[LC] A White Dot on a Blank Slate

[Campagna] - "The One Plug that Went Missing", interludio.

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    « Davvero, Balthasar? Vuoi davvero provocare il signor Occhio in un combattimento che potrebbe mettere a rischio i tuoi piccoli protetti? »

    « Non succederà. Non lo fareste - nessuno dei due... »

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    La voce con cui il ragazzino muove la sua asserzione è suadente, ma estremamente pacata: non vi è traccia di spavalderia o sfida, né di sottile minaccia, quanto più la sicurezza disarmante di un osservatore assoluto, dai cui occhi grigi sembra vedere e conoscere l’esatto dipanarsi il ventaglio delle possibilità.

    « Credi che se fosse sussistita una simile eventualità, ora ci troveremmo qui a parlarne? »

    L’espressione del giovane (?) dai capelli castani si rischiara di un enigmatico sorriso, composta e imperscrutabile senza -tuttavia- che le ombre abbandonino il suo viso imberbe; mentre -con i movimenti esperti di un tutore consumato, piuttosto che del ragazzino di cui ha le sembianze- si dispone a reggere la bambina con un braccio solo, e la mancina affonda nella piega di stoffa della tasca dei pantaloncini, cavandone di nuovo fuori il foglio spiegazzato che Miriam ti ha sottratto.

    « Il fatto che non siate esattamente amichevoli deve essere un denominatore comune... »
     
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  2. Leviathan's Claw
     
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    « Sono sorpreso. » flautò il démone attraverso il fu alfiere, la menzogna scolpita in ogni sillaba. « Non tanto la dignità, quanto l'acume è cosa rara da trovare nei morti. Hai talento. » il guanto elementale che ne avvolgeva la mano destra si crepò fino a spezzarsi, svanendo in uno stillicidio di cristalli di ghiaccio che evaporarono prima di raggiungere terra. « E buon occhio. » aggiunse in un afflato mellifluo - appena udibile - strizzando la palpebra destra in un maldestro occhiolino.
    « Quello che vogliamo - e qui ci imbattiamo nella tua seconda intuizione » giunse le mani, sorridendo. « Non è essere amichevoli. Quello, tanto per me quanto per te, è sempre stato in fondo alla gerarchia delle priorità. Quello che vogliamo, » offrì il palmo teso con un gesto eccessivamente elaborato « sono risposte. » scosse la mano.
    « E quel foglio. »

     
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    « Sono sorpreso. Non tanto la dignità, quanto l'acume è cosa rara da trovare nei morti. »

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    « ...dissero quelli detronizzati da un Lich. »
    commenta sornione, sorridendo sotto i baffi

    « Hai talento. E buon occhio. »

    « Lo affermava anche la mia nonnina. »
    annuisce in un cenno di assenso, mentre cristalli di ghiaccio tintinnano sul pavimento

    « Quello che vogliamo -e qui ci imbattiamo nella tua seconda intuizione- non è essere amichevoli. Quello, tanto per me quanto per te, è sempre stato in fondo alla gerarchia delle priorità. Quello che vogliamo, sono risposte. E quel foglio. »

    Reggendo Miriam con un solo braccio, senti il ragazzino castano svuotarsi i polmoni con un profondo sospiro... poi lo vedi sollevare la mano sinistra che ghermisce il tuo oggetto del desiderio -ancora ben lontana dalla tua, tesa per ricevere-, e abbandonare la presa sul foglio ripiegato, che plana dolcemente al suolo, sul letto di brina che tu stesso hai generato e che si sta sciogliendo rapidamente, minacciando di intaccare con la sua umidità la carta del disegno.

    « Credi davvero di conoscere le mie priorità Early? Credi di sapere quello che voglio? »
    insinua, senza dimettere dalle labbra sottili la curva ambigua del sorriso
    « Le risposte non mi interessano.
    Ne ho sempre più di quante mi piacerebbe avere. »


    Il taglio che gli incide la bocca da infante si fa più dolce e folle -e quindi più sinistro-,
    così come anche il suo sguardo sembra farsi più distante e remoto... quasi mesto...
    Forse nostalgico.

