Kingdom Of Ancient Books

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  1. -Telescopio-
     
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    PERCIVAL
    PERCIVAL



    imageBastò chiudere gli occhi e poi riaprirli, la mente persa in vagheggi lontani: poi, una strana sensazione di caduta, e dopo ancora...Nulla.

    Ciò che s'aprì agli occhi dei due fortunati viandanti, fu una città irreale: un'amalgama assurda di verde e cemento, un connubio caotico di piante e tecnologia, di fronde e cavi elettrici. Il viale alberato su cui s'erano ritorvati, era costeggiato da un canale, la cui acqua limpida scorreva pigramente, mandando riflessi qua e là.

    Cavalcature esotiche, quasi certamente mai viste, s'alternavano a mezzi di trasporto astrusi: gondole volanti, funivie ronzanti, e veicoli motorizzati che producevano vapori biancastri. Certo, anche i passanti che percorrevano quella via non erano tutt'altro che normali: creature umanoidi si mescolavano a rettiliani, insettoidi, uomini-pesce e agglomerati di energie pulsanti. E anche Orsetti Gommosi Senzienti, ovviamente. Ma questa è un'altra storia...

    Non vi era traccia dei due felini, artefici del viaggio. Tutti i passanti sembravano indaffarati, o sperduti anche loro...Arduo quindi domandare indicazioni. Nemmeno sembravano esserci vigili o guide turistiche: l'unico tizio che s'avvicinò loro si dileguò subito, senza dir nulla...E lasciando in mano un volantino sullo spettacolo di un qualche pornoattore.

    Probabilmente orientarsi in quella città sarebbe stato difficile, se i due non avessero trovato una bacheca proprio dinanzi a loro. Avete presente quelle robe classiche per turisti? Del tipo "voi siete qui"? Ecco, qualcosa del genere.

    Con la differenza che questa parlava.
    Già, e al posto dei bulloni aveva due begli occhi da stramboide.

    - Yo, bella lì. Che se dice? Vabbuò, comunque benvenuti. Ve posso aiutà? Ve serve 'na mano per trovà quarcosa? -

    ...


     
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    Ricordava ancora ciò che era accaduto; aveva chiuso gli occhi smeraldini, pensato al vento, suo dolce amante, e come se presa in causa, una brezza di misteriose origini l'aveva catapultata lì.

    Si, ma lì dove?
    ...

    Solo allora si rese conto dell'immensa cavolata che aveva fatto. Già Endlos non era il regno della tranquillità, poi lei che dava ascolto a gatti/ragazzi parlanti! Si sarebbe presa a pugni da sola se non avesse preferito maggiormente passare il suo tempo ad osservare il nuovo "ambiente" in cui si era ritrovata. A prima occhiata pareva una città, ed anche abbastanza sviluppata a livello tecnologico, non certo come la sua Laputa che, per quanto fosse bizzarra, pareva tratta da un racconto settecentesco o giù di lì. Per un attimo pensò di esser finita ad Ovest, tuttavia dubitava che esistesse davvero in posto simile, considerando che, per quanto cemento fosse stato messo, la natura pareva non soffrirne affatto, anzi convivere serenamente come due amichevoli coinquilini. Iniziò a temere che non si trovava più neanche ad Endlos, nonostante lì girasse gente strana. E quasi giurò che tra loro ci fossero orsetti gommosi. Beh, si, infondo il biglietto parlava di una libreria aperta a più mondi, non v'era mica scritto su quale si trovava, no?

    -Maledizione!

    Strinse il bigliettino innervosita, prima che una voce non la fece sobbalzare.
    Proveniva da un cartello.
    Un cartello... parlante.
    ...

    - Yo, bella lì. Che se dice?
    Vabbuò, comunque benvenuti. Ve posso aiutà?
    Ve serve 'na mano per trovà quarcosa? -


    ...
    E si credeva pure figo.
    Vabbè... meglio far finta di niente.

    -Ehm, si. In realtà cerco la libreria Hearthgarden.

