[CC] Di Ritorno dalle Lande della Morte

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    Sei di nuovo vivo, ed è una scoperta che ti fa apparire meravigliosa ogni cosa del creato: il fresco del vento sulla pelle e tra i tuoi capelli, il suo dolce canto che ti risuona nelle orecchie, e poi ancora l’azzurro del cielo terso, il bianco delle nubi, e il verde smeraldo intenso del fogliame boschivo verso cui stai precipitando.

    In cuor tuo sei così colpito dl fatto di essere di nuovo in vita -in mezzo alla forza possente della Natura- che anche il dolore è una sensazione affascinante mentre impatti il suolo, venendo accolto e protetto dall’abbraccio di un soffice e rigoglioso cespuglio; reso più pesante dell’etere dal corpo fisico che la Dama Azzurra ti ha restituito, sei scivolato dal Regno dei Sogni Perduti -dal mondo delle idee, dei ricordi, degli spiriti- direttamente nel vortice mulinante e ribollente del Maelstorm: è stato il suo eterno vorticare a scagliarti giù dalle nubi, ma nel farlo sembra aver avuto almeno il criterio di restituirti all’Est.

    E mentre te ne stai rovesciato sulla pianta schianta dal tuo peso, osservando le nuvole che si rincorrono nella serena volta celeste, il luccichio di una punta di freccia incoccata entra nel tuo campo visivo: sollevi un poco lo sguardo, e i tuoi occhi intravedono anche lunghe ciocche di capelli biondi, un arco, pezzi di un’armatura leggera, e due belle labbra femminili che si schiudono soavi sebbene la voce che ne venga fuori sia ferma e autoritaria.
    L’imperativo è uno solo.

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    « Identificati. »
     
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    Aveva assitito molte volte al miracoloso trapasso inverso dal regno dei morti a quello dei vivi e altrettante lo aveva operato quando ancora aveva i propri poteri di sacerdote, ma mai lo aveva vissuto di persona, letteralmente sulla propria pelle. E le sensazioni che provò furono talmente tante e così intense, da risultare assolutamente indescrivibili.
    Tuttavia il modo in cui avvene la sua resurrezione fu decisamente poco ortodosso: anziché un sacro rito con una salma che ritornava a vivere e si rialzava da un altare, la sua salma riviva cadde letteralmente dalle nuvole, apparentemente su una foresta. Fu il suo istinto da acrobata a salvare il suo vecchio corpo appena tornato alla vita, facendogli compiere qualche movimento per aria che rallentò la caduta. Purtroppo il ramo dell'albero a cui tentò di aggrapparsi si rivelò troppo debole e scivoloso per sorreggerlo più di cinque secondi e così concluse la sua discesa finendo quasi rovinosamente con la schiena su un cespuglio o qualche altro genere di basso arbusto.
    Non riuscì ad identificare subito il luogo dove si trovava: era troppo intontito dall'euforia di essere tornato in vita per riuscirci. Quasi non gli sembrava vero: gli pareva perfino di essere tornato nel giardino della sua fortezza, nel suo mondo, anche se così non poteva essere... o forse sì?
    Perse il conto dei minuti trascorsi laggiùcon la schiena che ancora gli pulsava un po' per il dolore della caduta non proprio aggraziata da qualche buon metro d'altezza, ma in tutto quel tempo inspirò profondamente l'aria fresca attraverso la sua maschera onnipresente.
    Alla fine, conscio che non sarebbe potuto restare per sempre in quella posizione alquanto scomoda, lo shinobi iniziò ad alzarsi, ma qualcosa lo indusse a bloccarsi immediatamente: una freccia apparve scintillante e minacciosa ai margini del suo campo visivo, ben presente e reale quanto lui. Per quel poco che si sentì di fare, mosse gli occhi e lo sguardo in cerca di altri dettagli e scorse quindi un arco teso in apparenza piuttosto grezzo, in contrasto con la freccia. L'arco era teso da due braccia comprensibilmente femminili, quasi in controluce come l'armatura leggera che l'arciera indossava. Dietro di essa poté notare anche ciocche di capelli biondi che andavano a creare un piacevole contrasto con un mantello blu e incorniciavano un volto che vedeva solo in parte, per la precisione nella parte inferiore. Non poteva dire se fosse bella o brutta da così poco, ma comprese subito di trovarsi dinnanzi ad una creatura fisicamente molto più giovane di lui. Le labbra allora si mossero in modo da scandire un'unica parola decisa e carica di autorità, chiedendogli, anzi ordinandogli di identificarsi.
    *Oh bene... il Destino non sa proprio giocare pulito! Torno dalla morte e rischio già di tornarci di nuovo, piombando senza volere nel territorio di qualcuno.*
    Trattenne qualche imprecazione, prevalentemente contro l'ennesimo capriccio della sorte e in pochi secondi escluse categoricamente una reazione ostile: benché ne avesse i mezzi e le possibilità, non aveva la stabilità necessaria per alzarsi e disarmare l'arciera, ammesso e non concesso che fosse da sola. Invece ci fu qualcosa che lo colpìì, come una vaga sensazione di familiarità con qualcosa che non era umano, bensì più legato alla natura della madre. E anche quello scorcio gli lasciava il sospetto, tutt'altro che vago, di trovarsi di fronte ad una silvana.
    "Mi dispiace di avervi turbato e spaventato con il mio avvento precipitoso" rispose piano, ma con sicurezza in lingua elfica. "La gente del Presidio dell'Est mi conosce soprattutto come il Gufo Reale, ma il mio nome è Masahiro Echtele." La sua parlata non denotava l'accento degli elfi delle foreste, quanto quello degli elfi del sole, specie a cui sua madre apparteneva. E ritenne che fosse il caso di rivelare il suo nome ad una creatura che aveva il sangue di un'esponente del ramo materno della sua famiglia. E se anche l'arciera non fosse stata un'elfa, avrebbe sicuramente riconosciuto un nome umano seguito da un cognome, il matronimico, tipicamente elfico.
    Rimase quindi in attesa di una reazione da parte dell'arco e di chi lo tendeva.
     