    « Neanche lei ha mai voluto giocare con me. »

    Rammenta, con una nota di deluso rammarico nella vocetta infantile,
    e qualcosa nel tuo istinto ti dice che sta parlando della ragazza ritratta sulla pergamena,
    quella su cui stai indagando.

    « Nemmeno una volta: da quando è stata accolta e condotta qui -aveva qualche anno in meno che in quell’immagine- a quando è stata portata via,
    qualche anno fa, da due uomini... »


    I suoi strani occhi grigi si incatenano ai tuoi, come se potesse scrutare qualcosa nei loro recessi, e quello che dice subito dopo -le immagini che le sue parole ti rievocano- ti lasciano la forte e sconvolgente impressione di conoscere nomi e visi di quelle figure...

    « Uno alto e scavato, con la pelle tesa sugli zigomi alti e le labbra sottili...
    L’altro basso e pingue... Viscido e perverso, ma vigliacco: repellente. »


    D’un tratto, lo vedi raddrizzare la schiena e tendere le orecchie, come se qualcosa avesse richiamato la sua attenzione dallo spigolo oltre le tue spalle -lo stesso da cui sei giunto-... ma tu sei sicuro di non aver percepito né udito alcunché.

    Ad ogni modo, vedi Bess avanzare verso di te per poi affiancarti e superarti, riparandosi con una gran disinvoltura dietro il corpicino della piccola Miriam, ancora addormentata tra le sue braccia; il suo sorriso da bimbo è tornato spensierato, candido e innocente mentre si fa scudo della bambina priva di conoscenza.

    « Ti piacciono i regali, Early? »
    chiede, apparentemente senza motivo, fermandosi esattamente dietro l’angolo
    « Io li adoro...! »

     
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  4. Veles
     
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    Avanzò lungo il corridoio di Misericordie, intento a distribuire regali e ricordini ai vari bimbi che gli si accalcavano intorno con mille moine, come erano soliti comportarsi tutte le volte ad ogni sua visita.
    Il biondo elargì ben più di un sorriso o di una scompigliata di capelli ai piccoli orfanelli del Nido degli Angeli, non riuscendo completamente a negare a se stesso il piacere di mettere da parte il “lavoro” per concedersi un poco di relax con quelle comparse sporadiche nelle mura che l'avevano visto crescere.

    Certo era che, quel giorno, l'emblema del Leviatano sarebbe risultato irriconoscibile ai più: l'inseparabile armatura dai toni aurei aveva ceduto il passo ad un più semplice ed elegante completo in pelle,
    i cui bordi erano impreziositi da morbida e bianca pelliccia, atta a stemperare il clima invernale, in procinto di stanziarsi anche in quelle terre sempre verdi e soleggiate.

    Persino la bionda chioma arrogante sembrava essersi tramutata in una capigliatura più sobria e contenuta, che ricadeva sul volto affilato, incorniciandolo in un espressione – quasi – per bene; un paio di anfibi a collo alto e l'assenza dei fedeli orecchini completavano il ritratto un Veles atipico – ma non per questo meno figo, branco di cazzoni.

    Ebbene sì, una parolaccia dopo tutte queste righe sbrodolanti era necessaria, quasi liberatoria.

    E sopratutto dovuta, dato che in quel momento, una certa “presenza” fece girare i coglioni del nostro ad una velocità esagerata: ma perché di tutti i fottuti lolitomani, filantropi, cazzoni, amanti degli orfani e della necrofilia, proprio quel frocio del principino orbo doveva beccare lì, nel luogo che neppure il vecchio sapeva lui frequentasse?

    Non sapeva che cosa ci facesse lì, lo stronzo, ma a quanto pare stava parlando con Bess,il che fortunatamente giocava a suo favore.

