How to do an Official Presentation

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Covenant of Brotherhood
     
    .

    User deleted


    I Have Made a Promise and so it Will Be
    - this is a covenant everlasting -

    Chi li avesse visti avanzare per le strade di Najaza li avrebbe considerati con una lieve nota di disprezzo, una contrazione appena visibile agli angoli della bocca.
    Poco ma sicuro, il gruppo faceva il suo effetto, mentre avanzava al centro della via principale, costringendo la folla a fargli ala. Camminavano compatti, con passo fermo e sicuro, cadenzato -quasi si trattasse di una marcia militare.

    A guidare quell'eterogeneo drappello c'erano due persone.
    Sulla destra, un gigante dai capelli bianchi, con occhiali rotondi cerchiati d'osso, avvolto in una mantella nera che lo copriva fino ai piedi; sulla sinistra, un uomo apparentemente giovane, con corti capelli di una strana tonalità tendente al turchese, che indossava una veste parecchio lavorata, con intrecci nei ricami che alternavano il giallo papalino al bianco e al nero.
    Seguivano tre persone, in fila orizzontale. Il primo di questi, in veste nera orlata d'oro, teneva il capo basso a fissare il lastricato, mentre la donna accanto a lui sembrava non gradire l'abito indossato, tanto che camminava -al centro del gruppo- dimenandosi con malcelato fastidio.

    Uno dei negozianti che aveva la fortuna di possedere una merceria sulla via principale, vedendoli avanzare così baldanzosi e fieri, non poté trattenere un sorriso strafottente, chiedendo -a voce alta, per sovrastare il rumore- al suo vicino di bottega
    « Ma li hai visti questi?! »

    Quello che sembrava essere il capo -l'uomo dai capelli turchini- fece un gesto vago, come quando si scaccia una mosca, all'indirizzo della donna dai capelli biondi, che alle parole del commerciante non sembrava intenzionata a reagire bene.
    Quella ingollò un discreto quantitativo di saliva e risentimento, e andò avanti -continuando a dimenarsi.
    Al contempo, uno dei garzoni, che alla domanda del padrone era venuto fuori dalla rimessa. Si accostò al datore di lavoro, senza distogliere lo sguardo dal gigante avvolto nella mantella nera.
    « A palazzo » disse. « Stanno andando a palazzo. »

    « Acuto il giovane. »
    « Meno di quanto credi, Narval » rispose il vecchio.
    « Ho dovuto strapazzarlo per bene: ha dimenticato tre volte di rammendare la mia mantella. »
    « Ed io che mi aspettavo di vederti arrivare in armatura e armato d'ascia. Devo dire che, alla fine, le buone maniere hanno vinto. »
    Tutti risero, anche il vecchio.

    « Mi raccomando, non una parola su Backlash. »
    Yerma non sembrò particolarmente entusiasta dell'occhiata scoccatale da Narval nel proferire quelle parole.
    Cursed, che tuttavia era giunto in colpevole ritardo all'appuntamento, non poté esimersi dal domandare: « Perché? »
    « Cazzi miei. »
    « Di fronte a tali, inoppugnabili motivazioni, mi ritengo perfettamente convinto » rispose il ragazzo, fermandosi e facendo un profondo inchino al Professore.
    « Backlash è stato inviato a svolgere un lavoro particolare. »
    « Perché? » chiese nuovamente.
    « Cazzi miei. »
    Il Duca si fermò, facendo un inchino più profondo di almeno venti centimetri, a rischio di sbucciarsi il naso sfregandolo al suolo.
    « Maestro, le sue risposte sono sempre chiare, concise ed esaustive. »

    « Siamo arrivati. »
    Quando quelle due semplici parole furono pronunciate, accaddero due cose:
    primo, i quattro si fermarono all'unisono, assumendo tutti una posizione d'attesa mista ad ammirazione; secondo: nessuno di loro fiatò più.

    Erano davanti al Palazzo delle Stelle Estinte.

     
    Top
    .
  2. Raphael'
     
    .

    User deleted


    Il portone si schiuse senza clamore, assecondando l'adagio dei visitatori nello spalancarsi delle due monumentali ante intarsiate. Lo stipite si affacciava su di un salone in cui si faceva protagonista un colonnato diviso in due filari, atti a disegnare il percorso che conduceva alla scalinata tripartita su cui poggiava l'accesso ai quartieri più alti. Nonostante il sole del nord fosse alto ed il cielo sgombro, tuttavia, la luce pareva rifiutarsi di compiere più di pochi passi oltre la soglia della fortezza, arrestandosi ad una decina di metri dall'arcata e lasciando il resto prigioniero di una penombra approssimativa. Non appena il gruppo si persuase
    dell'invito inviatogli attraversando il portone, le ante si chiusero
    alle loro spalle senza produrre alcun suono.

    [...]

    image

    L'oscurità dell'atrio si era fatta densa come fumo, dal quale presero a separarsi refoli e lingue di varie lunghezze che andarono a convergere verso il centro della sala, annodandosi in una figura umanoide. Una volta compattatesi, le spire di fumo nero esplosero rivelando una donna nei propri trenta in livrea maschile, gli zigomi esausti tesi contro un viso che non ammetteva indulgenza al di fuori di un sorriso di fiele. I lunghi capelli biondi color paglia erano assicurati in una coda da un nastro di velluto,
    le cui estremità - tagliate con intenzione - cadevano sino al bacino
    della nuova venuta, impercettibilmente inchinatasi.

    « Signori. » esclamò, fra il sussiegoso ed il divertito. « Signora. » aggiunse, allungando uno sguardo in tralice all'unica donna del gruppo. Dalla posa e dalla gestualità - spesso esageratamente generose o marcate - era facile
    intuire che avesse un penchant per la teatralità.

    « Il mio nome è Livane, e sono il primo siniscalco dell'alfiere del Nord. »
    Sollevò il viso, ricambiando lo sguardo del Nachrichter. Non aveva ancora smesso di sorridere.
    « Come posso aiutarvi? »

     
    Top
    .
  3. Covenant of Brotherhood
     
    .