     
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    Non aveva ben capito cosa fosse successo ancora.
    Doveva essere stato trasportato in quel luogo da una qualche magia di teletrasporto, anche se questa qui pareva esser ben diversa da quelle che erano note all’Immortale: a dir la verità anzi, ne conosceva solo una, ovvero quella tramite Faglia Dimensionale utilizzata da Encablossa. Una da chissà quale angolo delle dimensioni fino a Celentir, e la seconda da Celentir ad Undarm.
    Ma non soffermiamoci in questa sede a interloquire dei passati viaggi.
    Prestiamo invece attenzione a quest’ultimo.
    Appena riaprì gli occhi, come suggerito dalla misteriosa ragazzetta in viola, si ritrovò in una sorta di metropoli immaginaria, dove natura e tecnologia erano perfettamente unite, così come unite erano le specie che camminavano all’interno di essa. Un’utopia, insomma.
    ...
    Seccante, invero.
    Non bastavano solo gli Umani, ora si trovava dinanzi a ben più razze inferiori.
    E, in realtà, il Signore dell’Hexter stentava a credere di trovarsi ancora coi piedi su Endlos.
    Con fare distaccato, ignorando completamente tutta la gente che si trovava intorno, prese a percorrere la strada che costeggiava quel canale, pervenendo, in un modo o nell’altro, innanzi ad un bizzarro dispensatore di informazioni per gli stranieri. Parlante.
    Ed in più, di una parlantina alquanto irritante.
    Emise un secco grugnito di disappunto, incrociando le braccia; ma, appena stava per proferir verbo, venne anticipato da qualcuno. Una donna.
    Rivolse il suo sguardo celato dal freddo metallo in sua vece, ma, come la sua vista cozzò contro la sua sagoma, venne pervaso da una strana sensazione. Strana ed alquanto inaspettata.
    La sua mente, a quella visione, reagì in maniera insolita; di li a poco era come se le sue orecchie udirono un respiro, dolce, candido: il lieve soffio che partiva da morbide labbra fino a carezzarlo sul collo.
    Poi, sul gomito del braccio sinistro, sentì come posarsi il tocco di calde mani, in un’abbraccio…piacevole. Intanto, venne pervaso da un brivido sulla schiena, che, partendo dalla base della colonna vertebrale, la percorreva in toto, fino a raggiungere la sua mente, provocando una fitta di dolore, anche se breve.
    Nrh…
    Ma durò meno di un istante.
    Qualche secondo dopo, Regnier portò la sua mano a toccare la fronte, o meglio, la parte di elmo che doveva rappresentarla.
    Dove aveva visto quei capelli lunghi e scuri?
    Aveva di sicuro a che fare con i suoi ricordi sigillati: questo era poco ma sicuro.
    Ripresosi dallo stato di confusione in cui era ricaduto, quindi, tornò con lo sguardo sulla macchina, proferendo parola.
    ”…
    In realtà anche io mi trovo qui per lo stesso motivo.”

    Si, beh, grossomodo.



    SPOILER (click to view)
    In breve, la Passiva di Dru-san non ha fatto altro che portare alla mente del buon Regnier qualche stralcio della sua memoria. Thanks a lot per questo =*
    Se è male l'interpretazione che ho fatto della passiva, sono pronto comunque a editare ^O^
     
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  4. -Telescopio-
     
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    Nella sua vita di cartello turistico ne aveva viste tante. E' tipico, ed ancora di più in una città come Tuin, piena di sgorbi strani...Eppure c'era qualcosa di diverso, questa volta...

    -Ehm, si. In realtà cerco la libreria Hearthgarden.

    Gli disse un'avvenente fanciulla, per la quale avrebbe perso il fiato, se un cartello avesse potuto avere fiato, ovviamente. Di solito i cartelli non si sentivano mai così attratti da un'umana, ma cavolo...Quella era notevole!

    - Anvedi che pezzo de... -

    In realtà anche io mi trovo qui per lo stesso motivo.”

    Era arrivato un altro turista. Maledetto tizio strambo con l'elmo in testa! L'aveva distratto da quella paradisiaca visione!

