Consiglio di Guerra

Sedeva in quello che sembrava a tutti gli effetti un consiglio di guerra, tra Dorian Gray e Drusilia Galanodel -seppure a debita distanza da entrambi- con un mellifluo sorriso dipinto a fil di pennello sulle labbra.
La seconda la conosceva solo di fama, era a capo degli 'aviatori' che proteggevano Laputa -e di conseguenza anche la piccola filiale della Corporazione, gentilmente offertagli dall'Autocrate; riguardo al secondo, invece, si era curato di ottenere dettagliate informazioni da chi aveva avuto modo di conoscerlo fin troppo bene.

Ascoltò silenziosamente le parole dell'Alfiere, annuendo lievemente con il capo. Era stato edotto riguardo la situazione nel Presidio dell'Ovest, e per quanto ritenesse l'intromissione della Corporazione in quel vespaio un'azione controproducente e poco remunerativa, in accordo con Narval e Nachrichter aveva deciso di aderire ugualmente al Consiglio di Guerra.
In fondo, rimaneva pur sempre un modo per tenere d'occhio le azioni degli alti papaveri del Presidio Errante -oltre che di dimostrare la propria fedeltà agli impegni presi.

A Raylek era stato promesso appoggio, e quello avrebbe avuto.
Ma avrebbe parlato per ultimo, lui. Non era alla stregua di un guerriero:
era uno stratega.

Seduto al suo scranno, l'Autocrate dell'isola volante aveva atteso che il generale Galanodel terminasse di esporre il suo parere, rigirandosi piano l'anello che portava al pollice sinistro.

Voleva evitare di darlo a vedere, ma trovava quella donna uno dei migliori acquisti al suo presidio : così come nemmeno troppo tempo prima, all'Approdo, Drusilia non mancava di dire ciò che pensava senza falsi moralismi od inutili reverenze o timori. Da ultimo, il suo sguardo. Se anche qualcosa avesse taciuto, i suoi occhi non avrebbero fatto altrettanto.

In sintesi, Klemvor è sprofondata nel caos.

Cominciò il Lord Alfiere, alzandosi e avvicinandosi alle finestre sul fondo della sala perchè tutti potessero vederlo.
Il suo volto era teso.

Orde di Orki stanno in questo stesso istante assaltando l'Approdo.

E così era : i rapporti che campeggiavano sul piano del grande tavolo di pietra riportavano la data di quello stesso giorno, di poco meno di una manciata di ore prima.

Ma non è il nostro più grande problema. Il loro numero è impressionante - abbiamo avuto difficoltà a calcolarlo con precisione - e, drammaticamente, ci siamo dovuti rendere conto che soli non possiamo farcela : la città, così, è quasi indifendibile.

Sospirò.

La possibilità di prendere accordi con i rider non esiste, purtroppo. Quei ragazzi non concepiscono la possibilità di accordarsi riguardo a nulla. Come tutti sapete fin troppo bene, ritengono che la Foresta, La Nuova Dimora sia loro per diritto acquisito, e la difendono come fosse un gioco. Una gara di abilità, basata su regole che loro soli rispettano.

Mi pare piuttosto chiaro che, così come le macchine, nemmeno questi Orki staranno alle regole.

Ed è per questo che il nobile Richelieu è qui. La sua confraternita si è detta disposta ad affiancarci nella nostra impresa di difesa.

Gratificando Dorian Grey con un sorriso appena accennato, il Lord Alfiere si era messo in attento ascolto della sua ultima capitana.
Se il dandy gli aveva fatto ricordare - parificando i piatti della bilancia del suo pessimismo - che l'Approdo di Klemvor non era davvero così male in arnese come lui riteneva, la Dama del Vento aveva rimesso sul piatto la possibilità di tessere alleanze con i rider.
Forse non con tutti... ma alcuni Re della Foresta del Riposo, diceva lei, forse potevano essere avvicinati.
Speranza che accresceva altra speranza.

