[LAM] Oltre la Conoscenza

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    Quando le nocche candide e delicate picchiettarono su quella mastodontica porta che faceva da ingresso a Palanthas, Drusilia si domandò fino a che punto fosse saggio avventurarsi così, nel dominio di una delle persone considerate più "difficili da trattare" del dominio dell'Est. Lei già lo aveva incontrato, il nobile Amarth. E la prima cosa che le veniva in mente era il giallo, lo stesso colore che prese il giovane alla sola sua vista.

    "Tipo strano"
    pensò tra sè.
    Ma infondo chi non poteva non definirsi tale su Endlos?

    Infondo erano tutti un ammasso di gente presa a caso da mondi a caso, e gettata in una sorta di dimensione che, per strano gioco della Sorte, era in grado di contenerli ed ammassarli, generando qualcosa che sembrava quasi del tutto ad un mondo vero ed unico. E così lei spesso si trovava ad interagire con esseri e creature singolari, di mondi totalmente diversi dal suo.

    Tuttavia quel giorno
    la persona che doveva incontrare
    aveva molto in comune con lei.

    La storia dei Guardiani ormai la seguiva da quando aveva iniziato gli addestramenti per diventare un Hunter, da quando conobbe Yang, diventando poi sua famiglia ed inseparabile compagna. Ma quel giorno Yang non c'era. C'erano solo lei e lo Zero. Sperò solo che il Destino non avesse intenzione, come suo solito, di giocare con lei.
     
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    Non tardò. Portata dal vento e da grande cura la figlia del cielo pervenne alla porta di Palanthas, e ivi picchiò delicata. Non fu, per lo Zero, una sorpresa la sua venuta, né un azzardo l'indovinarne il tempo: egli, infatti, non aveva esitato nel mandarla a chiamare una manciata di minuti dopo che Hevril terminò malamente il proprio dovere. Aveva Amarth comandato alle Vesti Blu di recarsi presso ogni luogo d'Istvàn, e dell'Est se fosse stato necessario, con l'unico scopo di rintracciare la giovane donna.

    "Il Nobile Amarth desidera discorrere con lei, urgentemente. Si trova a Palanthas, la Grande Biblioteca."

    fu il messaggio ordinato di recapitarle. Essendo poi il Saggio grandemente previdente, dispose che nessun'altra creatura potesse entrare nel tempio della Conoscenza, così che, fosse dovuta trascorrere un'ora o una manciata di secondi, ciò di cui lo Zero avrebbe dovuto rendere partecipe la donna sarebbe rimasto segreto.
    Avvenne, allora, che il portone si spalancò piano e silenzioso, consentendo alla fanciulla d'osservare un ampio ingresso ed una magnifica rampa di scale nel centro, che dopo essere salita abbondanti gradini, si scindeva in due laterali, entrambe curve e dirette al primo piano, sebbene l'una a destra e l'altra a sinistra.
    Nel centro, in cima alla scalinata dove questa si biforcava, stava Eru Elen Amarth, ferma statua d'un tempo ormai obliato, fiero e possente nella severa compostezza: non un segno d'emozione, né una piega del viso. Solo il Vuoto gli era compagno, e l'armonia della veste e degli occhi e della chioma, nella quale armonia v'era ogni colore che scivolava dolce come onda di mare su uno sfondo d'argento.

    -Benvenuta, Drusilia Galanodel. Grandemente ho atteso il momento del nostro incontro, poiché tu mi recasti una gradita notizia, e ancora non ho avuto modo di ricompensarti. Tuttavia, è di urgenza maggiore una certa questione.-

    Parlò, infine. Sembrò allora che la sua voce fosse più antica del tempo, e che in ogni parola vi fosse infusa una certa forza, un potere misterioso e stanco, come l'ultima eco morente fra la roccia e l'aria.
    Non si mosse: non avanzò ad accoglierla, né indietreggiò nascondendosi; rimase lì sulle scale, ad evidenziare il suo usuale carattere da referenza altrui, come un re che, pur spogliato di panni e corona, ancora sa farsi riconoscere da ogni suddito che incontra.

