[LAM] Atto terzo.

Quando arrivarono ai giardini, non furono trascorsi troppi minuti da che Yang e Drusilia fossero usciti dal luogo del loro incontro, e tuttavia si tennero in silenzio fino al momento in cui la ragazza volle finalmente parlare.
Ora, benché la Tempesta sorridesse ad ogni sillaba pronunciata dall'amica, venne qualcosa che egli paragonò ad una sincera sorpresa: certo dall'incontro con Kora sarebbero potute accadere molte cose, e però trascorse così poco tempo che tutto si ridusse al solo incontro con Leon!

-Mia cara, cosa mai sarebbe potuto succedere in un paio d'ore? Ad ogni modo, ti racconterò ogni cosa.-

Un altro sorriso, splendente come i diamanti sotto la terra e fresco come il vento di settentrione, poi un respiro profondo e, dopo quel buoi tempo, sollevato:

-Kora mi aprì un passaggio verso questo mondo, e quando dopo qualche momento arrivai a toccare terra, mi ritrovai al mercato di Epartis. Lì mi venne incontro Leon,e dopo avermi portato in una locanda per avere da me informazioni sul mio arrivo così inconsueto, acconsentì nello scortarmi dalla Dama Azzurra, la stessa che Kora mi indicò come colei che poteva aiutarmi nel difficile compito di ritrovarti. Eppure, eccoti qui dopo così poco tempo!-

S'accostò più vicino alla chiara pelle della ragazza, stringendole di rimando il braccio e odorandole il candido aroma da lei emanato; dolcemente allora le chiese di raccontare i suoi accadimenti, pure che il tempo di separazione fosse stato così breve:

-Piuttosto dimmi, Dru...Cosa ti è successo in questo breve tempo? Hai incontrato di nuovo Aisiling?-

A quella domanda, allora il nero capo emerse dalla spalla della Bianca Tempesta, attento e desideroso di informazioni sulla tanto detestata donna dai capelli rossi.

Le parole della ragazza portarono allora una vistosa sorpresa, come un vento brusco che in alto fa volar cappelli, od una nera fiamma che divampa nel silenzio d'una notte d'inverno.
Il bianco volto del Primo s'illuminò d'un riso sincero, ché dove il Tempo operava v'era l'orma della Tempesta, sicché apprendere quanto si fosse distorto il Mondo non poté che provocargli un dolce sussulto; al contrario, il Fulmine sgranò le palpebre, come se un macabro uncino l'avesse trafitto, e non volle credere alle parole dell'amica, perché, come il Primo era nel Tempo, quello era nello Spazio, ed i progressi dell'uno andavano contro l'altro.

-Evidentemente da quel giardino partono strade che viaggiano in diversi momenti, o forse di volta in volta il tempo d'arrivo muta..Se avrò di nuovo il piacere di parlare con la dolce Kora, sarà la prima cosa che le chiederò!-

Disse ridendo, ed assieme si strinse forse all'amica, di nuovo carezzandone il bel viso; ma ora giunse il Fulmine, che nel silenzio da troppo s'era volutamente relegato:

-Sfasamenti a parte...Hai rivisto quella cagna? In questi due mesi che diavolo hai fatto qua?-

Commentò, insofferente alle bizzarrie del Tempo, e scontento oltremodo d'essersi perso una così grande fetta di vita della donna che, sebbene egli di rado ammettesse, teneva in grande considerazione. In accordo col Terzo per quanto concerneva il pensiero, il Primo volle tacere ed ascoltare cosa accadde a Drusilia Galanodel.