Ammetto che forse sto guardando le cose dal verso peggiore.. non posso negare di essere un tantino prevenuto quando il discorso cade su Klemvor o sui suoi abitanti.

Ma procedendo.
Per rispondere alla tua domanda, Dorian, sì. L'Orb può fornire una completa panoramica della città delle macchine e dei territori attorno, mantenendoli monitorati in tempo reale.
Cosa che potremmo già chiedere che sia fatta..

Lasciò vagare il suo sguardo sui presenti, registrandone con cura espressioni e gestualità; quando lo sguardo del goblin cadde sull'anziano consigliere elfo, questi annuì appena, muovendosi in modo che uno degli attendenti della milizia a disposizione, in silenzio, lungo le pareti, gli si avvicinasse.
Il vecchio militare di carriera, brevemente, diede le istruzioni che doveva, congedando poi il giovane soldato che, senza proferire verbo, si dileguò in meno di una manciata di istanti.
La sorveglianza aerea dei dintorni di Klemvor sarebbe cominciata pochi momenti più tardi.

Ritengo poi sia giunto il momento di introdurre l'unica persona presente a questo consesso che non tutti avete avuto la possibilità di conoscere preventivamente.
Come sapete, il Sodalizio di Laputa è da qualche tempo in affari con una corporazione mercantile che si è proposta - ed è stata accettata - come nostra rappresentante speciale per le trattative con il presidio del Nord.
Il giovane signore di Richelieu è l'ufficiale di collegamento tra noi e loro.

E loro, in nome dei nostri accordi, si sono offerti di assisterci nella nostra missione di difesa.

Aveva notato gli sguardi diffidenti che da più parti avevano raggiunto il giovane delegato, e, anche se lui li riteneva immotivati, poteva comunque comprendere come si dovessero sentire i suoi generali e perchè reagissero in modo da non dover mostrare le loro carte ad un perfetto estraneo.
Ma, vista la situazione, difendere la privacy dell'isola era un gioco che decisamente non valeva la candela.

Ascoltò con attenzione le parole di Dorian e della Dama del Vento, e quando questa terminò di parlare, Cursed -ben lontano dall'essere ammaliato da quella donna- si ritrovò a sogghignare.
E questa pensò è una donna che sa di poter ottenere molto con il suo fascino. Ma rimane una dilettante. Generali da salotto.
Alle parole di Raylek, fece un lieve accenno con il capo, a sottolineare la veridicità di quanto detto dal goblin, poi si alzò, un gesto tanto calmo e noncurante da apparire gradatamente teatrale.
Non faceva mai nulla senza sapere che effetto avrebbero avuto le sue azioni sui presenti, e lui voleva che lo guardassero.

« Come appena detto dal nostro Alfiere, sono qui in veste di rappresentante di una Corporazione Mercantile. »
Piegò leggermente il capo sulla spalla destra, come spesso gli capitava di fare quando parlava in maniera accorata.
« Come parte del nostro accordo di mutuo soccorso, ci siamo impegnati ad appoggiare Laputa qualora ne avesse avuto bisogno, e quel momento si è presentato fin troppo presto. Ho già fatto avvisare gli altri membri della federazione; fra qualche ora -il tempo di ultimare i preparativi- uno dei nostri migliori uomini arriverà a Laputa. »
Fece un sorriso storto in direzione di Raylek, non ancora informato su quegli sviluppi.
« Mi sono preso la libertà di dire al Sergente di portare subito da lei il nuovo venuto. Si tratta di un ottimo combattente, con importanti capacità che sicuramente risulteranno utili nel combattimento. »

« Questi sarà accompagnato da un altro dei nostri uomini. Per usare le parole di Nachrichter, una perla di valore inestimabile. »
Tamburellò impaziente sul tavolo, guardandosi intorno. Cominciava la parte difficile del discorso.