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    "Mi dispiace di avervi turbato e spaventato con il mio avvento precipitoso.
    La gente del Presidio dell'Est mi conosce soprattutto come il Gufo Reale, ma il mio nome è Masahiro Echtele.
    "

    La tensione esercitata sulla corda dell’arco si allenta, e la freccia si abbassa, mentre la donna elfo retrocede di un passo per lasciarti spazio, modo e possibilità di rimetterti in piedi.

    « Masahiro Echtele, il Gufo Reale »

    Ripete con modi alteri una voce di donna; una voce che sarebbe anche dolce e musicale se l’orgoglio e l’autorità non rendessero ruvido e aspro il suo parlare accomunandolo a quello di un ferreo e disciplinato soldato.

    « Ho sentito parlare di te. »
    ti risponde, in lingua elfica, sciolta e spigliata
    « Servi la Dama Azzurra, mi pare... »
     
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    La sua diplomatica cortesia riuscì a fare in modo che l'arco della donna si allentasse e così la freccia non costituisse un immediato pericolo di ritorno dalla terra da dove era stato fatto tornare. L'arma venne poi spostata indietro e l'elfa, o presunta tale, scomparve dal suo campo visivo. Comprese così che gli era stata lasciata la possibilità di alzarsi, cosa che fece. Per no destare sospetti e soprattutto per non far tendere di nuovo e inutilmente quell'arco, decise però di muoversi abbstanza piano, in modo da essere sempre visibile.
    Una volta in piedi, qualcosa di nuovo lo colpì: i suoi Sensi Arcani si erano finalmente risvegliati e si stavano dispiegando attorno a lui come un tempo. Non erano gli stessi a cui era abituato, ma era bello poter contare nuovamente su tali percezioni extrasensoriali, sebbene di origine magica.
    *Dovevo morire per riuscire a riottenerli...* si disse con una punta di macabra ironia.
    Nel suo mondo era così abituato a non poter percepire altro che vento e polvere, che non si era mai accorto di quanto quegli stessi sensi si fossero assopiti e di quanto effettivamente gli fossero mancati.
    Ritornò alla realtà contingente quando la sua interlocutrice parlò in fluente lingua elfica. Il tono che assunse era armonioso come quello di quasi tutte le parlate elfiche, ma assunse un tono privo di dialetti particolari e soprattutto marziale, militaresco. Si trovava quindi in una zona sottoposta a regime militare o comunque ad accesso ristretto...
    Ciò che più lo colpì fu però il fatto che quell'elfa sconosciuta avesse sentito parlare di lui come servitore della Dama Azzurra.
    "Siete una delle poche a saperlo" replicò lo shinobi in maniera diretta, sempre in lingua elfica. "Il mio compito prevede che io esplori le lande di Endlos e i suoi problmi e misteri, anche lontano dall'Est, ma la mia professione, se così posso definirla, prevede spesso e volentieri il silenzio su ciò che sono e su chi servo."
    Si concesse una piccola pausa, poi scrutò meglio la persona che aveva davanti e aggiunse: "Vi sembrerà strano, ma non ho idea di dove sia finito. Posso sapere dove siamo esattamente? Non ricordo delle aree ad accesso ristretto in mezzo alla foresta" Ammesso e non concesso che quella dove si trovavano fosse davvero una foresta e non un semplice bosco.

    SPOILER (click to view)
    Abilità
    CITAZIONE
    Acrobatismo
    “La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (3 metri) e più lunghi (10 metri) rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza. Ovviamente una caduta da un dirupo (senza il fischio che copre le bestemmie di Wile E. Coyote) sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio.
    Abilità passiva

    CITAZIONE
    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.
     
