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Avevano percorso molta strada a piedi e Drusilia, per quanto fingesse il contrario, iniziava ad avvertire una lieve stanchezza. Più che altro non era abituata a farsi scarpinate fino a casa sua, in alto in alto al centro abitato di Laputa. In genere ci arrivava volando. In ogni caso, dopo aver percorso i vicoletti caratteristici della Città Bassa, le industrie, il latifondo, avevano finalmente raggiunto l'approdo commerciale di cui parlava l'Autocrate; un immenso terrazzo dalla vista mozzafiato, tutto su Klemvor, terra particolarmente ostile e in possesso di macchine assassine. A quanto ne sapeva, il luogo di ancoraggio di Laputa alla terraferma era l'unico posto "sicuro" in quelle zone. -Laputa è una città deliziosa, ma il mondo fuori è più ostile di quanto tu possa immaginare.
Detto ciò estrasse un mazzo di chiavi, aprendo la porta di una casa su due piani poco più distante. All'interno, un salotto accogliente ma non troppo fastoso; giusto l'essenziale per non sentirsi a disagio. E poi, come sempre, un pò di disordine.
-Perdonami ma non sapendo di incontrarti non ho avuto tempo di mettere in ordine.
Falsissimo.
Era la donna più disordinata di tutto il multiverso e, considerando i suoi standard, quel salotto
era già in ordine.
-Ti va di entrare?
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Gildarts.
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Camminarono per un bel pò, ma finalmente ecco il paesaggio che offriva Laputa: uno spicchio di paradiso in mezzo ad un inferno. Il mondo, gli aveva raccontato Drusilia, non era affatto terreno pacifico.
- Capisco...-
Rimase un pò amareggiato e pareva quasi rattristato alla notizia. Provava una forte empatia in quel momento per tutta la brava gente che viveva in questo strano e ostile pianeta. Evitò di pensare comunque a drastiche soluzione, aveva già del lavoro in cantiere, e non era il momento di pensare al bene della comunità, ma al proprio...
La vista era comunque suggestiva, tant'è che rimase a mirarla soddisfatto fino alla fine della spiegazione della ragazza. Vi sarebbe sicuramente tornato, una volta che avesse discusso di affari con la giovane.
Lo sguardo che scandagliava quell'infinito spettacolo si posò nuovamente sulla graziosa, mentre pure le gambe si direzionavano verso essa, quasi senza controllo. Drusilia fece gli onori di casa, scusandosi per il disordine: più che disordinata, quella casa sembrava ospitata da chissà quale stormo di draghi. Non sembrava per niente il tipo da poter creare un caos del genere. Lei lo invitò ad entrare. Lui varcò la porta e pose una domanda, quasi per chiarire a se stesso le ragioni del trambusto.
- Hai per caso un coinquilino?.... Posso sedermi vero? -
Posò la lancia all'ingresso e si mosse dalla porta al primo divano disponibile: la salita lo aveva stranamente affaticato. Per un attimo aveva persino iperventilato. Non era assolutamente da lui, era abituato a certe scarpinate, anzi: in una giornata riusciva a percorrere molti più chilometri. Sentiva che in un qualche modo centrava lei, la bella Drusilia. Una bellezza che toglie il fiato, nel vero senso della parola. Era forse innamorato? Il respiro così affannoso, la tachicardia... Si sentiva davvero un ragazzino di fronte a lei.
Notò una cosa particolare in Drusilia: nonostante la giovane età, sembrava far davvero fatica a camminare lungo tutta quella strada, più dell'ultra quarantenne. Magari aveva un'influenza o chissà che altro...
Attese poi che anche lei si mise comoda, in modo tale da poter parlare in tutto relax del lavoro.
- Ok...Ora siamo soli, o almeno credo. A cosa ti serve qui il vecchio Gil? -
Disse mentre enorme si accomodava meglio sul divano, con un gomito sul bracciolo e la manona che grattava la barba ispida, pensieroso.. -
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-No, nessun coinquilino.
La Dama del Vento si sedette sulla poltroncina innanzi a lui, accavallando le gambe gentilmente, con un movimento morbido e fluido che, accompagnato dal muoversi della veste candida, ricordava le increspature dell'oceano. Gli occhi verdi su di lui erano pensierosi, tuttavia ricolmi di una fiamma ardente, la stessa fiamma che le avrebbe permesso di difendere ciò che le restava, ciò che amava.
Siamo soli.-Gil, Il mondo dove ci troviamo noi è diviso in 5 presidi.
Il Nord è una landa fredda governata da Moloch. Non so come sia dato che negli ultimi tempi pare non lasciare mai il suo palazzo inaccessibile.
L'Est è un luogo magnifico retto da una graziosa quanto saggia fanciulla di nome Kalia. Buona quanto bella, è venerata dai suoi sudditi al pari di una dea.