    User deleted


    Le reazioni a ciò che accadde furono le più disparate,
    ognuna in accordo con l'indole di chi presenziava a quel piccolo prodigio. Tra i vari livelli di sbigottimento che si era manifestato sui volti dei presenti, a stonare fu quello di Narval, che rimase impassibile.
    Sul suo viso di marmo, s'intravide -ma fu solo un attimo- una crepa disegnata da un mezzo sorriso, forse solo l'angolo sinistro della bocca leggermente sollevato.

    « Un'entrata certamente ad effetto, molto teatrale » commentò, allargando appena il sorriso che gli disegnò orrende ragnatele di rughe agli angoli della bocca, che stonavano fin troppo con l'apparente giovinezza del suo sembiante.
    « Vagamente stucchevole, se posso osare. »

    Intanto, gli altri tre si erano piegati in un breve inchino; perfino Cursed, accantonando le sue pretenziose credenziali, aveva reso omaggio alla donna. Narval, invece, si limitò a piegare il capo in cenno d'assenso.
    Si, le riconosceva lo status che diceva di possedere. Né più né meno.
    « Il mio nome è Narval » disse.
    « Questi sono Nachrichter, Yerma e Richelieu » aggiunse, indicando quelli che erano alle sue spalle.

    « Rappresentiamo una piccola corporazione mercantile da poco approdata su Endlos, con l'intenzione di stabilire una base nel Presidio Settentrionale. »
    Fece qualche passo avanti, lasciando dietro di sé Loras e Tyler. Da ultima, Yerma chiudeva la fila -occhieggiando con un misto di nervosismo ed inquietudine alla porta che si era chiusa alle loro spalle.
    « Ma questo sono certo che lo sapete già. »
    Ad intercalare le sue parole fu un sorriso più aperto -più sincero. Non beffardo, anzi: ammirato.
    « Non credo proprio che il Guardiano dell'Obelisco sia stato messo lì solo per riempire le sue giornate. »

    Le presentazioni -e con esse i preamboli- potevano dichiararsi concluse.
    « Vorremmo conferire con Lord Moloch di casa Aldeym, se possibile. »
    Meglio essere diretti.

     
    Top
    .
  4. Raphael'
     
    .

    User deleted


    La donna sembrò accogliere le rimostranze del portavoce con quieta accondiscendenza, facendo mostra di un esercitato, artefatto buon garbo accreditabile solo a chi presiede almeno una cattedra di ipocrisia. Nel pilotare il proprio sguardo dal Boia al Professore, si curò bene di intrecciare le dita in grembo e di sporgersi impercettibilmente verso di questo, escludendo gli altri tre dal dibattito con un muto ammonimento.

    « No, non può osare. » cinguettò, dilatando il proprio sorriso di qualche altro, pericoloso centimetro. Nonostante il timbro asciutto come sabbia, simile ad una voce automatica che cerca di imitare la nuance di un sentimento umano, quel diniego era animato da un pizzico di complicità: evidentemente, il siniscalco doveva riconoscersi
    nei modi ampollosi dell'uomo dai capelli azzurri.

    « E naturalmente no, non è possibile. »
    Tornò ad assumere una postura rigida, portando ambo le mani dietro la schiena. In accordo con il nuovo, più tragico veto, le ombre alle sue spalle si annodarono una seconda volta per cancellare dalla visuale del gruppo la silhouette di una scalinata monumentale, che probabilmente conduceva ai quartieri privati del lord alfiere.

    « Posso aiutarvi in qualche
    altro modo?
    »

     
    Top
    .
  5. Covenant of Brotherhood
     
    .

    User deleted


    Come da copione. Com'è che l'aveva definito Raylek? 'Inafferrabile'. Questo venne in mente, per un solo istante, a Loras, mentre continuava a fissare Livane. Probabilmente, l'unico a non esserne intimidito era Narval, ed il motivo era semplice: quando qualcuno di valore incontra un avversario alla propria altezza e lo riconosce, non è timoroso del confronto.
    Anzi, proprio il contrario.

    Proprio per questo fu ancora lui a parlare, affatto disilluso da quel no perentorio. Lord Moloch, presto o tardi, avrebbe dovuto riceverli. Fino a quel momento, trattare con Livane si sarebbe rivelato un divertente intrattenimento.
    « Diciamo che me l'aspettavo, quindi nessun problema. »

    Fece altri due passi in avanti, curandosi di mantenere un'andatura sicura e non affrettata, né esageratamente lenta. Voleva apparire naturalmente misurato, una persona compassata. E -per quanto fosse difficile per qualcuno con i capelli turchini ed un volto che sembrava muoversi eternamente, dondolante tra l'eterna giovinezza e la più corrotta vecchiaia- affidabile.
    « Siete il Primo Siniscalco, per cui immagino abbiate ricevuto, dal Lord Alfiere, una sorta di delega. Sbaglio? »
    E senza attendere una qualsivoglia risposta, continuò:
    « Eravamo venuti per presentarci a colui che regge il Presidio Settentrionale, per porgere i nostri omaggi, spiegare le nostre intenzioni. »

    S'interruppe, sorridendo allusivo sollevò le sopracciglia;
    tutto stava nel tempismo, ognuno avrebbe dovuto fare la sua parte alla perfezione, a partire da quel momento. Il valore di uno spettacolo non è dato dal pubblico, ma dalla bravura degli attori.

    E Cursed, senza smentire la sua abilità, intercalò la sua voce lievemente roca e suadente a quella argentina di Narval.
    « E per parlare di affari. »

     
    Top
    .
  6. Raphael'
     
    .

