[LAM] Arruolamento - Ashfalon

Il Giudice e la Tempesta

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  1. Yang01&Yin03
     
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    Grande fu la gioia dei Guardiani nell'apprendere come e perché determinate cose furono successe in Endlos, ed ora che, almeno per Yang, era cominciata una nuova vita sotto l'ala amorevole di Drusilia, fu giusto per la Tempesta cominciare il proprio operato presso la compagnia della donna, di cui egli in persona ne dirigeva un settore.
    Ora, il Terzo decise di non mostrarsi, poiché il potere dentro di lui andava diminuendo, a discapito degli incontri che ebbero fatto fino a quel momento: pur rafforzandosi, come è nelle Leggi, veniva ancor più consumato dalla luce del Primo, ora più che mai radiosa e grande; per molto tempo ancora, specialmente se non richiesto o se in presenza di estranei, il Fulmine non venne mai fuori, meditando oscuri arazzi di morte e sangue, nell'attesa d'essere liberato definitivamente dal giogo cui da 874 anni la Tempesta era costretta a trattenerlo.

    Il Bianco Guardiano, allora, aveva chiesto all'amica cosa potesse effettivamente fare per aiutarla nel suo tanto caro progetto, e la sua risposta fu di cercare nuovi membri che volessero aderire, in special modo se questi confluissero sotto le bianche ali del Guardiano, nella sezione da lui stesso diretta.

    Così, aveva pregato alcuni suoi conoscenti di spargere la voce, e personalmente andò e venne per Istvàn e le terre di Chediya molte volte, irrequieto nel passo, e nel cuore desideroso di rendere felice l'amica. Ad ogni modo, s'avvide che, restando fisso in un unico luogo, avrebbe facilitato di molto il compito di trovare il Guardiano e candidarsi per l'ordine degli aviatori, purché vi fossero sufficienti informazioni. A tal proposito, non esitò nel richiedere, presso il palazzo della Dama e la Biblioteca, un certo aiuto, e per tale motivo vennero affissi alcuni bandi per tutte le terre dell'Est, seppur concentrati nella capitale, di modo che chiunque potesse apprendere il bisogno della Tempesta e, se avesse avuto desiderio e prontezza d'animo, avrebbe potuto unirsi a quel progetto.

    Non restava altro, dunque, che attendere l'arrivo di chiunque fosse stato invogliato dal manifesto, ed il posto convenuto fu il cortile d'ingresso di Palanthas, la Grande Biblioteca del presidio orientale, ospitata dalla bella città di Istvàn. Lì Yang trovava conforto, poiché dietro quelle mura dimorava un suo simile, e ben sapeva quanto fosse gradito fra libri e consigli: infatti, spesso il Guardiano alternava il giardino al palazzo, osservando ora il cielo, ora discorrendo con i Saggi all'interno della costruzione; più di tutto, però, attendeva e sperava sorridente.

    Sotto quel sole lucente, stava un ragazzo slanciato, ammantato di una bianca tunica, splendente come diamante e bordata d'azzurro sugli orli; due grandi ali candide erano ripiegate sulle spalle, sicché chi non fosse attento avrebbe scambiato quelle per un mantello di bianche piume. In volto sorrideva, ed era, quella, una gioia divina, troppo grande e e bella e luminosa da essere intrappolata in carni mortali; guardava la strada con occhi di cielo, azzurri e radiosi, e al corta chioma di neve riluceva come mille cristalli: la Gelida Tempesta era pronta a svolgere i propri doveri.



    Edited by Yang01&Yin03 - 13/9/2010, 23:00
     
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    Nonostante fosse da poco sbarcato in quello strano mondo, Ashfalon si mise subito in moto. Doveva, anzi voleva raggiungere immediatamente una posizione tale da permettergli una rapida e veloce valutazione generale di quel pianeta così giovane. Girovagava senza meta fra città e paesi, cercando qualche indizio o straccio di lavoro culturalmente adeguato, senza trovare nulla, a parte un lavoro come allevatori di suini. Il giudice ovviamente declinò, aveva notato chiaramente la malvagità insita in quei grotteschi esseri dal naso piatto, inoltre non gli parve che un lavoro così gli avrebbe permesso un accesso all'alta società e cultura a lui tanto necessaria.