     
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    Lo Vide.
    Il nobile Amarth.

    Si era fatto trovare lì, perchè lui sapeva che sarebbe arrivata, sapeva che sarebbe accaduto in quel preciso istante. O almeno fu quello che sperò per lui; non sarebbe stato facile attendere per giorni in piedi, sulle scale e rivolto al portone. Sogghignò divertita al solo pensiero che l'Eterno fosse, come dice in parte anche il nome, rimasto lì immobile ad attenderla, per poi raggiungerlo. Un leggerissimo inchino, segno di rispetto, e poi si levò eretta, faccia a faccia con lui, ed i suoi smeraldi baciarono lo sguardo di Amarth. No, non aveva paura di lui, anche perchè ormai, con tutte le bastonate che aveva ricevuto nel corso della sua vita, era davvero difficile che si potesse mai avvilire per qualcosa, fosse anche lo sguardo corrucciato dell'immagine vivente del Destino.

    In ogni caso, con suo sollievo, non era quello il caso.
    Non sembrava arrabbiato con lei
    nè tantomeno ostile.

    Chinò nuovamente il capo, ma questa volta per annuire, segno che l'aveva ascoltato. Infondo non era una persona che si legava le cose al dito.

    -Mi dica, ora le mie orecchie appartengono solo a lei.

     
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    Pure nell'eleganza di poche parole, Drusilia non avrebbe evitato il duro ammonimento dello Zero, che in prima persona visse una tale offesa da non dover mai obliare. Fra i suoi muri era strisciata una serpe, ed intinti d un sì atroce veleno erano i denti di questa, al punto che solo la ferma fede nella Conoscenza trattenne Eru Elen Amarth dall'utilizzare il proprio sincero potere.
    Non fu certo colpa della ragazza: come poteva lei sapere quale bestia aveva scelto? Ai suoi occhi, egli forse s'era camuffato, dissimulando la ferocia con la lusinga, e la superbia con la prudenza.
    Ora, tuttavia, era bene che lo Zero rivelasse l'accaduto, ché se davvero Drusilia era amica del Primo e del Terzo, non poteva l'eterno concedersi il lusso di lasciare che questa si circondasse di aborriti, pericolosi magari per gli altri Guardiani.

    -Hevril è stato qui, compiendo la mansione che la Dama dell'Est mi ha incaricato di sorvegliare.-

    Ruppe il silenzio, e le parole fluirono rapide e velate da un'ombra di rabbia, o del ricordo d'un dolore ancora troppo vicino.

    -Hai portato un serpente nelle mura che io Custodisco. Egli mi recato grandi offese e superbi oltraggi. Ha osato porsi al di sopra del mio potere e della mia eternità...-

    Tacque, e volle presagire una fine dura, come un'esplosione tanto attesa. Infine venne, e risuonò solida e scura come una giusta condanna, pure che fosse orribile nel suo essere, tuttavia Corretta:

    -...Ed è stato punito.-

     
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    Ascoltò silente, e rimase immobile come una statua. Solo un sopracciglio si inarcò più del dovuto, segno che non era per nulla contenta di ciò che stava ascoltando. Tuttavia non fece altro che pensare; doveva prima sapere tutto. Non sarebbe stato giusto saltare a conclusioni così, per quanto Amarth fosse attendibile.

    -Cosa ha fatto, esattamente?

    Il suo tono di voce era fermo, solenne. Voleva semplicemente capire, e senza giri di parole. Se doveva punire o rimproverare qualcuno doveva sapere tutto. E per tutto intendeva qualunque cosa, così da analizzare bene la situazione e, nel caso, anche i suoi sbagli. Perchè se c'era stato un problema, lei era la prima a cui ricadeva la colpa, su questo non v'erano dubbi.

    -E cosa ha fatto lei?


     
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    Così, appariva che la sorte di Hevril importasse alla donna, ché scioccamente l'aveva mandato a folle corsa contro un muro indistruttibile. Non sapeva, ella, chi dimorasse presso Palanthas? Nessuna voce le era giunta? Certamente una mancanza, una grave mancanza.

