Towards the World of Stone and Steel

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    .Istruzioni ~ IntroE' il Terzo Vento secondo il calendario degli Storm Riders, ovvero il terzo giorno del nuovo anno sempre secondo la particolare misurazione del tempo delle Tribù della Tempesta, le quali collocano l'inizio dell'anno il giorno stesso in cui ha inizio la stagione delle piogge. Su Klemvor, come su tutta la regione circostante dal clima particolare, cadono piogge incessanti ormai da tre giorni, mentre fenomeni warp -affatto infrequenti sulla città delle macchine ma particolarmente vividi in quel periodo- si manifestano di tanto in tanto, striando il cielo dei colori più assurdi all'alba e al tramonto provocando giochi cromatici che facevano apparire al mattino arcobaleni multipli di tutte le graduazioni dei verdi, dei rossi e degli azzurri, con somma meraviglia di coloro che, istallatosi di recente a Laputa, non erano ancora avvezzi al paesaggio alieno e mutevole di quella regione.

    Soltanto il giorno prima la delegazione diplomatica guidata dallo stesso Autocrate era rientrata alla città nei cieli dopo un'estenuante viaggio fin nel cuore della cultura delle tribù di giovani pazzi che assieme alle macchine costituiscono gli unici altri abitanti di Klemvor. Che la missione diplomatica sia stata un successo o meno, questo solo Raylek può dirlo. Di certo è stata un'immersione in apnea in una cultura completamente fuori dagli schemi comuni, che non segue i luoghi comuni di civiltà e rispetto che ci si dovrebbe aspettare in quella che, dopotutto, dovrebbe essere una società umana più o meno civile.
    Comunque, quasi a volersi contraddire, alla fine le tre principali fazioni dei riders hanno stretto un accordo con gli Abusivi, un patto finalizzato ad un'azione di guerra nei confronti dell'unico e letale nemico comune: le macchine, che tutt'ora vantano dominio su Klemvor e a causa della quale un'ora di troppo al di fuori delle aree protette significa morte certa.

    Questo è tutto ciò che è trapelato da coloro che c'erano, fra pettegolezzi e voci di corridoio. Comunque sul fare della sera l'Autocrate ha convocato due individui nei suoi uffici, con uno scopo non apertamente dichiarato nella missiva, ma che i due possono forse intuire date le circostanze di fermento...


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  2. § Erfaroth §
     
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    La sinistra figura pensosa tagliava la folla con passo marziale.
    Camminava svelto, seguendo lo stesso passo di quei pensieri riguardo le ultime voci sulle trattative con i Riders.
    Per quanto i risultati di quella ambasciata fossero velati, Valiant non appoggiava affatto la scelta di rivolgersi ai popoli, dotati di carne, indigeni di Klemvor.
    Com'è possibile dubitare del potere che potrebbero avere le macchine a differenza dei Riders?
    chiaro come il sole che la potenza dei droni era assai più elevata!
    L'unica pecca, e difficoltà, su quell'armata fatta di acciaio e morte era come prenderne il controllo.
    Con i Riders si poteva trattare, certo.
    Con le macchine no.
    La questione è che le Tribù della Tempesta così come erano capaci di realizzare un accordo così potevano infrangerlo.
    Il tradimento non è materia adatta alle macchine.
    Bisognava essere più intraprendenti e cercare nelle terre devastate dalla presenza dei droni chi o cosa era capace di comandarli.
    Era finalmente giunto al palazzo degli uffici dell'Autocrate.
    I capelli biondo platino erano sporchi, come al solito, da quelle misteriose macchie marroni riconducibili chiaramente a quello stesso sangue rappreso che chiazzava il suo adorato monile. La sua Tagliola.
    Il lungo cappotto militare rendeva appena possibile la vista dei grossi scarponi neri, mentre un monocolo squadrava con cura le guardie a difesa dell'edificio, rivolgendo a queste ghigni "sorridenti".
    La testa era ritta, non poteva giocare con il padrone della città in cui viveva, e il resto del corpo assunse una posa del tutto formale e accademica.
    Quando per il dottore non fu più possibile avanzare, poichè fermato dalle guardie, il dottore con un ghigno divertito si rivolse al soldato.

    Ho ricevuto questa...
    L'autocrate mi aspetta.


    Disse, Valiant, con un tono tra il divertito e l'eccitato.
    Era curioso di conoscere la natura di quella convocazione.
    Se si fosse trattato di qualche missione per conto dei Riders sarebbe rimasto piacevolmente soddisfatto. Per quanto quella disposizione diplomatica riguardo i possibili e recenti accordi di Laputa con il popolo della tempesta non fosse in linea con i pensieri del dottore, egli non disdegnava una visita a quelle creature abbiette.
    Sarebbe stato interessante scavare nella loro cultura...