    User deleted


    [...] per cui immagino abbiate ricevuto, dal Lord Alfiere, una sorta di delega. Sbaglio?
    « Mi sorprendo di confermarle che non sbaglia, no. »
    Si concesse una breve risata, del tutto priva di gioia.
    « In assenza del Lord alfiere, la carica mi viene trasmessa ad interim sino alla sua ritrovata disponibilità. Anche così, tuttavia, » e si rivolse a Cursed, scoccandogli uno sguardo pregno di un rimprovero condiscendente « Temo di potervi aiutare ben poco. Vedete - e diede le spalle al gruppo, indicando le profondità oltre le ombre con un gesto vago - L'alfiere del Nord ha sempre gestito i propri "affari" tramite l'Enclave, e non a caso uno-- »

    Falli entrare, Livane.
    ________ __ _ __ ________

    La voce, disincarnata e fonda, li chiuse d'assedio da ciascuna delle pareti come fosse lo spiro di non una, non due, ma cento voci differenti - eppure identiche - sovrappostesi l'un l'altra alla perfezione. A scapito del fenomeno inconsueto, il siniscalco si limitò a sollevare lo sguardo al soffitto, assumendo il cipiglio di un falco.
    Sembrava contrariata.

    « Non posso, mio Lord. Sa benissimo che, vista la situazione contingente... »

    Tranquilla, Livane. Non sono loro.
    ________ __ _ __ ________

    ribatté la voce, accompagnata da quello che sarebbe stato
    lecito intuire come un sorriso.

    « M-ma... »

    Sono ben protetto.
    ________ __ _ __ ________

    Il siniscalco abbassò lo sguardo ed emise uno sbuffo, concedendo la ragione alla presenza - adesso scomparsa. Senza preoccuparsi di aggiungere altro, portò il palmo destro ad aderire al groviglio di viticci d'ombra per indurli a ritrarsi, rivelando dietro di loro un tunnel di oscurità compatta che conduceva sino alla sommità delle scale in fondo alla sala.
    « Niente deviazioni. » ribadì in tono asciutto, facendo cenno
    al quartetto di seguirla in coda.

    [...]

    L'anta del portone si schiuse appena prima che il gruppo mettesse piede sul pianerottolo adagiato in cima alla scalinata, gettando una lama di luce lungo il coagulo scuro che avvolgeva il salone; dallo spiraglio emerse un personaggio addobbato con una ricchissima pianeta color avorio che gli cadeva sino alla punta degli stivali, i cui orli erano incrostati di gemme. Il volto, reso pressoché invisibile da una papalina esotica ed una maschera dall'espressione angosciata, era ancora rivolto verso l'interno della sala successiva.

    « Ne riparleremo, Lord Moloch. Ne riparleremo. »
    E fendette il capannello senza degnare i presenti di un cenno, rivolgendo solo
    un saluto formale alla donna che li accompagnava.

    « Lord Aimon. » gli fece eco il siniscalco con un breve inchino, prima che lo sconosciuto sparisse dentro il tunnel d'ombra. Una volta scomparso, Livane si avviò al limitare dell'anta per spalancarla di un altro paio di metri, consentendo ai visitatori un passaggio agevole. Una volta che questi ebbero attraversato la soglia provvide a chiuderla alle loro spalle, allontanandosi dall'uscio con passo sostenuto. Non voleva avere a che fare
    con il suo pari se non assolutamente necessario.

    [...]

    Il salone delle udienze non avrebbe potuto essere più diverso da quello di ingresso: la camera, ampia e luminosissima grazie al posizionamento di grandi bifore sulla parete sinistra, dava un tale senso di iato da permettere ai visitatori di intravedere la brina che velava i colonnini e le balconate, dando l'impressione di trovarsi su di un belvedere affacciato lungo uno strapiombo del Koldran: fatto salvo per un lunghissimo tappeto bordeaux che disegnava il percorso ideale per giungere al trono, lo scranno del Lord ed un filare di lampadari in ferrolegno assicurati al soffitto con
    grosse catene, la stanza era spoglia.

    « Benvenuti. » La voce apparteneva ad un uomo esile dai corti capelli albini, arroccato sul trono in una posizione che dava ad intendere quanto questo gli fosse scomodo. A scapito della giovane età, l'alfiere del Nord aveva gli occhi e le mani di un vecchio, contratte come ragni bianchi sui braccioli per tamburellarne la superficie.
    « Come po-- » fu un istante: dalla sommità dello schienale si affacciò un uomo altissimo e livido, i piccoli occhi cattivi ingoiati da occhiaie profonde come voragini. Aveva labbra crude, tanto sottili da sembrare inesistenti, e una chioma ben curata di ricci scarlatti. Nonostante il comportamento fuori etichetta, l'alfiere sembra - suo malgrado - dare
    ugualmente credito alla sua intrusione.

    « --siamo aiutarvi, giovani? »
    e strizzò l'occhio al Nachrichter, appoggiandosi disinvoltamente
    allo schienale con ambo le braccia.

     
    Top
    .
  7. Covenant of Brotherhood
     
    .

    User deleted


    I più grandi eventi della storia sono coincisi con l'incontro -o lo scontro- fra due grandi personalità. Cosa sarebbe potuto succedere in quella sala, dove erano presenti tre filatori della storia, nessuno avrebbe potuto dirlo.
    O forse, in realtà qualcuno si. Un qualcuno particolarmente lontano, nascosto fra le rocce e le ghiacciate asperità delle Montagne della Morte.
    -----------------


    Celentir, Montagne della Morte
    - in quel preciso istante -

    La minuscola breccia praticata nel ghiacciaio eterno si richiuse alle spalle del ragazzino biondo, che avanzava nell'algido corridoio pieno di luci tenendo davanti a sé -agitandolo per la collottola- un uomo vecchio e cencioso.
    Terminato il lungo corridoio, costeggiato da archi gotici scavati direttamente nel ghiaccio e che permettevano una splendida vista dell'altro ghiaccio che circondava il Parco dei Cristalli, si accedeva ad una sala comune.

