Eppure, ch'egli avesse o no il potere di vendicarsi, non avrebbe Potuto giammai attuare qualsivoglia maleficio, poiché lo spirito del Celebliant è neutrale e immobile. Egli però sapeva che il Destino stesso si sarebbe rivoltato al falso padrone, essendo quello una forza troppo grande e antica ed eterna da poter essere assimilata da altri che non avessero le stesse qualità.
    Presto o tardi, infine, tutto si sarebbe reso chiaro.

     
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  7. ControDestino
     
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    Solarial, a quel punto, prese la decisione definitiva: rinfoderò Masamune e incrociò le braccia al petto. Quello strano Custode l'aveva infine convinta, presentandosi come Custode di quella Grande Biblioteca. In realtà aveva elencato anche altri nomi, ma non di tutto Solarial era riuscita a capirne il significato. Per lei erano ancora parole vuote, e al momento, nonostante la curiosità che cresceva in lei, non le interessavano. La questione da risolvere era una, ora, e la più importante della sua seconda esistenza.
    Non aveva intenzione di divulgare la sua storia personale. Era stata sin troppo fiduciosa fino a quel momento, ma solo poiché lo era sempre stata di natura, sin dalla sua - prima - nascita. Quest'essere però, nonostante l'avesse convinta, era ancora sospetto per lei. Per questo se ne rimase a qualche passo di distanza, senza accennare a volersi avvicinare.
    Con i suoi profondi occhi castani, Solarial intercettò lo sguardo cangiante del Custode di Palanthas.

    « Non credo proprio che l'essere che mi ha portata qui sia solo un ciarlatano, signor Custode. »
    Eru Elen Amarth era un po' troppo lungo. E poi qual'era il nome, esattamente?!
    « Mi ha prelevata dal mio Mondo natio, mi ha lavata dai peccati commessi nella mia precedente via e mi ha fatta rinascere. Non credo sia un falso. Di sicuro, però, non controllerà il mio Destino - cosa che vuole fare, per l'appunto.
    Si fa chiamare Custode delle Dimensioni se le interessa.
    »
    Erano le uniche cose che era disposta a rivelare per ora.
    Che le desse un motivo per spingersi oltre, a quel punto.

     
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    Il triste specchio del più grande Destino s'era rivelato uno sciocco manovratore, superbo al punto da voler dettare legge su leggi già esistenti, create prima ancora che ogni altra cosa fosse stata fatta, e forse quelle leggi dormivano già nell'eternità, mai nate e mai morte.

    -Non contro i suoi atti è il mio sdegno, bensì contro la sua stolta maschera di possente: solo Eru Elen Amarth ha la dote di modificare ciò che Deve essere, e nessun altro. Sei stata soggiogata da uno sciatto imitatore, che crede d'averti solo attraverso vuote parole e falsi poteri. Ebbene, se tanto desideri conoscere il tuo Destino, io posso rivelarlo, e sarà inappellabile e certo; ma bada, il mio potere vede più in profondità nel tempo e nel sentimento, ed il tuo arrogante padrone non n possiede che una minima parte.-

    Avvenne, questo fu certo, qualcosa di strano fra quelle mura, e di nuovo: pure che, per sua stessa ammissione, lo Zero fosse sdegnato, ciò non gli impedì di rivelare alcune informazioni utili a suo parere, né desiderò mettere la donna alla prova; prima del rispetto, il Celebliant esigeva verità, pregando ch'ogni inganno venisse sciolto.
    Solo allora egli avrebbe potuto esigere qualcosa.

    Ecco che, allora, un'argentea luce si fece viva e presente, scivolando silente dietro l'Essenza; poi si mostrò, e agli occhi della donna comparve un cerchio dai bordi affilati lungo in cui diametro scorreva una banda metallica ondulata. Galleggiava nell'aria e ruotava, fedele arma del Guardiano e parte della stessa anima: Amarthrind, Cerchio del Destino.



    SPOILER (click to view)

    Amarthrind



    "Eterno è ciò che Amarthrind rappresenta per gli uomini, le bestie, gli spiriti...Per chi cammina sulla terra, vi strisci o vi nuoti...Per chi riposa al di sotto di essa, e per chi, invece, si tormenta...Per chi vola sopra di essa e per chi prega fuori da essa.."