    Edited by § Erfaroth § - 3/9/2010, 10:43
     
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    Vuoi vedere la luna, ma non la trovi.
    Vuoi vedere le stelle, ma il buio le ha inghiottite.
    Piove, ti bagni, ma cosa importa?
    Vuoi solo sentire i tuoi passi risuonare nella strada deserta.
    Sentirti padrone del mondo,padrone della tua vita,
    di un istante già diventato passato.
    L’aria è fredda, ti gela i polmoni,
    ma che importa.

    Heart's Anarcy


    Una folata di vento pervase il lungo corridoio che dava agli uffici dell'Autocrate e, come se fosse sempre stata lì, una sinuosa figura femminile fece la sua comparsa senza preavviso, tuttavia discreta. Camminava leggiadra, nonostante tutto. Nonostante il fatto che fosse ben cosciente che la sua nuova casa si trovava in serio pericolo. Si, lei lo sospettava, anzi ne era certa; infondo sarebbe stato impossibile, anche per una come lei, ignorare le voci che il suo stesso vento raccoglieva. Nonostante fosse stata via, infatti, era giunta a conoscenza di tanti avvenimenti singolari, compresa la notizia che esistevano a Klemvor delle tribù di ragazzini non molto tranquilli. Sbuffò tra sè e sè, in realtà leggermente seccata dalla cosa, anche se in effetti, poco poteva dire di sapere. Insomma, solo voci, e fino a che tali fossero rimaste, lei le avrebbe semplicemente ignorate, nè più nè meno. Continuò dunque a camminare, passo leggero tuttavia deciso, in mano una lettera dell'Alfiere, fino a che non raggiunse la soglia che avrebbe dovuto varcare. Qui sostavano le guardie, e poi un tizio che molto aveva di inquietante. Un uomo oltre i trenta poteva dirsi, capelli biondi sporchi di sangue, veste ed armi "singolari" ed un monocolo. Tuttavia la cosa che più la inquietava era lo sguardo, un pò "folle" a dirla tutta. Si, inquietante era il termine appropriato. Ed a quanto pare era stato chiamato per il suo stesso motivo, considerando che anche lui aveva una lettera identica alla sua.

    -Anche io son qui per incontrare l'autocrate.

    Mostrò a sua volta l'invito, in attesa della reazione delle guardie.
    Gli occhi verdi, intanto, erano fissi sul tizio con il monocolo.


    SPOILER (click to view)

    Energia: 100%
    Condizioni fisiche: illesa.
    Condizioni psichiche: leggermente curiosa.


    Tecniche Passive



    Cinque di Denari (arcano minore)
    Il corretto ordine del mondo è pesantemente distorto all'interno del Cinque di Denari. L'armonia è rotta e le vecchie regole e convenzioni non sono più valide. Il lavoro perde di significato e valore se un susseguirsi costante di ostacoli impedisce l'avanzamento.

    ...Perchè una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere;
    e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile...
    Luigi Pirandello

    image
    Significato al dritto: amanti
    Evoluzione. Resistenza. Amante.
    Carta molto positiva in quanto simboleggia l'evolversi di una situazione in positivo. Soluzione di un problema finanziario, riparazione di debiti, guadagni insperati. Indica anche stabilità e armonia nel rapporto di coppia. Coraggio e resistenza nell'affrontare le difficoltà. La carta rappresenta anche lo sposo, l'amico o l'amante. Buone prospettive per il futuro finanziario.
    Indica: amori, disordine, l' amore libero, affetto, tenerezza, passione di innamorati, fidanzamento, uomo galante, pretendente, rapporti sentimentali, marito, amico, amica, matrimonio.