    Nell'attimo in cui l'emblema d'oro si voltò verso di lui, Veles incatenò le iridi ambrate a quella azzurro dell’Occhio con una fuggevole espressione che, tradotta in parole, avrebbe pressappoco significato: “Azzardati a riconoscermi e, prima che tu possa fare qualunque cosa, mi assicurerò di strapparti quell'occhio e ficcartelo su per il culo in modi che non puoi neppure figurarti”.
    Quanta capacità di sintesi in un solo sguardo, eh?

    Non c'è che dire, il Tesoriere era un vero maestro della diplomazia e del dialogo.
    Più o meno.

    Lasciandosi per un attimo andare in un sorriso in tralice, Veles allungò la mano a prendere due pacchetti ancora incartati, una coppia di regali specificatamente richiesta dal ragazzino dagli occhi bigi,
    e che aveva creato non pochi dubbi all'emblema.
    Ora, in quella situazione, il biondo sembrava crogiolarsi nell'idea che il piccolo “boss” del nido avesse preteso una così bizzarra ordinazione solo in vista di quel giorno, e quel pensiero lo divertì non poco.

    Tempo di riportare lo sguardo sul piccolo Bess, e già lo trovò in trepidante attesa; sadico bambino dai gusti perversi che non era altro - ...ecco perché andava d'accordo con lui.
    Tese i regali al giovane, ignorando per il momento il principino orbo.

    Come promesso.

     
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    Come promesso.

    « Evvivaaa...! ~♪ »
    cinguetta entusiasta, gettando indietro la testa per fissare in volto l’altissimo interlocutore
    « Ti ringrazio tanto, Fratellone Velly! ♥ ...me la terresti un attimo? »

    Il ragazzino dagli occhi grigi si sta riferendo a Miriam, che tende verso il nuovo arrivato, e in un attimo assisti a quel rapido scambio di consegne: Veles adagia la sacca con i doni sul pavimento, e prende in custodia la bambina addormentata dalle braccia di Bess; questo, da parte sua, agguanta i due pacchetti identici che gli sono stati porti e comincia ad esaminarli e soppesarli con un’espressione che mesce in parti uguali riflessione critica e pura gioia infantile.
    Sembrare un fanciullo alla vigilia del saturnale...

    Il custode del Nido degli Angeli sembra trovare quello che cerca, e con un suono croccante di carta strappata libera la scatola dal suo involto; la apre con cura, ma dandoti la schiena, e non riesci a vedere subito cosa c’è dentro... purtroppo o per fortuna, però, il Malkavian è ben felice di voltarsi per mostrarti -non senza un certo orgoglio- il nuovo pezzo che si aggiungerà
    alla sua collezione di pupazzi.

    Le proporzioni del corpo di pezza sono molto buffe e arrotondate, e i lineamenti del volto deformati tanto da ispirare simpatia al primo sguardo, ma c’è comunque qualcosa di familiare nella foggia dei suoi abiti eleganti, nella capigliatura scura, nell’occhio sinistro bendato e in quello destro fatto con un bottone azzurro; il ricamo della sua boccuccia lo rende imbronciato e risentito...
    Un po’ come potresti essere tu in questo momento.

    « Non è semplicemente adorabile?! »
    gorgheggia, reggendolo in mano e passando lo sguardo soddisfatto da te a lui
    « Credo proprio che lo chiamerò Early ~♪ »

    Prima di lasciarti qualche diritto di replica, ti lancia il secondo regalo perché l’afferri.