Il Sud è una terra desertica ed ostile. L'alfiere si chiamava Jason ed aveva l'aspetto di uno spaventapasseri. Tuttora, però, si dice sia sparito, ma non ho idea di chi stia al suo posto.
L'Ovest è una terra potenzialmente ricca, tuttavia fin troppo tecnologicamente avanzata per i miei gusti. Non lontano da Laputa girano macchine senza nessuno che le comandi in grado di disintegrarti in pochi secondi. A capo di questo presidio c'è una ragazzina, Mio, ma considerando la sua "presenza" dubito che sia in grado di fare qualcosa.
Infine c'è Laputa, e l'Alfiere che la regge è Raylek, il goblin verde incontrato alla taverna.
Sospirò prima di continuare.
-Vedi, il nostro è il più piccolo dei presidi, ed al mio arrivo ho notato che quest'isola volante non ha soldati in grado di affrontare combattimenti aerei.
Dunque ho preso la decisione, supportata dall'Alfiere, di fondare una gilda di cavalieri in grado di affrontare il nemico in groppa a grifoni.
E qui arrivi tu, Gil.
Esibì un sorriso malizioso tutto per lui.
-Sei un guerriero ed hai buone credenziali, oltre che ottime esperienze.
Io ho i grifoni e la capacità di insegnarti a cavalcarli.
Saresti disposto a entrare nel mio Ordine?. -
Gildarts.
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Ascoltò affascinato la geografia, ed in minima parte la storia, di Endlos. Il lavoro era dunque di carattere bellicoso? Aveva molte domande, ma le tenne per altre occasioni. Già, perchè della storia e della geografia poteva leggere da qualche parte, immaginava. La cosa più importante ora, era capire in che razza di lavoro si era cacciato. Da come Lei aveva impostato il discorso, poteva trattarsi di qualsiasi cosa, da un'armata a scopo difensivo, ad una guerra totale. Doveva ben capire cosa le chiedeva. La parte del volare a cavallo di grifoni era superflua. Se c'era bisogno di un addestramento, l'avrebbe eseguito senza batter ciglio. Infondo si trattava pur sempre di una parte del lavoro.
- Non mi spaventa dover affrontare un addestramento, ne tantomeno volare, cara Drusilia. In realtà, non sarei spaventato nemmeno nell'affrontare una guerra. Ma voglio maggiori informazioni prima di accettare o declinare l'offerta...Qual'è lo scopo di quest'ordine? Preservare la fortezza volante o c'è di più? -
Cerco di essere il più conciso e professionale possibile. In fin dei conti, anche se si trattava di una bellissima creatura, era pur sempre una datrice di lavoro. Affondo ancor di più il peso all'interno del divano, segno che aveva preso confidenza con esso. Comodo.
Attese poi una sua risposta, mentre la guardava in quegli occhi ardenti di chissà quale sentimento.. -
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Respirò profondamente. Gil aveva perfettamente ragione; non era stata chiara a riguardo. Doveva una spiegazione. Era più che giusto. -Ai tempi di pace sarà una gilda di messaggeri.
Percorreremo il cielo per raggiungere le destinazioni prestabilite. In più ci occuperemo della vigilanza di Laputa.
Non ho intenzione di far nulla di esagerato; solo qualcosa in grado di difenderci dai colpi di testa dei vari regnanti.
Si spostò una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
-Tutto qui, nè più nè meno.
Altre domande, Gil?. -
Gildarts.
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Accavallò la gamba destra sul ginocchio sinistro, mentre annuì con la testa alle ulteriori spiegazioni fornite dalla ragazza. Non era proprio il lavoro dei suoi sogni, ma sicuramente l'avrebbe aiutato a viaggiare e a scoprire endlos. Si grattò nuovamente il mento, mentre con gli occhi scuri fissava la damigiella, che continuava a sedurlo inconsciamente con le generose forme e il viso candido e angelico.
- D'accordo Drusilia, sarò felice di darvi una mano. Effettivamente, mi vedo bene a sfrecciare per i cieli a bordo di un grifone.... -
Sorrise al pensiero di solcare le vastità di Endlos a bordo di una creatura così maestosa, ma non solo: l'idea di dover combattere in volo lo incuriosì non poco, e già pensava a come unire le proprie capacità a questo nuovo stile di combattimento. Intrigato dalla cosa, si rivolse di nuovo a Drusilia.