    -Cosa ha fatto, mi chiedi? Egli ha bagnato queste mura con un sordido veleno, oltraggiandomi più d'ogni altra cosa io abbia mai condannato. Aggredendomi con superbe parole, vuote poi d'ogni rispetto o conoscenza: un folle diavolo in una gabbia d'ignoranza, miscredente e maledetto. Ha usato brutali parole contro di me, schernendomi e pure comandandomi.-

    S'incupì. Pure che il volto non fosse deformato dal alcun sentimento, l'armonia che sull'argento danzava s'era fatta più scura, come se una tragica sciagura si fosse abbattuta sul Guardiano, tramutandolo in un groviglio di tenebra, tanto forte l'aggressione subita. Ecco che giunse la conclusione, la severa contromisura:

    -Egli s'era fatto altezzoso, sfrontato oltre mia tolleranza: desiderava essere pari allo Zero, e forse anche superarlo in possanza. Ebbene, ho dato ad Hevril ciò che desiderava: gli ho consentito di percepire, per un solo istante, cosa si sente nell'essere un Guardiano. Tuttavia, egli non è stato scelto come Vascello, ed è per questo che il potere in lui era dannoso e si contorceva, e divenne infine più doloroso d'ogni tortura, e il corpo di lui sembrava scoppiare dall'interno.-

    Un altro silenzio, grave e austero. Poi, la conclusione:

    -Un mortale che non sia un Vascello non Può trattenere in sé il potere d'una delle Essenze.
    Il finito non Può contenere l'infinito.
    -

     
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    -Capisco.

    Quella fu la prima cosa che le sfuggì dalle dolci e morbide labbra. In realtà sentiva che la risposta non era del tutto completa, ma preferì non entrare nel dettaglio, anche perchè la punizione per la sua sgarbatezza, a quanto detto dallo stesso nobile Amarth, Hevril l'aveva ricevuta. Quindi a che pro condannarlo ancora? Era solo suo dovere indagare se avesse compreso quella lezione e, nel caso non le fossero piaciute le sue risposte, tenerlo d'occhio. Perchè per essere puniti da lei ci voleva tanto, forse perchè i suoi castighi non erano certo quelli convenzionali.

    -Quindi lui ha peccato contro di lei.
    Lei l'ha punito.
    Mi pare giusto.


    Portò una mano al mento assumendo un'aria pensosa.

    -E' comune negli uomini sbagliare.
    Ciò che importa è che abbia imparato qualcosa.
    E se risbaglierà, avrà altre punizioni finchè non comprende.
    Questo è il normale ciclo di apprendimento.


    Ed a quel punto lo avrebbe guardato negli occhi, senza ostentare nulla tranne che una calma serafica,
    quasi come un ruscello senza increspature.

    -Dunque non credo di doverlo punire, inquanto ha già fatto la sua esperienza,
    tuttavia mi pare giusto domandare perdono in suo nome.
    Infondo sono stata io ad averlo mandato a causa di miei contrattempi, e di questo me ne dispiaccio.
    Spero solo di non averle causato troppi disturbi, sire.
    Vorrà dire che dovrò tenerlo d'occhio.


    In realtà non sapeva come Amarth avrebbe risposto.
    In ogni caso non avrebbe mai ritirato le proprie parole dato che,
    infondo, non v'era nulla di male nel dire la verità.

     
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    Si poteva scorgere nelle parole della donna un cambiamento nel carattere di questa, poiché la prima volta che incontrò lo Zero apparve meno sicura, più incerta nel relazionarsi con grandi potenze e grandi compiti; ora, invece, pareva aver appreso un certo modo, e non era del tutto sbagliato, pur essendosi generato in così breve tempo. Ad ogni modo, la risposta di Amarth venne rapida e passò oltre, come una breve scarica di pioggia spazzata dal vento dell'estate:

    -Accetto il tuo perdono, Drusilia Galanodel. Bada, però: finché ad Hevril rimarrà anche solo una goccia del suo veleno, l'ingresso a Palanthas gli sarà precluso, perché Erelamarth Celebliant non tollera serpenti fra i suoi muri. A te, invece, dico questo: osservalo assiduamente, non lasciare che la sua lingua si biforchi alle tue spalle; sa ingannare, ma una volta tirata fuori la bestia è messo a nudo, e non nasconde la sua cieca rabbia e superba ostilità.
    Ad ogni modo, è tempo che io ripaghi il mio debito: una notizia come quella che mi desti quando ci incontrammo merita assai grandi doni, ed io ti elargirò il più caro fra quelli che possiedo.
    -

    Un ulteriore silenzio si frappose alla discussione, come se tacere fosse divenuto più importante, come se il silenzio fosse fondante e fondamentale nelle parole del Guardiano. L'aria si fece muta, e pure i respiri del mondo e delle sue creature sembrarono venir meno, tanto grande e raro l'evento che si andava annunciando:

    -Se lo desideri, posso donarti la conoscenza, rivelarti cosa verrà da te, quali eventi non potrai evitare.-

     
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    Seguì alle sue parole un breve avvertimento del Guardiano, che così tanto fervore continuava a metterla sull'attenti da Hevril. Chissà cosa mai gli aveva combinato per renderlo così ostile... mah, non avrebbe mai potuto, nè voluto, immaginarlo. Infine giunse rapida la proposta di un dono che lui diceva esser meritato; le avrebbe concesso di vedere un pò oltre e chissà, scorgere qualcosa di interessante della sua vita. Chiunque in realtà avrebbe accettato senza indugiare, soprattutto se la proposta era stata pronunciata da una sorta di incarnazione del Destino, tuttavia lei titubò, forse perchè spaventata di cosa sarebbe mai potuto accadere; in un certo senso si aspettava di tutto, conoscendosi.

    -A volte esistono cose che converrebbe non sapere.

    Fu il suo primo commento.
    Ma alla fine cedette alla sua curiosità.

    -Ma un regalo non si rifiuta mai, e se è dono potrebbe rivelarsi utile un giorno, dunque accetto.
    Tuttavia la avviso, non è nulla che non avrei fatto a chiunque altro; non ho meriti sire.

     
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    Così anche a Drusilia Galanodel fu permesso d'assistere al Quarto Dono, il più brillante e potente fra ogni risorsa posseduta dal Guardiano: per la terza volta l'avrebbe mostrato, quando mai nell'abbraccio dell'eternità egli l'0aveva utilizzato prima; forse che il mondo di Endlos meritasse assai grande rispetto? Forse che questo covasse un evento ancora maggiore per importanza?

    -E sia. Ora io parlerò, e quando la mia voce ti giungerà nel cuore la conoscenza sarà ultimata, ché ogni mia parola sarà di un passo più vicino al tuo Destino Ultimo.-

    Allora sollevò un poco il braccio destro e tese il palmo, come a volere silenzio, o piuttosto far prestare attenzione; ecco che un bagliore si levò dall'abito e dal corpo, e come un delicato fumo le tinte di Eru Elen Amarth si dispersero nell'aria, lasciando il solo argento su di lui.
    I colori si andavano allargando fra le mura, finché queste non ne furono invase totalmente; allora questi uscirono dal Palazzo, e parvero circondarlo con una lieve nube d'iride.
    All'interno della Biblioteca, il Guardiano aveva iniziato a rilucere assai fortemente, ma quello era bagliore perfetto, e non infastidiva gli occhi: non la potente luce del Primo, bensì una calda luminescenza. Sulla veste che copriva il petto venne rivelato il simbolo dell'Ordine dei Guardiani, ma tale era la luce dell'argento che questo non si poteva scorgere, per quanto della sua presenza era possibile essere consapevoli. In ultimo parlò, e la voce, pure che fosse seria ed antica, aveva acquistato una certa potenza, e risuonava forte e inappellabile, come il più grande Re quando comanda al suo popolo:

    -Quando la tua opera sarà cresciuta e forte, non da sola la reggerai, perché verrà una nuova musica a scaldarti il cuore: essa nacque nella notte, ma per la tua luce tornerà a suonare.