    Aura di Venere»Come ogni sentimento l'innamoramento parte da un'emozione forte o graduale che nasce spontanea nella quale si proiettano nell'altro aspettative, bisogni desideri. E' come contemplare la propria immagine riflessa negli occhi dell'altro. In fondo l'altro di cui ci si innamora è solo un'occasione esterna che suscita il sentimento ma che in realtà non c'entra, perché l'innamoramento è una fatto ancora soggettivo e tendenzialmente narcisistico.
    Dentro ogni essere vivente c'è un naturale bisogno di completezza. Inconsapevolmente durante la crescita, fin da ll'infanzia, ogni creatura crea un io ideale che è la somma delle cose che le piace e delle cose che le mancano. In presenza della Dama del Vento, Arcano Minore dell'Amore, nasce spontaneo questo fenomeno affettivo, l'innamoramento. Quando la si incontra, colpisce perché dimostra di avere uno degli elementi che compongono "io ideale" di tutte le creature, lo fa un po' come esplodere all'esterno. Questo "io ideale", che è "esploso" all'esterno, riveste Drusilia che l'ha involontariamente provocato nell'immagine interna di chi le è di fronte.
    Come ogni espressione affettiva anche l'innamoramento ha dei sintomi che sono di due tipi: fisiologici e psicologici.
    FISIOLOGICI:
    - accelerazione del battito cardiaco
    - alterazione del ritmo respiratorio
    - sudorazione
    - leggerezza alla testa e a volte vertigine
    PSICOLOGICI:
    - costante presenza mentale di Drusilia
    - scomparsa delle tensioni e ansie per le preoccupazioni quotidiane
    - atteggiamenti entusiastici (un po' "folli")
    Ovviamente tali sintomi provocano "distrazioni" (a seconda del pg) durante il combattimento o la semplice vita quotidiana. La passiva dura solo in presenza della Dama del Vento; in sua assenza scompare tutto.
    LIMITAZIONI: "Più si conosce a fondo la dama, più la malia si indebolisce fino a che chi nutre per lei profonda amicizia ne diventa immune" In pratica i pg che con lei stringono amicizia sono più in grado di sopportare la sua malia. Ovviamente ci si accorderà prima via mp tra giocatori.


    Librarsi in volo»Poichè derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria (max 5m) galleggiando in essa grazie al pensiero (tale tecnica è a volte accompagnata all'apparizione di tre bianche ali che, però, hanno puro effetto scenico).

    Resistenza alle Manipolazioni Psichiche» Drusilia, grazie al prolungato studio delle forze esoteriche, ha sviluppato sufficienti contromisure alle intrusioni e raggiri mentali: nel corso di una scena o di un combattimento, ella subisce manipolazioni eventuali per un tempo limitato alla metà della durata effettiva dell’attacco di cui è vittima.

    Arciere Arcano» Quando Drusilia lancia una freccia per mezzo di Alcarcalime, è in grado di infondere la sua magia all'interno di essa. Ciò le permetterà di far funzionare magie da "tocco" a distanza, come anche travolgere i propri nemici con tecniche che, altrimenti, non li avrebbero mai raggiunti dato il ridotto raggio d'azione; esse infatti manterranno le medesime caratteristiche, tuttavia partiranno dal punto esatto che colpirà la punta della freccia.





    image


    Armi



    Alcarcalime
    (arco+frecce= 2pt)

    IMMAGINE ALLEGATA

    Dimensioni: 1m circa
    Materiale con cui è fatto: Lega proibita argentata con rune elfiche in oro ricamate lungo tutto l'arco.
    Descrizione: Arco di una gittata elevatissima: circa 30m.


    Lama Galanodel
    (spada semplice= 1pt)

    IMMAGINE ALLEGATA

    Dimensioni: 20cm circa
    Materiale con cui è fatto: Lega proibita ed argento.
    Descrizione: Una lama di raffinata bellezza eraditata dai Galanodel. Apparentemente priva di poteri.

     
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  4. § Erfaroth §
     
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    Lo scienziato non riuscì a fare a meno di notare il tono particolarmente soave della ragazza che si era avvicinata a lui.
    Con ancora il ghigno sul volto a deformare le linee del viso, il dottore si voltò in direzione di quella che doveva essere a tutti gli effetti un'esemplare degno di nota.
    I lunghi capelli castani fecero scivolare lo sguardo iniettato di sangue di Valiant su quel corpo sinuoso e atletico.
    Era interessante il modo con cui lei, nella stessa maniera, fissava lui come se una reciproca intesa di carattere mentale si fosse già creata.
    Quel corpo pareva richiamare dal suo animo una sorta di pulso irrefrenabile che a malapena riusciva a contenere.
    Il dottore allargò il suo ghigno in un sorriso inquietante, mentre la mano destra, artigliata, da dietro la schiena si era portata sul fianco.
    Qualcosa, proveniente da quella ragazza attirava necessariamente le sue attenzioni, come se come un marchio indelebile vi fosse sotto quella pelle. Come se una scoperta necessaria, vitale!, per le sue ricerche fosse celata al suo sguardo da quei tessuti.
    Il respiro si faceva sempre più affannato mentre il petto del sinistro figuro si alzava e si abbassava, inspirando l'inebriante profumo di quella presenza.
    La voleva, la voleva a tutti i costi, e non desiderava strapparle un solo brandello di carne, ma devastarla in maniera completa.
    Aprirle il torace e bagnarsi di quello che doveva essere un sangue scarlatto come la rabbia, il dolore, l'ira!
    Poi le avrebbe sezionato le gambe, quelle robuste gambe, così sinuose ed eleganti.
    E perchè poi non analizzare anche quei suoi occhi verdi?
    Dovevano di sicuro possedere capacità fuori dalla norma!
    Tutto quel corpo doveva essere oggetto di studi!
    Oggetto del suo interesse!
    Oggetto di suoi più intimi pensieri!
    E lo avrebbe fatto Ora!
    No. Doveva calmarsi, doveva ritrovare il senno. Per quanto la ricerca avesse il necessario bisogno di portare avanti la sua esistenza in direzione dei traguardi più impensabili, era suo obbligo analizzare con occhio critico il susseguirsi degli eventi che stavano scatendo quell'irresistibile sensazione...
    Ancora non riusciva capire, si sentiva stordito e tentato.
    Con tono grave, digrignando i denti, il dottore ebbe la forza di rivolgere la parola alla donna.