« Per rispondere al graziosissimo capitano degli Aviatori » e qui s'interruppe, lanciando un sorriso mellifluo alla giovane dama « pur essendo io per primo un diplomatico e non un guerriero, credo che il tempo delle parole sia finito. Se l'Approdo è sotto attacco, allora non ci resta che rispondere con tutte le forze che abbiamo a disposizione.
I motivi per cui quegli esseri si stanno muovendo potranno essere indagati a tempo debito. »

« Come il signor Gray, spero vivamente che da Sequerus decidano di intervenire. Ciò nondimeno, credo sia nel nostro interesse pianificare la resistenza senza fare affidamento sugli aiuti esterni. D'altra parte, Laputa è perfettamente in grado di dare una sonora ripassata agli Orki. »

« Per quanto il ricordo della crudeltà sia misero conforto nell'età matura, questo è un esempio che va dato. »
Si sedette, sorridendo con cattiveria malcelata all'indirizzo di Forge.
« Non ci resta che elaborare strategia e tattica. »
Ammesso che loro conoscano la differenza tra le due cose.

L'Alfiere Errante ascoltò in silenzio e con attenzione, soppesando le parole del messo della Fratellanza una ad una. In ballo c'erano parecchie cose, vite prima di tutto.
In effetti che uno dei loro guerrieri fosse già in viaggio per arrivare e dare man forte in quella loro piccola guerra di zona era qualcosa che lo stupiva, e non poco, rispetto alla tempistica.
Efficienza e precisione al di là di ogni dire, che, di nuovo, si imponeva come un nuovissimo e prezioso biglietto da visita : una neonata organizzazione che si dimostrava così rapida ed attenta a cogliere ogni possibile occasione era da lodare.
Ma, soprattutto, ci si poteva fidare.

Certo, fidare in proporzione di quanto sia lecito fare con soci d'affari ambiziosi fino al monopolio.

« Non ci resta che elaborare strategia e tattica. »

Impercettibilmente, il goblin annuì, rivolgendosi con lo sguardo al suoi ufficiali sul campo. Voleva prima di tutto il loro parere su dove e come avrebbero potuto o dovuto disporre le loro truppe, sui possibili bersagli, e sugli obiettivi sensibili.
Il generale Galanodel e il suo secondo ufficiale Grey : la parola era loro.

« E sia. »

Sospirò: doveva scendere in campo, dunque.
Non aveva avuto difficoltà nel riconoscere quel diplomatico gentiluomo in un perfetto prototipo di squalo - suo esatto ricalco, peraltro. Posato, magnetico, pronto ed esaustivo nel linguaggio.
Era un bene fossero dalla stessa parte, almeno per ora. Un peccato ammetterlo, ma non sempre gli amici di oggi saranno sempre anche quelli di domani.
Soprattutto quelli intriganti e abili.