- Quando cominciamo? -
Disse mentre cercava di nascondere l'eccitazione del momento. Era difficile smuovere i sentimenti del mercenario, eppure quel nuovo eccitante mondo riusciva a tradire persino la sua indole calma e serena. Certo, non era scalpitante come un ragazzino, ma la curiosità, da molto tempo a questa parte, era rinata forte in lui.. -
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Sorrise gentile la dama che gli era innanzi, divertita dal comportamento "focoso" del signor Gildarts. Inutile negare che si trovasse particolarmente bene in sua compagnia, e piuttosto al sicuro a dire il vero, considerando la stazza mastodontica dell'uomo ed il carattere dal cuore tenero. Perchè Gil aveva buon cuore, e questo lei poteva vederlo. Rimase qualche secondo a fissarli, giocando ancora con le sue ciocche di capelli, tranquilla e rilassata come se il tempo fosse l'ultimo dei suoi problemi. Forse pensava ai progetti per lui, o forse alla risposta che gli avrebbe dato. Perchè infondo lui aveva avuto la fortuna/sfortuna di entrare in gilda ai suoi albori, e prima di fare dei veri e propri addestramenti c'era bisogno di renderla nota, trovare nuove reclute. -Tu sei tra i primi ad entrare, e prima di far qualcosa abbiamo bisogno di altri associati.
E poi la sua esistenza non è ancora...diciamo..."ufficiale".
Sospirò, aggiustandosi i capelli.
-Gildarts, la tua prima missione ti permetterà di girovagare per Endlos come e quando vuoi.
Potrai restare a Laputa, come andartene, ma l'importante sarà convincere creature abili e possibilmente non malvagie a seguire i nostri obbiettivi.
Sorrise.
-Il pagamento ti concederà l'indispensabile per sopravvivere.
Almeno per ora lo stipendio verrà detratto dalle mie finanze dato che la gilda, di fatto, non ancora esiste.
Se desidererai poco altro, sei libero di accettare lavori quà e là, almeno per il momento.
Questo ti concederà libertà assoluta di viaggiare ed allenarti di tuo.
Alla cavalcatura dei grifoni penseremo poi.. -
Gildarts.
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La questione si era ampliata ulteriormente. Gil era stato appena responsabile del reclutamento di questa Gilda. Ma come avrebbe selezionato gli uomini? Probabilmente avrebbe dovuto metterli alla prova prima di qualunque decisione. Sorrise poi quando lei si raccomandò di escludere i malvagi. Era l'uomo fatto a posta per quel lavoro: la sua abilità gli permetteva di discernere il malvagio. Con lui, fingere il contrario non sarebbe di certo servito.
- Penso di essere proprio l'uomo che vi serve...Ho un particolare fiuto per i talenti...E per il malvagio...- Disse con stampato un sorriso vincente.
- Bene...Viaggiare!! Quello che so fare meglio!! Certo a bordo di un grifone sarebbe stato più semplice!! ZEHAHAHAH!! Partirò già domani se necessario... A proposito: Come faccio ad arrivare su Endlos da Laputa? - Chiese alla ragazza. Era dubbioso: non voleva di certo fare un tuffo da quell'altezza!. -
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La bella Druslia, quella volta, esibì un sorriso sornione. Sì, per quanto potesse essere buona e dolce, anche lei aveva i suoi momenti particolari. E molte volte somigliava -per espressioni eh- davvero tanto al suo piccolo zio verde, rivelando lati inaspettati di entrambi. Forse anche Forge, in alcuni momenti, somigliava a Drusilia, ma lei cercò di evitare l'immagine mentale di Raylek vestito da donna tutto ammiccante. No, non era il caso. -Oh, ma puoi pure trovarli a Laputa se è per questo.
Senza poi controllare la reazione dell'uomo, continuò senza indugiare.
-Esiste un attracco che collega Laputa a Klemvor.
E c'è un percorso obbligato oltre il quale sei in pericolo di vita a causa di droni assassini.
Tra una frase e l'altra intercorreva abbastanza tempo per far capire che la giovane stesse riflettendo sul da farsi.
-In ogni caso, appena la Gilda sarà ufficialmente aperta, sarò io stessa a trovarti.
O al massimo fatti vivo tu qualche volta.
Sorrise affabile.
Gli occhi verdi, che dapprima vagavano fuori da una finestra, tornarono su quelli scuri dell'uomo.
Le labbra rosse come petali di rosa si curvarono in un sorriso.
-In ogni caso, desideri che ti prepari il letto per questa notte?. -
Gildarts.
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- Capisco...E' meglio attingere dalla città le proprie forze...Anche perchè rischierei la vita su Endlos. Bè...Ho davvero bisogno di allenarmi ogni giorno per vivere in questo mondo ostile! ZEHAHAAHAH!! -
Rise fino a quasi cappottarsi fuori dal divano, per poi stendersi comodamente su di esso e fissare il soffito in cerca di chissà cosa. Si sentiva a suo agio anche lì, in mezzo a quel putiferio. Sorrideva al pensiero di doversi migliorare ancora, dopo i 40 anni e passa... Era di nuovo giovane.