    Senza nemmeno l'ombra di un dubbio o ripensamento sul volto, il ragazzo spinse l'uomo attraverso la porta centrale, che si aprì con violenza, rivelando una sala più piccola, di forma circolare, priva di finestre -eppure illuminata.
    Al centro esatto della sala, assiso su di uno scranno -anch'esso di ghiaccio- era il Tempo.
    Ad occhi chiusi, attendeva.

    « Questo è l'uomo che volevi. »
    « Ben fatto, Dareon » rispose questi, sempre tenendo gli occhi chiusi.
    « Ora lasciaci soli. »
    Senza fiatare, il ragazzo lasciò a terra l'uomo, ed imboccò l'uscita.
    « Dimmi, homunculus. Sto aspettando. »

    L'uomo, seduto a terra sul ghiaccio arabescato, iniziò a sudare copiosamente. Tremava. Sudava e tremava. Pessimo connubio.
    « Avanti, abbi coraggio: rispondi alla domanda. »

    « M-mio signore...io-io non conosco la domanda. »
    L'essere assiso sul trono di ghiaccio sembrò sorridere, mentre lentissimamente apriva l'occhio destro. Privo di pupilla, ma con tre iridi concentrici, ognuno foriero di una differente sfumatura di blu.


    « Non sarei riuscito a immaginare risposta peggiore, mio indegno amico. »

    Sollevò la mano destra, ma s'interruppe, lasciando il gesto a metà; aprì tutte e due gli occhi, folgorato da una visione.
    La mano tremava orrendamente, scossa dai tremiti di ciò che di più potente può colpire ogni essere vivente, più dell'amore e dell'odio, più della rabbia e del dolore:
    paura.
    « Ci sono riusciti. E lui non dovrebbe essere lì. »
    -----------------


    Banebriar's Place
    - tornando al normale corso degli eventi -

    Tutti e quattro si posero in linea orizzontale rispetto al trono su cui era appollaiato il Lord Alfiere. Che non fosse una persona dall'animo tranquillo, Narval lo sapeva già. Sembrava quasi nervoso, comunque non a suo agio; il Professore si permise un lievissimo sorriso: è pesante da portare, l'onere della corona.
    Tutti si inchinarono, toccando il pavimento con il ginocchio destro, e solo Narval sollevò il capo -quanto bastava a indirizzare lo sguardo verso Lord Moloch.

    « Veniamo a porgervi i nostri omaggi, Lord Moloch. »
    Tutto sommato rilevò l'indefinibile essere dai capelli turchini, senza togliere gli occhi di dosso all'Alfiere siamo stati fortunati: Livane non avrebbe mai dato retta alle nostre proposte. E forse insinuò, nei suoi stessi pensieri, mentre di sottecchi scagliava un'occhiata fiammeggiante al tizio dai capelli rossi potremo contare su di un insospettabile alleato.

    « Sono certo che siate già a conoscenza dei nostri nomi, ma etichetta vuole che vengano fatte le presentazioni -per l'ennesima volta. »
    La mano destra fece un rapido gesto di riverenza, per poi posarsi sul suo corpo.
    « Il mio nome è Narval, sebbene io sia stato conosciuto, in tempi remoti, con altri appellativi. Non mi meraviglierebbe se ne conosceste alcuni. Questo alla mia destra, è Justice, detto il Boia. »

    Con un gesto sbrigativo, infine, indicò il giovane Duca e la ragazza che gli venivano dietro.
    « Cursed, e Yerma. »
    « Siamo stati costretti a disturbarla per un affare della ma-- »
    Nonostante avesse già preso il via, ben spedito, fu interrotto da un'azione di Nachrichter che stonava del tutto con il piano che avevano concordato. Assolutamente fuori tempo, ma soprattutto fuori luogo fu la sua battuta: « --ma io ti conosco » asserì, fissando -quasi tremante- il rosso che aveva fatto capolino da dietro il trono.

    « Certo che lo conosci! » esclamò, piccato, mettendo la mano sul torace dell'arzillo, preoccupato giustiziere. Era un tentativo di recuperare, per quanto in extremis.
    « D'altra parte, dubito ci sia qualcuno, in tutto il multiverso, che possa dire di non averlo mai conosciuto. »
    E così dicendo, strizzò l'occhio di rimando al rosso.

    « Dicevo, prima di essere interrotto » riprese, scoccando un'occhiata di fuoco a Nachrichter, « che siamo venuti qui per un affare della massima importanza. »

    « Un vero affare per noi. »
    « Un vero affare per voi. »


    SPOILER (click to view)
    Mi scuso per la lungaggine del post, ma mi ha un po' preso la mano, e ne ho approfittato per una breve finestra di BG.
    Sempre per motivi di BG -che sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede- Narval sa chi è Killer, o meglio, sa cosa rappresenta.
     
    Top
    .
  8. Raphael'
     
    .

    User deleted


    L'uomo in rosso sorbì il discorso del professore senza interromperlo, limitandosi ad intercalarlo di tanto in tanto con un cenno di assenso o - ad indicazione dell'altro - passando il proprio scrutinio sugli altri componenti della piccola compagnia, assecondando l'ordine col quale questi venivano presentati. Esauritasi felicemente la prosopopea, si sporse di qualche altro centimetro oltre lo schienale per profondersi in un breve applauso, accompagnato da una risata roca simile ad un ringhio; l'alfiere sollevò il capo di qualche centimetro, incontrandone lo sguardo.
    Sembrava sorridere di un sorriso amareggiato.