    Che piacevole casualità...
    Sono il dottor. James Valiant.
    E lei?

     
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    Drusilia non potè non notare il ghigno davvero poco rassicurante esibito dal figuro, che intanto si era portato una mano, artigliata per giunta, al fianco. E fu certa che era pazzo; infondo il modo in cui respirava, gli occhi che la fissavano vogliosi, quell'espressione da assassino dei film horror, in sangue raggrumato sparso quà e là e per di più digrignava anche i denti. Si, era pazzo, e non pazzo come il tenero e coccoloso Fay, no. Lui era uno di quei pazzi di cui aver paura, soprattutto se eri una dolce e tenera fanciulla indifesa. Probabilmente era una sorta di maniaco sessuale, o almeno fu quello che pensò, considerando il modo in cui la guardava. Peccato che Drusilia, per quanto fosse dolce e tenera, sicuramente non era indifesa. E sicuramente gli avrebbe staccato la testa di netto con lame invisibili se solo avesse fatto qualcosa o a lei o a qualcuno a lei caro. In ogni caso, il tizio le rivolse la parola.

    -Che piacevole casualità...
    Sono il dottor. James Valiant.
    E lei?


    La Dama del Vento, come da galateo, gli rispose.
    E sorrideva tranquillamente, come se nulla potesse turbarla.
    Poi le labbra rosse e piene si sfiorarono, lasciando uscire suoni soavi come il vento che spira.

    -Il piacere è il mio, dottor. Valiant.
    Il mio nome è Drusilia Galanodel.
    Per caso anche lei è stato convocato dall'Autocrate?

     
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    Guardia di Porta.


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    Le guardie di picchetto al portale principale del Mastio non si erano mosse di un millimetro, mentre osservavano i due individui appena arrivati mentre discorrevano.

    La donna l'avevano intravista qualche volta, tempo prima. Doveva aver pernottato anche all'interno della rocca. L'altro era un perfetto sconosciuto invece.

    Entrambi avevano presentato una lettera di invito firmata e sigillata dall'autocrate ma, mentre la milizia verificava l'autenticità di questi documenti - che, per quanto sicuri, si poteva sempre trovare il modo di falsificare, anche se improbabile - i due avevano avuto tempo di continuare a conversare sotto la vigilanza dei militari più vicini, armati di tutto punto, quasi fossero sul punto di dover resistere ad un assedio.

    Qualche minuto sarebbe stato necessario al portaordini per arrivare al comando della milizia, far controllare i documenti e tornare.
    I visitatori avevano qualche altro minuto, prima di entrare.

     
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  7. § Erfaroth §
     
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    Era irresistibile la natura di quella voce, riempiva l'aria di un suono mai udito eppure ai limiti della famigliarità, con il suono acuto e elegante di un violino...
    Avrebbe desiderato ardentemente di poterle strappare le corde vocali in quel preciso istante...
    No. Si doveva calmare.
    Era mai possibile tanto interesse per una donna appena vista? Nemmeno conosciuta?
    Avrebbe avuto modo in un secondo momento di conoscere e carpire la vera realtà che si celava dietro quelle forme. Avrebbe saggiato il...
    ...Suo sangue che, caldo, gli sarebbe scivolato in gola. Si, la voleva, la voleva e la desiderava per mezzo di un pulso che non aveva eguali!
    No. Doveva cercare di discernere quegli effetti...
    Quei sintomi...
    Così famigliari, così forti, così...
    ...Abili nel prendere la mente dello scienziato e stirarla come si farebbe a un condannato a morte. Oh, l'avrebbe fatto! Non si sarebbe perso l'opportunità di sperimentare la soglia del dolore per quella creatura eletta. Unica!
    Ma come? Come poteva?
    Era necessaria la logica! Imporre su se stessi la Volontà per raggiungere un fine più alto e meno modesto della mera sperimentazione, ma delle ricerca e della CREAZIONE!
    Valiant prese coscienza di ciò che sentiva e ricondusse tutto ad una sola, maledettissima, parola:
    Malia.
    Con uno sforzo digrignato di fiato, lingua e mente, il dottore trovò la forza di rivolgersi nuovamente alla donna. La mano destra tremava chiaramente.