La fanciulla poi si propose per preparargli il letto. Accettò volentieri , mentre la sua razionalità cercava di sconfiggere la bramosia d'amore che perseverava nella sua psiche. Dormire la notte in quella casa sarebbe stato "sicuro"? Riusciva a trattenere i bollenti spiriti: era abbastanza forte da rimanere sulle sue, nonostante la sua immagine, i suoi occhi e le sue forme continuavano a lampeggiargli nella testa, come un insegna luminosa.
E con questo, Gil era innamorato.
- Grazie Drusilia... Dopo stanotte, toglierò il disturbo.-
Nonostante i sentimenti che gli sconvolgevano la mente, si mostrava sempre rilassato. Riusciva ancora ad essere abbastanza lucido da evitare di mostrare troppo quello che provava.. -
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-Oh, ma tu non disturbi, Gil.
A quel punto, dopo aver atteso la risposta del gigante, la bella Drusilia si alzò dalla poltrona con leggiadria e, passo dopo passo, leggera come una brezza, si avvicinò sempre di più a lui, mentre i lembi della veste danzavano sulle sue forme come se ricolmi di vita propria. A lui come agli altri, toccava l'atto finale di iniziazione che, sebbene non fosse stato deciso da alcun giudice, era divenuta consuetudine per i nuovi arrivati. Tutti i nuovi associati ricevevano infatti come "marchio" il dolce bacio di Drusilia. Solo loro. Nessun altro. E lei si avvicinò ancora, per poi piegarsi innanzi a lui e, se glielo avesse permesso, incorniciargli il volto con le sue dita sottili e candide. Poi le labbra si sarebbero avvicinate a lui ed avrebbe schioccato un leggero bacio sulla fronte.
Mi rende felice ospitarti.Ora poteva dire di essere un Aviatorea tutti gli effetti.
Lei si sarebbe allontanata da lui, dolce e rassicurante come quando era giunta.
-Gil, dormirai in camera degli ospiti, al piano di sopra, vicino la mia stanza.
Il bagno è in fondo al corridoio.
Se ci son problemi, non indugiare nel chiamarmi.
Sorrise, e poi si sarebbe allontanata per aggiustare le coperte del letto del suo ospite.
Ed infine, sarebbero andati a dormire tranquilli e sereni.
Sotto il cielo di Laputa.. -
Gildarts.
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-A buon rendere....E sogni d'oro...-
Fu così che il guerriero salutò l'avvenente ragazza prima di cadere in un profondo stato catatonico. Ma persino durante le calde ore notturne di Laputa, la sua immagine lo importunava nel sonno... E così, da capo a dieci, l'omone si risveglio nel cuore della notte, che la bella Drusilia s'era coricata ormai da un pezzo. O almeno così credeva...
Con un possente mal di testa, si andò a lavare il viso in bagno, un pò per svegliarsi ed un pò per distorgliersi da quei pensieri oscuri. La mente di Gildarts era stravolta dal sesso, come non mai da 20 anni a questa parte. Beata lei, che aveva un potere tale sugli uomini...Persino un tipo così grande e grosso cadeva ai suoi piedi senza batter ciglio. Che donna! Tornò poi a letto svogliatamente, sicuro che non sarebbe più riuscito a dormire.
[...]
Era quasi l'alba a Laputa, e Gil era completamente sfatto dalla nottata passata a pensare a Lei. La dea, che era a pochi passi dalla sua portata. Il frutto proibito, tanto vicino da poterlo odorare, ma così lontano da sentirne il sapore... Fu un erezione da record la sua: durò tanto che la forma delle lenzuola prese quella del suo membro.
- Per Bacco...-
Se ne stava lì, nudo e sudato a pensare al da farsi, quando gli balenò nella mente l'immagine di Forge. Tale immagine lo aiutò sia a fargli passare istantaneamente l'erezione, sia a trovare un metodo per passare il tempo. Infilò dunque solo i pantaloni ed uscì all'aperto, dove tragico lo attendeva quello scenario panoramico che tanto destava fascino.
Era proprio vero... Aveva un non so che di subblime ed apocalittico. La luce dell'alba dava un effetto bellissimo e letale a Klemvor. Si mise seduto davanti a questo fantastico panorama, contemplandolo e scacciando via il pensiero impuro di Drusilia...
Aspettava l'arrivo del giorno, meditando sul lavoro che gli era stato appena affidato. Avrebbe cominciato già da quel giorno.
- Buongiorno...Laputa...Ed anche a te, Endlos -
Serrò il pugno in direzione di Klemvor, come a volerla isolare in un'altra dimensione....E liberare Endlos.
Dopo aver raccattato le proprie cose, sarebbe partito a vagabondare per la nuova città...In fondo, doveva formare una squadra di cavalieri dei cieli. Ed aveva davvero voglia di sfrecciare per i cieli, e studiare il nuovo mondo...
See you next time, Drusilia....
[LAM] Il gigante e la bambina |