    « Bingo. » e sollevò pollice ed indice congiunti in circolo, consumando un gesto di intesa anacronistico per la maggior parte dei presenti. « Mi piace come ragioni, turchino. » scivolò con la grazia di un rettile lungo il lato destro del trono, continuando ad aderire col corpo alla struttura. Tutto ciò cui si accompagnava, dagli occhi sinistramente immoti e privi di luce alla voce e alle mani e ai movimenti, sembrava studiato al millimetro per mettere a disagio il suo prossimo.
    « Davvero, mi piace. »

    -
    Seguì una manciata di secondi dominati da un silenzio teso, sospettoso e cattivo, complice dello studio reciproco operato dai portavoce di ambo le fazioni - uno studio che, per entrambi, stava riportando alla luce il percetto di una dimenticata abiezione. Prima che l'uomo in rosso - ben cauto, questo, a non rivelare il suo nome - si sporgesse oltre per proseguire l'arringa, un gesto secco del Lord alfiere si frappose fra lui e la delegazione come
    un muro invisibile, ricacciandolo oltre il limite dello schienale.
    « Credo di potermene occupare io, da qui. » pontificò, accompagnandosi ad un ghigno che falliva nel simulare condiscendenza. Lo sconosciuto obbedì con un sonoro sbuffo, motteggiando l'invettiva a mezza bocca con una vocetta stridula. L'alfiere sembrò non farvi caso.

    « Signori. » si aprì, quieto. La sua voce, sottile ma pregna di autorità,
    ben si sposava con la figura ascetica. « Sarei tanto un cattivo bugiardo quanto un cattivo alfiere se vi dicessi che no, non mi aspettavo una vostra visita. Temo tuttavia di dover deludere le vostre aspettative. » e fece un gesto come per indicarle, quasi fossero un'entità fisica, riconducendole allo spazio occupato dal gruppuscolo. « L'amministrazione politico-economica del presidio è da sempre stata nelle mani della gilda mercantile che ha fondato la capitale, l'Enclave; caso vuole che abbiate avuto occasione di incrociare il secondo dei suoi maggiorenti, Lord Aimon, appena qualche minuto fa. » scrollò le spalle. « La mia carica è, per l'appunto, solo una carica: rappresento un'istituzione che gli abitanti vedono come aliena, un organo trapiantato in un corpo che lo rigetta. » l'accento del paragone fu tanto grave da fargli abbassare lo sguardo. « I miei compiti si limitano alla gestione dei pochi rapporti con l'estero - questi delegati ai miei due siniscalchi - ed alla mediazione fra le pretese dell'Enclave e il castello centrale. A stento, in questi due anni, sono riuscito a limitare il commercio di schiavi proveniente da Sud, estirpando la compravendita degli orfani ad opera del notabilato locale. Qualcosa che il gentiluomo appena uscito non mi ha,
    è evidente, ancora voluto perdonare.
    »

    Sollevò il capo, inspirando profondamente. Il proclama doveva essergli costato più energia di quanta non ne desse ad intendere. « Ciò premesso, la mia -nostra » si corresse in una breve risata « -perplessità rimane la stessa. »
    « Come posso aiutarvi? »

     
    Top
    .
  9. Covenant of Brotherhood
     
    .

    User deleted


    Dopo aver concesso un rapido ma sincero sorriso al rosso, Narval tornò a concentrarsi su Lord Moloch. Era con lui che bisognava trattare, l'Odio si sarebbe -forse- potuto rivelare un comodo aggancio su cui far leva più avanti.
    Socchiuse gli occhi, annuendo silenziosamente. L'Alfiere del Presidio Settentrionale aveva parlato bene, ma senza offrirgli nessuna notizia. E se non c'erano spiragli di trattativa, stava a lui crearli.

    « Ciò che avete detto è estremamente vero, e affatto una novità » esordì, ben lanciato in quella che voleva (doveva) essere una dissertazione ben più che convincente.
    « Tuttavia, ritengo che ciò di cui siamo venuti a parlarvi possa essere incorporato nella...come ha detto? » si fermò, fingendo di dover ricordare le parole appena pronunciate dall'interlocutore « ah, ecco: gestione dei rapporti con l'esterno. »
    « Con il Presidio Errante, per la precisione. La nostra è una Corporazione, un ente commerciale. L'Enclave sicuramente non sarà contenta di dover perdere il monopolio. »

    Sospirò, scialacquando condiscendenza.
    « Lo so, lo so: al momento siamo così piccoli e poveri da non rappresentare un pericolo per l'Enclave più di quanto non lo sia una grandinata autunnale, ma abbiamo una discreta esperienza nel campo, e sappiamo come muoverci. »
    Fece un breve cenno a Loras, che senza perdere tempo, tirò fuori dalle pieghe della sua veste un rotolo di pergamena. Lo aprì, avvicinandosi a Lord Moloch -abbastanza perché potesse intuirne il contenuto, ma non abbastanza da poter essere considerato un pericolo.

    « Abbiamo siglato un accordo con l'Autocrate del Presidio Errante »
    continuò, d'un fiato, convinto di avere adesso la massima attenzione da parte del suo ristretto auditorio.
    « Un accordo che ci da l'esclusiva sullo smercio nel Presidio Settentrionale di tutti i prodotti provenienti da Laputa. »
    Accennò un sorriso, vagamente buffo e contrito, arruffato sotto la ragnatela di grinze che si aprì sul suo volto -ma fu solo un istante.
    « E questo mi porta a rispondere alla vostra domanda: potreste aiutarci nella stessa misura in cui noi contiamo di poter aiutare voi. »

    Loras fece qualche passo indietro, dopo che si fu assicurato che l'Alfiere fosse riuscito a scorgere, in fondo al documento, la firma di Lord Raylek. Fu da questa posizione, tanto vicino a Narval che le loro vesti si sfioravano, che prese la parola.
    « Se l'Enclave dovesse perdere il suo monopolio sul commercio nel Presidio Settentrionale, inevitabilmente diminuirebbe il suo peso politico, il che andrebbe tutto a vantaggio dell'Alfiere » enunciò, tutto d'un fiato, ammiccando vistosamente.