    E' capace di...
    Eliminare la sua inutile Malia?
    Grrrr...
    Le sarebbe d'aiuto.
    Ne va della vostra vita.


    Il tono era grottescamente divertito ma reso cupo da un sentimento più forte, più impetuoso...
    Quello di strapparle la testa e tagliarla a brandelli.

     
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    Osservò i militari parlottare tra di loro, vigili e professionali nelle loro uniformi, attenti che tutto andasse per il verso giusto. E lei non era certo intenzionata ad intralciarli, dunque sarebbe rimasta placida ad attendere che giungesse l'ordine di far varcare loro quell'agognata soglia che stava di lì a pochi centimetri. Agognata, si, il termine esatto, perchè a dire il vero non trovava una cosa del tutto piacevole essere lì, con quell'individuo palesemente eccitato che la fissava e faceva smorfie strane, anche se in presenza di guardie armate. L'unica cosa di lui ad incuriosirla fu l'improbabile individuazione del suo potere di Arcano Minore, la malia che causava così tante vittime.

    -E' capace di...
    Eliminare la sua inutile Malia?
    Grrrr...
    Le sarebbe d'aiuto.
    Ne va della vostra vita.


    Sospirò, senza scomporsi poi tanto.
    Beh, almeno ci aveva provato.

    -Spiacente ma non è possibile a meno che lei non diventi mio "amico".

    "Cosa improbabile", pensò lei, considerando il soggetto in questione.
    Il che non poteva fare altro che sconfortarla.

    -In genere dopo un pò ci si abitua ma io non posso annullarla,
    anche perchè, tecnicamente, io sono quella malia.

    Quella volta non lo guardò neanche, piuttosto rimase a fissare le guardie in paziente attesa di un diversivo. Tantomeno fissò sotto alla cintola del pazzo, terrorizzata da ciò che avrebbe potuto notare. E se si fosse avvicinato... beh, aveva solo da provarci.

    Rimase lì, braccia conserte e sguardo distratto sulla porta.
    Ovviamente con la sua solita calma.
    Ed intanto pensava a tante cose, tra cui anche il perchè di quella situazione.
    No, se era uno scherzo, non era divertente.
    Affatto.

    -Tuttavia l'avverto che azioni non pacifiche nei miei confronti
    potrebbero avere degli effetti spiacevoli su chi ha tentato di infliggermi danno.
    E questo con o senza aiuto di Alfiere o guardie armate.


    A quel punto, con la mano candida avrebbe portato una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

    -Spero di essere stata chiara.



    Edited by Drusilia Galanodel - 1/6/2015, 21:17
     
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  9. Raylek
     
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    Il portaordini era di ritorno, sbuffante ed ansimante, con in mano i documenti affidatigli dalla guardia ai cancelli e, oltre, un nuovo, anonimo foglio di pergamena ripiegato.
    Di botto, sfinito, si era arrestato proprio dinnanzi alla guardiola costruita a ridosso delle mura, accanto alla grata del portale, consegnando il tutto all'ufficiale di servizio, provocando non poso scompiglio con la sua presenza negli altri uomini di guardia, con i suoi movimenti fin troppo rapidi e nervosi.

    [...]

    Ma l'ufficiale non aveva fatto in tempo ad aprire i nuovi ordini, che una voce familiare a tutti, nella milizia, si era levata alta dalla grande via che, oltre la porta, scendeva verso le mura esterne delle città, sorpassando uno dopo l'altro i gironi.

    Vedo che i miei ospiti sono arrivati in anticipo.
    Ammetto che vi aspettavo non prima di qualche altra ora...


    Dietro ai due, alla porta, aveva fatto la sua entrata in scena il Lord Alfiere di Laputa, scortato da un paio di soldati in livrea, silenziosi e composti, ma dallo sguardo attento e penetrante.

    ..ma visto che oramai siamo tutti qui, prego, seguitemi.

    Il tono del goblin non ammetteva repliche, e lo sguardo che aveva riservato prima a Drusilia, poi al dottor Valiant sarebbe stato abbastanza per spegnere il fuoco dentro ad una fornace.
    Aveva avuto ottime referenze su quell'uomo da uno dei collaboratori del Rettore del Magisterio, quando si erano incontrati con il consiglio della facoltà per discutere del bilancio e delle spese future per l'ateneo.
    Eppure, a quanto sembrava, il professor Stain si era scordato di riferire riguardo al carattere particolare del suo tanto stimato collega.

