Elder Skin

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  1. Hawk.
     
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    Spiritoso, il tizio strano.
    Già, davvero spiritoso.
    Il modo in cui rispose al cecchino fu alquanto irritante.
    Almeno per Hawk.

    Ma non vi era tempo per rimuginare sulle parole di quello scherzo della natura.
    Le mostruosità sbucate dal nulla avevano tutta l'aria di volerli fare fuori e di ridurre in mille pezzi il carro dove si trovava il quartetto.
    A differenza di quello smidollato della loro guida - che era rimasto praticamente impalato con la sua bella balestra in mano - i suoi due colleghi mostrarono sin da subito le loro notevoli abilità; forza fisica e resistenza per Kizan, controllo della sabbia da parte di Xanxus.
    Già, lo aveva detto, quel tipo gli sogmigliava non poco.
    Proprio come lui aveva il controllo di un elemento.
    Chissà se la sabbia di quel tipo fosse particolare, proprio come il suo ghiaccio.
    Non ci pensò più di tanto.
    Era giunto il suo turno.
    Rimanendo ancora in piedi sul carro, estrasse con la mancina una delle due Storms, per esplodere un proiettile di ghiaccio, nel tentativo di piantarlo in testa alla bestia che, nel frattempo, gli si era parata davanti.
    Come se non bastasse, nella destrosa andò a formarsi una sfera di ghiaccio nero, vivo e pulsante, la quale si staccò repentinamente dalla mano del pistolero, per dirigersi verso il mostro, semmai quest'ultimo fosse sopravvissuto allo sparo.

    Si, quella missione si era dilungata sin troppo in inutili chiacchiere.
    Era giunto il momento di agire.
    E perchè no, di fare sul serio.
    Sin da subito.




    SPOILER (click to view)
    .::Hawk::.Condizioni Fisiche: Ottimali.
    Condizioni Psicologiche: Determinato
    Consumi del turno: 10%
    Energia: 100% - 10% = 90%

    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
      ¬ Storms » Coppia di pistole in acciaio inossidabile calibro .45 con canna da 10 cm, manico imbottito e rinforzato per un'impugnatura solida dove è possibile ricaricare l'arma con quindici proiettili per volta. Pesa 800 g. L'arma in questione ha una caratteristica fuori dal comune: non spara normali proiettili ma cartucce composte da ghiaccio compresso, stesso elemento di cui Hawk è pervaso. L'arma ricompone autonomamente ed istantaneamente i proiettili mancanti dall'energia del cecchino tramite spazi appositi situati nella pistola stessa. Ogni proiettile può essere sparato quasi immediatamente dopo quello precedente, intervallo di tempo necessario per permettere all'arma di ricrearne uno nuovo. Ogni colpo avrà un valore di un colpo fisico.

    Abilità passive:
    CITAZIONE
      ¬ Absolute Zero » Hawk, essendo stato contaminato dall'agente biologico X-Freeze, può creare e manipolare a suo piacimento l'elemento ghiaccio. Ma il suo, non è un ghiaccio comune. Gli scenziati dell'organizzazione avevano trovato il modo di raggiungere il fatidico Zero Assoluto, temperatura impensabile e irrangiungibile in natura. Il ghiaccio del cecchino, quindi, è molto più resistente sia alle fonti di calore sia ai tagli e alle crepe che un qualsiasi oggetto contundente (spade, asce etc) possa tentare di infliggergli. Insomma, per sconfiggere il ghiaccio di Hawk, bisogna andare ben al di là dei luoghi comuni. [Passiva di incremento di resistenza per tutte le abilità-tecniche basate sull'elemento ghiaccio]

      ¬ Hypersonic » Hawk possiede una grandissima velocità rispetto ai comuni esseri umani. Grazie agli estenuanti allenamenti nonchè al suo innato talento, il suo corpo è più agile e scattante, concedendo al cecchino la facoltà di correre, scattare, muoversi, schivare, il tutto ad altissima velocità. Inimmaginabile ed impensabile per un comune essere umano [Power Up passivo +50% Velocità]

      ¬ Infallible Aims » Anni ed anni d'allenamento nell'uso delle armi da fuoco hanno portato le capacità di Hawk oltre ogni limite dell'umano. Riflessi, rapidità d'esecuzione, precisione chirurgica, velocità nel ricaricare l'arma, il tutto potenziato ed esasperato ad un livello inimmaginabile. Il cecchino può colpire un bersaglio in movimento senza battere ciglio, con precisione chirurgica e millimetrica, anche nelle condizioni più sfavorevoli (di buio o equilibrio precario etc) con colpi curvi carichi di effetto a rientrare o ad uscire. Hawk è il cecchino perfetto.
      [Mira potenziata; Passiva]

    Tecniche:
    CITAZIONE

      ¬ Black Bomb » Semplicemente concentrando una grande quantità di energia all'interno di una mano, una sfera di ghiaccio nero e trasparente, pulsante e vivo - di dimensioni di poco superiori di quelle di un pallone da calcio - si plasmerà nel palmo di Hawk. Questa sfera nera, crepitante e glaciale, verrà scagliata a gran velocità con l'avversario. Se si riesce a colpire l'avversario, quest'ultimo potrebbe riportare ferite ed ustioni da gelo di grado elevato nonchè tagli, lacerazioni e perforazioni. Una volta scagliata la Black Bomb, questa a contatto con un qualsiasi corpo solido o superficie, deflagherà, generando un'onda d'urto capace di spazzare via cose e/o persone ad una distanza di 4 metri. Questo effetto si verificherà soltanto se non verrà apportata una difesa adeguata.
      »CONSUMO: Medio


    Glossa: Sparo un proiettile con la pistole che conta come un attacco fisico senza tecnica (supportato dalla passiva Infallible Aims). Dopo scaglio una sfera di ghiaccio media. Mi scuso con tutti per il ritardo.
     