    Prima d'ora solcò mai terre così primitive, rozze, sporche eppure piene di vita e varie. Molti dei mondi da lui visitati non di certo non appartenevano a quella categoria; corrotti e decadenti nella loro opulenza; versanti in condizioni tali che permise ad Ashfalon di dare immediatamente un giudizio di malvagità intrinseca. Questo invece pareva altalenante, diviso fra tagliagole e truffatori da quattro soldi e amabili vecchiette in ridenti casette infondo al bosco.

    Un dì però, forse per volontà del suo indeciso padrone o per puro caso, si ritrovò in una di nome Istav.. Andava in giro di giorno in giorno, curioso come un bambino, fra i mercati della città commerciali assaggiando di volta in volta nuove cose reputando le cose non piacevoli come malvagie e quelle dolci e buone come benigne; ecco come si dovrebbe fare il suo lavoro.

    Nonostante la sua ferrea concentrazione sui cibi locali, all'Araldo non sfuggì di vedere un bando scritto su pergamena di pregevole fattura una richiesta di arruolamento in una sottospecie di congrega per proteggere una città navigante nell'etere di nome Laputa. Si grattò il mento, pensieroso sul da farsi. Rimase lì per circa quattro ore, osservato da una massa di gente mentre rimaneva seduto a mezz'aria a braccia conserte, continuando nel frattempo a osservare intensamente il bando. D'improvviso emise un urlo di felicità.

    -E così sia! Ci vado!-



    Avrebbe voluto che una torma di plebei avesse applaudito al suono della sua voce, ma non fu così, anzi, molti erano pronti a chiamare le guardie per mettere in gambia un probabile matto.

    Girò quindi i tacchi e prese la strada verso il luogo ove si sarebbe attuata la sua coscrizione nelle file di quei guardiani. Più di una volta titubò, pensando di divenire subito troppo di parte, ricredendosi poco dopo e convincendosi di essere nel giusto. Arrivato, Ashfalon si ritrovò davanti una struttura adornata in modo splendido, molto grande e potenzialmente soleggiata al suo interno. Con calma e un poco di timore entrò all'interno della biblioteca, trovandosi subito in uno luminoso giardino che lo lasciò quasi a bocca aperta. fragranze delicate e suoni dolci lo investirono e lui immediatamente annotò queste cose nel "bene e buono". Dopo aver catalogato iniziò a guardarsi attorno cercando qualcuno a cui chiedere informazioni. Si avvicinò lento ed inesorabile, mentre una leggera brezza gli scompigliò i setosi capelli e il mantello di seta nera. I suoi piedi ovviamente stavano staccati dal terreno di qualche centimetro, non di più, per evitare attriti riguardante l'altezza. Quando fu a gittata utile il Giudice della Verità osservò il suo prossimo interlocutore; era una creatura bella a dir suo, di forma armoniosa e con splendide ali bianchi poste a riposo sulla sua schiena. L'Araldo si imbaldanzì e lanciò il suo famoso amo da colloquio ed iniziò la pescata.


    -Salve! O dovrei dire Buongiorno? Non so decida poi lei...-



    Non attese nemmeno la risposta, la sua parlantina facile prese il sopravvento


    Comunque io sarei qui per il bando che lessi poco tempo fa in città e speravo che voi possiate darmi informazioni su chi possa rivolgermi per tale arruolamento!-


    Attese con una velata trepidazione la risposta di quella angelica creatura posta davanti a lui. Sarà stato malvagio o buono?
     