    « Anche il tuo è molto carino, sai? »
    insinua, con un largo, candido, infantile, raggiante sorrisone
    « Albino, serio serio.... dovresti chiamarlo Molly: come nome gli starebbe proprio bene! ♥ »

     
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  6. Leviathan's Claw
     
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    Attraverso la pur invisibile persona del démone, la staffilata gli giunse tenue come una puntura - o meglio, non riuscì a raccoglierla: tutto ciò che ricordava del lichdom si riduceva a pochi brani slegati delle Memorie di Van Richten, sfogliato in un pomeriggio di noia della sua adolescenza. Accogliendo la scienza - descritta in dettaglio orribilmente grafico - nascosta in quel tomo con risentito raccapriccio, si era ripromesso di non consultarlo mai più: e così aveva fatto. A scapito della sua perplessità, tuttavia, Dantalion sembrò ricambiare la frecciata con divertita condiscendenza, battendo l'indice sulla destra del giustacuore per simulare il colpo incassato. Perse interesse nell'enigma non appena il cadavere abbandonò la stretta sul foglio, lasciandolo adagiarsi sull'acciottolato. Il Duca, anticipando le sue intenzioni, fu rapido a condurlo a sé con un torcersi appena accennato della destra ora intonsa. Il ritratto sembrava immacolato.

    « Neanche lei ha mai voluto giocare con me. »

    Li vide - li videro entrambi: un uomo alto, scavato e solido in scapolare ed il suo compagno obeso e calvo, soffocato da un carnevale di drappi troppo stretti per le sue rotondità. La Mente e la Coda, il secondo più giovane di almeno una decina d'anni. La sua mente galoppò, forsennata: avevano davvero preso in ostaggio la figlia di quello a cui oggi la gilda
    si riferiva come Artefice? Che ne era stato di lei?

    « Io... » boccheggiò, scacciando tanto le immagini quanto le domande. Dal timbro, era facile intuire
    che il Duca gli avesse reso il controllo in un esercizio di cortesia.
    Fu allora che lo vide.

    [...]

    Ricambiò l'occhiata del tesoriere senza esitazione, caricandola di un livore inesprimibile. Tutto il resto era scivolato in secondo piano. Non lo sconvolse tanto vederlo parlocciare con il cadavere, quanto il vedersi servire gratuitamente due orrori simili eppure radicalmente diversi nello stesso scenario: la sozzura laida ed artificiosa del guardiano - fatta di sorrisi accennati e di mezze verità - e la sporcizia morale e fisica delle Scaglie, tanto colpevole quanto consapevole. Accettò il pupazzo offertogli dal primo dei due ancora sospeso nel sovrappensiero, strizzandone
    il corpicino imbottito con ferocia.

    « Albino, serio serio.... dovresti chiamarlo Molly: come nome
    gli starebbe proprio bene! ♥
    »

    Quel commento lo turbò, anche se non seppe spiegarsi il perché. Compresse la caricatura di pezza in una tasca della blusa, e corse via dal vicolo per immergersi nel viavai della via principale mirando a scomparire in una delle sue molte arterie. La pupilla marchiata gli bruciò forte, ammonendolo con un messaggio.
    Dantalion stava sorridendo.

    SPOILER (click to view)
    Giocata conclusa. Un punto a Moloch, un punto a Madhatter di libera spesa ed un punto al Levio. Grazie ad entrambi della partecipazione. =)
     
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    Gli occhi bigi della creatura seguirono i movimenti del loro ospite, intento ad abbandonare il Nido degli Angeli in tutta fretta, nuovamente padrone di quanto gli era stato sottratto dalla piccola -ora dormiente- Miriam; sulla sua faccia imberbe, i lineamenti infantili ridisegnarono un sorrisino compiaciuto sulle sue labbra esangui e sottili, perché... era contento che Early avesse accettato il suo piccolo presente.

    Quando Bess -dopo un istante- si mosse, lo fece eseguendo un balzello leggero per proiettarsi su di un fianco, spostando il peso del corpo sul perno della gamba sinistra, e stendendo il braccio destro verso il cielo, agitandolo in un gioioso bambinesco gesto di saluto.
    Con sul musetto un sorriso di nuovo allegro, candido e spensierato, gli urlò dietro.


    « E torna a trovarmi...! ♥ »

    Le sue parole echeggiarono nel vuoto dei corridoi, e ricaddero sul nulla.

     
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21 replies since 11/10/2010, 17:30   382 views
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