    - 100 metri dritto, gira a sinistra alla terza traversa. Nun te poi sbaglià, bella! -

    Poi volse occhi scettici sul tizio, prima di sibilargli malizioso:

    - Tanto nun ce starà co'te, pischello. -

    Il resto fu coperto dal brusìo dei passanti, e dal rumore del traffico. O forse, il coraggioso cartello non ebbe il fegato di andare oltre al labiale.

    [...]

    La libreria era effettivamente difficile da non notare: un enorme insegna, scritta in caratteri gotici, campeggiava sulla facciata di una casa strana, che sembrava ridicolmente simile alle case di marzapane delle fiabe. C'era una sola vetrina, e per giutna neanche grandissima: come poteva cotnenere 3/4 dei libri del Multiverso?

    La porta d'entrata annunciava gli ingressi con uno scampanellìo. Evidentemente si trattava di un luogo incantato magicamente, perchè l'interno era diverse decine di volte più grosso di quanto sembrasse...S'intravedevano addirittura scale verso l'alto ed il basso!
    Le pareti, ovviamente, erano tappezzate di scaffali ricolmi, ed i dorsali dei libri mostravano titoli disparati, anche in caratteri sconosciuti. Un'allegra luce solare illuminava l'immensa stanza principale, che tuttavia dava un'inspiegabile sensazione di quiete famigliare, e atmosfera alla mano.

    Il bancone, coeprto qua e là da scartoffie, era occupato da un gattone nero, acciambellato pigramente. Il corpicino s'alzava e s'abbassava ritmicamente, mentre dormiva della grossa.
    Solo all'avvicinamento dei due clienti, avrebbe alzato la testolina, stiracchiandosi poi alla maniera dei gatti.

    - Benvenuti ad Heartgarden! Posso aiutarvi, meow? -


     
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    - Anvedi che pezzo de... -

    Bene, iniziava davvero bene.
    Prima un gatto arrapato, poi il cartello grezzo.
    Ci mancava un pornoattore.

    "In realtà anche io mi trovo qui per lo stesso motivo.”

    ...
    Beh, c'era quasi.
    Almeno la tenuta era credibile,
    considerando che era quasi nudo, con la faccia coperta e tante catene.

    - 100 metri dritto, gira a sinistra alla terza traversa. Nun te poi sbaglià, bella! -
    - Tanto nun ce starà co'te, pischello. -

    Drusilia voltò lo sguardo verso l'uomo dal volto coperto, arrossendo violentemente ed iniziando poi a fissarsi i piedi imbarazzata. Per quanto potesse atteggiarsi da dura, restava in lei quella sensibilità di fondo, quel tocco che la distingueva dagli uomini, ovviamente oltre il corpo perfetto e le forme più che abbondanti ed ai punti giusti. Si, per quanto potesse esser violenta ed abile nei combattimenti, nessuno avrebbe potuto negare la sua innata femminilità, l'eleganza, il profumo. Una sorta di Venere. Insomma, era pur sempre l'Arcano dell'Amore lei! In un certo senso non sarebbe potuta essere altrimenti. Ad ogni modo, appena ripresa, avrebbe fatto un timido cenno con la mano all'uomo, un tacito invito ad accompagnarla dato che, infondo, andavano dalla stessa parte. Raggiunta la libreria sarebbe poi rimasta qualche secondo ad osservarsi intorno, prima di andare dritta al bancone dove riposava un gatto. E lei sapeva che era a lui che doveva rivolgersi; infondo non si meravigliava più di nulla, ormai.

    -Si, signore.
    Il mio nome è Drusilia Galanodel ed io ed il mio amico siamo stati mandati in questo posto.


    Detto ciò, avrebbe posato il buono sul bancone in modo da farglielo vedere.