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    "Siete una delle poche a saperlo.
    Il mio compito prevede che io esplori le lande di Endlos e i suoi problemi e misteri, anche lontano dall'Est, ma la mia professione, se così posso definirla, prevede spesso e volentieri il silenzio su ciò che sono e su chi servo.
    "

    Quella che ti ritrovi davanti non appena ti rimetti in piedi è una donna di razza elfica, e questa sua discendenza dalle stirpi silvane fa sì che -per quanto giovane e slegata dal tempo ti appaia la sua radiosa bellezza- tu non riesca con sicurezza a determinarne l’età: non una singola ruga segna il suo volto bianco e perfetto, ma la luce seria e intelligente che illumina i suoi occhi di smeraldo, e l’aria marziale e composta che rende austera ogni sua movenza ed ogni sua espressione sembra suggerire che non ti trovi davanti ad una ragazzina.

    « Tendo a tenermi informata sull’entourage di Lady Kalia »
    ribatte, sostenendo i tuoi occhi con uno sguardo penetrante
    « Aiuta a tenere sott’occhio eventuali minacce, così come può diventare utile a trovare potenziali alleati. »

    La sua voce è naturalmente dolce e musicale, ma l’intonazione che guida le sue parole la rende asciutta, diretta, e autorevole... Chissà in quali delle due categorie ti ha classificato?

    "Vi sembrerà strano, ma non ho idea di dove sia finito. Posso sapere dove siamo esattamente? Non ricordo delle aree ad accesso ristretto in mezzo alla foresta"

    « Ci troviamo su Endlos, a Fanedell, la regione boschiva dell’Est. »
    esplica, senza distogliere un solo istante l’attenzione dai tuoi occhi
    « Siamo piuttosto lontani dai sentieri battuti dalle carovane mercantili, e non è prudente arrischiarsi oltre, senza la guida, l’invito, o la benedizione dei Fatati. »

    Un mezzo sorriso enigmatico incurva le labbra belle della donna,
    conferendo una sfumatura beffarda al nobile e luminoso volto eburneo.

    « Sembra che sia arrivata proprio in tempo. »
     
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    Quando finalmente riuscì a focalizzarla per intero, ebbe la certezza di trovarsi di fronte ad un'esponente della razza elfica. Fisicamente, come aveva già potuto intuire, sembrava molto giovane, ma qualcosa nella sua voce e soprattutto nei suoi occhi gli suggerì che l'aspetto fisico, a differenza degli umani, non rifletteva quello mentale. D'altronde, come sapeva bene, gli elfi erano molto longevi, praticamente immortali al tempo e molti potevano benissimo avere qualche millennio e non dimostrare neanche trent'anni.
    *E io che mi sento vecchio con solo un secolo addosso... peraltro di nuovo* si disse con una punta di ironia.
    La sconosciuta elfa gli disse anche dove più o meno si trovavano: nella foresta di Fanedell, in una zona poco battuta della stessa, fatto che, a detta sua, non era molto sicuro frequentare senza le debite precauzioni e autorizzazioni, se tale termine poteva essere giusto. In effetti era abbasta giusto: l'ultima volta che si era aggirato nella foresta in una zona poco battuta aveva incontrato un elfo di un altro mondo, Mantheus, una ragazza di Rockmore e una banda di briganti. E secondo quella che sarebbe dovuta essere la loro vittima, lo shinobi stesso aveva agito contro di loro come un'ombra della foresta. Si chiese vagamente in quel momento se quella non fosse solo una suggestione...
    Improvvisamente la sua interlocutrice mostrò un sorriso strano, ironico e quasi beffardo, asserendo che fosse arrivata "proprio in tempo". La domanda lecita in quel caso era "chi?", ma aveva la sensazione che presto lo avrebbe scoperto.
    Tese quindi l'udito e mosse le pupille, cercando di vedere con la coda dell'occhio se fosse emersa una qualche figura dalla vegetazione. E dalle sue parole, era più che lecito aspettarsi qualcuno o meglio qualcuna...
     
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    Non succede assolutamente niente, e una risata cristallina sgorga dalle labbra della fanciulla elfo alla vista dell’atteggiamento guardingo con cui esamini lo spazio intorno a te.