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    Non c'è che dire, il vostro è stato veramente un inizio col botto; intempestivo, ma con il botto.
    Grazie alle vostre singole abilità e al vostro sangue freddo siete riusciti ad aver la meglio su gran parte dei bersagli:
    chi è riuscito a seppellirli sotto una pressa di rena -ora inumidita dai rimasugli biliosi e sanguinolenti trattenuti al suo interno- chi ha avuto la meglio con la violenza del ghiaccio o del fuoco.
    Ma, come vi accorgete -troppo tardi- tutto ciò, non è abbastanza.

    Scampati alla vostra furia a discapito dei loro fratelli, i due rimanenti ofidi continuano la loro folle corsa furiosa verso il loro obiettivo primario, il Carro: li vedete sorgere dalle dune, maestosi e terrificanti nelle loro fulgide scaglie, pronti a divellere voi ed il vostro mezzo in un impeto di pura distruzione.
    Tali sono le loro dimensioni, da oscurarvi per un attimo con le loro ombre;
    poi le loro fauci si spalancano, grondanti puro acido.

    In quell'attimo, Iotun rilascia il suo quadrello.

    Il proiettile fende veloce l'aria, insinuandosi secco nella bocca dell'ofide più vicino.
    Poi, sotto i vostri occhi si palesa uno spettacolo disgustoso.
    Il dardo prende ad espandersi all'interno del corpo della creatura, quasi estroflettendo tentacoli dallo stecco minuto,
    per poi gonfiare le viscere della serpe fino al punto di rottura.
    Un attimo dopo, una pioggia di interiora e cervella v'investe in pieno, facendo ricadere su di voi una massa di scaglie e organi interni misti a rena. Purtroppo, l'ultimo bestione, ancora illeso, s'abbatte su di voi:
    l'impatto tra le spire dell'ofide ed il legno del carro è tale da mandarlo totalmente in frantumi,
    sollevando nell'aria una vera tempesta di sabbia e schegge.
    Subito dopo, vi ritrovate a rotolare sulla rena rovente, mentre i rothe fuggono via, abbandonandovi.
    Completamente travolti dal contraccolpo subito, ma miracolosamente scampati alla morte.
    Per ora.



    QM Point
    Bene ragazzi, consideratevi tutti una ferita media - lascio a voi descrivere come la ottenete nello schianto - e consideratevi sbalzati di circa 6 metri dalla vostra posizione attuale - Kizan per te sono soltanto 3 metri.
    I Rothe stanno bellamente fuggendo e distano ormai una dozzina di metri da voi, nel mentre l'ultimo ofide ha appena impattato sulla sabbia - e sul carro beninteso- ed è facile che, s'appresterà a schiacciarvi se gli date il tempo.

    Enjoy ;D
     
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  3. Xanxus.
     
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    Se c'era un vincitore in quella battaglia era lui, ed era meglio non gridarlo ad alta voce.
    La sua fame aveva avuto di che nutrirsi ed ancora urlava, affamata. Dovette premurarsi di far caso anche alle altre bestie, e preoccuparsi di far fuori anche loro, perchè come previsto i suoi compagni si erano rivelati inutili.
    Schizzò via dalla sua carrozza in un balzo e non fu sufficente. L'urto lo sbalzò lontano svariati metri, affondando in quell'oro che tanto gli era caro.
    Cadendo su quel suolo arido si era sentito a casa.
    Cadendo su quel suolo arido l'aveva sentito come lui.
    Ormai il carro era apezzi, ed a lui non poteva importarne meno.
    Vi dispiacerebbe davvero così tanto se lanciati in aria scopriste di saper volare?
    Si ritrovò con granelli ovunque, a divorargli le vesti. Lasciò correre, rendendosi conto che se voleva sopravvivere non doveva solo limitarsi a conservare le energie, ma anche provvedere all'attacco. Doveva lavorare lì dove quei prossimi cadaveri dei suoi compagni erano caduti.
    Sfoderò le sue due pistole e cominciò a sparare colpi a ripetizione. Sei colpi, sei proiettili composti di pura sabbia, diretti alla bestia. Impossibile mancarla da quella distanza, poco ma sicuro.
    Inoltre, una volta penetratala, avrebbero cominciato a corroderla dall'interno. Come veleno dorato, avrebbero consumato le sue ferite ed insegnato -a tutti- chi lì era davvero il re del deserto.


     
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  4.  
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    PoV~(Hawk)
    Quando il corpo del gigantesco ofide si abbatté sul carro, tu tentasti di gettarti subitaneamente di lato, facendo affidamento sulla tua rapidità ed i tuoi riflessi, i tuoi compagni più fidati; ma questa volta sei stato tradito.
    Durò tutto un singolo istante: le spire colpirono con violenza il mezzo, sbalzandoti in aria di diversi metri; un infinita pioggia di detriti t'inseguì famelica, centinaia di frammenti di legno e ferro diretti alla tua persona senza possibilità di correggere la tua posizione.

    Provasti a fare appello ai tuoi innati poteri, ad estrarre le tue armi ma non fosti abbastanza rapido: una lancia di legno scheggiato – invero una fiancata del carro schizzata a gran velocità al momento dell'impatto- ti penetrò con violenza il costato, spezzandoti la spina dorsale e facendo fuoriuscire gran parte dei tuoi organi interni, in un festino di groviglia ed intestina che piovevano sul terreno già ricolmo degli umori dei serpenti.

    L'ultima immagine che riusciti a vedere mentre calavi verso il terreno fu il sole dello Yuzrab, un nemico che, implacabile, infine ti aveva avuto attraverso i suoi figli, facendo sopraggiungere per te la morte.