     
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    Dopo aver acconsentito al dare informazioni ai due avventori di sorte, il cartello si premise di fare una lieve constatazione; di certo, avrebbe potuto risparmiarsela. Preferì astenersi dal rispondere Regnier, dato che non avrebbe giovato a nulla, e si limitò a far da accompagnatore alla donna, fattole cenno col capo ad un suo gesto.
    Mantenendosi ad una certa distanza, ovvio; non troppa, in modo da non sembrare un pedinatore, ma nemmeno stando a fianco. Durante il tragitto verso la libreria, i suoi lunghi capelli rapirono l’attenzione dell’Immortale, dando alla sconosciuta un che di familiare.
    Eppure continuava a giurare di non averla mai vista, o di non averne mai udito la voce.
    Comunque, bene o male, alla fine i due arrivarono a quella che doveva essere una biblioteca.
    Biblioteca che di strano, per ora, sembrava avere solo il fatto di essere più grande di quel che l’esterno fosse mostruosamente più piccolo dell’interno. No, il gatto al bancone rientrava nella normalità, dato quanto successe prima ad Undarm. Era ovvio a questo punto che lo gestiva proprio quella razza li il localetto.
    Esordì la donna il discorso. Niente da eccepire, ovvio, a parte una cosa: quand’è che erano divenuti abbastanza intimi da poter essere definiti amici?
    Non è che dal fare la stessa strada con qualcuno ne discende, giocoforza, avere un qualche legame.
    Ma via, son dettagli; non c’era mica da prendersela se un’Umana dava a Regnier un appellativo del genere.
    Altrimenti, cosa avrebbe dovuto fare alla creatura che poco addietro le aveva dato dello “stronzo”?
    Semplicemente, con fare solenne, si limitò assecondare le parole che uscirono dale labbra della giovane (?), posando anch’egli il pezzetto di carta recante l’invito in libreria.
    ”Una vostra sottoposta è stata così gentile da consegnarci questo invito, anche.”
    Già, gentile.
    Si fa per dire...

     
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  7. -Telescopio-
     
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    SPECIAL SECTION
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    L'aroma piacevole di carta e inchiostro inondava l'ambiente, quasi reso più forte dai raggi di luce che penetravano pigri dalle numerose finestre; il gattone ascoltava i due avventori con fare assurdamente serio per un gatto, sebbene un paio di volte non resistette all'impulso di lisciarsi il pelo buffamente.

    - Oh. Benissimo, quindi! Lasciate che vi conduca alla Sezione Speciale, dove potrete scegliere il vostro omaggio! Meow! -

    Balzò giù dal balcone, con l'eleganza tipica dei felini. Si stiracchiò ancora una volta, allungandosi tutto. Poi, iniziò a far strada ai due, conducendoli ad una graziosa scala a chiocciola.
    Zampettando allegro, raggiunse un locale al piano superiore: anche qui i libri tappezzavano ogni cosa, sebbene gli scaffali componessero una specie di labirinto dai contorni sinuosi; non vi era soffitto, ma una gigantesca volta a vetrata, che lasciava trasparire la visione del cielo azzurro.

    - Eccoci qua! Prima di iniziare... -

    Miagolò, mentre un paio di tazzine colme di Tè fluttuavano in direzione dei due clienti. Forse un sorriso cortese gli si sarebbe dipinto sul musetto, se i gatti avessero potuto sorridere, beninteso!

    - Questa è la Sezione Speciale: potete scegliere un libro a in piena libertà. Come vedete non hanno il titolo scritto sul dorso, quindi scoprirete di che si tratta solo una volta preso. A voi la scelta del genere narrativo. -

    Fece una piccola pausa, lavandosi le orecchie per qualche secondo.

    - Tutti questi libri contengono le storie dei Mondi del Multiverso: aprirli vi consentirà di godere delle meraviglie di quei mondi, visitandoli in prima persona. Alcuni di questi mondi sono intatti, e nessun Portale è mai stato aperto verso di loro...I miei libri sono l'unico modo per raggiungerli, probabilmente. Ma non temete, non v'è rischio alcuno. Ed anzi, in molti hanno trovato ciò che cercavano nella vita... -