    Avverrà un cambiamento, e come l'alba s'innalza dal sonno notturno, così tu ti sveglierai, ed anche in questo non sarai sola, perché molti saranno i tuoi compagni, e di alcuni hai già avuto conoscenza.

    Il tuo cielo ti parlerà, e porterai il potere che conserva il mondo.

    Ma ora giunge un avvertimento: in queste terre qualcosa sta tessendo una scura tela, e molte zampe possiede ed usa, così che presto tutti saranno stati toccati dalla tenebra che quelle portano.
    Anche tu, Drusilia Galanodel, non potrai evitarlo e contro quella bestia ti scontrerai, ma possiedi un vantaggio: chi doma la creatura non ti è estraneo, e quando sarai con Luce ed Ombra forse ti sarà rivelato, altrimenti il tempo ti farà da guida.

    Sia questa la parola del Destino per bocca di Eru Elen Amarth.
    -

    Tacque. prima di abbassare il braccio, il Guardiano attese che i colori tornassero sul suo corpo, catturati dall'argento brillante e dal proprio potere. Altro alla donna non disse, attendendo, invece, che questa accogliesse i molti messaggi e in sé li maturasse.



    SPOILER (click to view)
    Tech utilizzata:

    Quarto Dono: Karma

    "Grandi Doni il Destino concesse al proprio Avatar, così che il Mondo penetrasse in lui e fosse trasformato, trascendendo se stesso ed il Tempo: il Quarto, e Ultimo, è il Karma, la causa del Destino.

    Né gesti, né parole sono il dominio del Karma, ché solo col pensieo e la volontà si manifesta per mezzo dell'Essenza; l'eterno spirito conosce, ed il suo animo supera il tempo e il luogo, e le parole saranno verità."


    Effetto: Entrando in comunione con il Destino di tutto l'universo, l'Essenza riesce a scorgere causa ed effetti degli avveimenti di una creatura.

    Estensione: funziona solo con una creatura per volta, e non deve trovarsi a più di 5 metri dal Guaridano.
    Potenza: la forza del Karma è tale che al Guardiano è possibile sapere la causa primordiale, e/o il Destino ultimo, di una creatura o di una situazione. Nel caso del Destino, questo non può essere mutato.

    CITAZIONE
    Il Destino Ultimo riguarda l'esito definitivo di una situazione o un evento nell’arco dell’intera vita di una creatura; ovviamente è inutile affermare che un mortale finirà col morire: anche omettendo i dettagli, non si tratterebbe che del naturale scorrere delle cose.
    La visione di Amarth concerne piuttosto i pilastri di ogni creatura, ovvero le inevitabili evoluzioni a cui il passato ha condotto: l’utilizzo di questo potere renderà in grado di prevedere se chi vi si sottopone -volontariamente- si romperà una gamba. Il come, il quando, il dove e il perché non sarà però dato di sapere.
    La morte certa in una situazione non è prevedibile quando se ne chiede responso diretto, poiché non è Destino Ultimo: in pratica, è possibile sapere l'evoluzione finale, a patto che le cose non vengano modificate di proposito, con le proprie forze.
    Per le creature è diverso, e la morte può essere predetta solo per circostanze; si potrà dire “morirai alla fine di una battaglia in cui incontrerai conigli verdi”, ma la predizione non specificherà quando accadrà, il perché o il dove, né se sarà l'unica battaglia in cui il consultante vedrà conigli verdi...
    Insomma, le profezie appariranno sempre oscure, criptiche e misteriose, perché persino per Amarth il Destino non può essere totalmente conosciuto.

    Durata: Istantanea
    Consumo: Alto
    Specifica: Utilizzabile esclusivamente in scene gdr previo accordo con il personaggio (e, conseguentemente, con l'utente), ed in Quest previa autorizzazione del QM.