    « Non c’è nulla da temere, Masahiro Echtele. »
    ti dice, reclinando la testa dorata da una parte
    « ...il bosco e quanti lo abitano non nocciono a quanti li trattano con rispetto.
    Dovresti saperlo, in fondo: non discendi dalla nostra gente anche tu? »

    fa una pausa, e ti osserva di sottecchi
    « Non sei forse anche tu uno di quelli che lo custodiscono? »
     
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    Contrariamente a quanto si era aspettato, la sua diffidenza da shinobi tradito e abituato ad essere pugnalato alle spalle gli procurò semplicemente una frontale cristallina risata dall'elfa di fronte a lui. Era evidente che poco prima si era riferita esclusivamente a se stessa e non ad una terza persona nei paraggi, ma lui aveva dato troppe cose per scontate, soprattutto per via del suo addestramento.
    Si sarebbe chiesto che cosa sarebbe successo se lei non ci fosse stata, ma subito dopo la stessa lo rassicurò, piegando la testa da un lato. Poi quella donna così fisicamente giovane gli pose un paio di domande relative alle sue origini, guardandolo con maggiore attenzione: evidentemente la maschera doveva aver coperto quanto lui fosse solo in parte elfico, ma di sicuro se ne sarebbe accorta nel giro di breve.
    Decise quindi di prevenirla parlando in maniera diretta e onesta. "Perdonate la mia deformazione professionale, mia signora, ma sono poco pratico della Foresta di Fanedell, avendo molta più confidenza con i Monti Shea, dove ho posto la mia attuale dimora." E non sarebbe potuto essere altrimenti, anche per ragioni di sangue. "Inoltre il mio accento ormai dovrebbe suonarvi leggermente strano, altriemtni non mi avreste posto quella domanda sulle mie origini: io non sono originario di Endlos, sono un Viaggiatore o Naufrago Dimensionale, come qualcuno asserisce, e non sono mai stato un elfo completo." Si prese una pausa, diventando ancora più serio di quello che già era. "Mio padre era un mago, per giunta un piromante di cui ho ereditato i poteri e la pratica con il tachi che un tempo gli apparteneva, mentre mia madre era una sacerdotessa elfa del sole, da cui ho appreso per natura la lingua che entrambi parliamo e per i suoi insegnamenti postumi le tradizioni, le usanze e gli istinti degli elfi del sole."
    Trasse un sospiro indefinito prima di proseguire: "Fino ad oggi non ho trovato in Endlos altri esponenti dellla stirpe di mia madre, ma nel mio mondo gli elfi del sole erano soliti vivere in montagna, a contatto per lo più con nature singole e più rade, com quelle dei ruscelli, delle rocce e di piante più semplici, come muschi e licheni. Qualche insediamento si occupava di piccoli boschi di conifere, ma non era il caso di mia madre, che ha lasciato tutto per vivere con mio padre e mettere al mondo me e i miei fratelli, riposino tutti in pace..." soggiunse abbassando leggermente lo sguardo.
    Quando lo rialzò, tornò quello di poco prima, come se non fosse successo nulla. "Per questo io non sono un elfo completo, né mai sono stato considerato tale, anche se poi mia moglie si è rivelata essere un'elfa silvana capace anch'essa di abbandonare per amor mio la sua vita precedente e le sue abitudini. Tuttavia la nostra vita insieme è stata troppo breve perché lei riuscisse ad insegnarmi tutto quello che poteva e sapeva sul suo popolo..." e forse, se non fosse stato per la gelosia di Albion, lui non sarebbe stato neppure quell'ombra che era comparsa per ben due volte su Endlos. "Quindi, per rispondere alla vostra ultima domanda, no: io sono un esploratore, un conoscitore, talvolta un risolutore, ma non un custode della natura come potete esserlo voi o come lo era mia moglie."
    Le reazioni dell'altra potevano essere numerose e variegate all'inverosimile: molti elfi non prendevano neanche in considerazione l'ipotesi di rivolgersi a degli ibridi come lui, cosa che valeva anche per gli umani, con l'assurda convinzione che fossero frutto di violenze sulle proprie donne, mentre altri vedevano nei mezz'elfi dei ponti per avvicinare i popoli; altri ancora non ci vedevano niente di particolare, ma non per questo li disprezzavano o consideravano particolarmente.
    L'elfa che aveva di fronte a lui come avrebbe reagito di fronte a tali rivelazioni sulla sua natura?
     
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    "Quindi, per rispondere alla vostra ultima domanda, no: io sono un esploratore, un conoscitore, talvolta un risolutore, ma non un custode della natura come potete esserlo voi
    o come lo era mia moglie.
    "

    La fanciulla-elfo dai capelli d’oro ascolta con aria assorta eppure attenta quello che dici; non puoi naturalmente leggere nella sua mente, e non la conosci abbastanza da portelo affermare con la dovuta sicurezza, ma hai la netta sensazione che sia molto interessata a qualcosa che hai detto, e che sia impegnata ad elaborare qualcosa di molto importante.

    « Hai detto di essere pratico di Shea... »
    rimugina, soppesando l’informazione con cura
    « Questo può essere ben interessante. »

    Lo sguardo dei suoi occhi verdi si fa acuto e penetrante mentre si incatena al tuo, di nuovo serio solenne ed inflessibile come quello che tutti i suoi sottoposti sono abituati a leggere sul suo viso eburneo nelle situazioni determinanti.