    PoV~(Xanxus)
    L'orgia di proiettili scagliata all'indirizzo del serpente sembra avere effetto, provocando diverse lesioni alla bestia gargantuesca, non sufficienti però ad ucciderla. Nell'attimo in cui ti rendi conto di non esser riuscito a porre fine alla vita del mostro, vedi quest'ultimo protendersi verso di te con le fauci spalancate.

    Poi, d'improvviso, un quadrello si conficca nella gola del mostro, detonando in un fiore carminio striato di budella e scaglie. Un fuoco d'artificio quantomeno originale, che ha il pessimo effetto collaterale di ricoprirti ancor di più di umori serpenteschi.
    Ma sempre meglio che morire no?

    PoV~(Grav)
    L'Hai visto da lontano e, per un singolo terrificante istante, hai creduto che anche lui ti avesse notato.
    Poi, fortunatamente, l'immensa creatura s'inabissò tra le rovine di Daleli, occultata dalla rena multicolore e dalla moltitudine di macerie. Sicuramente quando ti affidarono questo lavoro, non si preoccuparono d'informarti sull'entità del pericolo, ne tanto meno sui modi per affrontarlo.

    Certamente uno contro uno non era per nulla paritario e, nonostante fosse chiaro come il sole di essere davanti alla causa della distruzione di tutte quelle carovane dirette a sud, non potevi permetterti di caricare il nemico a testa bassa: necessitavi di alleati.

    Rimontasti sul tuo cammello e ti avvolgesti nelle spire del tuo mantello da viaggio dirigendoti a nord, verso Yasul, dove avresti radunato le forze necessarie a sterminare il tuo nemico ma, dopo neanche 5 minuti di viaggio, ti ritrovasti davanti a due rothe -ancora con addosso le briglie- completamente abbandonati nel deserto. Di sicuro dovevano appartenere a qualcuno e quel qualcuno poteva ancora essere vivo.


    QM Point
    Bene, in questo post avrete notato almeno 3 cose:
    A) La morte di Hawk - personaggio abbandonato dal suo creatore che ha abbandonato anche la quest-
    B) l'assenza di un PoV per Panther - questo turno ho voluto graziarti saltandoti ma, se entro il prossimo non posterai temo sarò costretto ad estrometterti con alta possibilità di morte.
    C) l'introduzione di Garv - che ringrazio per la disponibilità.

    Detto questo, un paio d'istruzioni:

    per Xanxus: sentiti libero d'interagire con l'ambiente o di rivolgerti a iotun ma, se Garv riesce, mi verrebbe comodo che postasse prima lui, affinchè tu possa già integrare il vostro incontro nel post.

    Per Garv: una volta recuperati - se li recuperi- i rothe, puoi raggiungere il punto dove si trovano ora gli altri. La scena che ti si presenta davanti è agghiacciante: un festino d'interiora, rena e detriti, sparsi per un area di circa 20 metri. A terra noti almeno un cadavere umano ed un moribondo, oltre ad un ferito ed una bizzarra creatura dall'aspetto simile ad un uomotopo. Per cosa ha vistto Garv e perchè ha reputato non fosse questa grande idea caricare a testa bassa, ti ho già informato. Se hai deciso d'accettare dall'uomo - vedi intro di questa quest- l'amuleto, quando eri nelle vicinanze della creatura, pulsava di una luce abbagliante e, sinceramente, l'idea di catturare VIVA quella cosa, ti risulta quantomeno...fantasiosa.

    Detto questo, a voi la palla
     
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  5. Hallucinoid
     
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    Quella era una prova.
    Decisamente.
    L'essere stato spinto in quel deserto soffocante - stava letteralmente cuocendo nell'armatura - e l'incontro con quella creatura terrificante non potevano essere altro che un segno, la richiesta di una dimostrazione di fede da qualche forza cosmica infinitamente superiore, e Grav poteva solo esser loro grato per l'opportunità donatagli.
    Lo dimostrava il fatto che il mostro l'animale non lo avesse notato, preferendo il rifugio delle rovine alle cocenti sabbie del deserto nelle quali ora il crociato si trovava.
    Gli avevano dato un occasione, la possibilità di radunare forze sufficienti a purgare il mondo dall'esistenza di quell'abominio, fornendo al contempo un servizio alla brava gente che lo abitava.

    I soldi non gli interessavano particolarmente, ma aveva accettato lo stesso l'incarico, più che altro per curiosità e per il desiderio di scoprire cosa albergasse dietro tutta quella discrezione, e ora l'amuleto pendeva inerte dal suo collo.
    Ma oh, come aveva brillato, prima! Non appena giunto in vista dell'animale l'oggetto aveva iniziato a splendere di luce intensa, cosa che lo aveva portato ad armeggiare freneticamente nel tentativo di nasconderlo sotto le vesti, nel timore di farsi notare.
    Questo riportava un'altra questione alla mente: come diavolo avrebbe fatto a sconfiggere quella creatura?
    Era impensabile affrontarla con le sole armi, ed anche con il supporto di potenti incantatori sarebbe stato difficile intaccarne le difese.
    Quanto al catturarlo vivo, dubitava sarebbe stato un problema: se anche avessero tentato di ucciderla con tutte le loro forze, era sicuramente abbastanza resistente da sopportare i loro colpi quanto bastava.
    Il trasporto, quello sì che sarebbe stato un problema.

    Si stava appunto dirigendo verso la città più vicina per organizzare una spedizione, quando la provvidenza gli fece incontrare due rothe, con ancora i finimenti indosso.
    Seguendone le tracce giunse in vista di uno spettacolo a dir poco agghiacciante, e decisamente disgustoso: quattro persone giacevano in una pozza di interiora e chissà che genere di resti organici; una era indubbiamente morta, trafitta da parte a parte da un detrito del carro, mentre le altre presentavano vari generi di ferite.