    « Inoltre, per qualsiasi tentativo di rivalsa diretto contro il Palazzo delle Stelle Estinte, voi potreste contare sulla nostra amicizia -e sul nostro appoggio.
    Laputa è pronta a riempire i mercati di Najaza di primizie, il cui costo sarebbe inevitabilmente più basso rispetto a quello attuale -le condizioni climatiche di questo presidio non sono certamente favorevoli all'agricoltura.
    »
    Sorrise, chinando il capo. Dalla stessa tasca in cui era stato prontamente rinchiuso il contratto precedentemente mostrato, fece capolino una nuova pergamena.
    « Inoltre, siamo disposti ad impegnarci nella distribuzione gratuita di grano ed altri generi di prima necessità due volte al mese -ovviamente detraendola dai nostri utili personali. »
    Si avvicinò ulteriormente, per consegnare la pergamena, già firmata congiuntamente da Narval e Nachrichter.

    « Sarà necessario un censimento » continuò, in tono accorato « per verificare quanta gente abbia effettivamente diritto a questa distribuzione gratuita. Ci pensi » concluse, con tono sognante, gli occhi che brillavano, dimenticandosi del 'voi', « i cittadini del Presidio Settentrionale non dovrebbero più patire la fame, e sarebbe interamente merito suo. Diventerebbe un eroe. »

    Fece un piccolo passo indietro, riportandosi dietro Narval, che rapidamente riprese il filo (e le redini) del discorso.
    « Vi stiamo offrendo l'opportunità di governare davvero il vostro popolo. »
    Non sorrise stavolta. Era troppo teso, da quelle parole -forse troppo spavalde- dipendeva l'esito di tutto l'incontro.
    Oltre che il futuro della Corporazione.

     
    Top
    .
  10. Raphael'
     
    .

    User deleted


    I portavoce della delegazione si avvicendavano l'un l'altro con una buona dose di complicità, come ricalcando la stesura di un canovaccio: lo sforzo ne fece apparire la pantomima tanto sfrontata quanto intrigante. L'alfiere raccolse la pergamena dalle mani di Cursed, spiegandola agilmente fra le dita bianchissime. Condusse un rapido esame del documento aguzzando gli occhi ad ogni riga, forse sperando di ricomporre le lettere nel loro significato autentico a patto di acuire abbastanza la vista. Il minuto di silenzio che ne seguì riempì il salone come tutti i presenti, dando voce muta ad una ridda di pensieri che - era evidente - stava brulicando dietro gli occhi ametista del maggiorente.
    Inespressi, se non per il suo cipiglio.

    « Vi accompagnate ad un nome importante. » commentò senza alcuna inflessione, modellando mentalmente l'immagine di quella scaltra creaturina bitorzoluta che era l'alfiere errante. « Importante davvero. » concluse, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Dal suo torcere con delicatezza i bordi del foglio, tuttavia, poteva intuirsi che stesse ancora valutando la proposta. Sbuffò, adagiando le mani in grembo. Sembrava combattuto.

    « Promesse impegnative, le vostre. Normalmente non vi darei credito, »
    esitò, scoccando un'occhiata al Duca « eppure... »

    L'uomo in rosso, ancora artigliato saldamente allo schienale del trono, si chinò per portarsi all'orecchio del sovrano.
    Non fu che un istante. L'alfiere scosse il capo, e sollevò lo sguardo.
    Sorrideva.

    « Il mio amico ha ragione. Sono uno stupido. »
    Pur volendo comprendere l'intera delegazione, era evidente che il destinatario del proclama fosse il Professore.
    « L'ultima cosa che farebbe un eroe - se mi concede » intercalò, concedendosi da sé
    « è accettare la mano tesa di qualcuno in grado di riconoscerlo. » concluse, indicando lo sconosciuto alle proprie spalle.
    Il sorriso si spense in una smorfia gelida. L'alfiere si alzò, ieratico, indicando la porta.
    « Livane sarà felice di condurvi nuovamente all'ingresso. »

    image

    L'immagine che accompagnò il chiudersi delle ante fu il sorriso del rosso,
    volgare e terrificante quanto il ringhio di un cane.

    [...]

    Ad accogliere il gruppo appena fuori dalla sala delle udienze - non senza sorpresa - fu il gentiluomo da loro incrociato appena pochi minuti prima: sembrava essersi tolto la maschera, rivelando sotto di essa un volto glabro ed un po' spigoloso, ma tutto sommato affabile. Aveva lunghi capelli di un verde torbido, pastoso, assicurati dietro la nuca da un fermaglio d'argento. « Non crucciatevi. » omaggiò i presenti di un brevissimo inchino. « Lord Moloch è meno diplomatico di quanto la sua posizione non richiederebbe. » nelle sue parole non c'era biasimo, quanto una divertita esasperazione. Ritrasse la manica spropositatamente lunga della pianeta, rivelando una mano dai dettagli sfuggenti. Sotto la superficie, liscia quanto un guanto od uno strato di cerone compatto, non si riusciva ad intravedere nemmeno un sottile intrico di vene. « Io, al contrario, non ho mai saputo resistere ad una mano tesa. » e porse la destra scoperta
    al più prossimo della compagnia.

    « Lord Aimon. »
    aggiunse, puntando gli occhi - verdi anch'essi - sul proprio interlocutore.
    « Secondo tetrarca dell'Enclave. »

    SPOILER (click to view)
    Un po' di contesto: Moloch, parzialmente succube dell'abilità di Cursed, è in procinto di accettare l'offerta posta. Viene soccorso dall'avatar, che gli sussurra all'orecchio un incantesimo abiurativo, facendolo rinsavire. Il corso intrapreso deriva - purtroppo - da una scelta interpretativa obbligata: far accettare al nostro la collaborazione di un quartetto di personaggi di allineamento malvagio sarebbe stato forzoso rispetto alla sua psicologia e - naturalmente - al suo allineamento stesso. Lord Aimon, al contrario, è di un neutrale molto più malleabile. =)
     
    Top
    .
  11. Narval
     
    .