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  3. Yang01&Yin03
     
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    Il beneamato fulgore della Tempesta si dipinse fresco e sereno sul volto di questi, quando infine giunse il primo ad aver accolto la sua gentile richiesta: indossava una nera armatura, e tale era il mantello e la chioma, sicché ebbe come un sussulto, avendo di fronte qualcosa di molto simile al Terzo, il quale ghignava nascosto nelle profondità dell'animo del Primo, e si contorceva dal piacere, oscuro e maligno.
    Allora il Bianco venne avanti e s'inchinò, ed un poco le sue ali si mossero, allargandosi; sollevò delicatamente il niveo capo e sorrise allo straniero: aveva, Yang, un'innata eleganza, e persino il più semplice dei gesti risultava garbato e compito, come illuminato da una qualche luce; però brillava nascosta, così che il primo impatto non desse adito a nessun sospetto.

    -E' esattamente dove deve! Vede, ho fatto affiggere io quel bando!-

    Esordì pacato e sereno, inebriato della stessa luce che metteva nel muoversi e nel fare.

    -Il mio nome è Yang, e solo lieto di fare la sua conoscenza! Suppongo si stia chiedendo l'esatto scopo del nostro ordine, così come la sua formazione. Le spiegherò tutto, affinché lei possa valutare se effettivamente desidera farne parte, o se trova questo nostro gruppo poco adatto alle sue aspettative, od inclinazioni.-

    Sorrise nuovamente, e tutto traspariva dai gesti e dal dolce parlare di Yang, fuorché lo scherno; giammai egli poteva brutti pensieri, o male azioni. Invero la presenza forzata del Terzo qualcosa permetteva, ma ora, sebbene sfortunatamente, il potere di lui era molto affievolito, sicché non ne risentiva in maniera pesante. Si voltò un poco, e tese la mano nel punto in cui guardava, invitando l'astante:

    -Ma prima, credo gradisca sedersi.-

    Un altro sorriso, e la luce della Tempesta ora iniziava a scorgersi, eppure non brillava al di fuori del corpo, bensì era infusa, come già detto, in ogni parola e gesto, e alle volte poteva essere percepita, essendo egli il più puro spirito del Mondo. Così, mentre invitava con il palmo, dalla terra del giardino sorse del bianco ghiaccio, gelido e lucente come una lama, e prese a modellarsi, acquietandosi solo dopo aver assunto le fattezze di una panchina, decorata e garbata nel gusto, tuttavia se e quando si fossero seduti, la sensazione sarebbe stata fresca e piacevole, non già un glaciale bruciore.
    A questo punto, nuovamente attese,mentre il terzo iniziava a rivoltarsi, poiché 'uso di quel potere danneggiava i suo spirito, dedito alle fiamme più infernali, ma ancora non disse nulla, né uscì allo scoperto.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE

    Genesi del cristallo

    "Il gelo compone Feng Yang Leng, questo lo nutre, e di questo l'Essenza si serve nell'esplicazione dei propri poteri..."

    Chiaro e gelido ghiaccio si origina per volere del Guardiano, sul proprio corpo o fuori da esso; dopo essere stato generato, l'elemento potrà essere controllato per 15 metri a proprio piacimento, scegliendone eventualmente traiettoria, movimento, forma e dimensione. Sono possibili solo creazioni inanimate, ed il loro impiego è tra i più svariati: passando da arma da taglio a solida difesa, da semplice utensile a fastidioso aculeo, e via dicendo.


    Consumo: Variabile in base alla dimensione Medio
    Durata: Istantanea

     
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    -Aaaaah..ok..!-



    Al giudice venne spontaneo chiedersi come parlasse quell'essere posto davanti a lui. Forse parlava per enigmi, o forse, semplicemente soffriva di qualche forma fulminante di stupidità. Comunque pochi attimi dopo il continuo del discorso della tempesta fece comprendere all'Araldo della Verità chi fosse il fautore del bando: la tempesta stessa. Essa si presentò come Yang. L'Araldo quindi pensò a come presentarsi di conseguenza. Avrebbe voluto tentare l'approccio che un giorno uno scaricatore di porto aveva usato nei suoi confronti; ma comprese da solo che dire al proprio interlocutore di andare a visitare cose spiacevoli forse non avrebbe giovato alla sua assunzione. Optò quindi per un sempre di moda inchino con la testa. Poco dopo si accorse che il suo anfitrione aveva fatto. Una panchina di cristallo era apparsa dietro di lui; d'istinto avrebbe voluto neutralizzare quel gioco di prestigio, ma si trattenne, preferendo sottostare alla gentile richiesta di Yang. Staccò elmo e spada con fodero dalla cintola e li poggiò con garbata delicatezza sulla levigata e brillante superficie della panca. Accavallò per bene le gambe e incrociò le braccia. La posizione e l'apertura del mantello ora permettevano di osservare distintamente la splendida armatura nero ossidiana che in parte rifrangeva la luce così come lo faceva la panca, anche se in maniera molto più blanda. I suoi occhi lenti osservarono prima Yang, poi il paesaggio idiliaco. Increspò la bocca in un abbozzato sorriso genuino, in risposta a quelli continui e della Tempesta e risposte alle sue richiesta con calma, tenendo come sempre il tono pacato e gentile.