     
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    Evitò elegantemente di metter mano a quelle tazze levitanti.
    Non nutriva alcun interesse a mischiarsi nelle consuetudini umane(?) bevendo intrugli aromatici di chissà che sorta. Si limitò quindi a guardarsi intorno, tra i libri che vi erano in questa cosiddetta “Sezione Speciale”, ascoltando distrattamente le parole del felino.
    Si avvicinò ad uno degli scaffali, scelto puramente a caso, poggiando la mano recante Anima Fiammeggiante –che di Fiammeggiante aveva ben poco, ora- a strisciare contro il dorso di questi ultimi.
    Era insolito pensare a come quegli oggettini potessero essere delle sorte di Portali Dimensionali che conducono verso altri mondi; e,a detta del gatto, ognuno di loro doveva sfociare in uno dei diversi Piani esistenti.
    E questo cosa stava ad implicare?
    Che c’era una possibilità su un milione di ritornare su Bersia, o, perché no, su Celentir.
    Tuttavia anche la donna che stava con lui ora era in quel posto per quello stesso motivo; prendere un solo tomo o due non avrebbe cambiato di molto le sue possibilità.
    Decise quindi di affidar tutto alla scelta dell’avvenente fanciulla.
    ”Lascio che sia la donna a decidere, se ella è d’accordo.
    La mia scelta sarà anche la sua.”

    Replicò, rivolgendosi ai due.
    D’altra parte, se consideriamo il fatto che molto probabilmente sarebbero dovuti entrar davvero in un’altra Realtà, si doveva mettere in preventivo anche che quest’ultima recasse caratteri ostili.
    Certo, per l’Immortale il problema non si poneva; per la ragazza più o meno, però.
    Anche se era una prima impressione, sempre.
    In mancanza di Dorian Gray, d’altronde, avrebbe potuto dare i suoi servizi di Guardia del Corpo a qualcun altro, si.

    Per poco, s’intende.

     
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    Differentemente dal suo compagno, la Dama del Vento accolse di buon grado l'offerta del miciotto parlante, e con le mani candide afferrò il manico della tazzina per poi accostare il bianco della porcellana al rosso delle sue labbra. Sorseggiò un pò di quella deliziosa bevanda, osservando il luogo dove erano stati condotti ed osservando gli scaffali ricolmi di libri stranamente senza segni di riconoscimento. Quella cosa in parte la lascio perplessa... come faceva a scegliere se non sapeva cosa prendere?

    - Questa è la Sezione Speciale: potete scegliere un libro a in piena libertà. Come vedete non hanno il titolo scritto sul dorso, quindi scoprirete di che si tratta solo una volta preso. A voi la scelta del genere narrativo. -
    - Tutti questi libri contengono le storie dei Mondi del Multiverso: aprirli vi consentirà di godere delle meraviglie di quei mondi, visitandoli in prima persona. Alcuni di questi mondi sono intatti, e nessun Portale è mai stato aperto verso di loro...I miei libri sono l'unico modo per raggiungerli, probabilmente. Ma non temete, non v'è rischio alcuno. Ed anzi, in molti hanno trovato ciò che cercavano nella vita... -

    ”Lascio che sia la donna a decidere, se ella è d’accordo.
    La mia scelta sarà anche la sua.”

    Le labbra morbide si tesero in una smorfia di disappunto. No, non era per loro, ma per la sua proverbiale e riconosciuta sfortuna. Temeva di combinare qualche casino con la sua scelta, anche -anzi soprattutto- se totalmente casuale. L'unica nota positiva in quella strana canzonetta fu la possibilità di scegliere il genere. Beh, osservando il tipo escluse la possibilità di decidere per un genere romantico, ed anche i gialli le ispiravano poco. Boh, forse un fantasy sarebbe stato la cosa migliore per entrambi, considerando quanto fossero diversi fra loro.

    -Direi di optare per il genere Fantasy...

    E con ciò prese un libro a caso, ma non il primo che si trovò davanti; con un balzo che molto lasciava supporre alla sua capacità di volare, raggiunse la cima di quegli scaffali, prendendone uno dall'ultimo, quello più in alto. Poi riscese piano, dolcemente, come una piuma, mostrandolo al gatto. Il Fantasy era un mondo variegato ed inspiegabile; sperò solo di non aver preso il libro sbagliato...
     