La Tempesta parve rapita dalle parole della ragazza, come se parlasse, ed infatti era quel che stava facendo, di mondi nuovi e nuove visioni: due anni prima i Guardiani e Drusilia erano arrivati, in modi differenti, sulla terra di Endlos, ma vi giunsero in tempo di torno, e oltre al freddo ghiaccio del nord e la stanza dell'amica, le Essenze non videro alcunché del mondo su cui erano approdate.
Drusilia, dal canto suo, sembrava così distante dal voler muoversi, sicché Primo e Terzo compresero che Endlos sarebbe stata la oro nuova dimora: la ragazza, infatti, s'apprestava a costruire un certo Ordine, invero come segno di riconoscimento verso colui che la volle con sé, e tuttavia quale fosse il motivo alla Luce non importava; il solo saperla al sicuro e in buono stato era per quella una grande gioia, e subito fece ciò che in cuor suo maggiormente desiderava:

-Mio tesoro...-le disse, sorridendo-Cos'è questa nuova cosa di cui parli? Se mi è concesso, volentieri desidero aiutare la tua opera, nel modo e nella quantità che tu vorrai. Se non altro, avrò occasione di esserti vicino, così da non perderti ancora.-

Il nigro capo del Fulmine, invece, restava disgustato dalla dolcezza nel cuore del Primo, e tanto sperava che presto venisse il giorno in cui potesse abbandonare quel candido corpo, rifugiandosi in scure trame di terrori e tenebre. Tuttavia non poteva ancora andarsene, sicché volente o meno avrebbe dovuto accompagnare la Tempesta nei suoi stupidi viaggi: solo ora s'accorgeva di quanto fosse divenuto inutile e debole, ombra della sua stessa ombra, un Male rinsecchito e sfigurato da una Luce soffocante e brillante. Huo Yin Lei si stava perdendo nell'abisso adamantino dei Yang, e presto sarebbe scomparso, e tutto ciò che incarnava sarebbe stato perduto per sempre, ed il Mondo mutilato e costretto ad avvizzire, perché anche il Male e le ombre alimentano l'esistenza, tanto quanto la Vita, la Luce ed il Destino.

La tempesta non nascose stupore, né contentezza, quando seppe l'opera dell'amica, e in buona fede credette pure che quella lo stesse facendo per impedire che ciò che accadde alla sua famiglia potesse accadere nuovamente su quel mondo; se così non fosse stato, poco importava: purché Drusilia sarebbe rimasta al fianco del Primo, egli l'avrebbe seguita anche nei baratri della morte, e lì poi a salvarla.

-Drusilia, non desidero altro che restarti accanto, e se capeggiare parte del tuo ordine mi concederà questa gioia, sarò ben lieto del compito. Tuttavia avrei una richiesta...-

Le disse timidamente, forse un poco arrossendo, sotto lo sguardo annoiato del terzo, e forse anche infastidito per non essere stato preso in causa.

-Non amo lottare, né credo sarei capace di guidare un'armata...e fosse possibile, credo che il ruolo che più mi si adatti è il terzo, dove dici servono intellettuali e si fanno magie e ci si chiama burocrati.-

S'avvertì allora chiaramente uno sbuffo, e questo proveniva dal nero capo del Fulmine, ma ancora non disse nulla, volendo piuttosto aspettare che quella stupida sceneggiata avesse fine.

Pareva che la speranza della ragazza fosse stata assai meglio riposta di quella dei Guardiani: era pur vero che Drusilia ebbe del tempo per pensare al quel suo ordine, e creare qualcosa che s'addicesse alla Bianca Tempesta, tanto era grande la consapevolezza che il Primo l'avrebbe trovata, anche a costo d'aver dovuto viaggiare nella terra dei morti. Ed infatti indovinò anche quest'evento, perché Yang non perse nemmeno un istante del tempo che ebbe, e subito venne a cercarla.
Allora il Guardiano la stinse forte, abbracciando una luce tanto cara e bella, certo assai più mobile della sua freddezza, ma pur sempre l'unica che su quella terra poteva capire a fondo i turbamenti e le esigenze dell'Essenza.

-Mio tesoro, non può che rendermi gioioso sapere quanto tu abbia pensato a me come tuo fedele compagno, e con ancora più grande letizia voglio ripeterti la mia promessa.-

Le disse, sorridendo d'un garbo splendido, e lasciando che la luce si riflettesse sulla bianca chioma, e che questa brillasse come distesa innevata, e gli occhi di cielo che il suo volto adornavano si fecero lucenti come zaffiri accarezzati dal vento, e tutto del Guardiano sembrò benedetto da una certa divina grazia, e bella luce. SI staccò allora dall'amica, portandosi di fronte, e si inchinò come era solito fare, mentre ancora Yin osservava la scena annoiato e, ora poteva dirlo, davvero infastidito e scontento:

-Drusilia Galanodel, Feng Yang Leng ti seguirà dovunque il tuo cuore di vento deciderà d'andare, perché la luce che porti è anche la mia, e tanto sei nel torto o nella ragione quanto lo sono io, perché i nostri spiriti sono simili.
Tu comanda, ed io obbedirò, e se mai sarò chiamato per consiglio, volentieri consiglierò, e se sarò chiamato ad affiancarti da pari nell'ordine, volentieri ti affiancherò. Qualunque tuo desiderio è pure il mio, e la fedeltà che ho per te è indiscussa, mia amica e famiglia.-

Disse, e però non fece in tempo ad assaporare la bellezza delle proprie parole e delle proprie intenzioni, che la nera voce si fece udire, colma d'un cupo risentimento:

-Cari ragazzi miei, credete forse che a me stia bene tutto? Essere un subordinato di una confraternita piena d'amore e di buoni consigli? Credete forse che Huo Yin Lei possa stare docile come un cane affiancando il Primo mentre ti scodinzola dietro in una setta di burocrati noiosi? No, non voglio, e da me, Drusilia, non avrai alcuna promessa, se non quella d'esserti alleato. Ma non mi costringerai al giogo di una carica disdicevole per la mia natura. Soltanto Yang ha accettato di servirti.-

Ora, benché le parole del Fulmine fossero suonate gravi e scontrose, certamente con qualche sforzo, e solo perché a capo era Drusilia, avrebbe accettato quell'incarico. Ciò che in realtà l'aveva reso così irascibile fu che Yang ebbe ricevuto un trattamento diverso: che allora quello fosse il preferito? Poteva capirlo, perché l'"affinità" c'era. E tuttavia anche il terzo smaniava nell'attesa di ritrovarla, eppure parve che questa cosa fosse passata indifferente agli occhi della Galanodel. Per tale ragione, egli si rifiutò d'assecondare i piani di lei.

Per la grazia e l'eleganza instillata dall'eternità nel suo cuore, la Tempesta con dolce garbo piegò il capo ad inchinarsi, mostrando in verità quanto avesse apprezzato la buona condotta della Galanodel all'udire le crude parole del Terzo.
La ragazza, infatti, non venne ad irarsi né s'indispettì, anzi avvicinandosi al nigro essere e baciandoli il capo più e più volte: però a nulla valeva l'affetto e la costumanza di lei, giacché il tetro fuoco del Guardiano veniva alimentato con viscido fiele, e più gentilezze riceveva, più era portato a pensare d'ottenere sciocchi contentini.

-Questo non cambia la mia decisione...-

Biascicò l'Essenza, stretta nella morsa di vergogna e sdegno,e prima che potesse avere risposta, o che volesse udirla, si ritirò nel bianco corpo di Yang, borbottando fastidi e scuri veleni. Dal canto suo, invece, la Tempesta fu lieta d'aver terminato ogni burocrazia, e sebbene assai malamente sopportasse i cupi pensieri di Yin, la gioia d'aver ritrovato Drusilia e l'essere ora al suo fianco nell'opera che la ragazza andava costruendo, vincevano di gran lunga il malessere.
Così, ancora una volta il primo s'inchinò e sorrise, con tutta la garbata dolcezza che l'eternità aveva messo in lui, splendendo nel cuore più di mille diamanti, e sul corpo come ghiacciaio al sole dell'alba.

-D'accordo, Dru. Dove vorrai condurci ti seguiremo. Non ti nascondo, però, di aver voglia di rivedere i ghiacci sui quali passai due anni fa, e dove ebbi modo di incontrare tuo fratello Quarion.-

Sorrise, nel cuore portando letizia e nel corpo splendendo candido: una nuova vita era ora iniziata, le decisioni prese all'Accademia rispettate e le cattive avventure spazzate via; avrebbero reso orgogliosi sia Owl che Abel, avrebbero fatto felice Kora, e soprattutto avrebbero continuato a vivere uniti per il resto dei giorni a loro disposizione.

-Andiamo.-

Disse, e poi s'avviarono vero il loro Destino.