    -Piacere mio signore! Io mi chiamo Ashfalon, Giudice di Shad'Halton..-Si prese qualche attimo di pausa per ponderare meglio le parole seguenti. -Beh io sono stato pensato come persona dalle espansive vedute, non credo che i vostri ideali mi portino a disagio..o almeno non tanto come quella disgustosa bevanda..Era di colore nero catrame..e sapeva di amaro..E' chiaramente qualcosa di malvagio..-

    Capì solo dopo di essersi divagato su argomenti che a quella creatura non avrebbero dovuto interessare.

    -Mi dispiace per la mia divagazione! Ma comunque e sia; illustratemi la vostra confraternita di aviatori.-



    Inspirò dopo questo appassionato discorso, attendendo la risposta. Infondo quella creatura, da quel che poteva notare doveva essere catalogata a pieno diritto nel "bene"; attese comunque di emettere un giudizio su di lui, magari stava nascondendo qualche turba psichica, oppure stava solo aspettando il momento opportuno per stuprare il giudice.

    Edited by Heru-Hur - 14/9/2010, 13:55
     
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  5. Yang01&Yin03
     
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    Quando lo straniero si presentò, la Tempesta non nascose un'espressione stupita e felice assieme per aver appreso nome e "mestiere" di quello, e già seppe dove condurre il discorso. Ai cavalca grifoni non sarebbe stato affatto utile un giudice, né tanto meno a coloro che lavoravano in segreto; no, avrebbe desiderato condurre la creatura nella sezione da lui governata, i placidi burocrati degli aviatori, tesorieri e fidati consiglieri.

    Così prese posto accanto ad Ashfalon e sorrise ancora, ispirato da un vento divino che gli scorreva dentro, sicuro di un buon esito per quella richiesta di arruolamento:

    -Bene.-

    Disse, e gli occhi di cielo del Primo osservarono sereni quelli del Giudice, presto iniziando a discorrere.

    -Liberi Aeris Milites, abbreviato in LAM, è il nome del nostro ordine, ovvero i Liberi Soldati dell'Aria. La nostra sede è a Laputa, l'isola nei cieli di Endlos; sebbene la maggioranza sia costituita da guerrieri, vi sono altresì reparti poco inclini alla battaglia: uno raccogli abili spie e coloro adatti ad incarichi di assoluta segretezza, e presso l'altro stanno quelli a guardia dei tesori ritrovati conconquistati, le cui mansioni prevedono ruoli essenzialmente burocratici, nonché consiglieri e reclutatori di nuovi volontari.
    Tutto questo fa di noi una corporazione difensiva, e chi milita nella sezione d'attacco è chiamato alla battaglia solo per proteggere, mai per offendere, e cavalca-grifoni. Siamo al servizio di Laputa che ci ha ospitato, regalandoci una dimora, ma il nostro aiuto giunge in ogni luogo, purché vi siano esseri in difficoltà che ci reclamano.
    -

    Terminò, guardando un poco il chiaro cielo, assicurandosi di non aver tralasciato nulla delle informazioni necessarie alla scelta dell'aspirante; non restava altro, dopo aver concesso un momento di pace ad Ashfalon per meglio lasciargli assorbire le bianche parole del Guardiano, che domandare se effettivamente quello volesse unirsi alla causa degli aviatori.