    Il goblin poteva vederne la pericolosità dallo sguardo, dai gesti portati avanti nervosamente, a scatti; senza contare che di quello aveva sentito voci non troppo lusinghiere anche durante la Festa dell'Arrivo, quando aveva partecipato con il suo socio Dorian al banchetto in onore dei Kramer.

    Sarebbe stato uno spasso avere a che fare con un altro esule, disertore e naufrago, come lui.
    Ma, oltre, con uno che prometteva guai solo a guardarlo.

    Spero abbiate poco da fare in questo periodo.
    Mi servite per un lavoro piuttosto importante a terra.


    Ma, imboccando il viale che portava all'interno del Mastio, l'Autocrate non aggiunse altro.

     
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  10. § Erfaroth §
     
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    L'arrivo dell'autocrate era stata completamente scartato nella lista degli eventi previsti dalla mente dello scienziato, preso com'era dal suo nuovo interesse.
    Il dottore, alle parole della giovane non potè che sbuffare una risata digrignata.
    Se voleva incutere timore nei riguardi dello scienziato, la sua minaccia era vana e patetica.
    "azioni non pacifiche"
    Così le chiamano?
    Curioso come quell'esemplare vivente di Malia fosse dotato di un così basso profilo diplomatico.
    Se le era cara la vita, non doveva essere eccelsa nelle capacità empatiche, perchè piuttosto che cercare una soluzione, la ragazza si era limitata a provocare lo scienziato ulteriomente.
    Valiant cercò con tutte le sue forze di combattere quelle sensazione fremente, nel tentativo disperato di indurre ogni progetto in un tempo prossimo e non molto remoto.
    Ogni esperimento fatto con l'essenza di Malia sarebbe stato rimandato a seguito di quelle missioni di cui si era fatto piacevolmente carico.
    A Klemvor c'era molto più delle solite attrazioni, quelle più conosciute si intende, oltre ai Riders o ai Droni.
    C'erano bestie degne di nota che doveva essere studiate dal reparto scientifico di Laputa.
    Ecco quali erano i suoi obiettivi, ma fino ad ora Valiant non era stato reso operativo.
    Ed ecco forse il motivo di quella visita all'autocrate e di quelle sue parole.

    Alfiere...
    Il suo interesse è il mio interesse.
    Quando volete posso preparare il necessario per scendere a terra.
    Le posso chiedere l'oggetto di tale missione?


    Ancora con il tono sconvolto di pochi attimi prima, il dottore si permise di alzare il passo e portarsi quasi a fianco dell'autocrate con la chiara intenzione di allontanarsi dalla presenza della ragazza inutile quanto di impiccio.
    Doveva concentrarsi su altro...
    Un volta soli, se la ragazza non avesse cercato in qualche modo un rimedio, avrebbe deciso se strapparle via le labbra o provare a infettare i suoi geni per resistere a quell'attacco di natura psicologica.
    Per le ricerche sul suo conto, ci sarebbe stato tempo.
    Ne era certo.

     
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    Le guardie fecero spazio ed ecco giungere l'Autocrate accompagnato da due guardie del corpo. Che poi, a dirla tutta, poco credeva che gli servissero davvero. Forse era per sembrare più figo o qualcosa di simile, dato che probabilmente il più potente tra i tre era proprio il nanerottolo verde in mezzo. Lei sorrise divertita, sogghignando vistosamente, senza tuttavia commentare quella che per lei era una scenetta alquanto buffa. Poi, notando l'espressione ed il tono dello zio, sembrò improvvisamente tornare seria. Evidentemente quella convocazione era di vitale importanza, lo sentiva. E ciò poco le piaceva perchè voleva dire possibili guai per tutti, ma soprattutto per lei che era stata chiamata.

    Sospirò.

    Il Goblin parlava di un lavoretto a terra. Beh, poco male, lei era abituata a girovagare quà e là, ed un pò di moto non le avrebbe sicuramente fatto male. Iniziò dunque a seguirlo, pensosa e preoccupata, le mani dietro la schiena, rimanendo comunque dietro i due.

    -Nessun problema, e poi sai che la mia risposta sarebbe comunque si.

    Detto ciò, rimase in educato silenzio, in attesa di una spiegazione più approfondita della situazione e delle ragioni per cui era stata convocata senza battere ciglio. In quei casi doveva essere professionale. Infondo era una cacciatrice.
     
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  12. Raylek
     
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    Al passo di una passeggiata riposante, il lord Alfiere condusse i suoi ospiti all'interno del piccolo studiolo di rappresentanza che era solito adoperare in occasioni come quella.
    Alle pareti le scaffalature di legno scuro osservavano il trio con i loro occhi fatti da infiniti libri. Al centro dell'ambiente, un grande scrittoio : dietro, lo scranno del padrone di casa. Davanti, altri due sedili ed un tavolino.
    Niente altro. O meglio : nient'altro che fosse visibile.