    « Sul tuo conto ho sentito dire che sei un valido combattente... potresti confermarmelo? »
     
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    Dopo che ebbe finito di parlare, lo shinobi rimase in quieta attesa di una risposta della bionda elfa che aveva dinnanzi a sé. Si prese il suo tempo quindi per studiarla meglio. Come prima, non poteva determinare la sua età dal suo solo aspetto fisico, così come probabilmente lei non avrebbe potuto dedurre semplicemente vedendolo quanti anni avesse trascorso nel suo mondo ormai distrutto. E più la guardava, più le ricordava qualcuno o qualcosa del suo passato...
    Non gli era comunque sfuggita l'espressione apparentemente assorta che aveva assunto l'elfa, ma qualche segnale del suo corpo gli diceva che bene o male avesse seguito tutto il suo discorso. Forse qualcosa in particolare l'aveva colpita, qualcosa che lui non poteva immaginare, ma che per la sconosciuta doveva avere una certa qual importanza.
    Poco dopo, la donna decise di parlare nuovamente e così sciolse il suo dubbio, rivelando che per lei avrebbe potuto essere piuttosto interessante la pratica che Masahiro aveva con i Monti Shea. Ma quel dubbio gli fece spontaneamente sorgere un'altra domanda: perché aveva interesse per quella catena montuosa e per la pratica che il mezz'elfo ne aveva?
    Non fece in tempo a chiederlo, che la donna gli fece un'altra domanda piuttosto curiosa: a quanto pare, circolavano su di lui più voci di quanto si aspettasse e alcune di esse lo davano anche per valido combattente. Chissà cos'altro aveva sentito quel'elfa su di lui...
    "Le voci mi dipingono dunque come un combattente valido... Io stesso, tra le altre cose, mi ritengo un combattente, ma il confronto diretto non è la mia specialità e preferisco non ricorrervi quando mi è possibile." Preferiva infatti evitare di confrontarsi con qualcuno, aggirare gli nemici e ostacoli invece di abbatterli di forza, passare tra le ombre invece che alla luce del sole... ma qualora ciò non era possibile, era comunque pronto ad affrontare qualsiasi pericolo. Anche troppo.
     
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    "Le voci mi dipingono dunque come un combattente valido...
    Io stesso, tra le altre cose, mi ritengo un combattente, ma il confronto diretto non è la mia specialità e preferisco non ricorrervi quando mi è possibile.
    "

    « Peccato... »
    commenta la donna elfo con voce neutra
    « ...perché è esattamente quello che ho bisogno di verificare. »

    In un attimo, senza che alcuna varianza di espressione sul suo volto eburneo tradisca il mutare delle sue emozioni -o delle sue intenzioni soltanto- quattro robuste radici nodose emergono dal suolo attorno a te (disposte secondo i punti cardinali) nel chiaro tentativo di ghermirti i polsi e le caviglie in una stretta imprigionante.

    « ...ma più delle vane parole, devo chiederti di darmene dimostrazione. »


    SPOILER (click to view)
    Entangle: L’Elfo può, a suo piacere, ordinare a robuste radici di fuoriuscire dal ventre della terra, e gli usi a cui possono prestarsi sono molteplici: le radici possono avvilupparsi alle gambe dell’avversario, immobilizzandolo fino al turno successivo, sbalzarlo violentemente per aria, erigere una difesa compatta attorno alla padrona o ancora venire usati per colpire direttamente.
    Consumo: Basso > 4 tentacoli
     