    -Desideri, dunque, partecipare alla prosperità del nostro ordine?-

    Chiese, e fu possibile per quella volta scorgere un lucore più intenso di quell'antica potenza che Yang sempre manteneva celata, ché richieste ufficiali e importanti discorsi soli permettevano al Guardiano di brillare maggiormente per gloria e possanza. Ad ogni modo, mentre il Terzo ancora biascicava neri sussurri nel cuore del Primo, questi attendeva che il Giudice metabolizzasse ed infine rispondesse.

     
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    Ashfalon titubò un poco; in primo luogo probabilmente il passo che avrebbe compiuto sarebbe stato di parte per il momento, visto l'alto livello di "bontà" insita nelle parole della Tempesta e nei propositi del suo gruppo. Ma ascoltando oculatamente tutte le parole del suo interlocutore il giudice potè trovare una scappatoia per rimanere il più possibile neutrale, potendo comunque partecipare in modo attivo alla vita politica di quel mondo e di quella gilda: il rango di burocrate.

    Il compito pareva abbastanza semplice e soprattutto alla sua portata, in quanto il suo dio lo dotò di abilità oratorie notevoli, appunto per aver la sicurezza che Ashfalon potesse acquistare le informazioni necessarie al suo creatore.

    Yang parlò anche della città ove era sita la sede di questa LAM, Laputa o qualcosa del genere; probabilmente una città cosmopolita, piena di diversi stili di vita e diverse versioni del bene e del male in cui l'Araldo della Verità avrebbe potuto catalogare, come suo compito, e quindi giudicare.

    In quanto all'uomo davanti a lui, capì finalmente il suo allineamento, che di certo sarebbe stato consono alla filosofia stessa della gilda di cui faceva parte. Il Giudice tralasciò volutamente il resto del blando discorso del suo intrattenitore, muovendo la testa a mò di conferma ad ogni passo che Yang elencava. Infondo a lui fregava poco o nulla chi sarebbero stati i suoi alleati, tanto avrebbero portato sempre e comunque materiale da analizzare sempre nuovo e fresco.

    Sorrise sorione a Yang, sciolse le gambe, mettendosi nel contempo a posto i capelli sottili sulla fronte. Finchè non gli veniva chiesto di morire per lui poteva andare bene, anche se alla lunga probabilmente si sarebbe stancato di tutta quella bontà gratuita, infondo anche il male avrebbe potuto avere il suo fascino; tranne la bevanda nera e amara, troppo malvagia per poter essere provata ancora.

    Sospirò, tenendo un po' per se la scelta, ormai scontata sul da farsi. Incontrò gli splendenti occhi di Yang, ormai sul punto di esplodere da quanto erano pieni di vita; forse quel tizio avrebbe avuto bisogno di qualche aiuto per problemi di socializzazione, dato che non conoscendo l'Araldo da più di dieci minuti, sembrava sul punto di baciarlo.

    -Ehm ok! Sono dei vostri! Io sono nato per fare la burocrazia spicciola e pratica!-



    Parve aver finito, ma con un ultimo impeto oratorio prese di nuovo la parola prima che la Tempesta potesse fare altrettanto.

    -Ah..una domanda..Dov'è la mensa??-



    Sorrise, come se quella fosse la domanda più logica del mondo in quel momento, e come tale attese la risposta scontata.

     
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  7. Yang01&Yin03
     
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    Ora, il Bianco s'avvide che non solo Ashfalon aveva accettato l'impegno degli Aviatori, ma ne aveva scelto persino la sezione, non facendo altro che conformarsi alle iniziali idee del Guardiano, che aveva avuto ben ragione di credere un Giudice fra i burocrati invece che fra spie o militari.
    Alla domanda del ragazzo, il Primo non poté fare a meno di sorridere, e forse pure qualche piccolo rumore di risata gli sfuggì dalle labbra:

    -In questa città ci sono locande dove poter mangiare, e a Laputa credo si trovi nella nostra sede, o in qualche complesso vicino.-