     
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    Non seppe dire se rimase più affascinata dal bagliore argenteo o dall'aura iridescente che parve avvolgere tutto ciò che era intorno a loro. per la sua giovinezza, infatti, Drusilia poteva vantare una grandissima esperienza per quanto riguardava ciò che era "fuori dalla norma", ma quel fenomeno a cui assistette poteva considerarsi uno dei più "inusuali". E lei, che comunque era un'aspirante Cacciatrice di Chimere, ne fu particolarmente interessata. Infondo Yang, quando le fece quella sua prima profezia, non si era messo a trasformare anche l'ambiente circostante.

    -Quando la tua opera sarà cresciuta e forte, non da sola la reggerai, perché verrà una nuova musica a scaldarti il cuore: essa nacque nella notte, ma per la tua luce tornerà a suonare.

    Mah...
    Beh si, in un certo senso immaginava cosa intendesse per "opera",
    ma per il resto solo inappropriate speranze.

    Avverrà un cambiamento, e come l'alba s'innalza dal sonno notturno, così tu ti sveglierai, ed anche in questo non sarai sola, perché molti saranno i tuoi compagni, e di alcuni hai già avuto conoscenza.

    Una rinascita?
    In cosa sarebbe dovuta rinascere poi?
    L'unica cosa che parve tranquillizzarla fu la notizia che, almeno, avrebbe avuto dei compagni vicino a sè.
    E per lei che da un pò gironzolava da sola non era davvero una brutta aspettativa.

    Il tuo cielo ti parlerà, e porterai il potere che conserva il mondo.


    Buio totale a riguardo.

    Ma ora giunge un avvertimento: in queste terre qualcosa sta tessendo una scura tela, e molte zampe possiede ed usa, così che presto tutti saranno stati toccati dalla tenebra che quelle portano.
    Anche tu, Drusilia Galanodel, non potrai evitarlo e contro quella bestia ti scontrerai, ma possiedi un vantaggio: chi doma la creatura non ti è estraneo, e quando sarai con Luce ed Ombra forse ti sarà rivelato, altrimenti il tempo ti farà da guida.


    Tela. Zampe. Ragni.
    L'associazione fu semplice e rapida.
    Ma in che senso ragni?
    Che senso aveva combattere con dei ragni?
    O forse...
    Beh, conosceva una brigata fantasma, ma non apparteneva ad Endlos.
    Possibile che il ragno del suo mondo d'origine potesse spostarsi per i piani?
    C'era quasi, ma mancava quel nonsocchè.

    -La rivelazione sarà utile nonchè preziosa.
    Te lo assicuro.


    Non volle parlare oltre a riguardo; doveva ancora riflettere.

    -Piuttosto, Sire Amarth.
    Ora che ci penso mi sorge spontaneo un quesito.


    La voce si fece più insicura.

    -Ma per quale ragione Hevril vi ha turbato? Io lo avevo mandato dal bibliotecario, non da lei...


     
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    Pur avendo il dono della profezia, e pure che questa fosse inappellabile e certa, Amarth stesso non ne riusciva a cogliere il senso, in virtù d'una delle leggi cui sottostava: Rivelare senza Comprendere. Se quello fosse accaduto, Amarth certamente avrebbe potuto modificare tale fluire della storia, giacché egli solo ne sarebbe in grado.

    Al silenzio della donna fece eco quello del Guardiano, che andò rompendosi quando Drusilia domandò qualcosa che alle eterne orecchie parve un futile accertamento: davvero ella non aveva capito che ruolo l'Essenza svolgeva presso Palanthas? Un errore imperdonabile, una tragico incidente di incomprensioni...
    ...Che subito andava sanato:

    -Drusilia Galanodel, è con il Bibliotecario che stai parlando ora. io, Eru Elen Amarth sono il Custode di Palanthas e dei suoi tesori, e fra tutti gli altri sono il maggiore, nonché fondatore del nostro ordine di Saggi.-

    Non v'era altro da aggiungere, né per bisogno né per desiderio, poiché era quella una verità che si sarebbe commentata e capita da sola, come spesso accade per ogni parola parlata dallo Zero.