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    Nel momento in cui pronunciò l'ultima parola, lo shinobi ebbe la sensazione che il suo discorso avrebbe sortito l'effetto opposto. D'altronde era poco probabile che potesse essere altrimenti: se qualcuno chiedeva direttamente a qualcun'altro se sapesse combattere, molto raramente avrebbe accettato una risposta in verbale, in qualsiasi senso essa fosse.
    Difatti così avvenne: l'elfa asserì di aver bisogno di verificare proprio le capacità combattive dello shinobi e di dover ovviamente necessitare di una dimostrazione pratica, una dimostrazione che gli chiese poco prima di evocare dalla natura circostante delle radici disposte ai quattro punti cardinali.
    *Almeno non dà sentore emotivo delle proprie intenzioni* si disse lo shinobi
    L'intento dell'arciera era chiaro, ma altrettanto forse non si sarebbe potuto dire per la difesa del mezz'elfo: questi difatti non si mosse e lasciò che i vegetali gli ghermissero ogni estremità, imprigionandolo saldamente... ma nel secondo successivo qualcosa di diverso avvenne e una bizzarra nebbia rossa come il fuoco apparve, ricoprendo tutta la figura del Ninja e il poco spazio circostante, senza assumere una forma precisa, senza lambire alcuna pianta e senza toccare l'elfa, lasciando scoperta solo la testa mascherata dello shinobi, in una maniera alquanto bizzarra e per certi versi inquietante.
    Le radici, se non avessero avuto paura del fuoco, l'avrebbero presto avuta e difficilmente avrebbero potuto mantenere la presa senza finire preda della fiamma gassosa.
    "Ci sono diversi modi di combattere, mia signora" disse in ellfico, rivolgendosi a lei con un'espressione degli occhi studiatamente neutra. "Come soleva dire il mio maestro, non è importante saper maneggiare un'arma, quanto sapere come impiegarla bene... e ora voi potete dire di poterlo fare? Potete vedere solo il mio volto, tutto il resto è coperto, comprese le vostre radici. Potete essere certa di combattermi? Se scagliaste la freccia, avreste la certezza di colpirmi? Avete una probabilità, ma una sola e prima che possiate incoccare una seconda freccia, io potrei aver già scagliato il mio contrattacco. Voi siete scoperta, posso mirare ovunque, colpire dovunque, sparire alla vostra vista senza che voi possiate avere la certezza di ritrovarmi."
    Era una strategia azzardata, ma si basava su un bleuff psicologico che poteva avere tre risultati: il primo era quello di farlo vedere come un codardo, il secondo quello di far arrendere la donna e il terzo quello di far partire un colpo diretto... la nebbia, salvo poteri magici della freccia, avrebbe forse in parte bruciato il dardo e quasi sicuramente avrebbe allentato la presa delle radici a sufficienza per permettergli di sfoderare il Semper Fidelis per controbattere all'offensiva nemica o ricorrere allo Scatto Oscuro.
    Restava solo da capire che effetto avrebbe avuto la sua provocazione.

    SPOILER (click to view)
    Energia residua: 90%
    Stato fisico: bloccato, ma illeso
    Stato psicologico: pronto a tutto, nonostante l'azzardo.

    Nota: per evitare autoconclusività, non ho descritto l'effetto della mia tecnica su quella avversaria, se non in termini probabilistici.

    Tecniche
    CITAZIONE
    Nebbia piromantica
    Incantesimo tipico dei piromanti, il mago può evocare attorno a sé una densa nebbia rossa che danneggia lievemente chiunque si trovi all'interno ad eccezione dell'incantatore, che può anche sfruttarla come diversivo per scappare da un nemico o avvicinarsi a lui di soppiatto. In alternativa, il mago può decidere di incendiare la nebbia stessa e causare così ustioni di media entità. Il piromante deve però stare attento ad essere al di fuori della cortina, altrimenti anche lui resterà coinvolto nell'incendio da egli stesso creato. Il mago può avviluppare un'area pari a tre metri quadrati. Indipendentemente dall'esperienza acquisita, il piromante potrà mantenere la nebbia soltanto per 2 turni, di cui il secondo richiede consumi energetici inferiori rispetto al precedente.
    Tipo: Medio + Basso
    Consumo: 10% al primo turno + 5% al secondo

    Abilità
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    Acrobatismo
    La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (3 metri) e più lunghi (10 metri) rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza. Ovviamente una caduta da un dirupo (senza il fischio che copre le bestemmie di Wile E. Coyote) sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio.
    Abilità passiva

    CITAZIONE
    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.
     
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    Nota: per evitare autoconclusività, non ho descritto l'effetto della mia tecnica su quella avversaria, se non in termini probabilistici.

    E hai fatto molto bene ^_^ E' così che ci si comporta nei confronti =D

    "Ci sono diversi modi di combattere, mia signora. Come soleva dire il mio maestro, non è importante saper maneggiare un'arma, quanto sapere come impiegarla bene... e ora voi potete dire di poterlo fare? Potete vedere solo il mio volto, tutto il resto è coperto, comprese le vostre radici. Potete essere certa di combattermi? Se scagliaste la freccia, avreste la certezza di colpirmi? Avete una probabilità, ma una sola e prima che possiate incoccare una seconda freccia, io potrei aver già scagliato il mio contrattacco. Voi siete scoperta, posso mirare ovunque, colpire dovunque, sparire alla vostra vista senza che voi possiate avere la certezza di ritrovarmi."

    « Sei presuntuoso, e parli troppo. »
    ammonisce severa e imparziale la donna-elfo
    « Due brutti difetti che dovrai imparare a correggere se vuoi essere utile all’Est. »

    La bionda creatura solleva la mano destra e -ad un delicato mulinare dell’arto- un refolo impetuoso di gelido zefiro intacca il banco di caligine rossa, e ti lambisce, disperdendo il calore che rende insidioso il tuo baluardo... e le basterebbe un altro gesto come quello per rincarare la dose, tirandoti addosso qualcosa di ben più periglioso di una freccia.