    User deleted


    Con una certa sorpresa lasciata a marcire sul fondo degli occhi, Loras girò immediatamente sui tacchi, allontanandosi da Lord Moloch. Nachrichter fissava Narval, incapace di nascondere un certo disappunto; Yerma, in fondo al gruppo, scalpitava nervosamente.
    « Si diviene eroi solo quando si viene riconosciuti come tali » chiosò il turchino.
    « In caso contrario, si sta solo cercando di fare del proprio meglio. »

    Quindi, con un lieve cenno della mano, fece cenno al gruppo di allontanarsi. Si attardò solo per un lieve inchino, ed un arrivederci sussurrato a fil di labbra.
    Gli occhi puntati sull'Odio.
    -

    Raggiunto il gruppo fuori dalla sala dove si era svolta l'udienza, Narval non poté fare a meno di notare l'inquietante presenza di un quinto incomodo: Lord Aimon aveva porto la mano a Nachrichter, che tuttavia tentennava senza riuscire a trovare la risolutezza di stringerla. Loras, ancora interdetto dal rifiuto di Lord Moloch, contemplava il vuoto -mentre Yerma lo strattonava per portarlo via da quel posto.
    Cercando di salvare la situazione, lo Sconosciuto si fece largo tra gli Oblivion, facendo scivolare la sua mano in avanti, stringendo quella del loro interlocutore.
    « Narval, Custode del Ventitreesimo Arcano. »

    « Dietro di me » e con un gesto rapido della mano indicò gli altri tre,
    ancora troppo inebetiti per rispondere o presentarsi da sé, « Nachrichter, Yerma, e Richelieu. »
    Voltò il capo di tre quarti, rivolgendosi proprio all'ultimo dei personaggi che aveva elencato.
    « Potete andare. »

    Senza farselo ripetere, Yerma trascinò via Loras e Nachrichter prima che potessero anche solo pensare di ribattere qualcosa.
    Mentre il gruppetto si allontanava, il Custode tornò a rivolgersi al suo interlocutore; sollevò la mano destra ad intimare l'alt, prevenendo una eventuale risposta.
    « Concedetemi solo un attimo » si scusò.

    Il suo volto iniziò a cospargersi prima di rughe, poi di vere e proprie increspature, infine delle crepe che straziavano la pelle, lasciandola cadere come fossero stralci d'intonaco e mucillagini. I capelli si stavano allungando- rapidamente passando dal turchino ad una tonalità bionda talmente chiara da sembrare argentati.
    Il nuovo volto che andava formandosi non era poi particolarmente diverso dal precedente; li distinguevano solo dei tratti maggiormente affilati.

    « Ecco » riprese, a trasformazione avvenuta.
    « Immagino abbiate un affare da proporre. E quanto ad affari » sibilò, con voce melliflua

    sguardoscan

    mentre riapriva gli occhi dall'iride color ghiaccio, posando lo sguardo su Lord Aimon,
    « ...le trattative sono sempre aperte. »


    Ed eccoci qua. La trasformazione del personaggio non è basata su una tecnica, ma su una sua condizione particolare -che puoi ben immaginare basandoti su quanto ti ho detto a riguardo. Il buon vecchio Narval è tornato al suo aspetto originario.
     
    Top
    .
  12. Raphael'
     
    .

    User deleted


    « Ah! »
    esclamò il maggiorente, deliziato dalla muta del proprio interlocutore; non aveva prestato al terzetto
    che si allontanava più di uno sguardo in tralice.

    « Lei, signor custode, » e sciolse garbatamente la stretta,
    portando l'indice destro a toccare la sommità del copricapo
    « mi piace già un sacco. »

    aimon_changing

    Fece scorrere il dito teso dalla sommità della fronte sino alla cinta dell'abito, riscrivendo la propria sagoma in uno sbuffo di condensa argentata. Diradata la coltre con un gesto dimesso della sinistra, il tetrarca rivelò un volto femminino incorniciato da corti capelli di un verde più scuro - torbido - facenti capo a una lunghissima treccia attorcigliata intorno al collo a guisa di sciarpa. L'unico dettaglio immutato era il suo sorriso.

    « Anch'io sono solito cambiare d'abito, di tanto in tanto. » prese a scendere le scale giungendo le mani
    dietro la schiena, invitando Narval con lo sguardo a fare altrettanto.
    « Una necessità più che un vizio, ma... » mormorò senza rivolgersi a nessuno in particolare, pesando
    le sue stesse parole per un istante. Soppresse il pensiero poco dopo, voltandosi.
    « ...veniamo a noi. Anche se lei mi piace, signor custode, mi sento tuttavia in dovere di bacchettarla. » Arrestò la peripatetica « Lei si presenta alla porta di uno dei quattro alfieri originali come portavoce del quinto, il tiranno Forge. » si concesse un secondo per elaborare, strofinando le dita « Un personaggio insidioso, letale - praticamente invincibile. Fare orecchie da mercante alla sua leggenda è quasi impossibile, di questi giorni. » il suo sorriso si stirò « Comprenderà che portare il blasone di qualcuno dalla fama così sinistra possa aver fatto...
    irrigidire il nostro già sospettoso reggente.
    »

    A dispetto delle premesse, nel suo tono non c'era traccia di biasimo.
    Il rimprovero, era facile intuirlo, non era che ampolloso preambolo
    compiacente per la dichiarazione successiva.

    « L'Enclave, al contrario, è per sua natura molto più flessibile. Lei ha catturato la mia attenzione, signor custode. »
    Tornò il sorriso, riproducendosi con precisione esercitata - quasi millimetrica.
    « Perché non continua l'opera parlando di come può
    farci diventare eroi, sì?
    »

     
    Top
    .
  13. Narval
     
    .

    User deleted


    A Banebriar's Place le sorprese sembravano non dover mai avere fine.
    Tanto meglio per lui: adorava le sorprese. Con sguardo deliziato congiunse i polpastrelli di ambo le mani davanti al volto, mentre seguitava a seguire il tetrarca.
    « Mi offrite di avventurarmi in un campo che adoro. »

    Sollevò lo sguardo, cercando gli occhi verdi della controparte mentre riportava le mani dietro la schiena.
    « Tuttavia, l'operazione proposta a Lord Moloch non può essere trasposta a voi senza subire qualche minuziosa modifica » asserì, soppesando adeguatamente le parole che stava pronunciando -e immediatamente gli apparve chiaro quanto potesse rivelarsi fondato un vecchio adagio per cui se si chiude una porta, si apre un portone.
    Lord Moloch non aveva fatto in tempo a chiudere la porta in faccia alla Corporazione che già si aprivano nuove interessanti prospettive.