     
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    Amarth.
    Il bibliotecario.
    Amarth era il bibliotecario.
    ...

    Gli occhi si sbarrarono dallo stupore -o forse dal terrore, chi lo sa- mentre le labbra rosse vibrarono nel vano tentativo di pronunciare qualche frase sensata. Più che altro perchè, per l'ennesima volta, aveva fatto una figura assai poco carina. Chissà se prima o poi avrebbe mai imparato ad informarsi bene prima di distribuire compiti quà e là. Beh, se lo avesse saputo tutto quello che aveva fatto Hevril non sarebbe mai accaduto dato che, probabilmente, conoscendo il soggetto con cui trattare, si sarebbe offerta lei stessa e mandato il resto della combriccola ad acchiappare grifoni.

    Beh, quel che fatto era fatto.

    -Ehm.. non lo avrei mai immaginato.
    O meglio, non che lei non sia in grado...
    semplicemente non avrei mai immaginato di reincontrarvi in una situazione simile.


    Rimase così perplessa, mentre le braccia delicate si incrociarono e le gote rosse si colorarono di un rossore delicato.
    In effetti, se lui non avesse parlato, sarebbe calato un silenzio imbarazzante.
    E lei era rimasta senza parole.


     
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    Chi mai avrebbe creduto che una così insignificante rivelazione avesse avuto un tale potere da atterrire la donna; davvero ella non si aspettava che potessero essere la stessa persona? Credeva che un Guardiano non prendesse cariche? O forse nemmeno nei suoi più remoti sogni Drusilia pensava di confrontarsi nuovamente con Amarth?

    -Pure, il Destino opera in maniere bizzarre, e dove si cerca conforto vi è rovina, dove dolore, sollievo. Alla fine di tutto però, esso paga tutti allo stesso modo, ché dove sottrae, per un'altra via aggiunge. Non crucciarti, Drusilia Galanodel, d'essere vittima degli scherzi della Sorte: è neutrale, e tanto bene dispone quanto il male che semina, perché tutto si fa sentiero vero il Destino d'ognuno. Arriverai al traguardo e ti volterai indietro, scoprendo che ogni bene d ogni male era stato posto per renderti ciò che dovrai essere, ché tutti seguono il Disegno, consci o meno, ma pochi sono quelli che ne capiscono le trame.-

    Disse nel silenzio che andava crescendo, poiché un'amica di Primo e Terzo è cosa rara, essendo quelli troppo solitari per legarsi davvero, e troppo inquieti per mantenere legami. In altre situazioni non avrebbe parlato in quel modo, ma Drusilia meritava, e pure che all'inizio la loro storia era nata in una flebile burrasca, ora pareva essersi acquietata, come il mare senza vento, placido nel suo ondeggiare costante.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Le parlò ancora.
    Ma non accettò ciò che stava dicendo.
    No, non dopo quello che le aveva fatto.
    Non il Bibliotecario, sia chiaro,
    ma il Concetto che egli stesso incarnava.

    -Mah, se lo dice lei non posso fare altro che accettarlo.

    In realtà non aveva creduto.
    E come si poteva darle torto?

    -Tuttavia, con tutto il rispetto, non riesco a immaginare nulla che mi possa ridare ciò che mi è stato sottratto.
    Non immagino nulla che possa compensare la perdita della mia famiglia.
    Non immagino nulla che possa compensare il tradimento della persona che amavo.
    Non immagino nulla che possa compensare l'assassinio di Virginia
    e nulla che possa ridarmi Alhandra come era prima.


    Sospirò, esausta, prima di continuare.

    -Io la rispetto sire, ma NULLA potrà portarmi abbastanza conforto da farmi smettere di soffrire per loro.
    Ed anche se esistesse, cosa più impossibile che improbabile,
    ritengo che non sarebbe comunque giusto nei confronti delle persone che son cadute per me.


    Ed allora il silenzio sarebbe calato.
    Pesante, muto,
    come la Morte che tanto la inseguiva senza mai raggiungerla
    come un arciere incapace di prenderla e che sempre colpiva chi era al suo fianco.

     
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