    E' da una lingua ormai perduta che Amarthrind trae il suo nome che, se fosse coniato dai popoli odierni, vorrebbe dire "Cerchio del Destino"; tutto il potere di Amarth scorre in quest'arma, tutto il potere di un Guardiano, poiché quel cerchio non è altro che Amarth stesso, l'emanazione del suo ruolo: essere il limite al quale Bene e Male tendono per poi annullarsi nella perfezione del Fato incedente, del Destino e del Caso. E' il simbolo dell'unione, senza mescolanza, di quei due principi che plasmano il mondo e che incessantemente si rincorrono, scandendone i singoli eventi.

    Forgiato da un materiale ora scomparso, ha la capacità di scindersi in due metà che il Guardiano impugna come daghe: se, però, Amarthrind brilla di tutti i colori dell'iride e di nessun colore insieme, quando viene diviso ciò che è impugnato dalla destra appare più bianco, e ciò che ha in pugno la sinistra assume una luce di tenebra.
    Il Guardiano è in grado di muovere Amarthrind, con la sola forza del pensiero (supportata poi da indicazioni fornite dal movimento di braccia e mani), in un'area di 15metri di raggio Amarth, poiché questa è una parte di lui, nata dalla stessa Essenza che lo compone: ciò implica quando lanciato, effetto volutamente boomerang e la possibilità di rapidi cambi di traiettoria e direzione. Inoltre, questa passiva implica una condizione di "riposo" dell'arma (quando non stretta dalle mani dello Zero) in cui essa levita attorno al corpo del Guardiano, intera o scomposta.

    N.B.: quest'ultima azione non è utilizzata ai fini di counter né di difesa, ma solo per consentire al pg di avere le mani libere per poter usare le proprie tecniche


    image image

    Caratteristiche:

    Diametro: 1 metro
    Gittata: 15 metri
    Velocità: dai 20 ai 35 km/h
    Capacità: è comandata telepaticamente dal padrone entro un'area di 15 metri

     
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  9. ControDestino
     
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    Solarial tornò a guardare il Custode di Palanthas con un cipiglio deciso, senza abbassare lo sguardo. Si sentiva più seria che mai in quel momento. Senza forse rendersene conto, egli aveva toccato un tasto dolente. Molto dolente. Ma stavolta la ragazza riuscì a mantere un tono abbastanza calmo, cosa molto insolita. Cercò di spiegarsi al meglio.

    « Rivelarmi il mio Destino? No, grazie: sono dell'opinione che ogni essere umano debba crearsi da solo il proprio. I frutti delle mie azioni e delle mie decisioni costruiranno il mio cammino verso il mio vero Destino. Non mi servirebbe a nulla se lei, Eru Elen Amarth, me lo rivelasse ora: sarebbe come spiegare a un bambino ogni singola azione che compirà e i suoi perché fino al giorno della sua morte.
    Vivere la mia vita come vorrei viverla ora mi sarebbe impossibile conoscendo il mio Destino. Venire a conoscenza della propria fine, dello scopo ultimo della propria vita... No, non ho alcun desiderio di conoscerlo.
    »

    La comparsa della strana arma non l'aveva intimorita dall'esprimere la propria opinione - e dato che essa non sembrava avere intenzioni bellicose, lei aveva esortato la sua mano a non avvicinarsi all'elsa di Masamune per rispetto verso lo Zero. Era stata quella stessa opinione a liberarla dall'influenza di quel Custode, e in essa, sempre, credeva ciecamente. Non si sarebbe lasciata tentare da quell'essere, come forse avrebbero fatto altri.
    Sarebbe stato come vivere una vita vuota... Una vita vana.
    A quel punto gli sforzi fatti fino ad allora sarebbero risultati sprecati.

    Ora, però, era diventata curiosa.

    « Ma poi, signor Eru Elen Amarth, chi le dice che lei è l'unico nato con un potere simile? Può darsi che vi siano altri esseri simili a lei - o anche dissimili - in altri Mondi, tanti quanti essi sono... Ogni creatura, dopotutto, è differente dall'altra.

    Mi permetta inoltre di scusarmi in questo momento per quello che le ho detto prima: quello sfogo è stato istintivo. Le nostre visioni del Mondo potrebbero essere completamente diverse, ma porto rispetto ad ogni persona nello stesso modo, quindi mi sento in dovere di scusarmi... Anche per la possibile offesa che potrebbe arrecarle questa mia ultima domanda.
    »

    Non era abituata a quel linguaggio così forbito, Solarial, ma cercò di esprimere il suo rammarico per il suo precedente comportamento. Lo aveva scambiato con qualcuno che odiava e aveva reagito di conseguenza, ma si era dimenticata di scusarsi com'era giusto fare in caso di scambi simili. Era solo buona educazione, anche se farcita con il rispetto che si porterebbe a qualsiasi altro sconosciuto.
    Bisognava capirla: il suo stato d'animo si poteva paragonare a una macedonia in quel momento. Un vero casino, in pratica, non sapeva più cosa pensare in un certo senso. Per fortuna aveva ancora la sua fede e la sua determinazione a sostenerla.