    Incontrò lo sguardo dell'uomotopo - l'unico apparentemente illeso -, e disse:


    "Corri veloce e recupera i rothe. Penserò io ai feriti."



    Detto questo si chinò al fianco del più vicino ed impose le mani sulle ferite, facendovi fluire la sua energia.



    SPOILER (click to view)
    - Consumato il 10% di energia (un consumo Medio) per curare una ferita di entità media a Xanxus. Notare che la cura è tuttora in corso, e proseguirà per un paio di minuti.
     
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  6. Xanxus.
     
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    In battaglia non tutte le volte che impari qualcosa potrebbe essere qualcosa di utile in futuro.
    Perchè in battaglia non necessariamente dopo un errore potresti ritrovartelo garantito.
    Così quando i suoi proiettili attraversarono la corazza di quella bestia, ne consumarono la polpa, ne lacerarono le carni, credeva di aver fatto la sua personalissima scala reale. Di aver chiuso gioo, set, partita.
    Invece il suo era un misero quattro quinti di colore.
    Un fallo sulla linea.
    Quindi dovette ammettere a sé stesso che il suo errore probabilmente gli sarebbe costato la vita. Morire per una leggerezza, che onta. Un'offesa per tutto ciò a cui aveva sacrificato la vita. La sua ferrea razionalità.
    Il suo pesato senso del giudizio.
    Poi ci fu quell'esplosione improvvisa, che lasciò su tutto un odiosissimo color sole.
    Una bordata di calore, seguita da sangue, brandelli di carne. Le sue cicatrici bevevano sangue di una bestia. Sul suo petto si raffreddava il resto di un intestino che non era il suo.
    Ed i suoi vestiti erano irrimediabilmente rovinati.
    È così difficile trovare su Endlos un sarto che sappia sistemarti bene giacca e cravatta che avrebbe preferito abituarsi all'idea di girare nudo.
    Ah, no, non sentiva sollievo per la sua vita.
    In verità, aveva smesso di sentire qualsiasi cosa da tempo, ma questo è un copione trito e ritrito. La noia della realtà dei fatti.
    Ed ora?
    Ora uno sconosciuto curava le sue ferite senza essere costretto o che nessuno gielo avesse chiesto. Questa giornata stava andando avanti seguendo binari praticamente irrazionali. Tanto valeva sforzarsi di cercare il bandolo di quella matassa.
    Cercò di ricordare cosa gli aveva insegnato suo padre per relazionarsi con gli altri. Scherziamoci su.
    «Sai, non ho mai avuto l'abitudine di farmi curare da qualcuno che non fosse il mio medico di fiducia. Potrei sapere chi sei?»
    Perfetto.

     
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  7.  
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    PoV~(Kizan)
    Qualcosa è andato storto: non doveva finire così.
    Quando il gigantesco rettile è esploso, avevi intravisto per un istante la luce della vittoria; poi, il suo icore ti ha investito in pieno,
    intaccando le tue carni con la virulenza distruttiva dei suoi succhi gastrici, fino a provocarti febbre e contrazioni violente ed incontrollabili.
    Senti le urla di dolore del tuo corpo che si rincorrono lungo i nervi,e sai che esso sta esternando ciò che tu -in cuor tuo- hai purtroppo già compreso: stai morendo.
    Ma non è una morte rapida, eroica, epica e importante.
    No: la tua è una morte sofferente, lenta ed implacabile, portata dal sangue velenoso di quelle creature;non sai quanto tempo ti resta, ma sicuramente non è molto...

    PoV~(Grav; Xanxus)
    L'uomo-topo -senza badare troppo ai convenevoli- affida Xanxus alle cure del nuovo arrivato, inseguendo l'unica speranza di sopravvivere che era loro rimasta: i rothe, le cavalcature più fidate del deserto.
    Passano i minuti, e Iotun non fa ritorno.Infine, sentite una vera e propria scossa tellurica; successivamente, un urlo agghiacciante proveniente dalla direzione in cui il vostro compagno si è inoltrato,
    squarcia il silenzio del deserto: che fare?
     
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  8. Hallucinoid
     
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    Dovevano fare in fretta.
    La creatura era ancora troppo vicina per i suoi gusti, e voleva andarsene da là il prima possibile.
    Era in ginocchio al fianco del ragazzo, con le mani imposte sulle sue ferite nel far fluire in esse la sue energia, quando notò l'altro membro del gruppo accasciarsi a terra, in preda a spasmi di dolore.
    Se fosse andato subito da lui avrebbe potuto salvarlo, ma ormai era troppo tardi per fare qualsiasi cosa; persino con i suoi poteri curativi non poté fare altro che guardarlo morire.
    Si dispiacque per il suo errore, ma non ne fece un dramma.

    "La Fiamma penserà alla sua anima, per ora.
    Più tardi penserò io al corpo."


    Rivolse di nuovo la sua attenzione all'uomo sotto le sue cure, e si rallegrò sentendone le parole; se riusciva ancora a fare lo spaccone, allora doveva avere energie da vendere.
    Sarebbe stato un buon alleato, se ci fosse stata la necessità di combattere.

    "Il mio nome è Grav Saidaric Vios. Puoi chiamarmi Grav.
    Ero in zona in cerca di una creatura... È lunga da spiegare.
    Ti basti sapere che l'ho trovata, e me ne sono pentito.
    Cerca di non muoverti mentre ti curo, voglio andarmene da qui il prima possibile."