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    Ebbe modo di vedere anche le capacità della giovane donna, or ora.
    Sfortunatamente lui non avrebbe potuto comunque esibirsi in un simile sfoggio, dato che quello che sapeva fare si basava unicamente sull’uso –e la creazione- di armi. Insomma, sulle cose per la guerra.
    D’altra parte, era pur sempre un Blademaster.
    Dopo che la ragazza prese il libretto, ascoltò con attenzione quello che il gatto aveva da dire su come sarebbe avvenuto il viaggio dei due; anche se, in realtà, già si aspettava che sarebbe stato un procedimento molto simile a quello usato in precedenza.
    Quindi, senza scomporsi più di tanto, si rivolse alla creatura.
    ”Non ho domande da porre.”
    E, preso il libro in mano, passò lo sguardo su quel che vi era comparso in copertina, tentando di farsi una mezza idea su cosa avrebbero incontrato una volta li; ma, come è giusto che sia, le sue supposizioni non lo portarono da nessuna parte.
    Fece scivolare il palmo destro sotto il libro, porgendolo poi alla donna, quasi a leggìo.
    Infine, la esortò ad aprirlo.
    ”Vogliamo procedere, dunque?”
    E restò in attesa di un movimento di ella.

     
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    Toril, toril, toril.
    Dove l'aveva già sentito?

    Aveva come la sensazione di esserci stata, ma non ricordava proprio l'occasione in cui era accaduto. In ogni caso ascoltò il micio mentre dava loro istruzioni, in modo da poter essere "preparata" ad ogni evenienza, cosa che sicuramente non sarebbe stata a prescindere, eppure un pò di attenzione non guastava mai. Vide l'uomo mascherato avvicinarsi a lei, porgendole il libro a mo di leggìo. Lei vi poggiò le mani sopra, sfiorandone le pagine come per trovare qualcosa che potesse servirle, ovviamente in vano.

    -No, non ho domande.

    Disse lei leggermente titubante.

    -Procediamo pure.

    Infine chiuse gli occhi, pronta a lasciarsi andare in quel singolare viaggio.

     
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  12. -Telescopio-
     
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    OCEAN OF SANDS
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    Il felino sorrise: nessuno dei due aveva obiezioni, domande o dubbi: il loro viaggio poteva iniziare, per quanto in fondo sapessero poco della loro destinazione. Ma d'altra parte non v'erano reali pericoli per i due avventori: il gatto aveva predisposto tutto in tal senso, da bravo commerciante.

    Mentre il libro li avvinghiava in viticci iridescenti, s'accomiatò da loro con un miagolìo indistinto; presto quelle scitnillanti corde arcobaleno avrebbero avvolto i due viaggiatori, per poi svanire nel nulla insieme a loro.

    Come prima coppia promozionale erano decisamente l'ideale, pensò.

    [...]

    La sensazione era la medesima che aveva accompagnato i due nel loro primo viaggio. Se non fosse che la caduta era più di una sensazione questa volta: i due viaggiatori comparvero in un vortice dai mille colori, ad un'altezza di un paio di metri dal suolo. Ovviamente ciò era ampiamente previsto, ed il rischio di farsi male nullo.

    Sotto di loro v'era soffice sabbia, dorata e tenera come una nuvola; attorno a loro un oceano desertico, un mare di sabbia baciato dal sole. E a pochi passi di distanza, le propaggini di una città.

    image

    Era un assolato pomeriggio in quella città, arroccata sulla riva di quel mare di sabbia. Un pomeriggio d’estate, come se le stagioni avessero un senso in quel angolo di Toril. Quel che era certo era che la canicola asfissiante faceva sì che le strade fossero semi-deserte: c’era chi cercava refrigerio in casa, chi nell’ombra delle taverne e in un bicchiere di gin. Pochi gli uomini armati, di piantone o di pattuglia: Armati di misere lance, vestiti di cenciose armature di cuoio. Stranamente erano altri, gli individui meglio armati in città. Uomini dai volti rudi, poco raccomandabili. Tipacci al soldo di qualcuno, certamente...E le loro vesti, azzurre o grigie, erano probabilmente i colori di due fazioni. Due fazioni poco amichevoli l’una con l’altra, a giudicare dagli sguardi che volavano da un capo all’altro delle strade.

    I personaggi sul palcoscenico...Non restava che dar iinzio alla recita!