     
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    Allora il Guardiano s'avvide d'una cosa, e gli parve quella essere giusta e combaciante con le parole pronunciate dal Solarial: l'oscuro imitatore le aveva recato gravi offese, lasciando nel suo cuore cicatrici forse indelebili, avendola scossa più di quanto un mortale avrebbe potuto tollerare; pure, però, ella avrebbe dovuto imparare una grande elione, ovverosia che il vero Destino, neutrale nel cuore e nell'azione, si trovava ora di fronte alla donna, e non nel suo passato. Credette inoltre, e qui si vide come il pensiero del Guardiano stesse mutando, che occorreva tempo per sanare un ferita del genere nella ragazza, e un'imposizione non avrebbe fatto altro che allontanarla da ciò cui l'Essenza desiderava farla prossima.

    -Conoscere il proprio Destino significa essere preparati per quando questo si compirà; ma scorgo in te un'ombra assai grande e opprimente, e finché non sarai pronta ad accogliere il concetto che porto io non ti forzerò, perché alcune cose è bene che il tempo le migliori, persino sapendo che il Destino è più forte di quello.-

    Restava, però, un'altra cosa a cui dare riposta, una domanda scomoda: non per la richiesta in sé, quanto per l sottile vena di diffidenza che il Guardiano aveva percepito, e ciò non gli piacque, non gli piacque affatto. Ad ogni modo, se desiderava far ravvedere la ragazza, certamente non avrebbe dovuto istigarla all'odio, né alla tanto nota diffidenza:

    -Prima del passato io esistevo, e prima ancora che tutto fosse fatto e chiamato col proprio nome. Se al mondo esistono poteri simili al mio, è perché da questi discendono, ché l'Essenza che sono è il Concetto di tali poteri, ossia la loro possibilità di esistere. Solo il Destino forse è più grande di me, perché fra noi due non so dire chi venne per primo, ma quando ciò accadde non vi era ordinamento nel Tempo, giacché pulsavo nelle braccia dell'eternità.-

    Amarthrind, intanto, galleggiava placido presso il Limite, girando lento e quasi a voleri incantare chiunque ne osservasse il tondo percorso, essendo un oggetto sì bello, che forse di simili mai erano apparsi nel cuore del Mondo.

     
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  11. ControDestino
     
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    Lo Zero non sembrò essere granché turbato dalla sua decisione di mantere una certa distanza da lui - anche più che fisica. Se anche lo fosse stato, però, non accennò nulla al riguardo; le parò con calma, rispondendo in una maniera che - ormai capiva - gli era propria a ciò che lei gli aveva chiesto.
    Solarial ascoltò con attenzione, senza però potersi esimere dall'esprimere i propri pensieri attraverso la mimica facciale - alzando un sopracciglio e riabbassandolo, alzando gli occhi al cielo o anche cambiando la posizione d'ascolto. In particolare all'ultima parte.
    Insomma, andava bene che erano in un mondo molto particolare ma... non poteva certo prendere per oro colato quello che lo Zero le stava dicendo - non tutto almeno.

    « Capisco... - credo, almeno. »
    affermò. Poi annuì a un proprio pensiero.

    « Quindi in pratica è come se il Destino fosse... suo fratello maggiore?
    Mi scusi, ma per me questa conversazione è così... irreale. E poi cosa ci fa uno come lei qui, su Endlos, in una biblioteca? Non dovrebbe trovarsi in luoghi più... consoni alle sue qualità?
    »

    Già, era irreale veramente; e inoltre non poteva esimersi dal fare battute del genere, come quella del fratello maggiore - che non voleva essere esattamente una battuta, ma un modo per smorzare la tensione che avvertiva. Era una cosa sciocca da pensare e da fare, forse, ma era quella laprima cosa che le era passata per la testa dopo averlo ascoltato.
    Era una situazione davvero troppo strana per poterla prendere per vera - o almeno non interamente.

     
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    Vi era interesse nelle parole della donna, un'interesse che forse nessuno più covava, eccezion fatta peri Saggi e pochi altre sparute creature. Ancora, Erelamarth non si crucciò nel vedere come la ragazza stesse perdendo la verità che palesemente egli le parava innanzi, perché fece una promessa a se stesso, e mai il Destino scioglie ciò che lega.