    Erano passati diversi minuti da quando l'uomo-topo era andato a riprendere i Rothe, e ancora non c'era segno di lui.
    Proprio mentre iniziava a temere il peggio, accadde.
    Dapprima avvertì il terreno muoversi sotto di lui, come se qualcosa di grosso e pesante avesse impattato su di esso; poi sentì l'urlo lacerare il silenzio, lasciandolo attonito.
    Somministrò le ultime cure al suo compagno, e si alzò in piedi con aria grave.

    "La creatura l'ha trovato. Sono stato uno sciocco."


    Porse la mano al giovane, per aiutarlo a rialzarsi.

    "Non ci sto ad andarmene ora.
    Quello che stiamo per affrontare è un serpente, lungo dagli 8 ai 10 metri e largo all'incirca due; sembra possedere qualche limitata capacità mimetica,
    forse simile a quella dei camaleonti.
    È in grado di nuotare nella sabbia, e possiede un qualche senso acuto differente dai nostri: percezione tellurica, facendo due calcoli.
    Decisamente un predatore. E stiamo per infilarci dritti nella sua tana."


    Indossò il guanto d'arme, che avvertendo la tensione nell'aria iniziò a scaldarsi e a brillare di vivo furore.

    "Mica male, no?"



     
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  9. Xanxus.
     
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    Sentiva la vita tornargli dentro come se gliela stessero iniettando con un grosso ago di luce.
    Non sapeva chi fosse quell'uomo. Non sapeva cosa volesse. Ma aveva capito che le sue azioni erano spinte da una bontà intrinseca, dalla totale assenza di istinti maligni. Immaginava.
    E non poteva neanche immaginare che stava curando un uomo che avrebbe volentieri puntato una pistola al di sotto della sua gola e premuto il grilletto più e più volte.
    Che gli avrebbe preso a colpi di lama la trachea fino a lasciarlo esangue nel pieno del deserto, abbandonato agli avvoltoi, andandosene come se niente fosse. Come se fosse solo un prurito da grattarsi via.
    Continuava a fissare quei corpi che venivano inghiottiti lentamente dal buio. Potevi distinamente cogliere, nelle loro mosse, l'attimo in cui la vita li abbandonava. In cui compivano il grande salto.
    Era tutto così effimero. Tutto così poetico.
    Ed un solo rimpianto. Non essere stato lui a causare tutto quello.
    «Non farti problemi per loro. Non avresti potuto salvarli.»
    Erano stati deboli, ed ora sarebbero stati cibo per il deserto.
    L'unico grande ciclo della vita: tutto finisce in polvere.
    -
    Erano trascorsi diversi minuti da quando lui e quel tipo erano fermi, aspettando che le sue opere curative terminassero il loro lavoro. Quel tipo si era presentato, ma a lui importava poco o niente. Convenzioni sociali, inutili. Buone solo per non far capire a nessuno il mostro che si portava dentro. Buone solo per farlo sembrare inoffensivo. Lui. La bestia.
    La prima cosa che percepì furono le vibrazioni nella sabbia. Poi l'urlo.
    Prese la mano del tipo per alzarsi, fingendo un minimo di affiatamento.
    «Di certo, non qualcosa che si trova in giro tutti i giorni.»
    Una bestia diversa da tutti gli altri. In grado di vivere nella sabbia. Che si mimetizza nella folla come se non fosse niente.
    Stava praticamente stringendo la mano ad un'animale del genere, e quel Grav non se ne rendeva neppure conto.
    Cominciò a procedere in direzione delle urla.
    Il suo cuore battè una volta di più più forte.
    Sentiva l'adrenalina in circolo. Il bisogno di uccidere.
    La fame.
    Era tempo di procedere.
    «Ah. Il mio nome è Xanxus. Te lo dico prima che sia troppo tardi.»
    Per te.

     
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    PoV~(Grav; Xanxus)

    L’urlo che ha squarciato il silenzio del deserto vi indica la giusta strada tra le dune, e i passi delle vostre falcate in corsa affondano nella sabbia fine di quella distesa desolata; il sole batte impietoso sopra le vostre teste -guardandovi quasi con scherno dal suo trono celeste, dove è assiso al suo zenit-, e il caldo asfissiante di certo non incentiva i vostri sforzi, e il sudore che scende in lacrime lente e appiccicose lungo la vostra spina dorsale non è certo più piacevole.

    Il tempo passa innaturalmente lento, quasi strascinandosi alla moviola nell’irrealtà di quel paesaggio fantasma, ma il vostro tragitto dura solo alcuni minuti, e -non appena uscite dal riparo di una duna- improvvisamente vi conduce ad uno spettacolo davvero strano: sotto i vostri occhi, Iotun- seguito a ruota dalle due muschiose cavalcature- si affanna a perdifiato nel tentativo di seminare quella che sembra una sorta di onda di sabbia -slanciata alle sue spalle nell’intento di inseguirlo-, che lascia al suo passaggio un solco smosso di dimensioni più che considerevoli.

    Di colpo, mentre si affrettano per la salvezza della propria pellaccia, sotto i piedi dei fuggiaschi vedete spalancarsi una voragine di almeno 4 metri di diametro, e i rothe che accompagnano l'uomo topo vengono inghiottiti: in preda al terrore Iotun vi scorge, e -urlando comandi inarticolati- vi esorta a correre più forte che vi riesce; la meta verso cui vuole spingervi gesticolando indicazioni è un punto in lontananza...là dove intravedete ergersi le antiche rovine di Daleli.

    In particolar modo, quello che cattura il vostro sguardo -quello su cui la vostra attenzione è stata richiamata - è una torre diroccata: è lì che dovete precipitarvi prima che quella cosa che striscia nella sabbia vi prenda, ma proprio in quel momento la carica della creatura ricomincia implacabile, sollevando colonne di sabbia di oltre cinque metri d'altezza al suo passaggio sotto la coltre desertica, perforandola al pari del burro fuso.
    Il bersaglio? Serve dirlo? Punta su di voi.