     
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    Proprio come avvenne la prima volta, il viaggio non durò tantissimo.
    Solo che, a differenza di prima, si ritrovarono sospesi nell’aria, a qualche metro da terra.
    Da parte sua, il Guerriero pesantemente bardato finì in terra di peso, provocando un tonfo vuoto con le suole dei gambali sulla sabbia; comunque, il fatto buono è che ricadde in piedi, e non in maniera differente.
    Da una rapida occhiata, i due sembravano esser finiti nel bel mezzo del nulla; in un deserto, anzi. Ciò stava a significare che il gatto diceva il vero, ossia che quello doveva trattarsi di un altro Piano, oppure dello stesso in cui si ergeva la biblioteca, ma a kilometri di distanza dalla città.
    Quale che sia il posto, chiaro era che quella non era Bersia.
    L’Immortale, quindi, mosse passo verso quella città simile ad una roccaforte, scrutando con sguardo attento cosa ci fosse al di la dell’entrata. E, da un primo sguardo, quanto i suoi occhi constatarono non gli piacque gran ché.
    Prudenza, Umana.”
    Rivolse parola alla sua compagna di viaggio; ma lo stesso non si poteva dire dello sguardo.
    Sarebbe stato abbastanza irritante se la sua mente gli avesse giocato ancora lo stesso scherzo di prima, a dire il vero.
    Cercò di avvicinarsi ad uno della milizia locale, dunque, per chiedere informazioni.
    ”Vorremmo proseguir oltre la vostra cittadella, Soldati.
    Ma, ad onor del vero, penso ci sia qualcosa di strano in alcuni individui.
    Avete forse dei problemi nella Rocca?”

    Ovviamente, il suo dir “soldati” era più che altro un complimento, dato che quelli potevano esser tutto fuorchè facenti parte di un qualche tipo di milizia…

     
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    Il viaggio fu esattamente come il primo, se non fosse per il fatto che non si ritrovarono al livello del suolo, bensì un pò più in su. Non ebbe nemmeno il tempo di concentrarsi abbastanza, che si ritrovò capitombolare al suolo come un sacco di patate. A quel punto, iniziò a guardarsi intorno, massaggiandosi il sedere.

    -Ahia...

    Si rese presto conto di ritrovarsi in un deserto di sabbia, e lì vicino una città fortificata del medesimo colore. La prima cosa a cui pensò fu che di sicuro gli abitanti di quel libro avevano sicuramente scarso senso del gusto, poi che probabilmente sarebbe stato meglio andare lì per iniziare la loro "lettura", esattamente come fece l'omone senza faccia che aveva al suo fianco; mentre lei continuava a rimuginare sull'accaduto, infatti, lui aveva già mosso il primo passo, facendola sobbalzare quando l'avvisò di tenere gli occhi aperti. Le venne da sorridere; era da tanto che non era chiamata "umana", anche perchè, effettivamente, non lo era. Lasciò tuttavia correre, affiancandolo nel cammino, e lasciò perdere anche quando ascoltò le parole dell'omone rivolto ai soldati. Forse era uno sbaglio domandar loro così schiettamente delle differenze pseudo-fazionali presenti in quella città, e considerando che non era in grado di zittirlo, preferì "addolcire la pillola" facendo gli occhi dolci alle guardie, in modo da acquietare i loro animi turbati.
     
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  15. -Telescopio-
     
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    -OMERTA'-


    Il soldato interpellato non si dimostra per niente incline alla conversazione: dapprima vi squadra timoroso, e poi i suoi occhi saettano ritmicamente tra i diversi miliziani che vagano per le strade. E' evidente che parlare troppo non è buona abitudine, se non altro in mezzo alla strana e così spudoratamente.

    - Non...Non saprei dirvi, signore! Qui...Qui va tutto bene! A-arrivederci! -

    Si accomiata in tutta fretta, accelerando con passo veloce verso la piazza cittadina, dove pare tenersi un qualche mercato. Le persone paiono tutte comrpensibilmente occupate laggiù, ad eccezione di qualche tipaccio che barcolla verso una vicina bettola, ed una coppie clandestina itnenta a salire le scale di un bordello.

    SPOILER (click to view)
    Scusate la qualità del psot, ma sono su un pc arcaico con connessione schifida ^^" Domando perdono.

     
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16 replies since 3/9/2010, 13:58   220 views
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