    « Il nostro sito di stoccaggio con le mercanzie laputiensi è già pronto, e a breve sarà anche pieno » riprese, riportando con cortesia informazioni che il suo interlocutore conosceva già -almeno in parte.
    « Primizie di tutti i tipi a basso costo » si premurò di precisare, prima di riprendere « Allo stato attuale l'Enclave non gode del massimo grado di affetto da parte degli abitanti del Presidio, e oserei dire che perfino alcuni dei commercianti vostri coscritti potrebbero non essere contenti delle vostre politiche »

    « Perché con il mercato » concluse, con voce vagamente spigolosa, « si fa politica. Specialmente con il cibo. »
    Sollevò con uno sbuffo una ciocca di capelli che si ostinava a danzargli sotto gli occhi, rimettendola a posto subito dopo con un agile movimento delle dita.

    « Volete diventare eroi? Fate credere ai cittadini che state spendendo il vostro denaro per loro. »
    Fece un lieve sospiro, mandando a fondo quei pochi scrupoli che temeva ancora di possedere.
    « Potremmo girarvi le merci di laputa ad un prezzo redditizio per l'Alfiere Errante e cionondimeno conveniente per voi. Vi basterà distribuire quelle merci nei mercati, tenendo il prezzo accessibile anche ai meno abbienti. »

    Si fermò di botto, nel mezzo della scalinata, puntando gli occhi di ghiaccio sull'interlocutore.
    « Questo vi renderà graditi agli occhi della popolazione. L'unica controindicazione è che gettare parecchia merce a basso costo in pasto al mercato farà crollare i prezzi degli alimenti. Sarebbe uno scorno tremendo per i produttori di questo Presidio, che hanno spese maggiori da sostenere. »

    Si guardò intorno, studiando gli interni di quel palazzo: qualcosa gli diceva che difficilmente l'avrebbe rivisto a breve, a prescindere dall'esito di quella chiacchierata.
    « E' presto detto: acquistare in blocco tutte le loro merci e mischiare a quelle provenienti da Laputa. Ogni uomo ha il suo prezzo, primi fa tutti i mercanti. Saranno felici di vedersi pagati secondo un calmiere dei prezzi costruito ad arte, e voi -coprendo eventuali spese con il risparmio sulle merci provenienti dal Presidio Errante- riuscirete ad apparire come munifici salvatori senza rimetterci nulla. »

    Riprese lentamente a scendere la scalinata, riportando entrambe le mani dietro la schiena.
    « Sfruttando la nostra commissione sugli utili, potremmo trattenere una parte delle merci, operando una distribuzione gratuita a vostro nome -magari affiancandola con giochi gladiatori. »
    Sorrise bonariamente, convinto di aver detto quanto era nelle sue possibilità per convincere Lord Aimon delle potenzialità di quella Corporazione appena nata.

    « Ovviamente tutto questo ha un prezzo. Io vi ho detto come potrei rendervi degli eroi » asserì, pronunciando le parole tutte d'un fiato per poi scandire con precisione la domanda conclusiva « E voi cosa potete offrirmi? »

     
    Top
    .
  14. Raphael'
     
    .

    User deleted


    Il vecchio demone sorbì la spiegazione con un sorriso, punteggiando le pause del discorso con cenni complici.
    « Puro vangelo, signor custode. » concluse a termine di una riflessione sommaria. « Puro vangelo. »
    « Il guadagno a lungo termine non ci spaventa. »

    sottolineò con la leggerezza di chi conosce il percorso verbale di una trattativa, pur badando bene di non sconfinare nell'arroganza. Qualcosa, in quella persona artificiale fatta di mollezza e mezze frasi ben chiuse da parentesi inscrutabili, non lo avrebbe concesso.

    « Un momentaneo malcontento ben vale un consolidarsi della nostra reputazione verso il minimo comune denominatore - politica, mi diceva. » concesse, affilando il sorriso « Quanto al vostro margine di profitto, » il sorriso si stirò in un'espressione affabile ma pragmatica « sarà certo considerevole - ancora, a lungo termine - considerando la vostra affiliazione privilegiata nei nostri confronti. Per una ensemble neonata come la vostra, questo accordo
    sarà poco meno che una benedizione.
    »

    Chinò leggermente il capo, quasi a voler fare ammenda
    per essersi esposto troppo.

    « Mi permetta di elaborare. »
    E scivolò verso l'ultima colonna di un lungo filare - la più prossima al grande portone d'ingresso - aderendovi
    col gusto di una lucertola al sole.

    « Endlos, per sua natura, non è un piano ospitale. » divaricò brevemente le braccia, scrollando da sé la colpa di quell'ovvietà introduttiva « A Sud, le grandi case degli schiavisti si contendono da tempo immemore ogni granello di sabbia del deserto di vetro, soffocando ogni tipo di concorrenza; a Est, diverse realtà corporative unite al regno immortale di Madonna Menethil rendono il presidio impenetrabile dall'esterno, coprendolo con una campana di vetro; ad Ovest... » esitò per un istante di un'esitazione puramente teatrale, mal recitata « ...non glielo dico nemmeno,
    signor custode, cosa c'è ad Ovest.
    »

    Si staccò dal colonnato con un frusciare di panni di seta, compiendo una manciata
    di passi sino alla soglia del portone semidischiuso.

    « Quello che sto cercando di dirle è che il nostro stesso essere in
    debito con voi è la vostra più grande ricompensa.
    »
    La persona si incrinò, anche se di pochi millimetri.
    « Ci rifletta. »

     
    Top
    .
13 replies since 11/10/2010, 19:54   609 views
  Share  
.