    QM Point
    Bene ragazzi, scusate l'attesa ma, come vi avevo annunciato, periodo lungo a lavoro.
    Ora, un minimo di delucidazioni: la creatura in carica sotto le dune e- manco a dirlo- il vostro bersaglio.
    Nell'attimo in cui vi punta, i vostri amuleti brillano come non mai, quasi accecandovi. Se era vero che, maggiore era la luce e maggiore era il guadagno, il mostro vale sicuramente molto. Ovviamente tra il dire ed il guadagnare c'è di mezzo un mare. Di sabbia in questo caso.
    La creatura in carica ha una potenza decisamente considerevole -Doppio Critico- e, se vi prende, non ve la passerete bene di sicuro. Le rovine di daleli distano un intero turno da voi, il che significa che, se volete raggiungerle, dovete impegnarvi totalmente nello sforzo. Potete usare tecniche per accelerarvi la marcia se ne avete, ma se iniziate un offesa, va da se che non riuscirete a raggiungere per tempo le rovine.
    Se decideste di correre a perdifiato, vi prego di fermare la descrizione a pochi passi dall'ingresso della torre diroccata. Per un idea di come sono le rovine di daleli, vi basti sapere che è simile alle città mediorientali nostrane al tempo delle guerre sante. :3 Solo in rovina ovviamente e affossata in una depressione desertica abbastanza estesa.
     
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  11. Xanxus.
     
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    Quando vaghi nel deserto lo spazio è un concetto relativo: tutto è una distesa di nulla che si muove sul nulla. Ogni panorama è uguale a sé stesso. L'occhio non riesce a coglierne le differenze, e sembra di vagare in un mare accecante.
    Si è ovunque senza essere in nessun posto, e forse non è nulla di così diverso dall'inferno.
    Quindi se qualcuno gliel'avesse chiesto, non avrebbe mai saputo dire quanto ebbe corso.
    Il suo unico punto di riferimento erano le urla di terrore della sua guida.
    Punti di riferimento.
    Per lui non erano niente di più.
    Superò la duna più alta, trovandosi in uno scenario da film horror.
    Il suo gioiello brillava come il sole, per delle mascelle grandi quattro volte lui.
    Quell'amuleto sapeva scegliere. Ora a lui restava solo da combattere.
    Come se fosse facile. Lui sapeva solo uccidere, e questa era una facoltà che al momento gli era proibita.
    Catturare quella bestia viva, dicevano.
    Sarebbe stato troppo facile farsi ingoiare vivo da quella bestia e farla fuori dall'interno.
    Troppo facile.
    Inoltre si sarebbe sporcato i vestiti più di quanto non avesse già fatto.
    Estrasse le sue due pistole, preparandosi a guadagnare tempo prima di pensare ad una strategia. Per pensare ad una strategia.
    Scattò in direzione di quella piccola oasi di rovine e pietre che vide lontano da sé.
    Forse non avrebbe avuto neanche il tempo di attaccare, ma se c'era una cosa che suo padre gli aveva insegnato era che solo gli idioti attaccano senza avere in mente un piano. E lui non era un idiota.
    Non secondo i parametri che gli avevano sempre insegnato.
    Divorò la marea sabbiosa che lo divideva da quella torre diroccata come se ne andasse nella sua vita. Beh, non gli si poteva certo dare torto.
    Anche perchè la prima regola che gli avevano sempre insegnato era cercare sempre di sopravvivere.
    E la seconda regola era di non trasgredire mai la prima regola.

     
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  12. Hallucinoid
     
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    Si muovevano nel deserto, lenti ma comunque inesorabili: il sole e il caldo soffocante rendevano ogni passo una fatica immensa, un tonfo sordo nella sabbia seguito da un altro e da un altro ancora, dando vita ad un'illusoria oasi di tempo immobile.
    L'unico modo che avevano per orientarsi era seguire le urla della guida, le cui orme erano ormai quasi invisibili, forse per via dell'andatura innata di quella creatura sfuggevole o del vento leggero che spira sempre nel deserto, dando vita al moto infinito e paziente delle dune.
    Due stranieri nell'infinito, avanzano insieme accomunati da un unico tratto del loro carattere: lo spirito combattivo, la voglia di vivere; combattere per vivere, vivere per combattere.

    La tranquillità di quella piccola bolla nell'eternità venne interrotta in un attimo.
    Oltrepassarono una duna, e si trovarono davanti la loro prossima sfida, sebbene ancora celata dalla sabbia.
    Grav si aspettava di doverla affrontare, ma non qui, non ora; avrebbe voluto essere lui a scegliere il campo e la modalità, avrebbe preferito avere almeno un piano; avrebbe voluto avere al suo fianco i più possenti tra i guerrieri, i più brillanti tra gli incantatori, i più furbi tra gli esperti; avrebbero assalito la creatura nel sonno, forse, oppure l'avrebbero spazzata via in uno scontro frontale, una battaglia tra due potenze soverchianti nell'universo, la prima un'animale che incarnava la forza della natura e la seconda una gestalt di uomini straordinari.
    Troppo comodo, pensò tra sé e sé.

    Quasi in sincronia, il cristallo ed il guanto iniziarono entrambi a brillare: il primo bianco e puro, il secondo rosso e primordiale; sembravano star pregustando lo scontro.
    Grav avvertì la temperatura del guanto aumentare ulteriormente, la sua mente ottenebrarsi di furia brutale e passione divina.
    Il terreno si spalancò, risucchiando gli animali in una voragine di almeno quattro metri, ma non ne restò stupito: dopo aver visto le dimensioni di quella creatura non si aspettava niente di meno.
    Colse in leggero ritardo i segnali dell'uomo-topo, e ringraziò il cielo per quell'attimo di coscienza; ancora pochi secondi e avrebbe caricato follemente, perso nella furia berserk indotta dal guanto.
    Iniziò a correre con quanto fiato ancora gli restava in corpo, ai calcagni del suo compagno.
    La Fiamma gli aveva concesso di scegliere il campo.
    Grav non mancò di ringraziarla ancora, forse per l'ultima volta.