    « Il tuo Maestro avrebbe dovuto insegnarti meglio. »

    ... ma non sembra intenzionata a rilanciare quella schermaglia.
    I viticci che ti avevano ghermito scivolano appassiti e flosci sul sottobosco, ma il Capo dei Ranger non sembra affatto impressionata o colpita; quello che ha visto deve averla lasciata
    alquanto delusa.

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    Spirit Wind Questo incanto conferisce un generico e rudimentale controllo dell’aria, permettendo all’elfa di generare un forte vento o -all’occorrenza- di creare un turbinio di affilate lame d’aria.
     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Dopo quello che le aveva detto, l'elfa arrivò a lanciare giudizi su di lui e i suoi presunti difetti, diretti ed affilati come lame, che però non arrivarono ad intaccare minimamente il bersaglio. Non aveva capito nulla e si era rivelata: aveva disperso la cortina con una certa glaciale facilità, ma nel farlo aveva commesso l'errore di rivelargli un altro proprio potere. E soprattutto, gli aveva rivelato il suo modo di agire e di reagire quando aveva palesato la propria delusione. Aveva avuto la sua occasione e l'aveva persa.
    Era quindi il tempo di passare ad una fase molto più diretta ed offensiva e avrebbe colpito sfruttando pochi insegnamenti chiave contro chi lo giudicava ad una distanza troppo esigua: se tra loro intercorrevano 3 metri, quelli erano già tanti. Senza mostrare assolutamente nulla, con un'espressione degli occhi assolutamente impassabile, evocò un po' della propria energia e sentì le sue capacità di azione e di movimento incrementarsi istantaneamente.
    E allora, senza dire una parola, con movimenti più rapidi di quelli normalmente ipotizzabili in una figura come la sua, chiaramente esposta a tutto, senza dare alcun gener di preavviso, sfoderò la propria arma, generando con ciò una possente onda d'urto di forma conica. Ma la potenza distruttiva dell'Onda Sonica non era il vero assalto: sarebbe stato soltanto un mero diversivo, nonché un modo efficace per sfondare la sua armatura ed impedirle di erigere qualsiasi difesa. Impedire qualsiasi reazione e colpire fulmineamente, lasciando dietro di sé solo una scia oscura: quello era il metdo più rapido che il suo Maestro gli aveva trasmesso per concludere rapidamente un combattimento allo scoperto; non era tuttavia il più sicuro e avrebbe dovuto sperimentarlo di persona. Molto probabilmente la donna era spalleggita da chi non poteva vedere, ma quel qualcuno si sarebbe rivelato probabilmente troppo tardi, a meno che non riuscisse a stare al passo con i suoi movimenti.
    Lo shinobi seguì la sua stessa onda con oscura rapidità e neanche il tempo che essa arrivasse a destinazione, che lui avrebbe assestato il pugno sinistro alla bocca dello stomaco dell'elfa, quindi avrebbe usato il pomolo dell'elsa del tachi per colpirla sotto il mento dal basso verso l'alto e infine avrebbe rotato su se stesso in senso orario, in modo da colpirla sempre sul mento con il tallone destro con un colpo talmente rapido e al contempo caricato, da farla volare via se non si fosse adeguatamente protetta.
    In ogni caso, finita la rotazione la punta della lama del suo tachi sarebbe stata puntata contro la gola dell'elfa, anche se ciò avesse dovuto dire inseguirla e superarla durante e dopo la fine del suo volo improvvisato... ammesso che vi fosse.
    Il tutto sarebbe avvenuto senza che il Ninja mutasse l'espressione dei propri occhi.

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    Energia residua: 70%
    Stato fisico: illeso
    Stato psicologico: determinato a risolvere la situazione all'istante

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    La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (3 metri) e più lunghi (10 metri) rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza. Ovviamente una caduta da un dirupo (senza il fischio che copre le bestemmie di Wile E. Coyote) sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio.
    Abilità passiva

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    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.

    Tecniche usate (nell'ordine):
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    Scatto Oscuro
    Questa tecnica è tipica degli Oboro, il clan di Masahiro. Essa consiste nel non trovarsi più dove l’avversario aveva mirato il suo attacco, mediante un rapidissimo spostamento orizzontale. Ciò avviene perché l’energia interiore del Ninja viene accumulata e rilasciata all’improvviso, permettendogli di spostarsi con una rapidità tale da lasciare solo una scia oscura che dà il nome alla tecnica. L’utilizzo dello Scatto Oscuro è possibile anche a mezz’aria, ma anche in quel caso è possibile muoversi soltanto orizzontalmente, quindi di traverso rispetto alla direzione della forza di gravità.
    In termini parametrici, lo shinobi impiega la sua energia in misura variabile alle sue esigenze per aumentare all'improvviso la sua velocità o la sua agilità proporzionalmente al consumo delle proprie forze, sia esso in uno o in due turni.
    Tipo: Variabile
    Consumo: Variabile [usato medio]