    Vi prego, accomodatevi senza complimenti. La mia casa, oggi, è la vostra.

    Il pelleverde sorrideva, mentre si disponeva a seguire il suo stesso consiglio, accomodandosi dietro alla scrivania ingombra di carte.
    Attese che il duo si fosse a sua volta accomodato, per poi proseguire, osservando bene in viso sia la dama che il dottore, ora uno, ora l'altra.

    E' di pubblico dominio come poco tempo fa la città sia stata invitata ad un concilio tenutosi a Klemovr, nelle terre che gli abitanti del posto chiamano "La Foresta".

    Lì ci è stato chiesto di partecipare ad una missione per cui siete stati selezionati.
    Le cose sono piuttosto semplici : abbiamo intenzione - il popolo dei Cavalcatori della Tempesta e Laputa - di mandare una squadra di armati sotto alla città, per raggiungere il cuore delle macchine e farlo saltare per aria.


    Con la mano desta, accompagnando il discorso, Raylek mimò una piccola esplosione, aprendo di scatto le dita da un pugno che erano.

    Compito di Laputa è fornire chi porterà l'ordigno e chi dovrà proteggere il portatore.
    Robetta facile.


    In effetti la missione era piuttosto rischiosa, sebbene sulla carta piuttosto lineare : entrare, sbaragliare le macchine, uscire, far saltare tutto.

    Qui entrate in gioco voi. Nel mio presidio siete, a quanto sembra, i meglio qualificati e prima disponibili per questa impresa.
    Sempre che decidiate di accettare, ovviamente.

    Non è mia intenzione, in ogni caso, mandarvi senza appoggio, mal equipaggiati o privi di informazioni.
    Voglio però, prima di darvi in mano qualcosa, sapere se siete motivati a fare quanto vi propongo, in particolare ora che sapete di cosa si tratta.


    Si fermò così, per dare nuovamente tempo a Drusilia e Valiant di rispondere, non prima di aver avuto abbastanza spazio per ragionarci sopra.
    Per quanto entrambi potessero rispondere di getto ed entusiasmo, c'erano in ballo vite - le loro - e meritavano di poterci riflettere ancora, ancora e ancora.

    Mentre attendeva, l'Autocrate di Laputa appoggiò i gomiti sul tavolo, incrociò le dita delle mani e, sul dorso di queste poggiò il mento.
    In silenzio.

     
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  13. § Erfaroth §
     
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    Quella presenza era estremamente irritante.
    Per quanto la mente del dottore cercasse di afferrare quei pensieri con le fredde catene della logica, il desiderio di scuoiare l'essenza della Malia era forte in lui.
    Valiant, di contro, cercava con tutte le sue energie di seguire ogni singolo movimento del goblin nel tentativo di concentrare ogni sua attenzione sull'alfiere errante.
    Gli occhi iniettati di torbida ragione e viva follia seguivano il labiale dell'autocrate con attenzione accademica lasciando il resto del corpo e l'abitudine ad eseguire i compiti più semplici, come quello di sedersi.
    Con attenzione il dottore ascoltò la missione che era stata designata alle loro persone.
    Rischiosa ma estremamente interessante.
    La possibilità di avvicinarsi abbastanza al cuore delle macchine era un'allettante prospettiva alla vera comprensione di come i droni erano comandati e magari...
    Nella mente dello scienziato si avviluppavano progetti su progetti nel tentativo di lasciare ai pensieri di sangue e morte il più piccolo spazio della sua attenzione.
    Forte di un interesse di carattere non solo necessario ma scientifico si rivolse all'Alfiere.

    Mio Signore...
    Ogni giorno io rischio la vita nel mio laboratorio in nome dello Sviluppo.
    Se mi viene concessa questa opportunità,
    di comprendere la natura dei droni di Klemvor,
    non posso che cogliere questa vostra generosa offerta.
    Spero solo che l'ordigno non sia ingombrante
    e se possiamo davvero fidarci dei Riders...


    Avrebbe voluto far notare all'autocrate che la presenza della giovane sarebbe stata di intralcio alle sua azioni piuttosto che d'aiuto, ma quello doveva essere un problema che doveva riuscire a risolvere da solo.
    Avrebbe dovuto iniettarsi la cura almeno negli attimi dove l'attenzione da avere era necessariamente massima.
    Inutile ragazza...