     
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    PoV~(Grav; Xanxus)

    Correte; correte a perdifiato lungo le dune, ignorando il calore eccessivo della sabbia vetrosa tipica dello Yuzrab e senza mai voltarvi. Sapete benissimo in cuor vostro che, un singolo istante d'esitazione equivarrebbe alla morte.
    Alla vostra morte.

    Dietro di voi, spinto da pura essenza predatoria, il Signore di quest'angolo di deserto v'insegue ferocemente, letteralmente spaccando al suo passaggio il mare arido che vi circonda, proiettandolo in geyser di sabbia di rara violenza. Date fondo ad ogni singolo barlume di fiato che avete in corpo, per raggiungere il miraggio della salvezza, manifestatosi ai vostri occhi sotto forma di un conglomerato di rovine desertiche parzialmente sepolte dalla rena: Daleli.

    Muovete i primi passi all'interno del perimetro fatiscente della cittadina, balzando di blocco di granito pozza di sabbia, cercando di raggiungere quella che vi è stata indicata dal vostro compagno Iotun come il punto più probabile per salvarsi: la torre di Daleli, un edificio che si staglia per circa otto metri al di sopra della rena e, forse,
    per altrettanti al di sotto di essa..

    Il primo ad arrivare all'interno dell'edificio è la malabestia che, tuffandosi letteralmente in una fenditura della torre, svanisce ai vostri occhi e protetto da un muro roccioso spesso almeno un metro.
    Voi due arrivate pressoché nello stesso istante e, mentre vi accingete a penetrare anche voi all'interno del rudere,
    sentite una vera e propria scossa tellurica passare al di sotto di voi, sbalzandovi via lungo il suo traggito,
    per poi procedere verso la torre.

    Un istante più tardi, una gigantesca ombra sorge dal suolo, avvolgendo rapida la struttura, per poi estendersi celere per gran parte della sua lunghezza fino richiuderne le mura tra le sue spire, in una stretta d'acciaio in grado di far scricchiolare ogni singola pietra della torre. Il gigantesco mostro predatore spalanca le sue fauci fameliche in un gesto di supremazia totale, lasciandovi atterriti dinnanzi ad un simile spettacolo di forza pura, mentre una ragnatela di crepe comincia a dipanarsi lungo tutta la superficie. Che speranze potete avere di sconfiggere tale creatura?

    image
    Anzi – che speranze potete avere di uscirne vivi?

     
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  14. Xanxus.
     
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    Lo sentiva.
    Mentre correva la bestia lo sorpassò, ma lui sentiva un altro suono.
    Un boato.
    Un urlo, che schiariva il suo nome, e poteva sentire solo lui, e non gli lasciava scampo.
    Il terreno si mosse sotto i suoi piedi, segnando un'onda di sabbia e terra che sembrava non poter mai finire.
    Ma in quel momento, per quel momento, lui era un'altra persona ed era lontano da tutto questo.
    Era ciò che era e ciò che era era ciò che nessuno avrebbe mai voluto essere.
    La bestia sorse dal suolo, immensa. Eguagliò la torre in altezza, prima di stritolarla come un fuscello. Giunse a sfiorare il cielo, prima di ricordargli che da quando era giunto in quella dimensione non aveva ancora interamente risvegliato i suoi poteri.
    Poi qualcosa in lui prese vita.
    Sentiva nuova forza, ma non era sua.
    Sentiva nuova rabbia, ma non era sua.
    La bestia era tornata per cercare di saziarsi con altra carne, di affogare la sua sete con altro sangue. Quel che era ora era quel che nessuno mai avrebbe voluto essere.
    Lì, lontano dalla serpe quanto bastava per potersi ritenere in guardia. Era stato sbalzato via al suo passaggio, ed ora era in equilibrio su di una pietra ad oltre dieci, quindici metri di distanza.
    Dettagli irrisori.
    I suoi occhi erano di falco, e con uno di quelli allineò una delle sue pistole verso l'occhio destro dell'animale. Ora un'unica linea retta congiungeva i loro sguardi, ed un'arma che portava la morte.
    «Non morirai. Sarai un semplice vagabondo tra la vita e la morte.»
    Come tutti.
    Sparò uno dei suoi proiettili di rena, e mentre questo viaggiava verso il suo obiettivo, tagliando l'aria come una lama, rapido come può essere un pensiero, affilato come un addio, altra sabbia scattò dal nulla.
    Avvolse in un unico colpo il proiettile, aumentandone dimensioni e velocità, all'improvviso. Non era più quel che semplicemente era prima, un colpo radente e discreto.
    Ora era una palla di cannone, pronta a colpire in pieno viso quella bestia, in un'esplosione di terra e sangue.
    E subito dopo, il suo elemento avebbe attecchito nelle ferite del serpente, come un parassita, assorbendone le energie. Gli bastava andare a segno quell'unica volta per poter chiudere qui il capitolo.
    Quell'unico colpo sibilava nell'aria, ed il suo fischio suonava come la parola "fine". Quel colpo che all'improvviso era aumentato in potenza e possibilità, che non sembrava altro che lui.
    E tutto questo non poteva fare a meno di lasciargli uno strano senso di amaro in bocca.