    Si aggiustò un poco i dolci capelli, sfiorandone una ciocca che contornava la fronte, al sole brillante come cristallo di ghiaccio; s'alzò allora in piedi, e piano s'inchinò al Giudice, portando nel gesto una certa grazia ed un altra stilla de lucore che andava nascondendo. Infine gli tese la mano, come a voler suggellare un patto:

    -Bene Ashfalon, Giudice di Shad'Halton! Sono felice tu abbia scelto il nostro Ordine. D'ora in avanti esso sarà la tua priorità, e agli aviatori dedicherai le tue energie, e la tua dedizione, perché, insieme, difenderemo questo mondo.-

    Attese, dunque, sia che quello gli stringesse la mano (qualora avesse voluto), a simbolo dell'accordo compiuto, sia che verbalmente si dimostrasse nuovamente disposto.

     
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    Ashfalon preferì aspettare ancora poco per poter decidere al 100% il suo ingresso; anche se ormai la scelta era presa. Diedi un ultimo, quasi nostalgico, sguardo a ciò che lo circondava; tutto pareva invogliarlo ad accettare la proposta; anche la figura del suo arruolatore emanava lo stesso messaggio di fresca e genuina bontà. Ovviamente non avrebbe mantenuto completamente gli impegni presi, se troppo complessi o pericolosi, ma infondo difendere qualche innocente gli avrebbe fatto valutare al meglio il lato benevolo di questo pianeta, che aveva notato essere molto raro e diradato su vastissime aree, sperdute per lo più.

    Socchiuse gli occhi e guardò verso il basso, come sperduto, di sua natura le ultime parole quasi uscirono strozzate e stentoree, ma uscirono.


    -Certo, io Ashfalon sono pronto a servire fino..alla morte la causa degli Aviatori. Sarà mia premura rispondere alla Vostra chiamata ogni volta che voi ne abbiate bisogno. Il mio misero potere è al servizio del bene!-



    Sorrise, un sorriso falso questa volta. Sapeva bene che ciò non corrispondeva a verità; troppo giovane ancora per poter decidere da che parte stare; avrebbe dovuto ancora provare le ebbrezze di quel mondo vergine, poi avrebbe perorato una o l'altra causa, o ancora meglio se ne sarebbe infischiato e avrebbe continuato a manipolare entrambi per i suoi fini di valutazione.

    Qualunque cosa sarebbe successa a lui sarebbe andata comunque a genio, visto la sua predisposizione straordinaria al cambiamento, anche repentino. Vide la mano di Yang avanti a lui, in attesa di un qualche gesto; forse voleva che per suggellare quel patto la mano dovesse essere tagliata di netto dalla spada del nuovo arrivato, o più semplicemente voleva una stretta di mano amichevole. Fece spallucce mentali e allungò la mano agguantata nel metallo della fredda armatura e strinse delicato quella della Tempesta, in segno di amicizia, sorridendo contemporaneamente.

    Un nuovo passo era stato fatto dal Giudice, sarà stato un passo verso la salvezza o la dannazione?
     
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  9. Yang01&Yin03
     
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    Certo il Giudice sorrise, e Yang pur bene gli credette; ma la faccia del tradimento è nota a colui che per primo ha tradito, così nelle profondità dell'animo del Bianco Guardiano s'agitavano scomposti i sussurri e i cupi risolini del Terzo, ché ogni colpo inferto alla Luce era un balsamo per l'Ombra, e sempre egli cercava cura.
    Al proprio tendere la mano, la Tempesta rimase certo perplessa, pur continuando a sorridere, nell'osservare quanto in volto fosse dubbioso Ashfalon, ma quando infine la strinse quel pensiero l'abbandonò e tornò a parlare:

    -Ora, un nuovo membro parteciperà alla gioia degli aviatori, e ben felice giungerà questa notizia alle orecchie della fondatrice! Puoi andare, se lo desideri, o restare qui ed attendere il prossimo candidato, ed il prossimo ancora...Ad ogni modo, ti inviterei a dimorare in questa città, almeno per qualche tempo. Quando l'ordine sarà completo e noi tutti pronti a partire per Laputa, ti chiameremo e andremo assieme.-