    Edited by § Erfaroth § - 6/9/2010, 02:01
     
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    Rimase lì tranquillamente, osservando prima l'Autocrate, poi il maniaco che gli si era affiancato, poi di nuovo l'Autocrate. Ed intanto rifletteva placidamente su fino a che punto erano vere le dicerie che giravano intorno a quella storia, sorridendo tra sè e sè. Beh, data la situazione, probabilmente non v'era nulla di cui sorridere, affatto, tuttavia lei era un pò così... fuori dal mondo. E per quanto fosse coinvolta, in realtà si sarebbe sentita libera a prescindere; infondo non avrebbe mai potuto cambiare ciò che era. Entrò nella sala senza obbiettare, sedendosi con calma innanzi al suo datore di lavoro. In quel momento nulla pareva turbarla. Tuttavia, la realtà dei fatti era ben altra. La situazione era ben lontana dal piacerle; prima di tutto perchè non si fidava dei Riders; sebbene potenti o qualunque altra cosa, aveva sentito che si trattava di "ragazzini". E questo voleva dire colpi di testa, inesperienza, o, nel migliore dei casi, se davvero si trattava di nemici potenti, poca saggezza. E quella si conquistava solo con gli anni, poco ma sicuro, e spesso neanche quelli bastavano. Sperò solo che i ragazzini di Endlos non fossero stati come quelli del mondo da cui proveniva, altrimenti potevano dirsi fregati già in partenza. Soprattutto in una missione così delicata quale era la loro. Portare una bomba, farla esplodere, difendere qualcuno, ma soprattutto, cosa a lei più importante, restare vivi. Eh si, non aveva alcuna intenzione di lasciarci le penne, non in quel momento. Aveva affari che dovevano essere terminati, prima. E su questo non v'erano dubbi di alcun tipo.

    Lì ci è stato chiesto di partecipare ad una missione per cui siete stati selezionati.
    Le cose sono piuttosto semplici : abbiamo intenzione - il popolo dei Cavalcatori della Tempesta e Laputa - di mandare una squadra di armati sotto alla città, per raggiungere il cuore delle macchine e farlo saltare per aria. Compito di Laputa è fornire chi porterà l'ordigno e chi dovrà proteggere il portatore.
    Robetta facile.


    Lo fissò perplessa, tuttavia preferì lasciarlo terminare. Immediatamente dopo prese parola l'uomo, rivelando un dettaglio che a lei, sinceramente, era passato inosservato. Chi diceva loro che questi Riders fossero davvero affidabili? Bel problema...

    -Sono sempre pronta a difendere con la vita ciò che amo.
    E Laputa mi ha nutrita, mi ha dato asilo, è la mia casa.
    A quanto ho capito, questa missione è vitale per la tranquillità di tutto il presidio,
    già piuttosto disturbata ultimamente a dire il vero.
    La mia risposta è si, ma voglio avere più informazioni possibili.
    Ad esempio... quale è il compito dei Riders?


    Dunque sarebbe rimasta lì, seduta e con gli occhi fissi su quelli dell'Alfiere.
    Attendeva maggiori dettagli.

     
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  15. Raylek
     
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    Pacatamente, Raylek annuì.

    Dei rider non so quanto possiamo fidarci, ma non nel senso che potreste pensare subito.
    Non temo il tradimento, no. Sono molto sicuro che, una volta presa la decisione di attaccare il cuore delle macchine, le tribù della tempesta andranno fino in fondo... dovesse costare loro la vita.


    Il tono del goblin era piatto, asettico; lo sguardo scattava dall'uno all'altra dei suoi ospiti soffermandosi su ognuno il tempo necessario per coglierne il linguaggio non verbale.
    Leggere cose del genere faceva parte delle abilità del mercante. E, non tanto diversamente da un mercante, lui stava vendendo loro un incarico.

    Riguardo alla bomba, non so davvero che dire. A tutt'oggi non ho troppi dati, soprattutto visto che la produzione dell'ordigno è stata affidata alla sezione scientifica delle tribù.
    Io non ho potuto metterci mano.


    Una nuova, breve pausa.

    Il compito dei rider, in questo nostro piccolo gioco, sarà prendere a calci nel culo in nemico prima che riesca ad allungare le sgrinfie su voi due.
    Distrarranno le macchine, le pesteranno per bene, vi proteggeranno i fianchi.
    Ciò non ostante, Valiant avrà il compito di portare la bomba.
    Drusilia quello di tenerlo d'occhio.


    Un sorrisetto malizioso fiorì all'angolo della bocca dell'autocrate, mentre un fuoco sottile gli ardeva in fondo agli occhi.

    In più, ho qualche piccolo regalino per voi. L'ho detto prima, non sia mai detto che mando i miei soli ed abbandonati, come pecore in mezzo ai lupi..

     
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81 replies since 3/9/2010, 06:37   1571 views
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