    CITAZIONE

    HP » 100
    PP » 80/100

    Desert Rose » L'affinità con il deserto, l'essere uno con la sabbia. Negli anni passati tra le sabbie giallo cremisi di uno dei luoghi più aridi del mondo ha capito che è tutto un meccanismo ed allo stesso tempo un cuore che batte. Ogni frammento di realtà è un pensiero a sé stante, una voce che ha bisogno di essere ascoltata. Aveva sempre capito bene quel che pensava la sabbia. Tratteneva tutto dentro, ma non per questo non poteva dirsi viva. E senza parlarsi si capivano, così da non essere nulla più e nulla meno che un'ottima alleata durante le battaglie. La rena può essere finemente manipolata dal pistolero, assumendo qualsiasi forma e resistenza in base alla quantità di essa presente nelle vicinanze. può muoverla a piacimento, senza limite di turni e gravità, come una telecinesi continua applicabile ai grani di terra in maniera tale da implementarne caratteristiche e peculiarità. Così un semplice filamento può assumere caratteristiche taglienti al pari di una lama, o l'adesività dell'adesivo, mentre un blocco può essere paragonabile in termini di resistenza ad un muro o flessibile come la gomma. Si agisce nei limiti logici della sportività del singolo. È bene ricordare che la sabbia agisce anche come entità viva a sé stante, che non riceve esclusivamente da Xanxus l'energia necessaria ai suoi mutamenti, ma la prende anche a forza in casi particolari.
    (Attiva)
    (Medio: Rinforzato il colpo di pistola avvolgendolo con altra sabbia, in modo da renderlo più simile ad un colpo di cannone.)

    Perfect Gunslinger » Semplicemente, il risultato di anni d'allenamento nell'uso delle armi da fuoco. Oltre ogni limite. La rapidità d'esecuzione, la precisione, la velocità nella ricarica, tutto è amplificato nel nome della santità della sua arte. La capacità di colpire un dato bersaglio è millimetrica, anche nelle condizioni più avverse con colpi ad effetto o di rimbalzo. Xanxus stesso è diventato un'arma a cui sfuggire è impossibile.
    (Passiva)

    Ground Death » La sabbia ha una sua peculiarità, una sua caratteristica che la rende unica. Assorbe i liquidi una volta che vi entra a contatto. Conseguenza del potenziamento dell'elemento è il seguente. La sabbia del pistolero inaridisce al contatto, privando ciò che tocca di ogni compattezza, mutando gli elementi solidi in altra rena, seccando gli esseri viventi con il contatto. Le stesse proprietà valgono anche per il corpo del pistolero, data la sua natura affine a quella del deserto. Maggiore è la quantità di sostanza a contatto con un corpo ed il tempo che essi restano in contatto, maggiore è il livello della disidratazione. Solo al pistolero sta escludere eventuali corpi da questo effetto. Un esempio, quando Xanxus si sofferma per qualche secondo su qualche superficie essa muta rapidamente in sabbia, con un area che aumenta rapidamente di circa un metro e mezzo di raggio per turno; mentre se colpisce fisicamente un altro corpo può privare la zona colpita dei liquidi indebolendola particolarmente. Ogni granello di sabbia, quindi, può essere minaccioso, da questo punto di vista. Beninteso, vale esclusivamente per la materia fisica, non magica o psionica.
    (Passiva)


     
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  15. Hallucinoid
     
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    Perdonami o Signore, perché io ho peccato.
    Perdonami o Signore, perché giungendo in ritardo sul campo di battaglia ho deluso le Tue aspettative e non sono riuscito ad impedire la morte di due innocenti, così come era indubbiamente Tuo volere.
    Perdonami o Signore, perché ora ho permesso a questa creatura di ergersi impunita e superba in cima alla torre che mi trovo innanzi, mentre io giaccio a terra succube della sua terribile mole e magnificenza.
    Perdonami o Signore, perché di essa io ho paura.
    Perdonami o Signore, perché per un momento ho perso la Fede.

    Mia colpa, Mia colpa, Mia grandissima colpa.

    Io ora ti imploro, o Signore.
    Donami la Tua forza, sì da ergermi di fronte ad essa ed affrontarla in maniera degna della Tua grandezza.
    Donami la Tua mente, sì da non cadere nei suoi tranelli e non porre infamia sul Tuo nome.
    Donami il Tuo cuore, sì da porre fine alla sua vita nella maniera meno dolorosa possibile, in quanto Tua creatura e come tale degna di misericordia.
    Allo stesso modo io ti dono la mia forza, la mia mente e il mio cuore, così che tramite esse tu possa diffondere il Tuo verbo.







    Grav si rialzò in piedi, lasciando cadere la sabbia che gli si era depositata sull'armatura durante la caduta, e guardò la creatura con occhi fieri.
    Strinse il pugno destro ancora una volta, assaporando il calore del guanto sul suo corpo, così diverso da quello secco e asfissiante del sole del deserto.
    Nel suo corpo i muscoli erano rilassati, pronti alla battaglia.
    Nella sua mente vi erano solo luce e chiarezza, lucida e reattiva come mai prima.
    Nel suo cuore albergava la determinazione degli arcangeli, pura e indissolubile.

    Porse i due palmi in direzione della creatura e da essi scaturirono due sfere di energia, una bianca e radiosa come fosse un agglomerato di pura luce mentre l'altra era rossa e maligna, composta di un fuoco infernale appena mitigato dalla volontà del crociato.
    Esse si mossero lungo due parabole opposte, atte a dirigerle verso gli occhi della creatura, nella speranza di negarle almeno uno dei sensi prima della battaglia vera e propria.

    CITAZIONE
    Condizione fisiche: Perfette
    Energia: 50%
    >>Utilizzati i domini sul fuoco e sul sacro per scagliare due globi di energia di livello Alto contro gli occhi della creatura.



     
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55 replies since 19/10/2010, 22:11   1063 views
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