    CITAZIONE
    Onda Sonica
    Tecnica consistente nell'estrazione rapida del tachi o di un'altra arma a lama moderatamente lunga (ossia tutte le armi a lama che non siano pugnali, daghe o spadoni a due mani) in modo da creare una piccola onda pneumatica in grado di crepare il granito in un’area conica di 4 metri.
    Masahiro non è in grado di generare Onde Soniche quando l'arma è estratta.
    Tipo: Medio
    Consumo: 10%
     
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    Con un moto di pazienza mista a rassegnazione un sospiro evase dal petto della fanciulla silvana, e i suoi occhi verdi videro il ninja estrarre la propria arma con un solo movimento, rapido e fluido; nonostante la sua vista fosse più sviluppata di quella di un umano, la Ranger trovò piuttosto confusi i contorni della sua sagoma -ora sospettamente oscurati-, e conseguentemente difficile seguire con lo sguardo il movimento delle mosse del barbagianni... ma l’inguaribile presunzione di chi si crede esperto e saggio tende sempre ad escludere a priori l’eventualità che qualcuno all’infuori si sé possa essere dotato di altre risorse.
    E sottovalutare un Capo-Ranger era oltremodo avventato.

    L’Onda d’urto le corse incontro a grande velocità -seguita dappresso da colui che l’aveva generata-, ma il liberarsi della furia ruggente delle correnti eoliche attorno al corpo della donna elfo fu pressoché istantaneo: il tornado mitigò, contrastò e annullò le vibrazioni che erano state volte ad offenderla, e se il Gufo non avesse fatto ricorso alle sue doti atletiche per arrestare la sua corsa e arretrare, sarebbe inevitabilmente rimbalzato contro quella barriera dinamica e sbalzato via dal vortice che attorniava Sylvanas, facendo librare con leggerezza i suoi biondi capelli nell’aria, come un vessillo di trionfo che garrisca al vento.

    « Ho visto reclute alle prime armi molto più disciplinate. »
    sentenziò la donna, con voce ferma e volto austero
    « Dovresti impegnarti molto, ma col giusto addestramento potresti migliorare. »

    SPOILER (click to view)
    Perception: I sensi di un Elfo sono capaci di incredibili percezioni in cui il perfezionamento della vista e l’amplificazione dell’udito non sono che i più celebri e banali cliché, così come è parimenti favoleggiata l’eccezionale grazia e leggerezza di questa razza, che rende agili, sinuosi e fluidi tutti i loro movimenti.
    Con le esperienze maturate da un severo e costante addestramento, seguito da riprova sul campo -nel tumulto della battaglia-, Sylvanas ha affinato e sviluppato ulteriormente questi parametri: il suo udito -oltre a permetterle di sentire a grande distanza, e di sapere perfettamente che cosa accade intorno a lei in un raggio di 20 metri- le ha conferito un portentoso senso dell’equilibrio, e la sua vista -talmente acuta da assicurare una mira perfetta ed infallibile, e cogliere dettagli infinitesimali in movimento a velocità anche elevate- ha incredibilmente accresciuto i tempi di reazione dei suoi riflessi, e la sua scioltezza e padronanza di movimento, affinando movenze sempre più eleganti e letali che le permettono di superare in modo atletico, fluido e incredibilmente spettacolare le barriere – artificiali e naturali – che incontra tramite volteggi, capriole, salti, corse, cadute e arrampicate, fruttandole un vantaggio ancora maggiore nelle acrobazie più disparate. [ Mira Migliorata + Vista Cieca + Acrobazia + Riflessi Potenziati ]

    Istant-Casting: Gli incredibili riflessi della fanciulla elfo si rivelano non solo nella fluidità e scioltezza dei suoi movimenti, ma anche -e soprattutto- nella sua evidente prontezza; la sua notevole rapidità di calcolo, di ragionamento, e di pensiero si applica anche nell’ambito più pragmatico e sincopato come può esserlo il campo di battaglia, e questo l’ha -col tempo- resa capace di richiamare all’istante tecniche e attacchi anche col minimo e insignificante preavviso: un Ranger non può permettersi di venire preso alla sprovvista.

    Crisalide: Adoperando il suo controllo sull’aria, la Ranger può racchiudere sé stessa o un alleato in un bozzolo fatto di correnti d’aria; in questo modo, certi tipi di attacchi potranno essere smorzati, mitigati o annullati dal vento violento.
    Il bozzolo di vento si muove insieme al bersaglio su cui è stato applicato; entrarvi in contatto vuol dire ritrovarsi flagellati da lame di vento.
    Consumo: Variabile Medio
     
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20 replies since 23/10/2010, 01:25   173 views
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