    -Io sono il Destino, ma per alcune leggi egli deve essere anche fuori di me, perché persino Eru Elen Amarth ne subisce gli effetti.
    Le Essenze non possono esplicare il proprio potere, devono perciò possedere un corpo che lo faccia per loro conto: un Guardiano. In me c'è l'Essenza primigenia e l'ultima a mostrarsi, colei che ha ordine Zero. Se un Guardiano dovesse morire, l'Essenza migrerebbe nel prossimo corpo, ovvero il migliore che, in quel momento in qualsiasi piano, possa contenerla.
    874 anni fa, il precedente Zero fu ucciso, e io venni scelto come suo successore; vagai per molte terre alla ricerca dei miei compagni Guardiani, finché il Destino volle su Endlos, e qui sento i passi della Sorte farsi sempre più grandi. Qui credo di trovare ciò di cui sono in cerca.
    -

    Altro non volle dire, giacché la ragazza era straniera e non aveva totale fiducia nelle parole del Limite, e oramai era stanco nel ripetere la stessa triste storia a chiunque la chiedesse: sebbene non apparisse, Amarth soffriva grandemente nella sua perdita, e si badi che la sofferenza era divina, non terrena: un senso, cioè, di divina incompletezza, qualcosa che solo un Guardiano poteva percepire, qualcosa che non dipingeva il mondo, giacché era fuori da questo, pertanto una delle poche emozioni consentite all'Arcobaleno.

     
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  13. ControDestino
     
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    « Quindi, in pratica, stai cercando anche tu il tuo Destino...? I tuoi compagni? » chiese curiosa, spalancando gli occhi. « E non potresti vedere nel tuo Destino e scoprire quando e dove li troverai? »

    La conversazione diventava sempre più sfiancante. La quantità d'informazioni erano troppe per la sua testa, già fusa e rifusa da tutti quei giorni su giorni passati in quel mondo inizialmente sconosciuto, e che ora era divenuto la sua nuova casa.
    Certo, doveva dire che le sorprese non mancavano mai. Solo che questo era veramente troppo; sentiva che avrebbe resistito ancora per poco alla conversazione, avvertiva il bisogno di sedersi.

     
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    Amarth leggeva disagio negli occhi di Solarial, ma ella aveva chiesto alcune cose, ed era giunto lui rispondesse al meglio delle proprie capacità, sì che ogni dubbio venisse fugato,e la conoscenza nuovamente esaltata:

    -Possiedo questo potere, non lo nego. Però assecondo Leggi create con la creazione dell'Ordine cui appartengo, e la prima di quelle che riguarda la mia Essenza vieta l'utilizzo di questa capacità per me stesso. Disporrei, altrimenti, di un vantaggio troppo elevato rispetto ai miei compagni, e potrebbero accadere cose che nemmeno noi Guardiani saremmo in grado di gestire. Dove io dimoro, però, oltre il Tempo e lo Spazio, di là dal Pensiero, questo posso farlo, perché l'unica voce che ascolto e rispetto e la mia.-

    Fece silenzio, permettendo all'antica voce di spargersi per la Biblioteca, carezzando scaffali e pavimenti, e forse anche il cuore della ragazza. Si fece più frettoloso, poi, e concluse:

    -Ma non tratterò questo argomento, né oggi, né, credo, per molto tempo ancora. Leggi ed eccezioni sono assai complesse, e forse una vita mortale non basterebbe ad esaminarle tutte nel miglior modo possibile. Ora dimmi, piuttosto: cosa cercavi nei pressi della porta dietro la quale dimoro presso Palanthas?-

    Invero, non vi fu riposta a questa domanda, la prima che, effettivamente, il Guardiano pose alla donna; venne aggredito e confuso per un altro, un impostore per giunta! Ma ora era bene che Amarth tornasse a svolgere il proprio lavoro, così che il cuore turbato di Solarial tornasse quieto e libero, per quanto fosse possibile alla ragazza. Col tempo l'avrebbe nuovamente incontrata ed istruita, sicché per ora ciò che le disse fu sufficiente; e tacque, nell'attesa di una risposta.

     
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  15. ControDestino
     
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    « Capisco. » disse, per poi tacere mentre il Guardiano spiegava il resto.
    Era curioso come molta gente fosse benedetta da certi doni e non potesse usarli per sé, pensò con un sorriso amaro. La cosìddetta 'ironia della sorte'.

    « Cercavo informazioni sul Custode - quello di cui vi ho parlato.
    Un qualsiasi tipo di informazione, e la strada che aveva intrapreso mi era sembrata quella giusta. Tutto qui: non era mia intenzione disturbare.
    »

     
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