« Le forze degli Orki sembrano concentrarsi sul limitare meridionale e orientale della città. »
Indicò le direzioni cardinali sulla grande mappa al centro del tavolo, dove erano ben visibili i luoghi di principale interesse, le grandi arterie stradali e pedine in legno raffiguranti gli stemmi delle fazioni in campo.
« Poichè pare che lo Stige » ebbe una smorfia nel chiamarlo con il termine rider « sia particolarmente grato a quelli della Foresta del Riposo, credo si possa anche lasciarlo a loro. Pare infatti stiano già combattendo con ottimi risultati su quel fronte. »
L'affusolato indice si levò poi quasi orizzontalmente, indicando l'estremo ovest della mappa, oltre appunto i territori di Sleeping Forest.
« In quella direzione vi sono le prime propaggini dei monti che circondano Sequerus.
Se anche l'orda riuscisse a conquistare il Tropaion e spingersi oltre, troverebbe i passi montani chiusi dalle truppe del Reggente Akiyuki, o dalla neve. »
Se a Klemvor, infatti, la stagione delle piogge stava causando alluvioni e fastidi, non v'erano dubbi che sui monti quel torrente dai cieli si fosse tramutato in candida neve.
« Il Letto Grigio », disse, indicando il grande canale di cemento che presumibilmente un tempo ospitava un largo fiume « funge da barriera naturale. Gli argini sono facilmente difendibili, e l'alveo, oltre ad essere parzialmente allagato, è praticamente terreno di nessuno. »
Un luogo ideale per del sano tiro al bersaglio.
Chiunque avesse tentato l'attraversamento del Letto Grigio avrebbe subito perdite pesantissime, e questa era una promessa.
« I quartieri nord e nord-ovest sono nelle mani di Trident, e possiamo supporre che il team superbellico possa cavarsela da sè.
Gli orki che stanno assalendo l'Approdo provengono infatti da sud, avendo superato la fragile resistenza opposta dai Gunblade Children nei pressi dell'Underground Sea. Sappiamo inoltre che le forze degli Indipendenti sono andate a rifugiarsi nei pressi del Quartier Generale di Genesis. »
Un'occhiata significativa appuntò l'attenzione di tutti sul grande stadio che gli storm riders definivano Big Bird, e che fungeva da casa per moltissimi bambini.
« Il grosso dell'orda arriverà da est, e tra noi e loro v'è proprio Genesis,
i cui ragazzi e bambini probabilmente non potranno esser trasferiti perchè i primi mezzi a cedere saranno i loro treni semoventi.
Quando ciò accadrà, dubito fortemente le loro difese reggeranno. »
Lo sguardo del dandy brillava pericoloso, determinato a mostrare a tutti i costi la supremazia dell'Isola nel Cielo e dell'Alfiere che così a lungo era stato denigrato agli occhi delle Tribù della Tempesta.

« Schierando i tiratori della Guardia lungo il Letto Grigio e portando le truppe a rinforzo dei Gunblade Children - con il loro consenso o meno -
potremmo concentrarci sull'incudine sulla quale il martello andrà a colpire.
Sfortunatamente per gli orki, tuttavia... »

Lanciò un'occhiata maliarda a Forge, ammiccando complice.
« ... Un Martello noi ce l'abbiamo già. »

« Non più di cinquecento uomini. »

Il dandy sospirò, contando mentalmente quante truppe l'Isola potesse schierare con assoluta sicurezza.

« Abbiamo centottantotto effettivi di stanza all'Approdo, in assoluto i più esperti.
La Guardia Cittadina conta quasi cento elementi, contanto anche i Prefetti, ovvero la nostra polizia.
Reclutando anche i soldati sulle navi commerciali e militari avremo un'altra centuria di uomini, abituati più al combattimento aereo che non alla battaglia campale. Con l'arruolamento di volontari raggiugiamo i cinquecento elementi. »

Spostò lo sguardo da Drusilia a Raylek, offrendo ad entrambi un largo sorriso.

« E al novero mancano trecentoventi automi.
Ammetto tuttavia - e non lo credevo possibile - che già da un po' mi prudono le mani... »

Il ghigno del goblin raggiunse tutti i suoi sottoposti con la medesima aria complice, e non era per cattiva educazione nei confronti dell'ospite, certo.
Ogni elemento del gruppo che era stato radunato nella Sala delle Udienze era parte di un collaudato sistema di decisioni e pronte reazioni. Ufficiali consumati e giovani promesse.

Il Lord Alfiere annuì una volta ancora all'indirizzo del suo secondo, il Generale Gray, prima di spostarsi ad osservare per un breve istante la Dama del Vento, Maestro degli Avieri di Laputa. Un diamante nella corona dell'Isola volante.

Ognuno di noi avrà il suo momento per dimostrare valore e determinazione.

Una pioggia pesante deve ancora scendere dal cielo sulla città delle macchine, e noi saremo con essa, pronti ad arginare quel nemico che si è levato contro Endlos.

Non abbiamo certo chiesto di essere messi in questa situazione.
Ciò non di meno non possiamo - ne vogliamo, ne sono certo - restare inerti di fronte agli eventi.
Signori, direi che il tempo di cominciare a prepararci è giunto.

Potete andare. Grazie a tutti.

E così, il consiglio di guerra terminava : il tempo delle parole era finito. Toccava ora alle azioni dimostrare il valore di coloro che le avrebbero compiute.