    Non restava altro da dire alla Luce, aveva assunto una nuova componente,e questa sembrava ben disposta a vivere la vita dei LAM. Rimase in attesa dell'ultima risposta, lieto sia dell'una sia dell'altra scelta: sarebbero stati compagni comunque, e non sarebbe stato quel momento ad avvicinarli o separarli, pertanto non diede troppo peso a cosa avrebbe desiderato il Giudice. Ogni cosa che fece Yang, egli l'intende al Bene, sicché anche l'indifferenza covava un certo affetto.

     
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    -Come lei desidera Milord, soggiornerò in questa splendida città e farò come stato richiesto; resterò in sito in attesa di qualunque nuova recluta possa raggiungere in questi lidi. Non temete, la mia fedeltà alla causa è assoluta, così come la mia riconoscenza nell'avermi accettato nei ranghi di questo illuminato ordine. Possa Shad'Halton benedirla in tutta la sua gloria!-

    In pratica aveva augurato a Yang di diventare eternamente indeciso su ogni cosa pratica e teorica. Infondo però il suo Signore non rispondeva mai alle richieste d'aiuto, anche se lanciate dai suoi più intimi servitori. Egli è così al di sopra delle questioni mortali, da esserne totalmente estraneo e più in semplice, infischiandosene, lasciando il fato libero di agire in tutto il suo impetuoso moto perpetuo di modellatore.

    Fece comunque un leggero inchino di reverenza verso il suo nuovo "datore lavorativo", Ovviamente avrebbe mantenuto (per ora) gli impegni presi con gli Aviatori, come attendere nuove reclute da portare al loro ovile. Non sarebbe dovuto essere molto difficile, sarebbe bastato parlare a vanvera di migliaia di sciocchezze come aveva fatto la Tempesta ed il gioco era fatto, l'interlocutore sarebbe stato così rintontito da non capire più nulla di niente, e accettare a scatola chiusa la richiesta gentile del Giudice.

    Sorrise a Yang, mentre le sue labbra sottili si incresparono per dar voce alle sue ultime parole. Staccò dalla cintola un oggetto, rassomigliante ad un flauto, probabilmente traverso. Se lo portò alle labbra, socchiuse gli occhi, e soffiò con leggerezza, iniziando ad intonare una melodia aliena, dolce e forte nello stesso momento; una delle poche musiche impresse dal suo dio, nella mente del giovane Giudice. L'inno al Suo Dio.
     
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  11. Yang01&Yin03
     
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    Vi era però ancora qualcosa che il Primo non aveva detto, e pure che potesse essere rimandata, molto più giusto sarebbe stato informare il Giudice di tale circostanza; all'inizio la Tempesta se l'era dimenticato invero, e solo quando Ashfalon asserì di voler restare ecco che la cosa tornò in mente, e prontamente il Bianco parlò:

    -Temo che tu non possa restare qui con me...Vedi, Drusilia Galanodel il sommo comandante degli aviatori molto desidera discorrere in prima persona con i nuovi arrivi. Presto lascerà Istvàn, e non vorrei mandarti a cercarla! No...Piuttosto, perché non vai ora da lei? E' A Lordaeron, il magnifico palazzo dell'Alfiere dell'Est. Da ogni punto di questa città può essere scorto, perché svetta più di tutte le altre case. Lì chiederai di Drusilia e dirai che fu il Primo Guardiano a mandarti!-

    Sorrise ancora, e piano con la mano indicò la via che collegava il giardino della Biblioteca alla strada principale della capitale, sicuro che il Giudice avrebbe seguito il buon consiglio di Yang.

    -Io aspetterò qui che altri cerchino conforto nella nostra organizzazione, ma non temere: presto ci rincontreremo.-

    Disse in ultimo, e leggero come la brezza del mattino, delicato come un soffio di neve andò a sedersi sulla panchina che egli stesso scolpì dal ghiaccio poro tempo prima, in attesa di concedere a molti altri il piacere di appartenere ai LAM.

     
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